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bollettino sovietico n.630 vero o falso?

Discussione in 'Età Contemporanea' iniziata da woland, 24 Maggio 2008.

  1. woland

    woland

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    Il Comando Supremo dell’Armata Rossa, dichiaro’ che: “Soltanto il Corpo d'Armata Alpino Italiano deve considerarsi imbattuto in terra di Russia”.(Bollettino n. 630 dell’08/02/1943)....dicono che questo bollettino in realtà non sia mai stato emesso e che invece sia un falso(probabilmente creato durante la guerra fredda)..voi cosa ne pensate??..... gli alpini furono uguali a tutti gli altri corpi di spedizione italiani,oppure si distinsero per coraggio e valore?
     
  2. skuby

    skuby

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    Si distinse senza ombra di dubbio operando con successo una ritirata (per quanto una ritirata possa essere considerata un successo) tra le più drammatiche e valorose della nostra storia.


    Non ho mai capito se il comunicato che citi sia vero o falso (anche perchè se ti ritiri in qualche modo sei battuto) ma direi che le divisioni Julia e Tridentina combatterono in maniera mirabile.
     
  3. Mikhail Mengsk

    Mikhail Mengsk

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    Mi pare che se ne parlò da qualche parte in passato e che s'era detto che il bollettino in sé non era vero. Potrei ricordare male, però :humm:. Archivistaaaaaaaaaaa :D

    Ciò non toglie che possano essersi comunque distinti per il loro valore, anche se non c'è scritto in un bollettino ufficiale sovietico :approved:
     
  4. skuby

    skuby

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    Mi sono dimenticato la Cuneense sorry.
     
  5. hallroach

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  6. Piccolo Messe

    Piccolo Messe

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    Concordo, per quanto possa essere ammirato dalla prova di coraggio e resistenza fornita dagli alpini sul suolo russo è impensabile che non possano mai essere risultati imbattuti in quanto l'ARMIR stessa fu quasi completa circondata durante un offensiva sovietica...
     
  7. ange2222

    ange2222

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    l'Armir fu sconfitto, ma non lo fu il corpo d'armata alpino;
    il cda alpino si ritirò dalle sue posizioni perché il fronte era stato sfondato a sud (se non sbaglio).
    Il ripiegamento si trasformò in ritirata perché andò a sovrapporsi alla rotta delle altre unità sconfitte dai sovietici.
     
  8. skuby

    skuby

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    Beh la cuneense fu quasi completamente annientata, anche se è vero che lo fu durante il ripiegamento e non a causa di un'offensiva diretta
     
  9. ange2222

    ange2222

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    infatti, a differenza della fanteria della Ravenna (mi sembra) che fu annichilita dall'attacco sovietico
     
  10. Basileus Romaion

    Basileus Romaion

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    Tale bollettino e' stato sempre citato in tutti i testi italiani dal sopoguerra a... quasi oggi. Mi pare di aver letto pero' che di esso non vi sia traccia negli archivi sovietici, forse addirittura sul libro dell'USSME "Le operazioni in Russia", terza edizione.



    PS: la divisione Ravenna (i suoi resti, circa 4000 uomini con poco equipaggiamento), il cui fronte sul Don fu sfondato il 16-17 dicembre, tenne poi per diverso tempo i ponti di Voroscilovgrad a fine dicembre - gennaio. Lo "annichilimanto" avvenne in realta' in quasi un settimana di battaglia di logoramento, iniziata l'11 dicembre, che esauri' le riserve del II corpo (+ i pochi rinforzi che gli furono inviati), preparando lo sfondamento finale, che pero' pare fu piu' lento del previsto.
    Per quel che ricordo del corpo alpino su 57.000 uomini (Tridentina, Julia, Cuneense, Vicenza) solo 26.000 uscirono dalla sacca (Tridentina + sbandati + resti di altre formazioni + comandi vari), compresi feriti e sbandati. I resti delle altre divisioni s'arresero davanti a Valuiki. Quindi le perdite non furono inferiori a quelle degli altri corpi, anzi!
     
  11. Clemenza

    Clemenza

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    Onore agli Alpini in Russia

    Sono onorato di essere stato il nipote del Ten. Giorgio Gaza C.te della 253^ Cp. del Btg.Valchiese della divisione Tridentina. Non ho mai verificato la veridicità del bollettino di guerra russo ma posso assicurarvi che la semplice verità storica è la seguente:

    Le divisioni alpine Julia e Cuneense furono schiacciate e interamente annientate dai carri armati russi mentre cercavano di ripiegare ordinatamente secondo gli ordini ricevuti dal Comando di Corpo di Armata.
    La Tridentina invece fu più fortunata perchè durante il ripiegamento non incontrò i panzer sovietici ma dovette aprirsi la strada della salvezza con una serie di sanguinosi e disperati combattimenti contro i russi che ogni volta volevano chiudere la tenaglia. Arnautowo e Nikolajewka furono le ultime due battaglie di una lunga serie di scontri che i ns. alpini vinsero riuscendo finalmente a ricongiungersi con il nuovo fronte tedesco. La cosa che molti non sanno è che al seguito dei ns. alpini in armi e ben inquadrati faceva seguito una massa immane di truppe sbandate i cui uomini per la maggior parte erano privi di armamento e di disciplina, tedeschi compresi!!!! Un tedesco ammirato disse a Gaza "....voi alpini siete i ns. panzer...."
    Questi avvenimenti, incredibilmente ignorati dalla maggioranza degli italiani, sono descritti con asciutta cronaca e privi di retorica nel libro di Giorgio Gaza "URLA DI VITTORIA NELLA STEPPA" editore MURSIA, io gli suggerii il titolo perchè proprio e sempre di vittoria si trattò; se ci fosse stata anche una sola sconfitta, nessuno sarebbe tornato.

    Per vs. conoscenza riporto testualmente l'ultima pagina del libro: cap.XXI LA VERITA' SULLA BATTAGLIA DI NIKOLAJEWKA

    " La grande, epica battaglia di Nikolajewka, non fu come passò alla storia.
    Inspiegabili ritardi e totale assenza di comando, si aggiunsero al caos di migliaia di sbandati che impedivano i movimenti dei reparti ancora inquadrati che si esaurivano in azioni slegate, con grandi perdite e senza risultati.
    Dopo un inizio che sembrava favorevole, perchè i russi erano pochi e non sembravano aggressivi, il ritardo dei rincalzi del 5°, ancora sulla strada da Nikitowka, determinò un vuoto d'azione e si persero quattro ore per discussioni e incertezze fra ufficiali superiori.
    Il Maggiore Paroldo mi confidò, poi, di averle passate seduto a terra, poggiato al muro del sottopassaggio, a dormire!
    A metà mattina, cominciarono ad affluire parecchi reparti di fanterie e artiglierie russe, da Valuiki, e tutte le posizioni da noi già conquistate, dovettero essere ritirate dietro il terrapieno della ferrovia, con gravissime perdite.
    Verso mezzogiorno, non c'era ancora alcuna ns. iniziativa e sulla moltitudine di alpini fermi, inerti, sotto una fitta pioggia concentrica di proiettili, di granate e di bombe di mortai, si aggiunsero alcuni passaggi di aerei a bassa quota, che pur se manovrati molto maldestramente, sparsero scompiglio ed aumentarono le ns. perdite. Non c'era riparo: ogni colpo era un bersaglio.
    Fu allora, ricordo, che di fronte all'evidente inefficienza dei capi, esplose la massa; la saggezza montanara dei ns. alpini che non volevano passivamente subire quel diluvio di fuoco. Meglio morti che cadere in mano a quei barbari. E fu una valanga a furor di alpini!
    Non occorse nessun coreografico carro armato e gesto eroico, come si scrisse poi.
    Furono gli alpini semplici, quelli senza gradi, a rompere ogni indugio senza più attendere decisioni dai capi.
    Irruppero dall'alto, urlando, oltre 5.000 giovani; sfiniti, malconci, senza quasi più armi efficienti e munizioni, trascinandosi dietro le slitte con i loro feriti, congelati e morenti, armati solo della forza disperata di sfondare, ad ogni costo, pur di tornare "a baita".
    Fu come la rottura di una diga; un fracasso spaventoso che dilagò dall'alto della conca traboccante di alpini impazienti.
    Fu l'esplosione spontanea e dirompente della massa urlante e irrefrenabile; li ho ancora negli occhi e nell'anima commossa!
    Non occorrevano più armi. Baionetta, calcio del fucile, mani, e i russi, terrorizzati, dimenticarono anche di essere ancora i più forti e fuggirono braccati, gettando le armi e disperdendosi vergognosamente oltre il paese.
    Loro, sempre sicuri e baldanzosi, fuggirono davanti a quella furia scatenata di uomini esausti e disarmati.
    E' tempo che si sappia, veramente, cosa fu quel 26 gennaio in terra di Russia, e chi furono gli autentici artefici di quell'incredibile vittoria!"
    Onore ai nostri caduti e ai ns. ex nemici russi
     
  12. ange2222

    ange2222

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    grazie,
    leggere le vicende della Tridentina mi commuove, sempre.
     
  13. Mikhail Mengsk

    Mikhail Mengsk

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    Bellissimo.

    Però non ho presente la conformazione della zona: non ho capito in che senso gli alpini caricarono dall'alto. Nikolaewka era un paesino abbaricato su una collinetta e i sovietici arrivavano dalla valle?
     
  14. Clemenza

    Clemenza

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    Orografia di Nikolajewka

    Sono lieto dell'interesse che suscitano queste cronache di guerra vissuta.
    L'orografia della zona consisteva in colline ampie e con dislivelli molto dolci. La strada che gli alpini percorrevano proveniva da Arnajutowo dove dalla mezzanotte del 25-26 gennaio si verificò un furioso combattimento con i russi durato tutta la notte e conclusosi con l'annientamento di un Btg. di fanteria sovietico grazie all'ottimo contributo di fuoco sviluppato dalla 33^ batteria composta da n.4 obici 75/13 che spararono ad alzo zero, data l'estrema vicinanza dei fanti russi che attaccavano frontalmente con uno sprezzo della vita incredibile. Fu una notte di sangue spaventosa. Alle prime luci dell'alba gli alpini in armi della Tridentina si diressero verso Nikolajewka precedendo un immane corteo di 50.000 sbandati. Quello stesso giorno 26 gennaio avvenne la definitiva vittoria italiana che aprì la strada al ricongiungimento con le ns. retrovie.
    La cartina mostra in verde il percorso degli alpini ed in rosso gli attacchi e lo schieramento russo a Nikolajewka. Questo paese si trovava in fondo ad un'ampia conca. Parallelo al principale schieramento difensivo russo correva la ferrovia con il celebre terrapieno e grande sottopasso ad arco che viene citato nel libro.
    Le curve di livello ampie stanno ad indicare il dolce declivio.
    La cartina "1" l'ho dovuta zippare, l'altra è priva di curve di livello ma indica chiaramente le distanze percorse dai ns. "Veci".
     

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  15. Mikhail Mengsk

    Mikhail Mengsk

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    Grazie delle mappe!
     
  16. Taglia

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    Non ho letto il libro citato ma ho letto quelli "classici" (Stern, Corradi) ed effettivamente Nikolajewka fu un momento molto importante perchè permise di sfuggire all'accerchiamento sovietico.

    Fu una vittoria nel senso che si riuscì a evitare il peggio (la cattura e la prigionia nel migliore dei casi) in un momento in cui tutto il fronte sud, dalle posizioni sul Don al Caucaso, stava franando sotto i colpi dell'offensiva russa.

    Per quanto mi riguarda, la considero un'opera paragonabile (per quanto riguarda l'Italia, e con le debite proporzioni) a quanto fatto da Manstein per evitare che il gruppo d'armate B nel Caucaso venisse tagliato fuori dopo il collasso di Stalingrado. Non una vittoria nel senso stretto del termine (perchè vi fu un ripiegamento forzato di fronte a un attacco nemico) ma sicuramente un'operazione coronata dal successo.

    Sicuramente, a livello strategico, una grandissima sconfitta.
     
  17. Basileus Romaion

    Basileus Romaion

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    Grazie per la seconda mappa di Nikolajewka: finalmente una mappa decente della zona (deve essere un frammento della mappa 1:300.000 tedesca in dotazione ai nostri o sbaglio?). Davvero grazie.
    ehmm... non e' che ne hai qualche altro frammento?

    PS: quando e' stato pubblicato il libro di tuo nonno? (= e' ancora acquistabile?)

    "....voi alpini siete i ns. panzer...." : apprezzamento che doveva essere diffuso tra le truppe in ritirata, visto che qualcosa del genere e' anche attribuito al generale Eibl, comandante del XXIV.Pz.K. (che di corazzato aveva solo il nome): "meine Panzer sind die Italienische Alpenjaeger"
    (da "Le truppe alpine nella seconda guerra mondiale", A.N.A. 1982)

    Senza nulla togliere ne' al valore degli uomini della Tridentina (ci mancherebbe!) ne' al tuo interessante contributo, la divisione Tridentina rispetto alle altre ebbe pero' la fortuna di trovarsi a muovere coi comandi e con le poche aliquote tedesche ancora efficienti del XXIV.Pz.K., tra cui alcuni "semoventi" (non ho mai capito se StuG o Marder: dal libro che ho citato citato pare di capire che avessero una "torretta" chiusa, ma non mi risulta di fossero StuG nel settore, mentre Il Pz.Jg.Abt.654., lo schn.Abt.127 e qualche unita' minore avevano dei Marder) che diedero il loro piccolo ma prezioso contributo contro i carri russi durante la ritirata (l'ultimo fu abbandonato causa mancanza di carburante non molto dopo la battaglia di Nikolajewka). Non a caso la Tridentina riusci' sempre ad aprirsi la via mentre le altre divisioni finivano bloccate quando in presenza anche solo di pochi carri (Postojalni e le battaglie parallele delle altre divisioni ne sono un esempio).
    Ma fondamentale alla fine fu che grazie a questo la divisione pote' rimanere in contatto coi comandi superiori e muovere verso Nikolajewka, mentre Julia, Cuneense e Vicenza prive di contatto radio proseguirono verso Walujki come inizialmente previsto e non deviarono verso nord. Per fortuna una buona quota degli sbandati seguiva la Tridentina...
     
  18. Clemenza

    Clemenza

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    Il tenente Gaza era mio zio, fratello di mia madre, cosa logica visto che sono uno classe 1946. Penso tu possa trovare il suo libro "URLA DI VITTORIA NELLA STEPPA" Mursia con una certa facilità perchè dovrebbero essere state fatte almeno 4 ristampe. Il libro uscì nel 1996 ma la copia in mio possesso è del 2002, euro 11,80. E' un libretto con poche fotografie e scarse note informative tecniche ma è ricco di insegnamento tattico al combattimento e all'arte del comando. Si avverte uno spirito di corpo talmente radicato, tale da farci comprendere per quale motivo questi nostri compatrioti l'hanno sempre spuntata alla faccia della superiorità del nemico. Nei ns. amatissimi wargames il fattore morale è un'arma quasi sempre determinante per il successo. Quello che si legge conferma ciò.
    La mappa russo tedesca è ricavata dal libro "AVANTI IL VALCHIESE" di Luigi Grossi 1987 (Aviani Editore) che ai tempi era sergente nella stessa 253^ Cp. che comandava Gaza. Si tratta di un testo molto più ricco di documentazioni ma con qualcosa in meno nel phatos e nella scorrevolezza del racconto; io li ritengo indispensabili per farsi un'idea concreta di quello che accadde al di là della verità ufficiale, purtroppo molto manipolata.
    Quanto ai carri tedeschi si trovano in una fotografia presa da dietro; forse potevano essere Sturmgeschutz III41, quindi cacciacarri di prima generazione in torretta fissa. Mio zio li considerava preziosi non tanto per il fuoco quanto per la radio che avevano a bordo; preziosa fonte di informazioni.
    Tornando alle carte, ne ho una molto interessante, fotocopia di una carta russo-tedesca al 100.000 ma riprodotta a 1: 50.000. Sono indicate le postazioni e tutta la logistica delle strutture della 253^ Cp.; forno del pane e latrine comprese, quando si trovava sulla linea del Don nel paese di BELOGORY o come scritto da Giorgio Gaza BIELOGORIE. Questa non la posso scannerizzare perchè di formato maggiore del foglio A4.
    Concludendo mi compiaccio con te perchè sei molto ben informato e noto che i fatti a me noti coincidono con le tue notizie.
    Sempre a disposizione e al piacere di darti quelle poche cose che conosco.:approved:
     
  19. Basileus Romaion

    Basileus Romaion

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    oops, non avevo capito che fosse tuo zio!

    Grazie per le informazioni, vedro' di reperire in qualche modo entrambi i libri.

    PS: la versione "Bielogorie" dovrebbe essere la traslitterazione tedesca, quella che evidentemente leggeva nella mappe di servizio, visto che il simbolo "e" cirillico si legge "ie" (il suono "e" corrisponde ad una e girata al contrario)
     
  20. ALombardi

    ALombardi

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    Ciao,

    erano StuG III con 75 lungo (ci sono diverse foto).
     

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