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Basso prezzo del petrolio, conseguenze politiche a livello internazionale?

Discussione in 'Off Topic' iniziata da qwetry, 13 Gennaio 2016.

  1. Alessandro Argeade

    Alessandro Argeade

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    Mi pare che i primi tre in particolare rispettino in pieno il trittico che dici.
     
  2. Gamby

    Gamby

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    Cosa intendi? Dici che questi paesi rappresentano un modello concettualmente differente dal trinomio libero mercato/classe media/democrazia? Come mai?
     
  3. Tasso

    Tasso

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    è una scelta non una crisi
    5 anni nella migliore (o peggiore per i petrolieri) sono un EPOCA? ammesso e non concesso che i prezzi rimangano questi (ad occhio si va ai 10-15 spot prima dell' estate, per poi risalire) l' Arabia Saudita continua a vendere almeno in pareggio, poi ha il problema di reggere il suo stato sociale e di dover importare generi alimentari, gli altri, che NON stanno tagliando la produzione, sono in PERDITA
    shale oil .
    tar sands .
    Mare del Nord.

    indotto
    l' economia non si puo sostenere solo sul petrolio, solo loro sanno quanto ne hanno ancora, e non hanno nessuna intenzione di cambiare politica se gli altri non cominciano per primi
    la svolta epocale è da un bel po che è cominciata. nucleare in corso dal 2012
    agricoltura rivisto nel 2009 dopo il fallimento del piano precedente
    turismo
    industria
     
  4. Tasso

    Tasso

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    al contrario: errore mio, ho messo il punto ? nel posto sbagliato il trittico era solo per il Brasile. lo correggo: La Norvegia in questa analisi come la inseriamo? il Canada? l' Australia? il Brasile (per la parte borghesia liberale-democrazia-libero mercato)?
    la domanda era riferita alla prima enunciazione "tutti gli Stati basati sul petrolio come Venezuela, Arabia e Russia hanno usato le entrate per un assistenzialismo statale a pioggia anziché per modernizzare lo Stato"
     
  5. Gamby

    Gamby

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    Ah ok. Quando si dice l'importanza della punteggiatura U.U
    Comunque, escludendo il Brasile su cui non sono informato, credo che Australia, Norvegia e Canada (nonché altri paesi simili) non falsifichino quanto detto per Arabia, Russia, Venezuela e co. Infatti i primi tre paesi si autosostengono anche su altri campi, che pesantemente dipendono da un mercato veramente libero, come quello delle tecnologie.
     
  6. hurricane

    hurricane Banned

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    JP Morgan fa un pò di conti sugli effetti dell'eventuale stabilizzazione, nel 2016, del prezzo del barile intorno ai 30$

    JP Morgan's Nikolaos Panigirtzoglou and team have ventured a guess. "In our mind financial contagion from lower oil prices to equity markets is created via sovereign wealth funds,"

    Assuming a $22 decline in the average oil price in 2016 relative to 2015 (i.e. from $53 to $31), the oil exporters’ aggregate current account balance will likely decline to around -$260bn vs. -$70bn in 2015 (based on last year’s sensitivities of current account balance change to oil price change). This year’s dis-saving of $260bn should be mostly met via depletion of official assets, i.e. FX reserve and SWF assets ($240bn) rather than issuance of government debt ($20bn). For 2016 we look for FX reserve depletion of $100bn and a decline in SWF assets of $140bn.

    Assuming selling in accordance to the average allocation of FX Reserve Managers and SWF across asset classes, we estimate that the sales of bonds by oil producing countries will increase from -$45bn in 2015 to -$110bn in 2016 and that the sales of public equities will increase from -$10bn in 2015 to -$75bn in 2016. There is little offset to this -$75bn of equity sales from accumulation of SWF assets by oil consuming countries, as we expect these countries to spend most of this year’s oil income windfall.

    Le perdite (minori ricavi) aggregate dei maggiori produttori aumenterebbero a circa 260 miliardi, e sarebbero coperte da massicci disinvestimenti dei fondi sovrani, sia nella componente bond sia in quella azionaria, con effetti non rassicuranti ("contagio") sull'andamento delle borse mondiali.

    Fallimenti dei produttori di frack-oil, default creditizi, enormi disinvestimenti dei Fondi Sovrani per finanziare deficit crescenti (insieme al rallentamento di tutte le economie dei BRICS) : un bel quadretto!

    Le attuali riserve dei Fondi Sovrani dei principali produttori, secondo RBS (dati ante crisi - 2012-2014), e che quindi in parte si sono già ridotti nel corso del 2015

    [​IMG]

    Notare l'impatto della vendita delle commodities, come % delle esportazioni di quei paesi :

    Saudi Arabia a Qatar : tra 80 e 90%
    Norvegia : 70%
    Australia e Chile : 60+%
    Abu Dhabi : 50%
    Canada : ca 35%

    http://www.zerohedge.com/news/2016-...age-creates-75-billion-swf-contagion-equities

    ma senza crisi non ci sarebbe stata la scelta. O il timing perfetto è una pura coincidenza ?

    Infatti lo si vede dai dati macro : si reggono ancora per l'85-90% sulle entrate del petrolio e con il prezzo a 30$ hanno un disavanzo di 100+ miliardi all'anno, per un paese di 20 milioni di abitanti. Come se l'Italia (che notoriamente è messa maluccio) avesse un disavanzo annuale di 300 miliardi !

    se devi ammortizzare investimenti già fatti, sei super-indebitato e magari stai per fallire, non tagli la produzione nemmeno in perdita, perchè ogni $ in più è un $ in meno di debito. Tagliando la produzione acceleri solo il processo verso il baratro.

    hai rivisto "appena appena" le stime dal tuo post iniziale ...
     
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    Ultima modifica: 1 Febbraio 2016
  7. Tasso

    Tasso

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    il timing perfetto ammesso che lo sia, conferma al limite la tesi della scelta. novembre 2014, la scelta di non tagliare e di lasciar fare il prezzo al mercato, a cui si è aggiunta la scelta della FED di non proseguire con il QE (spingendo in alto il dollaro e di conseguenza ancora più in basso le materie prime), a cui si è aggiunta la scelta di alzare i tassi (idem)

    certo, ma il punto in discussione mi pareva il tentativo di diversificare raccontato come una "svolta epocale" iniziata in conseguenza dell' attuale livello di prezzi. mentre è in corso da un po'. che poi ci siano riusciti o ci riusciranno in futuro altra questione, e lo scopriremo.


    appunto, non tagli la produzione fino a quando riesci a farti prestare i soldi per coprire almeno i costi operativi, o fino quando non ti chiedono di rientrare dai prestiti, sperando che il prezzo risalga , e utilizzando tutti i possibili accorgimenti per tenere alta la produzione nell' immediato, vedi cannibalizzare le trivelle meno produttive o quelle non ancora operative per mantenere in funzione quelle più vantaggiose o refrackare, cioè iniettare un altra volta 15 milioni di litri, litro più litro meno, di acqua in un pozzo già esistente. la produzione complessiva anche per effetto della tecnologia utillizzata (vedi grafico sotto) inizialmente continua a salire poi gradualmente comincia a scendere: da aprile 2015 a dicembre 2015 la produzione USA, petrolio+condensati è calata di 500.000 barili al giorno (da 9.69 milioni a 9.19 milioni). fonte EIA tabella 3.1 pag 49 http://www.eia.gov/totalenergy/data/monthly/pdf/sec3.pdf

    curva di produzione di un pozzo di fracking, dopo due anni è scesa a 100 barili al giorno [​IMG]
    poi si assesta e rimane a 25-40 barili al giorno. per mantenere la produzione del tuo giacimento alta, ogni due tre anni sei costretto a riperforare.
    se lo dici tu. anche nel caso, e non è, non cambia niente: se il prezzo spot sale o scende sale e scende per tutti alla stessa maniera.
    e qui siamo d' accordo.
     
  8. metalupo

    metalupo

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    Resuscito per porre una domanda, di cui forse si è già anche parlato.

    Non è che qualcuno sta tenendo basso il prezzo del petrolio apposta per far fallire la produzione di frack-oil USA così da non permettergli l'indipendenza energetica?
     
  9. qwetry

    qwetry

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    Si, ne parla @hurricane in degli interessantissimi post in questo topic o altri
     
  10. metalupo

    metalupo

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    Non mi pare però che si siano fatte ipotesi su chi possa essere.
     
  11. qwetry

    qwetry

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    @hurricane riteneva fossero i paesi sunniti della penisola araba
     
  12. metalupo

    metalupo

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    Ma non ha detto che sono quelli che con le perdite attuali rischiano una rivolta sociale per via del calo del benessere, artificialmente pompato grazie agli introiti del petrolio?
    Vuoi dire che stanno tentando una scommessa su chi crolla prima.
    Politica rischiosa a fronte di quali vantaggi?
     
  13. Pickett

    Pickett Guest

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    Scusate la mia ignoranza assoluta in materia, ma leggendo tutti i vostri post mi sono chiesto, se già la crisi del '29 è stata "disastrosa", cosa sarà quella che si sta per profilare? Ora che centinaia di famiglie (e stati) sono già in difficoltà per la crisi di questi anni... A cosa porterà? Cosa si può fare? Io appartengo alla generazione di quelli che nel prossimo futuro si dovranno tirare su le maniche, ma cosa possiamo realmente fare? A mio parere il capitalismo deve essere sostanzialmente rivisto, ovviamente io non so come, ma mi chiedo anche, se tutte quelle persone al comando sapevano, perchè hanno fatto poco o nulla (almeno questo è quello che mi sembra)? Si è parlato di moneta unica globale, ma non potrebbe essere un'opzione tornare al valore della moneta in base al peso e ripartire da lì?
     
  14. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    Beh dopo il '29 e la WWII mi è parso di capire che il capitalismo è stato riformato perché troppo libero e "balzellante", e lo hanno trasformato con i moderni stati assistenziali, che "crearono" il boom economico eccetera.
     
  15. Alessandro Argeade

    Alessandro Argeade

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    http://www.ilfattoquotidiano.it/201...ricariche-telefoniche-dei-dipendenti/3062972/

    Secondo quanto si legge in un decreto governativo reso noto dai media locali, i ministri vedranno le proprie paghe ridotte del 20% per tutto il 2016; una decurtazione del 15% verrà applicata invece ai membri della Shura, un organo consultivo che ha tra le proprie prerogative quella di proporre leggi al governo e al re. Discorso analogo per i benefit extra: secondo l’agenzia di stampa Saudi Press Agency, i dipendenti dei ministeri dovranno pagarsi le loro ricariche telefoniche. Gli alti funzionari diranno addio alle loro auto blu fino alla fine del prossimo anno fiscale, mentre per i quadri più bassi è in arrivo un abbassamento del tetto alle ferie pagate. L’obiettivo è quello di portare le retribuzioni pubbliche a scendere, nel complesso, dal 45% al 40% del budget statale entro il 2020. Contestualmente, Riad ha deciso d’introdurre una nuova imposta sulle vendite e di ridimensionare i sussidi energetici.
    È il taglio dei salari, in ogni caso, la misura che sembra destinata ad avere il maggior impatto sociale, dal momento che una percentuale enorme di cittadini sauditi – tra il 65 e il 70 per cento – è al momento impiegata in uffici pubblici, mentre le imprese private preferiscono assumere lavoratori stranieri, ai quali non vengono riconosciuti le indennità e i benefici che spettano invece ai cittadini sauditi. E proprio per favorire un rilancio di un’occupazione interna che non gravi eccessivamente sulle casse dello Stato, Riad ha annunciato che verranno posti nuovi limiti sulle quote di stranieri che le aziende nazionali possono reclutare: prima i Sauditi, insomma.
     
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