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Africa Settentrionale Round 3

Discussione in 'The Operational Art of War' iniziata da Luigi Varriale, 17 Novembre 2017.

  1. Daniel Morrison

    Daniel Morrison

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    Pensi possa dare reali preoccupazioni la perdita di Giarabub?
     
  2. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Fino quando teniamo Tobruk, no, perché i rifornimenti arrivano lì via mare. Se dovessimo perdere Tobruk, il discorso cmabierebbe perché a quel punto la Balbia sarebbe suscettibile di interruzioni a largo raggio causato da truppe nemiche prvenienti dalla zona tropicale.
    Il problema è che oltre alle forze speciali, i Britannici hanno concentrato a sud almeno una brigata indiana motorizzata.
    Occorre che Messe metta insieme una forza consistente tratta dai rinforzi in afflusso dalla tripolitania per opporsi a questa minaccia.
     
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  3. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Notte del 26 novembre


    Campagna aeronavale


    Notizia bomba giunta al comando supremo qualche ora fa: l’SM-79 del Capitano Bruno Mussolini è stato colpito sul cielo di Sollum da un Hurricane inglese mentre si avvicinava alle navi britanniche che costituivano l’obiettivo della missione. Il Capitano Mussolini, seriamente ferito, è riuscito a riportare la carcassa del suo Savoia Marchetti alla base, dove è stato operato d’urgenza per estrarre varie schegge dalle gambe e dalla zona inguinale. Lo aspetta un lungo periodo di convalescenza.


    Dall’ufficiale di collegamento con la Luftwaffe apprendiamo anche che il gruppo caccia del Maggiore Jenkel ha superato in abbattimenti il gruppo del Capt Joachim Marseille. Tra gli Italiani, abbiamo due nuovi assi: il Ten Col Grubini, del gruppo A G-50 ed il Maggiore Davide Spalla, del gruppo B Macchi-200.


    Tardivamente giunge anche la notizia che l’incrociatore Dido della Royal Navy è affondato mentre cercava di riparare su Alessandria, a seguito dei rilevanti danni subiti durante l’ultima incursione dell’asse sul mare fronte a Sollum. Sembrerebbe che sia stato colpito da ben tre bombe sganciate dal gruppo tuffatori del Colonnello Grunden. Onore e gloria ai camerati della Luftwaffe.


    29 novembre 1941


    Sotto temperature calde ma non torride, e con un tempo atmosferico tendente al brutto tra piogge sparse e foschia novembrina, si scatenava finalmente il contrattacco del Kampfgruppe Rommel nell’area tra Sidi Omar e sidi Azeiz. Oltre al Kampfgruppe Rommel, all’offensiva era interessato anche il CAM, che attaccava nel settore sud del fronte con entrambe le sue divisioni motorizzate. Il corpo è adesso comandato dal Generale Francesco Zingales, che ha rilevato per normale avvicendamento il Generale Navarini. Il CAM operava comunque sotto il comando tattico di Rommel a cui l’eccellenza Messe ha affidato l’intera operazione.


    Il Kampfgruppe Rommel, creato ad hoc come pugno di ferro dell’armata, vista l’usura eccessiva delle panzerdivisionen germaniche, è formato dalle seguenti truppe: due battaglioni carri medi (III e LII) della divisione Littorio, il cui grosso è ancora in afflusso dall’Italia. Gruppo Allegri della divisione Trieste, formato dal CI battaglione armi pesanti e dal XXI battaglione antiaereo. Tutto quello che rimane della 90° leggera, essenzialmente imperniata su due battaglioni Shultzen e la maggioranza dell’artiglieria divisionale. Della 15^ panzerdivisionen, rimasta oramai senza nemmeno un carro armato c'è il I/115 battaglione shultzen, il 33° cacciacarri, ed il comando divisionale del mitico Generale Von Prittwiz. Il I/5 Panzer abteilung della 21^ divisione panzer è l’ultimo battaglione corazzato tedesco dell’armata ed è naturalmente assegnato al kampfgruppe Rommel, se pur a corto di carburante e munizioni. Infine fa parte del gruppe anche il RECAM, ricostituito e presente con il comando reggimentale e con il suo battaglione autoblindo della Polizia Africa Italiana.


    All’azione di attacco programmata pe il Gruppe Rommel, era destinata a collaborare anche la divisione Pavia, che aveva le sue linee proprio in prossimità di Sidi Azeiz dove l’operazione avrebbe dovuto svolgersi.


    Dell’obiettivo strategico abbiamo già detto; sfondamento delle linee nemiche, sfruttamento del successo su Sollum ed accerchiamento del grosso dell’8^ armata e sua distruzione.


    L’azione si apriva con l’attacco sul punto più forte della posizione nemica, tenuta dal 1st Rand Regiment della 2^ divisione sudafricana. Si trattava di una posizione angolare dello schieramento nemico, impossibile da evitare. L’attacco partiva alle ore 15.00 del 27 novembre e vedeva impegnati da nord la 90^ leggera e da ovest entrambi i battaglioni carri M 13 della Littorio. L’attacco si avvaleva anche di una solida base di fuoco fornita dai battaglioni della Pavia schierati in zona, vale a dire il I e II del 27° reggimento, di tutta l’artiglieria della 90^ e di quella della divisione italiana. La resistenza dei sudafricani era da prima solida, grazie anche all’intervento del rincalzo, costituito da una compagnia di neozelandesi, ma successivamente, sotto la pressione specialmente del III/347/90^ il battaglione sudafricano si sfasciava e veniva ributtato verso sud ovest, perdendo quasi la metà dei suoi effettivi. L’asse aveva un centinaio di morti ed una ventina di feriti tra la fanteria tedesca, che comunque aveva sostenuto il peso principale dell’attacco, un M 13 distrutto ed uno danneggiato.


    Contemporaneamente a questa azione, si sviluppava a sud l’attaco della Trieste su Sidi Omar, con obiettivo più che altro quello di distruggere il 2° battaglione ussari della 22^ brigata corazzata. Questo reggimento carri era pure appoggiato da una reggimento anticarro. Anche qui l’attacco si avvaleva della cooperazione di svariati reparti della Pavia, tra cui la LX coorte di camicie nere ed il battaglione guastatori divisionale. L’attacco aveva un relativo successo, distruggeva lo schermo anticarro e repingeva verso est i corazzati nemici, sopratutto ad opera dei guastatori del XVII battaglione che si arrampicavano di forza sui crusader nemici, tentando di smontarli pezzo per pezzo con pinze e chiavi a brugola; fulgido esempio precursore della moderna nano tecnologia, ché si sa che gli Italiani a quel tempo non erano molto alti.
    Fatto sta che il sucesso degli ingegneri italiani, permetteva il semiacerchiamento da parte della Trieste non solo del reggimento carri, ma pure di un complesso misto di artiglieria del XXX corpo e di un battaglione di fanteria indiana.


    Ancora più a sud, in prossimità di Bir el Sheferzen, reparti della Trento, nell’ambito del contrattacco del CAM, sbaragliavano un battaglione fucilieri della 7^ corazzata ed un battaglione anticarro che lo proteggeva, del tutto inefficace contro la massa di fanteria italiana avanzante al grido di gli Inglesi sono tutti finocchi, che sostituiva il consueto Avanti Savoia. Questa manovra minaccia perealtro l’intero fianco aggirante abbozzato dagli Inglesi nei turni precedenti ai danni dei resti della 21^ corazzata che sono abbarbicati con le unghie, nel deserto tra Forte Maddalena ed El Cuasc. Alla fine della giornata, la Trento si ritrova a ridosso di sheferzen con solo un reggimento di artiglieria della 2^ corazzata a tenere la località.


    Sul finire del 28 novembre, il Generale Cunningham evidentemente si accorgeva che parte dello schieramento centrale della sua armata era stato seriamente danneggiato e reiterava l’attacco nei confronti del X corpo a nord, con l’appoggio sempre presente delle navi della flotta. Un attacco particolarmente ben riuscito da parte di una brigata della 70^ divisione, spazzava via completamente la Savona, e pur non riuscendo a guadagnare terreno, lasciava la divisione italiana col solo reggimento di artiglieria e la magra soddisfazione di aver contenuto la progressione nemica. Di vittorie del genre possiamo volentieri fare a meno. Il generale inglese riusciva poi in qualche modo a mettere una pezza al suo dispositivo nell’area di sidi Azeiz, ponendo come un muro di pietra la 2^ neozelandese a protezione della località. Inoltre, secondo la ricognizione strategica, gli Inglesi mantengono in riserva di ultima istanza la 1^ brigata corazzata a Einr Eivallis, sulla costa, fronte alla Brescia sempre abbarbicata a Bardia.


    Selvaggi combattimenti anche a Giarabub, dove alcune unità di fanteria tedesche sono riuscite a svincolarsi dall’accerchiamento ma altre no. Inoltre vari reparti delle forze speciali inglesi sono trafilati ad occidente delle oasi e sono già quasi in vista di Gialo. Per il momento il comando d’armata ha designato aliquote della divisione Sabratha, appena ricostituita, per contrastare questi elementi.


    Il dramma più drammatico rimane comunque un’altra scoperta della ricognizione strategica e del SIM: l’arrivo dei primi elementi della 1^ divisione corazata inglese al Cairo; almeno una brigata corazzata al completo, armata di Stuart e Crusader ed un battaglione meccanizzato.


    Adesso l’armata DEVE stroncare la 2^ neozelandese e conquistare Sollum. Se si riuscirà a battere in questa decisiva battaglia l’8^ armata, forse si potranno coltivare speranze per il futuro.
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  4. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    30 novembre 1941 SEGRETO destinato Supercomando


    Relazione su situazione in Africa Settentrionale.


    Stato dell’armata


    Ho trovato le truppe italo tedesche impegnate su questo teatro in condizioni certo non ottimali per la proseuzione dei combattimenti che ci attendono su questo scacchiere operativo. Delle sette divisioni di fanteria italiane, forse due possono chiamarsi tali come organici mentre le altre vanno dalla consistenza di un reggimento fino a quella di un singolo battaglione. Dopo i combattimenti di ieri ad esempio la Savona è ridotta a due batterie di cannoni. Le divisioni tedesche non stanno meglio. E’ oltremodo evidente come i miei predecessori le abbiano male impiegate, sciupando un potenziale bellico tutt’altro che trascurabile e che adesso si farà molta fatica a ricostituire. La 15^ corazzata è corazzata solo di nome avendo a disposizione cinque, dico cinque carri armati in riparazione nelle officine di Bengasi. Leggermente meglio sta la 21^ che dispone ancora di un battaglione organico di panzer, che stanno essendo impegnati nella battaglia del confine. Molto male la 90^, che pur conservando qualche capacità di combattimento è essenzialmente ridotta alla forza di un reggimento, anche se ben rinforzato di artiglieria. Marginalmente in condizioni migliori si trova l’Ariete; per il smplice motivo che è stata condotta in maniera parsimoniosa dai suoi comandanti e pur avendo sostenuto perdite rilevanti, si trova ancora in condizioni di incidere sui combattimenti, una volta che ne verrà completato il rifornimento.


    Impiego delle forze


    Visti i rapporti che mi sono stati sottoposti dal mio stato maggiore, non posso ritenermi soddisfatto delle decisioni che i miei predecessori hanno preso su questo teatro di guerra. Lo sciupio delle preziose forze tedesche di fronte a Tobruk, ha provocato una situazione che vede il potenziale offensivo delle forze motocorazzate dell’armata seriamente menomanto. La scusante che Hitler aveva promesso un pronto reintegro delle perdite dopo la battaglia di Tobruk che poi non si è verificato, non pare una giustificazione all’azione sconsidereata che a queste truppe è stata imposta durante quel periodo, azione della quale l’armata pagherà il prezzo per lungo tempo.


    Capacità delle forze


    Fino adesso si è rilevato come la massa della fanteria italiana, e quella tedesca non si è rilevata di molto migliore, tenda a subire perdite rilevanti di fronte agli attacchi portati dal nemico, specialmente se questi sono decisi e prolungati. Eccellente la nostra artiglieria, e sufficientemente efficaci le nostre forze corazzate, che mi dicono sono ben guidate ed hanno saputo bene emulare lo spirito tattico offensivo appreso per osmosi dalla collaborazione con i camerati delle forze corazzate germaniche. Nonostante tutto ciò, fino adesso il nemico non è mai riuscito a conseguire risultati decisivi o sfondamenti tali per cui i nostri schieramenti siano stati messi in crisi irreparabili.
    D’altro canto ribadisco che la conduzione delle forze corazzate tedesche ha lasciato, per lungo tempo in questa campagna, a desiderare; responsabilità da ascrivere evidentemente al Generale Rommel, del quale mi interesserei presso il Duce perché intervenga nei confronti dell’OKW per far sostituire. Non sono affatto soddisfatto di questo ufficiale tedesco, discontinuo, dalle prestazioni altalenanti, lesto al facile entusiasmo come al più nero disfattismo in caso di insuccesso in un’operazione.


    La situazione attuale


    Abbiamo adesso in corso una battaglia che ha come scopo l’annientamento di tutte le forze nemiche avanzate, con l’obiettivo di forzare la situazione al confine e la penetrazione decisa vesro il canale di Suez. La riuscita o meno di questa operazione dipenderà dalla velocità con cui si riuscirà a condurla a termine comparata con la velocità di afflusso dei rinforzi nemici, di cui è chiara fin da adesso l’abbondanza rispetto ai nostri. Nè si vede come la situazione da questo punto di vista possa migliorare con il proseguo della guerra. Essendo probabilmente da prevedere il contrario, il mio intendimento è quello di improntare l’azione alla massima velocità per infliggere al nemico perdite tali per cui, il suo vantaggio industriale verrebbe di molto ridotto se non annullato.


    Tanto dovevo per conoscenza a Supercomando e per conoscenza al Duce che è destinatario di una copia di questo rapporto.

    Firmato Giovanni Messe, Genreale d'Armata
     
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  5. Luigi Varriale

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    3 dicembre 1941


    L’operazione Cobra prosegue più o meno secondo i piani. Dico più o meno perché qualche variazione si è resa necessaria allo scopo di adattare l’intento operativo all’effettiva condizione delle truppe interessate all’operazione. Il Genereale Rommel ha deciso infatti di non spingere a fondo l’offensiva del suo Kampfgruppe. chiedendo invece a zingales che ha registrato i successi maggiori, di liquidare le rimanenti truppe britanniche nel suo settore di competenza. Tale rallentamento del tempo operativo a nord si è reso necessario per dare l’opportunità ad alcuni reparti chiave del Kempfgruppe Rommel di riorganizzarsi dopo i primi scontri, nei quali le sue forze avevano speso più munizioni del previsto; un esempio su tutti, il I battaglione panzer del 5° reggimento, che Rommel ha deciso di fermare per questo tutno per dargli la possibilità di recuperare in vista di future più decisive opearazioni. Lo stesso dicasi per la 90^ divisione leggera, che si è disposta a difesa temporanea fronte al pezzo da novanta dello schieramento nemico; la 2^ divisione neozelandese.


    Fermate le truppe di Rommel a nord, la palla per questo turno è passata al CAM di Zinglaes, al quale il Generale Messe, che ha seguito da vicino tutto lo svilupparsi dell’operazione, ha distacato due battaglioni carri medi dell’Ariete con l’ordine di completare l’accerchiamento delle truppe britanniche nel settore sud e di annientarle. Per raggiungere tale scopo, il comandante del CAM si avvaleva anche della collaborazione del 28° reggimento di fanteria della Pavia, che usando tattiche di infiltrazione proprie del '15-'18, trafilava due battaglioni ed il comando reggimentale nel punto di giunzione tra la 2^ neozelandese e gli elementi a difesa della 22^ carri, completando l’accerchiamento di ques’ultima. Bloccata la via della ritirata ai corrazzati nemici, chiusi in una sacca insieme a varie truppe di supporto del XXX corpo, il compito risolutore veniva affidato in primo tempo alla fanteria della Trieste appoggiata dagli immancabili guastatori nanotecnologici, ed in seconda battuta all’intervento in concorso di tutti i battaglioni italiani ci carri medi presenti in zona, vale a dire i due dell’Ariete e i due della Littorio. Il nemico era costretto alla resa dopo una resistenza simbolica, che vedeva rastrellato l’intero settore sud del fronte. Da ultimo la divisone Trieste si stabiliva a difesa sulle posizioni conquistate in attesa della prosecuzione dello sforzo verso Sollum. Pattuglie del comando del 9° bersaglieri, riferivano che tra la divisione e l’obiettivo non vi erano che il comando divisionale neozelandese ed un reggimento di artiglieria.


    Come risposta a queste operazioni il Genrale Cunnigham reiterava i suoi sforzi contro la divisione Bologna sul fronte nord tenuto dal XX corpo. Questi attacchi, portati dalla recentemene giunta 50^ divisione di fanteria in collaborazione con la 70^ vedevano la divisione italiana cedere qualche posizione ma senza andare in crisi. Uno squadrone di carri armati della 22^ brigata corazzata attaccava il RECAM, riuscendo ad ottenere qualche successo locale, contro le autoblindo della PAI.


    Nell’oasi di Giarabub continuano nel frattempo i combattimenti serrati per salvare le compagnie motorizzate tedesche. Inspiegabilmente la ricognizione aerea rivela che forze speciali inglesi che erano dirette a Gialo, hanno fatto retromarcia, evidentemente per dare man forte alla 5^ divisione indiana che combatte a Giarabub. Nell’oasi vi sono un totale di nove compagnie indipendenti germaniche che combattono per sottrarsi all’annientamento ad opera delle forze britanniche preponderanti che le assediano. E’ questa l’epopea di Giarabub, scritta non da Italiani, come storicamente fu, ma da Germanici.


    Le forze aeree dell’asse continuano le loro missioni offensive nei confronti della Royal Navy. In queso turno i Tedeschi hanno perso quattro Ju 88 e sei Stuka ad opera dell’antiaerea navale. In più un Macchi 200 ed un Freccia sono stati abbattuti dalla caccia inglese. Gli Inglesi hanno perso un Hurricane abbattuto dalla caccia italiana. Nessun colpo a segno registrato sulle navi nemiche. Il Generale Messe ha detto che non si fermerà.


    Il Generale Della Bona ha ricevuto l’ordine, non appena rastrellate le unità inglesi che ancora gravitano attorno ad el Cuasc diinviare le forze della sua divisione (Sabratha) su Giarbaub da nord per prendere di sorpresa gli Inglesi colà operanti, mentre elementi della stessa Sabratha ricostituiti a Tripoli ed in afflusso in Cirenaia devono occupare Gialo e poi proseguire su Giarabub da ovest, allo scopo di riconquistarla.
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  6. Luigi Varriale

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    6 dicembre 1941


    Dal comando di Tobruk seguiamo gli sviluppi dell’offensiva Cobra con la massima attenzione. L’eccelelnza Messe mangia e dorme nella sala operativa, pisolini di non più di due ore.


    La giornata del 4 si apre col tradizionale attacco alle navi britanniche nella baia di Sollum. Partecipa uno dei due gruppi di bombardieri BR 20 del Colonnello Girone, che sono gli unici fino ad ora ad aver messo supposte a segno sulle tinozze degli Inglesi, ed il Colonnello va fierissimo del suo stormo di bombardieri. Partecipano all’attacco anche gli Heinkel e gli Junker del comando germanico di Creta, che ha trasferito i suoi gruppi a Martuba, a sud di Derna. E’ presente anche l’eroico gruppo di Me 110 del Ten Col Huffler, oramai impiegato in pianta stabile come caccia bombardere contro il naviglio nemico.


    Quando l’incursione arriva sul cielo di Sollum, si trova circondato da una quarantina tra Hurricane e Beaufighter e devono avvalersi della protezione di tutta la caccia dell’asse che è presente sulla scena come scorta. Gli Italiani perdono un G 50 ma 5 caccia nemici sono abbattuti. Nessuna bomba a segno viene messa dall’incursione e 8 bombardieri dell’asse vengono incendiati ed abbattuti dall’infernale antiaerea delle navi. L’eccellenza Messe dice che non si fermerà.


    Le operazioni offensive a terra cominciano con il bombardamento preliminare da parte dell’artiglieria del CAM. Ne fanno le spese il comando della 2^ divisione neozelandese ed un reparto di artiglieria che lo accompagna. Queste forze vengono disorganizzate in preparazione dell’attacco della Trieste verso Forte Capuzzo. Lo sbarramento di artigleria era stato ordinato per favorire l’avanzata della Trieste sull’asse Saleh – Forte Capuzzo, che rimane l’obiettivo finale del corpo d’armata di Manovra dell’eccellenza Zingales, il quale peraltro ha difficoltà a mettere in movimento la divisione Trento, che a Sidi Omar, si trova di fronte a cospicue truppe nemiche trincerate nella località, tra cui un comando di corpo d’armata ed un comando divisionale.


    Poi si manifesta l’attacco del complesso misto Ariete – Littorio, con due battaglioni carri medi per divisione, contro uno squadrone di autoblindo inglesi della 2^ divisione corazzata che viene respinto con l’aiuto dell’aviazione inglese. La notizia arriva presto alle orecchie del generale Messe, che minaccia di processare i comandanti d battaglione uno a uno per codardia di fronte al nemico. E Cristo !! Sbotta il generale; quattro battaglioni carri contro uno squadrone !!! E così le truppe del CAM rinnovano l’attacco verso il passo dell’Alfaya che costituisce l’obiettivo finale del complesso corazzato e queata volta avanzano anche se il nemico ripiega con ordine.


    Più a nord La Trieste, in collaborazione con la Pavia cerca di sbarazzarsi del famoso comando della 2^ neozelandese, ma in prima battuta ha parecchie difficoltà perché anche qui interviene con una certa autorevolezza l’aviazione inglese. Quindi il Generale Zingales implorava il Generale Rommel di mandargli il battaglione carri del suo kampfgruppe. Con l’intervento del I/5° panzerregiment aveva rapidamente temine la resistenza dei Neozelandesi, che non solo arretravano di fronte ai carri germanici, ma si sfasciavano completamente crepando o dandosi prigionieri di fronte all'impeto tedesco. E' così che il I/5° viene rinominato “Testa di Ferro” dalla divisione Trieste ed in particolare dal suo 66° reggimento.


    Alla fine della giornata, rinforzato dal battaglione armi pesanti della Trieste il battaglione Testa di Ferro si trova a dieci chilometri da Capuzzo; il gruppo corazzato misto Ariete-Littorio a quindici dall’Alfaya.


    Il 5 dicembre non pare che il generale Cunnigham si sia ancora ben reso conto di quello che sta succedendo; infatti arrivano notizie al comando che i Britannici spingono ancora in direzione di Gambut con elementi della 50^ divisione di fanteria. La Bologna stringe i denti, si fa macellare ancora un po’ del suo ultimo battaglione rimasto, il II/39°, ma rllenta l’azione dei reparti blindati nemici, in partcolare del battaglione da ricognizione della suddetta 50^.


    Proprio mentre la situazione dei Britannici stava per farsi critica con le punte avanzate dell’asse vicine a conseguire un secondo accerchiamento di truppe nemiche nell’area di Sidi Azeiz, giungeva comunicazione dal Generale Piazzoni che la Trieste si fermava per riorganizzarsi e per rifornirsi di carburante e sopratutto di munizioni. Inutile che vi racconti gli strilli di Messe udibili fino in Egitto. Prima la Trento e poi la Trieste non collaboravano alle sforzo offensivo ed i loro generali si fermavano per il pic nic nel bel mezzo delle operazioni offensive. Messe era livido e Rommel pure. Il comandante d’armata annunciava che si sarebbe recato al fronte per rendersi conto di persona delle difficoltà del CAM e nel caso per silurarne il comandante su due piedi.


    A Giarabub, la situazione è confusissima. Unica notizia che proviene da quelle lande e che forse i Tedeschi sono riusciti a sottrarre all’accerchiamento la maggior parte della loro fanteria, ma non c’è dubbio che l’oasi è nelle mani de nemico e che l’equivalente di due battaglioni di forze speciali inglesi sono quasi a Gialo, contrastate solamente II/85 battaglione della Sabratha e dal battaglione mitraglieri divisionale. In questa zona tropicale la partita si fa molto scaltra, e molto dipenderà dalle capacità manovriere in terreno difficile dei comandanti coinvolti.
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  7. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    10 dicembre 1941


    Le forze dell’asse proseguono con il loro attacco in direzione di Sollum e del passo dell’Halfaya. Rommel riferisce via radio che vuole essere cauto e non buttare allo sbaraglio le sue truppe. La punta avanzata della manovra è adesso costituita dalla 90^ divisione leggera, che ha spazzato via alcuni elementi della divisione neozelandese che le si contrapponevano ad ovest di Capuzzo, mentre la 15^ panzer fissa la 3^ divisione indiana a Sidi Azeiz.


    La Pavia ha immolato un altro reggimento, il 28°, nella difesa del fronte di sua competenza appunto per contenere i disperati, ma illogici contrattacchi della divisione indiana da Sidi Azeiz in direzione di Gabr Saleh. In questo devastante urto, che rimarrà negli annali della battaglia d’Africa, la Pavia ha scritto un’altra pagina di valore. A difesa delle posizioni contese rimane solamente il battaglione mitraglieri divisionale, che chiede disperatamente rinforzi per evitare di essere sommerso e di vanificare così l’impresa del 28°. Il comandante, generale Franceschini, sta valutando l’idea di inviare una coorte di camicie divisionali.


    La Trieste ed il Kampfgruppe Rommel sono di nuovo pronti ad avanzare verso Capuzzo. I calci in culo di Messe al genreale Zingales hanno sortito l’effetto di farlo correre a recuperare all’azione la sua Trieste, pena la consegna di tutti gli ufficiali divisionali fino al livello di battaglione a Stalin, che di questi tempi è piuttosto ombroso ed incazzato. Di conseguenza si medita nel tendone di Rommel come impiegare queste forze. Considerato che come abbiamo detto, Rommel è in questi giorni particolarmente cauto, l’intendimento sarebbe quello di scagliare la Trieste contro Capuzzo e poi di tentare di tagliare la Balbia a Sollum e di strozzare tutte le forze britanniche a nord. Tale linea di condotta si scontra però contro il timore del generale tedesco circa la forte 70^ divisione inglese schierata tra Sidi Azeiz e Emr Eival, quindi sul fianco nord del divisato attacco italiano, non escluse le riserve corazzate resenti in quest’ultima località; lanciare le forze all’attacco sconsiderato, potrebbe risolversi in un disastro. La proposta di Zingalese è quindi quella di avanzare gradatamente, espugnando Capuzzo in un primo tempo e poi costituendo un fianco protettivo a nord, magari con la 90^, di cui perealtro è in arrivo un nuovo reggimento dalle retrovie. Poscia, organizzzati bene i reparti d’assalto della Trieste ed il battaglione Testa di Ferro, usare queste truppe per tagliare la Balbia e spacciare i beduini. Rommel approva, Messe pure.


    Nella zona di sidi Suleiman, il gruppo corazzato Littorio-Ariete, si batte ancora contro rimasugli misti della 2^ corazzata e truppe di supporto del XXX corpo con obiettivo finale Alfaya. Perdite moderate da entrambe le parti, ma scarsi progressi.


    Rischi grossi Messe se li sta prendendo invece all’estremo sud del fronte della sua armata, dove la Trento e la 21^ panzer fanno da argine ad un misto di forze inglesi tendenti all’occupazione di el Cuasc, specialmente adesso che la Sabratha ha abbandonato la località per dirigersi a sud a dare il suo contributo alla battaglia di Giarabub.


    La battaglia di giarabub appena citata, è un modello di confusione tipica delle battaglie nel deserto: l’oasi è adesso materialemente occupata dala 13^ compagnia tropicale tedesca (fanteria motorizzata). Questa unità si trova però accerchiata da elementi del 22° SAS. Da ovest, dopo aver fatto marcia indietro nella loro progressione verso Gialo, sono in arrivo due battaglioni di fanteria britannica, che troveranno ad aspettarli nei pressi di Bu Salama sulle propaggini ovest dell’oasi, forze tedesche più o meno equivalenti. La parte orientale dell’oasi propriamente detta dovrebbe essere ancora in mano britannica, ma la ricognizione non ha certezze su ciò, mentre due battaglioni rinforzati di forze speciali inglesi premono lungo la strada per Gialo su altrettanti battaglioni italiani della Sabratha, di cui uno di mitraglieri. In più, dalla zona del fronte principale, altri elementi della divisione Sabratha, si stanno dirigendo sull’oasi da nord, per spezzare l’accerchiamento inglese. La battaglia è quindi in divenire, ed aperta ad ogni risultato. L’eccellenza Messe tene molto alla battaglia delle oasi, che sono fondamentali per il controllo di vie di comunicazione alternative da cui sviluppare una possibile offensiva che si trovi in stato di stallo per esempio sui fronti principali.
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  8. Luigi Varriale

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    13 dicembre 1941


    Siamo arrivati dunque a metà dicembre ed occorre scrivere un secondo dunque, in quanto siamo agli sviluppi culminanti dell’opereazione cobra.


    L’offensiva nostra ha raggiunto e conquistato il Forte Capuzzo con il battaglione testa di ferro germanico, appoggiato dal battaglione armi pesanti della Trieste. Solo l’eroica resistenza di una compagnia di mitraglieri del XIII corpo britannico, e degli ussari della 7^ corazzata hanno impedito alle forze dell’asse di chiudere definitivamente il cappio a Sollum Bassa ed a Emr Eivallis. Reparti corazzati dell’Ariete avavano poi occupato il passo di Halfaya, facendo fare le capriole di gioia al genrale messe qui a Tobruk, ma raffreddava gli animi la notizia che un contrattacco da parte del 44° royal Tank Regiment della 1^ brigata corazzata inglese era riuscito a ricacciare il IX ed il VII carri Ariete, con grandi sfottò degli Inglesi all’indirizzo dei pastasciuttari inutili al combattimento. La manovra di guerra psicologica quasi riusciva, ché il Maggiore Smissone doveva trattenere i suoi carristi che volevano smontare dai carri e presentarsi di fronte agli Inglesi a mani nude per fargli vedere chi era uomo e chi era frù frù. Fatto stava che i due battaglioni corazzati itliani erano ricacciati ad ovest del passo ed attraverso il varco tenuto aperto dagli Inglesi, trafilavano alcuni repart indiani che di farsi prendere in trappola a Sollum e dintorni proprio non ci pensavano. Queste forze cominciavano ad imbastire una difesa ad est del confine, in direzione di Buq Buq - Didi el Barrani. Fatto questo, gli Inglesi organizzavano pure un perimetro difensivo intorno a Sollum, mantenendo il presidio dell’Halfaya col reggimento corazzato di cui sopra. Il SIM dava pure pesente a Sollum un altro non identificato reggimento corazzato inglese.


    Il Postuma, saputo che l’Ariete avava fallito la chiusura della sacca al passo, dava di matto, anche perché il suo comando divisionale era pur sempre confinato a Gabr Saleh, e quindi ben lontano dalla linea del fuoco. Stramaledicava Rommel che aveva optato per separare i carri dell’Ariete da quelli della Littorio, che erano stati inviati a sud est a dare la caccia lungo la scarpata ad effimeri reparti di ferrovieri nemici e fanteria sbandata neozelandese. Era vero che era importante sfasciare la ferrovia che il nemico aveva faticosamente portato avanti da Matruh al fronte, ma era pure vero che se le forze fossero state mantenute unite, probabilmente adesso l’asse avrebbe avuto il possesso dello strategico passo di Halfaya. Tra il Postuma ed il generale tedesco non era mai corso buon sangue e questo avvenimento contibuiva senza dubbio ad abbassare la considerazione del nostro per le capacità militari del tedesco, che il Postù considerava un cazzaro arrivista e presuntuoso.


    Al comando dell’armata si notava comunique che la Trieste sarebbe anche stata in grado di riprendere le operazioni offensive, ma i carri tedeschi erano senza carburante e senza munizioni ed occorreva attendere che questi rifornimenti giungessero a pié d’opera. Il generale Rommel, via fonogrmma suggeriva “stabilimento a difesa Trieste fianco nord fronte di investimento asse, usando novantesima per rinforzare carri quinto panzer davanti a Capuzzo”.


    A questo punto vi sono un sacco di truppe britanniche accerchiate sul fronte nord e questo è innegabile. Occorre però anche assicurare la loro distruzione e sopratutto che non riescano a sgusciare fuori dall’accerchiamento. Non aiuta il fatto che si sono persi i contatti con la Brescia, che avrebbe dovuto costituire il martello del dispositivo per annientare le truppe nemiche rimaste intrappolate.


    A Giarabub le cose paiono mettersi male: ad ovest le compagnie tropicali tedesche resistono al ritorno delle forze indiane dalla zona di Gialo. Ma a nord dell’oasi, la Sabratha ha subito una dura sconfitta ed i suoi reparti sono disorganizzati e sparsi qua e là nel deserto. Rimane fermo però il bloco da parte di altre aliquote della Sabratha ad ovest dell’Oasi di Gialo che rimane per il momento in mai italiane.


    La Luftwaffe comincia a far sentire il proprio peso nelle opereazioni aeree. Junker 88 e Messerschmittd 110 hanno stamane ancora attaccato navi britanniche a sollum e messo a segno colpi contro un paio di incrociatori e contro la corazzata Barham, e gli incrociatori euryalus e Nayad, che hanno subito danni non trascurabili. Prezzo pagato, uno stuka e nove BR 20, i cui gruppi, intercettati da una torma di Hurricane, non sono riusciti a presentarsi sul bersaglio. Quattro caccia inglesi danneggiati di sicuro dalla caccia Tedesca, ma nessuna conferma di abbattimento.


    Il Generale Rommel è sempre dell’idea che occorra procedere con calma, non forzando troppo l’assalto alla costa, in maniera da mettere in condizione le truppe di difendere il terreno conquistato e gettare le basi per la distruzione totale del grosso delle forze britanniche in Africa. Occorre innanzi tutto ocupare l’Halfaya e chiudere ogni via di rititrata e di rifornimento alle trupe britanniche a nord di esso. E di cià vedremo nei prossimi turni gli sviluppi.
    Un saluto da radio scarpa e dagli eroici italiani in Cirenaica.
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  9. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    20 dicembre 1941


    La battaglia per il confine può considerarsi conclusa con l’annientamento del XIII corpo d’armata britannico a nord di Sollum. E’ il proclama trionfale del generale Messe alle truppe italotedesche combattenti in Africa Settentriionale. Uno sforzo concertato a nord tra tutte le divisioni del XX e del XX corpo e la 90^ leggera, appoggiata da forti aliquote della 15^ panzer, hanno posto fine alla resistenza nemica in Cirenaica.


    Combattimenti accaniti, ed occorre dire che hanno messo in evidenza il valore del nemico, si sono avuti ad ovest di Capuzzo tra il battaglione carri germanico, appoggiato dalle unità della Trieste e le ultime forze blindate inglesi a difesa di Sollum. I nostri hanno prevalso, e la divisione motorizzata italiana si appresta ad investire la cittadina di mare, non solo con l’appoggio del battaglione corazzato alleato, ma anche con il concorso del reggimento di fanteria shultzen della 90^ leggera. L'ariete, ed in particolare il IX battaglione carri medi si sono distinti in combattimenti all'ultimo sangue con reparti misti blindati e di fanteria inglesi ed indiani, nella difesa strenua e caparbia del passo di Halfaya, dove il nemico, nel tentativo di sfondare ha subito perdite devastanti. Il passo è stato giustamente sopranominato "Passo del fuoco dell'inferno". Il fuoco degli M13 e delle truppe di supporto italiane è stato invero infernale; gli Inglesi ci hanno lasciato quasi due brigate. Ferrea Mole, Ferreo Cuore. Viva l'Ariete.


    Reparti speciali della marina italiana sono riusciti con un’eroica impresa a completare il lavoro delle aviazioni congiunte dell’asse, affondando nella rada di sollum due corazzate nemiche; la Valiant e la Queen Elisabeth. Depositati al largo dal sommergibile Isis, gli operatori gamma della marina henno compiuto l'impossibile e la loro missione è stata coronata dal successo.


    Occorre adesso, secondo il generale Messe, rastrellare i rimasugli inglesi a sud della scarpata di Sollum, decidere come riordinare le forze in funzione di un ulteriore sbalzo in avanti, risolvere la battaglia di Giarabub, e prepararsi a ricevere la 1^ divisione corazzata inglese che il SIM dà come oramai operativa, alla fine del suo ciclo addestrativo.


    Onore e gloria alle armi dell’asse.
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  10. blubasso

    blubasso

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  11. Luigi Varriale

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    24 dicembre 1941, vigilia di natale


    Terminata l’operazione cobra, termina anche la mia assegnazione al comando d’armata. Vengo riassegnato all’Ariete. Il viaggio da Tobruk al comando divisionale, via camioncino è lungo e scomodo. Addio a tutte le comodità di un solido tetto sulla testa e di un bagno caldo ogni giorno. Mi ci ero abituato; adesso sarà dura farne a meno.


    Non aiuta il mio umore il fatto che quando arrivo ad El Cuasc, ubicazione del comando dell’Ariete, trovo il Postuma veramente incazzato come non l’avevo mai visto. Non ci metto molto a rendermi conto del motivo: la divisione è sparsa per tutto il confine libico egiziano, con tutti i suoi reparti alle dipendenze di altre grandi unità, e con il solo battaglione anticarro, in realtà una misera batteria, ancora ale dipendenze divisionali. Il Postuma mi strilla che sono tre settimane che si gratta le palle con nulla da fare e nulla da comandare, e per di più sotto il continuo fuoco di artiglieria inglese che si è infiltrata nelle retrovie dell’armata per occupare proprio la località di el Cuasc, appoggiata da un reggimento andicarro superstite della 1^ divisione sudafricana che ci sta proprio davanti, ben imbucato in posizioni campali che dominano il nodo stradale. Siamo quindi nelle retrovie, ma a rischio della pelle comunque.


    Il Postuma, che si è trovato in mia assenza un altro ufficiale alle counicazioni, mi destina all’ufficio storico divisionale, ci mancava solo questa: una tendina appena piantata per terra ed ubicata nel settore del battglione servizi divisionali. Il mio posto di combattimento in movimento è un camioncino della sussistenza tutto sgangherato, con un simpatico autista; Marco. All’interno del mezzo, sono contenuti tutti i faldoni del del diario della divisione, che devo dire dopo quasi un anno di permanenza della divisione in Africa è già piuttosto lungo. Il mio armamento individuale rimane la mia fida Beretta, ma bisogna che mi trovi un moschetto da qualche parte o che freghi ai tedeschi uno dei loro cosi per la difesa ravvicinata, come cazzo si chiama lui; Shemeiisser o qualcosa del genere. Mio incarico istituzionale è comntinuare la compilazione del diario. In combattimento, sostituisco, in caso di bisogno, per usare un eufemismo, il S.Ten Arcuri, ufficiale in comando della compagnia di autodifesa; compagnia si fa per dire, visto che conta ventotto bersaglieri, una mitragliatrice breda, un mortaio da 45 ed uno sfasciatissimo camioncino.


    Si ricomicia quindi; inizio ad arricchire il diario con il seguente fono proveniente dal comando dell’armata e consegnatomi dal capitano Mele, uffciciale alle comunicazioni di cui faccio volentieri la conoscenza:




    cominica prepararsi a ricevere i reparti della divisione in riflusso dalla battaglia del confine stop vostro compito est riunire alla mano divisione et renderla at piu presto atta nuove operazioni belliche stop accusare rievuta finisce
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  12. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    27 dicembre 1941


    La divisione sostiene accaniti combattimenti contro il 1° reggimento anticarro sudafricano. Partecipano anche il pòotone carri del comando divisionale con in testa il comandante gen brig Federico Postuma ed i reparti che si sono fino adesso potuti richiamare dalla linea del fronte.


    Il comando dell’8° reggimento bersaglieri viene distrutto sotto un bombardamento terrificante, mentre cercava di appoggiare il XII battaglione bersaglieri in un attacco di sorpresa all'artiglieria sudafricana situata a nord est di El Cuasc. Il Colonnello Montemurro, che era in aria di promozione a generale di brigata, cade da eroe colpito dalle schegge di una granata di artiglieria sudafricana, mentre guidava personalmente il suo reparto all’assalto.


    Sono recuperati al comando divisionale i seguenti reparti: I e II battaglione carri veloci, VII e IX carri medi, 132° reggimento artiglieria, e XII battaglione bersaglieri.


    Cenni alla situazione generale

    Combattimenti confusi a sud tra CAM ed elementi della 7^ corazzata. Invio verso occidente della 1^ divisione corazzata, di cui ancora non si conosce la gravitazione dello sforzo. Affondamento della corazzata Barham da parte di un sommergibile tedesco, non prima che questa abbia validamente contribuito alla devastazione di un reggimento della Brescia a Solllum Bassa. Vaghe notizie a proposito della ricostituzione del 5° reggimento panzer al completo, che riequipaggerebbe il pieno organico corazzato della 21^ panzer. Nonostante la millantata vittoria nella battaglia del confine, non pare che ci sia un immediato desiderio di avanzare oltre il confine stesso. Le truppe sono stanche e disorganizzate e necessitano di un periodo di riposo, è il ritornello che si sente tra le tende del comando divisionale. In partiolare noi, siamo ridotti veramente ai minimi termini, non tanto come effettivi, ma come rifornimenti.
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  13. Luigi Varriale

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    Capodanno 1941 31 dicembre

    La divisione completa l’annientamento dei reparti sudafricani nel proprio settore. Due reggimenti di artiglieria, un comando divisionale ed un reggimento anicarro, vengono distrutti da attacchi concentrici dei battaglioni carri dell’Ariete, che avanzano sparando le poche munizioni che gli rimangono. Il Genreale Postuma si reca di persona a ringraziare il comando del 5° panzer regiment, che ha concorso con i suoi carri armati alla sconfitta delle truppe nemiche. Dopo questa azione non si può più posporre il programma di riordino e rifornimento della divisione, che non è più in grado di sostenere operazioni fino a quando non verrà riapproviggionata di munizioni e carburante.

    Cenni sulla situazione generale

    Il bollettino della Luftwaffe riporta che il Gruppo Caccia del Ten Col Priepke, ha superato in abbattimenti il gruppo del Magg Marseille. Entrambi i reparti di volo sono equipaggiati con Me 109F. Sono i caccia italiani però che hanno più abbattimeni in assoluto, con i gruppi caccia del Maggiore Spalla e del Ten col Grubini. Questi reparti che sono in Africa dal ’40 sono equipaggiati con Macchi 200 e Fiat G 50. La 1^ divisione corazzata inglese è comparsa sul fronte del CAM ed ha attaccato vigorosamente irrompendo prepotentemente nel settore della Trento. La divisione ha retto a fatica al tremendo urto, ma è stata frazionata in più tronconi che adesso devono combattere isolati, sino all’arrivo di possibili soccorsi.
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  14. Luigi Varriale

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    3 gennaio 1942
    Entriamo nell’anno 1942 con le forze contrapposte ancora bloccate al confine tra Libia ed Egitto. La divisione è tutt’ora ferma ad El Cuasc, intenta ad incorporare i rimpiazzi ed a stoccare i rifornimenti in arrivo da ovest. Il Gen Postuma è invitato a cena presso il posto comando del Ten Col Ziegler, comandante del 5° panzer regiment, prima che questo ci lasci per riunirsi alla sua divisione. Tempo buono con leggera foschia mattutina.

    Cenni sulla situazione generale
    L’aveva detto l’eccellenza Messe che non si sarebbe fermato; una pesante incursione della Luftwaffe e di nostri bombardieri, affondano l’incrociatore Euryalus, ed i cacciatorpediere Marne, francese e Mohawk, inglese. Nei combattimenti aerei sopra la rada di Sollum, perde la vita l’asso italiano Nino Grubini, il cui Macchi 200 è abbattuto da un colpo vagante dell’antiaerea navale.
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    Il gruppo di Messerschmitt 109 del Ten col Priepke, si innalza al primo posto nei velivoli nemici abbattuti, tra tutti i gruppi caccia dell’asse, superando anche il gruppo del Magg Davide Spalla.
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  15. Luigi Varriale

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    7 gennaio 1942


    Mentre il comando del 5° panzer regiment si prepara a muovere a sud est verso la sua divisone di appartenenza, la ricognizione del XII bersaglieri segnala autoblindo nemiche ad El Cuasc. Accantonati i piani per il movimento dei panzer, gli ufficiali della divisione si riuniscono per progettare un attacco all’unità blindata nemica, partecipa anche il comandante del 5° panzer. I Tedeschi hanno 5 Panzer III H, che mettono a disposizione del Postuma.
    Ricevute notizie di copiosi affondamenti di mercantili italiani nel Mediterraneo. La cosa non potrà non ripercuotersi pesantemente sui rifornimenti. Già da due giorni i camioncini dell’intendenza non giungono a noi ed i carri rimangono con pochissime munizioni ed ancor meno carburante. Il IX ha il sedici per cento del fabbisogno, il VII il quattordici, i battaglioni carri leggeri intorno al 15. Situazione critica. Meglio stanno i bersaglieri il cui XII battaglione era stato rifornito qualche giorno fa.
    Allarme nel nostro settore di competenza dove pare che la 1^ divisione corazzata inglese abbia sfondato a Sheferzen tra la Trento, che è stata travolta, e la 21^ corazzata. Sembrerebbe che le blindo sudafricane che sono giunte ad el Cuasc siano l’avanguardia di questa forza che avrebbe campo libero al di là delle nostre linee avanzate. Giunge dal comando d’armata l’allerta generale per la divisione. Anche aliquote della 90^ e della 21^ sarebbero chiamate ad intervenire per investigare l’entità del danno.


    Cenni sulla situazione generale


    Affondato l’incrociatore Najad, danneggiato altro naviglio dagli Stuka e dal gruppo SM 79 del Capitano Mussolini, tornato a combattere dopo la sua convalescenza in Italia. Il Duce dà l’esempio e non risparmia i suoi figli alle necessità della patria.
    Nella battaglia delle oasi le nostre truppe avrebbero conseguito qualche successo contro le forze speciali inglesi tra Gialo e Giarabub. Si tratta di una campagna difficile nella zona tropicale, spesso combattuta al limite delle possibilità umane, dove la sola sopravvivenza delle truppe alla vita nel deserto profondo, è più insidiosa della minaccia del nemico.
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  16. Luigi Varriale

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    10 gennaio 1942


    Un nuovo reparto nemico si presanta davanti ad El Cuasc. Il Postuma commenta che finché arrivano uno alla volta saranno distrutti uno alla volta. Il pressante problema dei rifornimenti però permane. Il nemico ci obbliga a manovrare e a combattere; così non riusciremo mai a rimpinguare le scorte, considerato anche il fatto che i rifornimenti arrivano col contagocce. Il nuovo reparto nemico in avanscoperta è l’avanguardia di una brigata sudafricana, probabilmente della prima divisione. Il Piano è di fissarla con i bersaglieri e poi distruggerla con i carri: una manovra oramai sperimentata. Il Comandante, con il col Spadaro studia anche un’alternativa; cioè quella di lasciare fermi i carri, aggirare il nemico con truppe leggere e rifornite, e poi martellare con i bersaglieri. Questo allo scopo di preservare munizioni e carburante per i battaglioni carri.

    Circa lo sfondamento della 1^ corazzata nel nostro settore, la ricognizione non ci dice molto, ma tramite le radio di Ziegler, che è ancora qui con noi, pare che la 21^ sia in difficoltà, isolata com’è all’estremo sud del fronte, nel mare magno delle forze nemiche. Il gen Postuma commenta con il colonnello germanico che preservare la 21^ è fondamentale, essendo l’unica divisione tedesca con i due battaglioni di carri armati ancora presenti. Sempre dal comando di Ziegler, ci giunge anche la notizia che la 15^ sarebbe impegnata in una manovra offensiva su Suleiman, ennesima manovra, sarebbe la terza, per tagliare fuori di nuovo le forze britanniche operanti a nord. Il colonnello Ziegler però scuote la testa, dice che questa volta il colpo di maglio non è vibrato con forze sufficienti; vedremo.


    Cenni sulla situazione generale


    Lo sforzo britannico a nord è sul punto di sfondare verso Bardia. Giunge notizia che il grosso della Littorio sta marciando, o meglio rotolando lungo la Balbia per arrivare in tempo a fermare il nemico. Arriverà sui cerchioni e lngua in terra. Ciò non di meno, non ci sono alternative. Lo sforzo principale verso Bardia, che peraltro sta demolendo pezzo per pezzo la Brescia, è condotto dalla 70^ divisione inglese, che manda avanti i cecoslovacchi ad aprire brecce che sono molto costose anche per gli attaccanti. Speriamo che il comando del X corpo si inventi qualcosa.
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  17. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    L'armata italotedesca in Africa Settentrionale, assumerà a partire da febbraio 1942 la nuova denominazione di Armata D'Africa e verrà sottoposta al comando del Generale Messe.
    Verrà riorganizzata in quattro corpi d'armata, due di fanteria italiani e due motocorazzati, uno italiano ed uno tedesco, per l'avanzata finale in Egitto.
    I due corpi d'armata di fanteria rimangono il X ed il XX, mentre il corpo motocorzaato italiano viene ad assorbire la divisione Ariete, che passa al comando dell'eccellenza Zinglaes.
    Il generale Messe ha dato disposizioni che venga creato un reparto informazioni misto italotedesco, che avrà il compito di interpretare tutte le notizie raccolte dall varie fonti sul nemico, la sua disposizione e le sue intenzioni, oltre che a redigere la storia ufficiale dell'Armata d'Africa. A questo reparto, della consistenza di una compagnia amminisitrativa, sono assegnati anche 3 aerei leggeri tedeschi tipo Storch, per il collegamento con i vari reparti dell'armata, fino al livello di battaglione, e dove possibile o necessario anche di compagnia.
    Il Generale Messe, alla vigilia delle decisive operazioni che si svolgeranno su questo teatro, e che egli giudica come determinanti per l'esito dell'intero conflitto, esige che tutto venga documentato con precisione e dovizia di particolari a favore della futura ricerca storica sulla campagna d'Africa.

    Per quanto riguarda me, arriva la mia promozione a maggiore e mi viene affidato il comando di questa compagnia amministrativa, che ha la sua base operativa e logistica presso la striscia di atterraggio di Tobruk. Ho un comando. Anche se non si tratta di un reparto combattente, ne sono comunque fiero e sono conscio della sua importanza. Lascio dunque ancora una volta la divisione Ariete per assumere le mie nuove responsabilità. Il Postuma, oramai in pianta stabile al comando della nostra gloriosa divisione corazzata, mi fa promettere che tornerò spesso alla divisione per raccogliere e sintetizzare i suoi diari di guerra.
     
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  18. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    17 gennaio 1942 “verso la costa”


    L’operazione Cobra Bis è nelle mani della 15^ divisione Panzer e del suo ufficiale comandante Generale Von Prittwiz. Piantato nel suo comando tattico a Sidi Azeiz, il Generale Rommel afferma che adesso la giudiziosa condotta delle operazioni da parte del comandante della 15^ è la chiave di volta dell’operazione. Per questo il comandante dell’Afrika Korps non esita ad assegnare tutta la sua artiglieria a questa divisione. A nord della panzerdivison, copre il fianco sinistro il 39° reggimento della Bologna, miracolosamente quasi intatto dopo le furiose battaglie delle scorse settimane. Il II battaglione procede al fianco sinistro del 33° abteilung da ricognizione tedesco. Il Sergente Scala, comandante di una sezione di fanti annota nel suo diario personale che sotto il sol leone la compagnia avanza per portarsi all’atezza delle autoblinde tedesche; gran rumore dietro di noi: moltissimi veicoli sempre tedeschi stanno posizionando un’ira di dio di cannoni alle nostre spalle. Qualcosa di grosso si prepara di sicuro nel nostro settore. Il Comandante del battaglione Ten Col Alfonso Beruto, riporta che la compagnia di testa prende contatto con carri armati nemici, pochi, che alla vista delle nostre truppe si dileguano senza combattere.


    E quindi la 15^ riprende la sua avanzata verso il passo di Halfaya, strategico, contestatissimo ed obiettivo finale di Von Prittwiz.


    Scrive il Generale Rommel: ho avuto l’ordine tassativo di portare le mie forze sulla Balbia, ed ho affidato a Prittwiz tutta la mia artiglieria, per il tiro di spianamento di fronte alle nostre truppe.


    La sera del 16, commenta il Ten Col Gruber comandante del I/115 Shultzen: siamo appostati sulla scarpata alla destra dell’Halfaya insieme al 2° mitraglieri. Qua si decide la campagna; se riusciamo a liberare la Balbia dal nemico, non solo accerchiamo di nuovo tutto quello che gli Inglesi hanno a nord di Sollum, ma ci assicuriamo anche una solida base offensiva per le operazioni in Egitto.


    Il Ten Col Liebner, del 2° mitraglieri della 15^ afferma: abbiamo spazzato via tutto quello che ci si parava davanti, durante la nostra avanzata da Suleiman. Vere e proprie battaglie non ce ne sono stata, solo un fuggi fuggi generale dei rimasugli del XXX corpo nemico che alzavano i tacchi non appena vedevano comparire la divisione.


    A sud la parte del leone la fa la 21^, il cui reggmento panzer risale fino a Sheferzen, cacciando a nord reparti antiaerei inglesi sparsi per il deserto. Sotto un moderato Ghibli, e con i volti coperti da foulard ed occhialoni, i panzer leader tedeschi avanzano fino a congiungersi con la Trieste; rimangono semiaccerchiati due battaglioni di fanteria meccanizzata della 1^ divisione corazzata inglese. Poi un fulmineo contrattacco nemico, arresta i carri tedeschi. Il Ten Col Jancke, del secondo battaglione riporta di non essere riuscito a capire da che cosa il suo reparto fosse attaccato, ha potuto solamente vedere alcuni carri colpiti, prima di dare ordine di ripiegare ordinatamente sul I battaglione.


    Il Reggimento carri è alle temporanee dipendenze del Kampfgruppe Baade, Pastore anglicano ed eccellente colonnello dell’esercito tedesco. Il colonnello Baade, riferisce nella mattinata che sue pattuglie hanno individuato un complesso nemico di fanteria meccanizzata, carri ed artiglieria della consistenza di circa una brigata. Tra sheferzen ed El Hamra. Impossibile definire consistenza ed appartenenza organica i queste forze, via per il Ghibli che limita la visibilità, via per il fatto che le pattuglie in ricognizione hanno avuto il buon gusto di non avvicinarsi troppo. Dela cosa viene immediatamente informato il generale Ziegler und Vettern, comandante della 21^, che entra in uno stato di pronunciata agitazione, dal momento che commenta il genereale: se il nemico si infitra tra il reggimento corazzato e la coda logistica della divisione, siamo bell’e spacciati. A far salire l'ulcera a Ziegler, la notizia che è stata pure individuata una brigata di fanteria francese in avvicinamento da est. Occorre prendere adeguati provvedimenti.


    Nel caso specifico della 21^ panzer, dietro la “coda logistica” c’é un’altra coda, costituita dal II battaglione 104° fanteria. Questo reparto, rappresenta l’estremo sud dello schieramento dell’armata d’Africa. Nella giornata del 16 gennaio, il battaglione, appoggiato dal reparto comando del 155° artiglieria, deve respingere ben tre furiosi attacchi di fanteria sudafricana proveniente dal Forte Maddaena. I combattimenti, riporta il comandante del battaglione Magg Kreke Tirpen, sono selvaggi. I sudafricani vengono avanti fino a cento metri dalle nostre postazioni frettolosamente preparate. Vengono avanti ubriachi persi, riferissce il S Ten Manfred Glube, e noi li falciamo di netto con le MG e con i mortai. Perdite nostre poche. I sudafricani invece lasciano metà del loro organico sul terreno prima di rinunciare definitivamente dopo il terzo attacco. Secondo me, era ubriaco anche il comandante di battaglione e forse anche quello della brigata che ha dato simili ordini.


    L’Ariete, sempre nel profondo sud del fronte, viene avanti verso forte Maddalena, triturando reparti anticarro nemici lungo l’asse di avanzata. I carri oltrepassano i reparti nemici evitando accuratamente di entrare nel loro raggio di tiro, e li circondano; mentre i bersaglieri, meno vulnerabili ai tiri degli AT, vanno all’assalto frontale appoggiati dal 132° artiglieria, che spara senza risparmio. La divisione è vieppiù a corto di tutto ed i reparti sono molto provati. Ma il genreale Postuma ha capito che non è il momento di preoccuparsi delle munizioni e dei fagioli, ma è il momento di assestare il colpo definitivo allo schieramento britannico a sud del fronte.


    L’aviazione attacca il porticciolo di Sollum, dove le ultime barche inglesi si sono rifugiate, e da dove bersagliano ancora l’aeroporto di Menastir, provocando sensibili perdite ai cacia colà basati. Due bombardieri tedeschi abbattuti. Parecchi danni alle truppe britanniche in posto, ma nessuna nave colpita. Come sempre, il Generale Messe ha detto che non si fermerà.


    Rimanete collegati con la compagnia informazioni per gli sviluppi delle opereazioni.
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  19. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    21 febbraio 1941


    La situazione dei rifornimenti continua ad essere assai critica; 12 punti di base più 7 di asset sharing, per un magro totale di 19. Malta la maledetta si fa sentire sull’offesa ai nonstri convogli navali.


    Nel tardo pomeriggio del 20 forze motocorazzate della 15^ divisione panzer occupano il passo dell’Halfaya, chiudendo il cappio al XXX corpo. Rimane intrappolato a Emr Eivallis anche il comando dell’8^ armata. Magari questa volta Cunningham ce lo fumiamo. Si dice negli ambienti bene di Londra che si a già pronto un sostituto: il generale William Warvik, comandante che si è distinto come tra i più dinamici durante la campagna di Francia. In pericolo di essere catturato è pure Brian Horrocks, comandante del XXX corpo. Al comando di Messe si spera che questa possa essere la disfatta definitiva per le armate britanniche in Africa Settentrionale. Dopo la conclusione della battaglia per i confini, il piano del comandante l’armata d’Africa è semplice: far riposare il corpo tedesco ed avanzare fin dove è possible con il minimo di divisioni italiane necessarie; poi riordinare anche le divisioni italiane; dettagli da stabilirsi.


    Dalle creste dell’Halfaya, il Ten Col Liebner, del 2° mitraglieri può ammirare i risultati delle battaglie precedenti; a sentire lui nemmeno gran che come battaglie: il battaglione autoblindo avanzava e gli Inglesi si ritiravano in disordine incapaci di stabilire un dispositivo di arresto. Adesso a nord nella cittadina strategica di Sollum ci sono i resti del comando della 4^ brigata neozelandese ed uno squadrone di carri male in arnese del 44° Royal Tank Regiment. A sud gli Inglesi tentano di stabilire una tenue barriera anti-blindo con il reggimento anticarro della 50^ divisione.


    Il Tenente Franco Colombo del battaglione mittraglieri della Brescia, la mattina del 21 alza la testa al di là del parapetto della sua trincea e vede un mucchio di Indiani più zozzi ed affamati di lui venire avanti con uno straccio bianco. Sono uomini in condizioni pietose, accerchiati da una settimana, hanno finito i viveri e soprattutto l’acqua. L’alternativa è tra la resa e la morte. Ancora, il Sgt Scala del II battaglione 39° reggimento Bologna riporta che: le perdite nostre durante l’attacco alla ridotta Capuzzo sono state disastrose. Giunge notizia che il III battaglione sia completamente distrutto. Nonostante questo attacchiamo ancora. Carri armati nostri, ci dicono della diviione corazzata Littorio, ci appoggiano col fuoco e col movimento dalla sinistra. La baraonda è totale. Il fuoco dell’artiglieria inglese micidiale. E noi avanziamo! Gente nostra vola per aria là dove atterrano le salve inglesi, pezzi umani dipartono in tutte le direzioni quando un proiettile scoppia in mezzo ad una delle nostre squadre. Il Sacrificio del I battaglione apre la strada a noi. Quando arriviamo a cinquecento metri dalla ridotta gli Inglesi si arrendono. Fanno parte in maggioranza della 70^ divisione di fanteria e sono al limite della resistenza umana.


    Il generale Ziegler und Vettern fa scorazzare i suoi carri armati in lungo e in largo per il deserto tra sheferzen ed El Hamra, e si prende qualche rischio. Il 5° panzer devasta qualche reparto nemico vagante, e poi si imbatte in un battaglione corazzato inglese della 1^ divisione corazzata. Qui il reggimento si prepara alla battaglia; gli Inglesi si tengono a debita distanza. Il complesso tattico individuato nel turno precedente si rivela essere un debole concentramento di forze, che alza i tacchi non appena vede la cavalleria catafratta germanica.


    Un po’ più preoccupato a sud è il Maggiore Tirpen a forte Maddalena. Riporta nel suo diario con data 20 febbraio: dietro ai sudafricani, schierati a Bir el Scegga, si vanno concentrando vari reparti di fanteria nemica, probabilmente i francesi di cui il servizio intercettazioni parla da un po' di giorni. Sono un buon numero; li valuto ad almeno una brigata. Chiediamo rinforzi al comando divisionale, e con nostra sorpresa questi ci accontenta subito: in serata vediamo arrivare un battaglione di artiglieria semovente che schiera i Wespe alle nostre spalle, ed il battaglione antiaereo 841, i cui 37 millimetri contiamo di usare per affettare la fanteria nemica se decide di venire avanti. Tutto sommato sono abbastanza soddisfatto della mia posizione.
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  20. Daniel Morrison

    Daniel Morrison

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    Grande risultato nell’ultimo turno, anche se fino ad ora ogni volta che hai conseguito un’importante vittoria, i britannici hanno sempre reagito in maniera rapida e determinata, vedremo ora.
     

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