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EU III COMPLETE AAR PISA

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da alberto90, 20 Giugno 2014.

  1. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    Su EU 3 Complete (indi In Nomine) non ci sono gli eredi.
     
  2. alberto90

    alberto90

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    Infatti ...
     
  3. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    Nelle mie partite capita che la Grande Nazione Interna delle Popolazioni Fiamminghe e Valloni, volgarmente definita "Fiandre" sia diventata potenza coloniale.
    Secondo me dipende dal fatto che dal momento che una tua colonia diventa di religione riformata, ed essendo la religione di stato della GNIdPFeV (acronimo per Grande Nazione Interna delle Popolazioni Fiamminghe e Valloni:D) dopo un po' di tempo la provincia è defezionata dai ribelli protestanti, come accade coi ribelli nazionalisti. Anzichè creare uno stato autonomo, si aggrega alla GNIdPFeV.
    Non so se la GNIdPFeV però è difensore della fede riformata.
     
    Ultima modifica: 30 Agosto 2014
  4. andry2806

    andry2806

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    lo immagino, in un Mega-Game che ho visto su youtube il Sudamerica era terra esclusiva di Fiandre, Paesi Bassi, Gelre e York.
     
  5. alberto90

    alberto90

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    Non è il massimo però ..... in quanto a storicità lascia molto a desiderare come gioco.
     
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  6. alberto90

    alberto90

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    I primi passi del governo, settembre 1614 - novembre 1615
    Terminati i festeggiamenti, tornati nei propri i paesi i vari invitati e placatosi il clamore internazionale, Carlo Emanuele I diede inizio al proprio governo monarchico.
    Per prima cosa sciolse de jure il Consiglio di Stato, disperdendone i membri in giro per il regno dopo aver nominato i migliori governatori e infeudato tutti gli altri come conti, duchi e marchesi.
    Le funzioni del Consiglio di Stato ebbero termine con lo scioglimento di quest'ultimo.
    Subito dopo modificò anche il Consiglio dei Nobili, scegliendone i membri più esperti e affidabili e riunendoli all' interno del neonato Consiglio della Corona, mentre gli altri ricevettero titoli onorifici quali " Gran Ciambellano ", " Grande Elemosiniere ", Primo Araldo di Corte ", " Primo trombettiere ". Questi titoli furono riuniti nella Gran Corte, detta anche Corte maggiore.
    Ogni titolo aveva un compito ben preciso e naturalmente un ricavo adeguato e il possessore di ogni titolo, oltre ai suoi possedimenti, ricevette un palazzo a Roma e, nel caso del Gran Ciambellano e del Primo Araldo di Corte, un appartamento nel Palazzo del Laterano, divenuto centro del potere.
    Infine il re creò la " Piccola Corte " detta anche Corte privata, formata da elementi fidatissimi e accuratamente scelti all' interno delle più nobili famiglie del regno e costituita in modo da gravitare attorno al re. Il primo assistente di camera per esempio aveva il compito di svegliare il sovrano e aiutarlo a vestirsi, il Guardarobiere personale del re aveva il compito di tenere sempre in ordine gli abiti indossati dal sovrano e dalla famiglia ( quando il re ne avesse avuta una ) e assicurarsi che fossero sempre pronti per ogni evenienza e via dicendo.
    Persino ai servitori più umili furono dati titoli onorifici: " Capo cuciniere ", " Dispensiere ", " Primo stalliere " e via via sempre più in su.
    Creata quindi la corte e regolata la vita a palazzo, il 12 dicembre 1614 Carlo Emanuele emanò un decreto con il quale fondava la Regia Camera dei Conti, il cui scopo era quello di amministrare le finanze non solo della corte, ma dell' intera nazione. Alla guida di quest' organo amministrativo fu posto Filippo Orsini, già duca di Spoleto e marchese di Fiano, che ne divenne quindi il primo Presidente.
    Fu quindi ridisegnata la mappa del regno, modificati i confini e creati nuovi feudi, venne stabilito che le colonie ( Bermuda, Mobile, Mosquito e Santee ) divenissero provincie a tutti gli effetti, con un governatore, una capitale e un vescovo, mentre i territori strappati a Liegi furono trasformati nel " Vicereame di Venezuela " a cui capo fu posto il fratello del re, Cosimo.
    In ultimo, ma non ultimo, fu riformato l' intero sistema legislativo con l' aggiunta di nuovi articoli e la modifica dei commi più antiquati e l' eliminazione di quelli ormai in disuso.
    Fu stabilito il codice penale e quello civile e fu creato un nuovo sistema giudiziario che prevedeva la costruzione di galere molto grandi ma vivibili, in modo da consentire ai prigionieri di scontare la pena senza rischiare la vita.
    Era una riforma assolutamente inaudita e fu presto riconosciuta come la più moderna e avanzata dell' intero continente, con grande invidia dei monarchi più conservatori che gettavano i loro prigionieri in celle minuscole e talmente malsane da uccidere nel giro di qualche mese appena i malcapitati.
    Naturalmente il re si dedicò anche alle questioni religiose, decretando il cattolicesimo come religione di Stato, ma consentendo alle minoranze ( spesso molto numerose ) di protestanti, riformati, ebrei e arabi, di professare il loro credo pubblicamente garantendone per legge il rispetto.
    Stabilì in accordo col Primate d' Italia il numero di diocesi, la loro sede e la il raggio di azione, lasciando però al Papa e al suo rappresentante nel regno il privilegio di scegliere i prelati a cui affidare le diocesi.
    Il 10 settembre 1615 fu festeggiato solennemente il primo anno di regno e per l' occasione il re concesse ai cittadini di Roma di entrare nel Palazzo del Laterano, solo per quel giorno ogni anno, per perorare cause, offrire doni e chiedere grazie.

    Il riconoscimento ufficiale, 28 novembre 1615
    Pochi mesi dopo il primo anniversario di regno, Carlo Emanuele ricevette dalle mani dell' ambasciatore imperiale la più gradita delle sorprese.
    L' imperatore Alberto VI d' Asburgo, in segno di amicizia e in omaggio a tanti decenni di fedeltà alla causa imperiale dell' Italia, nominava il suo re ottavo Principe Elettore dell' Impero, col privilegio di poter eleggere il nuovo imperatore e con la possibilità connessa di venire eletto a sua volta.
    Assieme alla bolla di nomina era allegata una lunga lettera, stilata in persona dall' imperatore, nella quale quest' ultimo confermava al re tutti i privilegi già concessi in passato agli alleati dell' Austria e sopratutto aggiungeva l' ulteriore privilegio di incamerare totalmente le tasse riscosse nel regno esentando per sempre i re d' Italia dalla tassa imperiale, che serviva a pagare le truppe imperiali ( sia quelle austriache che i contingenti alleati forniti dagli stati dell' impero ) in tempo di guerra. In questo modo l' Italia poteva scegliere se inviare truppe e nel caso quante inviarne.
    Pur facendo parte dell' impero ( e quindi legato alle leggi vigenti nell' impero ), il re d' Italia otteneva l' indipendenza fiscale e, in parte, anche militare.
    Nessuno degli altri Principati Elettorali poteva vantare simili privilegi e nessuno vi avrebbe creduto senza una conferma ufficiale dell' imperatore.
    Alberto VI quindi fece pubblicare il testo del " Privilegium Albertinum " che elevava l' Italia a Principato Elettorale con tutti i privilegi sopra elencati, in modo che fosse noto a chiunque il favore goduto dal nuovo regno presso la corte imperiale.
    A partire dal 1 dicembre 1615 l' Italia entrava di prepotenza ( per altro assolutamente meritata ) nella complessa rete di alleanze all' interno del Consiglio degli Elettori, formato dagli 8 sovrani degli Stati Elettorali.

    upload_2014-8-30_9-47-40.png
    Il " Privilegium Albertinum ", 28 novembre 1615

    Nei due anni successivi Carlo Emanuele fece il diavolo a quattro per ottenere il giusto rispetto da parte dei suoi " colleghi " del Consiglio, inviando cospicui tesoretti monetari, doni, quadri, opere d' arte nella speranza di trovare favore presso di loro e magari ottenere qualche voto alla prossima elezione.
    Fu uno sforzo immane e, sfortunatamente, vano. Nonostante il favore imperiale, per molti dei principi elettori il re d' Italia non era che un parvenu, un nobile genovese autoproclamatosi re senza per altro aver chiesto il diritto di cingere la corona all' imperatore che, nelle loro menti, era l' unico autorizzato a nominare i re.
    La delusione provocata da quelle dichiarazioni sprezzanti fu enorme e Carlo Emanuele, già seriamente malato nonostante la giovane età ( aveva poco più di 30 anni ), finì con il non reggere all' amarezza.
    La notte tra il 2 e il 3 gennaio del 1617 fu colto da un malore e fece appena in tempo a nominare quale suo erede il fratello maggiore Cosimo prima di cadere in coma.
    Poche ore dopo, nel pomeriggio del 3 gennaio, il re d' Italia spirò senza aver ripreso conoscenza.
    Aveva regnato sull' Italia per soli 28 mesi.
    La sua salma, dopo le solenni esequie di stato celebrate nella basilica Laterana il 5 gennaio, fu seppellita nella tomba di famiglia nella chiesa nazionale dei genovesi a Roma, in attesa che la grande basilica in costruzione fosse terminata. La sarebbero stati sepolti lui e tutti i suoi successori.

     
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  7. SkySpace

    SkySpace

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    Beh..EU3 non lo è mai stato :lol:
     
  8. alberto90

    alberto90

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    lo so ....
     
  9. alberto90

    alberto90

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    Piccola precisazione: nell' AAR è stato scritto che Carlo Emanuele è il primogenito del fratello di Andrea Doria e poco sotto che Cosimo è il suo fratello maggiore. Ho fatto confusione tra i due perchè è Cosimo il primogenito. Scusate.

    Re
    COSIMO I, 1617 - 1630

    upload_2014-9-9_9-54-42.png upload_2014-9-9_9-55-33.png

    upload_2014-9-9_9-56-19.png

    Un ascesa al trono contestata, gennaio - maggio 1617
    Fu una fortuna che, accanto al fratello morente, fosse presente anche Cosimo, già vicerè del Venezuela. In tal modo Carlo Emanuele I si assicurò che Cosino gli succedesse sul trono d' Italia senza problemi.
    Era la scelta più logica che il morente potesse fare, e anche l' unica, visto che non aveva figli cui lasciare il posto, mentre Cosimo aveva messo su famiglia e poteva garantire un futuro alla discendenza reale.
    Cosimo infatti, nato a Genova cinque anni prima di Carlo Emanuele, era sposato già da 10 anni e aveva due figli ancora giovani. La sua carriera militare era iniziata nel 1590 e nel giro di un decennio era generale di corpo d' armata e governatore militare dell' arsenale di Genova. Nel 1602 era stato nominato governatore di La Spezia, carica tenuta fino al 1614 quando il fratello divenuto re gli aveva affidato il viceregno di Venezuela.

    Morto dunque Carlo Emanuele all' inizio di gennaio di quel 1617, Cosimo si preparò a succedergli e, nell' attesa di ricevere l' investitura ufficiale da parte dell' imperatore ( che nonostante l' indipendenza fiscale aveva preteso che ogni successione sul trono italiano fosse approvata da lui prima di diventare effettiva ), mandò alla moglie e ai figli rimasti in Venezuela un messaggio invitandoli a rientrare in patria per l' incoronazione.
    Tuttavia, mentre l' imperatore era ormai in procinto di confermare Cosimo quale re, alcuni esponenti del Consiglio degli Elettori ostili ai Doria e invidiosi della loro potenza, cercarono di screditarne il nome e spingere l' imperatore a non approvare la sua successione. Vi fu un gran trambusto all' interno della grande aula dove il Consiglio si riuniva ogni volta per eleggere l' imperatore e per quasi tre settimane favorevoli e contrari all' incoronazione di Cosimo si diedero battaglia a suon di invettive.
    Tra i contrari spiccava il re di Boemia, che vedeva il suo ruolo offuscato dal prestigio raggiunto da quella famiglia di navigatori e non desiderava altro che vederli ridotti all' impotenza, mentre i più accaniti sostenitori vi erano il principe di Svezia e gli arcivescovi di Treviri e Salisburgo. Assia, Brandeburgo e Turingia restavano neutrali ma sostanzialmente favorevoli a Cosimo.
    Alla fine, il 26 gennaio 1617 l' imperatore diede il suo assenso all' incoronazione e chiuse così la partita. Ma il re di Boemia, furibondo, si rifiutò di partecipare alla cerimonia nelle vesti di principe elettore e lo stesso fecero i duchi di Sassonia e Baviera, tanto da spingere l' imperatore a minacciare la detronizzazione del ribelle sovrano per disobbedienza ingiustificata.
    Tra febbraio e la fine di aprile l' impero fu seriamente spaccato ed il rischio di una guerra civile cominciava a farsi pesante ma, all' improvviso, tutto si sgonfiò come una bolla di sapone. Il 28 aprile il re di Boemia venne a morire e con lui cessarono le opposizioni aperte ai Doria quali elettori imperiali.
    Il 10 maggio, tornati a Roma dal viceregno moglie e figli di Cosimo, si potè procedere all' incoronazione nella basilica Laterana della famiglia reale. Fu una cerimonia fastosa ma molto più modesta rispetto a quella di Carlo Emanuele anche se chi ebbe l' onore di partecipare testimoniò una solennità impressionante.

    Gli eventi del 1617-19
    Prima di dare inizio al suo governo, Cosimo I volle recarsi a Vienna in visita all' imperatore per ringraziarlo di persona per l' approvazione e il 17 maggio, appena prima di partire, decretò una serie di restrizioni per le colonie in modo da aumentare il controllo del governo centrale sulle finanze coloniale per evitare sprechi e abusi.
    Tornato da Vienna in autunno passò il resto dell' anno in visita a Milano, Firenze e Napoli di cui confermò i governatori.
    Nella primavera del 1618, presa residenza ufficiale nel palazzo del Laterano, Cosimo diede inizio al suo regno con la nomina del figlio maggiore Francesco a vicerè di Venezuela ed erede al trono, mentre il figlio minore Alessandro fu nominato principe di Oneglia.
    La regina Carolina, figlia del principe di Monaco Ranieri Grimaldi, divenne duchessa di Modena mentre il fratello Alberto ricevette il governo della Sardegna, elevata al rango di ducato.
    Subito dopo il re ridisegnò nuovamente i confini dei feudi dividendoli in regioni.

    • LIGURIA - Principato di Oneglia e Ducato di Genova.
    • LOMBARDIA - Granducato di Milano e Ducato di Mantova.
    • TRANSPADANA - Ducato di Modena e Reggio, Ducato di Parma e Piacenza e Principato Ecclesiastico Ravennate.
    • MARCA VENETA - Principato Ecclesiastico Patavino.
    • MARCA ANCONETANA - Ducato di Montefeltro.
    • LAZIO - Ducato romano e ducato di Sabina.
    • MARCA MERIDIONALE - Ducato di Napoli, Principato Ecclesiastico Aquilano, Ducato di Puglia e Ducato di Calabria.
    • TRINACRIA - Ducato di Sicilia.
    • CORSICA E SARDEGNA - Ducato di Sardegna.
    • TERRITORI BALCANICI - Regno di Albania e Ducato di Macedonia.
    Il primo settembre 1618 Cosimo I aderì nuovamente alla controriforma dopo le reiterate richieste del pontefice e le insistenze dell' imperatore.
    Nonostante tutto però non furono presi provvedimenti seri per contrastare la riforma e le minoranze non cattoliche poterono continuare a vivere in pace. Gli unici che furono costretti ad andarsene furono i musulmani residenti in Sicilia e in Macedonia, mentre agli ebrei furono revocati solo alcuni privilegi economici.

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    Un anno dopo, il 19 settembre 1619, Cosimo posò la prima pietra del Palazzo Reale che, una volta completato, sarebbe divenuto la residenza dei sovrani e della corte.




     
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  10. alberto90

    alberto90

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    La guerra di Grecia, luglio 1625 - aprile 1626
    Dopo cinque anni di governo praticamente anonimo, privo di grandi riforme e leggi, caratterizzato solo dalle annuali celebrazioni in ricordo della nascita della monarchia ( indette a partire dal 1620 ), i festeggiamenti per il genetliaco del sovrano ( nato il 12 ottobre ) e le feste comandate.
    La verità è che, nonostante le indubbie qualità politiche del re, Cosimo aveva un carattere meno deciso del fratello ed era incapace di imporre qualcosa che sapeva essere difficile da accettare per i nobili. E così lasciò che fossero gli uomini del suo entourage a legiferare in ogni materia, limitandosi ad approvare o disapprovare le leggi che gli venivano in ogni caso proposte.
    Eppure, nonostante l' apparente assenza di un re, i sudditi non davano a vedere motivi di risentimento nei suoi confronti e anzi, sembravano soddisfatti di quel governo tollerante e moderato.
    Alla fine del 1624 però Cosimo uscì dallo stato di semi apatia e riprese il pieno controllo dello stato, proponendo immediatamente la riscossa contro i bizantini che solo pochi anni prima erano riusciti ad evitare la sconfitta trattando con l' Austria.
    Il momento era quanto mai propizio: i bizantini non aveva alleati, il loro esercito era bloccato a Naxos perchè la flotta non era in grado di trasportarlo sulla terraferma e, sopratutto, questa volta l' Austria non avrebbe potuto imporre nessuna condizione.
    Le truppe nei Balcani furono quindi portate in segreto a 20.000 uomini e la flotta da guerra rinforzata da colossali galeoni zeppi di cannoni nuovi di zecca fu spostata nei porti di Durazzo e Tessalonica, pronta a intervenire dal mare in caso di necessità.
    I preparativi furono portati avanti nel più grande segreto, tanto che nemmeno l' imperatore riuscì a scoprire qualcosa, e furono sufficienti 6 mesi per terminarli con successo.
    All' inizio dell' estate del 1625 fu dichiarata guerra ai bizantini e le truppe varcarono subito i confini, in modo da anticipare tutti gli alleati ( Austria, Ragusa, Siria in primis ).

    upload_2014-9-9_17-44-21.png
    I bizantini, colti totalmente di sorpresa, non furono in grado di reagire subito all' imponente attacco e questo permise agli italiani di porre sotto assedio Messolungi e Lamia entro dieci giorni dall' inizio dell' invasione.
    Gli austriaci, partendo dai lori porti sulle rive del Mar di Marmara, inviarono truppe a Creta, assediando senza trovare ostacoli, la capitale Iraklion.
    Li furono raggiunti da un contingente siriano e da truppe ragusane, mentre gli italiani a nord erano ormai quasi totalmente padroni della penisola greca compresa tra i golfi di Ambracia ( costa adriatica ) e Maliaco ( costa egea ) fin quasi al Parnaso e al golfo di Corinto.
    Resistevano in pratica solo le capitali, anche se assediate e già a corto di viveri. Solo allora i bizantini tentarono di controbattere all' aggressione usando, per spostare le truppe dall' arcipelago verso la terraferma, tutti i pescherecci disponibili.
    Sbarcati 5.000 uomini nella piana delle Termopili in ottobre tentarono con quelle scarne forze di spezzare l' assedio di Lamia ma, intercettati dagli italiani il 16 ottobre, furono sconfitti e sostanzialmente annientati nella battaglia del fiume Sperkios.
    Lamia, ormai ridotta allo stremo, si arrese il 12 novembre mentre Messolungi tenne duro fino al 2 gennaio 1626.
    Occupata totalmente la terraferma, i 20.000 italiani diedero inizio alla fase finale dell' offensiva: l' invasione dell' arcipelago.
    Grazie all' efficiente naviglio da trasporto già ampiamente sperimentato in traversate oceaniche, l' esercito italiani potè attaccare in massa l' isola di Naxos, sconfiggere i resti dell' esercito bizantino posto a difesa della capitale, e porla sotto assedio già il 18 gennaio.
    Caduta anche Iraklion nella mani austriache il 12 marzo, Naxos fu circondata ben presto anche da truppe siriane e ragusane e fini con l' aprire le porte agli assedianti il 15 aprile.
    Due settimane più tardi, dopo difficili trattative condotte dal generale Filippo Orsini in rappresentanza dell' intera coalizione, i bizantini si arresero alle condizioni poste dai vincitori.
    Cedettero agli italiani Messolungi e Lamia con tutti i loro territori e si impegnarono a liberare Creta dal loro dominio. L' isola divenne indipendente e subito si alleò con l' Italia.
    Nulla fu dato ad austriaci, ragusani e siriani, cosa che tra l' altro l' imperatore ignorò. Aveva problemi più seri a cui pensare in Europa.

    upload_2014-9-9_18-11-48.png
    A questo punto lo smacco subito pochi decenni prima poteva dirsi vendicato.
    Cosimo, appena entrato in possesso delle nuove terre, stabilì subito che venissero erette in ducato di Grecia e affidate al governo di Filippo Orsini, per ringraziarlo per la felice conclusione delle trattative di pace.

    upload_2014-9-9_18-15-46.png
    Il mondo nel 1626

    La fine del regno, maggio 1626 - gennaio 1630
    La guerra di Grecia fu l' unico evento bellico di tutto il regno di Cosimo I e, terminato quello, il re tornò alla sua abulia. I suoi uomini di fiducia sapevano perfettamente cosa voleva che facessero e obbedirono senza fiatare, legiferando in favore dei nuovi sudditi, accordando grazie e commutando in tutto il regno la pena capitale con lunghe pene detentive o esilii, riducendo le tasse ai contadini e aumentandole invece ai nobili e agli ecclesiastici.
    Un quadriennio trascorso senza grandi eventi concluso il 2 gennaio 1630 con la morte del re in seguito ad una polmonite mal curata.
    Aveva 53 anni e aveva regnato per 16 anni e nove mesi.
    Fu sepolto accanto al fratello nella cripta reale in un fastoso mausoleo di porfido rosso.
     
  11. Carlos V

    Carlos V

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    Perché invece di dichiarare guerra ai Bizantini non colonizzi le Americhe, l'Asia o l'Africa?
    Sei arrivato quasi alla metà del '600 con cinque provincie in croce oltremare: non potrai diventare ricco se non dominerai il commercio per gli oceani. Gli altri ti hanno preceduto, è vero, ti sei concentrato sull'Impero lasciando perdere le terre esotiche, anche questo è vero, ma ci sono delle zone ancora libere ed altre che possono essere facilmente conquistate.

    Da quanto vedo nella mappa che hai postato:
    In Africa:
    Angola e Namibia sono libere. Anche il Madagascar e le Mauritius sono libere è possono diventare un'ottima base. Potrai commerciare schiavi e fose anche avorio, quest'ultimo vale parecchio sul mercato, anche se la concorrenza ormai deve essere spietata.

    In Asia:
    Le Filippine sono praticamente libere, se si fa eccezione per un insediamento portoghese. Lì si ottiene del pesce, ok, ma anche del preziosissimo thé che puoi esportare in Europa a cifre da capogiro.
    L'Australia e la Nuova Zelanda non le hanno ancora scoperte: perché non ci vai tu? :) Non sono ricchissime come le più rinomate Isole delle Spezie, ma potranno costituire una buona base per tasse e manpower.
    Mezza Indeonesia è libera e comunque non credo che avrai problemi a sconfiggere il Sultanato del Brunei o i regni della Malesia. :asd: Se ottieni il controllo dei commerci in quella regione avrai probabilmente il monopolio de facto di thé e spezie.
    Puoi provare a dichiare guerra all'Impero Cinese (che mi sembra anche diviso) per ottenere province ricche e popolose, da cui potrai esportare in Europa la richiestissima porcellana (è vero, c'è un bonus per vendere merci esotiche nel Vecchio Continente).

    Ti riporto un po' di dati:
    Avorio. Prezzo base: 10 ducati. Il prezzo aumenta se nella zona di mercato vengono costruire strutture commerciali. Non per forza devi essere tu a farlo, ma l'area in cui ti interessa commerciare (ovviamente l'Europa). Chiunque abbia un mercato farà schizzare in alto le quotazioni dell'avorio. Direi che sarebbe un peccato lasciare tutto alla Francia o ai Mamelucchi :lol: (vedi la tua cartina).

    Thé. Prezzo base: 10 ducati.
    Stesso discorso dell'avorio.

    Spezie. Prezzo base: 15 ducati.

    Porcellana. Prezzo base: 15 (se la provincia è in Europa +10%). Il suo alto valore di base, unito alla relativa rarità (si produce solo in Estremo Oriente) rende la porcellana una delle merci in grado di stravolgere i bilanci economici di una nazione, facendoli impennare verso l'alto.

    Adesso, invece, cosa produci? La lana, forse, che vale sì e no 5 ducati; i tessuti (prodotti nel Nord Italia) si vendono solo in tempo di pace - in caso di guerra la domanda crolla del - 90% + un ulteriore -50% se la provincia è poco attiva dal punto di vista commerciale (leggi Ucraina et similia); oppure il vino, molto richiesto, però non puoi venderlo ai Paesi islamici (è scritto chiaramente sulla Wiki: "Province is Muslim: 0 demand").
    E per corrompere gli altri elettori ti servono soldi... ;)
     
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  12. alberto90

    alberto90

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    Se mi dai il tempo di andare avanti con l' AAR scoprirai che l' estensione delle mie colonie in america sono molto più grosse e presto sarò padrone di Panama.
    Riguardo all' Asia, come ho già detto in precedenza, al momento è troppo difficile arrivarci e troppo lontano. E inoltre mezza asia al momento è vassalla della cina.
    Il commercio ora mi interessa poco ... visto che guadagno 200 pezzi d' oro all' anno e il mio tesoro ora conta più di 5.000 pezzi d' oro. E sopratutto ho i rapporti con tutti i vassalli tranne la boemia sopra ai 175 ....
     
  13. Carlos V

    Carlos V

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    Molto bene, allora, ti seguo con piacere! :)
     
  14. Lord Attilio

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    Quello che penso Carlos V stesse cercando di dire è che vogliamo sangueeeee! Vogliamo guerra mondiale!
     
  15. alberto90

    alberto90

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    Presto .... non sarà guerra mondiale ma ci sarà da dire.
     
  16. alberto90

    alberto90

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    Re
    FRANCESCO I il breve, 1630 - 1635

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    Il re malato, 1630 - 1635
    Alla morte di Cosimo la famiglia reale contava ormai solo più i suoi figli, Francesco e Alessandro. Il primo, nato nel 1612, era destinato a succedere al padre in quanto primogenito, ma la sua salute fragile e le sue condizioni sempre incerte suggerivano una successione alternativa. Il fratello minore era più giovane, sano, e sicuramente più in grado di governare sull' Italia.
    Ma Alessandro rifiutò di scalzare l' adorato fratello maggiore dalla linea di successione e propose di affiancargli nel governo gli stessi consiglieri del padre. Alla fine la proposta di Alessandro fu accolta e il 10 gennaio 1630 Francesco I fu incoronato ed inizio il suo regno.
    Fin da subito fu evidente che il sovrano 28enne non avrebbe avuto figli nonostante la regina Maria, nata Borbone-Orleans, fosse assai bella e sicuramente fertile. La sua salute precaria gli rendeva però complesso anche solo viaggiare, figurarsi generare prole.
    Nel suo breve regno non vi furono eventi degni di nota, ne guerre, ne conquiste coloniali ne emanazione di leggi importanti, fu un lampo nella storia italiana, una meteora.
    L' unica notizia riguardo al suo governo fu la fine della controriforma, dichiarata il 29 maggio 1630.

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    Dal 1631 in poi il re non diede più udienze e finì con il ritirarsi gradatamente dalla vita politica attiva, lasciando al fratello minore ogni compito di rappresentanza e, dal 1633, anche di governo nel ruolo di reggente.
    Nel marzo del 1634 Francesco I lasciò Roma e si ritirò in un convento nella campagna toscana deciso a chiudere la sua esistenza in grazia di Dio e lontano dai lussi di corte. Si spogliò di ogni simbolo di potere e il 5 maggio, pur conservando il titolo regio, entrò nella comunità dei francescani minori.
    Nell' ultimo anno di vita la salute del sovrano si aggravò sempre di più, alternando violente crisi a brevi fasi di ripresa. Il 18 settembre 1635 arrivò la crisi finale e Francesco I si mise definitivamente a letto.
    Il 1 ottobre chiese di poter ricevere i sacramenti e, dopo essersi comunicato e assolto, stilò il testamento.
    Naturalmente lasciava il trono al fratello minore e donava tutti i suoi averi ai poveri. Il 9 ottobre, al tramonto, il re entrò in agonia e nel pomeriggio perse conoscenza, assistito amorevolmente dal fratello e dai frati della comunità monastica, i quali ne constatarono la morte il mattino seguente, 10 ottobre 1635.
    Trasportato a Roma con un solenne corteo funebre, Francesco I detto Il breve fu sepolto accanto al padre e allo zio.
    Aveva regnato per cinque anni e nove mesi.
     
  17. andry2806

    andry2806

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    peccato, sembrava una brava persona dalla breve descrizione che hai fatto...Alessandro I è un sovrano capace o un imbranato che trascinerà il regno nel letame?
     
  18. alberto90

    alberto90

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    Mai visto un sovrano più forte. Con lui l' Italia diventerà un impero ... son sicuro. Vedrete.
     
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  19. alberto90

    alberto90

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    Re
    ALESSANDRO I il Magnifico, 1635 - 1662

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    L' esordio di un regno, 1635
    Il 20 ottobre 1635 Alessandro Doria fu incoronato re d' Italia e, dal discorso di intronizzazione, fu subito chiaro che sarebbe stato un sovrano non comune.
    Per prima cosa si affrettò a completare la conquista degli ultimi lembi rimasti a Liegi ( Panama, Isole caraibiche e coste occidentali venezuelane ) firmando la sottomissione del piccolo regno ecclesiastico già entro il 1635.
    La guerra, che era stata dichiarata nella primavera del 1634 quando il fratello Francesco era già ritirato in convento, terminò così con la prospettiva entro un decennio di ottenere il possesso delle coste sudamericane dal Belize sino alle foci dell' Orinoco. Centinaia di miglia di coste da sfruttare per edificare navi da guerra sempre più potenti e creare le basi di un vasto e solito impero coloniale caraibico.

    Un lungo regno di splendore, sangue e conquiste, 1636 - 1662
    Il 10 gennaio 1636 Alessandro I compì 20 anni, essendo nato nel 1616, e per festeggiarlo giunsero a Roma da ogni parte del regno doni e benedizioni. Regnava effettivamente solo da 3 mesi ma era già amatissimo dal popolo che aveva imparato a apprezzarlo durante il periodo in cui aveva retto il governo regio in nome del fratello malato.
    Riassumere in poco spazio 26 anni di regno senza tralasciare nulla, è un' impresa che certo richiede grandi capacità ed io non so se sono in grado di portarla a termine validamente, ma imitando lo spregiudicato sovrano tenterò la sorte augurandomi di aver successo come accadde a lui.
    Va innanzitutto detto che Alessandro I aveva un solo vero scopo: diventare padrone del nuovo continente americano, fin troppo affollato da inglesi, francesi, scozzesi, portoghesi e spagnoli, senza dimenticare i pochi popoli nativi ancora in grado di ritagliarsi uno spazio di potere in mezzo ai potentissimi vicini occidentali.
    L' Italia poteva vantare già solide basi sul continente, tanto che tra possedimenti " americani " e " caraibici " erano distribuiti ben 55.000 dei 105.000 uomini dell' esercito regio, mentre la flotta da guerra stanziata nel golfo di Darien, forte di 22 grosse navi, era in grado di tenere testa non solo alle flottiglie di pirati che di tanto in tanto comparivano nelle acque cristalline della regione, ma anche ai velieri francesi, spagnoli e inglesi in transito continuo.
    Purtroppo la colonizzazione era partita tardi, quando gran parte del nuovo continente era già stato scoperto e occupato dalle grandi nazioni europee, ma Alessandro non aveva intenzione di farsi mettere da parte tanto facilmente e impegnò tutti i suoi sforzi per riuscire, un giorno, a spazzare via ogni presenza europea dal continente.
    Ma anche in Europa si presentavano terreni di conquista e il sovrano non aveva che l' imbarazzo della scelta sull' obiettivo da scegliere.
    Eppure il re impiegò ben 7 anni prima di dare inizio alla nuova fase di espansione, scegliendo di iniziare dallo scacchiare caraibico, che garantiva il minimo intervento degli austriaci vista la lontananza.
    Prima di scatenare la guerra però Alessandro I provvide a riformare drasticamente il suo esercito, adottando lo schieramento a " tercios " in voga in Spagna, in grado di fare della fanteria un' arma praticamente imbattibile per chiunque. La cavalleria fu decisamente ridimensionata nel suo ruolo e relegata al compito di accerchiamento di forze nemiche e inseguimento, mentre maggior peso fu dato ai cannoni, ormai divenuti fondamentali in ogni campagna militare.

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    A questo punto decise di mettere alla prova il suo nuovo esercito e approfittò di tensioni interne alla repubblica di Munster, che aveva grandi possedimenti nei Caraibi, per intervenire e tentare la conquista dell' arcipelago.
    Il conflitto, iniziato nella primavera del 1643 si protrasse quasi senza ostacoli fino all' agosto del 1644 con la sconfitta nettissima della repubblica irlandese e la conquista italiana di quasi tutti i domini repubblicani nella regione.

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    Il possesso di Panama con la fondamentale via di collegamento tra il mar dei Caraibi a nord e il Pacifico a sud, garantiva un incremento non indifferente delle entrate daziarie oltre all' immissione sui mercati europei di nuove merci molto costose.
    La prima guerra del nuovo esercito italiano era stata un successo costato appena qualche migliaio tra morti e feriti su una forza impiegata pari a circa 40.000 uomini. Alessandro I, gasato dal trionfo, preparò nuovi interventi.
    Nel luglio del 1645 il re potè festeggiare un nuovo lieto evento quando gli fu riferito che gli italiani erano riusciti a colonizzare la penisola del Massachusets creando una nuova base a diretto contatto con inglesi e portoghesi ( Anche se poi un paio di anni dopo la colonia verrà perduta in seguito alla nascita dello stato di Quebec e poi nuovamente occupata dai francesi ).
    Il 20 luglio del 1646 Alessandro I, in seguito alle rimostranze espresse dai rappresentanti delle città del regno, accordò a queste ultime di restaurare gli antichi privilegi e di potersi scegliere i sindaci senza dover dare conto al sovrano. Era una perdita di potere minima ma per un sovrano tenacemente assolutista come lui fu un sacrificio non da poco, che per altro gli assicurò il sostegno illimitato dal popolo.
    L' anno dopo, finalmente, si verificò ciò che Alessandro aspettava da oltre dieci anni. Il 9 febbraio 1647 Liegi, divenuto ducato, accettò di rinunciare alla propria residua indipendenza e finì per diventare parte dello stato italiano. Ora Alessandro I regnava su tutta la costa meridionale del grande Golfo del Messico, dal Belize sino all' Orinoco.
    Fu cantato un solenne Te Deum in tutte le chiese del regno per celebrare quel giorno glorioso in cui l' Italia diventava la signora dei mari del sud, egemone potenza marittima in tutta la regione caraibica.
    Ma non era finita qui. Nel 1648 nella regione di Pamplico ( attuale Carolina del Sud ) fu attuata con successo la rivoluzione agricola che permise di fare un raccolto straordinariamente abbondante.

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    Nel 1649, dopo un lustro di tregua, fu nuovamente data la parola alle armi e questa volta lo scenario era ben diverso.
    La lotta ormai quasi bisecolare che opponeva L' Italia con Venezia era giunta ad un livello tale da lasciar intendere lo scoppio imminente di un nuovo e tremendo conflitto in Europa. E chi prediceva fiumi di sangue riversarsi nella Laguna finì con l' avere ragione, purtroppo.
    Nel maggio del 1649, dopo l' ennesimo atto di terrorismo compiuto da agenti veneziani sul suolo italiano, Alessandro I decise di intervenire col pugno di ferro per mettere definitivamente a tacere l' arrogante repubblica marciana, ormai in vistosa fase calante.

    La guerra che ebbe inizio in quella primavera avrebbe opposto Italia, Austria, Creta e Ragusa a Venezia, Svizzera e arcivescovado di Salisburgo. Inutile dire che l' esito fu scontato sin dai primi istanti, ma la repubblica di San Marco vendette assai cara la pelle e tenne impegnate le forze coalizzate contro di lei per quasi un biennio. Mentre gli italiani invadevano il Trevigiano e il cantone svizzero dei Grigioni con 30.000 uomini ( Venezia ne poteva contare appena 12.000 e la Svizzera 10.000 ), gli austriaci devastavano il Friuli, penetravano in Bosnia e mettevano a ferro e fuoco l' Istria, comportandosi come i peggiori barbari dai tempi degli ungari.
    Gli svizzeri riuscirono a battere gli italiani nella battaglia di Bellinzona il 13 giugno, ma l' arrivo pochi giorni dopo di altri 10.000 uomini di rinforzo costrinse i difensori a ritirarsi verso ovest, aprendo le porte dei Grigioni agli invasori italiani.
    I veneziani combattevano con la forza della disperazione senza riuscire a fermare l' invasione e la devastazione delle loro terre, convincendosi infine ad asserragliarsi sulla loro isola e sperare nella flotta. Fu vana anche quella speranza, perchè la poderosa flotta da guerra italiana di stanza del Mediterraneo ( 33 vascelli di cui 9 galeoni per un totale di oltre 4.000 bocche da fuoco ) spazzò via le navi veneziane che presidiavano gli ingressi alla laguna e per tre giorni bombardò senza sosta la città, seppellendola sotto una tempesta di granate incendiarie. Si contarono non meno di 20.000 morti tra la popolazione.
    Il doge assistette impietrito alla spaventosa dimostrazione di forza nemica dalla torre di San Marco e potè vedere la sua città rasa praticamente al suolo in 72 ore.
    Nel frattempo era caduta Treviso, Udine e Aquileia non esistevano più, Pola era ormai allo stremo e Sarajevo non avrebbe resistito ancora per molto. Salisburgo era già caduta nella mani austriache e l' arcivescovo si era appellato ad Alessandro I per uscire dal conflitto. Era stato costretto a rendere l' omaggio vassalatico al re d' Italia e a sottomettersi alla sua autorità il 16 luglio 1649.
    La Svizzera lo imitò il 4 febbraio 1650, sottomettendosi egualmente all' Italia.
    Il 3 agosto toccò alla Bosnia arrendersi e sottomettersi, ma in settembre l' Italia perdeva quel vassallo prezioso in seguito alla conquista effettuata dal regno del Montenegro. La vendetta sarebbe arrivata anche per lui ....
    Infine, il 20 agosto 1651, anche Venezia rimasta ormai sola, prese atto della disfatta e firmò la pace di Mestre con la quale cedeva all' Italia Treviso e la sua marca e pagava una somma di 50.000 ducati per riparazione. Alessandro avrebbe voluto costringere il doge a rendergli l' omaggio vassallatico, ma fu l' imperatore Alberto X d' Asburgo a impedirlo. La minaccia di un' Istria italiana era sufficiente per bloccare l' impulsività del sovrano italiano.

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    Venezia usciva dal conflitto ormai distrutta, ombra lontana della grande repubblica marinara che aveva dominato per quasi 8 secoli il Mediterraneo.

    I nove anni successivi rimasero nella storia come " l' era d'oro dell' Italia ". La ricchezza del regno era tale che Alessandro I veniva soprannominato dai " colleghi " europei l' Italo Mida.
    Nel 1655 fu consacrata solennemente la basilica mausoleo iniziata un secolo prima dagli statolder repubblicani e portata avanti con enormi difficoltà dai principi e poi dai membri della famiglia reale.
    La cerimonia di consacrazione fu di una solennità mai vista prima e alla gloria di Alessandro I assistettero pieni di stupore re, duchi, ambasciatori, l' imperatore tedesco, lo zar di Russia e i principi di Spagna e Svezia.
    Il Papa in persona celebrò la messa nella nuova chiesa e al termine della cerimonia furono inumati nella cripta rivestita di marmo nero i corpi di Carlo Emanuele, del fratello Cosimo e del figlio Francesco. Sull' altro lato furono invece inumati i corpi imbalsamati del primo doge pisano, del primo statolder e del primo principe d' Italia. Al centro, proprio sotto la colossale cupola, Alessandro ordinò che vi fosse posto il proprio mausoleo dove avrebbe riposato per l' eternità una volta morto.
    Nel 1656 a Firenze fu terminato il palazzo reale voluto da Cosimo e a partire dall' estate di quell' anno Alessandro I con la famiglia vi passò diversi mesi in " villeggiatura ".
    Nel 1659 infine, Alessandro trovò anche il tempo di occuparsi delle questioni dinastiche. Aveva avuto una sola figlia dal matrimonio con Anna Wittelsbach, figlia del duca di Baviera e, in base alla legge salica ancora vigente in Italia, la ragazza sedicenne non avrebbe potuto ereditare. Di conseguenza era logico pensare che alla sua morte vi fosse un cambio di dinastia e pertanto era necessario dare alla principessa Matilde un marito di nobile stirpe e d' alto lignaggio. Fu scelto il giovanissimo Galeazzo Maria Visconti, appena dodicenne, figlio del duca di Lombardia Filippo II.
    Le nozze furono celebrate con sfarzo il 20 marzo 1660 a Milano e il giorno dopo Alessandro I nominò il genero erede universale ma ad una condizione: sarebbe stato incoronato re solo dopo aver compiuto 18 anni.
    Il 1660 fu un anno molto intenso per il sovrano ormai 44enne. Il 6 febbraio il Canada vassallo era stato incorporato nel regno, il 5 maggio emise un decreto con il quale lasciava ai governatori il compito di far rispettare gli editti rinunciando quindi all' assolutismo perfetto in favore di un decentramento parziale del potere e infine, il 30 dicembre si verificò un nuovo incremento dei raccolti in Grecia, che permise l' aumento delle entrate fiscali nella regione di Salonicco.

    A partire dall' estate del 1661 la salute del re cominciò a peggiorare vistosamente e la causa fu ben presto chiara ai medici accorsi al capezzale del sovrano. La gotta, di cui soffriva sin dall' infanzia, era arrivata ad uno stadio terminale e al re non restava che un anno o poco più di vita.
    Aveva ancora tempo per sbrigare le ultime questioni politiche prima di lasciare questo mondo e affidarsi alla pietà del Padre celeste, e si dedicò alle ultime riforme del suo regno con tale tenacia da lasciare stupiti persino i medici che gli consigliavano prudenza e riposo.
    Riuscì a far accettare la nomina di Galeazzo Maria a suo erede anche a coloro che avrebbero preferito chiedere all' imperatore di dare all' Italia un sovrano di sua scelta, ed ebbe ancora la forza di recarsi alla messa di Natale del 1661, anche se con una fatica immane.
    Il 3 febbraio 1662 subentrò la crisi finale e il re fu costretto a mettersi definitivamente a letto, vegliato giorno e notte dalla moglie, dalla figlia e dal genero quattordicenne, cui cercò di insegnare tutto ciò che sapeva sulla maniera migliore di governare un regno esteso come l' Italia.
    Il 1 marzo, mercoledì delle ceneri, il re entrò in agonia e tre giorni dopo, il 4 marzo 1662 morì a 46 anni, dopo aver regnato per 26.
    Le sue esequie furono celebrate con pompa inaudita il 10 marzo e il suo corpo imbalsamato fu posto nel colossale sepolcro di porfido rosso eretto al centro della cripta reale, proprio sotto l' ardita cupola innalzata su disegno di Michelangelo.
    In lettere d'oro fu inciso il suo epitaffio: Alexander Magnificus, rex Italie.
    Con lui terminò il potere dei Doria sull' Italia dopo mezzo secolo.


     
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  20. SkySpace

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    Una mia piccola opinione sullo stile..invece di scrivere all'inizio Re Alessandro..perchè non scrivere Regno di Alessandro, o Sua Maestà Alessandro o ancora Regno di Sua Maestà..robe così..il Re iniziale mi pare un po' secco, troppo poco pomposo per un Re!!:pompous:
    Nessuna critica eh, solo un mio personale gusto:approved:
     

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