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10 Febbraio: Giorno dell'Esodo Giuliano-Istriano-Dalmata

Discussione in 'Off Topic' iniziata da Solctis, 10 Febbraio 2008.

  1. Solctis

    Solctis

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    50 fra donne e uomini ultra sessantenni sono stati 'osservati' e 'controllati' da due volanti della Polizia e multati di 104 Euro per manifestazione non autorizzata (leggi deposizione di UNA corona di alloro). Ovviamente l'ente multato è l'Unione degli Istriani.
    Per inciso comunque son calmissimo, solo faccio ancora fatica a comprendere le diverse reazioni che suscita questo evento ed a volte magari lascio parlare i sentimenti.
     
  2. GyJeX

    GyJeX

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    Non l'ignoro, certo, però è anche vero che la documentazione su questi fatti non è stata "fatta sparire" o "insabbiata" (oddio, qualcosa potrebbe anche esserlo andato, come tante di queste fosse potrebbero non essere ancora state rintracciate), quindi chi voleva poteva andare a verificare di persona, rintracciare i propri familiari, sono sicuro che oltre il classico burocratese non avrebbe trovato altri ostacoli... Proprio per la grandezza della questione non è possibile che fosse tutto messo a tacere, non si tratta di casi come il famoso "armadio girato verso il muro" o degli archivi dati alle fiamme per far sparire "pericolose" documentazioni

    Sono sicuro che anche Pak comprende perfettamente, a modo suo :D :D
    Però qui torniamo al discorso di prima, documenti e fonti erano disponibili, per come la vedo io, e vista la quantità di documentazione esistente, non si tratta di una delle "rimozioni di stato" come quelle attuate per far sparire le stragi fasciste, o cosidette tali, dove persino i verbali d'arresto dei presunti colpevoli sparivano nel nulla... E così per anni l'eccidio di Fossoli è rimasto esclusivamente nelle menti di chi partecipò e di chi andò a riesumare i corpi, nella convinzione di tutti che la giustizia stesse facendo il suo corso, cosa questa che era veritiera solo in una minima parte...

    Non saprei, qui in Sardegna sono arrivati migliaia di esuli ( o profughi che forse è più giusto) dalla Dalmazia e Istria, s'è sempre intuito che ne avessero viste di brutte...
     
  3. mazzocco

    mazzocco

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    non credo che sia proprio una tragedia dimentica, sicuramente una tragedia di "serie B" ma dimenticata no, i miei genitori sono siciliani, quindi non ho parenti esuli, ma si sono trasferiti in Friuli nel 1973, e, da che io ricordi, ho sempre saputo delle foibe e delle persecuzioni subite dagli italiani in jugoslavia, sarà perchè vivevo in una terra che sente particolarmente questo problema, sarà che vivevo in una terra in cui c'è una minoranza etnica yugoslava, sarà, sarà, sarà, ma io l'ho sempre saputo.
     
  4. Solctis

    Solctis

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    Se non c'è stato silenzio e copertura da 'stragi fasciste' perchè si arrivò a casicome questi?

    [FONT=verdana,arial,helvetica]Dentro le foibe jugoslave, in segreto. Le inedite rivelazioni di un ex sottotenente del Genio pionieri alpini, «007» per caso nel 1957 (inserimento del 14/12/2005). [/FONT] [FONT=verdana,arial,helvetica]Nell’ottobre del 1957, carabinieri e militari dell’esercito italiano in assetto da combattimento entrarono in missione segreta, a più riprese, in territorio jugoslavo per visitare alcune foibe dove erano state compiute esecuzioni sommarie. Nel corso delle operazioni vennero esplorate quattro cavità con vari resti umani, furono scattate fotografie e redatti rapporti. La missione, organizzata con ogni probabilità dal Sifar, il servizio segreto antenato dell’attuale Sismi, era stata preceduta da un’operazione di copertura a Trieste, con l’esplorazione delle foibe di Monrupino e Basovizza. [/FONT][FONT=verdana,arial,helvetica] A rievocare questi fatti oggi è Mario Maffi, 72 anni, di Cuneo, allora giovane sottotenente di complemento del Genio pionieri alpini inquadrato nella Compagnia «Orobica» di Merano. Fu proprio Maffi, agente segreto per caso, l’ufficiale che materialmente si calò nelle foibe nel corso degli sconfinamenti in Jugoslavia per raccogliere la documentazione richiesta. Mario Maffi venne arruolato nella missione in virtù della sua esperienza di speleologo e di esperto di esplosivi, e oggi la sua testimonianza aggiunge un tassello nuovo a uno dei capitoli più drammatici della storia delle nostre terre.
    La vicenda comincia all’inizio dell’ottobre 1957. Allora presidente del Consiglio è Adone Zolli, vicepresidente Giuseppe Pella, ministro della Difesa Paolo Emilio Taviani, il governo è retto dalla Dc. Mario Maffi ha 24 anni, la sua famiglia vanta solide tradizioni militari e antifasciste: il nonno era stato ufficiale del battaglione Monviso nella prima guerra mondiale, il padre è ufficiale all’Istituto geografico militare, sua madre era stata partigiana, e lo stesso Maffi da bambino aveva operato come staffetta nella Resistenza. Quando viene chiamato a svolgere il servizio militare Maffi sceglie di fare l’ufficiale di complemento. Il giovane è anche uno speleologo esperto: è stato tra i fondatori del Gruppo Speleo Alpi Marittime del Cai di Cuneo, all’interno del quale svolge ancora oggi attività speleologica e didattica. Dopo il servizio militare Mario Maffi entrerà alla Fiat, dove rimarrà fino al 1988. Andrà in pensione con un anno di anticipo perché il periodo passato a Trieste verrà considerato come «missione di guerra». [/FONT]
    [FONT=verdana,arial,helvetica]All’inizio di ottobre del 1957, al termine delle esercitazioni estive, Mario Maffi viene convocato al Comando di Brigata. «Il generale - racconta oggi - mi disse che per una certa missione serviva un ufficiale esperto di grotte e di mine; mi disse anche la missione era coperta dal più assoluto segreto militare, e che era volontaria; non ero obbligato ad accettare, e inoltre l’operazione comportava anche un certo rischio». [/FONT]
    [FONT=verdana,arial,helvetica]Maffi accetta l’incarico. Scrive due lettere per i suoi cari che affida al cappellano («se non dovessi tornare per favore le spedisca», gli dice) e pochi giorni dopo parte. Nessuno gli spiega dove sta andando, e lui non deve fare domande. Si ritrova nella caserma dei carabinieri di Monfalcone, e qui finalmente viene a sapere quale sarà il suo incarico: dovrà scendere, assistito dagli speleologi del Gruppo grotte di Monfalcone, nella foiba di Monrupino «per constatare o meno la presenza di spoglie umane, stimarne la quantità e documentarle con fotografie». Successivamente dovrà fare lo stesso nelle foiba di Basovizza.
    Il giovane tenente non ha mai sentito parlare di foibe, anzi quella parola, «foiba» la sente per la prima volta all’imbocco del cavità di Monrupino, prima di calarsi giù. Maffi non sa nemmeno che l’esplorazione delle due cavità triestine non è altro che un’operazione di facciata, e che la vera missione, ben più pericolosa, deve ancora cominciare. Del resto sia il pozzo della miniera che la foiba 149 sono già state esplorate in precedenza, e a più riprese. Ma a queste cose l’ ufficiale non pensa mentre scende nei 126 metri della foiba di Monrupino. Assieme a lui c’è un noto speleologo monfalconese, Giovanni Spangher. «Fui calato con una specie di seggiolino - ricorda - e quando arrivai in fondo mi sentii accapponare la pelle: tra il pietrisco su cui camminavo spuntavano ossa umane, una mandibola, alcune costole, l’intero braccio di un bambino che avrà avuto non più di otto anni viste le dimensioni delle ossa». Maffi scatta fotografie e prende appunti. Accerta che le pareti della grotta sono state fatte saltare con esplosivo, e ipotizza altri resti umani sotto i detriti, probabilmente quelli «dei soldati tedeschi degenti all’ospedale di Trieste, che si diceva fossero stati gettati nella grotta prima di farla saltare». [/FONT][FONT=verdana,arial,helvetica]Il giorno dopo è la volta della foiba di Basovizza. La missione dovrebbe essere segreta, in realtà si volge alla luce del sole e in seguito i giornali ne parleranno anche ampiamente, con tanto di nomi e cognomi. La discesa nel pozzo della miniera avviene con l’ausilio degli speleologi della Commissione grotte «E. Boegan» dell’Alpina delle Giulie. Stavolta per scendere e salire vengono utilizzate le scalette, e Maffi impiega quasi un’ora solo per scendere i 130 metri di pozzo artificiale. «Sul fondo - racconta oggi - non c’era niente, solo immondizia; là dentro avevano scaricato di tutto, anche materiali bituminosi che avevano lasciato una specie di bava saponosa sulle pareti del pozzo; il fondo era melmoso e maleodorante; mi dissero che i resti umani erano più sotto, coperti dal materiale di scarico; dov’ero io però non c’era nulla, a parte una ruota di bicicletta e altre porcherie». Maffi esegue il suo lavoro e torna su. La missione si conclude con una lauta cena offerta dall’esercito a tutti gli speleologi, con brindisi e foto di rito. [/FONT]
    [FONT=verdana,arial,helvetica]Il giorno dopo la musica cambia. A Maffi viene illustrato il nuovo piano operativo. Gli ordinano di non avere rapporti con nessuno, di diffidare di chiunque, di vestire abiti borghesi. I carabinieri gli consegnano documenti con falsa identità, gli dicono di restare nella camera d’albergo e di non muoversi. «Rimasi segregato un paio di giorni - racconta -, uscivo a passeggiare la mattina ma il pomeriggio stavo chiuso in camera in attesa di ordini; poi mi fecero cambiare albergo». Comincia la vera missione: «Ogni pomeriggio mi veniva recapitata una lettera normalissima con l’indirizzo scritto a mano; all’interno c’era una seconda busta sigillata con scritto ”Da aprire solo dopo le ore x”, e dentro questa c’erano le istruzioni alle quali dovevo attenermi». [/FONT]
    [FONT=verdana,arial,helvetica]Per quattro notti consecutive tutto si svolge nello stesso modo. All’ora convenuta il tenente Maffi apre la busta, verso le 23 esce dell’albergo e seguendo le istruzioni raggiunge un’auto civile con persone in borghese. Nessuno parla, nessuno chiede niente. L’auto raggiunge una zona poco frequentata, sempre diversa, dove c’è una «Matta», la camionetta dei carabinieri. Maffi si avvicina e pronuncia la parola d’ordine («erano frasi del tipo: avete un sigaretta?»), gli viene risposto con la contro-parola (tipo: «di che marca?»), e quindi l’ufficiale salta sul mezzo. «Mentre la camionetta camminava - ricorda Maffi - mi cambiavo indossando tuta, elmetto, scarponi, cinturone con pistola e due caricatori, uno innestato e uno in fondina; a fine corsa scendevo, e scortato da due carabinieri armati ma senza mostrine e gradi proseguivo per un lungo tratto fra le sterpaglie; a un certo punto i miei accompagnatori si fermavano e piazzavano il mitragliatore pesante in postazione mascherandolo con alcuni rami; messi i colpi in canna un solo milite, strisciando con me, mi indicava il percorso fino a quando potevo individuare nel buio la dolina prescelta; da lì proseguivo da solo fin sull’orlo della foiba». Il giovane tenente ha con sé due spezzoni arrotolati di scala da dieci metri l’uno, senza fare il minimo rumore per non essere scoperto dalle pattuglie jugoslave fissa la scala a un appiglio sicuro, poi scende nella foiba senza sicura. Arrivato in fondo documenta quanto vede, poi torna su con la massima cautela. Recupera le scale, le arrotola e strisciando raggiunge il compagno non prima di aver lanciato il segnale convenuto, «un fischio a imitazione del verso del gufo». «Questa storia - dice ancora Maffi - si ripeté per quattro notti durante le quali visitai quattro foibe diverse tutte oltre la linea del confine; mi avevano detto che le imboccature potevano essere minate, ma solo una volta mi imbattei in un oggetto che poteva essere una mina e girai al largo». [/FONT][FONT=verdana,arial,helvetica] Sul fondo di quelle foibe Maffi riscontrò «diversi resti umani, non in quantità esorbitanti ma, purtroppo, in condizioni atroci: alcuni teschi con lo sfondamento della nuca, mani o piedi avvolti da filo spinato, la stessa cosa su una cassa toracica; trovai uno scheletro rannicchiato in un anfratto: quel poveraccio doveva essere ancora vivo quando lo gettarono giù; alcuni avevano lembi di divise militari o vestiti civili, per altri non c’era traccia di indumenti; ricordo un cranio con i capelli lunghi, probabilmente una donna; in tutte e quattro le foibe era stato usato l’esplosivo». [/FONT]
    [FONT=verdana,arial,helvetica]La mattina dopo la quarta sortita Maffi viene svegliato dal portiere dell’albergo: «Mi disse che il signor tal dei tali mi aspettava nella hall; era un segnale convenuto, significava che dovevo lasciare l’albergo in tutta fretta, il controspionaggio era venuto a sapere qualcosa». Due giorni dopo il tenente Maffi è di nuovo a Merano. In caserma stampa le fotografie, di nascosto fa una copia per sé («ma solo di quelle delle foibe di Monrupino e Basovizza, purtroppo») e scrive il suo rapporto, notando che almeno per le foibe triestine «a mio avviso non era possibile organizzare un recupero di salme». [/FONT][FONT=verdana,arial,helvetica] La storia della missione segreta del tenente Maffi termina qui. Ancora oggi l’anziano speleologo cuneese non saprebbe indicare quali furono esattamente le cavità da lui visitate in Jugoslavia, né perché il nostro governo decise quella missione, e neppure dove si trovano i documenti relativi l’intera operazione. Questa, casomai, è materia da storici. Mario Maffi sa solo che dopo il congedo e una vita dedicata al lavoro nelle officine della Fiat, adesso che è un pensionato come tanti il ricordo di quella missione da 007 gli è rimasto impresso nel fondo dell’animo, e che quando sente pronunciare la parola «foiba» viene preso da un nodo alla gola.[/FONT]

    http://digilander.libero.it/lefoibe/indexx.htm
     
  5. pak

    pak

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    No un momento...non cadiamo in tragici equivoci....
    Io non ho mai detto, e nemmeno pensato, che ciò che Solctis afferma sia una menzogna...e come sai, quando ci sono dei mezzo dei Genocidi, non mi tiro indietro a condannarli, da qualunque stato-ideologia-etnia siano stati commessi (vedesi i miei topic sull'olocausto o sui crimini Stalinisti).
    Ciò che contesto è il metodo con il quale Solctis li propugna.
    In maniera ideologica (che in parte è anche giustificata), però con l'intento di addossare la "colpa" ad una sola parte politica...un equazione: comunisti-socialisti Italiani = complici (10 milioni di colpevoli?al massimo i vertici...questi si)...questo non mi va.
    Per 60 anni siamo stati governicchiati dalla DC...anche se Ilvio dice che non è vero. Quindi il silenzio faceva comodo anche a molte forze politiche.
    Altre forze politiche ne hanno fatto la loro bandiera...sbagliato...sbagliatissimo...i morti non hanno colore politico.
    E poi...dove vorresbbearrivare solctis? Dobbiamo dichiarare guerra alla Slovenia? Alla Croazia? Alla serbia? dobbiamo rinverdire l'irredentismo Istriano?A cosa porta questo livore?
    Per finire, sono d'accordo con te GyJeX sul fatto che non è vero che non si è saputo nulla...sono 20 anni almeno che l'MSI prima, AN dopo, ci marcia su questi orrori.
    E ogni anno si sente dire...la strage dimenticata...la strage nascosta, etc...etc...mi sa che non l'hanno nascosta molto bene allora!
    In ogni caso..a scanso di equivoci...sono il primo a condannarla.
     
  6. Taglia

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    Neanche esagerato, considerato che l'Italia non ha mai fatto ammenda per quello che abbiamo fatto in quelle zone durante il ventennio...
     
  7. GyJeX

    GyJeX

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    Se è una missione coperta da segreto e svolta sai servizi segreti mi sembra logico che resti segreta, anche perchè sconfinare senza autorizzazione in un paese straniero non è una pratica da attuare alla luce del sole...
     
  8. Pandrea

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    Non è stata nascosta? Andate a vedere sui libri di scuola, sui libri di storia, sia scolastici che non, e ditemi su quanti trovate qualcosa sulle foibe. Pochissimi, al massimo troverete qualcosa come "Nei giorni successivi all'armistizio ci furono sporadiche violenze nell'area istriane nei confronti degli italiani che causarono qualche centinaio di vittime". Questa frase l'ho letta per davvero in un libro, purtropo non ricordo quale. Così si cancella un fatto dala storia, non tanto eliminando ogni possibile documento. I corpi e i testimoni dopo qualche decennio scompaiono, se i giovani non lo vengono a sapere in una generazione sarà tutto dimenticato. e difatti oggi molti giovani ancora ignorano ciò che è successo. Taluni addirittura lo negano, ma questi non sono da considerare.
     
  9. GyJeX

    GyJeX

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    Ma veramente qui nessuno lo sta negando, semplicemente qui si sta dicendo che dati e documenti, testimonianze e deposizioni sono facilmente rintracciabili, se si vuole cancellare un'evento storico si procede con la distruzione delle tracce, delle documentazione o quantomeno nel rendere impossibile trovare le carte e screditarne le testimonianze... Che poi, non è mica che una cosa sia vera ed accaduta solo se viene stampata sui libri di testo, o se viene trasmessa in televisione... Non credo che sui libri di scuola vengano riportati i truci avvenimenti in Jugoslavia ad opera di italiani, come dice Taglia, ma questo non vuol dire che gli italiani si siano comportati come angioletti puri di cuore... Che molti giovani ignorino ciò che è successo in quelle zone non vuol dire granchè, quanti sono convinti che Mussolini fosse uno statista e non un dittatore ?? Quanti sanno chi era Mussolini ? Quanti sanno che l'Italia ha invaso l'Etiopia ??
     
  10. ange2222

    ange2222

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    ai miei tempi a scuola non si arrivava nemmeno alla 1 GM,
    quindi erano argomenti che non si arrivava a trattare, almeno oggi fare la storia del 900 è obbligatorio, ovviamente non si può nascondere gli eventi accaduto;

    io non sono interessato a far "sparire le prove", a dire: non è successo niente, per me è fondamentale la lettura storica di quegli anni.
    Se non c'è concordanza sul numero dei morti (ho trovato cifre che vanno da 1000 a 5000, 7000, 11.000, 20.000) possiamo invece essere relativamente sicuri del numero degli esuli, tra i 300 e i 350 mila.

    Io spero che si possa imparare qualcosa da quello che accadde allora.
    Probabilmente la Polizia Slovena non ha imparato niente.
     
  11. pak

    pak

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    "La mare di piciu a l'è sempre pernia" trad.: la madre dei deficienti è sempre incinta
    Questo e per definire chi nega determinate stragi tra cui quella in oggetto.
    Hai ragione su questo punto..i libri idi storia che avevo alle medie o anche alle superiori, trattavano l'argomento con poche righe striminzite, quando non lo trattavano affatto.
    Ma ti parlo di 25 anni fa.
    Di strada ne è stata fatta.
    Ora io non so attualmente le cose siano spiegate meglio...se non c'è stato un miglioramento la cosa è grave.
    Per contro, posso assicurarti che anchele fosse ardeatine erano trattate allo stesso modo.
    E anche l'eccidio di Boves o quello di S. Giovanni e molti altri.
    quindi..c'è stata una imparzialità nel "sotterrare".
    L'errore in cui "qualcuno" incorre spesso è quelo di farne una bandiera..ripeto...non si può ideologizzare una strage...e mi riferisco a qualsiasi corrente politica.
    Mi sembra tuttavia che negli ultimi 20 - 15 anni la tragedia, anzi il genocidio..anzi la pulizia etnica Istriana-Dalmata-Fiumana sia stata affrontata da tutti.
    Che poi, la gente, passata la commemorazione ne perda il ricordo è normale nel nostro paese, dove anche la morte di centinaia di persone in attentati vari non trova ancor oggi un colpevole (Bologna, Italicus, piazza fontana...etc..etc...).
     
  12. Raufestin

    Raufestin

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    Confermo il fatto che i libri di storia di oggi (sono in quinto superiore) non riportano praticamente nulla. Ma non solo di questa strage, ma un po di tutte. Le informazioni che danno i libri scolastici di storia sono le solite, trattate in modo assolutamente superficiale. Pensate solo che sul mio libro tutta la seconda guerra mondiale viene trattata in 16 pagine (tutte con foto e didascalie inutili).
     
  13. Solctis

    Solctis

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    Non mi spreco nemmeno a rispondere a chi alla questione Foibe risponde con i crimini del fascismo. Spero solamente che se mai può esistere una sorta di giustizia divina un giorno i responsabili ed i conniventi paghino di persona.
    Ovviamente non diciamo che furono conniventi il PCI ed il PSI italiano; qualcuno potrebbe offendersi.
    Ovviamente non parliamo del fatto che per decenni PCI-PSI e loro eredi hanno sempre minimizzato e negato il piano di sterminio etnico a danno degli italiani in tutta la Venezia Giulia, l'Istria e la Dalmazia; qualcuno potrebbe offendersi ed altri ripetersi in gesti quali:

    [FONT=verdana,arial,helvetica]Venaria (To): un esponente di Rifondazione ironizza davanti agli studenti: "le foibe erano un luogo scivoloso" (06/10/'03). [/FONT]
    [FONT=verdana,arial,helvetica]È accaduto al Liceo “Gobetti” di Venaria Reale (TO), dov’era in corso un’assemblea studentesca alla quale partecipava Augusta Montaruli, militante di Ag, dalla quale è pervenuta la segnalazione delle affermazioni gravissime pronunciate da un’esponente di Rifondazione Comunista, Raphael Rossi, capogruppo al consiglio comunale di Bottigliera Alta, non uno sprovveduto studente quindi ma un dirigente locale di un partito che pretende di impartire a tutti lezioni di democrazia.“Mentre il dibattito si incentrava sulle lacune dei libri di storia – racconta Augusta Montaruli – è stata denunciata la colpevole omissione nei manuali e nell’insegnamento del martirio subito dal popolo italiano nel Friuli Venezia Giulia. A questo punto Rossi definiva le foibe “ un semplice fenomeno carsico”. Io ho replicato facendo riferimento alle migliaia di vittime trucidate senza alcuna colpa, tra le quali donne e bambini. Rossi allora ha sorriso e ha fatto una macabra battuta, affermando che purtroppo “le foibe erano un luogo scivoloso”. La gravità delle affermazioni, che offende la memoria storica e la memoria delle vittime, ha indotto Azione giovani alla decisione di querelare il dirigente di Rifondazione per apologia dei crimini contro l’umanità.[/FONT]


    Per rispondere a chi si preoccupa dell'irredentismo italiano lascio solamente un assaggio della CIVILTA' SLOVENA:

    L' associazione dei Esuli istriani, nel pomeriggio di ieri, è andata a deporre due corone di fiori in slovenia. Una sopra una Foiba e una a Capodistria.

    Arririvati sul confine sloveno: fermi tutti, scendere e documenti, si vede che qualcuno aveva avvisto le autorità slovene. Scortati fino alla Foiba, depongono la corona di fiori ma si prendono 315 € di multa da pagare subito, immediatamente. Chiamano il nostro Console, ma è irragiungibile. Si cerca di parlare, ma non c'è verso. Nessun straniero può manifestare in uno stato diverso dal suo. Arriva l' interprete a bordo di un VW Tuareg (SUV), scortato da due macchine della polizia slovena, perchè nessuno conosce l' italiano. Il presidente dell' associazione deve pagare la multa.

    Ripartono verso Capodistria per la seconda deposizione, presso l' ex casa di una signora presente del gruppo. Arrivano, scendono, la polizia è già là, caminano per il paese con la polizia che li tiene d' occhio. Le persone si chiedono cosa succede, i più anziani piangono e avvertono il clima di 60 anni fa.
    Nella paura e nell' incomprensione di cosa stava succedendo depongono la seconda corona di fiori, ma al loro rientro sul pullman gli aspetta il pulmino della polizia penitenziaria slovena che intima al presidente dell' ass. di salire per essere accompagnato in questura. Si richiama il Console, non risponde.

    Gli anziani, nel sgomento, capiscono che la Civiltà in slovenia tarda ancora ad arrivare e che ne Schengen ne UE hanno potuto far qualcosa.

    Arriva sul posto l' on. Menia, avvisato già del primo accaduto, si cerca di calmare le acque e far riflettere le autorità locali nel fargli capire che non è una manifestazione, ma un gruppo di persone anziane che porta un mazzo di fiori nei luoghi dove hanno vissuto da giovani. Niente, scatta una seconda sanzione amministrativa, altri 315 € o la questura. Gli esuli fanno colletta e pagano, tutto in moneta.

    I fiori sono stati deposti, gli esuli hanno pagato nuovamente il loro tributo e di nuovo allontanati da quei posti. Solo in circostanze diverse.

    Questo è il bigliettino di visita della nuova Slovenia europeista.
     
  14. pak

    pak

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    ...Cavoli Solctis...mi ricordi Feltri, quando bava alla bocca attaccava chi accusava un suo giornalista di lavorare per la CIA!!:D :D
    Se vuoi ti procuro del Valium..:D
    Sei sempre più inc....to!!:cautious:
    Rilassati...caspita, che poi non capisci quello che ti viene ripetuto ormai da due giorni!:p
    Nessuno...NESSUNO TI STA DANDO TORTO per ciò che concerne l'argomento e per quello che riguarda il silenzio che c'è stato per molti anni!
    Calmati...ok?!!
     
  15. Solctis

    Solctis

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    Belin son due pagine che dici che son nervoso!
    Se fossi nervoso manderei a f*****o tutti ripetendo slogan e dicendo: ho ragione io brutti s*****i!
    Invece stò cercando di fare una discussione, magari tagliente e un pò infuocata (d'altronde l'argomento non consente altri toni, o meglio dovrebbe consentirli, ma questo è un altro discorso), ma sostanzialmente pacata ed educata. Nelle diversità ideologiche rispetto e non assalgo nessuno (a meno che non sia l'altro a farlo prima con me) ma per quanto mi è possibile, con la mia piccola riserva di conoscenza rispondo alle vostre contro-argomentazioni/opinioni con mie visioni e mie contro-contro-argomentazioni/opinioni.
    Il dibattito c'è, cordiale al massimo mi sembra, e non vedo nulla di male in quello che stò facendo.
    Se sbaglio qualcosa ditemelo tutti, magari poi son io che me la prendo a male....
    P.S. Perlomeno potevi rappresentarmi con l'esempio di un socialista...lo sai che io i liberisti-liberal-liberali non li digerisco...:facepalm:
     
  16. pak

    pak

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    ahaahah...l'ho fatto apposta...in fondo Feltri è una macchietta e volevo farti fare due risate!!:D :D
    Vabbè...riprendiamo domani...comunque leggiti i miei precedenti post...e vedrai che non ti dò poi tutti i torti.
    Non partire a spron battuto e a testa bassa..quì non ci sono nemici!!:D :D :D
     
  17. ange2222

    ange2222

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    Vedi Solctis,
    io non ho scritto che le foibe sono una risposta ai crimini del fascismo;

    io ritengo invece che le foibe e i crimini del fascismo siano figlie di una mentalità che si basa sul nazionalismo e sulla prevaricazione di un popolo sull'altro.

    Puoi non sprecare tempo a rispondermi, fai pure, però se resti nella logica "italiani bravi" contro "slavi cattivi", commetti gli stessi errori che furono fatti allora, quando qualcuno pensò che gli abitanti dell'istria fossero tutti italianissimi.

    Lo stesso errore che fecero gli "slavi bravi" contro gli "italiani cattivi", quando scrivevano "nas Trst" e poi uccidevano gli italiani che a trieste ci vivevano .

    Trieste era ed è dei triestini, che parlino dialetto triestino o italiano o sloveno o quello che vuoi tu, e non è solo loro, ma anche un pochino nostra.
     
  18. Solctis

    Solctis

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    1-Non m riferivo a te infatti.
    2-I partigiani del JNA scrivevano "Trst je Nas!" - "Trieste è nostra!" (mamma mia non riesco nemmeno a scriverlo...:facepalm:)
    3-Vedi il fatto è questo: ognuno la vede come vuole ma principalmente ho osservato che si è portati ad osservare questa faccenda ad tre punti di vista:

    a-Gli italiani commisero gravi crimini e le due ondate infoibatorie e la pulizia etnica contemporanea e seguente furono essenzialmente una reazione popolare ai 'talijani' invasori. Secondo quest'ottica infoibati, esuli, fascisti ed italiani sono i cattivi; tito, l'OZNA, la JNA e le Foibe sono invece grandi avvenimenit nella guerra di riscossa nazionale jugoslava. (35% popolazione italiana)
    b-Italiani e slavi si son scannati e adesso li ci stanno gli slavi; FINE.
    Chi se ne frega di stupide questioni morali, li mi porto la fabbrichetta e ci faccio affaroni d'oro. Non saranno due vecchietti e due fasci a farmi perdere tante palanche. (55% popolazione italiana)
    c-Gli jugoslavi hanno cancellato l'italianità e gli italiani da terre da secoli latine ed italiane con la scusa della lotta antifascista. Per più di mezzo secolo all'Italia non è mai fregata una bega di queste cose ed adesso lo fanno solo per farsi lo 'spottino democratico e buonista'.
    I compagni nostrani hanno, per un sessantina di anni, dato manforte ai compagni jugoslavi relegando tutta la questione ad uno 'spot fascista'. (10% popolazione italiana)

    Detto questo rimane il fatto che la parte lesa rimane quella degli esuli, umiliati ed insultati più e più volte; alla luce poi di quanto fanno i 'fradei' europei ad est di Gorizia rimane il fatto che c'è rassegnazione e grande rabbia repressa per una condizione che ha fatto di questa gente dei cittadini non esistenti.
    Quando sono arrivati a Genova si diceva: "In sicilia il bandito Giuliano, qui da noi abbiam i Giuliani..."
    Qualcuno viene a dire che il MSI e AN (mah.....:humm:) hanno manipolato epr decenni la faccenda, ma io mi chiedo dove fossero (e cos dicessero) invece gli altri partiti in quei momenti in cui i fasci ci mettevano la faccia (e anche qualcos'altro) per far conoscere una faccenda tanto grave relegata ad un 'ricordo di destra'.
    Il problema quindi non siamo io e te; il problema è che la vita a questo posto non ha imparato alcunchè. Finchè sentirò gente che inneggierà al compagno Broz o relegherà gli esuli e gli infoibati a semplici fascisti degni di essere uccisi nel modo più brutale possibile, non potrò fare a meno di sentire come mia questa faccenda in modo ancora più forte.
    A questo aggiungiamo che dopo così tanto tempo è davvero ridicolo sentire i compagni (riciclati) di ieri accusare i 'fasci' di manipolare e strumentalizzare una tragedia che fu doppia (italiana e slava); troppo facile dopo aver passato la giovinezza a sputare su questa gente svegliarsi un giorno e pretendere di 'rubare' quella che è stata per tanto tempo una 'tragedia di parte'. Troppo facile perchè i veri colpevoli (secondo me ovviamente) non sono quei fasci 'fasci' che a Trieste nel '53 manifestavano davanti agli uomini del JNA; i veri colpevoli sono quei democristiani interessati a chiudere la faccenda ed a spartirsi il nuovo potere ed i compagni d'assalto riciclatisi al danaro impegnati nel mitizzare e difendere 'il sol dell'avvenire socialista' dalla infida propaganda fascista.
     
  19. Taglia

    Taglia

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    Non sprecarti.

    Sappi però che ci sono altre persone che non vedono l'evento "Foiba" come a se stante, ma inserito in un contesto.

    Contesto nel quale a macchiarsi di crimini sono stati, per decenni, sia italiani che "jugoslavi" e nel quale, a coprire le proprie responsabilità, si sono alternate diverse parti politiche a seconda del momento.

    Ora, se si vuole veramente una riconciliazione super partes, bisognerebbe che da ambe le parti si ammettessero le proprie colpe, unico presupposto per poi stabilire un momento di ricordo accettato da tutti e il solo modo per ricomporre le fratture.

    Il resto è solo parzialità, nazionalismo o convenienza politica.
     
  20. Solctis

    Solctis

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    Infatti non mi spreco a dirti che risulta difficile imparare da questa gente:

    Legge sulla toponomastica: decisione rinviata
    CNI, in forse i diritti acquisiti

    LUBIANA – I diritti acquisiti delle comunità nazionali autoctone in Slovenia, italiana e ungherese, stanno vacillando sotto i colpi inferti nell’aula parlamentare. Tema del contendere l’emendamento presentato dal deputato al seggio garantito, Roberto Battelli, in merito alla legge sulla toponomastica. La normativa non prevede il diritto al consenso da parte dei rappresentanti minoritari nei Consigli comunali in merito agli stradari e alla denominazione degli abitati, come previsto, oltretutto, negli Statuti municipali. Un passo indietro rispetto alle regole vigenti che l’intervento di Battelli ha cercato di correggere. Dopo un percorso a sorpresa (in prima istanza l’emendamento era stato bocciato anche da parte della commissione parlamentare per le nazionalità), in seconda lettura il diritto al consenso è stato ripristinato a larga maggioranza. A questo punto mancava l’ultimo atto, quello dell’approvazione definitiva, e qui il teatrino della politica ha mostrato il suo lato peggiore. All’emendamento delle minoranze si è contrapposto quello del deputato del partito nazionale, Zmago Jelinčič, che cancellava tali disposizioni. In aula si è sviluppata una discussione dai toni ostili e sprezzanti nei confronti delle comunità nazionali, con tutto l’armamentario possibile, al punto che il capogruppo del partito democratico, Jože Tanko, ha proposto il rinvio del voto, invito che ha ottenuto una larga adesione, a data da destinarsi. Un atteggiamento generale che lascia davvero sconcertati e che premia le perplessità espresse da posizioni nazionaliste. “Non si può che giudicare in maniera negativa quanto successo”, commenta Battelli, “considerato soprattutto che si tratta di diritti acquisiti. Siamo di fronte ad un fatto grave che potrebbe produrre effetti devastanti sull’intero quadro di tutela minoritaria. Nel caso il Parlamento si esprima contro il diritto al consenso, ci potrebbero essere grosse difficoltà in ambito agli enti locali. Uno squarcio che porta all’insicurezza giuridica, a tutti i livelli, il che è tutto dire rispetto alla retorica sull’atteggiamento favorevole nei confronti delle minoranze. E, come detto, con il pericolo di un effetto domino, sul sistema dei diritti acquisiti, in balia delle maggioranze del momento”.

    Claudio Moscarda

    Dal sito della 'Fascistissima' Voce del Popolo
    Tutti dai fradei slavi che ci vogliono tanto bene!
     

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