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日本国 Il Clan Hosokawa\Giappone

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da Carlos V, 24 Agosto 2013.

  1. ronnybonny

    ronnybonny Moderator Membro dello Staff

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    Non fermarti con l'AAR!!!
     
  2. Carlos V

    Carlos V

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    Ma sicuro, voglio portare a termine la partita! (impegni permettendo) :)
    Forse nel fine settimana vedrete qualcosa.
     
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  3. Carlos V

    Carlos V

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    Ujihisa I Kan'in
    V Parte

    Gli anni successivi alla Seconda Guerra Coreana furono un periodo di pace ed anche di una certa immobilità politica dovuta in parte all'età del sovrano, che era ormai ultra-quarantenne, in parte al desiderio di ristabilire un certo prestigio diplomatico all'estero, minato da ben due invasioni della penisola coreana e dall'inserimento nello scenario cinese.
    Il 25 Luglio 1536 un lutto colpì la corte di Kyoto e tutto il Giappone: gli araldi in tutto l'Impero annunciarono la scomparsa di Yoshikatsu Isshiki, l'eroico ammiraglio che era stato il fautore della vittoria nella Battaglia delle Isole Seto, combattuta circa quattordici anni prima.
    Morte di Yoshikatsy Isshiki.jpg
    In suo onore, Ujihisa I fece costruire una sorta di mausoleo nella regione di Satsuma, che si affacciava sul mare in cui venne combattutta quella storica battaglia (importante perché spezzò 40 anni di dominio navale coreano).
    Chiusa la triste parentesi, gli anni '30 del XVI secolo trascorsero tutto sommato in tranquillità, nonostante qualche agitazione da parte dei mercanti per dei motivi non meglio definiti (malcontento che ebbe ripercussioni sulle attività commerciali).
    In ogni caso, lo scenario commerciale era destinato a cambiare per sempre di lì a poco. Il ceto mercantile cominciò a fare pressioni per acquisire titoli nobiliari e terre da parte dello Shogun, che li accontentò, portando così alla formazione di una singolare classe di nobili-mercanti (in Europa, invece i nobili rifiutavano con sdegno le attività mercantili).
    Tecnologia amministrativa 7.jpg
    Ujihisa cominciò a maturare l'idea di acquisire nuovi spazi commerciali, soprattutto in funzione anti-mongola, dal momento che l'Orda Oirat da più di vent'anni controllava l'intero commercio cinese e tibetano. Il piano era quello di occupare terre scarsamente abitate per sfruttarne le risorse e di proteggere le nuove rotte che si sarebbero create con la potente marina giapponese.
    Nel 1539 lo Shogun emanò un editto con il quale diede il permesso ai nobili-mercanti di intraprendere spedizioni esplorative, a patto che lo Stato avesse l'ultima parola sull'occupazione di nuove terre e sulla gestione delle nuove rotte commerciali.
    Idee sull\'esplorazione.jpg
    Non bisognò aspettare molto prima che un gruppo di coraggiosi coloni fosse pronto per una spedizione. Restava solo da decidere l'area verso cui indirizzarsi e la scelta cadde verso l'isola di Hokkaido. Geograficamente era dirimpettaia al Giappone, ma culturalmente era abitata da popolazioni molto diverse per lingua e tradizioni. Era considerata sostanzialmente terra di nessuno, dal momento che le popolazioni locali erano organizzate in tribù indipendenti.
    La spedizione partì nel Settembre del 1539 ed arrivò sull'isola circa un mese dopo, camminando tra le prime nevi del nord del Giappone. Venne fondato il primo insediamento giapponese nei pressi della costa; i nativi si rivelarono pacifici, ma mantennero un certo distacco dai coloni giapponesi.
    Avventure coloniali.jpg
    Agli inizi degli anni '40 il Giappone controllava il 45% del commercio mondiale di porcellana, surclassando gli stessi Cinesi che pure ne erano i maggiori produttori, e il tesoro arrivò a sfiorare i 2.000 yen; l'inflazione si arrestò sull'1,38%.
    Le forze armate contavano 31.000 uomini pronti a combattere, oltre che una base di reclutamenti di 27.000 persone, e i primi rudimentali pezzi d'artiglieria. La marina contava 35 navi, di cui almeno 5 pesantemente corazzate (il Giappone era l'unico a possederle).

    Mappa 1541.jpg
    Il mondo il 1 Gennaio 1541
    La Manciuria sembrava destinata a sparire per sempre, ed invece ha brillantemente colto l'occasione per riprendersi, riconquistando alcuni territori.
    Continua la lotta senza quartiere nella Cina dei Tre Regni: nessuna fazione riesce a prevalere e gli Zhou sembrano in difficoltà, sommersi da rivolte e malcontento popolare. I Ming non contano quasi più nulla e il vecchio Celeste Impero è diventato ormai l'ombra di sé stesso. Grande momento per gli Shun che stanno conducendo ben due guerre contemporaneamente (contro la Corea e contro gli Zhou).
    I nomadi delle steppe sempre pericolosi, ma sembra che abbiano rallentato con le conquiste.
     
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  4. Carlos V

    Carlos V

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    Fine del regno di Ujihisa I

    Gli ultimi anni del regno di Ujihisa I non videro alcuna guerra, ma una straordinaria vitalità commerciale e coloniale. Nel 1541 i monaci dell'importante monastero di Tottori, posto sulla cima di una montagna con una splendida vista sul mare, invitarono il sovrano a visitare il luogo di culto e a fare un'offerta.
    Ujihisa, nonostante non fosse più giovanissimo, si incamminò in pellegrinaggio verso il monastero, recando con sé una discreta somma di denaro, sacchi pieni di riso e rotoli di stoffe. La generosità dello Shogun venne raccontata in tutto il Giappone.
    Visita a un tempio.jpg
    Nello stesso anno, i coloni che si erano stanziati a Shiribeshi, nell'isola di Hokkaido, scoprirono che le acque del nord del Giappone erano molto pescose.
    Le merci di Shiribeshi.jpg
    Il 1 Novembre 1542 un nuovo evento sconvolse lo scenario politico cinese: una crisi aveva colpito gli Zhou, facendo dilagare il malcontento tra la popolazione e una parte della nobiltà terriera; al culmine di questa crisi alcuni nobili proclamarono la secessione e fondarono il nuovo regno di Xi, eleggendo come sovrano (che assunse anche lui il titolo di Imperatore) un certo Qiyu I Zheng.
    Il neonato regno strinse subito un'alleanza con la decadente Corea. La Cina si ritrovò così divisa in ben quattro stati, tutti che si proclamano eredi legittimi del Celeste Impero (il Giappone riconosceva, però sempre i Ming come gli unici legittimi sovrani). Per la Cina era iniziato il periodo dei Quattro Regni.
    Qiyu I Zheng.jpg
    Nel frattempo venivano fatti nuovi progressi in campo militare: la difussione sempre più massiccia di rudimentali fucili (non archibugi, bensì bocche di fuoco di calibro leggero), rese sempre più obsoleti gli arcieri. Ujihisa propose quindi una collaborazione più stretta tra i fanti armati di picca e quelli dotati di polvere da sparo, inquadrandoli in un'unica formazione a quadrato che attaccava il nemico con picche e fucili.
    Tecnologia militare 8.jpg
    Negli anni '40 l'entusiamo per la colonizzazione di Hokkaido si diffuse tra la popolazione, desiderosa di abbandonare le campagne e i piccoli borghi in cui aveva sempre vissuto per costruirsi una nuova vita in terre lontane e selvagge. L'isola di Hokkaido venne vista quindi come una grande opportunità per lanciarsi nel mondo del commercio e per acquisire a prezzi irrisori grandi appezzamenti di terreno; un numero sempre maggiore di persone fece i bagagli ed abbandonò i propri centri abitati per imbarcarsi sulle navi dirette a nord.
    Corsa alle colonie.jpg
    Con il passare del tempo, la colonia di Shiribeshi divenne un centro autonomo e i nativi vennero integrati tra i coloni, adottando lo stile di vita e la lingua giapponese, oltre che la religiose Shintoista. Una nuova colonia venne fondata a Tokachi, occupando così una porzione sempre maggiore dell'isola e per fornire nuove terre alla sorprendente ondata di colonizzatori.
    Ujihisa, però non poté assistere agli sviluppi di questo processo, perché morì il 16 Marzo 1547 all'età di 54 anni, dopo aver regnato sul Giappone per ben 34 anni (fu il regno più logenvo fino a quel momento). Il figlio, Hidehito, salì al trono ormai trentenne e senza un erede per assicurare la successione. A complicare le cose, ci fu una sollevazione da parte di un nobile che reclamò dei diritti sul titolo di Shogun. Questa rivolta, forse causata dalle complesse trame dinastiche intessute da Ujihisa tutto questo tempo, colse tutti di sorpresa.
    Hidehito I sale al trono.jpg
    Intorno alla metà del '500 la tensione cominciava a salire in Oriente, con la Cina divisa in quattro fazioni agguerrite, con la Corea desiderosa di recuperare l'antica gloria e con i nomadi che tornavano ad incutere timore con le loro incursioni dalla Siberia al Tibet.
    L\'estremo Oriente negli anni \'40 del \'500.jpg
    L'Estremo Oriente negli anni '40 del XVI secolo
     
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    Ultima modifica: 7 Ottobre 2013
  5. alberto90

    alberto90

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    Ah bè, con 4 regni la Cina è messa ben male. credo possa diventare una preda relativamente facile ....
     
  6. Carlos V

    Carlos V

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    Hidehito I Kan'in (16 Marzo 1547 - 4 Gennaio 1564)
    Segno zodiacale: Pesci
    ADM 3 DIP 4 MIL 3


    [​IMG]
    Ritratto dello Shogun Hidehito I eseguito su carta di riso
    Hidehito salì al potere quando aveva 33 anni: da un lato fu uno svantaggio perché le aspettive di vita non erano molto lunghe e c'era l'urgenza di dare un erede allo Shogunato, dall'altro aveva potuto assistere suo padre Ujihisa negli affari di governo e in battaglia, accumulando così un'esperienza politico-militare non comune.
    Egli si mise subito a capo delle truppe per sconfiggere il ribelle Ieshige Yamauchi, un signorotto locale abbastanza influente che reclamava per sé il titolo di Shogun, forte del sostegno di 4.000 samurai. L'esercito imperiale sbarcò sull'isola di Kyushu e lo sconfisse dopo una veloce battaglia e delle perdite irrisorie. Yamauchi venne imprigionato e successivamente giustiziato a Kyoto per alto tradimento.
    Sconfitta di Ieshige.jpg
    Palazzo Imperiale di Kyoto, Giugno 1547
    Hidehito era seduto sul tatami, tenendo in mano una tazza di porcellana piena di thé verde. Osservava il suo viso riflesso sulla superficie della bevanda e pensava a quanto fosse stata instabile la sua salita al potere. Si chiedeva, alla luce della ribellione di Yamauchi, se poteva fidarsi di tutti i suoi collaboratori.
    Venne distolto dai suoi pensieri dall'arrivo di Naniwa, il nuovo capo del Loto Blu nominato da su padre Ujihisa prima che lasciasse questo mondo. Il capospia si sedette sul tatami e si versò del thé in una tazza rimasta vuota; solo lui poteva permettersi certi atteggiamenti informali con lo Shogun, essendo i due amici di vecchia data.
    Hidehito chiese: - Ancora notizie sulla ribellione? -
    - Dopo la morte di Yamauchi i suoi seguaci si sono dati alla fuga - rispose Naniwa posando la teiera sul tappeto - ne abbiamo arrestati un paio ieri mentre tentavano di imbarcarsi sulla prima nave per la Cina. -
    Hidehito bevve un sorso fissando il vuoto: - Ma qualcuno sarà sicuramente già fuggito in Cina. Non i samurai, però, i superstiti della battaglia hanno eseguito tutti il seppuku. -
    - Abbiamo dato alle fiamme il castello di Yamauchi - riprese Naniwa comprenendo la disapprovazione del suo signore - ma ci siamo assicurati che almeno la servitù si mettesse in salvo prima di appiccare il fuoco. -
    Hidehito terminò di bere il suo thé e disse: - Molto bene. Dobbiamo lanciare un segnale forte a tutti i dissidenti. Ti confindo che nessuno dei membri della corte di mio padre mi ispira fiducia. Arriverà il giorno in cui li sostituirò tutti con gente più affidabile. -


    Dopo aver chiuso questa parentesi, Hidehito promosse una riforma in ambito navale, con la quale istituì delle vere e proprie scuole di navigazione in tutto il regno. L'obiettivo era quello di fornire ai marinai un'educazione nautica completa, senza che venisse affidata (come spesso accadeva) all'improvvisazione o agli insegnamenti dei pochi lupi di mare (che spesso tramandavano le loro conoscenze solo a figli e nipoti).
    Tecnologia diplomatica 7.jpg
    Nel 1548 i coloni stanziati a Tokachi riferirono notizia che anche le acque di quella regione erano eccellenti per le attività ittiche. I pescatori dissero che si poteva pescare salmone e gamberi di ottima qualità.
    Le merci di Tokachi.jpg
    Terza Guerra Coreana (8 Gennaio 1549 - 11 Maggio 1550)
    Hidehito mise i ninja del clan del Loto Blu al lavoro per costruire delle rivendicazioni sulla Corea del nord, contesa anche dagli Shun e dalla Manciuria. I ninja si rivelarono a dire il vero piuttosto maldestri e si fecero scoprire diverse volte, causando una crisi diplomatica non solo con la Corea, ma anche con gli stessi Shun.
    Ad ogni modo, l'8 Gennaio 1549 Hidehito fu in grado di dare una nuova motivazione all'invasione della Corea. Per il conflitto furono mobilitati 21.000 uomini, contro i 4.000 di cui disponeva il sovrano coreano. Le truppe nemiche vennero rapidamente sbaragliate nei pressi della capitale coreana, Hanseong.
    Il resto dell'anno passò ad assediare le fortezze nemiche nella Corea del nord, che vennero prese per fame grazie all'azione congiunta di un blocco navale lungo entrambe le sponde della penisola.
    L'ultima roccaforte si arrese nel Maggio del 1550. Il giorno 11 dello stesso mese Hidehito convocò al monastero di Tottori i delegati coreani per fimare la pace: il trattato stabiliva che l'intera Corea del nord venisse annessa al Giappone, che la Corea avrebbe pagato un tributo di 42 yen e che avrebbe rinunciato ai suoi diritti sulla parte centro-meridionale della penisola.
    Fu una guerra abbastanza lineare, segno che ormai la Corea era completamente in balìa delle nazioni straniere. La capitale Hanseong divenne una sorta di enclave in mezzo ai domini giapponesi.
    Pace con la Corea.jpg
    Intorno alla metà del '500 sempre più gente abbandonava le campagne per cercare di costrursi una vita in città. I centri urbani attiravano i contadini per via delle grandi opportunità di lavoro, legate soprattutto al commercio e alla navigazione. Erano molto rischiesti anche dei buoni fabbri che sapessero produrre dei cannoni, visto che Hidehito aveva raddoppiato il numero di pezzi d'artiglieria nei ranghi dell'esercito.
    Insieme a ciò, cresceva la preoccupazione per la mancanza di un erede. Hidehito si avvicinava alla soglia dei quarant'anni e ancora non aveva figli. Era sposato da circa dieci anni con una nobildonna cinese, ma Hidehito non provava alcun interesse per lei, preferendo dedicarsi ai divertimenti con gli amici e all'arte (era un discreto pittore). Gli venne persino proposto di adottare come erede legittimo un lontano cugino, ma egli rifiutò.
    Crescita delle città.jpg
    Comunque, il matrimonio venne consumato (sicuramente per via delle pressioni della corte) e il 21 Ottobre 1551 nacque il piccolo Ietsuna Kan'in, assicurando così un erede allo Shogunato.
    Ietsuna Kan\'in.jpg
    Agli inizi degli anni '50 il Giappone cominciava a destare le attenzione dei Cinesi. Superata ormai la fase della minaccia coreana, sembrava che il nuovo pericolo per l'Oriente arrivasse proprio dai Giapponesi. I quattro regni cinesi continuavano a lottare tra loro per la supremzia, ma gli equilibri diplomatici avrebbero potuto cambiare molto presto.
    Il Giappone nel 1551.jpg
    Domini giapponesi nel 1551
     
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    Ultima modifica: 9 Novembre 2013
  7. Carlos V

    Carlos V

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    Hidehito I Kan'in
    II Parte

    Gli anni '50 furono un periodo di grandi cambiamenti in politica estera, tanto che Hidehito si ritrovò di fronte ad uno scenario politico e diplomatico molto diverso rispetto a quello con cui aveva dovuto confrontarsi suo padre.
    Tanto per cominciare, il nuovo decennio vide la piena accettazione della cultura coreana come parte integrante del regno: fu un riconoscimento importante, perché stabilì la parità tra sudditi giapponesi e sudditi coreani (prima i Coreani erano considerati cittadini di serie B o comunque come un popolo sottomesso).
    La cultura coreana.jpg
    Sempre nello stesso periodo, l'ultimo lembo di terra di Hokkaido ancora rimasto libero, Kamikawa, venne occupato dai coloni giapponesi, completando così la colonizzazione dell'isola. Successivamente giunse a Kyoto la notizia che in generale le acque settentrionali erano ricche di banchi di pesce e che Hokkaido sarebbe diventato quasi sicuramente il maggior produttore di pesce del Giappone (su Honshu l'attività maggiore era invece la raccolta del riso). Insomma, non era l'isola in sé a fornire ricchezze, ma le acque che la circondavano.
    Le merci di Kamikawa.jpg
    Intorno alla metà del '500 accadde un evento che ruppe per sempre gli equilibri in Oriente e concluse pure una fase storica millennaria: la scomparsa del Celeste Impero.
    Dopo una serie di incessanti lotte tra i quattro regni cinesi, i Ming si erano visti sottrarre vasti territori dai loro avversari, tanto da finire confinati nelle regioni montuose della Cina interna (se si fa eccezione per le poche enclavi sulla costa). Il re degli Shun, un guerrafondaio con manie di grandezza, decise di far scomparire per sempre l'ultimo residuo della dinastia Ming e agli inizi degli anni '50 mosse guerra contro di loro.

    [​IMG]
    La Città Proibita era il simbolo del potere degli Imperatori Ming
    I Ming fecero quello che poterono per resistere agli invasori, ma la superiorità degli Shun era schiacciante. La Città Proibita a Pechino venne data alle fiamme (l'Imperatore riuscì a fuggire prima dell'arrivo delle truppe nemiche), come pure il Palazzo d'Estate che sorgeva nei pressi di Hangzou.
    Il 3 Agosto 1554 l'Imperatore venne catturato dopo che l'ultima fortezza imperiale era stata espugnata. Il re degli Shun fu magnanimo con lui, risparmiandolo, ma lo constrinse a cedergli tutti i suoi territori. Il Celeste Impero scompariva così dalle mappe, chiudendo una fase storica molto importante per la Cina.
    L\'Oriente dopo la scomparsa dei Ming.jpg
    L'Estremo Oriente il 3 Agosto 1554, dopo la scomparsa dell'Impero Cinese
    Il re degli Shun non pareva ancora sazio di conquiste e mosse subito guerra alla Corea, approfittando di un conflitto in corso tra la Corea e la Manciuria. Da parte della Manciuria era una guerra legittima (la riconquista dei vecchi territori), ma da parte degli Shun fu un'ingerenza immotivata.
    Le truppe Shun occuparono e diedero alle fiamme buona parte della capitale coreana Hanseong, risparmiando solo i templi (i Coreani seguivano infatti gli insegnamenti di Confucio, esattamente come i Cinesi).

    Il Giappone venne toccato personalmente da questi avvenimenti quando un ambiasciatore Shun si presentò a Kyoto comunicano che l'alleanza con il Giappone era ufficialmente terminata. Poco dopo, la delegazione Shun in città (che ci viveva ormai da più di trent'anni) fece i bagagli e lasciò il Giappone.
    Hidehito fu molto risentito per questo atteggiamento e si guardò intorno alla ricerca di nuovi alleati. Non dovette aspettare molto prima che gli Xi gli proponessero un patto d'alleanza. All'epoca il regno Xi era retto da un consiglio di reggenti, essendo morto il vecchio sovrano Qiyu I (tra l'altro fondatore del regno) ed avendo il figlioletto Zi appena 4 anni.

    [​IMG]
    Ritratto di Qiyu I Zheng (1542-1552), fondatore del regno degli Xi
    Le riforme in campo navale operate da Hidehito sortirono subito i loro effetti, in particolare sul lato tecnico-organizzativo: venne creato un sistema di immagazzinamento delle merci molto più efficiente rispetto al passato e vennero introdotte nuove strutture nei porti, come i bacini di carenaggio.
    I nuovi magazzini erano gestiti dallo Stato e dai mercanti e vi si potevano conservare le merci con più facilità (prima le merci si tenevano in casa) e gli stessi magazzini divennero i punti di partenza per le catene di distribuzione; i bacini di carenaggio consentivano riparazioni più rapide e più facili per le imbarcazioni.
    Tecnologia diplomatica 8.jpg
    Hidehito si circondò a corte di valenti consiglieri, in particolare sostituì i vecchi collaboratori di suo padre con altri a lui più graditi. Inoltre tendeva a preferire gente che amasse le innovazioni, le arti e la scienza, piuttosto che persone legate alle tradizioni o ai vecchi costumi (c'era ancora chi rifiutava la polvere da sparo, bollandola come arma disonorevole). Solo il vecchio maestro Ieyoshi Ogasawara, rispettata e venerata guida spirituale del monastero di Himeji, ormai ottantenne, rimase al suo posto. Hidehito lo ammirava e amava conversare con lui; data la sua età era uno dei pochi ad aver conosciuto di persona Sumimoto I, il grande condottiero che unì il Giappone cinquant'anni prima e nonno di Hidehito.
    Membri della corte di Hidehito.jpg
    I membri più importanti della corte di Hidehito, tra cui il maestro Ogasawara, di 79 anni
     
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    Carlos V

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    Hidehito I Kan'in
    III Parte

    Il 1557 si aprì con la completa colonizzazione dell'isola di Hokkaido e con la creazione di comunità autosufficienti dedite in gran parte alla pesca. La popolazione dell'isola contava oltre 3.000 Giapponesi e circa 1.500 nativi, ormai completamente integrati nella cultura nipponica tanto nei costumi quanto nelle pratiche religiose.
    Ora nuove risorse potevano essere investite per occupare altre terre.

    Palazzo di Kyoto, Gennaio 1557
    Hidehito aveva riunito i suoi consiglieri in una sala ornata da affreschi con tigri e dragoni, da enormi vasi di porcellana e da un paio di incensieri che diffondevano il profumo in tutti gli ambienti del castello, oltrepassando le fragili porte di carta e legno scorrevoli.
    Lo Shogun fece cenno a Yamato di parlare. Quest'ultimo non se lo fece ripetere ed espose il suo punto di vista: - Ieri ho incontrato la Corporazione del Mercanti e riteniamo che la scelta migliore sia occupare l'isola di Formosa. Potrebbe essere un buon trampolino di lancio verso le rotte delle Isole delle Spezie. -
    Un altro consigliere, vestito con un elegante kimono bianco, fece una smorfia di disapprovazione: - Formosa è troppo lontana e fuori dai nostri interessi. Puntiamo verso le Isole Kurili, piuttosto. -
    Yamato guardò il suo collega con aria di sfida: - Perchè? Quale vantaggio ci porterebbero le Kurili? -
    I consiglieri presenti nella sala, una decina in tutto, cominciarono a mormorare. Hidehito li osserava senza proferire parola, come era solito fare: ascoltava i pareri di tutti, ma spettava a lui l'ultima parola. Semplicemente prese una tazza di thé in mezzo a quel vociare indistinto e la bevve lentamente.
    Improvvisamente fece la sua comparsa nella sala l'anziano Ieyoshi Ogasawara, il maestro zen del rinomato monsatero di Himeji. Si sosteneva sul suo bastone di legno e presto avrebbe raggiunto il traguardo degli 80 anni di età.
    Tutti si alzarono in piedi, persino Hidehito che verso quell'uomo provava un profondo senso di riverenza. Lo Shogun invitò l'anziano maestro a prendere posto sul tatami e li porse una tazza di thé. Tutti osservarono Ieyoshi, evidentemente in attesa di una sua parola.
    Il maestro esordì: - Non c'è tranquillità in questa sala. Litigate per terre e denaro, mentre quest'inverno non abbiamo potuto distribuire il riso a molte persone. -
    Hidehito era imbarazzato: - Maestro, ho ordinato personalmente di destinare un quarto delle riserve nazionali di riso agli elemosinieri dei monasteri. -
    Yamato colse al volo l'occasione: - L'isola di Formosa è nota per le sue piantagioni di riso sui fianchi delle montagne. -
    Hidehito sorrise: - Sì, me ne hanno parlato. Intere montagne coperte di terrazzamenti. Ho deciso. Reclameremo l'isola di Formosa per il Giappone e metà del riso prodotto lì andrà direttamente ai monasteri. -

    Prima Guerra Cinese
    17 Luglio 1557 - 15 Maggio 1560

    I ninja del clan del Loto Blu riuscirono a creare delle rivendicazioni su alcuni territori costieri cinesi senza venire scoperti; il momento più pericoloso fu l'attraversamento del confine tra i territori Shun e la Manciuria, quando i ninja furono costretti ad eliminare alcune guardie per poter passare indisturbati attraverso la frontiera.
    Hidehito utilizzò prontamente questi documenti falsi per muovere guerra agli Shun; il 17 Luglio 1557 venne inviata la dichiarazione di guerra al sovrano cinese, che a dire il vero non fu molto stupito, dal momento che la guerra era nell'aria già da tempo.

    Il regno di Xi, alleato con il Giappone e acerrimo nemico degli Shun (da cui si erano separati tempo prima), scese in campo a fianco dello Shogun nella speranza di rosicchiare qualche territorio. Il rapporto di forze era tutto a vantaggio degli aggressori, grazie a circa 50.000 uomini in armi contro i 17.000 degli Shun.
    Fu la prima volta che Giappone e Cina incrociarono le spade.
    I Giapponesi mossero all'attacco partendo prima dalla città di Hebei, unico possedimento nipponico in Cina, e poi organizzarono due sbarchi a Shandong in modo da prendere possesso della costa fin dalle prime fasi del conflitto. Le fortezze costiere furono espugnate nel giro di un anno, grazie ad un efficace blocco navale in tutto il Mar Giallo; nel 1558 i Giapponesi controllavano la costa da Pechino quasi fino ad Hangzhou (l'odierna Shangai) ed entrambe le rive del fiume Giallo.

    I problemi si ebbero nella marcia verso l'entroterra. Gli Shun, dopo un'offensiva fallita nei territori Xi, avevano radunato nel truppe più a nord nei pressi di Handan, dove i Giapponesi aveva appena cominciato l'assedio alla città. Hidehito, temendo che gli Shun potessero rafforzarsi troppo nelle regioni interne, ordinò un assalto alle mura delle centro abitato. L'assalto fallì e gli Shun colsero questo momento di debolezza per attaccare gli assedianti.
    L'esercito giapponese, già provato dalle marce nel fango e sotto la pioggia battente e demoralizzato dalla diffusione di un'epidemia, venne salvato solo dall'intervento di un altro contingente.
    Quando la città di Handan venne espugnata, Hidehito si vendicò per il fallimento dell'assalto di pochi mesi prima, massacrando i restanti 500 uomini della gurnigione e dando alle fiamme templi e archivi.

    Nel 1559 la marcia nell'entroterra proseguì più facilmente, complice un'azione audace degli Xi, che avevano respinto le truppe nemiche fin oltre la regione del Sichuan Pendi (quasi ai confini con il Tibet), dando così tempo al Giappone di organizzare gli assedi nella Cina settentrionale. Pechino, la vecchia capitale degli ormai scomparsi Ming, venne occupata quell'anno e Hidehito in persona si recò a visitare i resti della Città Proibita.
    La flotta giapponese inflisse una dura sconfitta a quella cinese nel Mar Giallo, riuscendo anche a catturare una galea nemica con tutto il suo equipaggio di rematori.

    Dopo tre anni di conflitto, le parti in causa erano pronte a sedersi al tavolo della pace. Furono proprio gli Shun a farsi avanti, inviando degli ambasciatori presso l'accampamento di Hidehito. La pace venne firmata il 15 Maggio 1560 nella tenda dello Shogun: al Giappone andavano la penisola di Shandong e le città di Pechino e Handan. Gli Shun rinunciavano ad ogni diritto sulle terre conquistate dai Giapponesi e pagavano un tributo di ben 105 yen.
    Hidehito tornò a Kyoto trionfante, benché la guerra avesse costato al Giappone più di 100 yen, più di 6.000 morti ed una drastica riduzione dei commerci nell'area.
    Pace tra Giappone e Shun.jpg
    Durante la guerra la tecnologia militare fece passi in avanti. Benché i tre regni Cinesi fossero complessivamente più avanzati, anche le truppe giapponesi poterono beneficiare di qualche progresso intorno alla metà del XVI secolo.
    La diffusione sempre più massiccia dell'artiglieria durante gli assedi impose una revisione delle strutture difensive: i vecchi castelli feudali di legno e pietra non erano in grado di resistere ai colpi di cannone e pertanto alcuni architetti di corte progettarono un innovativo forte a stella. Si trattava di una struttura difensiva in grado di ridurre al minimo i danni dell'artiglieria, grazie alla conformazione delle mura, ai materiali utilizzati e alla presenza di elementi aggiuntivi come i contrafforti.
    Anche la cavalleria compì qualche progresso (concretizzato, però a guerra ormai terminata), con l'introduzione di un cavaliere sul modello di quelli mongoli, armato sia di katana che di yumi, un arco di bambù affidabile e resistente con una grande gittata e potenza di tiro.
    Tecnologia militare 9.jpg

    [​IMG]
    Fanteria con gli yumi, l'arco di bambù che il Giappone cominciò ad utilizzare dalla metà del '500

    L'isola di Formosa vide una crescita economica senza pari. Dopo l'arrivo dei primi coloni giapponesi i nativi, inizialmente ostili, cominciarono pian piano ad imparare a convivere con gli stranieri. L'incontro tra le due culture produsse due effetti significativi. Innanzitutto i coloni scoprirono che i nativi fabbricavano una porcellana di grande qualità e con motivi decorativi molto originali, composti prevalentemente da piante e fiori.
    Le merci di Taiwan.jpg
    Il secondo effetto fu l'istituzione delle "coltivazioni collettive", chiamate in Giappone Shūdan sakumotsu. I coloni giapponesi cominciarono ad assumere i nativi affinché lavorassero nei loro appezzamenti di terreno, quasi tutti terrazzati lungo i fianchi delle colline. Per i coloni questa manodopera a basso costo costituiva un vantaggio non indifferente: potevano pagarli in derrate alimentari piuttosto che in denaro e la grande disponibilità di braccia (c'erano almeno 6.000 nativi in tutta l'isola) garantiva una pratica agricola intensiva, potendo i braccianti alternarsi nei lavori nel fondo di uno stesso padrone.
    L'isola ebbe un boom di produzione di riso, soia e porcellana di tipo "Fiorito", che cominciava ad abbellire le case dei nobili giapponesi insieme ai più classici vasi del periodo rinascimentale (tipo "Faunistico" e "Mitologico").
    Sistema delle Encomienda.jpg
    Il 5 Agosto 1560, poco dopo la fine della guerra in Cina, l'anziano maestro Ieyoshi Ogasawara si spense all'età di 83 anni, dopo aver partecipato alla vita di corte per quasi quarant'anni. Era una delle ultime persone rimaste in vita ad aver conosciuto di persona Sumimoto il Grande.
    Morte di Ieyoshi Ogasawara.jpg
    E così alla fine le tensioni che covavano in Cina sono esplose in tutta la loro violenza, sfociando nel primo conflitto sino-giapponese della storia. La diplomazia internazionale era ambigua, incerta se appoggiare il Giappone contro il tiranno di turno (l'Impero Coreano, gli Shun, gli Zhou) o se arginare la sua lenta, ma costante espansione.
    Da parte sua, il Giappone non aveva fatto mistero di avere ambizioni imperialistiche nel Mar Giallo, ma seppe muoversi con grande accortezza nel precario equilibrio politico cinese, tanto che dopo la guerra lo Shogun riconobbe il regno di Xi come unico e legittimo rappresentate del popolo cinese. Era una mossa abilmente calcolata: da una parte saldava l'alleanza tra Giappone e Xi e dall'altra faceva intendere che il Giappone non volesse sottomettere l'intera Cina, ma lasciarla alla guida di una fazione ben precisa.
    Altri eventi degni di nota sono la definitiva vittoria della Manciuria contro la Corea, che riuscì a vendicare le umiliazioni subite decenni prima, e un nuovo balletto di alleanze con la creazione di una improbabile lega Shun-Manciuria.
    Estremo Oriente del 1561.jpg
    L'Estremo Oriente il 1 Gennaio 1561
     
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    Ultima modifica: 26 Ottobre 2013
  9. alberto90

    alberto90

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    Sempre ottimo, se ho capito intendi fare in modo che gli XI prendano possesso della Cina in modo da coprirti le spalle?
     
  10. Carlos V

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    L'obiettivo è in realtà fare in modo che in Cina permanga un equilibrio tra le fazioni. Prima ero alleato degli Shun contro gli Zhou, ora sono stato alleato degli Xi contro gli Shun. ;) I Cinesi sembrano incapaci di risolvere i loro problemi interni senza farsi aiutare da qualche potenza straniera e semplicemente sto cercando di sfruttare a mio vantaggio i loro battibecchi.
    Gli Xi mi saranno d'aiuto sia contro gli Shun che contro gli Zhou, per cui non mi dispiacerebbe se diventassero, alla fine, la fazione dominante. Più che altro mi piacerebbe avere le spalle coperte dai nomadi, il loro impero va dal Tibet al Kazhakistan, poco ci manca che arrivino in Russia.
     
  11. alberto90

    alberto90

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    Eh si allora ti conviene tenerteli buoni e magari fare qualche matrimonio dinastico con loro. Comunque cerca anche altri alleati in oriente, magari i manchu ....
     
  12. Carlos V

    Carlos V

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    Fine del regno di Hidehito I

    Gli ultimi anni del regno di Hidehito trascorsero in relativa tranquillità, senza alcuna guerra e con una progressiva distensione delle relazioni internazionali.

    Nel Gennaio del 1562 lo Shogun, quasi cinquantenne, mise a segno un altro colpo: dopo anni di pressioni diplomatiche e regali di vario tipo, il Daimyo del Clan Imagawa (rimasto indipendente dall'epoca Sengoku) rinunciò al titolo militare che la sua famiglia possedeva da generazioni e consegnò il suo feudo nelle mani di Hidehito, che lo acquisì e lo integrò nel resto del regno. L'ultimo Daimyo venne invitato a condurre una vita sfarzosa da cortigiano a Kyoto, mentre le strutture feudali a lui fedeli venivano pian piano sostituite dal governo centrale. Restava quindi un solo clan, quello degli Uesugi, ancora indipendente.
    Annessione degli Imagawa.jpg
    Lo stesso anno si ebbe anche una grande rivolta a Pechino contro l'occupazione giapponese; i rivoltosi, 9.000 uomini armati in totale, si facevano chiamare i "Guerrieri Liberi" e diedero di fatto il nome a questa sollevazione. La "Rivolta dei Guerrieri Liberi" venne rapidamente stroncata sul nascere grazie al contingente giapponese di 10.000 uomini presenti nella vecchia capitale cinese. I superstiti malconci si diedero alla fuga nella vicina provincia di Liaoxi, di proprietà dei nomadi delle steppe, dove vennero infine brutalmente annientati.

    L'anno seguente, il 1563, l'erede allo Shogunato, Ietsuna, venne colpito da una grave malattia. Il giovanissimo erede aveva forti colpi di tosse, nausea e un colorito pallido e passava gran parte del tempo a letto. Hidehito decise di far venire a corte il miglior medico del Giappone, che aveva studiato per anni la medicina tradizionale cinese direttamente nei luoghi in cui veniva praticata.
    Il medico somministrò a Ietsuna un infuso di erbe rare, provienienti dalla Cina, dall'India e persino dal lontano Borneo. Restò a palazzo il tempo necessario per osservare gli effetti del suo decotto e il giovane erede si rimise gradualmente in sesto, tanto che una settimana dopo era già in perfetta forma ed ansioso di riprendere gli esercizi di arti marziali.
    Il medico presentò la sua parcella allo Shogun: 72 yen e mezzo tra prestazione medica, costi di viaggio per arrivare a Kyoto e costi per le erbe rare d'importazione. Nonostante la cifra, che avrebbe reso ricco qualsiasi uomo nel Giappone (si calcola che un palazzo nobiliare valesse intorno ai 50 yen), lo Shogun fu ben felice di pagare.
    Malattia di Ietsuna.jpg
    Tra le altre cose che fece Hidehito nei suoi ultimi anni di vita, ci fu l'invio di funzionari nell'isola di Hokkaido per creare un primo nucleo di amministrazione e l'emanazione di un editto con il quale la Corea (o meglio ciò che ne restava) era dichiarata protettorato giapponese.
    A Kyoto degna di nota fu l'introduzione, per la prima volta nel Giappone, di un servizio di riscossione delle tasse gestito da funzionari qualificati, esperti in materia di economia e diritto (prima era gestito da gente che usava molta discrezionalità nel proprio lavoro).


    [​IMG]
    Statua in bronzo che raffigura Hidehito I realizzata nel 1568, quattro anni dopo la morte dello Shogun
    E' possibile ammirarla oggi nel Parco Centrale di Tokyo


    Il 4 Gennaio 1564 lo Shogun Hidehito I Kan'in si spense all'età di 50 anni, per complicazioni di una malattia di cui soffriva già da alcuni anni e contro cui nessun medico poteva fare nulla. Venne sepolto a Kyoto in un mausoleo a lui dedicato e il corteo funebre marciò tra due ali di folla e tra la neve che si era accumulata lungo le strade.
    Lasciava la moglie Kujiko, di quattro anni più giovane di lui, e il figlio Ietsuna, di 12 anni, futuro ed unico erede allo Shogunato; il governo del regno venne assunto da un Consiglio di reggenti in cui forte era l'influenza del capo del Clan del Loto Blu.
    Dopo la cerimonia funebre, un notaio qualificato lesse il suo testamento alla presenza di famigliari, amici e collaboratori: lo Shogun (primo caso nella storia giapponese) donava interamente il suo patrimonio personale, che contava quasi 76 yen oltre a diverse proprietà immobiliari, al Giappone. Alla moglie e al figlio venne assegnata una pensione finché quest'ultimo non avesse assunto il governo. Tutti restarono sorpresi tanto per l'evento inusuale quanto per l'entità delle ricchezze personali dello Shogun, che venivano considerate molto più elevate.
    Morte di Hidehito.jpg
    Alla morte dello Shogun il Giappone ha:
    - il 4° esercito più grande al mondo (34.000 uomini)
    - la 4° flotta più grande al mondo (38 navi, di cui 8 pesanti)
    - un patrimonio di circa 3000 yen
     
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  13. Carlos V

    Carlos V

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    Consiglio di Reggenza (4 Gennaio 1564 - 21 Ottobre 1566)
    ADM 0 DIP 3 MIL 3


    In attesa che l'erede allo Shogunato compiesse la maggiore età, il governo venne tenuto da un Consiglio di reggenti formato sostanzialmente dall'entourage di Hidehito. Questi consiglieri, ben abituati a vivere nel lusso, erano dediti più alle arti marziali e agli intrighi diplomatici, che all'amministrazione del regno e gli effetti di questo malgoverno si fecero sentire presto.
    Durante la reggenza, un periodo già difficile da affrontare, si ebbe il cosidetto "Bienno di fuoco", cioè gli anni 1565-1566 che videro l'esplosione di rivolte in tutto il Giappone e che rivelarono le profonde contraddizioni di un regno salito alla ribalta in poco meno di un secolo.

    Prima che il "Biennio di fuoco" divampasse in tutta la sua violenza, il Giappone ricevette una visita inaspettata: alcuni mercanti stranieri, dai modi strani e dai costumi bizzarri, sbarcarono nel porto di Naniwa. Non capivano il giapponese ed anche la loro scrittura era incomprensibile; dicevano di venire dal "Portogallo" e dall'"Olanda" ma tutti ignoravano dove potessero mai trovarsi queste terre.
    Gli stranieri chiamavano il Giappone "Cipango" e la Cina "Catai" e mostravano ai Giapponesi che si erano radunati nel porto una mappa del mondo, indicando di volta in volta le varie località che erano menzionate.
    I mercanti erano interessati in particolare alla porcellana, al thé e alle spezie, in cambio offrivano stoffe, ceramiche ed armi da fuoco. Insieme a loro, imbarcati sulle navi, c'erano cartografi, studiosi della natura e missionari cristiani. I Giapponesi li osservavano con stupore e curiosità; il Consiglio mantenne un atteggiamento passivo, non sapendo come comportarsi con i nuovi arrivati.
    Commercio occidentale.jpg

    [​IMG]
    Questo dipinto giapponese su carta mostra l'arrivo dei commercianti portghesi (1570 ca.)
    Gli altri regni approfittarono della reggenza in Giappone per perseguire i loro scopi senza la paura di essere aggrediti da questa potenza emergente. Gli Xi nel 1565 dichiararono guerra agli Zhou con il chiaro obiettivo di espandersi, ma senza chiamare in causa il Giappone (forse con la paura che potesse acquisire terre nel corso del conflitto); la Corea furbescamente si alleò con gli Xi (alleati del Giappone!) ed ottenne una garanzia da futuri attacchi.
    Il Consiglio decise di sostenere ugualmente gli Xi nei loro progetti e approvarono un piano di finanziamento di 2 yen al mese per 1 anno; la copertura finanziaria era valida solo in caso di guerra, quindi in caso di pace anticipata gli Xi avrebbero perso il diritto a quei finanziamenti.
    Sussidi agli Xi.jpg
    La colonia di Formosa divenne autosufficiente e i circa 6000 indigeni lì presenti vennero integrati nella società giapponese acquisendo gli stessi diritti dei coloni. Questo pose di fatto fine al sistema dell "coltivazioni collettive" e il boom economico dell'isola risultò solo una breve parentesi; adesso ogni abitante di Formosa, autoctono o giapponese che fosse, aveva il suo podere personale.
    Il Consiglio dei reggenti decise di indirizzare gli sforzi coloniali verso l'arcipelago delle Isole Kurili, a nord-est di Hokkaido, che vennero occupate poco dopo da un primo nucleo di colonizzatori.

    Nel 1565 scoppiò la prima rivolta che aprì il "Biennio di fuoco": un certo Biao Cheng, aristocratico cinese imparentato con la famiglia dei Ming, radunò un esercito di 4000 uomini e cinse d'assedio la città di Hebei.
    La rivolta venne stroncata rapidamente da un contingente presente sul territorio cinese e Biao Cheng venne giustiziato in piazza.

    Il 1566 si aprì con un altro grave episodio di rivolta. L'8 Gennaio i contadini di Tokachi e i coloni appena arrivati alle Isole Kurili presero le armi e si rivoltarono contro il governo, ammassando un totale di 4000 uomini. Gli uni e gli altri chiedevano una riduzione delle tasse e protestavano anche contro lo sfarzo ostentato dai reggenti nella corte di Kyoto, per nulla interessanti a governare il Giappone.
    Anche se furono questi due gruppi a prendere effettivamente le armi, la situazione era in realtà tesa in tutto il regno: il malgoverno dei reggenti aveva portato inefficienza, corruzione dilagante e aumento della criminalità; le fratture esistenti nella società giapponese, tanto nella religione (minoranze di Confuciani e Buddhisti) quanto nella cultura (Coreani e Cinesi da tempo assoggettati) avevano inasprito i conflitti sociali.
    La mancanza di una figura-guida aveva fatto il resto, facendo esplodere il calderone.
    Rivolta per le tasse.jpg
    I contadini di Tokachi si arresero da soli; dopo aver cinto d'assedio per qualche mese la città costiera, essendo sprovvisti di artiglieria, abbandonarono i loro progetti e si dispersero.
    I coloni inviati a nord furono, invece, più tenaci: dopo aver occupato le Isole Kurili (che non avevano alcuna guarnigione militare) sbarcarono sull'isola di Hokkaido. Ma il Consiglio di reggenza aveva preso in mano la situazione e un contingente di ben 11.000 uomini, partito dalla Cina in cui svolgeva compiti di presidio, venne inviato sull'isola, dove li sconfisse facilmente.
    Il governo dichiarò le Isole Kurili sicure e predispose l'invio di nuovi coloni per continuare l'occupazione di quelle terre, le nuove spedizioni sbarcarono quindi non appena terminò la situazione d'emergenza. Gli indigeni delle Kurili, tranquilli e pacifici, non vennero coinvolti in alcun modo in queste dinamiche.

    Nello stesso anno, in estate, scoppiò l'ennesima rivolta, questa volta in Corea. Un gruppo di nobili coreani radunò un esercito di 4000 uomini e mise a ferro e fuoco le regioni centrali della penisola, non lontano tra l'altra dalla capitale coreana ancora indipendente.
    Il contingente si trovava ancora ad Hokkaido quando espolse la rivolta e venne in tutta fretta nuovamente imbarcato per fronteggiare questi disordini. Arrivato in Corea agli inizi della stagione autunnale, sconfisse i rivoltosi con molta facilità. I capi della rivolta vennero giustiziati nel cortile di una caserma.
    Quest'ultima rivolta pose fine al "Biennio di fuoco".

    Il 21 Ottobre 1566 Ietsuna I Kan'in compì 15 anni e fu quindi pronto per assumere la guida dello Shogunato. La cerimonia di investitura fu volutamente celebrata con sobrietà, dal momento che si voleva inviare al popolo un messaggio di cambiamento, lasciandosi alle spalle gli sfarzi della corte rinascimentale, tanti odiati dalla popolazione. Come erede venne designato Fusahito Kan'in, un bambino di appena 5 anni cugino dello Shogun.
    Ietsuna I Kan\'in.jpg

    [​IMG]
    Vaso di tipo "Fiorito", uno stile importato da Taiwan intorno alla metà del '500 e diventato rapidamente di moda in Giappone. La produzione di porcellane ebbe un brusco calo dal 1566-1567 per via dei richiami alla sobrietà.
     
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    Ultima modifica: 10 Novembre 2013
  14. andry2806

    andry2806

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    Ottimo AAR!:)
     
  15. Carlos V

    Carlos V

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    Ietsuna I "il Navigatore" Kan'in (21 Ottobre 1566 - 7 Settembre 1574)
    Segno zodiacale: Scorpione
    ADM 3 DIP 3 MIL 3

    [​IMG]
    Ritratto dello Shogun Iestuna I Kan'in (olio su tela, 1567)

    [​IMG]L'Età delle Esplorazioni[​IMG]
    Quando Ietsuna Kan'in venne insignito del titolo di Shogun aveva solo 15 anni: nonostante la giovanissima età aveva certamente le idee molto chiare su come avrebbe guidato il Giappone.
    Egli decise di abbandonare la politica orientata alla Cina dei suoi predecessori e rimase anzi affascinato dal misterioso "grande mare" che si estendeva a est dell'arcipelago nipponico. Per i Giapponesi, l'Oceano Pacifico era fonte di fascino, ma anche di pericolo: era il mare da cui venivano i famigerati tsunami, le onde anomale alte decine di metri che si abbattevano sui villaggi costieri, ed era anche il mare popolato da pericolose creature marine, narrate nei miti e nei racconti dei vecchi marinai. Nessuno si sarebbe mai avventurato in quelle acque sconosciute.
    Ietsuna era invece cresciuto all'interno dei circolo dei saggi che risiedeva a corte ed era perciò entrato in contatto con una corrente filosofica più razionalistica, nata ai primi del '500 con lo studio della natura su basi scientifiche. Dopo mezzo secolo di elaborazioni teoriche, i tempi erano maturi per rompere i vecchi schemi e lo Shogun prese seriamente in considerazione l'idea di esplorare il "grande mare".
    Nel 1567 emanò un editto (in realtà un pacchetto di leggi) con il quale invitava gli uomini più coraggiosi del regno a partecipare alla spedizione esplorativa, che però non aveva ancora una comandante. L'editto introduceva anche il sistema Tosen-bugyo, cioè un insieme di controlli statali sulla circolazione delle merci e sul cambio delle valute, allo scopo di evitare frodi e contrabbando.
    Conquista del Nuovo Mondo.jpg
    Pochi mesi più tardi, il comandante della spedizione venne trovato: un commodoro che aveva servito nella marina giapponese per circa vent'anni di nome Kotohido Oda. Ietsuna Kan'in gli conferì il titolo di Ammiraglio e lo pose al comando di una nave di grossa stazza, la Nagato Manu, con cui avrebbe condotto la spedizione.
    Pur con qualche difficoltà, nel corso del 1567 il governo riuscì a reclutare alcune decine di uomini per la spedizione, promettendo loro denaro e benefici per le famiglie, come sgravi fiscali.
    La spedizione partì così dal porto di Owari il 10 Ottobre 1567; la nave venne salutata da una folla festante che si era assiepata lungo le banchine e dallo stesso Shogun che si era recato nel piccolo borgo costiero a rendere omaggio ai marinai.
    Kotohido Oda.jpg

    La spedizione navigò verso est e raggiunse le Isole Midway nella tarda estate, a fine Agosto. La navigazione era resa difficile dalla mancaza di punti di riferimento all'orizzonte, anche se a bordo della nave era presente una bussola cinese. Kotohido Oda si aiutò principalmente con lo studio delle stelle.
    Le isole non vennero esplorate e probabilmente non ci fu nemmeno un contatto con le popolazioni indigene che vi risiedevano, ma fu tracciata una mappa abbastanza dettagliata delle nuove terre. La spedizione fece ritorno a casa, imbattendosi anche in una tempesta. La nave, pesantemente danneggiata dalla lunga navigazione e dalle intemperie, attraccò al porto di Mutsu sotto lo sguardo stupito della gente.
    La notizia giunse rapidamente alla corte di Kyoto e Ietsuna, entusiasta, invitò Kotohido Oda nella capitale. L'ammiraglio venne accolto come un eroe e in suo onore si tennero dei festeggiamenti per tre giorni, oltre che una rappresentazione teatrale in stile kabuki che narrava il suo epico viaggio.
    [​IMG]
    La nave Nagato Manu arriva al porto di Mutsu nell'autunno del 1568
    Inebriati dal successo (che non aveva, però, ancora alcun risvolto pratico) Ietsuna si affrettò a preparare una seconda spedizione, questa volta scegliendo una rotta più settentrionale, all'altezza delle Isole Kurili.
    La spedizione partì nel 1569 dal porto di Mutsu e si ritrovò a navigare in acque più turbolente e fredde e per giunta senza avvistare alcuna terra. Il 3 Dicembre 1569 la nave, che stava attraversando la corrente del Pacifico nord-equatoriale, affondò in una tempesta e con essa finirono in mare i circa 200 uomini dell'equipaggio e lo stesso Kotohido Oda.
    Kotohido Oda spedizione fallita.jpg

    Ma Ietsuna non si occupò solo della navigazione: promosse un'importante politica edilizia facendo costruire degli innovativi forti a stella sia a Kyoto che a Naniwa, ordinò la costruzione di strutture portuali a Owari e Mutsu, complete di darsene per la riparazione delle navi in vista di future spedizioni.
    La acque intorno alle Isole Kurili erano ricche di pesce e questo diede slancò all'economia della colonia, allora in costante crescita. Da segnalare anche un aumento delle nascite in seguito ai buoni raccolti del 1568 e una maggiore stabilità politica (dopo il Biennio di Fuoco che aveva afflitto la reggenza) dovuta ad interventi in difesa delle classi meno abbienti.
    La merce delle Kurili.jpg

    Infine, il 21 Dicembre 1569 accadde un evento destinato a cambiare la storia giapponese: la popolazione di Hwanghae, in Corea (ma sotto dominio nipponico), si convertì al Cattolicesimo sotto l'influsso dei missionari europei che da tempo stavano cominciando ad affluire nel regno. L'attività missionaria era una diretta conseguenza dell'apertura al commercio con gli Occidentali. Ietsuna accolse la notizia con neutralità, proseguendo nell'ideale della tolleranza come colla per tenere unito un impero così eterogeneo.
    Prima conversione al cattolicesimo.jpg
     
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  16. andry2806

    andry2806

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    esplorazioni nel Pacifico??? Vogliamo l'America giapponese!!!:rage::)
     
  17. deRennes

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    Bellissimo AAR...continua?
    Anche io voglio l'America Giapponese! (Amo l'antistoricità)
     
  18. alberto90

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    Finalmente ... mi mancava la storia del Giappone ...
     
  19. Carlos V

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    Grazie a tutti per gli apprezzamenti! :)
    L'AAR continua, purtroppo in maniera discontinua a causa dei miei impegni, ma c'è comunque la volontà di portarlo a termine.

    Le navi nel Pacifico colano a picco dopo una breve tratta, perciò vorrei scoprire un modello di nave più avanzato, ma accumulare i punti usando il Giappone è una noia assurda e mi servono per tante altre cose.
     
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  20. andry2806

    andry2806

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    prova a conquistare i manciu e comincia a colonizzare la Siberia. Così, tanto per ammazzare il tempo.:D
     

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