Per chi non l'avesse mai vista prima, segnalo questa interessante pagina sullo stress da combattimento (alcuni passaggi sulle diverse esperienze nelle diverse guerre sono molto interessanti) http://www.globalsecurity.org/military/ops/battle.htm e con tra l'altro questo interessante diagramma PS : per chi non l'avesse mai letto, consiglio vivamente l'omonimo libro di Keegan "The Face of the Battle" (anche in italiano)
i romani conoscevano già questo fattore inventando la "mutatio" che permetteva di portare via gli uomini sulla via della rottura dalla prima linea
a) "Green Soldiers" b) "Experienced Veterans" c) "Overstressed Veteran" Quando gli storici (molti, se non quasi tutti) analizzano le performance delle forze alleate (US+UK) vs le forze tedesche nella II metà della IIGM, difficilmente tengono conto (oltre ai fattori noti : superiorità aerea, logistica, ecc.ecc.) che i primi erano a+b mentre i secondi erano soprattutto a+c
si è iniziato a studiare lo stress della battaglia in tutti i suoi aspetti medici durante la IWW, praticamente il primo conflitto in cui i soldati venivano mandati alle retrovie in appositi centri sanitari e si sono riscontrate turbe psichiche e comportamenti vari di personalità devastate. In parte erano casi veri di infermità mentale mentre in altri casi erano persone che per sfuggire al rientro al fronte effettuavano gesti di autolesionismo e simulazione di pazzia...
Ricordo un articolo del Corriere di un paio d'anni fa in cui si faceva notare come il numero dei suicidi a causa dello stress fosse in rapido aumento tra le fila dell'esercito USA, impegnato in Irak e Afghanistan. Diceva che i suicidi stavano per superare le morti in battaglia (o l'aveva superato, non ricordo bene). Se poi si consideravano i soldati in congedo (soldati che erano stati in almeno uno dei 2 teatri di guerra) allora il numero aumentava ancora di più. Ciao
penso che uno dei fattori dello "stress" sia anche quello dell'atto di uccidere stesso, è risaputo che in passato la mira dei soldati era imprecisa e a parte una particolare educazione ideologica aumentava lo stress con il contatto ravvicinato visivo del nemico mentre l'esatto contrario avveniva per chi tirava da lontano sopratutto i piloti di bombardieri e addetti all'artiglieria. Recentemente si discute sul fatto che le generazioni più giovani "richiano" di superare lo shock dell'assassinio nella abitudine videoludica ( da qualche anno in USA si vuole integrare videogames nell'addestramento ).
Uno psicologo americano diceva il contrario. Secondo lui era molto più difficile uccidere "prima", quando eri in corpo a corpo con il nemico. Ora che basta premere un bottone avanza molto la depersonalizzazione del nemico
era quello che intendevo l'atto di uccidere in sè non è naturale e quello che ti spinge a farlo, a parte la propaganda, è l'istinto di "uccidi o sarai ucciso" anche se più delle volte era il panico e l'istinto di fuga tantè che bastava mandare in formazioni minacciose per scompaginare le file nemiche senza sparare nemmeno un colpo...
Per chi è interesato ad un documento "corposo" (94 pg) in materia consiglio in pdf USMC Combat Stress FM 90-44 www.au.af.mil/au/awc/awcgate/usmc edit : il link non funziona - boh ?! - comunque via google si trova facilmente
Molto interessante, mi chiedo, non essendo uno psichiatra, se secondo voi la condizione c è reversibile in b, sarebbe possibile per veterani affetti da DPTS,dopo appropriate cure farmacologiche e non rientrare nella categoria b?