Le leggi internazionali e la lotta anti-partigiana nella WW2

Discussione in 'Età Contemporanea' iniziata da Armilio, 7 Settembre 2009.

  1. Armilio

    Armilio

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    Vorrei sapere come durante la ww2 il diritto bellico/qualche convenzione regolasse la lotta contro della popolazione civile in rivolta. Cioè se già allora si cercava di fare un distinguo tra terrorista/civile in armi (quindi non avente diritto al rispetto delle leggi di guerra) e guerrigliero (visto come combattente), e se nel primo caso se questi effettuavano attacchi contro delle truppe c'era veramente il "diritto di rappresaglia" sulla popolazione, e se sì, da che legge veniva dato questo diritto e fino a che punizione si poteva arrivare.

    P.s: Sò già che una certa lettura politica di questa discussione potrebbe attirare litigi rosso vs nero e cose varie, quindi ve lo dico già da ora: Flamer, pussate via! :contratto:
     
  2. PanzerAlex

    PanzerAlex

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    per lo status di combattente bisognava avere questi requisiti ( convenzione dell'aja 1907 )
    Art 1.
    Le leggi, i diritti e i doveri della guerra non si applicano soltanto all�esercito, ma anche alle milizie e ai corpi di volontari che riuniscano le seguenti condizioni:
    1° di avere alla loro testa una persona responsabile dei propri subordinati;
    2° di avere un segno distintivo fisso e riconoscibile a distanza;
    3° di portare le armi apertamente
    4° di conformarsi nelle loro operazioni alle leggi e agli usi della guerra.

    Art. 2
    La popolazione di un territorio non occupato che, all'avvicinarsi del nemico, prende spontaneamente le armi per combattere le truppe d'invasione senza aver avuto il tempo di organizzarsi in conformità dell'articolo 1, sarà considerata come belligerante se essa porta le armi apertamente e se rispetta le leggi e gli usi della guerra.

    chiunque rispettava ciò doveva essere riconosciuto in caso di arresto come prigioniero di guerra ( in realtà nessuno ha mai attuato questo )

    http://www.studiperlapace.it/view_news_html?news_id=20041031202458
     
  3. Armilio

    Armilio

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    Sì, ma mi sembra non chiarisca il caso di volontari combattenti su territorio già occupato.

    P.s: Sto facendo volutamente le pulci... :contratto:
     
  4. Wolf

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    Mi pare che fossero in tal caso considerati terroristi.Infatti i tedeschi non consideravano i partigiani italiani come guerriglieri o miliziani e gli atti di sabotaggio erano visti come veri e propri attentati terroristici.
     
  5. GyJeX

    GyJeX

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    è del 1907, che pretendi ?? pensa che metteva dei limiti assurdi ai bombardamenti aerei... Harris penso usasse questa carta per usi igienici...
     
  6. ange2222

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    Se non sbaglio (cosa probabile) l'unico caso di "corpo franco" riconosciuto durante la guerra dovrebbe essere il caso dei polacchi insorti a Varsavia.

    Se sbaglio perdonatemi, sono un giovane fanciullo!
     
  7. PanzerAlex

    PanzerAlex

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    Per Resistenza italiana (chiamata anche Resistenza partigiana o più semplicemente Resistenza) si intende l'opposizione, militare o anche soltanto politica, condotta nell'ambito della seconda guerra mondiale contro l'invasione dell'Italia da parte della Germania nazista e nei confronti degli occupanti e della Repubblica Sociale Italiana da parte di liberi individui.....

    a mio parere si può parlare di vera guerriglia partigiana solo dopo l'armistizio e conseguente invasione militare da parte della germania.
    quindi in questo caso l'insurrezione partigiana sarebbe legittima.
    in ogni caso , essendo la cosa soggettiva , ognuno la interpreta a proprio modo e quindi non si può dare un giudizio definitivo .
     
  8. Invernomuto

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    Il problema fondamentale è la riconoscibilità.
    Se indossi un uniforme (o cmq un segno di riconoscimento), puoi in teoria rientrare nello status di combattente (che poi nessuno lo riconoscesse è un altro discorso, qui parliamo di stato di diritto). Se non la indossi, non puoi chiedere l'applicazione del diritto militare. In linea di massima, direi che è abbastanza sensato.

    Un saluto
     
  9. PanzerAlex

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    in questo caso l'articolo 2 parla chiaro.
    se l'aggressione è inaspettata la riconoscibilità è tralasciabile.
    ovviamente non potevano farsi le divise ( già è tanto se avevano le armi ).
    in ogni caso portavano i fazzoletti al collo.
     
  10. Invernomuto

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    Sì d'accordo.
    Ma appunto non si parla solo di divise (segni di riconoscimento) e l'applicazione dell'articolo 2 è abbastanza circoscritto nell'utilizzo. Non credo che tu ti possa appellare all'articolo 2 dopo anni di occupazione nemica...

    Un saluto
     
  11. Armilio

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    Quel che considerano i tedeschi non è il massimo dell'affidabilità...

    Sì ma visto che c'è e che quando fa comodo lo si tira fuori...


    Riconosciuto da chi? dai paesi nemici di quel "corpo franco" o da tutti i paesi?

    I partigiani portavano, in molti casi, fazzoletti o cose simili come segno di riconoscimento, credo che bastassero. O no?

    La cosa che più mi lascia perplesso è il fatto che nell'articolo 2 specifica "territorio non occupato", come se in quelli occupati non fosse legittimo, oppure che fosse legittimo ma solo con una divisa (ma che senso avrebbe fare un distinguo del genere?), e il 4° punto del primo articolo che non ho capito bene a cosa si riferisce... Insomma, se per lui azioni di guerriglia partigiani entrano completamente negli usi e costumi della guerra.

    P.s: Qualcosa sul "diritto di rappresaglia"?
     
  12. PanzerAlex

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    come ho già detto portavano i fazzoletti al collo con il colore rosso o azzurro.
    in ogni caso si parla di insurrezione partigiana solo dopo l armistizio e la conseguente occupazione nazista.
    prima la sovranità sull italia era del regno di Italia e non dei tedeschi.
     
  13. PanzerAlex

    PanzerAlex

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    credo che la differenza sia l obbiettivo della guerriglia.
    se la guerriglia è diretto contro un esercito a mio parere è legittimo , se invece è diretto contro i civili si parla di terrorismo ....
    questo però è un mio parere personale
     
  14. ange2222

    ange2222

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    che non condivido!

    è guerriglia se la faccio, è terrorismo se lo fa il mio nemico.
    In genere funziona così
     
  15. Piccolo Messe

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    Penso che il caso della Resistenza italiana, possa rientrare nei casi di guerriglia legittima, in quanto le brigate avevano una struttura di comando ben definita.. anche se in realtà vennero trattate come semplici terroristi.
     
  16. Armilio

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    Vabbè, questo a livello di opinione pubblica/processi farsa. Qui stiamo cercando di parlare di diritto in un ambito che di diritto ne rispetta poco...
     
  17. PanzerAlex

    PanzerAlex

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    non capisco cosa intendi con questa frase....
    la guerriglia è contro i militari il terrorismo contro i civili ... chiunque la faccia
    per esempio un palestinese che fa saltare un carro israeliano è un guerrigliero. un palestinese che fa saltare un autobus è un terrorista.

    dizionario treccani:
    guerriglia guerrìglia s. f. [dallo spagn. guerrilla (dim. di guerra «guerra»), che indicava però un reparto di truppe leggere o una banda di irregolari incaricati di esplorare i movimenti del nemico, o di attaccarlo con azioni di sorpresa e di disturbo]. – Particolare tattica di guerra, condotta, con specifica conoscenza delle condizioni ambientali, da parte di formazioni di limitata entità, per lo più irregolari, contro le truppe regolari dello stesso stato o di uno stato estero, allo scopo di abbattere il regime costituito o protestare contro di esso, o anche di liberare il paese dallo straniero che lo occupa; si sviluppa con imboscate, attentati, sabotaggi, attacchi di sorpresa e conseguenti brevi scontri, generalmente effettuati in zone montane, boscose o impervie, che sono particolarmente favorevoli allo spostamento rapido di piccole formazioni: fare la g.; azione di guerriglia; g. urbana, quella effettuata da piccoli gruppi in città, in genere contro le forze di polizia (v. urbano).

    terrorismo terrorismo L’uso di violenza illegittima, finalizzata a incutere terrore nei membri di una collettività organizzata e a destabilizzarne o restaurarne l’ordine, mediante azioni quali attentati, rapimenti, dirottamenti di aerei e sim.; possono farvi ricorso sia gruppi, movimenti o formazioni di vario genere (ma anche individui isolati), che vogliono conseguire mutamenti radicali del quadro politico-istituzionale, sia apparati, istituzionali o deviati, di governo interessati a reprimere il dissenso interno e a impedire particolari sviluppi politici
     
  18. Invernomuto

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    Si sta parlando di diritto militare internazionale.
    Come poi questo venga applicato è un altro discorso, ciò non toglie che esistano delle regole. Su tali regole verte la discussione. Non andiamo OT, grazie.
     
  19. Mikhail Mengsk

    Mikhail Mengsk

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    Il diritto di rappresaglia credo fosse riconosciuto in caso di attentati definiti terroristici. Mi fa un po' ridere questa normativa applicata a una guerra di annientamento come la WW2, a voi no? :asd:
     
  20. stciaram

    stciaram

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    ...da quello che so io effettivamente gli insorti di varsavia furono trattati come prigioneri di guerra, il che nel 1944 non significava necessariamente un comportamento "umano" o secondo la convenzione di ginevra. certo è che però il comandante le truppe che dovevano reprimere la rivolta fu fucilato dai tedeschi per..."crimini di guerra" alla fine della rivolta. Ci sono tanti episodi strani nella parte finale della 2^ GM.


    Quanto al discorso che i terroristi si distinguano dai guerriglieri per gli obiettivi in realtà non è così pacifico. Se, come nel caso Israele in Cisgiordania vi è una occupazione militare attuata con l'insediamento di popolazione civile etnicamente diversa è legittima l'azione anche contro la popolazione civile che applica l'occupazione? Capisco la delicatezza, ma sollevo il problema tecnico-giuridico, non morale o etico che comunque ne è alla base.
     

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