Guerra d'Etiopia

Discussione in 'Età Contemporanea' iniziata da TFT, 5 Agosto 2011.

  1. TFT

    TFT

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    Vedendo un documentario sulla RAI, oltre che per sentito dire, non si fa altro che far notare come la guerra d'Etiopia fosse stata impari per gli etiopi che non poterono fare niente contro gli aggressori superiori ecc. Ma era veramente così? Davvero l'esercito italiano ha vinto solo per il gas e l'incapacità etiope?

    Il documentario si smentiva: prima diceva che gli etiopi non avevano speranze, poi che invece avevano ripetutamente sconfitto gli italiani ma che questi avevano vinto solo grazie agli aerei, poi ancora che avevano vinto solo grazie ai gas.

    Dal mio punto di vista la guerra d'Etiopia è stata condotta brillantemente dagli italiani, molto meglio di qualunque campagna posteriore.

    è vero che gli etiopi avevano armi inferiori ed un addestramento inadeguato (non che il nostro fosse da meglio) ma è anche vero che giocavano in casa e l'Etiopia è un incubo logistico: montagne, deserti, vallate, colline, giungle, tutto in un unico stato.
    Inoltre c'è da dire che gli etiopi avevano il vantaggio del numero, linee di rifornimenti molto più corte, possibilità di leve di massa, di occupare per primi postazioni vantaggiose e dei consiglieri. Infatti l'Etiopia si era recentemente modernizzata comprando armi (da italiani, tedeschi e inglesi) fra cui moderni fucili, alcune antiaeree e artiglierie pesanti, nonostante fosse carente dal punto di vista dell'aviazione e dei corazzati. Il Negus era circondato da consiglieri della guerra, in particolare svedesi che da tempo lo aiutavano in questo frangente. Rilevanti anche gli investimenti delle multinazionali estere (fonte carreras).
    Infine va considerato che gli etiopi avevano il vantaggio di poter tagliare i rifornimenti italiani una volta passate le rege armate. Attacchi a cantieri edili e pali del telegrafo erano la prassi.
    Ambaradam e Maycew sono state battaglie molto agguerrite in cui gli italiani, soprattutto i comandanti, sono riusciti a giocare d'anticipo sui loro avversari (anche idioti come Badoglio).

    Quindi che ne pensate di questa guerra?
     
  2. joe99

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    come la penso io......

    Dunque, dopo aver letto il libro di Arrigo Petacco (scrittore/giornalista di cui amo i libri) "Faccetta Nera" posso dirti come la penso: io credo che l'Etiopia, se avesse adottato la tattica di guerriglia "mordi e fuggi" sarebbe riuscita ad allungare abbastanza il conflitto da costringere Mussolini a chiedere la pace; ricordiamoci che il regime, o meglio, la sua popolarità, oltre alle varie opere pubbliche, erano dovute al fatto di poter sfruttare l'orgoglio nazionale e la voglia di riscatto dopo la prima guerra mondiale e per far ciò Mussolini avrebbe dovuto conquistare in fretta l'etiopia e se il conflitto si sarebbe allungato di uno-due anni (cosa non fantascientifica conducendo assalti mirati alle linee logistiche italiane e imboscate improvvise) il regime sarebbe crollato come un castello di carte per la delusione popolare. Invece il Negus preferì un tipo di guerra tradizionale, cioè con due eserciti schierati uno di fronte all'altro e qui la superiorità tecnologica italiana (il Regio Esercito avrà fatto pena contro gli inglesi, ma gli etiopici non avevano i Matilda :D ; dopotutto parliamo sempre di Africa) fece sì che le masse etiopiche fossero spazzate via dopotutto non con tanta facilità......
     
  3. huirttps

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    In effetti gli Etiopi usarono diverse volte la tattica mordi e fuggi , con assalti ai treni dei rifornimenti , ai pali del telegrafo e alle autocolonne dell'intendenza.
    E' però anche vero che il Regio Esercito aveva schierato un grosso quantitativo di truppe , peraltro su due fronti [Graziani fece faville partendo dalla Somalia , guadagnandosi l'appellativo di Leone di Neghelli], quindi in qualche modo bisognava fermare l'avanzata italiana con scontri frontali e , in questi casi , gli africani le presero di brutto!

    Sull'armamento degli etiopi , c'è da dire che avevano una guardia reale discretamente addestrata , con fucili relativamente moderni , pezzi AA e controcarro da 37mm , gentilmente "offerti" dai nostri futuri alleati tedeschi. Poi, ovviamente, le truppe dei vari ras avevano più sciabole che fucili , ma erano anche tantissimi! Amavano lanciarsi alla carica delle file di fucilieri italiani , che finchè avevano munizioni tenevano , quando si arrivava alle armi bianche era un massacro [vedi episodio fine-ottocentesco di DeCristoforis con i 500 a Dogali]

    Infine , sulle violazioni della convenzione di ginevra , leggi proiettili dum dum , uso di gas e mutilazione dei prigionieri.

    pare che gli etiopi non avessero munizioni dum dum , ma che avessero l'abitudine di incidere una croce [per dare più penetrazione alla palla?per ragioni religiose? boh!] sulla punta dei proiettili che , all'atto pratico , creavano danni simili alle munizioni dum dum.
    Mussolini rispose con la famosa lettera in cui autorizzava all'uso di gas per rappresaglia , anche se sembra che fossero stati usati più che altro per scopi tattici , altrimenti ci sarebbe stato un cedimento di una parte del fronte nord.
    Qui se ne era già parlato

    Sui mutilamenti , questa bestiale usanza etiope ci era nota fin dai tempi di Adua .
     
  4. psycosymon

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    Incidere una croce sulla punta di un proiettile serve a farlo "eplodere" appena colpiscono il bersaglio....
     
  5. joe99

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    Si, sapevo sia sui proiettili dum-dum che sulla violenza e a volte il cannibalismo degli etiopi nei confronti degli italiani catturati....inoltre la voglia di apparire il capo di stato di un paese moderno spinsero il Negus sia a ingaggiare comandanti russi in esilio, dalla Svezia e,come hai detto tu, armi tedesche che , solo per mancanza di tempo non furono distribuite in vasta scala tra i soldati. Ricordiamo che i rapporti positivi tra l'Italia e Il Terzo Reich cominciarono soltanto dopo l'Anchluss dell'Austria, e quindi i tedeschi non avevano interesse della reazione italiana, ma un alleato etiopico per Hitler non sarebbe stato male, ricordiamoci anche che tra il 1933 e il 1938-inizi del 39' la Germania era perentoriamente da sola, e solo dopo la firma del Patto d'acciaio ebbe un alleato (nemmeno tanto sicuro, dopo l'iniziale non-belligeranza di Mussolini). Quindi in futuro Un' Asse Berlino-Addis Abeba-Tokio non sarebbe stata fantascienza......
     
  6. cecco

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    Forse se gli Etiopi avessero intrapreso fin da subito la guerriglia nei confronti degli italiani, invece di cercare la "battaglia campale" come erano avvezzi, la conquista dell'Etiopia sarebbe stata molto più difficoltosa. E' anche vero però che coordinare azioni di guerriglia avrebbe richiesto un'organizzazione tale che dubito avessero le varie tribù fedeli a Haile Selassiè
     
  7. TFT

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    Il negus sapeva bene che la guerriglia avrebbe giocato a suo favore ma non la attuò perchè:
    Il suo governo decentralizzato a favore dei vari ras e soprattutto l'esistenza di leggi tribali quali lo schiavismo lo rendevano inviso a buona parte delle tribù (famose le gesta dei cavalieri galla contro le sue truppe), ergo una guerriglia si pensava impraticabile per non partecipazione della popolazione locale e perchè facendo la guerriglia i soldati fedeli al negus sarebbero stati passati come briganti dalla popolazione.
    Questa considerazione spinse il Negus a evitare i consigli tattici dei consiglieri svedesi e tedeschi e a cercare battaglia nel Maycew, nonostante la battaglia dell'Ambaradam avesse già mostrato come gli italiani fossero nettamente superiori su tutti i fronti
     
  8. hdosbe

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    Leggetevi questo:

    Gli italiani in Africa orientale. Vol. 2, Laterza, 1986, (Mondadori 2000)

    poi proseguiamo la discussione.

    Balle le dum-dum, vero i massacri coi gas e le esecuzioni di massa di Badoglio e Graziani!
     
  9. huirttps

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    Del Boca non mi sembra il top dell'imparzialità , è celebre la polemica tra lui da una parte e i reduci dell'AOI con Montanelli dall'altra.
    Sicuramente ha messo in evidenza cose che non volevamo sapere , appunto i massacri di Graziani e Badoglio , ma minimizza o addirittura nega l'uso della stessa barbarie da parte etiope.

    Non sono poi così sicuro che siano "balle" l'uso delle pallottole dum dum.
    Da quello che ne so io gli etiopi avevano l'usanza di incidere una croce sui loro proiettili , cosa che all'atto pratico si traduceva in una esplosione del proiettile stesso all'impatto col bersaglio , cioè i nostri soldati. Questo causava danni molto simili a quelli delle munizioni proibite.
     
  10. cecco

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    a me non sembra che Del Boca minimizzi i massacri effettuati dagli Etiopi nei confronti degli Italiani, mi pare che abbia parlato ampiamente e senza problemi delle pratiche e delle torture (evirazioni, castrazioni, mutilazioni varie) che gli Etiopi erano soliti fare
     
  11. hdosbe

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    Le pratiche "non convenzionali" usate dagli etiopi, nella stragrande maggioranza dei casi, erano realizzate da bande di irregolari: i pochi italiani finiti prigionieri dell forze regolari, furono trattati con magnanimità e liberati ad Addis Abeba nei giorni dell'occupazione della stessa da parte di Badoglio (Marcia della "ferrea volontà").
     
  12. cecco

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    probabilmente il confine tra bande irregolari e forze regolari non sempre è stato ben definito
     
  13. hdosbe

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    Neppure nell'Impero Italiano d'Etiopia (vedasi le recriminazioni britanniche durante la II GM)!

    I pochi prigionieri finiti nelle mani della Gurdia Imperiale etiope, furono tutti trattati assai bene (noi, normalmente "passavamo per le armi" i ns. prigionieri etiopi!).
     
  14. cecco

    cecco

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    non mi stupisco del fatto che gli italiani non facessero prigionieri (già morivamo di fame noi, figurarsi dover sfamare masse di etiopi prigionieri) inoltre le mille entità tribali erano troppo imprevedibili, un giorno stavano con noi e il giorno dopo contro di noi...troppo inaffidabili in una logica di occupazione a lungo termine. Sul fatto delle torture poi non dimentichiamo che eravamo in guerra e che vedere i propri commilitoni mutilati smembrati e seviziati avrebbe certamente portato a compiere atti simili
     
  15. hdosbe

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    Perchè voler giustificare ad ogni costo il ns. comportamento?

    Si trattava di una guerra con almeno 50 anni di ritardo rispetto alla storia mondiale (gli altri iniziavano a decolonizzare e noi attaccavamo un paese membro della SdN)!

    Perdite italiane

    Per quanto riguarda la Guerra d'Etiopia, le statistiche fino al 31 dicembre 1936 (e quindi comprendenti oltre 6 mesi di guerriglia dopo la fine del conflitto vero e proprio) parlano di 2.317 morti per l'esercito, 1.165 della milizia, 193 dell'aeronautica, 56 della marina, 78 civili nell'eccidio del cantiere Gondrand, 453 operai e 88 uomini della marina mercantile, per un totale di 4.350 morti; di questi "solo" 2.000 caduti in combattimento, gli altri per malattia. Inoltre circa 9.000 feriti e 18.200 rimpatriati per malattia.
    Le stime sulle perdite degli ascari sono assai vaghe, da 3.000 a 4.500 morti.

    Nel complesso, gli italiani persero più uomini per malattie e incidenti che non per la guerra. Ad esempio, per quanto riguarda l'aeronautica, se si considerano solo le perdite nel periodo della campagna, i morti scendono a 160: di questi solo 40 in combattimento e 44 in incidenti aerei; lo stesso vale per gli aerei: solo 8 velivoli furono abbattuti dagli abissini, mentre ben 65 furono perduti per incidenti o avarie.

    Perdite etiopi

    Dopo la guerra, il negus Hailé Selassié fornì alla Società delle Nazioni la sua stima ufficiale di morti etiopici: 760mila. Per gli storici però è una cifra decisamente eccessiva. Secondo lo storico italiano Angelo Del Boca fra il 1890 e il 1941 morirono 450.000 fra etiopici, somali, libici ed eritrei.
    Il trattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate firmato tra la Repubblica Italiana e gli Alleati il 10 febbraio 1947, includeva il riconoscimento formale da parte italiana dell'indipendenza dell'Etiopia e il pagamento delle riparazioni di guerra nella cifra stabilita di 25 milioni di dollari. Al tempo di questo trattato, l'Etiopia ha presentato un documento proprio sui danni inflitti durante il corso dell'avventura coloniale di Mussolini. Era rivendicata la perdita di 2.000 chiese, di 525.000 case, e l'abbattimento e/o la confisca di sei milioni di bovini da carne, sette milioni di pecore e capre, un milione di cavalli e muli, 700.000 cammelli. Il conto presentato alla Commissione Economica per l'Italia ammontò a 184.746.023 sterline.

    Inoltre, le perdite umane furono quantificate dagli etiopi:
    275.000 - combattenti uccisi in azione 78.500 - patrioti uccisi durante l'occupazione (1936-1941) 17.800 - civili uccisi dai bombardamenti 30.000 - massacro del febbraio 1937 35.000 - persone decedute nei campi di concentramento 24.000 - patrioti giustiziati dalle Corti Sommarie 300.000 - persone morte per privazioni dovute alla distruzione dei loro villaggi 760.300 - TOTALE

    Dei ns. 2.000 morti, almeno un paio saranno morti in combattimento, per cui non evirati, squartati, smembrati e seviziati?

    I casi sono ridotti nella realtà a pochissimi episodi e sempre, ripeto sempre, da parte di irregolari e di ribelli.
     
  16. cecco

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    non sto giustificando, mi pare abbastanza chiaro che di porcate in AOI ne abbiamo commesse a tonnellate (perfino bombardamenti su siti contrassegnati dalla croce rossa, uso di gas, stupri ed esecuzioni sommarie) però che gli etiopi si fossero comportati in modo meno crudele e sanguinarlo non mi sento di sottoscriverlo
     
  17. TFT

    TFT

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    Ma sarà un caso che l'Etiopia, che alla fine è uscita vincente e liberata dalla WWII, abbia chiesto un conto così salato? Tutti a parlare di quanto gli italiani abbiano distrutto, però il grosso degli edifici che ci sono tutt'oggi sono di costruzione italiana, ma chissà come mai. Mi pare pure che l'attuale municipio di Addis Abeba fosse un cinema italiano!
     
  18. cecco

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    Questo è vero, i miei ci sono stati più volte ad Addis Abeba e dalle foto che ho visto mi pare che gli edifici in classico stile fascista abbondino. Sará senza dubbio vero che nel pur breve periodo di dominio italiano a livello di infrastrutture e opere architettoniche qualcosa avremo fatto. Ma questo secondo me esula un pò dal discorso dei crimini. Sul fatto del conto salato che dire.....rientra nelle naturali logiche post belliche, da sempre si chiede conto agli sconfitti
     
  19. Ammiraglio Yamamoto

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    confine molto sottile quello tra guerra convenzionale e crimini di guerra, la guerra è un brutto affare, non è mai né onorevole e né pulita. Non stiamo tanto a pensare a chi fu più sanguinario dell'altro, la storia la fanno troppo spesso i vincitori e solitamente i vinti sono i più crudeli ed i vincitori i buoni. Io credo che in nessun campo siano esistiti i "buoni" per antonomasia e in tutti i conflitti sono state commesse crudeltà, eccidi, stupri, stermini di civili, ecc.... quindi questo rimane un mero esercizio "storico" che non renderà mai giustizia a nessuno.
     
  20. cecco

    cecco

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