I delegati del Comune di Genova vengono accolti nelle stanze Imperiali, dove possono riposare dalle fatiche del lungo cammino. Il mattino seguente l'Imperatore ascolta con attenzione le parole e le proposte della Repubblica e parla in seguito con voce solenne. Genova, chiede all'Imperatore di poter battere moneta, con effige imperiale, al fine di facilitare i numerosi scambi che avvengono all'interno dei nostri mercati, e chiede inoltre che l'Autorità Imperiale faccia valere la sua voce, contro i ribelli corsi. L'Imperatore mostra vivo interesse per la situazione Italica, ma anche preoccupazioni, per le spinte centrifughe di alcuni comuni che, in tutta italia, cercano di sottrarsi dal potere Imperiale. Il Comune è comprensivo e molto attento, e le vedute dell'Imperatore non possono che convergere con quelle nostre. Genova ottiene quindi di poter battere moneta e un accesso speciale per i nostri mercanti in tutte le terre dell'Impero. Ringraziamo l'Imperatore per aver compreso i nostri problemi, e per omaggiare la nostra gloriosa Repubblica ci vengono donate pregiate reliquie provenienti dalla Terra Santa.
Il Sacro Romano Imperatore conferma il resoconto dell'incontro stillato dal comune di Genova ponendo su di esso il Sigillio Imperiale.