“In tempi di caos, non comanda chi ha il potere, ma chi ha il piano.” – Ardashir, Primo Libro della Rinascita Persiana Settaggi di gioco. Scenario 2025. Difficoltà militare: Hard Difficoltà diplomatica: Very Hard Sfere d’influenza: Attive con questi settaggi (consigliatomi su Discord da un giocatore esperto) credo sia quasi impossibile scambiare tech e blueprint. Ma vedremo. Capitolo I – Il Risveglio della Tigre Teheran, Gennaio 2025. Nel cuore del Medio Oriente, mentre il mondo osserva con diffidenza, l’Iran si risveglia. Un gigante sopito, ferito da sanzioni, guerre per procura, embargo e isolamento, ma non domato. Un popolo antico, erede di Ciro, Dario e dei sapienti di Persepoli, freme di nuovo sotto il peso della storia. Io, Comandante Supremo di Iranistan, prendo oggi le redini della Repubblica Islamica, trasfigurandola in una Potenza Rinata, fondata non solo sulla forza, ma su intelletto, tecnologia e strategia. Insieme al grande stratega ed al consiglio, risveglieremo il leone di Persia. Analisi Strategica Iniziale. Conosci il tuo nemico e conosci te stesso: in cento battaglie non sarai mai in pericolo. — Sun Tzu, L’Arte della Guerra L’Iran è un colosso regionale, ma circondato da instabilità. A nord: il Caucaso post-sovietico, fonte di attrito tra Russia e Turchia. A sud: il Golfo Persico, arteria energetica globale, chiave per il nostro dominio. A ovest: l’Iraq e la Siria, ancora preda di ricostruzione e milizie. A est: Afghanistan e Pakistan, territori caotici e imprevedibili. Donald ha appena applicato dazi alla Cina e trascinato il mondo in una situazione di incertezza e gli Usa in una spirale isolazionistica. La nostra base industriale, ci permette di costruire contemporaneamente 5 unità di terra (Russia 34), 1 di aria (Russia 27), 1 unità navale (Russia 10) e 4 salve missilistiche (Russia 25). Il nemico più vicino e più determinato è la Turchia. Ci odia, ci teme. E ha ragione. «Chi ha paura non dorme. Chi fa paura non deve dormire.» — Detto persiano Costruiamo immediatamente la Linea "Dario Shield", una barriera di acciaio, cemento e fuoco. Postazioni di artiglieria fissa (Gun Emplacements) nei passaggi Radar doppiati in profondità Dietro la linea: riserve mobili corazzate Da Sud, i sauditi potrebbero agire. Ma dovrebbero attraversare due deserti mortali. E noi li aspetteremo dove il sole uccide anche senza piombo. Risorse Naturali. Il nostro tesoro non è solo nella nostra anima, ma anche nel sottosuolo: Petrolio e gas naturale abbondano. Siamo seduti su mare di petrolio. Produciamo 1.500k barili al giorno. Buona base industriale, ma arretrata tecnologicamente. Giacimenti di uranio nell'area di YADZ. Esercito e Forze Armate Numerose divisioni di fanteria, ma mal equipaggiate. Missili Zelzal auto prodotti, non sembrano male. - possiamo contare sui potenti caccia Shafaq ( ???) e F-I Azarakhsh ?????) ed i potentissimi tank (Karrar ??????????): Marina debole, ma con accesso a Stretto di Hormuz AAahaaahh, scordiamoci elezioni, partiti, democrazia . Alziamo subito le tasse all'88% e tagliamo la spesa pubblica. Pareggio di bilancio. mettiamo in ricerca un radar avanzato, per arrivare a perfezionare il progetto del caccia multiruolo Saeqeh. Basteranno 10 di questi caccia per abbattere un F35? o ne serviranno 50?? vedremo. ma ricordate, nelle difficoltà potete sempre contare su qualche vero amico. Anche se tutto il mondo vi odia. Iniziamo subito ad instaurare rapporti commerciali con il Club dei Bad Guys, d'altronde, siamo dei loro. Anche in sudamerica abbiamo un fan:
Chiedo al Consiglio ed al Gran Stratega illuminazione. Le nostre spie hanno intercettato movimenti sospetti: la Turchia sta mobilitando il suo esercito. La possibilità di un conflitto imminente è concreta. Abbiamo dinanzi a noi tre strade, ciascuna pericolosa, ognuna gravida di conseguenze: Opzione I – La Mano dell’Inganno «Offri oro con la destra mentre la sinistra affila il pugnale.» — Massima persiana Inviamo doni e aiuti economici ad Ankara. Sosteniamo il regime turco con una diplomazia di miele, nel tentativo di placare l’ostilità e guadagnare tempo. Nel frattempo, completiamo la Linea, rafforziamo i radar, posizioniamo artiglieria e portiamo l’esercito a piena efficienza. Opzione II – La Via del Silenzio Armato «Colui che non mostra i suoi artigli è spesso quello che colpisce per primo.» Ignoriamo la provocazione. Proseguiamo con disciplina il nostro programma di riarmo. Prepariamo l’Iran a resistere a qualunque assalto, come muraglia silenziosa. Opzione III – La Spada Prima della Parola «Chi colpisce per primo, spesso colpisce due volte.» — Clausewitz Sferziamo per primi. Un attacco preventivo, rapido e devastante, su una zona critica del confine turco: ponte, base aerea o infrastruttura radar. Rischio: guerra totale contro un esercito numericamente e tecnologicamente superiore. Vantaggio: iniziamo il conflitto a nostro modo, al nostro tempo, sul nostro terreno. Svantaggio: saremo isolati per sempre, condannati dalla comunità internazionale.
"Obiezione, Vostro Onore!" Per una scelta decente bisognerebbe conoscere un po' meglio la situazione, a naso la prima opzione impoverisce te e arrichisce lui, risorse che finiscono per armare un tuo avversario e non te; se non è escluso per relazioni diplomatiche ormai irrecuperabili, cercherei piuttosto un accordo commerciale alla pari o quasi, sempre che il turco abbia qualcosa d'interessante da offrire... Altrimenti resterei per l'opzione 2 o -meno- 3, 2 se sei in chiara inferiorità, 3 se pensi di avere qualche speranza (che significa almeno rappporto di forza 2/1)
Concordo in linea di principio col Grande Stratega. Al momento propendo per l'opzione 2. L'opzione 1 è una possibilità ma dipende dai costi, non dobbiamo rimetterci troppo. Per la 3 penso che al momento l'inferiorità sia troppo forte, quindi meglio la 2.
Il Consiglio Supremo scelse la via: non l’oro, non il fuoco, ma il silenzio carico di acciaio. è mobilitazione generale. Viene creato il primo squadrone operativo d’élite: Battlegroup 2, sotto comando diretto del Mirage F1, simbolo dell’aria riconquistata. 2 Mig-29 – il cuore del gruppo 2 Tiger II – veloci, letali 2 F-14D Tomcat – maestosi guardiani del cielo Aerei locali – per supporto se fossimo negli anni '70, nessuno avrebbe scampo. In volo basso, tra i rilievi sabbiosi, nasce anche il primo stormo d’elicotteri d’assalto: 7 AH-1 Cobra, draghi meccanici pronti a colpire blindati e convogli. Avviata la costruzione di nuovi porti commerciali e militari su entrambi i fronti marittimi: Nord: accesso strategico al Mar Caspio, futura base navale Sud: potenziamento del controllo sullo Stretto di Hormuz, arteria globale. A sud, mettiamo in costruzione quattro imponenti siti di estrazione di petrolio e gas naturale. Il nostro messaggio al mondo è chiaro: chi vuole energia, dovrà parlare con Teheran. L'intero esercito viene spostato verso il fronte occidentale. Le immagini aeree mostrano una colonna titanica che si muove lungo le dorsali diretta ai valichi. Tra meno di due settimane, le prime batterie d’artiglieria e radar avanzati della Linea saranno operative. Proponiamo un’offerta semplice: petrolio in cambio di dollari. Accettano. ma davvero dobbiamo avere paura di loro? La Turchia è potente, ma l’Iran è profondo e antico. Abbiamo le montagne, il fuoco sotto la sabbia, ed un piano. Dall’altra parte del confine, nei corridoi del palazzo presidenziale di Ankara, un aide-de-camp consegna un dossier riservato. Erdogan sfoglia le immagini satellitari: la colonna corazzata iraniana in marcia, le postazioni d’artiglieria, i radar che brillano nel deserto. Solleva lo sguardo, impassibile. «Si stanno preparando». Ora tocca a lui scegliere.
Nell immediato, il rapporto di forza propende per loro. Ma dopo la linea difendiva.. l importante è fermare eventuale avanzata.
Il problema è che la 2 può diventare 3, se ci fosse erdogan veramente sarebbe subito 3, l'AI non so come reagisce
lo scenario 2025 parte con volatilità media, significa che le guerre scoppieranno più facilmente. simula un mondo maggiormente caotico, dopo la venuta di Trump.
Secondo me 2 diventa 3, tenendo conto che la Turchia sarà disegnata aggressiva, poi tu conosci le tue riserve
Il Paese è sotto attacco, il Gran Consiglio è nel caos! Speriamo che ora la Guida Suprema, di ritorno dal suo ritiro spirituale, sappia guidare la nazione nella giusta direzione!
Capitolo III – Il Giorno del Fuoco Teheran, Febbraio 2025 Il cielo era quieto. Poi, alle 04:17 del mattino, non lo fu più. La Turchia ci ha dichiarato guerra. I radar della Linea difensiva esplodono di segnali. I droni turchi attraversano i valichi settentrionali. L’artiglieria comincia a martellare le nostre postazioni. È l’inizio della tempesta. Temiamo ciò che ogni stratega teme: il secondo fronte. Siamo certi che sia Pakistan che Iraq stiano mobilitando l'esercito, pronti a colpirci alle spalle ed approfittare della nostra battaglia ad ovest. E così, l’Iran apre la via del denaro. Fondi neri e aiuti economici “per la stabilità regionale” vengono inviati segretamente a Baghdad e Islamabad. Uomini fidati, portatori di denaro e promesse, varcano i confini. Riusciamo a comprare tempo, i nostri analisti confermano come l'operazione abbia abbassato la probabilità di attacco del Pakistan, il vicino più temibile, dall'85% al 62%. Per ora può bastare. La Prima Ondata. Le prime ore sono terribili. Le nostre brigate di prima linea, composte in larga parte da unità obsolete, cedono rapidamente terreno sotto l’impatto brutale delle forze corazzate turche. Costrette a ripiegare, trovano riparo solo dietro la Linea difensiva, dove le postazioni d’artiglieria fissa (Gun Emplacements) sparano rallentando l’avanzata nemica. Sopravviviamo. Ma appena. E per la prima volta, vediamo con chiarezza la nostra fragilità. I nostri scienziati e ingegneri lavorano instancabilmente per avviare l’ammodernamento dell’esercito, ma il blocco tecnologico internazionale e le sanzioni ci costringono all’autarchia completa: Nessuno vuole commerciare con noi. Nessuno ci fornisce progetti. Nessuno ci tende la mano siamo soli. Il confronto diretto con un esercito addestrato secondo gli standard NATO è devastante. Nei depositi sotterranei, protetti dal cemento e dal silenzio, abbiamo centinaia di missili accumulati negli anni: Centinaia di razzi a corto raggio (fino a 150 km), adatti a saturare il fronte nord Diverse decine di missili balistici a medio raggio (500–1.000 km), pronti a colpire profondamente in Anatolia E soprattutto: 8 missili strategici con gittata di 2.000 km Le linee difensive tengono solo grazie all'ampio impiego delle batterie missilistiche a corto raggio. Ma vogliamo usare tutta la nostra potenza di fuoco. Come dimostra l’intelligence satellitare, Ankara è ben dentro il nostro raggio d’azione, così come il Bosforo, crocevia geostrategico. I rapporti dell’intelligence indicano che il distretto industriale di Ankara ospita: Il 66% della capacità bellica turca, ovvero gli stabilimenti di assemblaggio dei blindati principali Depositi di carburante, snodi ferroviari, centri logistici, e il quartier generale dell’esercito. I nostri analisti stimano che un lancio simultaneo coordinato di tutta la salva a lungo raggio potrebbe annientare l’intero distretto industriale. Se il colpo riuscisse, la Turchia sarebbe ridotta a produrre una sola unità militare per volta, e noi potremmo logorare l'esercito turco, con calma. Dal cuore dell’altopiano iranico, le rampe si alzano, Le testate colpiscono con precisione. Le fiamme si alzano visibili dallo spazio. Ankara brucia. Il centro nevralgico del complesso militare-industriale turco è paralizzato. Purtroppo, gli stabilimenti principali di assemblaggio – costruiti in profondità o sparsi in più siti – non vengono completamente annientati. I nostri missili, per quanto potenti, non bastano a ridurre a lungo termine la capacità industriale del nemico. Forse una parte sono stati intercettati. Il 66% della capacità produttiva viene sospesa, ma non cancellata. Il Comando Supremo ordina immediatamente la produzione di 5 nuovi missili balistici a lungo raggio. Erdogan non si aspettava di essere colpito in casa. La sicurezza dell’Anatolia, che credeva inviolabile, si è frantumata sotto i missili persiani. Le sue urla nel rifugio sotterraneo, raccolte da fonti interne, sono ormai leggenda. Chiuso un bunker, aggredisce i suoi fedeli battendo ripetutamente il pungo sul tavolo. Il mattino dopo, tutto l’esercito turco viene lanciato contro di noi. I nostri Mirage, Tomcat e persino i vecchi Tiger II, con supporto dei Mig-29, piombano sui turchi in ritirata, mentre provano a riorganizzarsi dopo la loro carica fallita. È una strage. I turchi perdono 90 unità contro qualche decina delle nostre. Il cielo d’Iran è nostro. Per ora. PS: Ragazzi, per ora ho dovuto abbassare la difficoltà da Very Hard a Normal, altrimenti era guerra totale con mezzo mondo: praticamente ogni nazione aveva un Casus Belli contro di me e le unità mi spazzano via. Appena stabilizzo un po’ la situazione la riporto su Hard.
Io setto sempre difficoltà normale in qualunque gioco, non mi piace avere bonus/malus o opzioni disabilitate a causa della difficoltà. Comunque, lo scenario è attualissimo, ma non capisco come mai il Pakistan ce l'abbia con te, non dovreste essere alleati? e Israele in questo scenario che ruolo assume? non gliene frega una mazza?
Hai ragione sulla difficoltà, ma giocando a normale (diplo) senza sfere di influenza, potrei diventare amico degli Usa mente invece vorrei giocare in uno scenario credibile. Lo scenario è influenzato da due fattori, la difficoltà diplomatica e la presenza o meno di sfere di influenza. Diciamo che il miglior bilanciamento si ottiene con difficoltà diplomatica difficile e sfere di influenza on. Ad inizio scenario, il Pakistan è amico, così come Iraq, mente Israele è nemico giurato. È stata la difficoltà very hard ad avere deteriorato i rapporti con i paesi amici, è per questo che ho cambiato e rimesso su normale, per poi tornare ad hard. Very hard è inverosimile, normale idem. Con rapporti deteriorati, c'era il rischio concreto che la ai del Pakistan approfittasse del mio impegno ad ovest per attaccarmi, visto che la guerra è in stallo ed il confine sguarnito. Ho comunque recuperato i rapporti con i due paesi, ora tornati amici. Penso che continuerò a giocare con hard per diplomazia e normale o hard per difficoltà militare, così da simulare il più possibile la realtà. Con le sfere di influenza attive, posso scordarmi di essere amico degli Usa e dell'occidente. La turchia è veramente un osso duro. Questa sera sono andato avanti ma, dopo aver dato fondo al mio arsenale missilistico, sono in difficoltà. Al momento Israele sta a guardare, ma è ovviamente nemico. devo stare attento anche ai sauditi.