Come detto alcuni giorni fa, vorrei spiegare brevemente i fatti legati all'intensa guerra di mina avvenuta in questa zona del Tirolo, tra il 1915 e il 1917. Qui, come altrove, gli eserciti italiano ed austriaco si resero conto della reciproca impossibilità di sfondare le linee nemiche, arroccate su irte montagne e cengie a strapiombo. Ma andiamo con ordine: all'entrata in guerra dell'Italia a fianco dell'Intesa, l'Austria-Ungheria approntò un efficace sistema difensivo lungo tutto il confine alpino (nonchè sul Carso), arretrando di alcuni chilometri rispetto al confine politico. Così facendo gli italiani si trovarono subito bloccati da queste difese ben organizzate e apparentemente insuperabili. Nell'area del Lagazuoi fu predisposto un solido sbarramento del passo Valparola, costituito dal forte Tre sassi e da innumerevoli caverne e trincee disposte lungo tutto il passo. Di contro gli italiani, dopo aver occupato Cortina d'Ampezzo e il passo Falzarego, scavarono varie trincee a dirimpetto di quelle austriache, ma non riuscirono mai a sfondare. L'azione che decise le posizioni definitive e che diede inizio alla guerra di mina, fu quella condotta da due plotoni di alpini la notte tra il 18 e 19 Ottobre 1915. Essi riuscirono ad arrampicarsi lungo la parete del Piccolo Lagazuoi (la cui cima era occupata dagli austriaci), e ad insediarsi lungo una piccola cengia posta a metà montagna e a strapiombo. Questa cengia sarà poi chiamata "Cengia Martini", in onore del coraggioso comandante di questo drappello di alpini. Molto presto questa postazione si rivelò una spina nel fianco per gli austriaci, perchè grazie ad essa gli italiani potevano prendere d'infilata le postazioni nemiche del passo Valparola, totalmente impreparate per un attacco dall'alto. In due anni, le azioni degli austriaci si concentrarono esclusivamente sul tentativo di ricacciare indietro gli alpini con ogni mezzo, che però si rivelò vano, nonostante la deflagrazione di ben quattro mine. Gli italiani resistettero e scavarono una lunga serie di gallerie di collegamento e di mina, con l'intenzione di far saltare le posizioni austriache in quota sull'Anticima. Questa guerra infernale di posizione proseguì fino all'Ottobre del 1917, quando, a seguito della disfatta di Caporetto, l'esercito italiano dovette ripiegare sulla linea del Piave e del Grappa, e quindi tutte le posizioni di quella zona furono abbandonate. Vi espongo ora la serie delle cinque mine esplose sul Lagazuoi: -1 Gennaio 1916: prima mina austriaca, con obbiettivo la distruzione della Cengia Martini facendole crollare addosso la parete sovrastante. Nessun risultato conseguito. -14 Gennaio 1917: seconda mina austriaca. Obiettivo il disturbo dei lavori di scavo italiani concentrati verso l'Anticima. Creazione di un enorme cratere che isolò definitivamente le posizioni italiane da quelle austriache. -22 Maggio 1917: terza mina austriaca, con obiettivo la distruzione della cengia. Lievi danni alle postazioni italiane. -20 Giugno 1917: mina italiana. Obiettivo la conquista dell'Anticima e penetrazione nelle linee austriache. Conquista dell'Anticima (già evacuata dagli austriaci qualche giorno prima) ma nessuno sfondamento. -16 Settembre 1917: quarta mina austriaca, con obiettivo ancora la Cengia Martini. Nessun risultato ottenuto. Questo in sintesi ciò che accadde in quella zona. Una guerra logorante combattuta più con il piccone che con il fucile.... Infine, c'è da dire che questa guerra incise molto anche sulla natura stessa della montagna. Infatti ancora oggi sono ben visibili i segni delle esposioni e le lunghe gallerie scavate dai combattenti... Spero di non aver dimenticato nulla.... Comunque, se ci sono interessati, si potrebbe approfondire l'argomento...
Su raitre è passato un bel documentario questa "battaglia", si recupera facilmente ed è molto ben fatto
Si esatto "La montagna che esplode" c'è stato su history channel un sacco di volte Prima sky grazie Bravo panzer ogni tanto qualke lezione di Prima guerra mondiiale fa bene
Oh no, ancora con questa storia... Emmaddueppalle, adesso viene Berto e vi dice, a tutti e due, che avete dei problemi di rindondanza psichica di IV grado Ma siete sicuri sia lo stesso documentario ? Perchè mi pare che i titoli di coda fossero diversi
Grazie Long Tom... Tornando al documentario, io invece ne ho visto uno simile su rete quattro (magari era lo stesso di Sky), abbastanza ben fatto, e dedicato proprio alla guerra di mina sul Lagazuoi...
NO dai.... non si guardano i documentari di storia su rete4 che spaccia per "documentari" i fil di propaganda americani della liberazione di Parigi a sostegno del fronte interno del 45..... )
se ben ricordo era quello in cui si alternavano i "racconti" dei civili di Cortina. PS: ho visto un altro documentario su sky sull'argomento, e trattava l'impatto fisiologico del clima sui combattenti. Hanno preso un giornalista, lo hanno vestito come un KaiserJager, gli hanno fatto dei test di sforzo alle quote ed alle temperature di quei posti.
Posso aggiungere che i soldati impegnati in questi scavi allucinanti furono colpiti da svariate malattie, soprattutto ai polmoni a causa della polvere che respiravano nelle gallerie poco areate, e dalla diarrea per il freddo e il cibo scadente (per non parlare del freddo). Inoltre, questo anche dopo la guerra, molti continuarono a manifestare disturbi al sistema nervoso, dovuti all'incredibile tensione a cui erano sottoposti ad ogni istante durante gli scavi (c'era sempre il pericolo che la montagna crollasse da un momento all'altro).
a proposito di tensione...durante gli scavi di "contro-mina" come diavolo facevano a sapere quando fermarsi? Questione di "orecchio"? In ogni caso...che inferno!!!
credo che l'orecchio fosse fondamentale, poi le galllerie non erano scavate a caso, c'erano fior di tecnici minerari che le progettavano.
Ho letto un libro, tempo fa...non ricordo più l'autore (figurati!!) però il titolo era "col di lana" e raccontava appunto l'interminabile battaglia per la conquista di quello sperone di roccia. Alla fine, per spazzare via gli Austriaci" si è dovuto ricorrere ad una mina sotto le loro posizioni che ha creato un vero e proprio cratere! Ma veniva usato tritolo normale oppure qualche esplosivo particolare ...lo so sono domande idiote, ma è un argomento che conosco veramente poco.
La guerra di mina portò i combattenti ad adottare vari accorgimenti per scoprire le mosse dell'avversario e rispondere di conseguenza. Naturalmente si dava molta importanza all'ascolto (grazie ad uno speciale apparecchio si potevano udire gli scavi del nemico) per scoprire le mosse o nuovi lavori. Anche l'osservazione era fondamentale: da i detriti scaricati a valle si poteva calcolare di quanto fossero avanzati i nemici in una data galleria. Ma molto spesso si occultavano i materiali di scarico, scaricandoli la notte o sotto un'abbondante nevicata, al fine di non rivelare i propri progressi al nemico. Un'altra interessante tattica era quella dell'astuzia: in alcune occasioni si scavava (in modo ben visibile) una galleria in un punto, e poi all'improvviso la si faceva deviare da un altra parte, in modo da confondere il nemico, che nel frattempo aveva già cominciato i lavori per controbattere la minaccia... Insomma, una guerra giocata sui nervi e sulla velocità di scavo, che spesso però non portò a risultati concreti... C'è da dire inoltre, che gli italiani (erano ottimi minatori) scavano con una velocità impressionante, quindi in netto vantaggio rispetto ai "colleghi" austriaci (si calcola che gli italiani riuscissero a scavare anche tre metri al giorno, mentre gli austriaci si fermavano ad un metro). Per quanto riguarda l'esplosivo si utilizzava del comune tritolo, ma in quantità tali da sbriciolare un'intera montagna.... Se ci saranno altri quesiti su questo argomento, sarò ben lieto d'approfondire...
gli italiani erano avvantaggiati perché scavavano in salita, quindi riuscivano a sgombrare i materiali con meno fatica, inoltre avevano tecnici e minatori esperti.
Si, erano sicuramente avvantaggiati da quel fattore, ed erano certamente preparati... (ma non fu comunque una passeggiata)