Ma dopo una frase del genere magari si aspetta anche di essere votata? Dire certe cose va anche contro i suoi interessi.
Comunque una cosa veramente brutta di questa campagna elettorale è stato il clima di intolleranza verso la "fazione" avversaria. Questo referendum ha dimostrato come non solo gli Italiani si dividano in tifoserie, ma anche che da ambo le parti non esistano le premesse (salvo pochi casi) per un confronto civile. L'idea dell'elettore medio è che chiunque voti in maniera diversa dalla sua sia stupido, ignorante e becero. Ho letto anche di peggio sui social in questi giorni. E pensare che potrebbero essere uno valido strumento per mettere a confronto idee di persone che nella vita reale non si potrebbero mai incontrare e/o avere occasione di parlare. E' stata un'occasione persa non solo per riformare veramente lo Stato, che pure ce ne sarebbe bisogno, ma anche per maturare una dialettica politica vivace, ma rispettosa. E che dire delle figure istituzionali, come Salvini, che hanno esultato in diretta nazionale per le dimissioni di Renzi? Lungi da me difendere il rottamatore di Firenze, ma lo schieramento del NO, tutt'altro che adagiato sugli allori, dovrebbe pensare a proporre un'alternativa al PD (per le prossime elezioni?), invece che lasciarsi andare a queste esternazioni. La frase sulla fuga di cervelli, il "Ciaone" irrispettoso nei confronti degli avversari... magari bastasse veramente un NO sulla scheda per mandare a casa (definitivamente e senza possibilità di ritorno) certi elementi politici.
Adesso ci provo anche io Questa cosa del votare di pancia e non nel merito ecc. mi sembra una stupidata, ad esempio se devo entrare nel merito della schiavitù tutto considerato i benefici economici dell'area Euro sarebbero buoni e lo Spread si abbasserebbe: poi ovviamente la gente vota di pancia perché si infastidisce per un po' di catene e non capisce quanto bene vogliamo fargli diminuendo la disoccupazione e rassicurando i mercati.
I miei disagree (e funny e dislike e quant'altro) sono sempre motivati e li dispenso cum grano salis, checché ne dica qualcuno. Nel caso in oggetto, non sussistendone i presupposti, la corte si vede costretta a rifiutare il ricorso presentato in appello.
'sta cosa del votare di pancia non l'ho mica capita, l'unica volta che ci ho provato è stato un casino: la cosa più semplice è stata far entrare la matita nell'ombelico ma tracciare una X o peggio, scrivere il nome di un candidato, è impossibile a meno di non avere una profondità dell'ombelico di almeno 8 cm. Non voto più di pancia. Col naso è meglio: se metti un dito a lato della narice dove hai infilato la matita, la puoi anche controllare meglio.
lo è stato e allo stesso tempo non lo è stato. è successo quello che è successo in UK e in USA: Renzi e il si hanno perso per quello che rappresentano. le elite liberali che hanno governato in occidente negli ultimi 40 anni, hanno perso di credibilità per l' incapacità a trovare una soluzione concreta e tangibile alla crisi. non c' entra ne destra, ne sinistra, ne centro, ne i leader, ne la costituzione o il governo in se: Draghi, la stampa, il governo, la tv spingono per il si? gente che da tempo non votava ha fatto l' esatto contrario. seguite il reddito non l' ideologia e trovate i si e i no che hanno fatto il risultato. un consapevole rifiuto.
Vi propongo una riflessione del buon Enrico Mentana. Tra le altre cose, analizza come ancora una volta il divario generazionale tra giovani e anziani sia risultato decisivo per il voto. Nel caso della Brexit, gli anziani avevano spinto per l'uscita dalla UE, trascinando gli anti-europeisti alla vittoria; nel caso del referendum italiano si è verificato l'opposto: i giovani hanno bocciato il larga misura (80%) la riforma costituzionale. Ecco un estratto del post di Mentana: "La paura di perdere il posto negli anni della crisi ha ulteriormente bloccato il mercato del lavoro, ermeticamente sigillato rispetto ai giovani. [...] Secondo tutte le analisi il voto giovanile ha affossato il Sì referendario: fosse stato per gli ultra sessantenni avrebbe vinto, scendendo fino ai quarantenni avrebbe perso onorevolmente. La frustrazione delle nuove generazioni è la stessa degli insegnanti. Se quella per il lavoro ai giovani è la grande riforma che Renzi non ha fatto, quella della scuola è la riforma che il premier ha voluto e fatto riuscendo nel capolavoro di buttarci quattro miliardi e di scontentare la gran parte dei professori, compresi i nuovi assunti. Un harakiri politico e elettorale, sapendo che gli insegnanti erano la base più ampia del bacino elettorale Pd. Come in un 68 rovesciato giovani e insegnanti hanno abbattuto il governo, ma stanno peggio di prima." Credo che sia un dato importante su cui riflettere: in tutta Europa (o quasi) si sta verificando una spaccatura generazionale fra giovani e anziani, causata principalmente dalle diverse condizioni in cui le due generazioni hanno avuto accesso al mercato del lavoro, al posto fisso, ai diritti sindacali, alle prospettive per il futuro e alla stabilità. E questo si manifesta nel voto, con due visioni completamente differenti dello stessa tema.
non tutti. ma in buona parte e sono i non benestanti che hanno fatto la differenza. dal rapporto ipsos sui flussi (ieri mi ero basato solo sulla distribuzione dei si e no provinciale, questa è solo una ulteriore conferma), con copia e incolla. " Il sì ha i suoi punti di forza nelle classi di età elevate, tra i pensionati e gli elettori con bassi titoli di studio, ma con un consenso più elevato, anche se non maggioritario, tra i laureati. In sostanza il profilo è quello, classico, dell’elettorato PD dopo la perdita dell’effetto europeo, che a sua volta riproduce il profilo dell’elettorato dell’Ulivo e prima ancora di DS e Margherita. Con tre differenze importanti: la scarsa presenza tra i ceti medi, segno di un distanziarsi di un segmento che si sente impoverito e in difficoltà, una prevalenza tra i cattolici assidui, un bassissimo appeal tra i dipendenti pubblici. Anche qui segnale di un modificarsi, oramai stabilizzato, dell’area di riferimento". "Al contrario il no è un voto giovanile, e popolare: le punte più alte sono tra i disoccupati e tra gli operai. La stessa differenziazione territoriale sottolinea questi aspetti: il voto massiccio al Sud per il no, con una partecipazione per queste zone segnatamente alta, conferma questa lettura." "È la frattura più volte sottolineata fra popolo ed élite, che abbiamo visto recentemente all’opera con la Brexit e nelle elezioni americane. I segmenti sociali più colpiti dalla crisi, le fette di elettorato deluse dalla politica del governo, hanno determinato ampiamente le sorti del voto. Senza nulla togliere agli elementi di merito, gli aspetti di disagio e rabbia sono stati prevalenti. È stato un voto sociale, non solo politico"
@Tasso ti riferisci a questo penso. Dalle slide mi pare che abbia inciso di più la disoccupazione che l'effettivo benessere.
Non sapevo che i disoccupati girassero in Ferrari mentre gli Amministratori Delegati mangiassero alla mensa dei poveri
... Nel senso che vi sono altrettanti milioni di cittadini con un lavoro ma per questo non sono dei paperoni. il basso reddito insieme ad altri fattori più presenti al sud (e Veneto) che al nord hanno portato alla vittoria del no. Non si può comprendere il voto solo con questo dato, secondo me, deve essere unito ad altri fattori. Con questo ragionamento passa come il voto degli Amministratori delegati. In verità ha ottenuto il 40%: non è possibile che sia un 40% di benestanti, lì ci saranno disoccupati e non benestanti. Si vuole credere al voto del Popolo povero che vota contro i ricchi. Ma non è così. Tra i sì vi è sicuramente una fetta, come dicevo, di non benestanti e di disoccupati. Se si guardano le slide vi sono moltissimi comuni che hanno votato no nonostante più del 20% della popolazione abbia dai 26.000 in su di reddito e disoccupazione bassa.Parma ha redditi più alti e disoccupazione minore confronto Firenze o Modena. Eppure a Parma ha vinto il no. Mi convince di più la slide che confronta il referendum con le europee scorse. Dimostra che il referendum si sia trasformato in un voto al PD di Renzi. In tal caso il PD è il primo partito d'Italia. Infatti il sì ha vinto nelle aree che si collocano come pensiero politico al centro sinistra. Non è stato nemmeno un voto degli intellettuali, per il sì: 41% laureati, 39 diplomati, 37 licenza media, 48 licenza elementare. il sì ha avuto maggior "successo" tra i dipendenti privati, le casalinghe, gli studenti e i pensionati. Tutti benestanti questi in Ferrari. Piuttosto il no ha vinto grazie alla fetta di persone che si informano solo attraverso internet: 72% insieme a chi non si informa 59% e a chi guarda solo la tv 63%.