se non altro abbiamo modi diversi di guidare la stessa nazione, io pur rimanendo nel SRI ho l'infamia che si aggira perenemmente in discesa sui 10, a parte questo non stai andando male, AUSTRIA DOMINA!
qui non è che mi stia impegnando in una partita "seria". Cioè, mi spiego meglio, se volevo fare una partita seria giocavo al MM, ma avevo voglia di una mezza wc, così ho deciso per questo. Quindi aspettatevi infamia a manetta per tutta la partita ^_^
domani farò l'AAR, per ora gustatevi questa immagine dei domini austriaci (il rosso sono i miei territori, il giallo sono quelli dei vassalli, gli altri colori stati in unione personale)
ancora vado col re d'inizio gioco!!! A breve mi sa che se non muore di suo lo faccio morire io dato che ho un buon erede
rimando la pubblicazione dell'AAR a domani: ora ce l'ho scritto su word, ma devo ancora inserire le immagini, quindi abbiate pazienza @ Bacca: Beh tu hai cominciato con Ferrara, i tempi e gli scopi finali sono diversi! E poi io finora (contrariamente al mio stile, più magnamundiano di solito) sono andato avanti a suon di guerre e matrimoni
Chronica de Historia Austriae Capitolo VI - La Spada serve Cristo se Cristo serve alla Spada 1424 - 1442 Dopo la Pace di Digione Alberto d'Austria promise per la seconda volta un lungo periodo di stabilità per il suo dominio, necessario per assestare una così veloce conquista dell'Europa. Ed effettivamente per ben 5 anni non ci furono conflitti che interessassero direttamente o meno gli Asburgo. Questo periodo di pace venne sfruttato per riformare l'amministrazione finanziaria del Dominio d'Austria, permettendo di usufruire della guida economica di una grande famiglia di banchieri tedeschi, i Fugger, che al giorno d'oggi ricoprono ancora la carica di Tesorieri Imperiali. Saggiamente i Fugger consigliarono Re Alberto perchè facesse del suo dominio una terra d'accoglienza per i Bizantini in fuga dai turchi, che avevano conquistato pochi anni prima la Città delle Città, Costantinopoli; il Re ovviamente ascoltò i suoi consiglieri, e grazie alla sua saggia decisione ci sono pervenuti manoscritti che altrimenti sarebbero caduti in mano turca e quindi distrutti: da questi testi possiamo apprendere che l'arrivo dei greci in Austria fu alla base di un vero e proprio balzo in avanti nello sviluppo della scienza, che caratterizzò il dominio Asburgico per oltre 40 anni. Il testo del giuramento a ministro del tesoro di Adolf Fugger e la legge d'immigrazione bizantina La pace però non durò oltre il 1429; l'anima profondamente guerrafondaia d'Alberto I lo imponeva. Il Duca di Baviera, a causa di un insulto diretto al papa, venne nel 1429 scomunicato; l'Imperatore Alberto allora, essendo egli il Defensor Fidei, non potè esimersi dall'avere la testa del suo vassallo: così egli fece invadere il Ducato bavarese da 15000 austriaci e 20000 italici, facendo rapidamente capitolare il duca nemico che, catturato nella battaglia di Heidelberg, venne gettato nelle prigioni di Vienna e consegnato al papa Pio VII perchè ne decidesse la sorte. Da buon cristiano, il papa volle la sua testa. Le terre del decapitato duca furono tutte annesse al Regno d'Austria e pertanto scisse dall'Impero. Il testo della pace di Monaco col Ducato di Baviera Alcuni erano però corsi in soccorso del Duca di Baviera, e tra questi v'era l'arcivescovo principe di Treviri che, non curandosi del Santo Padre ma solo di se stesso, inviò le sue truppe in difesa del vicino. Gli italici dell'Armata d'Italia, dopo aver occupato il Wurtemburg bavarese, passarono dunque ad attaccare il Trevirita, sconfiggendolo nella battaglia di Coblenza e occupando la città stessa. Vedendosi perduto, l'arcivescovo si diede la morte saltando giù dalle mura di Treviri; resosi così vacante il posto, l'Imperatore, cioè Alberto d'Austria, decise che Treviri più non sarebbe stato un arcivescovato, ma una Contea fedele al Regno d'Austria. Venne così fatto Conte di Treviri e Coblenza Massimo d'Hohenzollern, fratello del Duca di Berlino, amico d'infanzia del principe Leopoldo d'Asburgo, figlio di Re Alberto. Il testo della pace con l'Arcivescovo di Treviri e quello del giuramento del nuovo Conte Oramai il Regno d'Austria era l'unica potenza dell'Europa centrale, e non essendo nel Sacro Romano Impero non ne rispettava le regole di pace e amicizia tra le nazioni appartenentivi. Ben conscio di ciò, l'Arcivescovo di Salisburgo tentò d'organizzare una congiura contro il Re d'Austria: vennero da lui convinti a scendere in guerra contro la straripante potenza asburgica i Veneziani e i Cavalieri Teutonici, avendo entrambi conti da saldare con gli Asburgo, nonchè il neorinato Granducato di Lituania e la Lega Anseatica, entrambi terrorizzati dall'ingerenza austriaca nelle loro zone d'influenza. Fu così che questi inviarono, nel 1432, la loro dichiarazione di guerra congiunta a Vienna. (omissis) Le truppe austriache erano allora in totale stato di smobilitazione, dunque vennero colte di sorpresa e subirono delle iniziali sconfitte per mano dei lituani e dei veneziani. Per un mese circa venne proposto a corte di accontentare i vari nemici, ma il Re, esasperato da queste continue grida di pace, fece un dì impiccare il primo nobile che osò implorarlo di firmare la pace, ponendolo come monito: "Da oggi non voglio un passo indietro, miei coraggiosi militi, da voi pretendo la vittoria!" era il comunicato fatto diramare a tutte le armate d'Austria. Da allora cominciò il contrattacco: i Veneziani per primi subirono l'orda rossobianca; vennero sconfitti sulle rive del Piave e, costretti a rifugiarsi nella loro bella città, protetta dall'immensa flotta di San Marco, videro cadere le loro colonie nel mediterraneo una ad una nelle mani asburgiche. Per secondo toccò al ribaldo Vescovo di Salisburgo, la cui città venne presa d'assedio dalla Kaiserlike Armee, e catturata per fame dopo oltre un anno. Il prelato, catturato con tanto di tonaca rossa indosso, venne affogato nelle acque del Salzach e il suo dominio annesso al Regno. Stessa sorte toccò ai mercanti della lega anseatica, la cui bella città, Lubecca, venne presa d'assedio da 15000 austriaci. Vedendosi perduti, questi implorarono Re Alberto di risparmiarli, cedendo l'indipendenza del loro stato e facendolo confluire nei domini asburgici. Re Alberto, ben conscio della ricchezza della città, decise di accettare, e così venne creato un Conte di Lubecca, le cui terre furono separate dal Sacro Romano Impero. I testi delle paci coi rappresentanti delle due grandi città A questo punto avvenne un colpo di scena: al Regno di Georgia, ultimo regno cristiano in oriente, era stata garantita l'indipendenza da parte dell'Imperatore Alberto d'Asburgo, da buon defensor fidei; tuttavia le mire espansionistiche turchi erano proprio in quella direzione, e così questi approfittarono dello scompiglio che vigeva nel dominio d'Asburgo. Le terre georgiane vennero invase dalle armate turche nel 1439, le quali trovarono una disperata resistenza da parte delle truppe reali, che tuttavia erano ben conscie di non avere alcuna possibilità. Non stupisce dunque che il Re georgiano chiamò in soccorso il suo garante austriaco, anche se questi era impegnato altrove. (omissis) Tuttavia, pur rimanendo in guerra coi cavalieri teutonici e col granduca di Liruania, Re Alberto non riuscì a dir di no al messaggero georgiano, tanto commovente era stata la sua supplica. Venne riorganizzata la disposizione delle armate: 15000 austriaci, assieme a 10000 ungheresi, avrebbero ributtato le onde baltiche nei loro confini, costringendoli alla pace; ben 50000 uomini, tra gente d'Italia, di Provenza e d'Austria, vennero invece spediti attraverso l'Ungheria per combattere le orde turche. Nel freddo Baltico la geniale abilità di Francesco d'Asburgo mostrò tutta la sua grandezza, ma ahinoi egli dovette trovare la morte ai piedi del suo più grande capolavoro, l'assedio di Memel: con soli 2000 soldati egli assaltò una delle più formidabili fortezze della Prussia, riuscendo a catturarla nel giro di una notte, ma Dio decise che era tempo per lui di finire le sue guerre; trafitto dalla spada di un cavaliere teutone, venne soccorso subito dai suoi uomini, che lo allontanarono dalla battaglia, e, comprendendo la gravità delle sue ferite, lo portarono in una chiesa per ricevere l'ultima comunione prima di passare all'altro mondo. Tuttavia questa morte eroica fu alla base della vittoria definitiva sulla gente baltica: i lituani erano rintanati nella loro città-fortezza di Vilna, i teutoni erano stati isolati nell'Isola di Osel, al largo dell'Estonia; era tempo di fare la pace, stabilita nel 1440 col Secondo Trattato di Danzica. I termini del Trattato furono i seguenti: cessione della città di Varsavia e della regione circostante, la Mazovia, al Regno di Polonia, retto da Alberto I; umiliazione pubblica dell'hochemeister; cessione della colonia veneta in Moldavia di Budjak. Il testo del Secondo Trattato di Danzica Intanto, nei Balcani, la guerra contro i Turchi proseguiva altrettanto bene: sconfitta un'armata di 25000 uomini, le truppe austriache occuparono l'intera Bulgaria, puntando dritte su Costantinopoli. Solamente 10000 soldati italici vennero lasciati indietro, col compito di occupare la Grecia e di sedare le ultime resistenze dei Serbi. Il 12 Giungo 1442 Costantinopoli cadde per la seconda volta negli ultimi venti anni, ma in mani cristiane. Vedutisi perduti, i Turchi decisero di firmare la pace: a Luglio venne firmato l'accordo a Pecs, che previde il mantenimento dello status quo nei confronti del Regno di Georgia, la liberazione del Ducato di Trebisonda, una delle ultime terre cristiane turche, e del Regno d'Albania, altro regno ortodosso, nonchè il rilascio dal servaggio del Duca di Bosnia e la cessione della Contea di Cherson. Il testo del Trattato di Pecs con i Turchi Terminata anche quest'ultima guerra Alberto d'Austria colse al volo un'occasione imperdibile: il Re di Napoli non aveva eredi e il suo parente più vicino era un'Asburgo; fu facile per l'oramai famigerato servizio segreto austriaco creare dei documenti falsi simili a quelli usati contro l'Ungheria e la Polonia in passato. Con la forza di questi, Re Alberto comandò ai suoi soldati l'invasione del Regno di Napoli e di portargli la testa del Re, cosicchè potesse assumere egli stesso il suo titolo. Tuttavia corse in soccorso del Re napoletano Sua Santità il Papa, che scomunicò Alberto d'Austria e mandò 3000 uomini a saccheggiare le campagne del senese. La copia dei documenti falsi utilizzati per dichiarare la guerra e il testo della Dichiarazione Assistendo ad un'opportunità senza precedenti, Re Alberto potè abbattere il dominio papale in Italia, conquistando Roma a Luglio del 1442 e annettendola al Reame d'Austria; il Papa venne sottomesso dall'Imperatore e gli venne assegnato il dominio sulla città di Magdeburgo, ponendo fine alla sempinterna lotta tra Papato e Impero con la vittoria del secondo. Il testo della sottomissione del Papa all'Imperatore Tuttavia questa vittoria politica non aveva concluso la guerra, dunque l'armata d'Italia continuò il suo viaggio verso sud, che si rivelò essere quasi una passeggiata militare: non si incontrarono armate nemiche e, arrivati sotto le mura di Napoli, il Re nemico si consegno egli stesso ai soldati italici, con in mano la sua Corona. Egli ebbe così salva la vita, abdicando in favore di Alberto d'Asburgo, Sacro Romano Imperatore, Re d'Austria, d'Ungheria, di Boemia, di Polonia, e ora di Napoli. Il testo della Pace di Roma col Re di Napoli che accetta l'abdicazione in favore di Alberto d'Austria Termina così il VI capitolo della Chronica de Historia Austriae; in allegato la consueta mappa con panoramica sui domini asburgici.
Riassumo gli obbiettivi: Lungo Termine: Unificazione tedesca (pian pianino si tira avanti); Unificazione dei Balcani (Sono avanzato un po', sfociando sul Mar Nero, ma in compenso ho adesso la certezza che io da solo (solo con le terre austriache) rompo le ossa agli ottomani tranquillamente) Medio - Lungo termine: Conquistare il Nord Italia (manca Venezia; Aquileia e Genova sono vassalle (tra l'altro su Genova ho anche un core preso con un evento), quindi è praticamente fatto, basta solo far abbassare l'infamia; Abbattere Boemia e Ungheria (fatto) Breve termine: tutti fatti, adesso mi ridarò degli obbiettivi nuovi Nuovi obbiettivi a breve termine: - abbassare l'infamia (ho toccato la punta di 43 e ho 3 consiglieri a 5 stelle che abbassano il bb, mejo dasse una calmata ) - dare delle sonore legnate agli ottomani - conquistare le terre core in Italia (ottenute tutte e 3 con l'evento border conflict: Genova, Ferrara e Firenze) - unificare il grande reame in un'unico stato - la borgogna non ha eredi, chi siamo noi per non prenderci anche questa PU? Nessuno... - ottenere i core sulle terre costiere italiche e preparare una flotta degna di cotanto nome - una volta pronta la flotta... non lo dico, mi tengo da parte il colpo di scena - riconquistare Gerusalemme ad ogni costo
Il re ancora non è morto, inoltre per ereditare gli stati sono necessari alcuni anni di pace prima della morte del re con (ovviamente) il mantenimento delle relazioni a livelli alti