L’assalto ad Eben-Emael

L’attacco a Eben-Emael (costruita tra il 1931 e il 1935 a nord di Liegi) fu concepito dal Generalmajor  Kurt Student per evitare che i cannoni di questa fortezza rallentassero l’avanzata delle truppe tedesche sui vicini ponti del canale Alberto.
Per la prima volta, vennero usati alianti d’assalto del tipo DFS 230 capaci di portare 10 uomini e 1.200 kg di materiali. Questo tipo di alianti era trainato da JU-52 e dotato di punti di rottura programmati per rompersi per primi (Sollbruchstellen) in caso di collisione con il terreno o ostacoli.

Commento del GFM Kesselring sui relativi meriti nell’impiego di paracadutisti e alianti:
“Sostengo che almeno la stessa concentrazione di forze pos­sa essere raggiunta sia da un atterraggio di alianti sia da un lancio di paracadutisti. L’esperienza mostra come i lanci di paracadutisti siano ampiamente dispersi, e quindi il concentramento richiede un lasso di tem­po considerevole. Gli alianti, secondo le loro dimensioni, portano da die­ci a venti e più uomini, che immediatamente costituiscono un’unità pron­ta al combattimento. Se l’area di atterraggio è sufficientemente ampia – la condizione del terreno è di poca importanza – e se l’unità è bene addestrata, raggruppare forti unità combattenti in una piccola area non presenterà alcuna difficoltà. Una debolezza nell’uso di alianti sta nel fatto che una volta che siano stati utilizzati essi siano immobilizzati al suolo non possano essere riutilizzati nella stessa operazione, ma abbandonare gli alianti non dovrebbe essere considerato uno svantaggio. La loro costruzione è molto semplice e alla portatat anche di una nazione povera. Dispostivi eccessivamente complicati (per il recupero degli alianti) dovrebbero essere evitati.”
Il 9 maggio, lo Sturm Abteilung Koch venne concentrato sull’aeroporto di Colonia-Ostheim (120 km di distanza dal confine tedesco) e nell’adiacente campo di Colonia-Butz-Weilerhof dove si trovavano ammassati 42 alianti con i rispettivi aerei rimorchiatori. Si componeva di 11 ufficiali e 427 sottufficiali e truppa suddivisi in quattro gruppi d’attacco:

  • Acciaio, comandato dal ten., poi capitano, Altmann che aveva il compito di conquistare il ponte sul canale Alberto nei pressi di Weldwezelt a nord di Eben-Emael;
  • Cemento, con a capo il ten. Schacht, col compito di occupare il ponte di Vrcen­hoven a sud di Eben-Emael e di tenerlo sino all’arrivo della 4a divisione corazzata);
  • Ferro, guidato dal ten. Schachter che doveva occupare il ponte di Canne posto sulla direttrice di Eben-Emael-Liegi e tenerlo sino all’arrivo del 151° reggimento fanteria). L’occupazione dei ponti veniva affidata alla diretta responsabi­lità del magg. Koch.
  • Granito (del ten. Witzig), aveva invece il compito di penetrare nel perimetro fortificato di Eben Emael con 11 alianti e 85 uomini di cui due ufficiali (7a divisione aerotrasportata della Luftwaffe). Per tale opera­zione di difficile attuazione il gruppo Granito  si era addestrato per diversi mesi in Polonia dov’era stata riprodotta l’esatta fisiono­mia costruttiva della fortezza ricavata da fotografie aeree; particolar­mente impegnativo fu l’addestramento di atterraggio degli alianti che dovevano prendere terra con una precisa angolazione e da un pre­stabilito punto di attacco.

Il complesso fortificato di Eben-Emael poteva considerarsi ve­ramente imprendibile sia per la moderna concezione dell’opera forti­ficata ( casamatte in cemento e acciaio con cupole rientranti e con caratteristiche autonome come funzionamento e autosufficienza ), sia per condizioni ambientali: campi minati, reticolati, scarpate verti­cali in cemento armato poste a picco sul canale Alberto,mentre a est e a sud (dove le difese erano a livello della campagna circostante) erano presenti un fossato e un muro di 4 m.. Aveva 18 cannoni di calibro variante dai 75 ai 120-240 mm posti in cupole corazzate rientrabili, sette postazioni contraeree con mitragliere, diverse postazioni controcarro e per mitragliatrici, 17 opere fortificate per fanteria. Servizi di ogni genere, centrali elettriche autonome e impianti idrici, completavano l’efficienza dell’imponente opera fortificata che aveva andamento triangolare con i lati lunghi, rispettivamente di 900m per il lato sud e  di 800m per quello nord. La guarnigio­ne era composta da 1.200 uomini, di cui però 500 alloggiati nelle vicinanze e non all’interno della fortezza.

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