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Vogliamo parlare di politica della difesa ?

Discussione in 'Warfare Moderno' iniziata da rob.bragg, 14 Dicembre 2012.

  1. rob.bragg

    rob.bragg

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    Vogliamo parlare di politica della difesa ?

    Pochi giorni fa, il Parlamento ha dato l'approvazione finale al Disegno di Legge Delega per "la riforma dello strumento militare". Vi sembra normale che i militari chiedano una "legge delega" (e che questa venga approvata) per la modifica strutturale, in 10 anni, delle FF.AA. :

    a) specificando solo una riduzione di 33.000 militari e 10.000 civili (a 150.000 + 20.000 effettivi), con tagli assolutamente lineari (cioè assolutamente proporzionali all'attuale organico delle tre forze armate !!!, per evitare che generali e ammiragli litigassero) ;

    b) senza specificare nulla (se non intendimenti assolutamente generici) su quella che saranno obiettivi e struttura futura delle FF.AA. stesse. Cioè quale strategia, quali missioni, quante e quali brigate (in numero ridotto, ma non è chiaro quante, di che tipo e ... perchè), quali e quante navi maggiori, quali e quanti reparti aerei, ecc.ecc., cioè senza un 'Libro Bianco' (o "Defense Review", o chiamatelo come volete ... , come normalmente avviene nei paesi avanzati, in situzioni di questo genere). Cioè senza spiegare quali siano i reali intendimenti : ed infatti quella approvata è una delega !?

    Forse i militari pensano che queste cose non debbano essere condivise con i politici e con l'opinione pubblica. Forse non siamo abbastanza istruiti, non correttamente allineati; però dobbiamo pagare le tasse ...

    Vi sembra normale che si approvi una riforma strutturale, con tagli assolutamente lineari (cioè il peso specifico delle tre armi rimarrà identico - ridicolo) e senza specificare la nuova, futura struttura ? Come si fa a definire degli organici 'obiettivo' senza sapere in base a cosa ? Come si fa ad ipotizzare che il rapporto di forza rimanga costante, senza sapere per cosa ?

    E vi sembra oltremodo normale che nel Bilancio della Difesa non siano compresi, strutturalmente, i fondi per alcuni dei programmi di investimento maggiori (Fregate FREMM, Typhoon, elicotteri NH-90, mezzi blidati 'Freccia', ecc.ecc. - almeno 1,5 - 2 miliardi all'anno) perchè questi sono a carico di un altro ministero (il MISE), mascherando la dimensione reale della spesa ?

    E, per ultimo, vi sembra normale, che però, nella 'Nota Aggiuntiva 2013' (al 'Bilancio Previsionale'), pubblicata in Ottobre, nella (brevissima) sezione dedicata al "Quadro Politico Militare", dopo le ovvietà dei riferimenti alla NATO e all UE, alle attuali aree di crisi in M.O., e banalità varie, si riporti :

    In futuro le ns.FF.AA. (insieme ai partner U.E.) potrebbero dover ri-orientare i propri obiettivi, ri-focalizzandosi sull'area del Pacifico (cioè fuori competenza NATO), perchè così stanno facendo gli USA, e "pena la loro progressiva marginalizzazione e quindi una declinante capacità di influire sulla scena mondiale " !? Anzi, scusate, non potrebbero (condizionale) ma ... "non potranno ignorare ... pena" : quasi un ordine, con una minaccia ...

    Ma qualche governo ha già discusso e deciso tali nuovi orientamenti ?
    Qualche Parlamento li ha già avvallati ?

    Ecco perchè i generali vogliono fortissimamente portaerei ed F-35 !

    Ma, ammesso che tutto ciò abbia un senso (come si concilia con la 'difesa nazionale' ed i principi ispiratori della Costituzione ?), come fa - magicamente - ad esserci coerenza tra questi nuovi obiettivi e missioni ed una struttura delle FF.AA., diversa, ma proporzionalmente identica a quella passata (orientata alle operazioni in Europa e nel Mediterraneo) ? I ns.generali sono dei geni dell'organica : prevedono quello che non hanno ancora deciso, e prevedono che sarà esattamente proporzionale alla diversa struttura attuale ... magia !

    Ho idea che i vertici militari italiani considerino l'utilità di una discussione sui temi della difesa pari a zero e la classe politica (cioè, in teoria, il popolo sovrano) come qualcuno con il quale è - purtroppo - necessario accordarsi sulla quantità di miliardi spendibili, e nulla più. Questo è il motivo fondamentale per il quale scelte come quella del F-35 sono compiute e spiegate "nell'inganno / con l'inganno".
     
  2. GyJeX

    GyJeX

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    Bella questa roba, in pratica da ministero della "difesa" si passa a ministero della "difesa in casinu e pompu" o ministero dell'"offesa spuntata" :lol:

    La cosa curiosa è che queste considerazioni le fanno "gente per passione", ma cosa cacchio combinano negli uffici degli stati maggiori ? consumano i tasti wasd a call of duty ? Ed è pure gente PAGATA e pure profumatamente...
     
  3. Mauro92

    Mauro92

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    Sono senza parole... Senza voler offendere nessuno, ma credo che la "gente per passione" ne sappia molto di più di coloro che effettivamente sono a capo degli stati maggiori o ruoli chiave in politica ecc.
    Ci sono decine e decine di riviste, articoli con critiche e proposte interessanti, ma quello che per me manca a queste persone (ministro della difesa/esteri, vari stati maggiori ecc.) è una strategia chiara da seguire...

    Quali sono le nostre minacce (attuali, probabili e future)?
    In che modo affrontarle ?
    Come e con quali mezzi/risorse ?

    A queste domande si risponde sempre in maniera banale e incompleta... Ma anche la politica stessa non è molto attaccata agli affari esteri, quasi come si avesse paura della gente (mmhà)
     
  4. huirttps

    huirttps

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    Per come la vedo, sarebbe forse più corretto parlare di "Difesa della politica", ribaltando il titolo di Rob. Quello che voglio dire è che sostanzialmente le FF.AA non sono altro che uno stipendificio pubblico della peggiore specie, tranne alcune eccezioni come le solite Folgore, Col Moschin, 4° alpini parà (le SOF, per capirci) e pochi altri.

    Se non ricordo male dalle tue analisi su Difesa24, la porzione del bilancio della difesa speso per gli stipendi raggiungeva il 70% mentre l'esercizio aveva percentuali infime e dulcis in fundo i programmi di acquisizione nuovi sistemi sono a carico del Ministero dello Sviluppo Economico, come hai ricordato nel post iniziale.

    Chiaramente programmi stra-rallentati dalla cronica mancanza di fondi, vedi Puma, Sidam e progetto Otomatic, Ariete, Dardo... e poi ritrovarsi con gli F104 e gli M60 fino a quasi l'anno 2000.

    Vogliamo parlare, ma forse l'abbiamo già fatto su discussioni simili, del perchè abbiamo la Cavour piuttosto di qualcosa più utile alle nostre esigenze?? Perchè l'Ariete e non Leo2 su licenza? Perchè F35 e non Typhoon con capacità di attacco al suolo come quelli inglesi? etc. etc.

    La cosa più sconfortante è che, appunto, ne parliamo noi da appassionati senza alcun potere decisorio, mentre chi avrebbe potere per decidere è incompetente o semplicemente menefreghista. Come risolvere la questione dell'invecchiamento del personale? Di certo non con le manovrine di taglio lineare che si stanno elaborando.

    Si sa perfettamente che ci sono sprechi pazzeschi a livelli alti, di generali ed ammiragli. Ma vai a tagliarli.
    Le molte caserme inutili, ma vai a chiuderle e a spostare il personale.

    Anche sul lato documenti strategici, o quantomeno di indirizzo politico allo strumento militare, siamo pesantemente carenti. L'unica certezza è che saremo partner degli USA ovunque vogliano andare.

    Reltivamente agli F35 , abbiamo due posizioni distinte

    - Cacciabombardieri F 35: il Canada dice no all’acquisto
    http://www.investireoggi.it/attuali...lia-resta-fedele-alla-consegna/#ixzz2F3esKArx

    Secondo il governo del Canada i cacciabombardieri F 35 sono troppo cari e non all’altezza delle aspettative

    -
    Canada's Decision Has Marginal Effect on Norway
    http://www.defense-aerospace.com/ar...rginal-effect’-of-canada’s-f_35-decision.html


    We have chosen the aircraft that best meets Norway’s future requirements. We are part of a broad international cooperation that will ensure that this remains the best plane for Norway in the years to come
     
  5. Silvan

    Silvan

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    Attenzione che chi deve decidere non è assolutamente incompetente, ma decide sulla base di obiettivi molto diversi da quelli che possiamo immaginarci noi.

    Dov'è la stampa quella seria quella che in un paese democratico svolge un ruolo fondamentale cioè quello di informare la società civile in modo critico e automono rispetto alla politica.

    Viviamo in un paese marcio fino al midollo, la costituzione con i suoi bei principi abbelllisce le librerie ma è dimenticata nell'azione politica/amministrativa/giuridica di tutti gli organi più importanti dello Stato.

    I paesi con istituzioni marce e corrotte come il nostro sono a rischio colpo di stato ed è per questo che in Italia dagli anni '70 in poi si è fatto in modo di riempiere per bene le pancie ai generali in modo che tengano i loro sederi ben saldi alle poltrone!!!
     
  6. rob.bragg

    rob.bragg

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    Scusa, ma quali sarebbero ? E perchè in un paese formalmente democratico i cittadini non dovrebbero conoscerli, ma solo immaginarli, questi obiettivi ? Ed io comunque questa gran competenza nei vertici militari non la vedo proprio. E' uno 'stipendificio', ove vigono carriera (denaro), divisione del potere ed applicazione del sacro 'Principio di Peter', altro che spirito di 'servizio'.

    . . .

    Proviamo a fare un discorso politico-militare semplice, che dovrebbe essere comprensibile anche per la ns.pessima classe politica :

    a1) ad oggi non ci sono minacce a breve-medio periodo (al di là del terrorismo e, forse, di qualche MRBM/IRBM sparato a casaccio, senza riflettere : ma da chi ?), dato che siamo circondati da Alleati e che nel Mediterraneo non esistono nazioni in grado di creare significativi pericoli alla ns.sicurezza nazionale (garantita dal 'Grande Alleato') e ai ns.commerci marittimi ;

    a2) in questo contesto, le ns.FF.AA. sono più che sufficienti (anzi, in termini relativi, rispetto alla situazione agli anni '70/'80, sono super-equipaggiate, meglio addestrate e godono di una marcata superiorità tecnologica rispetto alle potenziali - residue - minacce);

    Quindi siamo all'interno di un PRIMO PARADOSSO (non facile da risolvere), che è innanzitutto politico :

    1) l'Italia fa parte di un sistema di Alleanze (NATO / U.E.) che attualmente rappresenta, con grandissimo margine di superiorità, la maggiore concentrazione di capacità militari al mondo, e per tale motivo NON corre alcun pericolo di aggressione, diretta o indiretta ; in più tale superiorità è anche garantita da vari livelli di deterrenza : nucleare e anti-missile (anche se non ci appartengono direttamente, ma ne godiamo i vantaggi) ;

    2) l'Italia è quindi ampiamente tutelata da qualsiasi possibile aggressione (ridicolo solo pensarlo) e le FF.AA. italiane sono ad oggi 'sovra-dimensionate', per le possibili minacce a breve-medio termine; soprattutto sono 'mal concepite', perchè non bilanciate in funzione di questo nuovo scenario post Guerra Fredda e da XXI secolo ; si potrebbe, data anche la contingenza, spendere meno e meglio ;

    3) il sistema di Alleanze che ci tutela richiede però, per le esigenze e le logiche di superpotenza globale della 'nazione dominante' :

    3.1) il mantenimento di uno strumento militare ritagliato per missioni differenti da quelle 'difensive', con un focus sulla possibilità di 'proiezione' (il 'leitmotiv' di Di Paola, che non per nulla è innanzitutto un uomo NATO), in un prossimo futuro potenzialmente anche al di fuori dell'area di competenza tradizionale dell'Alleanza Atlantica;

    3.2) la partecipazione a operazioni che in linea di massima 'potrebbero' non avere nulla a che fare con la sicurezza dell'Italia e/o dell'Alleanza stessa;

    3.3) le ns. spese militari devono quindi essere superiori alle reali necessità nazionali e diversamente orientate, in funzione dei punti 3.1 e 3.2, cosa che in parte gli S.M. stanno facendo, in 'totale autonomia'.

    Gli argomenti al punto 3) non penso siano mai stati seriamente affrontati e discussi a livello di Governo / Parlamento e quindi non penso siano affatto chiari (tantomeno all'opinione pubblica : inutile accusare la gente di qualunquismo, se non viene informata) e men che meno 'formalizzati'.

    Il teorema del punto 3) è scontato ? IMHO, sarebbe tutto da discutere, in ambito nazionale e soprattutto U.E.; sia perchè a livello europeo ci sarebbero possibilità per una politica della difesa differente e 'smarcata' da quella americana, sia perchè, a questo punto, il ruolo della NATO andrebbe totalmente rivisto, senza ipocrisie e demagogie varie.

    Ma se il teorema del punto 3) viene accettato, gli argomenti ad esso relativi generano un SECONDO PARADOSSO :

    b1) il modello di difesa andrebbe completamente rivisto, con priorità, necessità e con un bilanciamento delle spese e degli investimenti totalmente diverso ;

    b2) MA, i generali ed ammiragli NON vogliono modificare lo status quo degli equilibri tra le tre FF.AA. (che è ancora quello della Guerra Fredda), anche a costo di avere tante cose inutili e poche cose utili, perchè, innanzitutto, difendono le loro carriere e le loro lobbies.

    NB : in questo discorso generale, il problema dell'F-35 non è 'centrale', perchè IMHO risponde soprattutto a 'scelte di procurement' che a reali esigenze (a parte quelli per la Cavour). Scelte fatte dal Sig. Amm. e poi Ministro Di Paola.

    Parafrasando Clemenceau, la 'politica militare' è una cosa troppo seria per lasciarla ai generali.
     
  7. Silvan

    Silvan

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    Fottersi i soldi. ;)
    Noi immaginiamo che agiscano nell'interesse del paese e che svolgano studi, analisi e ricerche per decidere al meglio.... no no no... pensano a fottersi i soldi!
    Già quello che hai scritto tu va ben oltre i loro pensieri, se ti leggono ti assumono come relatore!!!

    Saluti

    ps: a volte un pò di lateral thinking aiuta ;)
     
  8. generalkleber

    generalkleber

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    Il punto mi sembra centrato. Come stato satellite abbiamo degli obblighi oltre che dei vantaggi. Da una parte, mentre in tutto il Mediterraneo (e oltre) le spese mlitari crescono in modo preoccupante (almeno: a me preoccupa) l'Italia, uno dei paesi più ricchi al mondo, può permettersi di tenere un bilancio di spese militari relativamente basso (confidando sulla partecipazione e protezione di una più ampia alleanza); dall'altro l'alleanza chiede cose che, dal punto di vistra strettamente immediato, possono apparire lontane o di scarso interesse. Poiché (spero) nessuno pensa di poter uscire dalla Nato, occorre adeguarsi a ciò che la Nato (e, inutile dirlo, gli Usa) può chiedere. Ad esempio interventi (fuori area). In realtà si tratterebbe (anzi: si tratta, visto l'impegno ad esempio in Afganistan) di richieste del tutto legittime, in un mondo, per via dell'intreccio economico, che rimpicciolisce gli spazi.
    Ora, cosa serve per realizzare simili azioni? Non ho la risposta, naturalmente, e questo è poco male, ma, leggendo qua e là sulle riviste ufficiali delle FFAA, a parte un poco la Marina, mi sembra che il problema sfugga agli stessi responsabili. Questo è uno dei motivi per i quali il dibattito non emerge (l'altro è quello del timore di una reazione emotiva popolare che induca a cancellare o ridurre irrazionalmente le spese militari): affrontare la questione metterebbe in discussione logiche di potere e posizioni di corporativismo. Ma c'è di più. Ogni istituto burocratico tende per logica interna a rifiutare le innovazioni e, come da tempo noto alla sociologia militare, le istituzioni militari, uno dei cui cardini è la disciplina e l'obbedienza, tendono al conservatorismo con maggiore costanza e forza rispetto alle altre. Questo impedisce, o almeno rallenta, non solo la proposizione di innovazioni ma persino la semplice accettazione di nuove problematiche. Celando la questione dietro lo schermo della specializzazione settoriale (che in Italia vanta una lunga tradizione sin da Cadorna: sono cose da professionisti, che ne sapete voi civili?) i militari tendono a sfuggire ai civili e da parte loro i politici, impegnati in uno stillicidio di scelte marginali ma importantissime per l'immagine, sono ben felici di lasciare la patata bollente in mano agli esperti. E tutto questo nonostante per l'intero Risorgimento le questioni militari fossero tra quelle di maggior rilevanza politica in Parlamento. A tutto questo aggiungiamo che l'industria militare ha un grosso peso da noi e impone chiaramente le sue esigenze al mercato interno.
    Ora, è possibile fare qualcosa? Credo che l'unica possibilità sia fornire una informazione credibile e solida. Alcuni qui, proprio dei partecipanti a netwargaming, hanno provato per qualche tempo a produrre un interessante nodo di discussioni sul web, chiuso poi perchè nessuno ha il tempo che vorrebbe. Tuttavia esperienze in altri settori mostrano che anche nel tempo dell'iperinformazione soffocante, una fonte importante avrebbe un suo spazio e acquisterebbe presto il suo peso. Poiché nessuno di noi è un industriale del settore ed ha potere economico, al momento possiamo solo continuare a discutere e a chiarire i problemi: una discussione che qualche valore lo ha. Ad esempio abbiamo chiarito che la difesa non ha (più) niente a che vedere con la difesa dei confini e deve essere qualcosa d'altro.
    La vera questione è proprio questa: a che ci servono le forze armate? Come stato satellite abbiamo degli obblighi
     
  9. cohimbra

    cohimbra Guest

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    ..................
     
  10. rob.bragg

    rob.bragg

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    Intervista a Di Paola : 20 dic.2012

    http://www.defensenews.com/article/...o-di-Paola?odyssey=tab|topnews|text|FRONTPAGE

    Q. Which Army brigades will be cut, and will we need further decrees to make it happen?

    A. We will cut brigades from 11 to around nine, rearranging regiments, cutting the less agile brigades, which have less use in overseas operations. We will focus on medium, mechanized brigades. ...


    Il focus : le operazioni oltremare !

    Q. Spending on maintenance and operations (M&O) drops in 2013 to 1.33 billion euros, a 50 percent drop from 2008. What are the consequences?

    A. The only way to compensate for the dramatic reduction in M&O is to focus resources on the units that we are rotating for deployment. We have been selective and sacrificed the readiness of certain units, trying to retain a nucleus of highly trained and effective forces. The drop in M&O has really driven the current reform. We have to regain money to put into M&O before procurement. The European Defence Agency tells us that Europe spent, on average, 119,000 euros per soldier in 2010. Italy spends 79,000 euros, so we have a 40 percent gap. ... Right now, around over 50 percent of our Ariete tanks are not in use, and we are deciding what to do. That is the most critical example. In the next five years, 20 percent of Navy vessels will be on reduced readiness status and considered on sale. We will probably need to cut our platforms across the board by 20 percent.


    Il problema più scottante : la scarsa operatività, per carenza di fondi destinati all' 'esercizio' (M&O).

    Ma spostare fondi dagli investimenti in nuovi sistemi d'arma (riducendoli, diluendoli nel tempo ...) a M&O per mantenere operativi i reparti e funzionanti i sistemi già in organico ? E' più importante ordinare mezzi, aerei e navi modernissime od avere una FF.AA. operativa ?

    Q. You have said the F-35 Joint Strike Fighter (JSF) will cost less than the Eurofighter Typhoon. Can you back that up with figures? And will Italy lose work on the JSF because it cut its order from 131 to 90?

    A. What I meant was that most of the development costs of the JSF were paid by the U.S. We bore the brunt of the cost of developing the Eurofighter. It is not the single cost of the aircraft I referred to, but the total, including development.


    Quindi, fly-away, l'F-35 costerà più del Typhoon.

    Già.

    Lo sviluppo del Eurofighter ha però assicurato R&D in Europa ed in Italia, ricadute a livello industriale ed effettiva occupazione.

    La FACO per gli F-35 (2 miliardi di € investiti) garantirà solo l'assemblaggio finale e la manutenzione. E, al di là dei miti, nessun reale vantaggio in termini di know-how ...

    ...
     
  11. GyJeX

    GyJeX

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    tutto questo, tornando alle particolarità del nuovo caccia russo che m'hai fatto notare l'altra sera, dimostrano ancora di più quanto sia "il più grande bluff dai tempi di Gengis Khan!" :asd:
     
  12. rob.bragg

    rob.bragg

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    :asd::asd::asd:

    I russi, quegli incalliti comunisti, vogliono minare, con perfidi sotterfugi, la naturale supremazia occidentale, e miliardi e miliardi di dollari investiti in avanzatissime tecnologie ...

    :asd::asd::asd:
     
  13. Amadeus

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    Be', a questo punto, dopo averci fatto venire la curiosità, dovreste darci qualche ragguaglio aggiuntivo sulla discussione a cui vi state riferendo! :sbav:
     
  14. rob.bragg

    rob.bragg

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    sembra che sul terzo prototipo del PAK-FA, la VVS abbia fatto installare, dietro il posto di pilotaggio e rivolti lateralmente, altri due sensori dell'OEIS 101 KS.

    :)
     
  15. rob.bragg

    rob.bragg

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    Riporto alcuni brani tratti da

    http://www.analisidifesa.it/2013/01/editoriale-le-contraddizioni-della-difesa-italiana/

    direi che mi ci ritrovo al 100%

    << Le recenti iniziative nel settore della Difesa, dalla riforma dello strumento militare elaborata dal ministro Giampaolo Di Paola agli indirizzi emersi dall’ultima riunione del Consiglio Supremo di Difesa, non hanno risolto le contraddizioni di fondo dell’Italia nelle questioni di carattere strategico e militare. Il 28 novembre scorso il Consiglio Supremo di Difesa ha “convenuto sull’esigenza che le forze armate italiane restino comunque pronte a fornire nuovi contributi a interventi militari della Comunità Internazionale, qualora se ne evidenziasse la necessità”. Dove, quando e perché si debba essere pronti a intervenire in armi non viene specificato e il fatto che questi aspetti non certo secondari vengano lasciati alle decisioni della “comunità internazionale” sembra confermare l’ormai definitiva rinuncia italiana alla sovranità nazionale anche negli interventi militari. Paradossale che il massimo organismo militare italiano non subordini tali interventi alla salvaguardia degli interessi nazionali, che dovrebbero rappresentare l’unico motivo valido e giustificabile (specie in tempi di crisi economica e finanziaria) per mandare le truppe in guerra, pardon, nelle “missioni di pace”.

    ...

    Come si può chiedere alle forze armate di restare “pronte a fornire nuovi contributi ad interventi militari” riducendo addestramento e manutenzione di mezzi ed equipaggiamenti? La necessità di rinnovare navi, veicoli e velivoli è comprensibile ma molti dei miliardi che spenderemo nei prossimi anni per gli investimenti non garantiranno le auspicate capacità operative se non ci sarà il denaro per impiegare i mezzi e addestrare il personale. Del resto la stessa Nota Aggiuntiva al Bilancio della Difesa ammette che “il deterioramento della capacità operativa assumerà a breve termine (uno o due anni) profili di particolare criticità”.

    ...

    Il ministro ha spiegato che l’Italia ha sviluppato un documento dal titolo “More Europe” nel quale si sottolineano “cinque aspetti fondamentali per la dimensione europea di Sicurezza e Difesa: impegno, capacità, connettività, connessione, approccio comprensivo”. Difficile comprendere però come la proclamata centralità dell’integrazione europea della Difesa possa coincidere con l’acquisto del cacciabombardiere statunitense F-35, nella cui produzione la nostra industria ha un ruolo limitato di sub-fornitore, invece del jet europeo Typhoon prodotto dal consorzio europeo Eurofighter di cui la nostra industria è progettatrice, produttrice ed esportatrice in concorrenza con i velivoli statunitensi. ... >>

    Questa è l'Italia ... :(
     

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