Ciao ragazzi...mi sono interessato ad un libro particolare..."Navi e poltrone" in cui l'autore Antonino Trizzino parla in modo abbastanza chiaro di tradimento della Marina italiana nel secondo conflitto mondiale, o meglio, fa capire che la Marina potesse fare molto di più di quello che effettivamente fece. Qualcuno ha informazione più dettagliate...e cosa ne pensate? ciao
Che potesse fare più di quello che ha fatto direi che non c'è dubbio. Qualche giorno fa stavo guardando qua: http://www.regiamarina.net/timeline/1940/1940_it.htm dove si trovano tutti gli affondamenti fatti e subiti dalla Regia Marina e ho tristemente constatato che per tutto il 1940 (6 mesi dall'entrata in guerra) e per una parte del '41 (sulla timeline sono arrivato a Febbraio '41), nessuna unità di superficie italiana ha affondato una unità di superficie inglese. Tutti i magrissimi successi sono stati ottenuti dai nostri sommergibili o dalle mine. Ora continuerò sulla timeline e cercherò di vedere se esiste un caccia italiano o un incrociatore che sia riuscito ad affondarne uno inglese e soprattutto quanti anni dopo lo scoppio della guerra è successo!! Leggendo qua e là Giorgerini etc etc devo dire che penso che la condotta della guerra italiana sul mare sia stata incomprensibile sempre a cavallo tra sfiducia, occasioni perdute, clamorose e improvvise disfatte, incampacità, mancanza di organizzazione: siluri che non scoppiano, cannoni non ben calibrati, incapacità a combattere di notte, equipaggi di sottomarini avvelenati dai loro impianti di condizionamento, mancanza di cooperazione con l'aviazione, debolezza della ricognizione. Io non so cosa dica Trizzino nel suo libro ma visto lo stato delle cose anche se ci fossero state delle spie inglesi a Super Marina (e probabilmente c'erano) mi sembra difficile che potessero peggiorare di molto la situazione.
Per ciò che riguarda l'immobilismo della marina da guerra italiana nella primissima parte del conflitto, il mio prof di storia militare ha sempre sostenuto si trattasse di una scelta strategica. La guerra non sarebbe dovuta durare molto, negli anni 30 la flotta era considerata come "mano lunga" di una nazione su tutto il mondo (non essendoci ancora aviazioni sviluppate come adesso). Mussolini visto il ko immediato della Francia voleva preservare al massimo la flotta per il post guerra per integrarla con il bottino francese ed una volta raggiunta la pace essere l'unica potenza a poter dar fastidio alla Gb sui mari. Sappaimo come andò l'andamento delle cose, la guerra durò più del previsto e la flotta italiana rimase nei porti per mancanza di strategia, convenienza, carburante, aviazione, insomma troppo tardi per poter incidere.
c'è un libro che risponde smontando la vecchia tesi in voga negli anni '50-'60 sul cosidetto "tradimento" sopratutto anche una vecchia tesi complottistica sulla presunta "vendita" di navi agli inglesi Navi e Bugie - Nino Bixio Lo Martire - schena editore - 1983
La cara vecchia teoria dei komunisti repubblicani traditori in seno a Supermarina, ottima scusa per scagionare i responsabili dalle accuse di totale incompetenza.
o come gli infidi arabi traditori che presero le armi contro gli italiani in Libia nel 1911. Il "traditore" sana tutti gli errori.
indubbiamente era una scena penosa quella di dover cedere una corazzata la Roma agli inglesi senza che essa avesse potuto fare qualcosa di serio contro i suddetti indubbiamente la Regia Marina ha dato il meglio con le unità di piccolo tonnellaggio e sommergibili mentre le corazzate sono state sprecate e perdute nei modi più impensabili , infatti dopo la guerra ci fu un contrasto generazionale fra coloro che hanno comandato le corazzate e quelli che hanno combattuto su altre unità...
Nessuna corazzata italiana ha mai fatto niente contro i suddetti. Le navi di linea italiane le hanno sempre prese, dalla battaglia di Lissa in avanti. Persino durante la Prima Guerra Mondiale la nostra marina ha perso, che mi ricordi, almeno tre corazzate. Tornando al libro, l'ho letto anch'io, a scanso di equivoci è bene dire che Trizzino è violentemente contrario all'operato di Supermarina durante la guerra; persino parlando delle presunte spie, infatti, sottolinea come non si sia fatto abbastanza per contrastarle e non le utilizza come espediente per giustificare i nostri vertici navali. Ad ogni modo, tieni conto che il libro è talmente vecchio che non so neanche se l'autore fosse a conoscenza dell'esistenza di ULTRA, probabilmente anzi no, visto che non ne fa alcun cenno nel suo scritto.
Allora era ignaro di tutto, poichè il libro è del 1952 (devo fare attenzione quando lo apro, o corro il rischio di sbriciolarlo, probabilmente è ancora fatto con carta autarchica ).
Non essendo a conoscenza di Ultra molte delle analisi dei fatti risultano minate da errate informazioni, fatte trapelare dai servizi segreti Britannici per proteggere il segreto di Ultra, tra cui in primis quella che Supermarina fosse piena di spie al soldo Britannico. Se così fosse stato credo che i Britannici avrebbero scoperto che decriptavamo tutti i rapporti dell'addetto militare USA al Cairo, grazie al quale sapevamo composizione e forza delle loro truppe in Egitto.
nella I GM due corazzate andarono perdute in "incidenti" (sabotaggio?) a Brindisi e Taranto, una corazzata affondò andando a sbattere contro una mina.
Sia nella prima che nella seconda guerra mondiale la RM combatté una guerra molto difficile con perdite elevate. In entrambe le guerre si ritrovò in arretrato di tecnologia rispetto agli avversari. In entrambe le guerre realizzò notevoli imprese attuando tattiche innovative. segnalo: http://www.lafeltrinelli.it/product...spie/Mimmo_Franzinelli.html?aut=173549&cat1=1 in cui sono indicati i successi del controspionaggio italiano nell'identificazione di "spie" e "traditori" della RM.
Proprio così. A proposito di tradimenti in seno alla marina, si disse che l'esplosione della Benedetto Brin (vecchiotta all'epoca) e della Leonardo da Vinci (appena entrata in linea ) fossero state provocate con il concorso di italiani al soldo degli austriaci... Sfortunatamente, mancano le prove.
Infatti, non furono mai provate le cause delle esplosioni. PS: la Leonardo da Vinci fu recuperata con tecnologie innovative per l'epoca. http://www.bobhenneman.info/ldvtech2.htm
Senza contare che la marina si ritrovò ad operare nella WW2 senza una componente aerea autonoma, e con un lentissimo apparato di comunicazione con l'areonautica, cosa che ritardava di molto la ricognizione aerea e di conseguenza atteggiamenti aggressivi delle nostre grandi unità di superficie
il lentissimo sistema di comunicazione con l'aviazione era anche colpa della marina non è che sia una cosa impossible avere a bordo di qualche nave qualche radio in grado di lavorare con le frequenze della Regia Aereunatica... l'esercito nella sua povertà aveva delle stazioni mobili apposite per l'aereocoperazione..
sulla corazzata leonardo da vinci ho già scritto un articolo destinato alla rivista marittima secondo le testimonianze e riscontri della I commissione d'inchiesta sembra che l'esplosione fosse causata da una miscela casuale di materiale coibente,temperatura interna e incuria da parte di un equipaggio composto prevalentemente da gente maladdestrata e priva di nozioni tecniche di base anche per la loro giovanissima età e che tale sinistro è avvenuto in un momento di grave trascuratezza... se volete leggere l'articolo, un PM e lo mando per uso privato e personale ( in attesa che la Rivista lo pubblichi... )
la marina venne molto limitata dall'assenza delle portaerei, oltre che dalla scarsa cooperazione con la regia aeronautica... ma i più penosi insuccessi si devono ad Ultra... "grazie" ai nostri amici tedeschi che donarono diverse macchine enigma alla nostra marina affinchè essa potesse "difendere" al meglio i propri segreti... difatti la segnazione di matapan venne proprio da una macchina enigma della Vittorio Veneto mi sembra... ringraziare ultra anche per le pesanti falcidie subite nella battaglia dei convogli, dove a salvarsi erano proprio le spedizioni di cui, per qualche motivo, i tedeschi non erano informati....