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Tasse, stato e privati

Discussione in 'Off Topic' iniziata da Gamby, 13 Luglio 2017.

  1. generalkleber

    generalkleber

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    I Veneti sono stanchi? Sto pensando a quando in TV vanno a Napoli e i giornalisti chiedono al primo che passa, letteralmente, cosa pensa e quello, inevitabilmente, ti dice che lo Stato ha abbandonato Napoli e non fa nulla per la città. E' chiaro che se deve parlare (e lo deve fare per forza: Ortega Y Gasset aveva notato che la cultua di massa _impone_ di opinare), ti dirà quello ceh ha sempre sentito. moltiplicando all'infinito una banalità inesatta. Lo stesso giornalista va a Milano e ottiene come risposta che i meridionali non sanno lavorare e che se la Lombardia fosse da sola... Scambiamo cioè banalità (che in quanto banalità contengono pure una dose di verità) per la realtà. Ora, io vengo da un'età in cui pensavamo la società in termini dialettici e mi è difficile rinunciarvi. Scusate pertanto se divento pedante. Immaginiamo la politica come una serie di strati collegati, dai più superficiali e di limitato spessore, ai più profondi, via via più corposi. Il senso è da una parte di tener distinti i concetti/strati e dall'altra impedire che tutto si confonda, attribuendo ad un concetto/livello le coerenze di un altro.
    Stabilito che da qualche secono il soggetto che costruisce la nostra intersoggettività è lo Stato la questione, in rapporto alle tasse, è vedere se funziona oppure no e in questo secondo caso, per quale motivo. E' comune dire che non funziona perché i politici rubano o sono incapaci, oppure che ci sono alti livelli di inefficienza. Ora, in questa congiuntura, dire che i politici sono incapaci è sparare sulla Croce Rossa. Ma non è sempre stato così. e d'altra parte avere Chirac o la Merkel a posto di Berlusconi, o Mitterrand o Obama a posto di Renzi non cambierebbe poi molto. Lo spreco e l'inefficienza sono a volte evidenti. Ma non è una caratteristica metafisica dell'Italia e dire che con questa o quella mentalità le cose andrebbero meglio... In altre parole queste facili risposte riguardano gli strati più superficiali della dimensione politica e non dicono molto di più oltre al fatto che chi parla è arrabbiato. Circa le tasse mi viene da pensare che la colpa, più che di Bossi (leggo oggi che è inquisito) nasce da come si è costruito lo Stato sociale tra il 1947 e l'età di Craxi, con un vertice nelle scelte di Fanfani (che peraltro stimo moltissimo). Per garantire benessere, crescita e democrazia (e pace!) si è speso tutto, compreso quello che non si aveva. Si poteva fare altrimenti? In ogni caso è andata così e il risultato, esclusa la possibilità di svalutare, non può che essere: alte tasse e servizi meno funzionali. Si può spostare (i livlli più superficiali) qualche miliardo ma la sostanza non cambia.
    Sarebbe meglio uno Stato più leggero? E' la posizione della destra repubblicana americana. Ogni tanto ho simpatia per questa posizione. Ma è realistica? Certo ci sono troppe leggi. certo la burocrzia ci affoga. Se saliamo qualche livello, una delle scelte discutibili è stata in Italia aver moltiplicato i centri di potere e le competenze reduplicando a livello locale (regioni, provincie...) le competenze statali. Ma in fondo anche questo è davvero poco (e del resto la democrazia ha scelto di tenerci il Senato, le Provicncie...). Più decisivo è il fatto che il mondo moderno produce complessità o la gestisce lo Stato o gruppi privati, nel senso che meno è dello Stato più è di gruppi privati. Ho simpatia, lo ripeto, per l'immagine del motociclista americano che se ne infischia di tutto e corre libero per le sconfinate interstatali (o per l'hippy che nella sua comune mescola libero amore e droghe). Ma l'altra faccia è lo strapotere degli oligopoli ela costituzione di caaste endogame privilegiate. Così, alla fine, se troppe leggi sono troppe, troppo poche sono davvero poche.
    Il digitale, che nessuno comprende appieno ancora, può introdurre grandi e imprevedibili trasformazioni. Me nell'attesa...
    Lo Stato di Singapore, una palude nel 1948 e ora uno dei luoghi più ricchi e belli a viverci del mondo, ha dal 2010 una commissione che lavora a pianificare come sarà Singapore nel 2030. Noi, invece, votiamo sulla base delle emozioni del momento (emozioni manipolate dai canali di informazione). Chiaramente la democrazia formale ha dei limiti. Ma nel frattempo, la pianificazione (es.: acque, rifiuti, energia...) a chi la affidiamo? Ai privati?
     
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  2. metalupo

    metalupo

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    Qui sta il problema di base.

    Quale formazione politica negli ultimi 20 anni, forse anche di più, ha pianificato a lunga scadenza?
    Perchè non ha potuto o voluto farlo?

    I privati saprebberro e vorrebbero pianificare a lunga scadenza nell'interesse nazionale?
     
    Ultima modifica: 8 Marzo 2018
  3. bacca

    bacca

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    Singapore ? con le tasse al massimo al 22%? Un paradiso fiscale?
    E ci stupiamo guardino al futuro?
    Anche il Montenegro, per fare un esempio vicino, lo sta facendo e è pazzesco quanto abbiano recuperato!
     
  4. bacca

    bacca

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    Io sono sempre stato scettico a permettere la creazione di monopoli privati su beni "pubblici" , ma vedo anche come il pubblico sia in grado di distruggere la risorsa molto velocemente. Vedi acqua a Roma.
    Ma soprattutto ho davanti a me sempre l'esempio che il miglior parco naturale è la riserva di caccia del re...
    Ciò che lo stato dovrebbe fare secondo me è creare un sistema per cui il privato abbia l'interesse a fare il bene pubblico o nazionale, legiferando non tanto in base alla ragione in se stessa ma in base all'effetto distorsivo che una determinata legge crea nella specifica realtà in cui è calata.
    Ad esempio è da deficienti dare una concessione dell'acqua quinquennale a un privato, perchè lui così non farà investimenti e cercherà il profitto immediato maggiore , sfruttando la rete presente fino al suo collasso e lasciando macerie dietro di se. Invece con una concessione duratura , anche centennale, è spronato a investire per un guadagno futuro.
    Attualmente invece il sistema italiano è : nessun investimento ma tariffe sempre più alte per pagare i consigli di amministrazione pubblici.

    Poi ovvio, ogni servizio ha bisogno di valutazioni ad hoc, i rifiuti vanno bene privatizzati ma il servizio di raccolta deve essere pubblico e gratuito altrimenti ti buttano i rifiuti ovunque ...
     
  5. Silvan

    Silvan

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    L'Italia fin dall'inizio si è avviata verso un modello partitico/clientelare dove la corruzione è di Stato gli interessi privati perennemente in conflitto con quelli pubblici. E si la mentalità la cultura c'entrano perchè alla fine tutti quelli che negli anni, specialmente all'inizio della repubblica, hanno preferito la gallina oggi all'uovo domani, hanno fatto una scelta che andava bene per le loro tasce e non per il paese come invece avrebbe fatto, mediamente, un politico o un dirigente tedesco, francese, britannico. Per cui la mentalità c'entra eccome.
    Pensa per esempio agli occhi chiusi della magistratura, al lassismo della magistratura che della sua indipendenza si fa scudo per proteggere la libertà di un giudice che passa 12 ore la settimana in ufficio!. Pensa ai primari, rettori, direttori, dirigenti di tutta italia che per favori politici o convivenze hanno favorito parenti ed amici. Eppure costoro svolgevano un compito all'interno dello stato che implicava da se un alta responsabilità e senso morale. Pensa ai grandi imprenditori pronti a incassare gli aiuti di stato in nome dello sviluppo del paese (cassa integrazione, cassa del mezzogiorno, fondi sviluppo, ecc. ecc.) e poi velocissimi a portare in nero i capitali guadagnati all'estero, evidentemente per costoro pagare le tasse allo stato italiano non era altrettanto nobile quanto incassare gli aiuti.
    Il paese è marcio dalla testa ai piedi è proprio il modo di fare la mentalità e la cultura degli italiani a non comprendere i principi base dello stato, della civile convivenza, dell'etica pubblica. Persino durante il fascismo il regime doveva costantemente sorvegliare e contrastare gli stessi apparati intermedi dello stato contro questa naturale propensione italica, se non che a volte farne parte direttamente.
     
  6. Silvan

    Silvan

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    Questo "altrimenti" è molto significativo di quanto sia fondamentale la mentalità e la cultura.
    Pensa al Giappone per esempio, questo "altrimenti" li non varrebbe.
    Non si può concepire un paese dove dietro ogni cittadino ci sia un vigile...
     
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  7. GyJeX

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    già, meglio un paese dove il cittadino sia reo confesso volontariamente e pubblicamente, tipo su facebooklandia
     
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  8. Silvan

    Silvan

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    Paradossalmente è quello che sta già avvenendo. Pensa all'inversione dell'onere della prova in ambito tributario e alla tendenza giurisdizionale per cui il cittadino è colpevole fino a prova contraria.
     
  9. generalkleber

    generalkleber

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    La democrazia formale sta disincentivando la possibilità di pensare a medio-lungo termine. In parte ciò dipende dalla crisi dei partitit, trasformatisi tutti in contenitori elettorali, ma, più in generale, il sistema stesso democratico sta mostrando i suoi limiti: dalla Gran Bretagna che esce dall'Ue, alla Turchia che vota per una semidittatura, all'Italia che boccia il referendumo, ...gli esempi si potrebbero moltiplicare. Un politico locale che vuole avere certezza di essere eletto può prendere la bandiera del rifiuto dell'inceneritore o del rifiuto dell'immigrato o del rifiuto della ferrovia... e si prende i voti di cittadini che, "a pelle", non vogliono nè inceneritori vicino casa, nè ferrovie, nè immigrati... Insomma, il cercare l'appoggio emotivo paga e dunque nessuno è motivato a progettare a lungo termine. Questo spiega la diffusa retorica dei politici a chiedere continuamente voti e consultazioni popolari, anche per le questioni più tecniche (che forse significa: più insulse).
    Ciò, appunto, evidenzia un limite del modello democratico formale senza, peraltro, che emerga in vista una soluzione alternativa accettabile.
    Perciò, rispondendo alla prima domanda, a mio parere nessuna formazione politica ha un progetto di qualche tipo da molto tempo. L'ultimo progetto politico importante fu quello per entrare nell'euro. Ma anche lì, più che un progetto fu la continuazione di una strada da tempo aperta. Per il resto, pianificazioni, a mio avviso, zero di qualunque tipo. non per l'acqua, che pure sappiamo costituirà presto un probela esseziale; non per l'energia, non per gli immigrati, non per le infrastrutture... niente.
    Per la seconda domanda: la classe dirigente italiana (e non solo, pensiamo a Trump) è largamente improvvisata. Diciamolo chiaramente: sono mediamente degli incompetenti che si trovano dove si trovano per caso. La spallata di Mani Pulite e la crisi dei partiti ha spalancato la carriera politica a improvvisati che hanno individuato semplicemente opportunità personali. Forse Saragat beveva, ma si era fatto la galera sotto il Fascismo e aveva rischiato la pelle. Idem Pertini. Andreotti lavorava 16 ore al giorno, Cossiga era un esperto mondiale di intelligence, Almirante aveva rischiato a lungo la pelle. In un noto manuale di antropologia culturale di oltre mille pagine, l'unico intellettuale italiano citato, con libri tradotti in Usa, è Fanfani. Insomma, gente che, al di là degli eventuali guadagni personali, conosceva bene la politica e le esigenze sociali. La crisi dei partiti ha travolto tutto aprendo la strada ai semplici.
    Ma questo non è solo il caso italiano: la conseguenza della crisi della democrazia si diffonde ovunque, sia pure con diversa velocità.
    I privati saprebbero/potrebbero? Saprebbero farlo certamente: le principali aziende sanno pianificare ottimamente il loro futuro e la loro espansione. Solo che i privati, giustamente, hanno come criterio di valore i bilanci. _I loro bilanci_. E naturalmente non hanno problemi a sacrificare l'interesse generale sui loro altari particolari. Non è che siano cattivi è che questa è la logica del capitalismo. Non si può chiedere agli imprenditori di guardare oltre i loro bilanci: non è loro il compito di farlo. L'Eni (ammesso che sia un privato) può/sa pianificare benissimo le linee per portare il gas in Italia, e anche come contrattare con i produttori. Ma poi si trova contro chi non vuole i gasdotti a casa nostra, oppure con produttori che sostengono l'Isis. Le soluzioni a questi problemi non può individuarle l'Eni. La Fiat ha condizionato le infrastrutture italiane imponendo le autostrade invece delle ferrovie (il che la dice lunga su chi rida davvero quando vede gli anti-tav): dal suo punto di vista ha pianificato perfettamente. Ma noi ci troviamo con una rete ferroviaria locale vecchia, inefficente, che non attrae nessun investimento. Giolitti a suo tempo riuscì a imporre la nazionalizzazione delle ferrovie, che significava anche reti locali (quelle cioè che lavorano in deficit e che nessun privato accetterebbe di finanziare). Può la privatizzazione indurre qualcuno a investire (quindi a pianificare l'avvenire) su linee che non rendono? A meno che, come a Singapore, il governo pianifichi di facilitare gli investimenti in certi settori con vantaggi per gli imprenditori. Ma, appunto, il governo sono i politici e torniamo daccapo.
    Sono pessimista assai...
     
  10. bacca

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    Il problema principale non è la democrazia come metodo con cui la società sceglie il suo futuro, ma la mancanza di contrappesi alle sue scelte. Il problema sta nell'assolutismo democratico, cioè nel fatto ce la maggioranza (o la minoranza maggiore con il sistema elettorale che garantisca la tanto agoniata governabilità) può imporre ciò che vuole alla minoranza (o alla maggioranza minore).
    Non esiste un diritto naturale, e purtroppo quello costituzionale che dovrebbe garantire un minimo alle minoranze si rivela inadeguato, per i continui rimandi fascisti alla legge stessa, e quindi alle scelte della maggioranza.
    "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
    Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana."

    Sulla classe politica boh, mi sembra che questi incompetenti molti se li siano voluti, Berlusconi dava fastidio assai, aveva amicizie troppo forti, meglio farlo fuori... Diciamolo chiaro il PD insieme a Francia e Germania hanno svenduto gli interesi nazionali per il loro gioco di potere. Ora prendiamo lezioni dalla Slovenia , Austria Ungheria e Polonia, mentre prima mettevamo insieme USA e RUSSIA, avevamo blindato la LIBIA , ora l'abbiamo persa. Le nostre aziende vengono acquistate in blocco da fondi di investimento e stiamo perdendo pacchetti clienti pazzeschi, abbiamo perso 10 anni in ricercaq tecnologia e konow how!
     
  11. bacca

    bacca

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    Sull'economia e sulle tasse invece c'è un problema enorme, non solo lo stato è inefficiente e spendaccione e stupido nel gestire le cose a lui affidate, ma a livello di scelte influisce la attuale dottrina economica dominante.
    In tutte le università si insegna agli studiosi di scienze economiche il vangelo del PIL.
    Tutto fa PIL !
    Qualsiasi spesa lo stato faccia fa PIL !
    Il PIL serve per valutare il debito, e soprattutto quanto debito posso fare, ma soprattuto che più debito faccio più il mio PIL cresce!
    Se il debito pubblico è 100% del PIl e io aumento la spesa a debito, aumento sia il PIL che il debito ma la percentuale resta la stessa.
    In questa mastodontica stronzata dottrinale ogni spesa va bene , anche imporre la ritinteggiatura settimanale delle piste ciclabili a seconda dell'umore del sindaco.
    Come può una tale scienza economica portare a risultati concreti ? Eppure è questa che seguono i nostri politici , perchè questa conoscono !
    Ma quando possiamo sperare che lo stato riduca la sua spesa in questo contesto ? MAI
     
  12. bacca

    bacca

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