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sfidAAR2: DAoS, Patriarcato di Aquileia

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da Dark_Angel_Of_Sin, 25 Settembre 2010.

  1. Carlos V

    Carlos V

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    Vogliamo vedere come va a finire la vicenda del Professore tornato indietro nel tempo! :D
    Riuscirà a tornare nel presente (o meglio negli anni '70, visto che la storia è partita da lì) e a tenere la conferenza su Aquileia? Organizza qualche bel colpo di scena ;)
     
  2. nirian

    nirian Guest

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    sì siamo preoccupati per il prof :cautious:
     
  3. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    faremo in modo! XD comunque ci sono ancora un paio di nodi da sciolgliere nella stesura finale dell'epilogo, spero di indovinare quello giusto! :D

    è il protagonista, non bisogna mai preoccuparsi del protagonista XD

    update a breve (cercherò di finire l'aar il prima possibile :D per dedicarmi a quello su RoM oppure all'ambizioso progetto di seguire una famiglia in DW..)

    saluti
    DAoS
     
  4. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    update stasera, scusate del ritardo!

    saluti
    DAoS
     
  5. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il Patriarcato di Antonio VI - parte 4

    Il 1756 vide appena otto mesi di pace, infatti nell'agosto di quell'anno, venne dichiarata guerra all'Etiopia, spina nel fianco del governatorato dell'africa orientale a causa delle frequenti incursioni di predoni. Tuttavia il sistema di alleanze portò l'Orda d'Oro, Brunswick, Bisanzio ed anche il lontano Aceh ad intervenire. Con Aquileia si schierarono i soliti alleati, Gran Bretagna e Francia.
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    La guerra venne subito portata verso l'Etiopia, che cadde dopo circa un mese; nello stesso periodo veniva anche aperto il fronte greco, con la battaglia di Larissa, vinta dagli aquileiesi; gli altri fronti rimasero calmi, in attesa di rinforzi.
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    Nei mesi successivi fu conquistata la provincia di Zaporozhia e di numerose provincie del Brunswick. Il loro sovrano chiese immediatamente la pace, i termini della quale furono particolarmente duri, viste le rivendicazioni francesi sull'area: dovette cedere la provincia del Rossiglione alla Francia, riconoscere l'indipendenza del Delfinato e della Provenza, e cessare le rivendicazioni territoriali sul suolo francese. Nello stesso periodo venne anche arrestato il sindaco di Lenape, accusato di corruzione, al suo posto, come commissario, venne messo il diacono Raimondo Visconti, uomo fidato del patriarca.
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    L'ultimo mese dell'anno vide due importanti battaglie contro l'Orda a Kharkov; le forze congiunte di Aquileia e della Lituania, che aveva approfittato della situazione per espandersi ad est, riuscirono a sconfiggere per due volte l'armata musulmana, comandata dal sovrano in persona. Negli stessi giorni venne iniziato l'assalto alla fortezza di Larissa, che cadde nel gennaio del 1757. Volendo concentrare le forze contro l'Orda, il Patriarca impose la liberazione di Cipro ai bizantini che prontamente accettarono.
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    Due mesi dopo, mentre la Lituania firmava la pace con l'Orda, venne iniziata l'offensiva contro l'Aceh e, dall'altra parte del mondo, il Visconti otteneva la nomina a vescovo di Lenape, lasciando ad un nuovo commissario la guida secolare della provincia.
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    I mesi successivi videro la presa di Kharkov e quella di Aceh. Con la caduta della capitale anche l'omonimo stato cessò di esistere, per entrare a far parte del locale governatorato patriarcale. Solamente l'Orda rimaneva quindi in armi.
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    Il giorno successivo, tuttavia, anche l'Orda firmo la pace, cedendo Zaporozhia e rinunciando alla rivendicazione della Crimea.
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    Il biennio 1758-1760 trascorse in relativa tranquillità; Antonio VI fu, infatti, molto impegnato a riordinare le nuove conquiste, che vennero consolidate con l'introduzione definitiva del modello amministrativo patriarcale. Tuttavia quest'introduzione non fu indolore; infatti scoppiarono numerose rivolte, ma furono tutte prontamente sconfitte e, nel marzo del 1759 un gran numero di provincie dell'indonesia divenne, finalmente, nazionale.
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    Consolidata la posizione nell'estremo oriente, il Patriarca decise di espandersi ulteriormente a nord nella penisola della malacca. Per questo motivo venne dichiarata la guerra contro il Pegu ed il Lan Na. Pochi giorni dopo, tuttavia, il Brunei decise di intervenire nella guerra, aprendo le ostilità contro Aquileia ed i suoi alleati. In questo conflitto vennero anche trascinati numerosi paesi indiani, che volevano ridimensionare la presenza britannica nella zona. L'offensiva primaria venne indirizzata contro il Pegu ed i possedimenti del Brunei lungo la penisola della malacca. Mentre le truppe nel Borneo attendevano rinforzi per sgominare l'esercito nemico. Nello stesso periodo la provincia di Zaporozhia veniva riportata nel grembo della santa chiesa.
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    Pegu, Brunei e Lan Na non riuscirono a trattenere l'offensiva patriarcale, che distrusse in due battaglie gli eserciti nemici. Queste vittorie permisero di liberare alcune armate che vennero inviate nel borneo, dove vennero cinte d'assedio due provincie; la guerra in india, invece, fu lasciata ai britannici. Nello stesso periodo numerosi cittadini della Zaporozhia decisero di prendere le armi contro il governo centrale patriarcale, in quanto si sentivano oppressi dal centralismo statale, soprattutto confrontando il generale lassismo vigente sotto l'Orda. Dopo un mese di aspri combattimenti la rivolta fu sedata, con gravi perdite.
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    Come nell'america del Nord, anche in quella meridionale si formò, dopo molti anni di dominazione patriarcale, un forte sentimento indipendentista che portò il ceto medio peruviano ad aspirare alla creazione di una propria nazione. Quest'aspirazione degenerò in rivolta nel Guatemala, mentre il resto del sud america rimase stabile. Visto il successo della politica patriarcale nel nord, Antonio VI decise di mandare il Visconti ad esercitare la sua influenza anche nell'area peruviana, concedendogli l'incarico di osservatore speciale del Patriarca presso il consiglio governatoriale di Lima.
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    Nei mesi seguenti venne ripresa l'offensiva in Malacca e nel Borneo. Quest'operazione portò, nel gennaio del 1762 alla definitiva pace con il Brunei, che fu costretto a cedere praticamente tutte le sue provincie.
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    In rapida successione caddero anche il Lan Na ed il Pegu, che furono entrambi privati di numerose provincie. La guerra orientale si mostrò quindi generosa di premi per le armate del patriarca, che ebbero modo di portare in dote al governatorato delle indie orientali tutta la penisola della malacca.
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    Questa rapida espansione, tuttavia, fu pagata con numerose rivolte scoppiate nei giorni immediatamente successivi alla pace. Queste sommosse vennero comunque presto soffocate e si cominciò a ricostruire. In quello stesso periodo il re della Corsica venne proclamato imperatore del SRI.
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    Pochi giorni dopo il Balucistan offrì una pace bianca, che Antonio VI decise di accettare, per porre così fine alla guerra. Un nuovo periodo di pace e consolidamento delle conquiste si aprì, in questo modo, per Aquileia.
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    Il periodo pacifico, anche in questo caso, durò due anni, fino al 1765. In questo periodo vennero convertite numerose provincie, altre entrarono nel numero delle provincie nazionali ma, cosa più importante, fu l'elezione di Raimondo Visconti a vicario patriarcale, nonché il suo trasferimento, come vescovo, in Albania, paese più vicino alla corte aquileiese. Nel 1765 Cipro richiese l'aiuto patriarcale contro l'aggressione bizantina. Il patriarca non perse tempo e si unì alla guerra. Il primo atto della stessa fu l'invasione della Grecia, seguita dalla vittoria di Larissa. Nello stesso periodo la flotta patriarcale perlustrò il mediterraneo alla ricerca delle navi bizantine, per evitare la caduta di Cipro, e le trovò nella baia di alessandria dove, dopo una furiosa battaglia, vennero affondate un gran numero di galee nemiche.
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    Pochi giorni dopo Larissa cadde, la via verso Atene era quindi aperta e le truppe di aquileia si gettarono contro la capitale bizantina, annientando l'esercito di Michele XII, anche grazie alla presenza del vescovo d'Albania, che coordinava le operazioni assieme al generale Raimondo Gonzaga.
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    Meno di due settimane dopo cadeva anche Atene. Il re greco non ebbe quindi altra scelta che chiedere la pace, che pose fine alle rivendicazioni bizantine sull'isola di Cipro, su quella di Corfù e sulla provincia di Janina; queste ultime in mano agli austriaci.
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  6. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Situazione Mondiale nel 1766

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    Aquileia e vassalli

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    Europa Nord-Orientale

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    Europa Sud-Orientale

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    Europa Nord-Occidentale

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    Europa Sud-Occidentale

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    Grafici vari

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    Relazioni Amichevoli

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    Relazioni Ostili 1

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    Relazioni Ostili 2

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  7. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    espansione territoriale del Patriarcato dal 1730 (rosso) al 1766 (blu)​


    Obbiettivi a breve (verifica)
    1)espandersi in africa OK
    2)espandersi in asia OK
    3)espandersi in america OK
    4)aumentare il prestigio OK

    Obbiettivi a breve (nuovi)
    1)espandersi in africa
    2)espandersi in asia
    3)espandersi in america
    4)aumentare il prestigio

    saluti
    DAoS
     
  8. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Palazzo Vescovile, Durazzo - 22 Maggio 1765
    "monsignore!"
    "che c'è?" rispose sbuffando Raimondo Visconti, vescovo d'Albania
    "un messo da Aquileia" rispose il ciambellano
    "fallo entrare, saranno gli ennesimi riconoscimenti per la nostra vittoria" il vescovo si fermò "bisognerà anche preparare la città al trionfo, dì al diacono che contatti il generale Gonzaga"
    "sarà fatto, signore" il ciambellano uscì dalla stanza, per ritornarvi poco dopo seguito da un uomo che venne presentato come messer Guidi, inviato speciale del Patriarca "cattive nuove da Aquileia" disse
    "lasciaci soli" ordinò il Visconti al suo sottoposto e, quando questi fu uscito dalla stanza proseguì "ditemi"
    "il Patriarca non sta molto bene, sarebbe il caso che il vicario" lo indicò "fosse presente"
    "quanto è grave?"
    "i medici non lo sanno ancora"
    "e quando dovrei partire?"
    "al più presto, nei prossimi mesi ci saranno importanti avvenimenti"
    "altro?"
    "no, questo è quanto" il messo si alzò
    "provvederò, vi ringrazio, messer Guidi"
     
    Palazzo Patriarcale, Aquileia - 3 giugno 1765
    Il Patriarca era steso a letto, febbricitante, con lui erano presenti i consiglieri, tranne il cancelliere, ed il vicario
    "come vedete" iniziò a dire "non sto molto bene" guardò i consiglieri "quindi è il caso che cominciate a contare sul mio vicario, vescovo Visconti, qui presente" lo indicò "si è sempre mostrato un fidato amico, per me, e lo sarà anche per voi" tossì "adesso, per favore, lasciateci soli"
    i consiglieri uscirono e rimasero solo i due prelati "Raimondo" disse il Patriarca "non so se ce la farò, questa volta"
    "siete invincibile, monsignore" disse il vescovo "non dovete preoccuparvi, avete ottimi medici"
    "si sente quando viene la propria ora" sospirò Antonio VI "e sento che la mia è vicina, per questo ti ho chiamato"
    "ditemi pure, monsignore"
    "sei sempre stato un fido servitore dello Stato" iniziò "come tuo padre ed i tuoi avi" tossì "penso che sia giunto il momento di mettere nelle tue mani quello che hai sempre servito"
    "cosa?" il vescovo si stupì
    "hai capito, sosterrò la tua candidatura a Patriarca, è per questo che ti farò lavorare con i consiglieri, dovrai accattivarti la loro fiducia"
    "ma.."
    "niente ma, so quello che faccio" sospirò "e so quello che dovrai fare" queste parole furono seguite da alcuni istanti di silenzio "per prima cosa dovrai farti amico il gran maestro dell'Ordine Patriarcale, gran parte della gestione statale passa per le sue mani"
    "ma è solo un cancelliere"
    "solo in apparenza, il suo ordine è il maggiore nemico del Patriarcato, dovrai farlo sparire, io non ci sono riuscito, perché l'ho capito solo qualche mese fa, tu lo sai ora, prima di diventare Patriarca"
    "ma non è sicuro, potreste vivere ancora a lungo, oppure io potrei non venire eletto"
    "ho ancora potere, tu sarai eletto, non ti preoccupare" sibilò "comunque hai capito cosa devi fare?"
    "si, monsignore"
    "lascio il resto alla tua intelligenza, ora puoi andare, spero ci rivedremo presto"
    "si, monsignore, arrivederci" rispose il vescovo, uscendo.
     
    Abbazia Centrale dell'Ordine, Aquileia - 3 giugno 1765
    "maestro!" il segretario entrò sbattendo la porta
    "che c'é?" il professore non alzò nemmeno gli occhi dal foglio "sono occupato"
    "chi c'è, dovresti dire" rispose una voce conosciuta
    "scusatemi, ma non sono riuscito a fermarlo" disse il segretario
    "non importa" il professore alzò gli occhi dal foglio "puoi andare Privi"
    "si, maestro" rispose quello, uscendo
    "allora?" chiese il professore "sai che odio queste tue entrate"
    "questa volta è importante" disse l'altro "ho saputo che il Patriarca sta tramando per sopprimere l'Ordine"
    "questo già lo sapevo, ma non ci riuscirà, soprattutto ora che è a letto, malato"
    "ma ha convocato i consiglieri ed il vicario"
    "cosa?" il professore sbattè il pugno sul tavolo "dannazione"
    "significativo che non ne sapevi nulla"
    "già, maledetto. comunque continua"
    "dato il suo stato di salute ha lasciato le redini dello stato a Visconti, poi si è rintanato con lui, facendo uscire gli altri"
    "e gli avrà detto di farci fuori"
    "esattamente"
    "dobbiamo eliminarlo"
    "non penso sia una buona idea, è molto popolare, e il nostro gioco verrebbe subito scoperto"
    "in effetti. diffamazione?"
    "potrebbe funzionare, ma con l'appoggio di un Patriarca come Antonio VI non penso servirà a molto"
    "voglio una riunione con tutti i grandi capi dei nostri servizi informativi, dobbiamo impedire che il Visconti venga eletto"
    "sarà fatto"
     
    Abbazia Centrale dell'Ordine, Aquileia - 15 giugno 1765
    "fratelli" esordì il professore "abbiamo un problema" guardò i suoi fidati uomini "Raimondo Visconti"
    "il vicario patriarcale?" chiese Giovanni Acuto da Londra, responsabile degli affari esteri
    "già"
    "la vedo dura, è molto ben piazzato politicamente" disse Guglielmo Crauss da Monaco, degli affari interni laici "ho condotto una ricerca, è inattaccabile con i soliti metodi"
    "e con gli insoliti?" sibilò Valerio Gonzaga da Torino, giovane direttore dell'ufficio ecclesiastico "dico, ucciderlo o quant'altro?"
    "quelli sono i soliti" lo corresse Guglielmo, sorridendo
    "ah"
    "per questo vi ho convocato" sospirò il professore "dobbiamo trovare qualcos'altro.. chi sono i nostri candidati, Gonzaga?"
    "principalmente il vecchio vescovo di Alessandria, Giuseppe Galati, noto in tutta europa"
    "qualcuno potrebbe dire che è troppo vecchio per districarsi negli affari di Stato" sospirò Giovanni
    "giusto, altri? magari più giovani?"
    "il vescovo di Sunda? è molto abile nel districarsi nelle questioni diplomatiche, ha agito molto bene quando siamo scesi in guerra con il Brunei"
    "troppo lontano e sconosciuto"
    "Ferruccio Gadames di Whydah? non è bravo come gli altri due ma è molto noto nell'ambiente"
    "che ha fatto?"
    "il suo discorso sulla consustanzialità ha ricevuto unanimi riconoscimenti"
    "è un teologo, come dirige la sua diocesi?"
    "punto debole" ammise Valerio
    "altri?"
    "suggerisco Antonio Valras di Panama, ha tutti i requisiti, solo non in grandi quantità" disse Giovanni
    "dici?"
    "lo conosco personalmente, è affidabile"
    "mmhm" sospirò il professore "contattateli e riferite appena possibile, trovare un candidato decente è la nostra ultima speranza" gli altri si alzarono "comunque continuate ad indagare su Raimondo Visconti, che non si sa mai"
     
    Palazzo Patriarcale, Aquileia - 20 agosto 1765
    "altro punto all'ordine del giorno" disse il cancelliere "la visita del Cardinale Frantoi, signor Sabbati?"
    "bhè la questione è molto semplice" cominciò il diplomatico "ha chiesto il nostro supporto per l'elezione"
    la porta venne sbattuta violentemente dal ciambellano "il Patriarca è morto!" gridò
    "cosa?" gridarono all'unisono in risposta i consiglieri
    "poco fa, sono entrato per portargli il thè ma non ha risposto, ho chiamato i medici che ne hanno constatato la morte" disse, tutto d'un fiato
    "consigliere Franzosi" disse Raimondo, ritrovando il sangue freddo da generale, al ministro per le colonie "convochi il sinodo elettivo"
    "sarà fatto, vicario" rispose lui, avviandosi
    "no, resti qui. sarà anche da pensare ai funerali. Cancelliere, inserisca questi nuovi punti all'ordine del giorno" si voltò "ciambellano, provveda alle necessarie procedure, visiterò la salma quanto prima"
    "si, vicario" disse egli, avviandosi
     
    Abbazia Centrale dell'Ordine, Aquileia - 21 agosto 1765
    "dobbiamo muoverci in fretta" esordì il professore "Antonio VI è morto ieri. Rapporto sulla situazione"
    "Visconti continua ad essere inattaccabile" disse Guglielmo "ho ricevuto ieri i rapporti dei miei uomini, niente da fare"
    "quindi, dovremo sostenere Galati?"
    "è il nostro migliore uomo" disse Valerio "comunque ho mandato i nostri messi ad avvisare i vescovi che si presentino qui un mese prima del sinodo, come da protocollo"
    "ottimo lavoro Gonzaga, ottimo. In quanto a Gadames, Valras e Sucarto voglio parlare con loro singolarmente al più presto. e voglio anche i loro dossier" ordinò il maestro
    "sarà fatto"
    "nel frattempo fate un'pò di propaganda tra la popolazione, speriamo solo che l'esercito resti neutrale"
    "ne dubito, il Visconti è stato generale, ed ha combattuto nell'ultima guerra" sospirò Giovanni
    "avere l'appoggio della popolazione è più importante, come diceva quel grande autore fiorentino.."
    "Macchiavelli, maestro"
    "esatto, lui. A rapporto tra una settimana"
     
    Palazzo Patriarcale, Aquileia - 21 agosto 1765
    "generale Gonzaga, quale onore!" esclamò Raimondo Visconti
    "non perderti in convenevoli, Raimondo" gli rispose l'altro "siamo soli" sorrise
    "sto studiando per diventare Patriarca, devo sapere l'etichetta"
    "hai ragione, in effetti" il generale si sedette "la voce girava da parecchio, comunque"
    "come mai sei qui?"
    "dovevo andare a firmare alcune carte al ministero degli esteri. ma quando ho saputo della morte di Antonio VI ho deciso di venire a trovarti, anche per assicurarti l'appoggio dell'esercito"
    "sei così importante?" Raimondo sorrise
    "così pare, ho già scritto a tutti i principali comandanti, a questo servono le scuole militari, no?"
    "hai ragione, grazie. Hai voglia di passare un'pò di anni al caldo?"
    "non mi dispiacerebbe, in realtà. Quello che dovevo dare allo Stato l'ho dato" sorrise
    "africa orientale?"
    "suona bene ma, prima di fare piani, dovresti pensare a come sbarazzarti dell'Ordine"
    "tutti me lo dicono, infatti"
    "allora sarà vero, no?"
    "già, sono infidi però, dovremo agire con cautela"
    "dovremo?"
    "benvenuto a bordo!" disse il Vicario al Generale
     
    Abbazia Centrale dell'Ordine, Aquileia - 9 Ottobre 1765
    "è morto!" Guglielmo entrò nell'ufficio del maestro come una furia "è morto!" ripetè
    "calmatevi Crauss, sedetevi e calmatevi" il giovane obbedì "chi è morto?"
    "il vescovo di Alessandria, la nave è stata assaltata dai pirati, al largo di Corfù"
    "pirati?"
    "così dicono i sopravvissuti, ma ho il sospetto che ci sia Visconti dietro a questo"
    "abbiamo modo di provarlo"
    "lo spero"
    qualcuno bussò alla porta
    "avanti"
    "salve, Maestro" disse Giovanni Acuto "porto cattive notizie, purtroppo"
    "anche tu?!?"
    "oh non vi avevo visto Guglielmo" riportò lo sguardo sul professore "si, comunque. ho avuto notizia che alcune nostre abbazie periferiche in Arabia ed Egitto sono state incendiate, dicono da predoni infedeli"
    "dannazione!" gridò il professore "dobbiamo reagire, trovate qualche soldato scontento, qualche domestico licenziato, chiunque; dobbiamo affondare Visconti"
    "sissignore" esclamarono gli altri due all'unisono
     
    Abbazia Centrale dell'Ordine, Aquileia - 4 Novembre 1765
    "rapporto" cominciò Vittorio Gonzaga "Gadames, Valras e Sucarto sono arrivati sani e salvi quest'oggi. Gli altri chiedono di fissare al più presto la riunione per il sinodo"
    "tra una settimana" rispose il professore "tra poco arriveranno anche Crauss ed Acuto, dobbiamo scegliere un candidato"
    "posso sedermi?"
    "fai pure"
    qualche minuto dopo entrarono gli altri due direttori "niente cattive notizie, spero" chiese il professore
    "gli incendi continuano" disse Giovanni "tuttavia alcune nostre abbazie sono riuscite a respingere gli assalti, ho ordinato la massima allerta, comunque"
    "speriamo serva a qualcosa" sospirò il professore "allora Gadames, Valras o Sucarto?"
    "Valras" disse Giovanni "ho letto il suo dossier e mi pare l'uomo giusto, non ha qualità eccellenti, ma sarà sicuramente un ottimo uomo di stato"
    "Sucarto" disse Valerio "è giovane, abile, intelligente"
    "ma sconosciuto" aggiunse Guglielmo "secondo me Valras è l'unico capace di coagulare i sentimenti dei nostri vescovi attorno a sè, nonché quelli degli indecisi, che ci farebbero vincere"
    "ne tengo conto" concluse il professore "li sentirò e poi studieremo una strategia. Tra una settimana abbiamo la riunione presinodale, dovremo avere un candidato credibile; non voglio fratture interne. Tenete comunque sotto controllo i vescovi; non voglio perderne altri"
     
    Abbazia Centrale dell'Ordine, Aquileia - 11 Novembre 1765
    "è stata dura" disse Guglielmo "ma finalmente hanno accettato, li ho visti convinti"
    "ho visto molti scontenti" obiettò Valerio "anche se non palesemente alcuni si sono stretti attorno a Sucarto, proprio fisicamente dico, alla fine della riunione"
    "che, sei uno psicologo?" sbottò il professore
    "scusatemi?"
    "lascia perdere" il professore scosse la testa "situazione?"
    "i nostri sono circa un terzo, i partigiani di Visconti circa altrettanti, il resto patteggia per svariati vescovi, nessuno dei quali è in grado di vincere" rispose Guglielmo "mai vista tanta simmetria negli annali"
    "fate in modo che questi puntino sul nostro cavallo"
    "sarà fatto"
    "tenetemi aggiornato sulla situazione, qualsiasi cambiamento potrebbe decidere le sorti del nostro Ordine, ricordatevelo"
     
    Abbazia Centrale dell'Ordine, Aquileia - 25 Novembre 1765
    "allora?"
    "gli indecisi continuano ad esserlo, aspettano il sinodo per esigere di più"
    "dannazione, speriamo che il Visconti non sia in grado di offrirgli più di noi" il professore sospirò "guarda tu se dobbiamo ridurci a comprare i voti"
    "se non si può fare altrimenti"
    "già"
     
    Abbazia Centrale dell'Ordine, Aquileia - 20 Dicembre 1765
    "la situazione è sostanzialmente stabile" disse Guglielmo "dovremo arrivare ad avere la maggioranza"
    "teneteli sotto stretto controllo, non voglio che accada nulla durante le festività"
    "chiaro"
     
    Abbazia Centrale dell'Ordine, Aquileia - 9 Gennaio 1766
    "mi avete fatto chiamare, Maestro?" chiese Vittorio Gonzaga
    "si, siediti" indicò un foglio "hai saputo?"
    "ha vinto Visconti?"
    "già, grazie alla defezione degli amici di Sucarto, avevi ragione" il professore si alzò e, guardando fuori dalla finestra, continuò "è colpa mia, dovevo ascoltarti, ora ci aspettano tempi veramente duri"
    "ce la faremo, Maestro" rispose l'altro "l'Ordine ce l'ha sempre fatta"
    "lo spero"
     
  9. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il Patriarcato di Raimondo II - parte 1

    Il successore di Antonio VI fu scelto dal sinodo il 9 gennaio del 1766, Raimondo Visconti assunse il nome di Raimondo II, anche in omaggio al grande generale Raimondo Gonzaga, morto il giorno prima dell'incoronazione. Le sue prime parole furono di distensione, visto il suo grande ascendente sull'esercito, e di rassicurazione per popolo e nobili.
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    Il primo triennio del Patriarca fu caratterizzato da una generale situazione di stabilità, durante la quale molte provincie ottennero il rango di provincie nazionali, consentendo così un più esteso e capillare controllo sui governatorati d'oltremare, vennero, oltre a questo, anche convertite molte provincie di recente acquisizione. Oltre a questo si assistè anche alla nomina del generale Dario Tizzone a consigliere, atto che portò presto ad una riforma dell'esercito. Sul fronte estero si assistè ad un riavvicinamento con l'Austria, impegnata in quegli anni in una devastante guerra con la Lituania, che la portava alla ribalta come seconda potenza continentale europea; nonché ad alcune mosse diplomatiche volte ad isolare l'impero ottomano, principale rivale nel controllo del medio oriente. Nel novembre del 1769 il ministero del commercio finì di elaborare una nuova riforma del commercio, lasciando più iniziativa ai mercanti, richiamandosi alla dottrina dell'economista inglese John Smith, da poco pubblicata.
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    La pace durò fino al 1770 quando gli ottomani, assieme ai loro alleati di Delhi, Nogai ed Oman; decisero di dichiarare guerra allo Sharjah, protetta da Aquileia. Raimondo II si impegnò subito per difendere l'alleato, conscio della forza patriarcale e della necessità di sfogare gli animi dei soldati. Nello stesso periodo venne intrapresa la colonizzazione di Tabora, importante provincia africana.
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    I primi mesi di guerra videro l'irrisestibile avanzata patriarcale che inflisse numerose sconfitte alla coalizione mussulmana, ponendo sotto assedio le provincie di Al Jawf, Aleppo, Karbala, Trebizon, Karaman, Badiyat Ash Sham, Dhofar e Sivas. Quest'ultima cadde, dopo 117 giorni, durante l'ultimo giorno del 1770.
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    Da Sivas le truppe patriarcali avanzarono verso Mus, annientando il presidio locale. Pochi giorni dopo cadeva anche Trebizon e, conseguentemente, cinte d'assedio Erserum, Dayr az Zor ed Imereti. Per raggiungere questi obbiettivi le truppe patriarcali furono divise, per coprire meglio il territorio, tuttavia il nemico non potè resistere nemmeno all'impatto di una sola armata, venendo sconfitto ed annientato nelle montagne georgiane.
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    Tuttavia alcuni reggimenti ottomani riuscirono a sfuggire al controllo patriarcale ed a porre sotto assedio la provincia di Sinope. Per questo motivo vennero mobilitate le armate stazionate ai confini con il Montenegro. Durante la loro marcia verso Sinope il Nogai chiese ed ottenne una pace bianca e, dall'altra parte del mondo, l'isola di Haiti dichiarò la propria indipendenza sotto la guida del lord protettore Enrico I. Il 17 aprile, tuttavia, l'armata di Nis raggiunse Sinope ed annientò le truppe ottomane, liberando così la città.
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    Nei mesi successivi caddero Karbala, Aleppo, Dayr az Zor e Badiyat Ash Sham, liberando così truppe per aiutare le armate impegnate negli assedi. Tuttavia queste vittorie patriarcali non riuscirono a salvare lo Sharjah, che venne soggiogato dai turchi nell'agosto del 1771, proprio mentre questi cercavano di sfondare le linee patriarcali nel sud dell'Arabia.
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    Poche settimane dopo finiva anche la resistenza di Mus e tutte le truppe disponibili vennero inviate al fronte arabo meridionale, data la difficile vittoria di Dhofar, costata molta fatica e molto sangue alle esigue forze patriarcali. Nei mesi successivi venne portata a termine un'altra riforma dell'esercito, questa volta però ebbe un focus principalmente difensivo, consentendo la costruzione di fortezze migliori. Pochi giorni dopo la promulgazione di questa riforma le prime armate di rinforzo arrivarono a Dhofar, consentendo alle forze aquileiesi di conquistare la provincia pochi giorni dopo. Questa conquista venne usata come base per avanzare più in profondità tra le sabbie arabe, cercando la battaglia definitiva contro i residui dell'esercito ottomano. Il fronte settentrionale continuò a vedere l'inarrestabile avanzata patriarcale, una dopo l'altra caddero Karaman, Imereti ed Erserum; consentendo così un altro scontro frontale tra le truppe patriarcali e quelle ottomane; nel frattempo Delhi aveva chiesto ed ottenuto la pace bianca. Così una settimana dopo la provincia di Kartli venne finalmente liberata dal giogo ottomano e vennero avviate le trattative di pace a Costantinopoli. Là vennero ricevuti gli ambasciatori turchi, sopraffatti dalla pompa del cerimoniale patriarcale, che accettarono, il 2 maggio 1772, tutte le condizioni loro imposte. In questo modo l'impero ottomano si trovò spezzato in tre tronconi, uno in georgia, uno nel medio oriente ed uno in arabia, facile preda per qualsiasi nazione confinante. Nello stesso periodo fu anche completata la colonizzazione di Tabora, ed iniziata quella della confinante Ujiji, un'altra provincia venne così ad entrare nei domini patriarcali.
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    Le importanti conquiste della guerra contro gli ottomani costrinsero il patriarca ad istituire un nuovo governatorato, quello dell'asia minore, con capitale Smirne. La stabilizzazione di questo nuovo governatorato e delle altre conquiste, nonché quella generale dello Stato impiegarono più di un anno. Questo periodo di stabilizzazione e pace durò fino al dicembre del 1773 quando venne dichiarata un'altra guerra, questa volta contro la nazione asiatica del Taungu, alleata con l'Orda d'Oro, il Manchu, il Pegu e Ceylon. Al fianco di Aquileia si schierarono gli alleati storici, Francia e Gran Bretagna, nonché lo stato di Cipro.
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    L'offensiva contro le due nazioni asiatiche si risolse subito in una vittoria totale, infatti entrambi gli eserciti, quelli del Taungu e del Pegu, vennero annientati nel corso di due successive battaglie. Più pianificata fu l'offensiva contro l'orda d'oro, tuttavia anche le forze di questo nemico vennero facilmente sopraffatte e molte provincie vennero cinte d'assedio.
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    I mesi successivi videro un fronte molto stabile in europa, e molto mobile in asia. In questo continente, infatti, le truppe nemiche non riuscirono a contrastare efficacemente quelle europee, portando così il Pegu alla totale sconfitta ed alla resa senza condizioni nell'aprile del 1774. Nello stesso periodo le truppe liberate dall'impegno bellico contro questa nazione vennero mandate contro i cinesi del Manchu.
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    Xishuan Banna, provincia cinese, cadde pochi giorni dopo la resa del Pegu, così come anche le provincie del Taungu. Tuttavia questa nazione resistè ancora un mese prima di firmare la resa il 19 maggio del 1774. Un altro stato veniva così ad entrare nella sfera d'influenza del patriarcato.
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    Dopo le facili vittorie in asia l'offensiva riprese in europa, portando alla conquista di numerose provincie appartenenti all'Orda d'Oro: Georgia, Azow e Kouban. Con la caduta delle provincie marittime la flotta dell'Orda si ritrovò inseguita da quella patriarcale che ebbe gioco facile a distruggerla, così come le quattro armate patriarcali annientarono un reggimento nemico a Kharkov.
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    Dopo queste vittorie l'offensiva riprese su tutto il fronte e, dopo alcuni mesi di feroci combattimenti le linee dell'Orda furono completamente sopraffatte e numerose altre provincie vennero cinte d'assedio. Nello stesso periodo in Asia riprese vigore l'offensiva contro i possedimenti del Manchu della costa orientale dell'indocina. In quei giorni venne anche sostituito il giudice Massimiliano della Scalla, ormai molto anziano, con il giovane, e più capace, Dario Aldini, tuttavia questo non impedì a dei ribelli infedeli, sobillati dai turchi, di assediare la fortezza di Aleppo, subito attaccate dalla locale guarnigione.
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    Le forze ribelli, tuttavia, riuscirono ad eludere la sorveglianza patriarcale ed attaccarono mus, che venne subito difesa ed i ribelli annientati. Se il fronte europeo, in quegli stessi giorni, rimase stabile, quello asiatico, soprattutto grazie alle truppe che erano state liberate dall'impegno contro gli altri stati vide una grande offensiva contro il Manchu, che portò alla caduta dello Yunnan ed all'assedio di numerose altre provincie.
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    I due mesi successivi videro la conquista di Bogutjar, Viet Bac, Dali, Lugansk, Wenshan e Sarai. Nello stesso periodo sia i cinesi che le forze dell'Orda vennero duramente, e ripetutamente, sconfitte. Nella battaglia di Burtasia, le superiori forze patriarcali sopraffecero facilmente i tartari, sebbene guidati dal loro re Kebek II.
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    L'inizio del 1775 vide altre vittorie contro l'Orda e contro il Manchu che, dopo numerose sconfitte, decise di chiedere la pace. Questa venne concessa, con il passaggio di proprietà di tre provincie, che tagliarono le provincie indocinesi dal grosso dei domini del Manchu. Negli stessi giorni una piccola forza tartara riuscì a passare oltre alle difese patriarcali, assediando Bogutjar.
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    Chiusa la partita con i cinesi tutta l'attenzione del patriarcato venne attirata dall'Orda, nei seguenti mesi vennero conquistate le provincie di Alania, Astrakhan, Burtasia, Dagestan e Shirvan, mentre le forze dell'Orda vennero ripetutamente sconfitte. Nello stesso periodo venne eletto Giuseppe I d'Austria come imperatore del SRI.
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    Luglio ed Agosto videro ulteriori vittorie patriarcali, che costrinsero il sovrano dell'Orda d'oro a chiedere la pace. Questa fu singolarmente mite, infatti, non previde la cessione di territori ma solo la liberazione di due stati nonché la fine della rivendicazione su Zaporozhia.
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    Nel novembre dello stesso anno finì la guerra dell'Austria contro la Lituania, che vide la gran parte dei territori lituani occidentali sotto la sovranità austriaca. Qualche mese dopo anche il Ceylon richiese la pace bianca, che venne accettata senza problemi. Il patriarcato così ritornò in pace, nonostante le numerose rivolte nelle nuove provincie, soprattutto quelle cinesi, ma vennero tutte soffocate senza particolari problemi. Nello stesso periodo numerose provincie divennero nazionali, consentendo di consolidare la presa patriarcale sui governatorati d'oltremare.
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  10. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Governatorati instaurati dal Patriarca Raimondo II (1766-1802)


    AMERICA

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    Governatorato dell'America del Nord (Pennacook)​

    ASIA

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    Governatorato dell'Asia Minore (Smirne)​

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    Governatorato dell'Indocina (Ratchaburi)​

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    Governatorato dell'Indonesia (Sunda)​
     
  11. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il Patriarcato di Raimondo II - parte 2

    L'inizio del 1777 vide lo scoppio dell'ennesima guerra bizantino-cipriota. I primi, infatti, miravano ad annettere l'isola da molto tempo. Con lo stato cipriota si schierò subito il Patriarca.
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    Pochi giorni dopo le cinque armate di stanza nell'area montenegrina ricevettero l'ordine di avanzare, al comando del generale Ottobuono Luosi, alla volta di Larissa. Non fecero in tempo a costruire il campo attorno alla città che le forze di Manuele XII, sovrano bizantino, attaccarono le armate patriarcali. L'attacco venne tuttavia respinto e la costruzione dell'accampamento continuò senza incontrare problemi. L'assedio durò fino al 12 luglio di quell'anno, senza nessun intervento bizantino di soccorso alla città. Con la presa di Larissa le forze patriarcali poterono riprendere l'offensiva, dirigendosi verso Atene, capitale bizantina. Qui, il primo agosto, si svolse la battaglia decisiva: ventimila soldati patriarcali, guidati da Filippo di Campofregoso, in sostituzione del Luosi; affrontarono dodicimila fanti e quattromila cavalieri bizantini. L'uso della cavalleria da parte del nemico non riuscì a superare lo svantaggio numerico e tecnologico e le truppe di Manuele XII furono costrette a sgombrare la provincia, non senza aver inflitto gravi perdite alle armate aquileiesi. Negli stessi giorni veniva anche promulgata una nuova riforma istituzionale, fortemente voluta da Raimondo II, volta a togliere potere ai monaci dell'ordine patriarcale, visti da lui come la maggior piaga della società aquileiese.
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    Mentre infuriava l'assedio di Atene, furono convertite le provincie di Gonder e Karaman, mentre la popolazione musulmana di Gojjam tentò la strada della rivolta, subito repressa. In quel periodo si constatò anche una maggiore fiducia della popolazione nelle istituzioni giudiziarie statali, grazie al lavoro dell'Aldini, che aveva appena promosso una generale riforma della giustizia, garantendo una maggiore equità nelle decisioni. Nel gennaio del 1778 venne finalmente presa Atene e chieste, come condizione per la pace, riparazioni di guerra a Bisanzio. Manuele XII accettò le condizioni e la penisola greca fu nuovamente in pace.
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    La guerra, tuttavia, non aveva appagato la volontà espansiva del patriarcato, che meno di un mese dopo guardò nuovamente all'indocina come fonte di arricchimento territoriale. Così venne dichiarata guerra alla Cambogia, che occupava l'estremità meridionale di quella regione. Con Aquileia si schierarono, come sempre, la Gran Bretagna e la Francia, nonché Cipro, ancora debitore, ed il Chagatai. Con la Cambogia, invece, si schierarono tutti gli stati indocinesi, preoccupati della presenza patriarcale, ed il Manchu, ansioso di vendicarsi della passata sconfitta.
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    Subito dopo la dichiarazione di guerra le truppe patriarcali cominciarono l'azione offensiva, trovando facili vittorie contro gli asiatici. Gli eserciti nemici, praticamente distrutti nelle battaglie campali, poco poterono per salvare le loro provincie, che vennero via via conquistate dalle truppe patriarcali. In novembre lo stato Shan, avendo i due terzi del territorio occupati dai patriarcali, chiesero la pace, offrendo le provincie occupate, una somma di denaro e la fine delle rivendicazioni sulla provincia di Chang Mai. Questa proposta venne accettata dal governatore delle indie orientali, che così ebbe modo di coprire il fianco nord dell'offensiva e di avere più truppe a disposizione per il proseguimento della stessa.
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    Nei mesi successivi caddero Ayutthaya, Binh Tri Thien, Rayong, Thakhek, Khorat e Dali. Queste conquiste consolidarono il controllo del territorio da parte delle forze patriarcali e permisero una serie di grandi vittorie, soprattutto contro i cinesi, gli avversari più temibili della guerra. Nel marzo del 1779 la quasi totalità dell'indocina era sotto controllo, oppure sotto assedio.
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    Pochi giorni dopo cadeva Champassak, ultimo baluardo della resistenza dello Lan Xang. Venne quindi chiesta la pace e, dopo quasi un mese di trattative, il sovrano di quello stato accettò lo smembramento dei suoi possedimenti a favore del Patriarcato e della nuova nazione dello Champassak, governata da un nobile filo-patriarcale, che assunse il nome di Nokasat I.
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    Durante i primi giorni di maggio vennero intavolate trattative con la Cambogia, che si risolsero nella conquista patriarcale della parte settentrionale di quello stato. Vista la grande estensione raggiunta dal governatorato delle Indie Orientali, il Patriarca decise di dividere lo stesso in una parte insulare, che prese il nome di Indonesia, ed in una parte continentale, l'Indocina.
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    Restava quindi in armi solo il Manchu che, tuttavia, subì numerose sconfitte nel mese successivo alla pace con la Cambogia. Così i cinesi vennero costretti alla pace, che vide il passaggio delle provincie indocinesi sotto il Patriarcato, la rinuncia a molte rivendicazioni territoriali, la liberazione dell'Annam ed il pagamento di una modesta quantità d'oro.
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    Alla fine dello stesso anno venne formalizzata l'estinzione del governatorato delle Indie Orientali, diviso tra il Governato dell'Indonesia e quello dell'Indocina. Nello stesso periodo, a causa della massiccia immigrazione e delle politiche patriarcali, la città santa dei musulmani divenne cristiana, con un grande colpo nel prestigio degli stati sunniti e sciiti, che si prepararono segretamente a lavare quest'onta.
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    I mesi successivi videro il consolidamento delle istituzioni statali, nonché del dominio patriarcale nelle provincie appena conquistate. Tuttavia non sempre questo consolidamento fu indolore; spesso, infatti, i cittadini delle nuove provincie, nonostante il migliore trattamento, si ribellarono in nome del nazionalismo o del fanatismo religioso. Per far fronte a queste rivolte, l'Aldini prospettò una soluzione politica, alternativa a quella militare della repressione, promuovendo numerose riforme per garantire la libertà dei cittadini.
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    Il biennio 1780-1781, vide numerose riforme, che permisero al Patriarcato di disporre di unità di cavalleria migliori, di navi più moderne, di più efficienti uffici governativi, di politiche mercantili ed industriali più avanzate: fu, quindi, un biennio caratterizzato dall'avanzamento tecnologico a tutto campo. Il Patriarca, tuttavia, non era persona da stare in pace per molto tempo. Così, verso la fine del 1781, prendendo come casus belli alcune presunte violazioni dei mercanti cristiani, venne dichiarata guerra all'Impero Ottomano.
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    Pochi giorni dopo, per rassicurare la popolazione turca del Patriarcato, e per aumentare le entrate dello Stato, Giovanni Sopransi di Antalya fu assunto come consigliere tributario e fiscale del Patriarca. Nello stesso periodo le truppe patriarcali cominciarono l'offensiva contro gli ottomani, sia in arabia che nell'asia minore. In entrambi i teatri le vittorie patriarcali distrussero le difese ottomane e, nei primi mesi del 1782, tutte le provincie nemiche erano sotto assedio oppure, nel caso del Qatar, di Dayr Az Zor e di Trebisonda, occupate.
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    Nonostante l'impressionante numero di truppe messo in campo dal Patriarca, molte provincie ottomane continuarono a resistere per mesi, anche se il loro numero era sempre più ridotto. Nel frattempo, la Gran Bretagna aveva scatenato una potente offensiva contro Delhi, riuscendo a cogliere numerose vittorie che consentirono la liberazione di due stati.
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    Nei mesi successivi le provincie ottomane continuarono a cadere, finché, nel settembre del 1782, il sultano chiese la pace. Gli vennero richieste condizioni di pace molto dure, che riducevano i suoi domini a sole tre provincie vicine al mar nero, tuttavia il sovrano turco si vide costretto a firmare.
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    L'uscita di scena degli ottomani concentrò le forze patriarcali contro lo stato di Delhi che, investito da tutte le forze patriarcali, si vide costretto a firmare la pace pochi mesi dopo. Successivamente il Patriarca passò alla riorganizzazione dei territori occupati, nonché alla stabilizzazione di questi; in questo periodo, infatti, molte provincie vennero convertite o divennero nazionali. Anche questa pace, tuttavia, durò poco; infatti a causa della massiccia immigrazione, la provincia di Panduranga, appartentente allo stato del Champa, si ritrovò con una consistente, ma discriminata, fetta di popolazione di cultura affine a quella patriarcale. I ripetuti affronti a questa parte di popolazione spinsero il patriarca a dichiarare guerra a quello stato, che contava sulla protezione del Giappone.
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    Panduranga fu assediata e conquistata nel giro di pochi giorni, consentendo al governatore dell'indocina di iniziare l'offensiva contro i possedimenti giapponesi. Anche in questo teatro le forze patriarcali si dimostrarono superiori al nemico, che sconfissero ripetutamente in numerose battaglie campali. I primi risultati di queste vittorie furono la presa di Guangxi e Jangmen. Grazie alla conquista di queste provincie le forze patriarcali poterono riprendere l'offensiva contro i giapponesi, puntando ad occupare quante più provincie possibile.
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    La più grande battaglia campale della guerra, tuttavia, si svolse dopo la ripresa della seconda offensiva nella provincia di Guangzhou. 7504 soldati patriarcali, al comando di Ermes Aldini, sconfissero l'esercito giapponese, che contava 18000 cavalieri e 28000 fanti.
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    Dopo la battaglia l'offensiva contro i giapponesi si fece più facile, infatti le truppe patriarcali riuscirono a conquistare un gran numero di provincie nei mesi successivi. Queste sfolgoranti vittorie portarono presto alle trattative per la pace, che si risolsero con l'annessione del Champa ed il pagamento di una moderata quantità di oro da parte del Giappone.
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  12. Ciresola

    Ciresola

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    Che partita ! Veramente fatta bene, scritta bene e con Acquileia non è da tutti i giorni fare game del genere :) bravo DAoS un'AAR che merita di entrare nei migliori di sempre di NWI :)
     
  13. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    O_O
    ringrazio sentitamente! :D

    stay tuned, che il prossimo update è decisivo per le sorti del Nostro!

    saluti
    DAoS
     
  14. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    updaterò domani :D

    stay tuned

    saluti
    DAoS
     
  15. kitter

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    una world map?
    che con i solo screen non vedo quanto si è esteso sto patriarcato XD

    veramente molto bello comunque, e piacevole da leggere ^^
     
  16. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Abbazia Centrale dell'Ordine, Aquileia - 2 agosto 1777
    "Maestro?" disse Vittorio Gonzaga, aprendo la porta "mi ha fatto chiamare?"
    "si, Gonzaga" gli rispose "prego, siediti" appena il frate si fu seduto il professore ricominciò a parlare "hai saputo della grande riforma?"
    "mhm, no?"
    "Raimondo ha varato ieri una riforma volta a toglierci potere, dato che ci vede come la maggior piaga della società aquileiese"
    "nonostante tutto quello che abbiamo fatto per lo Stato?"
    "già. Chiaramente si maschera dietro a concetti filosofici" si fermò "come dire, alquanto fastidiosi"
    "capisco. Ma non mi avete chiamato solo per questo, uh?"
    "infatti, Gonzaga, infatti. Come vedi ormai sono vecchio e, molto probabilmente il patriarca vorrà affrettare la mia dipartita"
    "non oserà mai.." tentò di protestare
    "lo farà. Quindi, è tempo che scelga un successore." lo guardò dritto negli occhi "tu, Vittorio Gonzaga da Torino"
    "eh?" Vittorio era incredulo "dite sul serio?"
    "siete un fratello fidato ed abile, come dimostrò la vicenda Sucarto.."
    "semplice buonsenso, Maestro" disse
    "ad ogni modo, domani alla messa di mattutino vi nominerò vicario ufficiale"
    "ne sono davvero onorato, Maestro"
    "poi mi seguirai" continuò "in tutti gli affari, devi vedere come funziona questa macchina" il professore si alzò, per ammirare il panorama "questo è quanto" disse infine
    "grazie, Maestro" disse, uscendo Vittorio
    "non mi ringrazierai più tra un'pò" gli sibilò dietro il professore
     
    Palazzo Patriarcale, Aquileia - 28 settembre 1777
    "generale Tizzone" cominciò il Patriarca "come procede l'attuazione dell'ultima riforma?"
    "nelle campagne dei governatorati molto bene" ammise il vecchio generale "là i monaci non hanno avuto modo di mettere solide radici"
    "questo implica che da altre parti non vada bene?"
    "nelle grandi città, d'oltremare come dei nostri territori, sono ben radicati, con contatti dappertutto. La mera forza bruta non basterà"
    "detto da un generale.."
    "lo so, monsignore, ma è così. Ho paura che nemmeno le nostre leggi potranno fermarli"
    "che consigliate?"
    "bisognerebbe colpirli nelle finanze" disse Luigi Provenza, ministro del commercio "è il loro punto più vulnerabile"
    "che consigliate, voi, quindi?"
    "tassazione mirata" rispose il ministro "fino allo stremo delle loro forze. Chiaramente non sarà l'unica via, l'appoggio delle forze armate è indispensabile"
    "chiaro. penso che bisognerà anche tentare di screditarli, in qualche modo"
    "sarebbe un'ottima idea, Patriarca" disse Tizzone
    "allora fate partire gli ordini, per quanto vi riguarda" ordinò agli altri due "del resto me ne occuperò io"
    "si, monsignore" risposero, allontanandosi; poco dopo entrò il ciambellano
    "monsignore" cominciò "la persona che stavate aspettando è qui"
    "grazie, fallo entrare"
    il ciambellano si scostò per far entrare un uomo in abito monastico, nero "puoi uscire" disse il Patriarca al ciambellano "e chiudi bene la porta"
    silenziosamente il funzionario eseguì lasciando i due soli
    "le cose vanno così male da costringerti a richiamarmi in servizio?" cominciò l'uomo incappucciato
    "esatto. devo estirpare l'Ordine Patriarcale, ma sono troppo ben inseriti"
    "diffamazione?"
    "anche questo. Ma pensavo che potrebbe tornare utile la scomparsa del loro Maestro, è un uomo sagace, astuto.."
    "potrebbe ritorcertisi contro, lo sai" l'uomo cominciò ad armeggiare con vari sacchetti che protava alla cintura
    "lo so, ma quell'uomo va eliminato"
    "fammi pensare" disse l'ospite alzandosi per accendere la sua pipa "quanto presto lo vuoi morto?" chiese, infine
    "il prima possibile"
    "si potrebbe fare in modo di dare la colpa ai bizantini, dopotutto siamo in guerra contro di loro"
    "buona idea. Occupatene" gli passò un foglio "e prendi questo"
    "il solito foglio bianco?" l'uomo rise
    "esatto. fammi sapere come intendi agire per.." il Patriarca si fermò ad osservarlo "anzi no, lascia stare. Basta che tu faccia il tuo lavoro"
    "d'accordo allora" l'ospite si alzò "a presto"
     
    Abbazia Centrale dell'Ordine, Aquileia - 4 ottobre 1777
    "pessime nuove mio caro Gonzaga" esordì il professore "davvero pessime"
    "che succede?"
    "hai letto i rapporti dei nostri agenti?"
    "uh.. no" ammise il vicario
    "male. è la prima cosa da fare" lo redarguì il Maestro "su questi si basa tutto il nostro lavoro, le informazioni sono vitali, per questo solo i fidatissimi fanno gli agenti"
    "capisco.. quindi?"
    "pare che il buon Raimondo voglia uccidermi, come ti avevo detto, dando poi la colpa ai bizantini" volse lo sguardo al viso esterrefatto del suo vicario "probabilmente qualche sicario minore che verrà poi torturato e confesserà, grandi lodi alla polizia!"
    "è.. è terribile, Maestro"
    "non troppo, saperlo in anticipo aiuta" sorrise "e poi penso che, se non mi uccideranno loro, presto comunque il signore mi chiamerà a se" si alzò "nessun problema quindi, per me. Però tu dovevi saperlo" prese una pila di carte "dacci una guardata"
    "ma..sono tantissimi"
    "si leggono velocemente, comunque imparerai. Ho chiesto ai vari direttori di starti un'pò dietro in queste cose, fidati di loro"
    "perché ha scelto me?!?" chiese Vittorio prendendo il primo foglio
    "te l'ho già spiegato, Gonzaga" rispose il professore "ora al lavoro, qualsiasi problema mi trovi nella mia stanza" disse prima di uscire
    "dannazione!" sibilò il vicario, alle sue spalle
     
    Palazzo Patriarcale, Aquileia - 8 novembre 1777
    "buone notizie, monsignore" esordì il generale Tizzone "l'Ordine sta cominciando a cedere nei governatorati"
    "è un inizio, almeno"
    "un buon inizio" sottolineò il generale "al momento il Provenza sta studiando le misure economiche da applicare contro di loro nelle maggiori metropoli, per togliergli i clienti"
    "bene, bene. Altro?"
    "no, monsignore. Ma questo valeva la pena di essere riferito"
    "hai ragione. Tienimi aggiornato"
     
    Abbazia Centrale dell'Ordine, Aquileia - 11 novembre 1777
    Vittorio Gonzaga aveva appena finito di leggere l'ultimo rapporto quando si avviò fuori dall'ufficio del Maestro, per andare a conferire con lui riguardo ad alcuni dettagli; arrivato alla sua stanza bussò ma non ottenne risposta. Dopo alcuni istanti si schiarì la gola ed aprì la porta; la scena che gli si presentò davanti agli occhi era l'ultima che avrebbe voluto vedere: tutto il mobilio era sparso e distrutto, e non c'era traccia del Maestro. Si fece coraggio ed avanzò fino allo scrittoio, dove vide alcuni fogli ricoperti di sangue. Presumendo il peggio si avviò verso la finestra aperta, ma nella fitta pioggia non riuscì a vedere nulla; così la chiuse, si voltò e, carico di pensieri, ritornò sui suoi passi per avvisare i suoi collaboratori dell'accaduto.
     
    Palazzo Patriarcale, Aquileia - 12 novembre 1777
    "è morto" disse una voce
    il Patriarca sussultò nel suo letto "come hai fatto a?"
    "non preoccuparti. Ce ne siamo liberati poco tempo fa"
    Raimondo II si alzò "ottimo, ottimo lavoro"
    "come sempre"
    "hai ragione. sarà quindi da passare alla seconda fase, non trovi?"
    "sarebbe utile, infatti" sorrise "alla prossima, allora" disse, sparendo nell'oscurità
     
    Abbazia Centrale dell'Ordine, Aquileia - 12 novembre 1777
    "fratello Giovanni" disse Vittorio "avete saputo della disgrazia?"
    "si, vicario" disse il direttore degli affari interni scuotendo il capo "una disgrazia davvero..sia maledetto il Patriarca"
    "già, l'hanno colto di sorpresa anche se lo sapeva.. terribile" aggiunse il direttore degli affari esteri, Pietro Sancez da Barcellona
    "però non possiamo lasciarci condizionare da questo" il tono di Vittorio divenne più serio "dobbiamo andare avanti, dobbiamo convocare subito il capitolo"
    "ci vorranno mesi" disse Giovanni Zrinschi da Zagabria
    "dobbiamo farlo, punto" il suo tono era particolarmente duro "nel frattempo eserciterò le sue funzioni"
    "fate bene" disse Pietro "anche perché si sa già l'esito di quel conclave"
    "dite?"
    "dico. state tranquillo"
    "non sono tranquillo per niente!" esclamò Vittorio
    "per questo vi ho portato una cosa" continuò Pietro porgendogli un libro "sono brevi biografie dei più importanti maestri del nostro Ordine" disse "fatene buon uso" concluse alzandosi "se questo è quanto.."
    "si, potete andare" disse Vittorio "grazie"
     
    Palazzo Vescovile, Milano - 21 novembre 1777
    Il diacono sentì bussare alla porta "chi è?" gridò
    "è arrivato il nuovo vescovo" si sentì rispondere dalle guardie
    "oh" si scusò il diacono, aprendo la porta, che venne presto varcata dal neo vescovo
    "salve" disse "voi sareste?"
    "don Luigi, il diacono"
    "molto piacere, Nicola Aldini, nuovo vescovo di questa città"
    "siete in anticipo, monsignore"
    "mi hanno riferito che il mio predecessore ha lasciato questa cattedra nel caos, volevo rendermi conto della situazione, prima di parlare al popolo"
    "mi pare una cosa saggia, in effetti, monsignore"
    "grazie, diacono" rispose lui "guidatemi nelle stanze allora, e date istruzioni per i miei bagagli"
    "ottimo, monsignore, seguitemi"
     
  17. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    per gli screen dovrai aspettare il 1800 :p cmq qualcuno è nella pagina precedente! (in quanto li ho presi solo a fine patriarcato, oppure a fine di secolo, mea culpa)
    del resto ringrazio!

    stay tuned for the next update!

    saluti
    DAoS
     
  18. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    prossimo update (1785-1794) al più tardi domani sera!
    stay tuned

    saluti
    DAoS

    p.s.
    ancora domani :(
     
  19. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il Patriarcato di Raimondo II - parte 3a

    La fine della guerra con il Giappone, nell'aprile del 1784, fu il preludio di un triennio di pace e sviluppo per il Patriarcato, stremato dalla rapida sequenza di guerre degli anni precedenti. La pace portò ad un generale avanzamento tecnologico, le cui principali conseguenze furono la creazione di navi più resistenti e l'introduzione di una più stabile struttura burocratica nazionale, quest'ultima nata dalle ceneri del disciolto Ordine Patriarcale. In questo periodo numerose provincie divennero nazionali, contribuendo ad un generale aumento del benessere e delle entrate, che vennero ridistribuite, consentendo l'abbassamento delle aliquote, generando così maggiori introiti per le casse statali; nonostante questo in alcune provincie di recente acquisizione si assisté ad alcune rivolte, soprattutto di matrice indipendentista e religiosa. Sul fronte estero questo triennio fu caratterizzato da numerose rivolte, che portarono alla nascita del Venezuela ed alla rivoluzione anti-monarchica in Svezia, nonché al generale sollevamento delle colonie spagnole in America, ormai stanche del dominio di Madrid. Questo sentimento nazionale americano ebbe minor effetto nei territori patriarcali, grazie alla grande autonomia concessa dal Patriarca ai due governatorati locali.
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    Nel 1787 la reputazione dello stato patriarcale era tornata, finalmente, a livelli accettabili; questo spinse il Raimondo II a cercare nuovamente la via dell'espansione territoriale. I preparativi per la guerra contro l'Orda d'Oro, scelta perché impegnata su più fronti, videro il primo significativo apporto da parte del nuovo servizio informativo patriarcale, che riuscì a falsificare numerosi documenti dell'Orda, consentendò così la creazione id un casus belli che venne subito usato.
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    Con l'Orda si schierarono i Mamelucchi, l'Hedjaz ed il Dulkadir, mentre con Aquileia scesero in campo la Francia, la Gran Bretagna, Cipro e la Georgia. I primi scontri si ebbero nell'asia minore, dove quattro armate patriarcali attaccarono il Dulkadir, annientando la guarnigione e prendendo la città dopo pochi giorni. Nel frattempo il Sibir era riuscito a togliere alcune provincie all'Orda che, così, poté liberare forze da inviare contro le armate patriarcali che stavano assediando indisturbate le provincie meridionali. All'inizio del 1788 il sovrano del Dulkadir acconsentì a firmare la resa senza condizioni, che portò all'annessione del suo stato.
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    Due giorni dopo cadeva anche Damasco, roccaforte dei Mamelucchi. Questo fatto, assieme alla cocente sconfitta musulmana di Hawran, spinse il loro sovrano a chiedere la pace, cedendo la capitale della Siria e rinunciando alle rivendicazioni territoriali sulle provincie circostanti. La proposta venne rapidamente accettata dal governatore arabo, su indicazione del Patriarca stesso, che voleva liberare quante più forze possibili per l'offensiva contro l'Orda.
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    L'offensiva settentrionale portò ben presto alla caduta di Kharkov ed al dilagamento delle forze patriarcali nelle pianure caucasiche, dove cinsero d'assedio numerose città. Nello stesso periodo, intimoriti dalla crescente potenza georgiana e sperando in un rivolgimento della guerra contro l'Orda, i turchi dichiararono guerra allo stato caucasico ed il Patriarca, desideroso di ridimensionare il dominio musulmano nell'asia minore, decise di scendere in campo a fianco dei Georgiani.
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    Nonostante la guerra contro i Turchi, l'offensiva contro l'Orda non perse vigore; furono infatti prese d'assalto Kouban, Georgia, Lugansk ed Azov. Queste conquiste permisero alle armate patriarcali di spingersi verso settentrione. Sul fronte meridionale, le truppe aquileiesi avanzarono rapidamente in territorio turco, conquistando rapidamente Trebisonda, loro capitale. Questa conquista permise di liberare alcune armate, che vennero mandate a continuare l'offensiva verso Imereti.
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    Nei mesi successivi le truppe patriarcali continuarono quasi indisturbate l'avanzata sia contro l'Orda, che perse cinque provincie, sia contro i turchi, che furono costretti a lasciare Erserum, ai patriarcali, ed Imereti, ai georgiani. Con tutto il territorio occupato, i turchi si affrettarono a chiedere la pace, che venne concessa in cambio della perdita di tutte le provincie, eccettuata la capitale, e di molte rivendicazioni territoriali. Da questa pace trasse grande vantaggio anche la Georgia che, nei pensieri di Raimondo II, si configurava come ottimo stato cuscinetto nel caucaso.
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    La guerra contro l'Orda portò altre vittorie nel mese successivo, compresa la pace con l'Hedjaz; tuttavia queste rischiavano di allontanare troppo le truppe dai centri di rifornimento e quindi il Patriarca decise di porre fine agli scontri, anche per riorganizzare i territori occupati. Così venne chiesta la pace, che vide la perdita di quattro provincie da parte dell'Orda. Di queste, le due orientali passarono sotto la sovranità georgiana, le altre sotto la sovranità del Patriarcato, che subito le inserì nella giurisdizione di Aquileia. Nello stesso periodo una grande rivolta musulmana, fomentata dai Turchi, scoppiò a Sivas; le truppe liberate dal conflitto contri i turchi vennero quindi immediatamente mandate a sopprimerla.
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    L'anno successivo fu del tutto occupato dalla ricerca della stabilità interna e della stabilizzazione delle nuove provincie, che si videro fornite di apparati statali totalmente nuovi; questa novità portò ad alcune, isolate, rivolte in quanto la maggior parte dei cittadini delle nuove provincie vide subito il miglioramento delle proprie condizioni. Il maggior problema in questo senso fu la differenza di religione e l'aggressiva politica di conversione forzata di Raimondo II. Questo nuovo periodo di pace fu interrotto nel luglio del 1789, quando la Gran Bretagna iniziò una guerra di conquista in India; il patriarca, su pressione del governatore locale, accettò di scendere in campo a fianco dell'alleato, cercando nuove direttrici d'espansione.
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    Nel giro di quattro mesi la resistenza del Khandesh, principale obbiettivo del Patriarcato, fu spezzata e tutte le sue provincie conquistate. Questo portò ad un trattato di pace tra le due nazioni, concluso in fretta per la paura di Raimondo II di perdere ogni conquista a causa della volubilità dei britannici, che vide il passaggio della provincia di Raichur Doab sotto il vessillo patriarcale.
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    Mentre procedeva la riorganizzazione della nuova provincia indiana, e la sua conversione alla vera fede, venne eletto Francesco Carlo II d'Austria come imperatore del SRI, quest'elezione, visto il profondo rispetto portato da questo sovrano verso la religione cattolica, portò ad un imprevisto riavvicinamento tra Aquileia e Vienna.
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    L'anno successivo vide l'introduzione di importanti novità nell'equipaggiamento della fanteria, che divenne sempre più temibile e l'introduzione di una nuova concezione della burocrazia statale, che portò ad alcuni miglioramenti nella gestione del territorio. Tuttavia, nell'aprile del 1790 la Gran Bretagna riprese l'iniziativa in India, dichiarando guerra all'Orissa. Anche questa volta il Patriarca fu tentato di rifiutare la richiesta d'aiuto, ma il governatore locale lo convinse ad accettarla, anche per distruggere completamente il Brunei, che era sceso in guerra a fianco dello stato indiano.
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    Un mese dopo, tuttavia, i britannici chiesero la pace al Brunei, privando così il Patriarcato del totale controllo del Borneo, che restò diviso. Miglior fortuna ebbero le truppe aquileiesi in Indocina, dove annientarono il Deva Bengal e tolsero una provincia all'Orissa, ponendo così termine ad una guerra lontana ed impopolare. Le due provincie appena conquistate, Arakan e Chin, vennero presto giudicate indifendibili e vennero quindi cedute ai due vassalli dell'area, Pegu e Taungu, contribuendo così al consolidamento della loro funzione di stati cuscinetto.
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    L'esperienza accumulata durante i combattimenti nell'indocina diede rapidamente i suoi frutti in quanto i vertici dell'esercito riformarono l'esercito, rendendolo più versatile ed addestrato a combattere in ogni situazione. Pochi mesi dopo Cipro fu nuovamente oggetto delle bramosie bizantine, costringendo quindi il patriarcato a scendere nuovamente in guerra. Questa venne portata avanti con molta calma, vista anche la scarsità delle forze bizantine. In questo periodo si assistè ad un altro importante avvenimento sulla scena mondiale: la nascita degli Stati Uniti d'America. I ribelli americani, infatti, erano riusciti a liberarsi dal giogo spagnolo ed a dichiarare l'indipendenza.
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    Dopo 570 giorni, nel febbraio del 1793, Larissa venne presa; grazie a questa vittoria venne conclusa la pace con i bizantini, che si videro costretti a liberare lo stato di Naxos.
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  20. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    l Patriarcato di Raimondo II - parte 3b

    Nel luglio dello stesso anno i servizi patriarcali riuscirono nuovamente a falsificare i documenti, che aprirono la via per una guerra contro il Qara Koyunlu. In questo modo il Patriarca si riproponeva di alleggerire la pressione musulmana sui confini orientali della nazione e, nel contempo, di portare quante più provincie possibile nel grembo della vera fede. Con Aquileia si schierarono i soliti alleati: Georgia, Cipro, Gran Bretagna e Francia. Nello stesso periodo, sul fronte interno, si assistè ad una decisiva spinta verso la costruzione di uffici ed infrastrutture nelle provincie patriarcali, grazie alla grande quantità d'oro accumulata durante le guerre precedenti.
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    L'offensiva fu imponente e le forze nemiche vennero duramente battute nelle battaglie di Trebisonda, Sinope e Badiyat as Sham. Contemporaneamente a queste grandi battaglie, che tenevano inchiodate le forze nemiche, le armate patriarcali riuscirono ad avanzare in territorio nemico, conquistando Mosul e Badiyat as Sham nell'agosto del 1793. In seguito a quest'ultima conquista il Jalayirids venne costretto alla pace, che venne firmata nella residenza del locale governatore, ancora fumante per gli incendi che avevano contribuito alla presa della città.
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    Con l'uscita di scena di questo nemico l'offensiva riprese vigore nel nord-est, dove si assistè alle epiche battaglie di Shirvan e Van, che vennero poi cinte d'assedio. Nel frattempo le truppe georgiane erano riuscite a conquistare una provincia e stavano cominciando ad espandersi verso le terre musulmane meridionali. L'offensiva rimase ferma per circa molti mesi, a causa della necessità di consolidare le linee; venne poi ripresa in dicembre, grazie alla caduta di Van, e portò alla caduta di Iraq-i-Arab in gennaio. In questa provincia si assistè, durante i primi giorni di febbraio, al tentativo musulmano di rompere le linee patriarcali, tentativo che venne però subito respinto, con perdite trascurabili da parte aquileiese.
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    Pochi giorni dopo caddero Armenia e Najd. La caduta di questa, capitale dell'omonimo stato, portò all'annessione di uno degli ultimi stati musulmani d'arabia, nonché alla diminuzione dei raid dei briganti del deserto.
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    Grazie a questa pace, numerose divisioni poterono essere impiegate contro l'Oman a sud e contro il Qara Koyunlu a nord. La nuova offensiva si rivelò subito un successo, portando all'assedio di numerose provincie ed all'annientamento delle forze turche, nella battaglia di Imereti. Lo sforzo bellico, tuttavia, lasciò scoperte numerose provincie interne, due delle quali, di recente acquisizione, colserò l'occasione per ribellarsi, fomentate e supportate da armate nemiche.
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    Nonostante i problemi interni l'avanzata contro il Qara Koyunlu proseguì vittoriosamente fino a quanto le forze georgiano-patriarcali ebbero tutto lo stato sotto controllo. A quel punto venne richiesta la pace, che venne subito concessa. Grazie a queste vittorie fu possibile liberare truppe da inviare contro il Baluchistan, leader dell'alleanza.
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    Una settimana dopo cadeva anche Trebisonda e con essa l'ultimo ricordo dell'Impero Ottomano.
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    Pochi giorni dopo venne firmata la pace con l'Oman, per assicurarsi il fronte meridionale e consentire alle truppe di marciare su Damasco e Badyiat as Sham, per sconfiggere il nemico. La battaglia di Badiyat as Sham durò una ventina di giorni e si risolse con la quasi completa disfatta delle truppe musulmane che lasciarono sul campo migliaia di morti.
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    Dopo queste battaglie le forze patriarcali inseguirono le forze nemiche fino ad Iraq-i-Arab, dove le annientarono. Nello stesso giorno cadde il Khuzestan, e venne chiesta la pace al Baluchistan; questa scelta fu dovuta principalmente allo scontento che una guerra lontana stava provocando nelle provincie patriarcali.
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    Venne quindi richiesta una forte somma di denaro, che il sovrano del Baluchistan accettò di pagare il 9 settembre 1794. Pochi giorni dopo il Patriarca, minacciandoli di guerra, chiese ed ottenne il passaggio militare attraverso il Qara Koyunlu.
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