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sfidAAR2: DAoS, Patriarcato di Aquileia

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da Dark_Angel_Of_Sin, 25 Settembre 2010.

  1. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    nuove colonie sotto Lodovico III

    Provincia autonoma di Cameroon 1639-1749
    (confluita all'africa occidentale nel 1749)
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    Provincia autonoma di Falkland 1639-1821
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    America del Sud 1650-1701
    (governatorato dal 1701)
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    saluti
    DAoS​
     
  2. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il Patriarcato di Pagano III - parte 1

    Pochi giorni dopo l'ascesa di Guglielmo Federico II di Brandeburgo al soglio del SRI, Lodovico III morì. Venne convocato immediatamente un conclave, per eleggere il suo successore; i favoriti erano Pietro Vittori, vescovo di Roma, per i conservatori; e Francesco Algedi, vescovo di Alessandria, per i moderati. Tuttavia, dopo un mese non si era ancora giunti, anche a causa dell'arrivo a scaglioni dei vescovi d'oltremare, a trovare una maggioranza a favore di uno o dell'altro candidato; così si optò per un candidato di compromesso, il sessantenne Ottobuono Franzosi, vescovo di Gerusalemme, successore di Lodovico III. Così venne eletto, confidando in un patriarcato breve, a succedergli nuovamente; e, per la prima volta, il Patriarca decise di chiamarsi Pagano III, per onorare il Patriarca cinquecentesco, che tanto aveva fatto per la sua famiglia. Decise così, prima volta nella storia, un'pò per imitazione dei papi, ai quali aspirava di assomigliare, un'pò per evitare il nome di Ottobuono, già fatto proprio da un eresiarca dei primi tempi.
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    Appena indossati i panni di Patriarca, Pagano III fece in modo di disciplinare e regolare il voto dei vescovi d'oltremare, istituendo un apposito ufficio, il rettorato episcopale d'oltremare, che doveva servire a collegare efficacemente i vescovi tra loro e con la capitale, ed istituendo un sinodo annuale nella Capitale. Nonostante questi passi verso la parificazione delle provincie coloniali con le terre patriarcali, numerose rivolte infiammarono i primi mesi del suo regno: soprattutto nei territori dell'Africa settentrionale, al Cairo, nel Sinai, a Massawa ed Asyut; ma anche nei territori delle indie orientali, a Mataram. Queste vennero stroncate senza difficoltà dalle truppe lì stanziate, formate da veterani induriti dalle campagne contro i mamelucchi, ma il modo non piacque al Patriarca, che decise di continuare con la sua opera riformatrice ed istituire un ufficio di pubblica sicurezza, per creare in tutti i domini patriarcali una forza di polizia, sollevando l'esercito da questi compiti. Per questo motivo provvide anche, su proposta della cancelleria, a delegare l'istituzione di un corpus uniforme di leggi, uguali per tutti. Questo compito venne affidato all'Ordine, in quanto Pagano III aveva avuto modo di vedere con i suoi occhi la buona gestione e disciplina delle loro numerose abbazie ed uffici, nonché il buon ascendente che avevano sul popolo. Il 'corpus iuris civilis poenalisque' venne quindi pubblicato nel settembre di quell'anno, e subito spedito a tutti i prefetti, sollecitando una pronta applicazione ed anche l'istituzione di un ufficio locale per la pubblica sicurezza. Nello stesso periodo Diego Garcia, Nicaragua e Kisarna entrarono nel numero delle provincie riconosciute del Patriarcato.
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    Il contegno pacificante di Pagano III emerse anche in un'altra occasione, quando un'oscuro il Sacro Romano Imperatore osò usurpare la precedenza del Patriarca nelle visite al sommo pontefice, nella sua nuova sede ungherese. Invece di farla pagare al sovrano tedesco, Pagano III decise perdonarlo durante un concistoro convocato dal pontefice, che poco aveva gradito quell'intrusione secolare. Tutti i delegati europei rimasero colpiti e, grazie ad un abile discorso, andarono via soddisfatti sia i sovrani laici che quelli ecclesiastici. L'eco di questo famoso discorso raggiunse anche i paesi musulmani che, nonostante giudicassero il Patriarca come un infedele e nemico della loro religione, decisero di concedergli maggior rispetto.
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    La nuova riforma del diritto, se da una parte accontentava la massa del popolo, scontentava pesantemente i nobili; si ebbero quindi rivolte nobiliari in numerose provincie, a riprova del diffuso furore nobiliare. Genova, Cairo, Alessandria e Delta videro il sorgere di queste rivolte, anche se alle ultime si aggiunsero sobillatori nazionalisiti arabi, stroncate dall'esercito, date le ancora esigue forze delle polizie locali. Nello stesso periodo vennero anche fondate le nuove colonie di Dar Ja'al, Butana e Taka, attigue ai possedimenti ex-mamelucchi dell'egitto.
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    Dopo la fine delle rivolte nobiliari in Africa, si assistè a nuove sommosse, questa volta dettate dalla religione. Anche in questo caso intervenne l'esercito per sconfiggere i ribelli sunniti. Queste vittorie delle armi si aggiunsero alla vittoria della fede a Surabaya, che venne convertita al cattolicesimo. Nello stesso periodo anche la Carpazia e la Bessarabia divennero provincie nazionali.
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    I mesi seguenti passarono in tranquillità, unico avvenimento degno di nota fu l'assalto dei nativi alla colonia di Winnipeg, subito respinti tra grandi perdite. Vennero anche finalmente istituzionalizzati i servizi di pubblica sicurezza e quelli per i vescovi d'oltremare, venne anche riconfermato lo status particolare dell'Ordine Patriarcale, che proprio in quel periodo stava riformandosi internamente. Questo periodo pacifico ebbe termine verso la fine dell'anno quando scadette la tregua con il Travancore. Castiglia e Francia si unirono subito alla guerra, e le truppe vennero immediatamente mobilitate.
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    I presidi ed i corpi di truppe coloniali ebbero gioco facile delle misere forze del Travancore, conquistando la città, dopo aver annientato la guarnigione di presidio, guidata dal re Ravi Varma I in persona, in 11 giorni. Con la presa della capitale il regno indiano fu obbligato ad accettare la resa incondizionata che portò Pagano III ad annettersi quel territorio.
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    Successivamente caddero anche Bangalore, il 4 marzo, e Mysore, il 29 giugno. Anche questa volta la caduta della capitale fece richiedere la pace al re del Mysore, Chamaraja X.
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    Qualche giorno dopo venne siglata nuovamente un'alleanza con l'Austria, in vista della successiva guerra contro l'Impero ottomano, che pochi mesi prima aveva duramente sconfitto i bizantini. Per questa guerra vennero mobilitate tutte le armate delle terre patriarcali, nonché le flotte.
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    Il primo scontro della guerra avvenne, stranamente per mare, nello stretto di Messina, quindici velieri patriarcali affrontarono 9 galee turche, che vennero affondate mentre le truppe varcavano i confini ottomani per porre sotto assedio le provincie nemiche. Negli stessi giorni le truppe francesi sconfiggevano duramente le truppe turche di stanza ad Oran.
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    Andamento della guerra un mese dopo lo scoppio delle ostilità.
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    Pochi giorni dopo le truppe montenegrine vennero sconfitte in Serbia, dove fu ucciso il loro re, in Kossovo, dove intervennero anche le truppe austriache, ed a Zeta, la capitale che quindi posta sotto assedio la capitale. La guerra contro l'orda d'oro, sul fronte settentrionale, non andava bene quanto quella sul fronte meridionale, le truppe dell'orda, infatti, riuscirono a sconfiggere le armate patriarcali nell'epica battaglia della Bessarabia. Pochi giorni dopo, tuttavia, le truppe patriarcali si presero la rivincita sconfiggendo l'orda nella battaglia di Budjak, aprendo la via verso Cherson.
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    Quattro giorni dopo Cherson fu posta sotto assedio, mentre la Bulgaria cadeva nelle mani di Aquileia. Il 17 maggio cadeva anche la Macedonia e le truppe ottomane vennero annientate in Albania. Nei mesi successivi il fronte rimase stabile, ma nell'agosto di quell'anno le truppe dell'orda vennero nuovamente sconfitte, in Bessarabia.
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    I mesi successivi videro vittorie patriarcali in Tracia, Valacchia, Silistria e Budjak, la caduta di Nis, Edirne, Albania e Tracia, nonché la conversione di Massawa. Negli stessi giorni cadde anche la capitale montenegrina, per mano degli austriaci. Il re del Montenegro chiese quindi la pace, che gli venne concessa, alle condizioni dettate da Aquileia.
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    Le truppe patriarcali passarono quindi il Bosforo, sconfiggendo le truppe ottomane, comandate dal loro sovrano Mustafa II, nella battaglia della Bitinia. Il sovrano nemico riuscì a sopravvivere ed a guidare le truppe ottomane nella ritirate verso Bursa, dove incontrarono nuovamente le truppe patriarcali.
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    Nel febbraio dell'anno successivo, caddero Cherson, Bursa e Bitinia. Le truppe continuarono così l'avanzata verso nord e verso oriente, incontrando e sconfiggendo il nemico e prendendo l'Anatolia. Lo sforzo bellico, tuttavia, fece tralasciare le ordinarie operazioni contro i ribelli, che presero Taka.
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    Nonostante la presa di Taka, le truppe patriarcali continuarono l'avanzata, vincendo il nemico a Kastamon, Sinope, ed a Konya. Le vittorie sul campo vennero presto seguite dalla conquista di quelle provincie. Tuttavia questa rapida avanzata lasciò indietro alcune forze ottomane, che riuscirono a prendere l'Anatolia. Questo contrattempo fece perdere alcune settimane alle truppe patriarcali, che dovettero ripiegare sull'Anatolia, sconfiggere gli ottomani e riprendere la provincia, che cadde nuovamente il 30 giugno 1672.
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    L'offensiva fu quindi ripresa, puntando alla sconfitta totale degli ottomani, che vennero sconfitti ad Angora, Karaman ed Erserum, oltre a questo le provincie di Sivas e Zaporozhia vennero conquistate. Nello stesso periodo le provincie di Tanga, Tangiers e Toubkhal divennero nazionali. Nel corso dei primi mesi di febbraio vennero prese Karaman e l'Anatolia, che era stata ripresa dai turchi durante il precedente dicembre. Nello stesso mese venne anche presa la crimea meridionale, dai castigliani: tutto l'impero ottomano era quindi sotto il controllo delle forze patriarcali od alleate.
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    Vennero quindi intavolati i negoziati della pace, ma la delegazione turca riuscì solo ad ottenere la resa senza condizioni. Queste furono particolarmente dure; infatti il patriarca mirava a distruggere per sempre la potenza ottomana, ma i francesi, i castigliani e gli austriaci remavano in senso contrario, temendo la crescente potenza patriarcale. Così le condizioni sottoposte ai turchi non furono particolarmente dure.
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    Venti giorni dopo veniva siglata anche una pace con l'orda d'oro, che dovette cedere Cherson e liberare il Nogai.
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  3. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il Patriarcato di Pagano III - parte 2

    Pochi giorni dopo la fine della guerra la provincia di Cherson veniva convertita alla vera fede e, cosa ben più importante, l'Austria decise di staccarsi dall'alleanza con il Patriarcato, non vedendo di buon occhio l'asse Parigi-Aquileia. Nello stesso periodo il Patriarcato fomentò anche numerose rivolte nella parte europea dell'impero ottomano, per fare in modo che anche quel pezzo di europa mussulmana fosse tolto alla potenza asiatica.
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    Nei mesi successivi venne convertita anche le provincie di Malabar e Macedonia. Nello stesso periodo si assisté anche alla decisione francese di non permettere più al sovrano del SRI di intromettersi negli affari delle provincie francesi, ciò determinò una brusca discesa nei rapporti tra Parigi e Vienna. Nel frattempo, sul versante della politica interna, il Patriarca decise di nominare Paolo Barbiano Belgioioso a consigliere patriarcale per gli opifici, viste le sue grandi doti di scienziato indagatore della natura, svolte fino ad allora nella provincia di Taka, alla periferia del Patriarcato.
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    L'anno seguente una notevole espansione dei domini patriarcali: Transkei, Chuquiabo e Moxos divennero città vere e proprie, abbandonando lo status di colonia. Quest'espansione del Patriarcato si verificò anche in ambito tecnologico; vennero infatti sviluppate nuove navi, nuovi accorgimenti commerciali ed amministrativi. Questi ultimi si concretizzarono poco dopo con l'emanazione della "carta dei diritti di ogni cittadino patriarcale", che garantiva equo trattamento amministrativo e giudiziario, maggiori diritti e libertà civili.
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    Il 1675 vide l'elevazione di Maynas al rango di città, e l'entrata delle province ex marocchine di Sus, Ifni e Safi nel novero dei terrotori patriarcali; nello stesso periodo vennero anche create ad arte delle rivendicazioni sulla Podolia, abitata da un gran numero di cittadini ungheresi, che contribuirono ad inasprire i rapporti tra Lituania e Patriarcato. Sempre negli stessi giorni l'unione personale tra Austria e Danimarca finì, con l'annessione di quest'ultima da parte della corona asburgica. Durante gli ultimi mesi dell'anno, grazie all'applicazione della carta dei diritti si assistè ad un incremento notevole delle entrate fiscali, dovuto al fatto che le minoranza cominciavano a sentirsi parte integrante della nazione.
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    L'anno successivo non fu ricco di eventi; si assistè principalmente all'avanzamento della tecnologia navale ed all'elezione di Giorgio Alberto I di Brandeburgo come sovrano del SRI, dovuta soprattutto alle divisioni interne degli elettori.
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    Il 1677, invece, vide le Maldive divenire finalmente parte dei domini patriarcali, la conferma dei diritti delle minoranze. L'avvenimoento più importante, tuttavia, fu l'espulsione quasi totale degli ottomani dall'europa, i loro domini in Bulgaria proclamarono l'indipendenza, quelli in Grecia passarono sotto la corona bizantina: solo in Albania la bandiera ottomana resisteva fieramente. Si assitè anche ad una riforma dell'esercito, mirante ad uniformare le truppe di stanza nelle colonie agli standard europei, ed alla fondazione di importanti manifatture di ceramica a Timor.
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    Anche gli anni dal 1678 al 1681 trascorsero in pace, l'unico avvenimento degno di nota, oltre alla spedizione esplorativa nell'america del nord, fu la rivendicazione, da parte di Pagano III, di Costantinopoli. Il Patriarca, atteggiandosi a novello Costantino, richiese alla sublime porta la cessione di quella città, che era la città più importante dell'Impero. Gli Ottomani chiaramente rifiutarono e la tensione tra le due potenze continuò a salire. Questa tensione sfociò nella dichiarazione di guerra ottomana contro l'Aydin, vassallo patriarcale della costa egea. I turchi speravano così di rafforzare la propria posizione agli occhi del mondo musulmano e di indebolire quella del Patriarcato. A fianco del piccolo stato asiatico si schierarono anche Siria ed Oman.
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    Poco più di un mese dopo Aydin cadde in mani turche, mentre le avanguardie patriarcali venivano sconfitte in Macedonia. Nello stesso periodo l'Albania e Costantinopoli stessa vennero messe sotto assedio, mentre il resto delle armate aquileiesi avanzava verso l'altra sponda dell'egeo.
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    Dopo soli cinquantacinque giorni la capitale turca cadde, dopo il più breve assedio ed incruento della sua storia. Questo permise alle truppe di passare il bosforo e porre finalmente d'assedio le provincie dell'asia minore; nello stesso periodo anche Bisanzio entrò in guerra, a fianco del Patriarcato, contribuendo a sconfiggere le truppe turche in Macedonia.
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    Nei due mesi successivi caddero sia la Bitinia che l'Albania, mentre le truppe patriarcali proseguivano la loro vittoriosa avanzata. Per impedirla gli ottomani mandarono tutta la loro flotta che, però, venne intercettata dalle forze congiunte bizantino-patriarcali nel mar di marmara. L'abilità del comandante greco fu decisiva, ed i turchi persero tutte e quindici le loro galee. Nello stesso periodo il Qara Konlyu chiedeva ed otteneva una pace bianca.
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    I mesi successivi videro Berber, Suakin, Ibrim, Nubia e Kargah divenire provincie nazionali. Sul fronte bellico si assistè a sfolgoranti vittorie in Bitinia, Anatolia, Karaman, ed Awsa. Quest'ultima fu molto importante perché aprì un nuovo fronte, nel corno d'Africa. Dopo questa battaglia le forze dell'Adal furono drasticamente ridotte, permettendo alle truppe patriarcali di assediare cinque provincie.
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    In asia minore si susseguirono numerose battaglie in territorio ottomano, tutte favorevoli alle forze aquileiesi, che portarono, nel giugno del 1682 alla caduta di Bursa. Nello stesso periodo, però, una folla di contadini musulmani si ribellò ad Edirne, costringendo un'armata a deviare la propria marcia per liberare tale provincia.
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    Nel mese successivo caddero Adal, Ogaden e Haud; l'offensiva meridionale contro quindi poté essere ripresa. In europa, invece, si assistè alla presa di Smirne, ed al consolidamento delle posizioni patriarcali in asia minore.
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    Nel giro di due mesi caddero anche Tajura ed Awsa, consentendo alle truppe di stanza in Adal di proseguire con l'avanzata, puntando direttamente ad annientare le forze nemiche. Nello stesso periodo Bisanzio chiese ed ottenne una pace bianca, vista l'impossibilità di conseguire significativi ingrandimenti territoriali.
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    Pochi giorni dopo cadevano Angora e Konya, seguite, in novembre, da Sinope e Zeila. Il territorio ottomano, nonché quello dell'Adal, erano quasi totalmente in mani patriarcali, ma Pagano III decise di non concedere tregua agli infedeli e proseguì la guerra, incurante delle offerte di pace del nemico. Il 1683 portò la caduta di Antalya ed alcune significative vittorie sul fronte meridionale, a parte questo entrambi i fronti restarono abbastanza stabili.
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    Ventinove giorni dopo cadeva anche Karaman, seguito da Harer ed Ifat. La situazione era buona per richiedere un trattato di pace favorevole. Così, l'11 maggio 1683 venne siglata la pace di Costantinopoli, che vide la rinuncia ottomana a tutti i possedimenti europei e l'acquisizione patriarcale di Bursa, provincia strategicamente importantissima per l'accesso all'asia minore; della Tracia, con Costantinopoli; e dell'Albania.
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  4. Carlos V

    Carlos V

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    E meno male che Pagano III doveva essere un Patriarca pacifico e conciliante :p, figuriamoci se fosse stato un guerrafondaio :cautious:.
    Poveri Ottomani, nella tua partita mi fanno quasi pena, altro che terrore dell'Europa!
    Cos'è quello Stato bianco in Grecia che possiede anche Corfù con la banderia imperiale?
     
  5. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    è pacifico.. alla fine ha dichiarato solo quattro/cinque guerre in trent'anni! e l'impero ottomano è il malato d'europa XD
    Comunque è l'Austria :D ha preso la grecia durante una guerra contro Bisanzio ed ha annesso corfù dopo un'unione personale...meraviglie di EU3!

    saluti
    DAoS
     
  6. Mac Brian

    Mac Brian

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    Questo Pagano (infedele) ne combina di tutti i colori!
     
  7. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    L'amministrazione Patriarcale​

    Tratto dal libro Come il Patriarcato è diventato una potenza mondiale del capitano John Barrowman, agente di collegamento tra le forze britanniche e quelle patriarcali durante la guerra che vide Aquileia, Gran Bretagna e Francia opposte a Spagna, Cile, Paraguay e Stati Uniti d'America nel 1814-1815

    Capitolo 10

    Con la riforma amministrativa di Antonio IV, ogni provincia venne dotata di un proprio senato, formato dai capi delle corporazioni cittadine e, con il suo successore Antonio V, degli ordini monastici. Questi senati provinciali dovevano, oltre ai compiti di ordinaria amministrazione, provvedere ad eleggere ogni cinque anni un sindaco, quale capo del senato stesso e rappresentante della provincia nel consiglio governatoriale, prefettizio o di provincia autonoma. Questo senato si riuniva, di norma, subito dopo i consigli superiori; quindi due volte l'anno. In quest'organo erano anche presenti i funzionari ministeriali a capo delle ripartizioni locali. Il consiglio governatoriale era, invece, formato da tutti i rappresentanti delle provincie del governatorato stesso, dei paesi vassalli del Patriarcato, nonché dei rappresentanti dei dipartimenti ministeriali e dai governatori civili e militari. Anche quest'organo aveva le stesse competenze dei senati provinciali, ma con poteri più ampi, avendo giurisdizione su tutte le provincie del governatorato. Oltre a queste funzioni il consiglio doveva provvedere alla nomina, ogni cinque anni, di un numero fissato di rappresentanti per il consiglio generale del Patriarcato, nonché proporre una rosa di tre nomi per la carica di governatore civile, ogni dieci anni, al ministero centrale per i territori d'oltremare, il quale provvedeva a scartarne uno ed a proporre i rimanenti alla scelta del Patriarca. I consigli delle Isole Orientali, ed il senato provinciale della Provincia Autonoma delle Falkland avevano funzioni simili a quelli governatoriali, salvo l'impossibilità di eleggere un prefetto civile, che veniva nominato a vita dal Patriarca e che svolgeva le funzioni di delegato al consiglio generale. Questi consigli si riunivano una volta l'anno, sei mesi prima del consiglio generale. Il consiglio generale del Patriarcato era quindi formato da 100 membri, (Sotto Niccolò IV erano 15 per le Terre Patriarcali; 10 per l'America del Nord, l'America del Sud, l'Africa Orientale e l'Africa del Nord, 5 per l'Indocina, l'Indonesia, l'Asia Eusinica, l'Arabia, l'America Centrale e l'Egitto, 3 per l'India Patriarcale, il Congo e l'Africa del Sud, 2 per i Caraibi e l'Africa Occidentale, 1 per le Isole Orientali e per le Falkland), dai 6 ministri (degli affari Interni, degli affari Esterni, dei territori d'oltremare, dell'amministrazione, degli affari economici e degli affari militari) e dal Patriarca stesso. Questo consiglio si riuniva una volta l'anno ed era la sede del potere legislativo, benché ogni legge dovesse avere la ratifica da parte del ministro competente e del Patriarca. Nell'intervallo tra un consiglio e l'altro questo potere veniva esercitato dal consiglio speciale, formato dai ministri, dal Patriarca e da tre consiglieri speciali nominati da quest'ultimo. Le decisioni di quest'organo erano soggette alla ratifica da parte del consiglio generale successivo; ad ogni modo, raramente si assistè ad una bocciatura di un provvedimento del consiglio speciale da parte di quello generale. I sei ministeri, degli Affari Interni, degli Affari Esterni, dei Territori d'Oltremare, dell'Amministrazione, degli Affari Economici e degli Affari Militari, vennero istituiti, e le loro competenze fissate, sempre da Antonio IV, nel 1701. Il primo di questi agiva nell'ambito della sicurezza interna e della giustizia, il secondo in quello delle relazioni internazionali, quello dei Territori d'Oltremare, invece, so occupava di tutte le materie inerenti i rapporti tra la Capitale ed i governatorati; quello successivo si occupava della cancelleria centrale del Patriarcato, delle scuole laiche ed ecclesiastiche inferiori di primo e secondo ordine, con Antonio V anche di quelle ecclesiastiche superiori, mentre le università restavano sotto la diretta supervisione del Patriarca; il Ministero per gli Affari Economici si occupava del commercio interno ed estero, della riscossione dei tributi fiscali e della gestione degli opifici statali; l'ultimo aveva competenze su quanto riguarda gli affari militari in generale. Il personale di questi ministeri, a parte la significativa eccezzione di quello per l'amministrazione, gestito dall'Ordine Patriarcale, era formato interamente da laici, con un livello di istruzione specifico ed adeguato al loro incarico.
    Anche l'amministrazione ecclesiastica venne riformata, con la creazione dei sinodi provinciali, assemblee dei vescovi ordinari con giurisdizione sulla provincia, che aveva l'incarico di eleggere il vescovo cardinale, comunque sottoposto a ratifica da parte del Patriarca. Questi vescovi avevano anche il compito di rappresentare la provincia nei sinodi generali del governatorato, tenuti una volta l'anno, per dirimere le controversie teologiche più importanti o come istanza d'appello successiva alla corte ecclesiastica provinciale. In questi sinodi, poi, si procedeva alla nomina di alcuni vescovi che dovevano rappresentare il governatorato al sinodo patriarcale, convocato sei mesi dopo il sinodo generale; questi rappresentanti erano nello stesso numero dei rappresentanti del consiglio governatoriale. Nella prefettura delle Isole Orientali il sinodo generale seguiva le stesse linee di quello dei governatorati, mentre nella Provincia Autonoma delle Falkland, il sinodo provinciale faceva le veci di quello generale. Il sinodo patriarcale formato da cento vescovi, dal Vicario e dal Patriarca, era l'ultima corte d'appello per gli ecclesiastici, la fonte dell'ortodossia teologica e l'assemblea in cui si eleggeva ogni anno il Vicario, destinato a succedere al Patriarca.
     
  8. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    update domani!

    saluti
    DAoS

    p.s.
    slittato ancora a domani..
     
  9. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il Patriarcato di Pagano III - parte 3
    Il 1684 vide, durante i primi mesi dell'anno, l'ascesa di Lodovico Sfondrati a consigliere patriarcale per l'amministrazione. La sua attività come funzionario a Kongu era stata molto ben vista dai superiori e così da un umile ufficio provinciale fu elevato al più alto rango accessibile ai laici. Pochi giorni dopo moriva l'imperatore del SRI, suo successore venne eletto Ferdinando IV d'Austria.
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    Gli anni dal 1684 al 1687 videro le provincie di Banten, Abitbi, Menominee, Madurai e Panama divenire nazionali; nello stesso periodo venne anche portato a termine un grande lavoro di ristrutturazione stradale nella Romagna ed a Whydah. Sul versante estero si assisté, invece, ad una disputa di confine che portò il Patriarcato a reclamare la provincia di Ogaden, controllata dall'Adal. Nello stesso periodo venne anche incrementata la produzione manifatturiera, grazie a nuove innovazioni tecnologiche. Nell'aprile del 1687, si assisté ad un'improvvisa virata verso l'innovazione, totalmente inaspettata data l'età del Patriarca, grazie alle forti pressioni esercitate dal suo consiglio. Come prima conseguenza di questa mossa si diede grande importanza alla fondazione di nuove colonie, soprattutto nel nordamerica, terra ricca di opportunità.
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    Queste spinte innovative, la grande opera di normalizzazione delle relazioni con l'Austria, ed il prestigio personale di Pagano III, portarono, nel settembre dello stesso anno alla riammissione del Patriarcato nel numero degli elettori del SRI; come primo atto da elettore il Patriarca si dichiarò favorevole alla Castiglia, storica alleata di Aquileia. Questo scontentò molto Ferdinando IV, che creeva di aver trovato un sicuro sostenitore della sua casata.
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    Un mese dopo, venne passato il cosiddetto 'atto delle miniere' che consentiva lo sfruttamento di quelle risorse da parte dei privati. Questa legge, fortemente voluta dal consiglio patriarcale, pose le basi per un'espansione considerevole del settore.
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    I successivi tre anni videro Cameroon, Demak e Lesser Namaquala entrare nel numero delle provincie nazionali; nello stesso periodo venne iniziata la coltivazione del thè nella provincia di Flores e una sistematica politica di pesca venne attuata in quella di Buru. Sul fronte estero venne nuovamente stipulata un'alleanza con l'Austria. Nel maggio del 1690 venne approvata un'altra legge economica, detta 'atto delle importazioni', che mirava a regolare il commercio interno.
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    In novembre, dopo tanti anni di pace, il Patriarca decise nuovamente di riprendere le armi e dichiarare guerra alla Lituania, rea di detenere una provincia nazionale, la Podolia, del Patriarcato e di aver attuato politiche repressive verso la popolazione della provincia in questione. Francia, Nogai, Castiglia ed Austria si schierarono immediatamente con Pagano III, mentre la Lituania venne soccorsa da Pomerania e Sassonia.
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    Il primo mese di guerra fu abbastanza statico, in quanto la mobilitazione delle truppe patriarcali fu ritardata dalle grandi piogge che sconvolsero le terre nord-orientali. Unico evento di rilievo fu la conquista della Sassonia da parte degli eserciti austriaci e la conseguente richiesta del sovrano sassone di negoziare la pace. Il Patriarca decise di accettarla, anche per tutelare l'integrità di quella nazione, contro le mire asburgiche.
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    Le prime battaglie campali avvennero nel febbraio del 1691 e videro le forze patriarcali prevalere di misura nelle battaglie di Krakow, Podolia e Ruthenia. In quest'ultima le armate del Patriarca, al comando di Ottaviano Testi, tennero a bada le superiori truppe lituane, comandate dal loro re in persona. Queste provincie vennero quindi poste sotto assedio.
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    I mesi successivi videro altre vittorie da parte della coalizione austriaco-patriarcale, specialmente nelle provincie lituane sud-occidentali. Grazie a queste vittorie le forze patriarcali poterono avanzare in profondità nel territorio lituano, ponendo Kiev e Volhynia sotto assedio.
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    Pochi giorni dopo cadeva anche Krakow, liberando così altre truppe, necessarie a rafforzare il fronte a nord. Nello stesso periodo veniva anche richiesta la pace alla Pomerania, ormai ridotta alla sola capitale. Le condizioni furono particolarmente dure; lo stato baltico perse, infatti, più di metà del suo territorio a favore dell'Austria e della neonata nazione di Danzica.
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    La guerra contro la Lituania, intanto, proseguiva; anche grazie all'apporto delle forze castigliane, appena arrivate, furono conseguite importanti vittorie che, nel giro di due mesi, costrinsero la Lituania ad arrendersi. La conferenza di Kiev, convocata per decidere i termini della pace, si tenne il 15 dicembre. Alla fine delle discussioni la Lituania fu costretta a cedere la Podolia al Patriarcato e Poznan all'Austria, nonché a perdere l'unica provincia costiera, liberando la Kurlandia, che venne subito posta sotto la protezione francese.
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    Pochi giorni dopo la fine della guerra contro la Lituania l'Austria decise di scendere in campo contro Bisanzio, l'Alsazia, la Prussia e l'Etiopia. Viste le basse prospettive di guadagni territoriali e memore degli sgarbi asburgici passati, il consiglio spinse il Patriarca a rifiutare, adducendo come giustificazione i recenti sforzi bellici richiesti dalla guerra.
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    Tuttavia questa giustificazione non fu adottata quando la Castiglia dichiarò guerra al Mysore, all'inizio di febbraio. Il Patriarcato, infatti, aveva mire espansionistiche in quella regione: l'alleanza fu quindi consolidata tramite l'entrata in guerra di Aquileia al fianco della Castiglia.
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    Le forze patriarcali avanzarono rapidamente, cingendo d'assedio Mysore e Bangalore, ma i primi scontri non avvennero che all'inizio di marzo. Le preponderanti forze indiane nulla poterono contro i superiori armamenti europei e dovettero cedere ben presto.
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    Pochi giorni dopo cadeva Bangalore, consentendo una ripresa dell'avanzata verso Raichur Doab e Goa. Entrambe le provincie furono teatro di violenti scontri con le truppe indiane, ma tutte le battaglie furono facilmente vinte dagli europei. Dopo queste sfolgoranti vittorie fu facile prendere le provincie di Mysore, Raichur Doab e Goa, tutte nel giro di pochi mesi. Dopo la caduta dell'ultima, desideroso di porre fine alla guerra, nonché poco fiducioso delle capacità negoziali castigliane, il Patriarca offrì la pace agli Indiani, che accettarono.
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    Un missionario fu subito inviato nella nuova provincia e, un mese dopo, anche la Castiglia costrinse il Mysore ad implorare la pace.
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  10. Enok

    Enok

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    Dall'ultima volta che ti ho letto, ti sei espanso talmente tanto che una mappa mondiale aiuterebbe parecchio ad osservare i domini del Patriarcato! :D
     
  11. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    arriva con il prossimo update (1700 e fine del patriarcato di Pagano III)!

    saluti
    DAoS

    p.s.
    (ho solo la mappa dei miei domini, ho perso l'altra, uff)
     
  12. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il Patriarcato di Pagano III - parte 4

    La prima decisione del 1693 fu quella di espandere ulteriormente, ma questa volta in modo pacifico, i domini patriarcali nel lontano oriente. A questo scopo venne scelta la provincia ancora non colonizzata di Taiwan, un'isola proprio davanti alle coste cinesi. Il primo gennaio 1693 partì quindi una spedizione per colonizzare quella lontana provincia.
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    Nei mesi successivi la colonia di Caranga divenne una città, Marrakech e Fez divennero provincie nazionali e venne inviatea una spedizione coloniale verso la provincia di Chaco Boreal; oltre a questo si procedette ad un generale ampliamento della colonia di Mayombe, per renderla più produttiva ed abitabile. Nello stesso periodo la guerra siriaco-mamelucca si concluse con la vittoria dei primi; le condizioni di pace furono particolarmente dure per i Mamelucchi; questi, infatti, furono costretti a dare l'indipendenza all'hedjaz ed a rinunciare a tutte le rivendicazioni territoriali.
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    Tutto l'anno successivo, il 1694, passò in relativa calma; l'unico evento importante fu l'istituzione di una colonia a Taiwan, che venne subito posta sotto la tutela della prefettura delle indie orientali.
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    L'anno successivo vide un ulteriore indebolimento della posizione del Patriarca, che fu privato, anche per via dell'età avanzata, dell'esercizio del potere effettivo, riunito nelle mani dei suoi consiglieri; solamente alcune vestigia della passata grandezza restavano nelle mani di Pagano III. Nello stesso periodo si assistè ad un espansione incredibile nelle spedizioni coloniali, che furono inviate in molte isole dell'indonesia, per ingrandire i possedimenti patriarcali in quella zona. Oltre a questo, vedendo che l'impero ottomano si era molto ben ripreso dall'ultima guerra, e stava nuovamente diventando una minaccia, i consiglieri patriarcali decisero di intervenire nuovamente in quella zona; tuttavia, per evitare di infrangere il trattato di pace con i turchi, e conseguentemente di attirare l'ira delle potenze europee, venne deciso di dichiarare guerra alla Bulgaria, alleata dei turchi e dell'Adal.
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    Danzica, Kurlandia, Francia e Castiglia si schierarono subito con le forze di Pagano III. I primi mesi di guerra videro le truppe dell'Adal, seppur superiori per numero, venire distrutte dalle forze aquileiesi durante la battagli adi Awsa, e la Bulgaria cadere nell'aprile del 1696. Le condizioni della pace, accettate durante la conferenza di Burgas del 13 aprile, furono particolarmente dure per questo Stato, che perse metà del suo territorio nonché tutte le sue rivendicazioni territoriali, nonché una grossa somma di denaro.
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    La guerra tuttavia continuava in Asia, dove le truppe patriarcali, liberate dal compito di sconfiggere i bulgari incontrarono le armate turche, comandate dal loro sovrano Mustafa III, nella Bitinia. Anche questa volta le forze di Pagano III furono vittoriose, ma questa vittoria costò molta fatica e molto sangue ai patriarcali, che persero novemila fanti. La notizia di questa ingente perdita fece anche si che la stabilità interna calasse sensibilmente.
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    Dopo quest'epica battaglia il fronte turco rimase stabile, mentre veniva tolta la provincia di Ogaden all'Adal. Nello stesso periodo Roggeveld e Transkei divennero provincie nazionali. Solo in luglio la situazione venne sbloccata con la vittoria di Kastamon e la presa di Berbera.
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    Le truppe patriarcali, quindi, presero a dilagare in territorio turco, ponendo sotto assedio le provincie di Konya ed Anatolia ma, il mese successivo, vennero duramente sconfitte in questa provincia, principalmente a causa della stanchezza prodotta dalle ultime grandi offensive.
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    La battuta d'arresto in Turchia fu controbilanciato dalle sfolgoranti vittorie nel corno d'Africa, dove l'Adal perse, nel giro di un mese, le provincie di Tajura, Awsa ed Harer.
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    Nei due mesi successivi, le colonie di Fox e Winnibago divennero città, mentre Ojibwa divenne provincia nazionale. In quegli stessi giorni cadevano Ifat e Kastamon, rendendo possibile un'ulteriore avanzata in territorio turco.
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    Pochi giorni dopo, a seguito della totale occupazione dell'Adal, fu firmata la pace di Awsa, che permise al Patriarcato di collegare le prefetture del Nord Africa e dell'Africa Orientale; che furono perciò fuse insieme.
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    Ci vollero altri cinque mesi, e due grandi battaglie, per aver ragione della resistenza turca. Nel settembre del 1697, infatti, il sovrano turco fu costretto ad accettare le condizioni di pace, che prevedevano la perdita di Kastamon ed Anatolia, nonché la perdita di molte rivendicazioni territoriali. Questa pace permise al Patriarcato di istituire una solida testa di ponte nell'Asia Minore.
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    Un mese dopo i turchi decisero di spostare la loro capitale a Karaman, mentre veniva eletto Leopoldo X Guglielmo d'Austria come imperatore del SRI; nello stesso periodo la Castiglia, avendo ottenuto il controllo su gran parte della penisola iberica decise di proclamare il regno di Spagna.
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    I mesi successivi furono impiegati nel ristabilire la concordia interna, grandemente provata dalla guerra; e quella esterna, anche'essa provata dal conflitto contro i turchi. A questo scopo venne nominato Geronimo Barbiano Belgioioso, un diplomatico, come consigliere patriarcale.
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    I due anni successivi videro la conversione praticamente totale delle provincie appena conquistate, nonché l'elevamento di Cauca a provincia nazionale. Nello stesso periodo il Patriarcato tornò a godere dei favori della corte papale. Ma vennero anche varati importanti leggi riguardanti il commercio, la redditività del quale aveva trasformato la classe mercantile in una forza politica di prim'ordine. Per tutelare il commercio di questi grandi mercanti venne varata, quindi, una legge che lasciava alla compagnia delle indie orientali, da questi mercanti praticamente controllata totalmente, il completo controllo dei commerci con quella zona del mondo, impedendo così l'inseririmento in questo lucroso commercio dei piccoli mercanti.
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  13. Dark_Angel_Of_Sin

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    Obbiettivi a breve (verifica)
    1)espandersi in europa NO
    2)espandersi colonialmente OK
    3)unire la prefettura dell'africa orientale con quella dell'africa settentrionale OK
    4)aumentare il prestigio OK

    Obbiettivi a breve (nuovi)
    1)espandersi in africa
    2)espandersi in asia
    3)espandersi in america
    4)aumentare il prestigio
     
  14. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Europa Nord-Orientale
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    Europa Sud-Orientale
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    Europa Nord-Occidentale
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    Europa Sud-Occidentale
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    Grafici Vari
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    Relazioni Amichevoli
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    Relazioni Ostili
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    Aquileia & Vassalli
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  15. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    La Fine di Pagano III
     
    Tratto dal libro Historia Omnium Patriarchae, ex Paganus III ab Raimondus II di Giovanni Melchio
     
    Capitolo I - Pagano III
    [...]
    In questo modo Pagano III abdicò progressivamente da ogni potere, preferendo dedicarsi agli studi teologici e filologici, giungendo a comporre un'interessante versione della vulgata nonché vari scritti di natura puramente dottrinale. Coloro che vennero favoriti da quest'abdicazione furono principalmente i suoi consiglieri; ma tra tutti loro quello che ne abusò di più fu il gran Maestro dell'Ordine Patriarcale, che fece in modo di estendere i privilegi dei suoi monaci in maniera considerevole. Ottenne, per esempio, il diritto all'inviolabilità delle loro sedi, l'esonero da gran parte dei tributi, ed il monopolio dell'educazione inferiore laica ed ecclesiastica. Chiaramente quest'abuso portò ad un grave scontento tra i vescovi, che vedevano usurpato sia il buon nome delle istituzioni patriarcali sia la figura stessa del primate, ridotto a mero prestanome. Questo dissenso vescovile crebbe, alimentando la tensione tra questi due partiti opposti, quello episcopale e quello monastico, che si vedeva forse per la prima volta riunito; creando gravi problemi alla gestione dello stato, che venne così polarizzato. Questo scontro, inoltre, si propagò anche alla classe dei grandi mercanti e banchieri, allora in fiorente ascesa, che, di volta in volta concessero il loro appoggio a quelli delle due fazioni sopra citate promettevano leggi favorevoli agl'interessi del loro ceto. Il culmine di questa tensione si raggiunse durante i primi giorni del 1700, precisamente dal 6 gennaio, giorno nel quale il vecchio Patriarca morì, pare di cause naturali, durante la santa messa nella chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli. La morte di Pagano III sconvolse gli equilibri interni, così difficilmente raggiunti negli anni precedenti, della nazione; le due fazioni, infatti, si accusarono reciprocamente della morte del Patriarca. In questo modo si aprì la lotta per la successione, tra le fazioni ecclesiastiche, divenute quattro, a causa della recente nomina di due carismatici vescovi a capo delle importanti diocesi di Costantinopoli ed Alessandria d'Egitto, che riuscirono a coagulare intorno a loro gli animi di molti prelati. Queste erano: il gruppo dei cosiddetti 'ligi', comprendente principalmente i vescovi tradizionalisti italiani e croati, facente capo al vescovo di Gerusalemme; quella dei 'greci', formata dai vescovi delle provincie balcaniche, guidata dal giovane vescovo di Costantinopoli; quella dei 'rinnovatori', la quale godeva di ampio consenso tra i vescovi delle colonie, soprattutto americane ed asiatiche; ed infine quella dei 'patriarchini', coagulata intorno all'Ordine Patriarcale e formata principalmente dai vescovi africani ed alcuni italiani. Questa frammentazione non consentì a nessuno di prevalere, rendendo necessario il formarsi di alleanze ad hoc. I ligi sostenevano una politica più intransigente ed ortodossa nelle materie ecclesiastiche, nonché l'ampliamento dei privilegi del clero in generale ed un più ampio potere discrezionale, ponendosi quindi in modo intransigente verso i grandi banchieri e mercanti, che volevano privare delle libertà politiche; il loro candidato era l'anziano vescovo di Roma, Bonifacio Colonna. In netto contrasto con i ligi stavano i rinnovatori, che sostenevano l'indipendenza tra religione e stato, consentendo ai pastori di curare al meglio la salvezza del loro gregge e lasciando al gregge stesso l'autoregolamentazione, seppur sottoposta al vaglio morale dei pastori; il loro candidato era Federico Albaracco (Farouk Al-Barak). Posizione simile ai rinnovatori, seppur più mitigata nelle parti politiche, avevano i greci, i quali propugnavano solamente la partecipazione del popolo agli affari politici, linea più ben vista dai mercanti e dai banchieri. Il loro candidato era il giovane Manuele Comneno, di chiare origini bizantine. L'ultima fazione era quella dei patriarchini, che si ponevano a metà strada tra i due opposti dei ligi e dei rinnovatori; sostenevano infatti che la religione dovesse permeare lo Stato, non privando però i cittadini di una rappresentanza. Queste differenze di politica interna si ritrovavano anche in quella estera; infatti i ligi proponevano una politica aggressiva nei confronti degli infedeli, per portare il vangelo a quanti ancora non lo conoscevano; i greci ed i rinnovatori, invece, sostenevano solo la crescita coloniale, mentre i patriarchini sostenevano il rafforzamento dei confini mediante il consolidamento delle conquiste precedenti. Il conclave venne quindi immediatamente convocato per il mese di maggio, mentre partivano già i contatti tra le varie fazioni per pervenire ad un nome in grado di unire gli animi dei vescovi. In questo periodo di interregno la reggenza venne assunta dal consiglio patriarcale, la presidenza del quale fu assunta per l'occasione dal gran Maestro dell'Ordine Patriarcale, data la sua veneranda età. Frate Rinaldo Marini da Treviso, questo era il suo nome, usò i mesi d'interregno a suo favore cercando, con leggi apposite, di accattivarsi la simpatia dei poteri civili, fattore nuovo ed imprevedibile della politica interna patriarcale.
    Il nove maggio 1700 si diede quindi il via al conclave elettivo; più di trecento vescovi si riunirono nel palazzo patriarcale di Aquileia. La tensione era evidente a quei prelati, che non fecero altro che gettare legna sul fuoco, accusandosi a vicenda di empietà e crimini vari. I ligi vennero praticamente estromessi da subito, in quanto erano la fazione meno numerosa e con idee più estremiste di chiunque altro; così la partita venne spostata tra i moderati. Questo gioco di alleanza durò un mese, fino a che un incontro privato tra Federico Albracco e Manuele Comneno non decise le sorti del patriarcato; questi due giovani vescovi, infatti, raggiunsero un accordo che prevedeva la candidatura di Manuele, appoggiata da entrembe le fazioni, e, si seppe poi, la cattedra di Costantinopoli per Federico. Così, il 14 giugno 1700, veniva eletto Manuele Comneno, con un margine di sei voti, come patriarca; come nome scelse Antonio, come tre dei suoi predecessori.
     
    Capitolo II - Antonio IV
    Il patriarcato di Antonio IV vide la realizzazione delle idee della sua fazione, espresse in sede di conclave e condivise con i riformatori, sopratutto grazie alla grande riforma amministrativa del 1701.
    [...]
     
  16. coluicheregna

    coluicheregna

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    stupendo AAR,da rifarsi gli occhi!
     
  17. Dark_Angel_Of_Sin

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    :piango:

    wow, ringrazio!


    saluti
    DAoS
     
  18. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Il Patriarcato di Antonio IV

    Dopo un conclave durato poco più di un mese, venne eletto Manuele Comneno come Antonio IV. Come prima mossa donò la cattedra di Costantinopoli al campione dei 'riformatori', Federico Albracco; poi creò una commissione, laica ed ecclesiastica, per ridefinire le politiche amministrative e governative. Pochi giorni dopo, una rivolta guidata dal vescovo di Kastamon, venne soffocata nel sangue dalle armate là presenti; il vescovo venne prontamente rimpiazzato da uno leale ad Aquileia, e la strade vennero pattugliate dai soldati.
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    Il mese successivo vide le provincie dell'america meridionale diventare nazionali; un passo avanti verso il consolidamento della presenza patriarcale in quell'area, dominata dagli spagnoli. Nel frattempo Antonio IV promosse una campagna di colonizzazione, anche per risolvere i problemi di disoccupazione, che al momento della sua elezione affliggevano numerose regioni.
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    I mesi passarono e la commissione per la nuova riforma amministrativa, detta commissione 'Vicini', da Astolfo Vicini, diplomatico ed esponente di spicco della stessa, lavorava alacremente al progetto. Questo vide la luce nel gennaio del 1701.
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    Il mese successivo vide un'altro avvenimento degno di nota, infatti gli sforzi diplomatici di Antonio IV, volti a riavvicinarsi alla Francia, vennero premiati con la fine delle restrizioni commerciali.
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    Successivamente le colonie di Atacama, Chichas e Charcas divennero città, consolidando ed espandendo ulteriormente il nuovo governatorato del Sud America.
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    L'anno successivo vide l'inizio dell'importante spedizione del de Leiva, volta ad esplorare le terre ad occidente del governatorato dell'Egitto. Nello stesso periodo continuò la colonizzazione dell'indonesia.
    http://img84.imageshack.us/img84/11...4.imageshack.us/img84/1170/eu332.th.png[/IMG]
     
    Pochi mesi dopo la Prussia venne annessa dall'Austria, che si confermò come potenza predominante nell'Europa nord-orientale, entrando definitivamente in contrasto con la Francia per la superiorità nell'area germanica.
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    Il mese successivo, giugno, vide la prima impresa del generale de Leiva, che riuscì a sconfiggere ripetutamente la popolazione della provincia di Kordofan, assicurando così al Patriarcato l'informale dominio di quella provincia.
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  19. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    il prossimo update (narrativo :D) sarà più classico update narrativo, YaY a me!

    saluti
    DAoS
     
  20. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    Abbazia centrale dell'Ordine Patriarcale, Aquileia - 1 gennaio 1701
    Il professore era immerso nella lettura di alcuni documenti quando il suo assistente entrò nella stanza e, dopo un edcato colpo di tosse, cominciò
    "maestro, c'è una persona che vuole vedervi"
    "sto lavorando.. non lo vedi?"
    "scusatemi, ma è il vescovo d'Istria. dice che è importante"
    "fallo passare allora" il Maestro posò le carte in un cassetto, ed attese il vescovo, il quale entrò dopo pochi istanti
    "pax vobiscum" disse frettolosamente, prima di sedersi "pessime notizie, pessime" disse rapidamente
    "che succede?"
    "non hai letto il testo della nuova riforma del Patriarca?"
    "lo aspetto per questa sera"
    "mhm" il vescovo si calmò "io ne sono rimasto molto amareggiato, avevo molta fiducia in lui"
    "per Dio, che ha fatto?"
    "ha tolto i rappresentanti monastici dal consiglio, ed ha in mente di promulgare leggi per toglierci anche dalla gestione delle scuole"
    "dannazione!" il professore sbattè il pugno sulla scrivania, gesto insolito in lui "ed a chi ha deciso di dare in mano il tutto?"
    "pare alle corporazioni"
    "vuole accattivarsi il popolo"
    "già, linea principale dei riformisti alessandrini"
    "dove finirà lo Stato?"
    "non molto lontano ho paura"
    il Maestro si alzò "condivido i tuoi timori, in effetti. Vedrò cosa posso fare, le nostre risorse sono ancora intatte"
    "lo vedo" il vescovo si alzò "fatti sentire quando avrai in mano qualcosa di solido"
    "contaci"
     
    Abbazia centrale dell'Ordine Patriarcale, Aquileia - 8 gennaio 1701
    "statemi bene a sentire" esordì il Professore "il Patriarca, purtroppo, sta snaturando l'essenza stessa dello Stato, plagiato dai vili riformisti"
    "risparmiatemi l'arringa, Maestro, vi prego" disse il primo direttore dei servizi interni, sorridendo
    "mhm.. allora il punto è questo: dobbiamo fermarlo in tempo, idee?"
    "quanti consiglieri abbiamo nello speciale?" chiese l'altro
    "uno, io"
    "contiamo almeno su una solida base consiliare più in basso?"
    "ma leggete i documenti che vi arrivano?" il Professore era irato "ci ha sbattuto fuori dai consigli"
    "molto male" sentenziò "allora dovremo trovare un'altra soluzione"
    "per questo vi ho chiamato, urge una soluzione non ortodossa, e voi avete i mezzi per trovarla"
    "metterò i miei uomini al lavoro, la prima cosa da fare sarà esaminare attentamente il decreto e trovare qualche motivo per invalidarlo"
    "dubito che la commissione abbia fatto errori tanto gravi"
    "nessuno è perfetto"
    "speriamo. appena avete qualcosa fatemi sapere, prima di agire devo essere certo della vittoria"
    "sarebbe meglio agire in fretta, anche senza esserne certi, così bloccheremo l'iter"
    "avremmo un ritorno negativo, sembrerebbe che facciamo solo i nostri interessi bloccando una buona riforma"
    "in effetti, avrebbe delle implicazioni politiche fastidiose" riconobbe il direttore
    "quindi voglio esserne informato prima, non come per il caso Ludovini"
    "è stato un deprecabile errore, non si ripeterà"
    "arrivederci allora"
     
    Palazzo Patriarcale, Aquileia - 3 febbraio 1701
    "mi ha richiesto, Patriarca?" chiese il professore
    "si, sedetevi" rispose Antonio IV, alzando la testa dal suo libro, non appena l'ospite si fu seduto lui continuò "ho ricevuto notizie, pessime notizie, riguardo l'operato del vostro Ordine"
    "di che genere?"
    "sembra che vogliate bloccare la recente riforma" il suo tono divenne insinuante "per i vostri fini"
    il professore finse sorpresa "non ne so niente" disse
    "mi sembra strano" aggiunse Antonio "voi sapete sempre tutto di tutti"
    "il nostro compito è di proteggere e servire lo Stato" recitò il Professore "non ci permetteremmo mai di agire in questo modo, specie di fronte ad una così saggia riforma"
    "lo spero bene, ci sarebbe abbastanza per l'accusa di alto tradimento, lo sapete?"
    il professore trasalì "non ne so nulla, ma indagherò" promise
    "molto bene. Una situazione simile non dovrà ripetersi. arrivederci" Antonio IV si rimise a leggere
     
    Abbazia centrale dell'Ordine Patriarcale, Aquileia - 4 febbraio 1701
    "c'è una spia" disse il Professore "dentro al primo direttorato" guardò la facca stupita dell'altro "molto dentro"
    "non capisco"
    "il Patriarca conosce le nostre mosse, in dettaglio" sospirò "ieri mi ha chiamato per farmi presente che era a conoscenza dei nostri piani al riguardo della riforma"
    "capisco"
    "esigo la testa del colpevole. datevi da fare. e presto"
    il vecchio direttore si alzò "sarà fatto" e se ne andò, poco dopo entrò un altro personaggio
    "problemi?" disse
    "gravi" rispose il Professore "molto gravi"
    "spie interne e fallimento del blocco della riforma?"
    "come fate a.." s'interruppe "mi sono sempre chiesto come operiate"
    "segreto professionale" l'altro sorrise
    "ad ogni modo voglio una soluzione al problema Antonio IV"
    "ci penserò su"
    "qualcosa di solido, di molto solido"
    "ed ai limiti della legalità?"
    "chiaro" entrambi sorrisero
     
    Località Sconosciuta, dintorni di Aquileia - 8 febbraio 1701
    "spero abbiate trovato una buona soluzione, per farmi venire in questo posto"
    "chiaramente" l'uomo si accese la pipa "abbiamo scoperto che l'ex comandante in capo dell'esercito, Giovanni Mancini, ha un fratello diacono, a Genova"
    "e quindi?"
    "sono molto uniti tra loro, e Giovanni ha ancora un potente ascendente sulle truppe"
    "non voglio una guerra civile"
    "il nuovo comandante è un suo amico, fidato"
    "comunque, le provincie dei vescovi fedeli ad Antonio potrebbero ribellarsi"
    "se lui morisse, e Filippo Mancini fosse vescovo, potremmo proporlo come alternativa all'egiziano"
    "non rischia di saltar fuori la stessa coalizione che ha portato Antonio al potere?"
    "non se imputiamo la morte del Patriarca a lui, e se facciamo in modo che l'esercito si faccia sentire, pesantemente"
    "procedete con somma cautela. Indagate su questo Filippo Mancini"
    "è uno dei nostri, ha seguito le nostre scuole ed è sempre stato nemico del vescovo della Liguria, un conservatore"
    "ottimo. allora non resta che farlo vescovo, ma dove?"
    "il vescovo ligure è vecchio, ed è in pessime condizioni di salute"
    "quante probabilità avrebbe Filippo di diventare vescovo, se non intervenissimo?"
    "buone direi, è ben voluto dal popolo e non sono in molti a sapere che è dalla nostra parte"
    "situazione eccellente, Antonio IV stesso potrebbe nominarlo senza problemi, per togliere una provincia ai ligi, no?"
    "in effetti l'altro diacono è un conservatore accanito"
    "procedete allora, ma tenetelo all'oscuro delle nostre mosse"
    "sissignore" rispose l'altro "vi farò sapere"
    "un'altra cosa"
    "si?"
    "fate in modo che l'esercito approvi la nostra scelta"
    "chiaramente"
     
    Palazzo Patriarcale, Aquileia - 25 febbraio 1701
    "che abbiamo qui?" chiese il Patriarca, indicando due massicci volumi
    "il vescovo di Genova è morto, monsignore" rispose il suo aiutante "qui ci sono le vite degli aspiranti successori"
    "le hai già lette?"
    "si, Patriarca"
    "che ne dici?" chiese "e siediti pure"
    "il diacono Marsi" indicò il primo volume "è un conservatore, che ha spesso e volentieri colto l'occasione per criticare la vostra teologia, pare sia anche dotato di una buona presa sul popolo"
    "e l'altro?"
    "diacono Mancini, ha studiato presso l'Ordine, la sua ortodossia non è in discussione, potrebbe rivelarsi però anche lui un nemico"
    "solo perché ha studiato là?" il Patriarca sorrise "anche io l'ho fatto e guarda. ad ogni modo un vescovo sicuramente nemico è peggio"
    "non potremmo mandarci uno straniero? come abbiamo fatto per Costantinopoli"
    "era un caso particolare" si difese il Patriarca "in linea di massima non voglio intervenire troppo nelle scelte delle diocesi"
    "quindi Mancini?"
    "si, prepara il diploma. e fai in modo che gli si faccia presente quanto mi deve"
     
    Abbazia centrale dell'Ordine Patriarcale, Aquileia - 29 agosto 1701
    "non ha rinnegato le sue origini" disse l'uomo "si è schierato dalla nostra parte al sinodo"
    "chi hanno eletto vicario?"
    "l'egiziano"
    "non so nemmeno perché l'ho chiesto"
    "in effetti era ovvio, hanno ancora la maggioranza"
    "potete fare qualcosa per minarla?"
    "lo stiamo facendo, ma con la chiusura di molte delle nostre scuole vescovili è sempre più ardua"
    "e giovani conservatori?"
    "è una contraddizione in termini, Maestro"
    "non si sa mai" rispose il Professore "per quanto riguarda l'esercito, ho sentito che il comandante è cambiato.."
    "adesso è un nemico del Mancini. ma stiamo lavorando per fargli cambiare idea"
    "tenetemi aggiornato"
     
    Abbazia centrale dell'Ordine Patriarcale, Aquileia - 25 ottobre 1701
    "ho avuto informazioni importanti" disse il nuovo direttore dei servizi interni
    "e quali?"
    "Antonio IV sarà nominato cardinale dal Papa"
    "quando?" il professore trasalì
    "presumiamo alla fine di novembre, il sinodo è già stato annunciato"
    "grazie" rispose freddamente
    "come dobbiamo agire?"
    "non preoccupatevi"
     
    Località Sconosciuta, dintorni di Aquileia - 26 ottobre 1701
    "punto della situazione"
    "sembra tutto contro di noi" rispose l'uomo con la pipa "il comandante in capo dell'esercito, Fraticelli, continua a rimanere ostile, il patriarca rischia di diventare Papa e il suo successore sarà ancora uno della sua stessa risma"
    "occorre agire"
    "non aspettavamo altro"
    "il comandante in seconda è dei nostri? appoggerà Filippo?"
    "si" sbuffò il fumo "ad entrambe"
    "allora procedete con Fraticelli, poi l'egiziano ed infine Antonio"
    "prima della fine di novembre, suppongo"
    "esatto"
    "sembrerà strano"
    "fate in modo che non lo sembri. Poi fate anche sparire i vostri contatti dall'esercito e dalla curia ligure"
    "sarà fatto"
     
    Palazzo Patriarcale, Aquileia - 10 novembre 1701
    "Patriarca?"
    "cosa c'è?" rispose Antonio
    "il vescovo di Costantinopoli è morto ieri"
    "COSA?" il Patriarca era sorpreso "come?"
    "si è rotto la testa cadendo dalle scale della chiesa di Santa Sofia"
    "dannazione" la sorpresa lasciò spazio all'ira "un incidente?"
    "si, monsignore" disse l'assistente "senza ombra di dubbio"
     
    Quartier Generale dell'Esercito Patriarcale, Aquileia - 15 novembre 1701
    "generale Ghivi?"
    "si?"
    "un messo è arrivato or ora dall'asia minore"
    il generale si alzò "comunicazioni dal comandante?"
    "c'è il sigillo del vescovo di quella città sul plico" il tenente Ludosi passò al suo superiore una lettera
    "chissà cosa vorrà mai da me" il generale l'aprì e subito gridò "è morto!"
    "chi?"
    "il comandante Fraticelli. In un imboscata di ribelli, una settimana fa"
     
    Abbazia centrale dell'Ordine Patriarcale, Aquileia - 20 novembre 1701
    il professore venne svegliato da numerose grida fuori dalla sua stanza, si vestì in fretta ed uscì, per vedere cosa succedesse.
    "Maestro!" un messo accorse verso di lui "terribili notizie"
    "che cosa è successo?"
    "hanno ucciso il Patriarca!"
    "come?" il professore si finse sorpreso
    "non si sa ancora, giungo or ora dal suo palazzo, la morte è stata scoperta poco fa!"
     
    Abbazia centrale dell'Ordine Patriarcale, Aquileia - 2 giugno 1702
    "chi sono i nostri avversari?" chiese il professore
    "Eugenio Pagelli di Roma, per i ligi" il direttore posò un foglio sulla scrivania "il giovane Marco Consoli di Dalmazia per quelli che erano i greci" altro foglio sulla scrivania "Alessio Grisi di Pennacook per i riformisti" terzo foglio
    "numeri?"
    "sicuri sono una ventina per i ligi, una cinquantina di riformisti, circa cento 'greci' e cento dei nostri"
    "abbiamo abbastanza spazio di manovra?"
    "ci sono molti scontenti tra i nostri avversari"
    "ottimo, allora non ci resta altro che sperare, eh?"
    "già.. ma Filippo Mancini sta raccogliendo molti consensi, anche senza il nostro aiuto"
     
    Palazzo Patriarcale, Aquileia - 25 giugno 1702
    il vescovo anziano del sinodo si affacciò al balcone "Annuntio vobis gaudium magnum" cominciò a dire, mentre le facce dei presenti, un migliaio circa, si voltavano verso di lui "Habemus Patricharam!" il silenzio si fece totale "Eminentissimum ac reverendissimum Dominum, Dominum Filippum, Sanctae Aquilegensis Ecclesiae Episcopum Cardinalem Mancini, qui sibi nomen imposuit Antonii Quintii!"
     

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