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Seconda guerra punica: Annibale poteva vincere?

Discussione in 'Antichità' iniziata da Pandrea, 11 Febbraio 2011.

  1. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    Beh a me sembra un pò una cavolata, l'esercito romano dei tempi di Pirro non era niente in confronto a quello romano che ha sconfitto i macedoni a Cinocefale. Certo però è che un impero ellenistico nuovamente unito avrebbe potuto schierare in campo una moltitudine infinitamente superiore di uomini, i quali avrebbero potuto in questo modo schiacciare i romani.
     
  2. archita

    archita

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    non era tanto il numero che contava ma quanto l'efficienza, a Cinocefale l'esercito macedone non era più quello del Grande anche se bisogna ammettere un fatto importante cioè che Filippo di Macedonia lasciò ai romani la scelta del campo che era tutt'altro che adatto alle falangi essendo difatti ricco di colline,burroni e asperità varie e certamente il sistema manipolare con strumenti balistici vari ha fatto il resto...

    l'esercito sconfitto da Pirro era quello delle guerre puniche e difatti all'epoca un esercito falangitico ben comandato e morivato come quello dell'epirota si era dimostrato ottimo,figuriamoci con le risorse di un impero greco unito...
     
  3. nirian

    nirian Guest

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    può incuriosire che l'ipotesi di uno scontro diretto tra Alessandro Magno e l'esercito romano è uno dei più antichi esempi storico-letterari di what if, ne disquisisce nella celebre digressio Tito Livio, Annales ab urbe condita, IX, 17-19. "[FONT=book antiqua, times new roman, arial]Alcuni sostengono che Papirio Cursore sarebbe stato un generale degno di tenere testa ad Alessandro Magno, se solo quest'ultimo, una volta sottomessa l'Asia, avesse rivolto i suoi eserciti contro l'Europa.[/FONT]". Il resto qui, comodamente in italiano.
     
  4. archita

    archita

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    ma quando il Grande era vivo Roma ancora era un insieme di tribù in lotta con i sunniti e le città etrusche del Lazio,lo scontro era assolutamente impari...più interessante in epoca della I o II guerra punica circa un secolo dopo dove Roma controllava la penisola italiana...
     
  5. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Coi sunniti? :asd:
     
  6. nirian

    nirian Guest

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    Tuttavia Tito Livio spiega e argomenta con vivacità che Alessandro avrebbe potuto soltanto perdere, e che nel migliore dei casi avrebbe fatto la fine di Annibale; non condivido (penso nessuno al mondo condivida), ma è un testo interessante.
     
  7. archita

    archita

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    sanniti,lapsus XD
     
  8. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Livio per cultura non credo potesse dire che Roma potesse essere sconfitta, in nessun tempo e in nessun luogo
     
  9. archita

    archita

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    bisogna dire che Roma effettivamente non fu mai sconfitta da eserciti organizzati per quasi mille anni e anche se l'impero scomparve il suo ideale rimase in vita per molti altri secoli ancora...
     
  10. Blueberry

    Blueberry

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    non sono d'accordo e per questo vengo e mi spiego.

    la falange non è "superiore" alla legione.
    i romani inizialmente combattevano secondo i modelli etruschi che si rifacevano appunto alla magna grecia e quindi utilizzavano opliti.
    l'italia era poco adatta ad impiegare tale modello di armata e l'esercito fu riformato dopo la prima guerra sannitica.
    i sanniti erano molto arditi e hanno perso perchè alla terza guerra sannitica non hanno saputo utilizzare la diplomazia come i romani e soprattutto non avevano un sistema di reclutamento come i romani che li poneva in imbarazzante inferiorità numerica non nell'ordine di battaglia ma nell'ordine della guerra.
    sono stati i sanniti ad insegnare ai romani l'uso dei manipoli.
    i romani affrontavano infatti i sanniti con gli opliti e hanno perso malamente.

    sì è vero i sanniti alla terza guerra avevano praticamente rivolto tutti contro roma... ma quei pochi fedeli che roma seppe tenersi e la straordinaria capacità strategica dei condottieri/consoli fece sì che roma avesse la meglio sconfiggendo i sanniti prima in umbria e poi spingendosi nel cuore del sannio per finirli.
    senza il sacrificio di decio mure padre e figlio poi... la battaglia forse non si sarebbe risolta tanto facilmente in favore dei romani che hanno avuto molta ma molta fortuna.

    veniamo a cartagine.
    roma quando incontra annibale era ad un punto oramai di non ritorno verso la costituzione di un impero visti i possedimenti acquisiti. mancava solo la capacità di guardare al mondo con gli occhi giusti perchè le guerre scoppiavano principalmente per scopi difensivi e la spagna, la sicilia e la sardegna non venivano considerate come vere e proprie "colonie" da annettere.

    cartagine versava in brutte condizioni visti i dettami della pace stipulata.
    l'unico modo per uscirne era appunto l'iberia. e roma è andata in iberia proprio per difendersi dai barca.

    l'unico modo per cartagine di vincere era avere un governo coeso e disposto a vincere militarmente roma.
    ma questo proposito era solo dei barca.
    il resto del governo era formato da mercanti che preferivano la pace e spostarsi verso altri mercati persi quelli in sicilia....

    non avevano capito che roma per "difendersi" era portata naturalmente ad annientare il nemico.
    antropologicamente c'è un dibattito aperto che tenta di spiegare come mai l'urbe si comportasse così.
     
  11. mazzocco

    mazzocco

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    rimaniamo in topic per favore, si parle di Roma e Cartagine, Alessandro e Pirro non c'entrano nulla
     
  12. archita

    archita

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    in realtà l'elemento "greco" non può essere scisso dall'argomento "Roma vs cartagine" poichè si sa che Annibale tentò di includere nella sua strategia la Macedonia e il suo tentativo si ritiene sia stato sventato con l'intercettazione del suo messaggio di aiuto e istituito una sorta di blocco navale e intimidazioni a Filippo. Di certo si anche detto che Annibale,una volta in esilio, continuò fino alla sua morte nel cercare di coinvolgere i diadochi a muovere guerra contro Roma prima che fosse troppo tardi.
     
  13. bjb

    bjb

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    combattè a magnesia insieme ad Antioco III contro il fratello di Scipione. Mi pare però che Seleuco e Antioco relegarono annibale alla flotta. L'esito ovviamente fu disastroso per i seleucidi..
     
  14. archita

    archita

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    mandare un generale di terra alla marina è come mandare Manstein alla marina °°...stolti alessandrini -_-
     
  15. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Un regno in decadenza non può far altro che scomparire, e ogni tentativo di risollevarlo la accellera
     
  16. archita

    archita

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    fa molto psicostoria :)
     
  17. mazzocco

    mazzocco

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    non sono molto ferrato in materia e quindi mi fido, ma voi stavate parlando di Alessandro magno e di Pirro, non della macedonia nella strategia di annibale, stavate parlando se un esercito macedone sul tipo di Alessandro avrebbe potuto metttere in ginocchio Roma, cosa sarebbe successo se Roma si fosse scontrata con Alessandro, quindi rinnovo il mio invito a non andare off topic
     
  18. Blueberry

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    per restare in tema...

    secondo me annibale poteva riuscirci se con l'appoggio del suo governo centrale avesse ricevuto dei rinforzi per le sue truppe calate in italia.
    avrebbe così ripreso l'iniziativa sul suolo italico.
    probabilmente avrebbe agito in diplomazia accordandosi con i popoli italici per allearsi affinchè insieme potessero battere roma.
    i popoli italici visto il fallimento della lega sannitica di qualche decennio precedente probabilmente volevano evitare una nuova sconfitta su vasta scala ma il cartaginese forte del nome sarebbe riusciti a convincerli.

    a quel punto la domanda é: sarebbe calato su roma?
     
  19. bjb

    bjb

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    A mio avviso l'impresa di Annibale riuscì si per il suo ardire di valicare le alpi attaccando Roma da nord,le sue abilità tattiche etc. ma anche,e forse soprattutto,per i nemici incontrati inizialmente.

    I generali che fronteggiarono Annibale nei primi due folgoranti anni furono per lo più imbelli,scelti non per merito ma per famiglia e ragioni politiche,stoltissimo fra tutti fu Varrone a Canne. Qui ebbe appunto l'occasione più nitida di vittoria,avendo sfruttato l'effetto sorpresa,avendo rovinosamente sconfitto più volte i Romani,anche in battaglia campale. Accadde però che già prima di Canne il Mago si trovò di fronte comandanti di ben altra statura,Marcello e Fabio Massimo,spada e scudo di Roma grazie ai quali cessano le grandi battaglie e le grandi sconfitte di Roma.

    Marcello che era senz'altro più coraggioso ma meno avveduto di Fabio Massimo poi morirà da fesso,Massimo e il suo temporeggiare mettono in serio pericolo la strategia di Annibale. All'inizio il Cunctator venne giudicato codardo,tant'è che gli venne tolto il comando e l'esito sarà la disfatta di Canne,poi gli viene ridato il comando e per Annibale finiscono definitivamente i bei tempi.

    E' impossibilitato a sconfiggere l'esercito Romano,è continuamente disturbato dalle azioni sabotatrici di Fabio Massimo che lo isola sempre più,nel 209 riconquista Taranto,tenendo impegnato e dunque neutralizzando Annibale permette a Roma di avere la possibilità di mandare Scipione in Spagna.

    Alla fine è costretto ad abbandonare l'Italia,da sconfitto,per difendere Cartagine e qui incontra qualcuno definitivamente al suo livello,se non ad un livello superiore e l'esito è quello che tutti conosciamo.


    Dunque a mio avviso poteva vincere solo con uno sfruttamento immediato della sue vittorie lampo e degli iniziali errori Romani. Oppure avrebbe potuto tentare l'assalto all'Urbe qualora Asdrubale avesse vinto al Metauro,ma contemporaneamente Scipione sconfiggeva i punici in Iberia,chissà,magari sarebbe toccato al condottiero Romano tornare a difendere la patria,e magari la battaglia fra i due geni si sarebbe svolta qualche anno prima nei dintorni di Roma..
     
  20. archita

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    uno dei difetti maggiori della legione romana repubblicana era il fatto che era comandato a giorni alterni da uno dei due consoli o comandanti di nomina senatoria se non proprio senatori solitamente privi di esperienza militare e che lo facevano perchè era parte della loro carriera politica e Annibale in più di un occasione ha abilmente sfruttato questa dualità del comando e l'inesperienza dei comandanti.
     

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