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MTW2 Repubblica di Venezia - S.S. 6.2 RR/RC

Discussione in 'Total War' iniziata da Lifeline83, 14 Giugno 2010.

  1. Lifeline83

    Lifeline83

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    Da un po' ho tirato fuori dal dimenticatoio questo fantastico gioco, aggiornato e moddato come si deve. Provando i nuovi aggiornamenti (è la mia prima partita con RR/RC) ho deciso di scrivere un AAR, sperando che vi piaccia. Metto pochi fronzoli e resoconti più possibile dettagliati.

    Sogni di conquista - Repubblica di Venezia.
    (Medieval Total War II - Stainless Steel 6.2 - RR/RC - Savage IA - Difficoltà H/H)

    Intro: La situazione della Repubblica non è buona, essa può contare su due sole province, Veneto e Dalmazia. Il gigante Sacro Romano Impero stringe i confini sia a Nord che a Sud. Ad Ovest la città indipendente di Milano è una preda troppo difficile. L’unica via di espansione possibile sembra verso Est, cominciando dalla Croazia. Andare ad Est vuol dire avvicinarsi all’Impero Bizantino, ma sembra l’unica strada percorribile.

    Situazione politica: La Repubblica è già alleata con lo Stato Papale, ma per mettersi al sicuro da attacchi esterni sarà opportuno espandere la rete di alleanze.

    Situazione militare: La Repubblica può contare su una buona flotta, ma su pochi uomini. Non è in grado di addestrare truppe di tiratori e quasi tutto l’esercito è formato da miliziani. Cristiano Selvo è stato nominato primo generale e sta raccogliendo uomini per marciare su Zagabria. Questa manovra lascerà praticamente indifeso il territorio della Repubblica a causa dei pochi uomini.

    Situazione economica: Le entrate sono per ora sufficienti alle esigenze della Repubblica. Il Doge ha ordinato di costruire le infrastrutture necessarie per una solida base economica, per poi passare ad un ampliamento dell’esercito appena possibile.

    E che la storia abbia inizio...


    1100 AD: Il diplomatico veneziano Guido Basilio raggiunge Bologna e riesce a siglare un’alleanza con il Sacro Romano Impero, ponendo sul piatto un accordo commerciale tra i due stati. Questa tuttavia sembra solo un’alleanza di comodo, infatti i rapporti tra i due stati non sono mai stati buoni.

    1101 AD: L’osservatore Victor Carosi riferisce che il borgo di Zagabria è ben difeso da 150 arcieri toxotes, 150 lancieri miliziani e 120 ascieri croati. Non si prospetta uno scontro facile.

    Bartolomeo, abile commerciante, sostituisce il padre nell’amministrazione di Venezia.

    Un emissario della Repubblica di Genova&Pisa giunge a Venezia, le due repubbliche stringono un’alleanza ed un patto commerciale.

    1102 AD: Durante il suo viaggio verso sud, il diplomatico Guido Basilio giunge a Napoli e sigla con il Regno di Sicilia un trattato di alleanza ed un accordo commerciale, ottenendo anche un tributo di 800 fiorini. Il consiglio dei nobili, felice della notizia, dona al Doge 60 cavalleggeri.

    1104 AD: Cristiano Selvo, assieme al figlio Antonio, arriva alle porte di Zagabria con un’armata di oltre 800 uomini. Cristiano sta pensando di mantenere l’assedio più a lungo possibile. Poiché la fanteria di Zagabria è ben addestrata uno scontro negli spazi ristretti delle strade cittadine potrebbe causare troppe perdite. Facendo uscire il nemico all’esterno invece si potrebbe sfruttare il vantaggio numerico ed il supporto della cavalleria.

    1107 AD: Il borgo di Zagabria, logorato dall’assedio, si arrende senza combattere. Parte del contingente veneziano si insedia in città, mentre il restante continua a spostarsi ad est.

    Il diplomatico Guido Basilio, durante una visita al Regno di Ungheria, riesce a stringere un patto di alleanza ed un accordo commerciale. In dimostrazione della loro buona fede, gli ungheresi pagano alla Repubblica un tributo di 2500 fiorini.

    1109 AD: Un diplomatico bizantino arriva a Ragusa, viene siglato un trattato commerciale, in cui Venezia riesce ad ottenere un tributo di 400 fiorini.

    1110 AD: L’osservatore Victor Carosi, in viaggio nel nord Italia, segnala che la cittadina di Milano è sguarnita. Probabilmente il grosso dell’esercito è in regione. Verranno raccolte nuove informazioni. Oltre metà dell’esercito veneziano sta marciando verso Belgrado, il restante è di istanza a Venezia ma non è sufficiente per un attacco. Il castello di Ragusa viene mobilitato per l’addestramento truppe.

    1111 AD: Una grande armata bizantina viene avvistata nel sud della Dalmazia, con una flotta che la segue dal mare. Le mire su Milano vengono temporaneamente accantonate.

    1112 AD: L’armata bizantina, guidata direttamente da Symbasileus Ioanni, [FONT=&quot]erede al trono dell’Impero bizantino[/FONT] e comandante di straordinaria abilità, assedia il castello di Ragusa. Al suo interno si trova il Doge con la prima parte dell’esercito che avrebbe dovuto marciare su Milano. Non si riesce a determinare la composizione dell’armata bizantina, ma si sa che supera la guarnigione di Ragusa di circa una volta e mezzo.

    1113 AD: Cristiano Selvo, tornato velocemente da nord annullando la sua marcia verso Belgrado, si congiunge con rinforzi provenienti da Venezia e si porta alle spalle dei bizantini. Symbasileus Ioanni, trovatosi accerchiato decide di lasciare le mura di Ragusa per nascondersi in un bosco poco a est del castello.

    1114 AD: Parte della guarnigione di Ragusa esce e si congiunge con l’armata di Cristiano, in totale il generale può contare su quasi 1600 uomini, l’intero esercito veneziano, formato soprattutto da miliziani. Cristiano supera i bizantini in numero per quasi due a uno. Lo scontro avviene frontalmente, con l’armata veneziana che carica i bizantini scendendo da una collina, coperta da due compagnie di balestrieri miliziani. [FONT=&quot]Il generale [/FONT] Symbasileus Ioanni dopo un breve scontro, conscio della sua inferiorità, batte in ritirata evitando la disfatta, coprendo con la cavalleria pesante le proprie truppe dalla minaccia dei cavalleggeri veneziani.
    Dopo una veloce riforma dell’armata, Cristiano si imbarca con una piccola flotta di galee per inseguire l’esercito bizantino via mare, cercando di superarlo in velocità per poi tagliargli la ritirata.
    Nel contempo, la marina veneziana, che è inferiore di numero a quella bizantina, combatte per l’egemonia sull’Adriatico.

    1115 AD: L’inseguimento viene interrotto quando una nuova armata bizantina proveniente dall’Albania si schiera in difesa del generale in ritirata. L’armata è immensa, 18 compagnie. Cristiano non è in grado di fronteggiarla e torna verso Ragusa, per poi portare le proprie forze verso nord, nascondendole tra le montagne. L’esercito della Repubblica è in forte inferiorità numerica, sta impiegando tutte le sue forze per difendersi da un nemico che non sembra impensierito dal confronto.

    1116 AD: L’enorme armata bizantina non trovando ostacoli lungo la strada arriva fino alle porte del castello di Ragusa e lo mette sotto assedio. A questo punto il generale Cristiano esce dal suo nascondiglio tra i boschi e la prende alle spalle. I bizantini si vedono costretti ad allentare la presa sulle mura quanto basta per consentire al Doge di portare all’esterno i suoi uomini.
    Da una parte il generale Cristiano, al comando di quasi 1300 uomini, con 1000 lancieri miliziani, 160 balestrieri miliziani, 60 cavalleggeri e due gruppi di cavalieri pesanti, guardie del corpo dei nobili, di cui uno guidato dal giovane Benesuto Selvo, figlio di Bartolomeo.
    Dall’altra parte Doge Domenico, con un’armata mista di circa 500 uomini. Il Doge è alla testa con i suoi 20 cavalieri d’elite, punta di diamante di una cavalleria a formata da altri 60 cavalieri ragusani “mailed” e 30 cavalleggeri.
    In mezzo l’armata bizantina di quasi 1400 uomini.
    I bizantini, che cercano una posizione vantaggiosa su una collina alberata vengono presi da due parti: il Doge con i suoi cavalieri pesanti compie azioni di disturbo finché l’armata di Cristiano non è in posizione. In una fortunata schermaglia i cavalieri del Doge riescono anche ad uccidere il comandante nemico.
    Al momento giusto entrambe le armate caricano. L’esercito bizantino, formato in gran parte da miliziani, ormai senza guida, cade nel panico, è una disfatta! I cavalieri veneziani falciano le armate bizantine in rotta portando morte ad ogni passaggio. La conta delle perdite è impressionante, le armate veneziane hanno catturato e ucciso quasi 1300 bizantini perdendo solo 70 uomini. Una grande vittoria per Venezia, ma l’esercito bizantino è ancora forte, la guerra è tutt’altro che vinta, i bizantini mantengono la loro superiorità. Per questo il Doge decide di non essere clemente, centinaia di prigionieri vengono giustiziati senza pietà.

    1117 AD: Giunge la notizia che sia scoppiata una guerra tra l’Impero Bizantino ed un sultanato musulmano sconosciuto. Forse la pressione sui confini si alleggerirà un po’.

    Nell’Adriatico continuano gli scontri tra la flotta veneziana e quella bizantina, per mantenere aperte le rotte tra Venezia e Ragusa.

    Il generale Cristiano porta nuovamente la sua armata tra i boschi a nord, il castello di Ragusa non potrebbe ospitare un simile contingente.

    1118 AD: Anche il Regno di Sicilia, da anni alleato con la Repubblica di Venezia, dichiara guerra all’Impero Bizantino. Incoraggiato dalla notizia, il consiglio dei nobili chiede al Doge di riprendere la politica di espansione, in particolare verso Belgrado. Il giovane Benasuto Selvo si fa carico dell’impresa, mentre il primo generale Cristiano rimarrà con la sua armata a difesa di Ragusa.

    1119 AD: Dall’estero giungono notizie: anche la Repubblica di Genova&Pisa ha dichiarato guerra all’Impero Bizantino che sembra ritirare le truppe dal fronte veneziano. Nel contempo è scoppiato un conflitto tra il Regno Francese ed il Sacro Romano Impero.

    Purtroppo, le torri di osservazione hanno segnalato che un’armata germanica ha attraversato i confini dirigendosi verso la città di Venezia. La guarnigione d’istanza nella capitale conta meno di 200 uomini e non può reggere un eventuale attacco.

    Il Doge ordina al primo generale Cristiano di portare la sua armata a nord, se Venezia dovesse cadere sarebbe la fine per la Repubblica. Il nipote Benesuto, invece, dovrà continuare a dirigersi verso Belgrado. Al Doge spettarà il compito di proteggere il castello di Ragusa dai bizantini, per fare ciò sfrutterà le nuove strutture interne al castello, che è ormai in grado di addestrare fanteria di qualità, ma soprattutto arcieri e balestrieri che dovranno difendere le mura.
     
  2. Mr. Bann

    Mr. Bann

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    Difendi a tutti i costi Venezia!:cautious:
    Se cade non hai via di scampo!
    Cerca di penetrare nell'area balcanica ancora più a fondo, ostacolando i bizantini:contratto:
     
  3. Lifeline83

    Lifeline83

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    Intanto un piccolo riepilogo della situazione.

    Situazione politica: La Repubblica di Venezia al momento è alleata con: Regno di Sicilia, Stato Papale, Sacro Romano Impero (l'alleanza manca di fiducia reciproca), Regno di Ungheria, Repubblica di Genova&Pisa. E' in guerra con l'Impero Bizantino.

    Situazione militare: Il castello di Ragusa è stato ampliato ed ora è in grado di addestrare truppe moderne, tuttavia la maggior parte dell'esercito è formato da miliziani che vengono reclutati in quantità alla capitale. La flotta veneziana è riuscita a vincere qualche scontro diretto contro quella bizantina, stanno entrando in servizio le nuove galee da guerra.

    Situazione economica: La situazione economica è stabile, le casse contano circa 30.000 fiorini.
     
  4. Mr. Bann

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    uhm migliora l'economia costruendo mercati e adddestra truppe moderne per constrastare i bizantini :approved:
     
  5. Ciresola

    Ciresola

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    Molto bello lo stile "bollettino di guerra" ;)

    Io ti consiglio di affondare ulteriormente in territorio bizantino, chisà, se riesci magari fino a Costantinopoli :)
     
  6. Lifeline83

    Lifeline83

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    Magari... col RR per addestrare le unità professionali serva una vita. 12 anni per i cavalleggeri, 14 per i cavalieri in cotta di maglia e addirittura 16 per gli spadaccini. E' anche per quello che uso sopratutto miliziani. Le truppe buone me le porto dietro per prudenza, ma non c'è ancora stato bisogno di impiegarle sul campo.
     
  7. Lifeline83

    Lifeline83

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    Altri 10 anni di storia...

    1120 AD: Antonio Selvo, figlio di Cristiano Selvo mentre si trovava in Veneto è venuto a conoscenza dell’armata germanica in avvicinamento a Venezia. Con sprezzo del pericolo si è frapposto da solo agli invasori, con soli 15 cavalieri di scorta. Non li avrebbe attaccati, ma per l’armata germanica, forzare il passo sarebbe equivalso ad una dichiarazione di guerra. Sotto gli occhi increduli del giovane cavaliere, l’armata inverte la marcia tornando al Nord.

    Benesuto Selvo, durante la sua marcia verso Belgrado si è trovato di fronte l’armata del Vice-Imperatore Symbasileus Ioanni mentre cercava di avvicinarsi al castello di Ragusa da Nord. Fortunatamente Benesuto è riuscito a disimpegnarsi evitando lo scontro. La guerra con i bizantini è tutt’altro che finita.

    Intanto l’osservatore Victor Carosi informa che Belgrado è stata presa dagli ungheresi.

    Cristiano Selvo decide di tornare in Dalmazia, ma un contingente di 700 miliziani continuerà la traversata fino a Venezia.

    1121 AD: Symbasileus Ioanni continua sicuro la sua marcia verso Ragusa inseguendo Benesuto, mentre un’altra grossa armata bizantina è arrivata in Dalmazia da Sud. Una terza armata, più piccola, segue il generale come retroguardia. Che i bizantini abbiano imparato la lezione? Intanto il generale Cristiano si è nascosto con i suoi uomini nel boschi ad Est di Ragusa.

    Al momento opportuno il generale Cristiano si muove velocemente verso Nord, congiungendosi con l’armata del generale Benesuto. Le due armate, ora unite in una sola, invertono la marcia e prendono alla sprovvista il comandante bizantino, che si trova di nuovo in condizioni di inferiorità. I generali veneziani sono a capo di un’ enorme armata formata da 20 compagnie che conta quasi 1500 uomini, composta da oltre 1000 lancieri leggeri, con la copertura di oltre 200 balestrieri miliziani, 60 cavalleggeri, una compagnia di mazzieri mercenari e anche qualche cacciatore con arco.
    L’avvicinamento avviene lento nel terreno innevato, l’esercito bizantino rimane incerto mentre l’armata veneziana avanza spostando la cavalleria sui lati.
    Dopo qualche scambio di dardi tra la squadre di tiratori, 8 compagnie di lancieri miliziani, circa 800 uomini si scontrano con il fronte bizantino. L’unica compagnia di fanteria che può rivelarsi pericolosa per i miliziani veneziani è formata da circa 60 spadaccini bizantini in armatura, che viene impegnata dai mazzieri mercenari.
    Il terreno è paludoso nella zona dello scontro, il generale bizantino rimane impantanato con i suoi cavalieri pesanti mentre tenta di raggiungere il fronte dello scontro.
    Decimati, i soldati bizantini si danno alla fuga lasciando indietro il loro generale che viene accerchiato da ogni lato. Gli athanatoi bizantini, conosciuti con la fama di “Immortali”, combattono senza tregua, riescono a tirarsi fuori dalla palude attraverso le lance dei veneziani. Benasuto con i suoi cavalieri d’elite carica gli uomini del generale, seguito dalla cavalleria leggera. Gli athanatoi accusano il colpo e rispondono, Benesuto è costretto a battere in ritirata, ma è riuscito a rallentare i cavalieri a sufficienza da permettere ai lancieri di riposizionarsi, ma ancora una volta il generale riesce a farsi largo tra la fila, lui soltanto è rimasto sul campo. Cerca una via di fuga ma la cavalleria di Cristiano lo prende alla sprovvista atterrandolo. La battaglia è vinta.
    Symbasileus Ioanni, Vice-Imperatore dell’Impero Bizantino, viene giustiziato assieme agli altri prigionieri.

    L’armata bizantina a Sud, rimasta sola, batte in ritirata.

    Le torri di avvistamento riferiscono che la cittadina di Milano è di nuovo sguarnita, il giovane e ambizioso Antonio Selvo, che finora ha solo svolto compiti di osservazione, decide di avvicinarsi alla città portando con se 600 lancieri miliziani. Venezia rimane con tre compagnie di lancieri e due di balestrieri.

    Un’altra grossa armata germanica si muove nei pressi di Venezia, attraversa tutto il Veneto prima di dirigersi verso Milano.

    Nel contempo giungono notizie dall’estero: pare che i regni di Francia e Inghilterra siano entrati in guerra.

    1122 AD: Il generale Cristiano mette in fuga anche l’ultima armata bizantina di retroguardia, mentre Benasuto torna a Ragusa col resto dell’esercito per riorganizzarsi.

    Approfittando della presenza dei germanici in Lombardia, Antonio arruola tutte le compagnie mercenarie che trova in regione e tenta una sortita verso Milano.

    1123 AD: Giungono notizie dall’estero, pare che l’Impero bizantino abbia siglato una tregua con la Repubblica di Genova&Pisa, ma nel contempo è riuscito ad inimicarsi il Califfato Fatimide.

    In Lombardia le armate germaniche si scontrano con le forze ribelli, questo da ad Antonio il tempo necessario per terminare i preparativi per l’assalto. Milano è difesa solo da un paio di compagnie, l’esercito regolare non scende nemmeno in campo, i mercenari assoldati in precedenza riescono a prendere la città senza che una sola goccia di sangue veneto venga versato.

    Appena giunta la notizia della vittoria, il diplomatico veneziano Guido Basilio raggiunge Bologna. La Lombardia appena presa sarà ceduta al Sacro Romano Impero in cambio dell’Emilia Romagna.

    La situazione sembra migliorare per la Repubblica, non solo ha acquisito una quarta regione, ma ora le dispute di confine con il Sacro Romano Impero dovrebbero attenuarsi. Inoltre, tutta l’Italia è in mano a stati cattolici alleati.

    1124 AD: Sorge nuovamente un problema politico nel nord Italia, per motivi sconosciuti la Repubblica di Genova&Pisa attacca il Sacro Romano Impero. Il Doge, sapendo che il Sacro Romano Impero si sta espandendo oltremodo al Nord, pone fine all’alleanza. In fin dei conti non si era mai trattato di un accordo degno di fiducia.

    Intanto proseguono gli scontri nel sud della Dalmazia.

    1125 AD: Arrivano notizie positive dall’estero: Anche gli alleati ungheresi hanno dichiarato guerra all’Impero Bizantino, mentre al nord il Regno di Polonia si è unito nella guerra contro il Sacro Romano Impero.
    Il diplomatico Guido Basilio raggiunge Genova e sigla un trattato di accesso militare con la Repubblica di Genova&Pisa, sperando di facilitare il transito delle sue armate verso gli insediamenti del Sacro Romano Impero.

    Il consiglio dei nobili chiede di contrattaccare l’Impero Bizantino, a Ragusa si prepara un esercito con l’intenzione di muovere verso Durazzo.

    1126 AD: Il conflitto tra la Repubblica di Genova&Pisa ed il Sacro Romano Impero termina dopo soli tre anni. Nell’ipocrisia più totale, viene siglata una nuova alleanza tra Repubblica di Venezia e Sacro Romano Impero.

    1127 AD: Anche il conflitto tra Regno di Francia e Sacro Romano Impero è terminato. Si vocifera che ormai il Sacro Romano Impero abbia sotto il suo controllo 14 regioni, la Repubblica di Venezia ne conta solo 4. Dal momento che molte armate stanno transitando da Milano a Innsbruck, Guido Basilio incontra l’Imperatore germanico e sigla un trattato di reciproco accesso militare, per evitare incidenti con il grande Impero.

    Finalmente la forza d’attacco per i balcani è pronta, il contingente è formato da oltre 2000 uomini divisi in due armate. La prima armata, guidata dal generale Cristiano Selvo, formata da oltre 1000 uomini, sbarcherà in Albania, proprio di fronte al forte di Durazzo che al momento conta un’esigua guarnigione.
    Nel contempo una seconda armata di 1300 uomini, guidata dai generali Antonio Selvo e Benesuto Selvo, farà segretamente rotta verso il castello di Corinto, creando una testa di ponte utile per attaccare il Peloponneso da Sud ed in particolare la vicina cittadina di Atene. Il sacerdote Cristoforo da Cattaro accompagnerà l’armata cercando di guadagnare l’appoggio della popolazione. Da tempo, ormai, si vedono poche navi bizantine nel mediterraneo, il viaggio dovrebbe essere sicuro.

    1128 AD: L’armata del generale Cristiano arriva alle porte di Durazzo, come previsto la città ha all’interno pochi uomini, il grosso del contingente Ovest dell’Impero Bizantino è impegnato a confrontarsi con le armate del Regno di Sicilia che sono sbarcate nel pressi del forte di Arta, un poco più a Sud.

    1129 AD: Il generale Cristiano conquista facilmente il forte bizantino, che contava solo una piccola guarnigione di truppe scelte. Un membro della famiglia reale bizantina, che si trovava in quel momento all’interno del forte, cade in battaglia assieme ai suoi athanatoi. Il consiglio dei nobili dona alla Repubblica 4 compagnie di milizia urbana, specializzata nel combattimento della cavalleria pesante. Il Regno di Ungheria si congratula con Venezia per il lavoro svolto.

    Nel frattempo la seconda armata è sbarcata a Sud e dopo aver eliminato una pattuglia bizantina ha preso posto dinanzi alle mura di Corinto.
     

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