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Parlando di Russia

Discussione in 'Età Contemporanea' iniziata da BadBlackBear, 26 Agosto 2006.

  1. BadBlackBear

    BadBlackBear

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    Stavo discutendo con cohen prima di uscire in un'altra infruttuosa serata nordica, della campagna di russia e del perchè l'esercito tedesco abbia perso.

    Tutto nacque dall'uscita di cohen che sostenne che gli aiuti alleati, tra munizioni, carri, autocarri, petrolio, etc etc, se non ci fossero stati, la storia avrebbe visto i russi come sconfitti.
    Io invece ritengo che la differenza l'abbiano fatta essenzialmente tre fattori:
    - L'inverno
    - Le continue scelte errate di Hitler, spostando continuamente il punto d'attacco e forze dal fronte nord, centrale e sud, in continuazione, lasciando tempo agli altri fronti di riorganizzarsi e divenire impenetrabili [vedi leningrado]
    - e la tenacia e la continua produttività dei russi [che prima del 42 la loro tenacia era piu' dettata dalla paura]


    Ovviamente tutte le cose sono giuste, ma parlando di se e di ma [la storia non si fa così, ma è interessante perdersi un attimo a ragionare] cerchiamo di capire quali siano i fattori che abbiano fatto la differenza, ossia se non ci fosse stato uno di questi fattori, i russi effettivamente avrebbero perso, o se invece, avessero ritardato quello che era fortunatamente inevitabile.
    La capitolazione dei tedeschi
     
  2. BadBlackBear

    BadBlackBear

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  3. PanzerMeyer

    PanzerMeyer

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    Hitler si è rivelato il peggior stratega del 20 secolo..
     
  4. PanzerMeyer

    PanzerMeyer

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    una su tutte lo sbarco a appprossimativo su Caen!!
     
  5. PanzerMeyer

    PanzerMeyer

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    si parlava di canadesi, non di crucchi.. scusatemi la gaffe..
     
  6. Ghienar

    Ghienar Banned

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    Se vogliamo proprio dire come stanno le cose, Hitler avrebbe dovuto ben guardarsi dall'invadere l'Unione Sovietica. La sua intenzione era sempre stata quella di evitare lo scontro su due fronti, fossi stato lui avrei continuato la pressione sulla Gran Bretagna e lo strozzamento dei rifornimenti...prima o poi anche gli inglesi avrebbero ceduto. Ma Hitler, sottovalutando gli inglesi, e poi i russi, ha commesso il più grande errore della sua vita! Sappiamo tutti come è finita...
     
  7. GyJeX

    GyJeX

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    Se avesse atteso ancora prima di attaccare l'unione sovietica non sarebbe cambiato granchè, sarebbe stata comunque una disfatta... Per come la vedo io, già attaccando nel 1941, Adolfo aveva "perso il treno", la russia era già in fase di riarmo i t-34 entravano in produzione, i Kv-1 già entravano nell'organico dei reparti corazzati, aspettare ancora avrebbe trovato i tedeschi inadeguati al confronto corazzato mandando a carte 48 la loro guerra lampo...
    La campagna di russia tuttavia sarebbe stata molto più semplice annullando l'inghilterra, ma per la germania del 1940, sbarcare a Dover, era impossibile e anche avendo il completo dominio dell'aria la royal navy avrebbe sferrato senz'altro un micidiale attacco notturno lo stesso giorno dello sbarco con tutto il disponibile spezzando quasi certamente l'impeto tedesco annullandone i rifornimenti delle unità sbarcate senza contare che Churchill era già intenzionato a scatenare tutte le sue armi contro gli invasori, compresi i gas... L'unico modo per battere l'Inghilterra era farle terra bruciata intorno, prenderla per fame, ma bisognava fare in fretta e quindi invece che accanirsi contro le città come Londra o Coventry bisognava picchiare sodo sui porti affacciati sull'Atlantico, distriggerne le infrastrutture e gli attracchi, e accanirsi sui nodi dell'industria aereonautica inglese, ossia i motori della rollsroyce che allora equipaggiavano quasi tutti gli aerei di sua maestà e la cui produzione usciva quasi interamente dagli stabilimenti di derby (cosa questa che i tedeschi sapevano perfettamente), e la fabbrica della supermarine (la ditta che produce e assembla gli spitfire), l'unica che costruiva a pieno regime gli scheletri degli spitfire, che addirittura si trovava a southampthon perfettamente all'interno dell'autonomia dei bf-109 (c'è da dire però che l'intelligence tedesca segnalava la fabbrica della supermarine come una fabbrica che lavorava a contratto per la AVro)...
    La Germania, con al potere una simile combriccola di faziosi non avrebbe mai vinto la guerra semplicemente perchè non aveva una strategia globale di fondo... Errori come Dunkerque, le battaglie d'africa, la battaglia d'inghilterra e poi la Russia e la mancata presa di Mosca (unico nodo russo veramente globale da cui tutto doveva necessariamente passare), tutti errori attribuibili esclusivamente alla mancanza di una strategia chiara...
     
  8. Caronte

    Caronte

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    Concordo in pieno con GyJex,ma devo aggiungere comunque che tutti i rifonimenti americani (soprattutto in termini di autocarri) hanno permesso ai russi di condurre una guerra di movimento senza la quale sconfiggere i crucchi sarebbe stato molto più lungo e oneroso in termini di vite umane.
     
  9. GyJeX

    GyJeX

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    E questo evidenzia un altro immenso errore di Adolfo, non impiegare sufficenti risorse nell'attacco contro Murmansk, l'unico porto russo a Nord libero dai ghiacci per 11 mesi su 12 e l'unico con strutture decenti che permettessero l'attracco di navi liberty... A parte qualche piccola incursione aerea non è mai stato attaccato, e via terra, attraverso un inferno roccioso e senza vegetazione senza strade ne ferrovie, 3 divisioni tedesche avevano il compito inarrivabile di spingersi da petsamo contro Murmansk, inutile dire che si sono impelagate in battaglie impossibili combattute in condizioni terrificanti a cui non erano per niente preparate...
     
  10. Amadeus

    Amadeus

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    Come dice anche David Glantz, l'apporto del Lend-Lease è stato utile per permettere ai sovietici di ricacciare indietro i tedeschi in tempi ragionevoli, ma è stato ininfluente nel permettere ai sovietici di evitare di perdere contenendo l'avanzata tedesca nell'inverno '41/'42.
    Che cos'è che alla lunga ha fatto la differenza che ha permesso all'URSS di vincere contro la Germania nazista invece di soccombere? Sicuramente una marea di fattori, molti dei quali sono già stati illustrati. A mio avviso uno dei fattori più importanti è stata la decisione da parte dei vertici di Mosca di dedicare tutte le risorse del paese allo sforzo bellico, ben comprendendo che era questione di vita o di morte.
    In effetti
    La differenza l'hanno quindi fatta le 518 divisioni (equivalenti) mobilitate tra l'inizio dell'attacco tedesco e la fine del 1941, che hanno permesso all'URSS di non venire annientata da Barbarossa e i ventiquattromila e rotti carri armati che i sovietici hanno prodotto nel 1942 a fronte di manco cinquemila tedeschi, che hanno poi permesso di riguadagnare l'iniziativa strategica.
    E se qualcuno pensasse che questo sia solo una questione di becere 'orde' rosse contro i bravi ma sfortunati tedeschi, inferiori per numero e per mezzi, si può anche ricredere. Il potenziale industriale del Reich non era certo inferiore a quello dell'URSS e dopo le prime vittorie dell'Asse e le sconfitte Alleate la situazione non ha fatto che procedere a vantaggio dei tedeschi. Inoltre le grosse riserve di materiale umano ce le aveva anche la Russia dello zar, che però ha perso contro i tedeschi durante la 1GM.
    Che significa tutto questo? Significa che avere milioni di uomini in età militare non basta per poter formare equipaggiare, addestrare e mandare al fronte centinaia di divisioni, ci vuole anche dell'altro.
    Così come le decine di migliaia di carri armati sfornati dai sovietici li avrebbero potuti sfornare anche i tedeschi se avessero fatto le medesime scelte di fondo di Mosca: buttare via i nuovi progetti (T-34M e KV-3) che avrebbero costretto a cambiare le linee di produzione in un momento in cui si doveva privilegiare solo la quantità e smetterla di impiegare sostanziali risorse di importanza strategica per il consumo "civile" (mazze da golf, parrucchiere per signora ed altre amenità che in una guerra totale si potevano forse permettere gli americani, con due oceani da interporre tra loro ed i nemici più prossimi ed un'economia gigantesca, ma di certo non i tedeschi o i russi).
    Il problema è che questo i tedeschi l'hanno capito solo nel 1943, ma oramai era sì troppo tardi.

    ciao
     
  11. skuby

    skuby

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    Analisi lucidissima e assolutamente da me condivisa
     
  12. Mcgerm

    Mcgerm

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    quoto in pieno anche io amadeus, anche se (dato che stiamo anche un pò "giocando") i due fattori che ritengo più importanti sono:
    -l'apporto degli aiuti alleati
    - l'incapacità di compiere scelte strategiche nella pianificazione industriale tedesca

    forse se queste due situazioni si fossero sviluppate in maniera diversa (completa interdizione dei porti del nord, e razionalizzazione produttiva) forse la russia avrebbe subito molto di più e magari con la conquista di leningrado, stalingrado, mosca e i bacini petroliferi del caucaso i russi avrebbero cercato una pace separata anzichè reagire ed andarsene fino a berlino
     
  13. Amadeus

    Amadeus

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    Considerando che i tre quarti del materiale consegnato all'URSS sotto il Lend Lease è passato per l'Iran o l'estremo oriente, ritengo che il blocco dei porti artici non avrebbe cambiato la situazione in maniera radicale. Soprattutto se consideriamo che l'importanza dei beni ottenuti dagli alleati occidentali era (in ordine di importanza per l'URSS) materie prime e semilavorati, autoveicoli e radio, armi. Non è un mistero infatti che la rotta di Murmansk fosse privilegiata per il trasporto di queste ultime che, a mio modesto avviso, sono state la parte meno utile delle consegne angloamericane.

    La conquista di Mosca e Leningrado è fallita perché in buona sostanza l'Operazione Barbarossa, pur coi suoi notevoli successi, non è riuscita a raggiungere gli obiettivi strategici che si prefiggeva. I tedeschi contavano di distruggere l'Armata Rossa in una serie di battaglie d'accerchiamento nelle zone prossime alla frontiera e, comunque, ad ovest della linea disegnata dai fiumi Dvina e Dnepr. In un certo senso i tedeschi ci riescono, in quanto le perdite inflitte alle forze armate sovietiche nei primi mesi ammontano quasi al totale degli effettivi della RKKA allo scoppio della guerra. L'errore di valutazione dei tedeschi è stato pensare che dopo questa botta, a separarli da Mosca e, più in generale, da tutte le regioni dell'interno ci sarebbe rimasta solo una manciata di reparti disorganizzati e male equipaggiati, insomma che bastasse una facile opera di mopping up fino agli Urali. I sovietici sono invece riusciti a formare, equipaggiare ed inviare al fronte armate su armate.
    Sulla razionalizzazione produttiva c'è comunque da dire che i tedeschi davano nel '41 l'Unione Sovietica per spacciata e questo, oltre a convincerli che non era il caso di tirare la cinghia sul fronte interno, ha fatto sì che l'aumento di produzione venisse incanalato principalmente verso aerei e sommergibili in vista della resa dei conti con gli angloamericani.

    ciao
     
  14. Mcgerm

    Mcgerm

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    accidenti amadeus mi ha stimolato l'interesse e devo ammettere di non aver pensato ad altre rotte... bhè ho imparato qualcosa di nuova :)
    tra l'altro ho trovato questo bel sito http://www.o5m6.de/main.html che consiglio a chi voglia saperne di più.

    sull'analisi generale degli errori sul fronte russo mi trovo d'accordo con te, però penso che almeno nel proseguio della guerra sia pesato molto il fatto che il sistema produttivo tedesco non sia mai diventato di massa e fordista come, ad esempio la produzione americana o restando in tema quella russa.
    tutte le nazioni dell'asse non hanno attuato mai su larghissima scala la produzione industriale di un numero dato di armamenti, ma hanno favorito il continuo miglioramento ed inserimento di nuovi progetti che alla lunga ha inciso sul numero totale di armamenti disponibili e sulla loro efficienza.
    Pezzi del panther erano prodotti da artigiani legati alla subfornitura della daimler così come l'avizione giapponese era in larga parte non industrializzate.
    sono sicuramente note a corollario dell'analisi più generale ma credo che alla lunga abbiano fortemente inciso nell'andamento della guerra
     
  15. GyJeX

    GyJeX

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    Ma guarda che razza di convogli passavano in barba ai giapponesi, e tutto per non venire meno ad un patto che poi alla fin fine s'è rivelato per quel che era... Un pezzo di carta...
     
  16. PanzerMeyer

    PanzerMeyer

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    il land lease ha dotato i sovietici di M-4, cosa di cui non necessitavano dati i T-34/85 con cui potevan determinare i tigeer, coglioni.. dofatti gli eqiipaggi sovirtici avev ano i nervi estremamente più a posto!
     
  17. PanzerMeyer

    PanzerMeyer

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    intendevo dire che i carristi russi governavano meglio i propri nervi..
     
  18. Rokossovskij

    Rokossovskij

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    Quoto il buon Amadeus in quanto a mio avviso ha proprio colto il nocciolo della questione, permettetemi però prima di fare alcune mie considerazioni:

    A) in generale la questione degli errori nella programmazione e nella condotta della guerra da parte di Hitler come fattore decisivo del fallimento di Barbarossa e seguenti mi convince fino ad un certo punto. Non che non siano stati commessi errori sia chiaro, col senno di poi certamente si potrebbe dire che forse il drive a sud per chiudere la sacca di Kiev, rinunciando allo sprint verso Mosca, possa esser stato un errore. Anche se 500.00 tra morti e prigionieri non è facile definirlo “errore”, vallo a sapere con il settore centrale del fronte ancora bello in forma come sarebbe andata a finire. O ancora, come non si potrebbe dire che l’impreparazione alla possibilità di dover affrontare una campagna invernale, con tutte le difficoltà per l’operazione Thypon, non sia stato un errore, etc., etc.

    Detto questo però, c’è anche da dire che la “campagna perfetta” non esiste e che gli errori fanno parte della guerra. In questo senso Stalin non fu da meno, anzi probabilmente anche peggio. Sia prima (vedi le purghe piuttosto che il dispiegamento strategico prima dell’offensiva, etc.) che soprattutto durante il primo anno e mezzo di guerra, passando dalla devastante indecisione iniziale che gettò nello scompiglio la catena di comando dell’esercito fino alla disastrosa offensiva estiva sovietica a Kharkov (1942), fortemente voluta da Stalin a dispetto dei pareri unanimi (si fa per dire) di tutti i suoi alti ufficiali, dopo la quale finalmente Zhukov ebbe mano sufficientemente libera nella gestione e pianificazione strategica.

    Io penso che al momento di Barbarossa i tedeschi possedessero la migliore dottrina militare, i mezzi per metterla in pratica, e che, nel senso più ampio di una campagna militare estesa, furono in grado di applicarla in maniera esemplare. Il resto fa parte del gioco. Inoltre se proprio vogliamo fare le pulci all’argomento, potrei anche aggiungere che la storiografia occidentale (l’unica o quasi purtroppo) è redatta sulla base di fonti nella massima parte composta da ufficiali tedeschi reduci del conflitto, e che la corsa al proclama “io l’avevo detto di fare nell’altro modo…è Hitler che ha deciso per il contrario”, sebbene anche credibile in generale, sia stato lo sport nazionale di tutti costoro.

    B) anche sulla questione dei rifornimenti degli alleati son d’accordo in toto con Amadeus. La loro incidenza a mio avviso è stata maggiore nel dare alla logistica sovietica quella mobilità che altrimenti si sarebbe sognata, non so quante centinaia di migliaia di camion americani hanno macinato chilometri nelle retrovie russe, vedere un camion americano percorrere la lastra ghiacciata del lago Ladoga è esemplificativo direi. In senso prettamente militare invece, penso abbiano inciso poco e nulla.

    C) Dulcis in fundo veniamo “al nocciolo”. Ovviamente come ribadito da molti di voi il mancato successo dell’invasione sovietica ha motivazioni “multifattoriali”, ed il cercare di ricondurre il tutto ad uno o due ben individuati componenti è certamente riduttivo. Detto questo però, se proprio fossi costretto ad indicare una ed un’unica causa, anche io punterei il dito sulla capacità sovietica di dar vita ad una mobilitazione totale di massa in ogni campo della vita produttiva e sociale del paese che ha dell’incredibile.

    A questo punto però vorrei anche aggiungere qualcos’altro. Certo per fare questo sono necessari uno sforzo ed una capacità di programmazione e pianificazione su cui è giusto porre l’accento, ma a mio modo questo non basta. I governi sovietici dalla fine della guerra civile negli anni ’20, passando attraverso un piano quinquennale dopo l’altro, la produzione agricola collettiva, i kholkoz, l’esodo forzato di intere comunità, obiettivi di produzione, strutturazione dell’apparato del partito unico, etc., avevano cambiato il volto della capacità produttiva del paese portandolo dall’età della pietra alla competitività nel settore dell’industria, sopratutto pesante. A questo si aggiungeva il ventennale isolamento nei confronti dell’esterno, la lotta al nemico “interno ed esterno” ed il mito della “nuova era”. Tutto questo aveva prodotto uno stato di “mobilitazione permanente” in tutti gli strati sociali ed a tutti i livelli durato oltre vent’anni che non ha precedenti nella storia di alcun paese per dimensione, durata, e rapidità di sviluppo.

    Certo tutto ciò era stato possibile solamente ad un costo, in termini di libertà individuali e rispetto dei diritti basilari dell’uomo, che sarebbe stato insostenibile anche per uno dei totalitarismi occidentali. Lungi da me quindi la volontà di prenderlo ad esempio. Ma tant’è che questa è stata la storia, l’unione sovietica degli anni ’40 era in questo senso un terreno fertile, una società “visceralmente sovietizzata” in ogni suo elemento, i cui cittadini altro non erano che degli ingranaggi, che sapevano e (volenti o nolenti) accettavano di esserlo a costo di sacrifici individuali e collettivi al limite della sopportazione.

    Un plauso quindi alla capacità di reazione rapida all’invasione attraverso la programmazione e la mobilitazione di tutte le risorse a disposizione, ma quanto è stato fatto, che ha davvero dell’incredibile, non sarebbe stato possibile in nessun altro paese…era un percorso che veniva da lontano…
     
  19. Amadeus

    Amadeus

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    Chiaramente, come sottolinea Rokossovskij (l'utente, non il maresciallo ;)), quando si attribuiscono, decisioni, successi e sconfitte ad Adolf Hitler bisognerebbe sottolineare che si usa il nome del Fuehrer per designare un'intera classe dirigente, non dimentichiamoci infatti che, a differenza di quanto potrebbe farci pensare una certa memorialistica postbellica, da Barbarosa a Zitadelle (e anche oltre) le scelte strategiche di Hitler erano state condivise, se non addirittura suggerite, da gran parte dell'establishment militare della Wehrmacht e delle Waffen-SS.
    Poi nello specifico dell'esempio citato (la decisione di chiudere la tenaglia a sud verso Kiev invece che proseguire in direzione Mosca), in effetti è difficile stabilire se tale decisione sia stata un evidente errore da parte tedesca (a prescindere da chi sia da ritenere responsabile per aver preso una tale decisione): io propendo per la sensatezza di tale decisione.
    Innanzitutto perché a Smolensk i tedeschi si sono fermati anche perché non ce la facevano più logisticamente e militarmente (non ci scordiamo della "sorpresa" avuta a El'nja). In aggiunta il Fronte Sudoccidentale era quello rimasto in condizioni migliori, era il meglio equipaggiato (i sovietici pensavano che lo sforzo principale tedesco all'inizio ci sarebbe stato a sud in quanto, nell'ottica di una guerra di lunga durata, ) ed il meglio diretto (be' è difficile giudicare Kirponos, ma a fare meglio di Pavlov, Vosorsilov o Budennyj non è che ci voglia molto :)). In più c'è da considerare che il numero di truppe sovietiche presenti sull'asse Smolensk-Mosca non era inferiore a quello presente sullo stesso asse difensivo quando fu deciso di lanciare l'operazione Taifun. In fondo l'azione era in accordo con l'idea strategica iniziale di annientare la RKKA ad ovest della linea Dvina-Dnepr, e di certo Napoleone sottoscriverebbe la visione che l'annientamento dell'esercito del nemico è condizione necessaria (anche se forse non sufficiente) all'ottenimento della vittoria. Il problema è che l'esercito del nemico, in questo caso, non era solo quello che i tedeschi pensavano che fosse e che effettivamente hanno distrutto lì dove volevano (in effetti i granchi presi dall'intelligence tedesca prima di Barbarossa sono stati enormi).

    Passando da Hitler a Stalin, certo anche lui ha le sue belle colpe per l'impreparazione militare sovietica, ma penso che anche qui si dia un peso troppo elevato a fattori che, ad un esame più quantitativo della questione, appaiono in tutt'altra dimensione. Inziamo dalle famigerate purghe. Di sicuro non sono state un bene per l'Armata Rossa e di certo hanno tolto di mezzo persone valide (che, in qualche caso sono stare comunque "recuperate" in tempo, come Rokossovskij, e stavolta parlo del maresciallo e non dell'utente :D). I problemi di comando e controllo da parte sovietica all'inizio della guerra sono sotto gli occhi di tutti, ma se volessimo provare a quantificare l'impatto che le epurazioni in sé hanno potuto avere sull'impreparazione dei quadri ufficiali, vediamo che questo impatto è ben poca cosa di fronte alla triplicazione degli effettivi della RKKA nel periodo 1938-1941, un'espansione enorme che proietta una massa di subalterni a responsabilità di comando per le quali non erano assolutamente preparati. Mi si dirà che l'impatto più pesante delle purghe c'è stato sugli alti gradi e che dobbiamo andare a cercare lì i problemi grossi e non nei livelli di comando inferiori (livelli poco toccati, in percentuale, e comunque statisticamente "condannati" alla mediocrità dall'espansione inflazionaria di cui sopra). Mi si parlerà di Tuchacevskij e della presunta morte delle teorie sulla "battaglia in profondità" che fanno precipitare all'indietro di vent'anni il pensiero militare sovietico sull'impiego delle grosse unità corazzate. In effetti, dopo le purghe, i "compagni di merende" di Stalin, favorevoli alle unità di cavalleria montata e contrari alle grosse formazioni meccanizzate, riprendono fiato e ritornano alla ribalta. Tant'è che sulla scorta delle cattive esperienze (in termini di coordinazione ed efficacia) nelle operazioni in Polonia nel 1939 e in base ad errate valutazioni delle esperienze nella Guerra Civile Spagnola la Commissione Kulik (un nome, una garanzia) nel novembre 1939 abolì i cinque grossi Corpi Carri esistenti all'epoca, ed ordinò il loro rimpiazzo con Brigate Carri indipendenti e divisioni multiarma di fucilieri motorizzati. Il processo di conversione (come sempre, date le dimensioni della RKKA) fu lento (infati il 10 TK fece in tempo a prendere parte alla guerra contro la Finlandia) e fu completato agli inizi del 1940. Al 1° marzo 1940 la RKKA comprendeva 39 brigate carri (più 3 brigate della riserva) e 100 battaglioni carri integrati nelle divisioni di fucilieri e cavalleria.
    A far cambiare idea ai vertici dell'Armata Rossa sull'utilità di avere grosse unità meccanizzate fu lo sconvolgente successo dei tedeschi contro la Francia, successo che gettava anche fosche ombre sulla speranza di riuscire a tenere a bada i tedeschi per molto altro tempo (Chruscev racconta che quando Stalin apprese della sconfitta della Francia, si mise a passeggiare nervosamente nel suo studio bestemmiando come un vetturino). Infatti per rimediare al precedente errore il 6 luglio 1940 il NKO ordinò la formazione di 9 nuovi Corpi Meccanizzati, seguiti a Febbraio e Marzo del 1941 da altri 20! Il completamento dell'equipaggiamento e dell'addestramento di queste unità sarebbe dovuto terminare nel 1942 e, allo scoppio della guerra con la Germania, la RKKA si trova in una fase di riorganizzazione praticamente con le braghe calate!
    Beninteso, la dottrina d'impiego delle nuove unità era sensata (oddio, si potrebbero muovere alcuni appunti, ma meglio non interrompere la discussione fondamentale con bizantinismi forse inutili) ed anche gli ordini effettivamente dati alle unità erano corretti e rispecchiavano la dottrina d'impiego. Basicamente si trattava di bloccare le penetrazioni delle punte corazzate tedesche mediante il dispiegamento delle nuove brigate controcarri (unità armate con i nuovi pezzi divisionali da 76mm ed i contraerei da 85mm quando il pezzo c/c standard tedesco era il 3,7cm e quello sovietico il 45mm... mica cazzi!) sulle direttrici d'avanzata (è interessante notare le similitudini con quanto si stava facendo negli USA con il nuovo Tank Destroyer Corps) e poi attaccare la penetrazione sulle "spalle" concentrando i nuovi Corpi Meccanizzati (ognuno composto da due divisioni carri ed una divisione di fucilieri motorizzati, più spiccioli).
    Ebbene, se il problema fosse stato semplicemente l'assenza di comandanti capaci nelle alte sfere, ci saremmo dovuti aspettare una serie di ordini strategici ed operativi folli che avrebbero sprecato queste validissime unità in attacchi futili, invece quello che si vede è che le direttive operative erano abbastanza sensate, ma l'intervento dei corpi meccanizzati (anche a sud, dove i MK erano meglio equipaggiati rispetto al resto dell'URSS) invece che risultare risolutivo, provoca il dissolvimento di queste unità che prendono perdite pazzesche (spesso per problemi logistico-manutentivi, oltre che per combattimento) senza riuscire ad impensierire i tedeschi più di tanto. Ancora una volta le deficienze a livello di corpo/divisione (e sotto) in termini di comando, controllo, organizzazione, rifornimento e logistica l'avevano fatta da padrone nel determinare la pessima performance delle truppe corazzate sovietiche. Certo, le purghe hanno il loro peso, ma se facciamo entrare nell'equazione la rapida espansione delle forze armate ed il momento di piena riorganizzazione di tutta la avtobronetankovye vojska, vediamo che la loro influenza appare più che ridimensionata.

    Parlando delle responsabilità di Stalin, nessun discorso potrebbe essere completo se tace della responsabilità diretta del dittatore georgiano nel ritardare letteralmente fino all'ultimo momento le contromisure difensive da prendere nell'imminenza dell'attacco tedesco. Il non dispiegare le unità prossime al fronte sulle postazioni difensive alla frontiera e il non disperdere sugli aeroporti secondari i velivoli della VVS hanno sicuramente facilitato di molto il compito dei tedeschi. Ma non era una inspiegabile e banale ottusità a guidare le azioni del signor Dzugasvili. Stalin si illudeva di aver compreso il modus operandi di Hitler. Ciò che faceva si fosse convinto fino al 22 giugno 1941 che Hitler non stesse realmente lanciando un'offensiva generale contro l'URSS era il fatto che riteneva impossibile che Hitler attaccasse senza prima avanzare delle richieste (pretestuose) e lanciare un ultimatum, come aveva già fatto con le sue precedenti espansioni ad est. In poche parole era sicuro che finché non ci fossero state queste richieste per avere il casus belli, Hitler non avrebbe attaccato. Ovviamente si sbagliava, ma il motivo per cui si sbagliava non era tanto una "fiducia" nei confronti del dittatore nazista, quanto una fiducia nella sua (di Stalin) capacità di giudicare gli eventi. Nella sua ottica era meglio evitare azioni che potessero sembrare provocazioni, e quindi precipitare una guerra in un momento di impreparazione, che salvaguardare a tutti i costi la sicurezza delle truppe sul confine. Questo era ritenuto un sacrificio accettabile anche perché nessuno (neppure i vertici militari più accorti e preoccupati) pensavano che i tedeschi sarebbero stati in grado di fare quello che hanno fatto e minacciare Mosca e Leningrado dopo aver sbaragliato non solo le truppe di prima schiera ma gli interi quattro Fronti originariamente dispiegati contro le truppe dell'Asse! Anche i wargame tenuti a Mosca nel gennaio del 1941 avevano suscitato timori e perplessità nelle capacità della RKKA di resistere all'avanzata germanica, ma non avevano lasciato intravedere la catastrofe che si sarebbe poi verificata nella realtà.

    Poi, come dice Rokossovskij (sempre il nostro amico stavolta, e non il maresciallo :)) è chiaro che la capacità dell'URSS di assorbire e reagire ad un colpo simile non è piovuta dal cielo ma è stata il risultato di una storia pregressa che durava già da vent'anni. Infatti la tragica esperienza della 1GM aveva ben provato che le dimensioni geografiche e demografiche, di per sé, non costituiscono una garanzia di vittoria, anzi! Le grosse dimensioni dell'esercito russo erano anche necessitate dal fatto che tali forze si trovavano a dover controllare un'estensione territoriale enorme con un apparato logistico e di trasporto ridicolmente sottodimensionato. Inoltre il bassissimo PIL pro capite (dovuto essenzialmente al carattere ancora agricolo del grosso dell'economia russa) rendeva quasi impossibile all'Impero zarista stornare risorse dalla mera sussistenza allo sforzo bellico. D'altro canto qualche animo "romantico" poteva pensare che uno stato privo di grosse infrastrutture moderne e con una numerosa popolazione avvezza al sacrificio ed alla vita dura sarebbe stato più resistente in guerra delle industrializzate ma "piccole e delicate" potenze occidentali. Ma la storia ha mostrato che avviene esattamente l'opposto: le economie più arretrate tendono a disgregarsi sotto lo stress continuato dello sforzo bellico. L'industrializzazione forzata ed il capitalismo di stato hanno portato in quarant'anni la Russia dal feudalesimo agli Sputnik ma, oltre agli enormi costi umani di questa operazione, c'è da dire che il guado non era stato completamente passato quando la guerra è scoppiata. In un certo senso l'URSS non ha mai pienamente riassorbito le devastazioni della guerra. Il recupero postbellico è stato impressionante in termini assoluti, ma ha fallito nel riportare l'economia sovietica sulla sua "traiettoria" prebellica. I milioni di solati e di armi che il capitalismo di stato stalinista era riuscito a sfornare hanno distrutto i sogni di conquista del III Reich ed il Reich stesso, ma si sono rivelati poi un peso troppo grosso da reggere per il gigante ferito.

    saluti

    P.S. Per Panzer Meyer: dovendo affrontare un Tiger non è che fa molta differenza trovarsi su un T-34 od un M4.
     
  20. PanzerMeyer

    PanzerMeyer

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    certo, ma anche la preparazione degli equipaggi e il loro 'sangue freddo', contano non poco!
     

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