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[Mount & Blade Warband AAR] Josif Marfinsky

Discussione in 'Strategici - Generale' iniziata da Murphz, 13 Marzo 2014.

  1. Murphz

    Murphz

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    Questo è un AAR di una nuova partita che ho iniziato con Warband, gioco base, a mano a mano che avanzo nel gioco lo continuo....è un po' fatto a racconto, spero possa piacere.

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    Mi chiamo Josif Marfinsky, figlio di un nomade cacciatore delle steppe Vaegir, non ho mai conosciuto mia madre nè mi è mai stata concessa alcuna risposta quando domandavo chi fosse e come fosse morta o sparita, ricordo che mio padre cambiava espressione quando la nominavo e nessun altro vecchio nel nostro accampamento voleva darmi notizie. Sono cresciuto come figlio del nulla (per lo più all'accampamento di Iskrathun nel nord) come la terra su cui abitavo, una landa desolata che non perdona nessuno, specialmente i ragazzini troppo curiosi come me. E' in questo ambiente che fin da piccolissimo mio padre mi insegna a cavalcare, a cacciare con l'arco e a maneggiare una spada, o meglio, un piccolo coltello. A 13 anni il signore dell'accampamento, che si faceva chiamare Okta e emanava una puzza terribile di alcool mista a carne affumicata, obbligò mio padre a farmi diventare un guerriero per conto suo, in difesa dell'accampamento e delle merci durante gli scambi con altri nomadi.

    Pian piano, anno dopo anno, oltre al piccolo coltello imparai ad usare una spada vera e la mia abilità con l'arco entusiasmava Okta e i suoi stretti collaboratori, o ubriaconi fidati dicevo io, che alla fine, visti i risultati che avevo ottenuto in quegli anni, mi promosse a guardia del corpo personale all'età di 16 anni. Okta non era cattivo (da sobrio), era solo molto stupido e interessato al guadagno personale, come un po' tutto l'accampamento....io, ero un po' diverso, assieme a mio padre, Baluch Marfinsky detto "il Lupo Grigio", che fin da piccolo mi aveva insegnato a leggere e scrivere, oltre a raccontarmi favole dei suoi tempi e su come la nostra tribù fosse arrivata in quell'enorme niente, di come ci girovagasse. Ero un guerriero istruito e nella mia tribù, tra cacciatori senza denti e commercianti dalle poche merci, io ero, e giustamente, destinato a qualcosa di più...ma ancora non lo sapevo.

    Passarono ancora gli anni, ormai ero uomo o pensavo di esserlo, fino a quando il khanato dei Khergit non dichiarò guerra ai Vaegir e scoppiò la guerra. Non ho mai capito perchè i Khergit si spinsero fino alla steppa e trucidarono in massa la maggior parte dei nomadi di quella regione, probabilmente volevano togliere la pressione dei Vaegir dalle capitali Ichamur e Tulga...ma nessun Vaegir si preoccupò per noi, con il tempo capii che i Vaegir sapevano a malapena della nostra esistenza, e i Khergit si ritirarono poco dopo lasciando tutto com'era prima, il nulla, ma con un velo di morte che neanche l'inverno della steppa mi aveva mai fatto notare.

    Io posso scrivere questo racconto grazie a Okta, quel grasso ubriacone mi mise su un carro destinato a Reyvadin (capitale sud del regno Vaegir) poco dopo i primi assalti Khergit. Difesi la mia casa, assieme ad altri giovani, contro un piccolo gruppo di nemici, mio padre, fra tanti, fu ucciso. Salii sul carro guardandomi indietro e giurai vendetta, avevo solo 24 anni.

    josif_avatar.jpg

    Arrivai alla città e scesi dal carro, Okta mi diede la sua benedizione chiedendomi di bere alla sua salute, lo feci e lo ringraziai mentre ripartiva verso non so dove. Come prima cosa, arrivato a Reyvadin nella notte, fui attaccato da alcuni ladri. Questi avevano tante parole ma poche capacità, mi misi a ridere ricordando cosa avevo passato e un bandito cercò di colpirmi. In quel momento capii che era iniziata una sfida ancora più grande per me, estrassi la spada e infilzai lo stolto, l'altro non ebbe tempo di capire la situazione che già aveva una freccia nel petto (e ammetto che Okta avrebbe riso di questo).

    Un mercante che vide la scena, si avvicinò e mi chiese aiuto mentre mi invitava a bere qualcosa in una taverna.
    mercante_reyvadin.jpg

    Dovevo organizzare un gruppo di uomini e liberare suo fratello, rapito da alcuni banditi non si da dove, mi promise soldi e un nuovo inizio. Accettai, che altro potevo fare? Il cacciatore? Tornare alla steppa? Sapevo di avere un futuro e un po' di soldi mi avrebbero garantito un po' di respiro. Ci misi veramente poco a trovare altri disperati, perlopiù Vaegir puri, che erano stufi di rimanere nelle taverne e nelle bettole a non fare niente, Calradia deve essere piena di gente così, immaginavo già il mio imponente esercito contro i khergit! La missione fu compiuta qualche settimana dopo, ora ero libero, con un po' di soldi e la voglia di diventare qualcuno...ma chi? Alla fin fine, ero bravo con la spada e con l'arco, ma ero figlio di un nomade, potevo forse aspirare a qualcosa di più di questo? Solo il tempo, il sacrificio e la forza mi diedero la risposta, ma in quel momento non mi misi fretta. Pensai che come quel mercante, molti altri avevano bisogno di questo tipo di aiuti, le strade erano pericolose e io volevo stare dalla parte dei buoni anche in questa nuova vita...inizia la mia attività con successo, ah, se solo potessi tornare indietro a quei giorni di gloria e fortuna!

    reyvadin_territorio.jpg

    josif_gruppo1.jpg

    josif_gruppo2.jpg

    Il tempo passava, stentavo a credere che potevo diventare ricco combattendo, avevo armature, armi, cavalli e un gruppo di uomini che cresceva con me. Le strade di Reyvadin tornarono abbastanza sicure, iniziai a farmi un nome nella città, ero Josif "il Rosso", mentre sentivo i miei compagni chiamarmi Josif "il Fulmine Rosso" per via di come guidavo gli attacchi in sella al mio cavallo scoccando precisi fulmini dal mio arco. Erano tempi di gloria per tutti!

    Spinto dalla voglia di vedere il mondo, iniziai a girare per il regno Vaegir. Alcuni mercanti mi parlarono di Rivacheg, dove si disputava un torneo per tutti i guerrieri di Calradia, non potevo farmelo ripetere, volevo la fama, volevo soldi e li volevo subito, cavalcai fino a Rivacheg e in un paio di giorni arrivai, in tempo per iscrivermi.

    rivacheg.jpg
    Non ero nessuno al torneo, vedevo i campioni, uomini grandi e grossi, ridere di me e seguirmi con lo sguardo per mettermi paura...io avevo già puntato 100 monete sulla mia vittoria, sarei diventato ricco per la prima volta? Si, dall'arena, in centro, sentivo la folla acclamare il mio nome, non avevo mai visto tanti soldi come quel giorno, ed erano miei. Li spesi in pochi mesi per tutto l'equipaggiamento necessario, ora avevo la certezza che potevo diventare qualcosa di più, ancora una volta, scalino dopo scalino.

    Continuando a girovagare, molti mercanti mi riconoscevano e chiedevano il mio aiuto contro i banditi. Fu in una di queste occasioni che mi imbattei in un mercante khergit, scortato da cavalieri, che mi chiedeva aiuto. Ancora oggi non so spiegarmi quell'atto, anche se continuarono per un bel po', forse la vista dei soldati del khanato o forse la voglia di ripagare un vecchio danno con qualcuno più debole e che non c'entrava niente, non lo so, ma in quel momento estrassi la spada e tagliai la gola del mercante, non prima di avergli sussurrato "hai un grande onore, sei il primo" sull'orecchio destro. La scorta iniziò l'attacco mentre i miei uomini erano immobili, non sapevano cosa stessi facendo e perchè ero impazzito in quel modo, fatto sta che quando si misero in sella per venire in mio soccorso, io ero già sul campo di battaglia e uno ad uno i cavalieri cadevano a terra, lasciai gli ultimi difensori feriti alla mia compagnia, mentre mi ritirai su una collina per assaporare quella strana vittoria. Per lungo tempo continuai i miei attacchi ai mercanti khergit, i soldi iniziavano ad arrivare, come anche il mio nome alla corte del Gran Khan, mi stavo facendo una brutta reputazione tra i Khergit, mentre i Vaegir mi salutavano come un eroe per tanta ferocia contro il nemico di guerra (e di sempre).

    Viaggiai ancora, uscii dal regno Vaegir, mi spinsi fino al regno dei Nord a Ovest e giù fino al regno di Swadia, a Sud. Avevo sentito voci di un altro torneo, a Dhirim, la capitale nord degli Swadia. Fu a quel punto che arrivò la grande notizia, la guerra dei 30 anni tra Nord e Vaegir era finita. Io non conoscevo bene le radici dei Nord, ma li ritenevo fratelli e mio padre mi raccontava sempre di un tempo in cui Vaegir e Nord governavano su quasi tutta Calradia nel segno della giustizia e dell'onore, non sapevo ancora cosa spingeva i Nord e i Vaegir ad odiarsi ma ero felice della notizia. La mia compagnia si ampliò di altri 30 reclute nord, avevo ormai 50 uomini sotto il mio comando quando entrai a Dhirim e mi iscrissi al torneo dei guerrieri di Calradia.

    calradia_nord.jpg

    Ancora una volta, puntai le 100 monete su di me e questa volta erano di meno i guerrieri che mi sbeffeggiavano. Di alcuni riconoscevo gli occhi impauriti dell'ultimo torneo, occhi di chi non sa quello che vuole e alla quale nel momento più importante il polso cede. Si, una nuova vittoria, altri soldi e altra gloria!

    torneo_dhirim1.jpg
    torneo_dhirim2.jpg
    torneo_dhirim3.jpg

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    Continuo quando posso :)
     
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  2. rawghi

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  3. Murphz

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    :) grazie rawghi...magari un giorno si svilupperà come il tuo stupendo pax astra!
     
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  4. Murphz

    Murphz

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    Dopo l'ultimo torneo continuai a farmi un nome, finchè Boyar Nelag (con la quale avevo stretto un legame in alcune battaglie) mi disse che i Vaegir cercavano di ampliare la loro organizzazione e mi propose di candidarmi come un nuovo Boyar, un vassallo di Yaroglek, re dei Vaegir. Ero indeciso, i Vaegir non avevano mai aiutato noi della steppa e in realtà non sapevo cosa farmene di un titolo nobiliare, ero nato libero e volevo rimanerci, senza servire nessuno. La svolta avvenne quando i Khergit mossero nuovamente guerra contro i Vaegir, avevo la possibilità di scontrarmi in battaglia con loro e non me la feci sfuggire, quindi giurai fedeltà a re Yaroglek e al regno dei Vaegir.

    giuramento.jpg

    Scelsi il mio stemma ricordando un dipinto pieno di polvere di mio padre Baluch, appeso al camino, che lo ritraeva mentre cavalcava in una sessione di caccia.

    stemma.jpg

    Con i soldi messi da parte, misi in piedi anche un attività di produzione, una birreria a Reyvadin. Sembrava andare tutto bene, i soldi non mancavano e la compagnia sotto di me cresceva di gloria e potenza.

    birreria.jpg

    La guerra contro i Khergit la vidi molto poco, mi fu chiesto di unirmi ad alcuni Boyar, tra cui Nelag, per difendere il castello Nelag all'estremo est del regno, la porta di ingresso alle steppe dove ero nato. Ancora una volta il khanato decise per quella strada, ma questa volta non intendevo scappare. Rompemmo l'assedio con facilità e mi lanciai come un pazzo, da solo, al contrattacco dei khergit in fuga...fu terribile, la mia compagnia rimase isolata e i rinforzi Vaegir arrivarono in ritardo e inutilmente, molti uomini persero la vita per colpa mia, per un mio antico torto che non volevo eliminare (e come avrei potuto mi chiedo?), anche io non resistetti, in poco tempo la cavalleria khergit mi blocco e mi presero in ostaggio.

    Vagai come prigionero per alcune settimane, i Khergit erano spregevoli, quella prigionia segnò di molto il resto della mia vita e comunque, quando mi liberarono fu solo perchè i Vaegir offrirono un armistizio. Venni abbandonato nei pressi di Tulga, vicino al castello di Asugan, in pieno territorio khergit, ma riuscii a tornare a Reyvadin, ancora stento a credere di essere sopravvissuto mentre tutta la mia compagnia era dispera o uccisa.

    prigioniaKhergit.jpg

    Impiegai un po' di tempo per riprendermi, ma una nuova guerra stava iniziando e non potevo ritirarmi dai miei doveri verso il re. La guerra swadiana del 1257 scoppiò per problemi di confine, il regno di Swadia aveva attaccato alcuni nostri mercanti senza giustificazioni e non ritenne opportuno dare spiegazioni nè scuse al re, venni a sapere molto tempo dopo che il re swadiano aveva la chiara intenzione di allargare i confini a nord (sul regno Vaegir) per prendere possesso di alcune miniere d'argento. Misi in piedi una nuova compagnia, ben addestrata, e questa volta avevo seriamente la testa sulle spalle, senza pazzie, e mi unii alla campagna militare che iniziò poco dopo. L'inizio della guerra fu folgorante, i nostri eserciti avanzavano di castello in castello, in un solo anno gli Swadia persero la capitale, Dhirim, al confine, più altri castelli e molte forze. La loro possibilità di attaccare era quasi scomparsa, mentre noi ci lanciavamo sempre più all'attacco, quello stesso anno arrivammo alle porte di Suno ma non riuscimmo ad assediarla. Ci fu una pausa per l'inverno e venni rispedito in patria dove mi invitarono ad una festa.

    mappa_prima_di_suno.jpg

    swadia_war1.jpg

    Per la prima volta vedevo una festa di nobili, ero abituato alle feste della mia tribù dove l'unica intenzione era ubriacarsi e fare risse, quando entrai nella sala del castello mi fissarono tutti, ero Boyar Marfinsky dopotutto, il liberatore di Nelag. Parlai tutta la sera con il re, e penso gli feci proprio una buona impressione perchè mi diede un feudo in gestione, Ismirala, poco a nord di Curaw nell'interno del regno. Amministrativamente non potevo fare molto, era un villaggio di contadini incastrato tra le montagne a ridosso del fiume Thora, un gioiello da vedere ma niente a cui volevo veramente badare. Mi impegnai qualche mese per rendere sicuro il posto dai banditi e far contenti i pochi abitanti presenti, mi davano comunque un buon sostegno economico.

    ismirala.jpg

    Fu lì comunque che tra un boccale e l'altro, mi si avvicinò una graziosa ragazza, lady Joaka, figlia di Boyar Doru e Lady Vayen...non volevo essere servo di nessuno ma in uno stesso anno giurai fedeltà al regno Vaegir e al cuore di lady Joaka (questo, in quel momento, almeno dentro di me), iniziavo a diventare tutta un altra persona, spariva, o forse si nascondeva solo, anche il rancore verso i Khergit, anzi, pensavo di doverli ringraziare per avermi fatto uscire dalla steppa, poteva una donna e un po' di gloria farmi perdere la strada che mi ero prefissato?

    festa_jeirbe.jpg

    Si, passò decisamente tanto tempo, tutto l'inverno, senza che dovetti combattere, mi accontentavo di stare dietro a Boyar Doru, per ingraziarmi la sua volontà e vedere sua figlia, lady Joaka, o comunque alle faccende del regno. Un giorno mi diede pure l'incarico di scortarla a Dhirim e iniziammo una relazione che entrambi volevamo. Lady Joaka amava la caccia e andare a cavallo, passavamo le giornate così, quando suo padre ci permetteva di andare a caccia con lui, oppure di nascosto al castello Jeirbe dove la sua tutrice mi lasciava entrare, ricordo che mi interessai alla poesia solo per lei e alcuni bardi mi insegnarono dei poemi che poi ripetevo in maniera stupida davanti a lei, rideva sempre. Un giorno, mi inviò una lettera per incontrarci, quando arrivai mi confessò che aveva altri aspiranti al suo cuore, uno tra tutti era Boyar Harish, gli dissi che l'avrei sfidato ma in realtà non feci mai niente in tal senso, non volevo metterla in pericolo per colpa mia e quindi continuai a vederla di nascosto per molto molto tempo.

    joaka.jpg

    La guerra swadiana riprese in primavera, anche il regno dei Nord aveva dichiarato guerra a loro, ormai era questione di tempo prima che il regno cedesse. Prima assaltammo il castello di Rindyar per stabilizzare il confine ovest, fu il mio primo assedio e fu una carneficina, ma ne uscimmo vincitori, ora potevamo puntare le armi ad Est e finire una volta per tutte il regno di Swadia.

    swadia_war2.jpg
    castello_rindyar_out.jpg
    castello_rindyar1.jpg


    Prendemmo Suno, capitale commerciale di Swadia, in estate, una battaglia memorabile, mi distinsi (assieme alla mia nuova compagnia di eroi) quando entrammo nel castello a spade all'aria e urlando "Vaegir, Vaegir, Vaegir", nessun nemico poteva rimanere immobile al nostro urlo e Suno non era da meno. A re Harlaus (re di Swadia) rimaneva ora solo Praven e qualche feudo sparso, ultima capitale del regno, che comunque resisteva bene per via delle difese che avevano costruito, era difesa da tutto l'esercito swadiano, forte di 300.000 soldati. A dire il vero, gli swadiani non potevano confrontarsi con noi, ne con i Nord. Avevano una buona cavalleria ma il loro morale era a terra e comunque fin dall'inizio i nostri arcieri da soli gli tenevano testa.

    swadia_war3.jpg
    assedio_suno1.jpg assedio_suno2.jpg assedio_suno4.jpg assedio_suno3.jpg

    La situazione dei confini era decisamente cambiata in due anni, dopo Suno avevamo tutto il controllo del nord (comprese le steppe, con l'armistizio con i Khergit non c'era più da preoccuparsi) e tutta la parte centrale di Calradia, nonostante le difficoltà e le varie scorribande di swadiani ancora attivi, era in nostro controllo.

    mappa_dopo_suno.jpg

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  5. rawghi

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