Buongiorno a tutti, stavo riflettendo sulla cattura degli ostaggi giapponesi da parte dell'isis e sulla loro richiesta di riscatto, e mi è saltato all'occhio come i guerriglieri siano passati da una strategia "della paura" a una strategia "del far cassa". Ora la mia domanda è: col prezzo del petrolio in calo, il blocco dei finanziamenti stranieri e la fine dello "spazio da invadere", non è che l'isis sta finendo i soldi e rischi il collasso su se stessa? Ripensando storicamente, mi sembra vivano su un economia "di orda": non hanno produzione, ma solo ruberia.
Mah, prendere ostaggi a scopo di finanziamento è una fonte economica da sempre utilizzata dall'isil. http://www.ilfattoquotidiano.it/201...stri-ostaggi-a-casa-non-importa-come/1120353/ Inoltre il blocco dei finanziamenti stranieri è più di facciata che reale, tenendo conto che gli sceicchi sauditi e qatarioti di certo non utilizzano più da diversi mesi i canali tradizionali delle banche per far arrivare denaro...
da quando IS ha morso la mano dell'arabia saudita, da lì dindi ne vedono ben pochi... E da quando IS e Assad hanno smesso di farsi la guerra dura e cruda anche il qatar ha chiuso i rubinetti
Alludevo non ai governi, ma a fonti private (ricordo un articolo in merito, se lo trovo posto il link). S'intende che il tutto è un po' speculazione... non credo sia facilissimo tracciare in maniera seria le fonti di finanziamento di una bestia come l'isis.
Sensazione mia: se l'ISIS avesse veramente voluto i soldi avrebbe chiesto una cifra abbordabile, avrebbe mercanteggiato, minacciato e tirato sul prezzo. L'ISIS invece ha sparato una cifra volutamente enorme (esattamente pari all'aiuto dato dal Giappone a tutti i paesi che circondano il califfato) posto un termine temporale vicino e quindi ucciso uno degli ostaggi, ora infatti ha fatto completamente decadere il discorso denaro ed è passato a volere solo la liberazione di una terrorista prigioniera in Giordania.
Non penso che l'ISIL ragioni in ottica economicistica. Bastano esempi come l'Afghanistan per capire che anche con poche risorse si può tenere testa all'intero esercito americano-euro-atlantista. Poi ovviamente anche quelle poche risorse sono necessarie (e qui intervengono qatarioti e sauditi oltre che ruberie ed estorsioni in loco).
Non credo che l'ISIS faccia vestire così le sue soldatesse, non penso nemmeno che abbia delle soldatesse. Comunque dai tratti del viso non mi sembra lei, ha gli zigomi pronunciati, le labbra sottili e il naso "a triangolo morbido" tipici del Caucaso, che sia armena-georgiana-azera?
Pare che faccia parte delle milizie curde. È vero che gli scontri a Kobane sono finiti con la vittoria curda?
Sono in rotta già dalla proclamazione del Califfato, che già di per sé mette in discussione la leadership saudita nel Mondo arabo.
dici questo? http://www.telegraph.co.uk/news/wor...-in-attack-on-border-with-Isil-held-Iraq.html da novembre, causa lo stallo e il tentativo di curdi e milizie scite di occupare posizioni da cui lanciare un offensiva su larga scala, l' ISIS per riprendere l' iniziativa stà internazionalizzando lo scontro. A fine novembre hanno proclamato 5 wilayats (governatorati) Libia,Algeria,Marocco, Yemen e Arabia Saudita. L' Arabia Saudita è la nazione di provenienza del 50% dei volonatari stranieri, ha una forte minoranza scita, stanziata prevalentemente nella regione di Ghawar (il giacimento principale), contro cui ci sono stati un paio di attentati, ed è il naturale obbiettivo strategico per uno "stato" che ha bisogno di una capitale: Medina o La Mecca. il fatto che siano riusciti ad arrivare al comandante dei reparti sauditi schierati a guardia del "muro" di confine è per l' AS preoccupante: vuol dire che qualcuno gli passa informazioni e che forse, come in Irak il 30% dell' esercito si è arreso senza combattere o è passato dall' altra parte, anche sulla fedeltà dell' esercito saudita non c'è da stare tranquilli. i recenti avvenimenti in Yemen, come in AS, sono una replica della strategia usata in Irak: attacchi gli sciti o i loro luoghi sacri provocandone la reazione, la reazione scita spaventa i sunniti moderati, che corrono a cercare protezione dall' ISIS, dimenticandosi che era stata l' ISIS a creare la situazione. l' attacco a Parigi è una variante di questo schema: il problema dell' ISIS non è il denaro, ma il reclutamento e il mantemere l' iniziativa strategica, se non puo riprendere l' iniziativa tattica
il petrolio a 40 non è un gran danno per l' ISIS: è un danno per la coalizione anti-isis: la favoletta della ripresa USA è basata tutta sul settore gas e petrolio, shale oil in particolare: ci sono forti dubbi che fosse in attivo a 100 a 40 sono alla disperazione (40% di nuovi progetti in meno è già due fallimenti da dicembre). L' UK: BP,Shell ecc migliaia di dipendenti tagliati nel mare del nord nei mesi scorsi, cancellati investimenti per 630 milioni di sterline (la sola BP), Arabia,Quatar,EAU, kuwait: hanno bisogno di incassare a 100 per tenere in piedi il loro stato sociale (hanno incamerato riserve per due o tre anni pare nel periodo prezzi alti ma..) Iraq: le sue entrate vengono tutte da li
In effetti le 2 grassone ci sono costate solo 12 milioni. A questo punto vorrei sapere come cazzo è deciso il listino prezzi.
