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ITALIA 1933 - AAR

Discussione in 'Darkest Hour' iniziata da alberto90, 25 Giugno 2015.

  1. alberto90

    alberto90

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    ITALIA 1933
    In bilico tra i giganti

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    1933
    L' inizio del riamo italiano
    Roma, 4 marzo 1933

    Caro Grazioli, considerando che la Germania ha ripreso il riarmo nonostante il divieto imposto dal Trattato di Versailles e in spregio agli articoli stilati dalle potenze vincitrici della Grande Guerra, ritengo che, in quanto potenza vincitrice, anche noi siamo autorizzati implicitamente a riprendere il riarmo delle nostre forze armate.
    Gli ultimi dati, stilati la settimana scorsa da Pariani, hanno riportato in 562.345 il numero di uomini attivi sotto le armi. Ma gli stessi dati evidenziano come i ranghi delle divisioni siano ridotti al minimo e in alcuni casi persino al di sotto del minimo. Ora, in quanto Capo di Stato Maggiore, affido a lei il compito di portare a pieno regime le divisioni del nostro esercito nel minor tempo possibile e, sopratutto, evitando che la cosa venga a conoscenza degli ambasciatori francesi e inglesi.

    Ma se siamo in pace, perchè spendere pubblico denaro per portare le divisioni a pieno regime rischiando oltretutto di indisporre gli Anglo-francesi? Per fare un dispetto ad Hitler e alla sua violazione del trattato di pace? D' accordo, noi non abbiamo firmato alcuna clausola che ci vieta di tenere l' esercito sempre pronto e a pieni ranghi, ma considerando il periodo di pace che l' Europa sta vivendo mi chiedo se sia davvero una buona idea cominciare una gara al riarmo con la Germania.
    Oltretutto, devo essere onesto, Hitler non mi piace per niente, anzi. Arriva dal nulla e adesso è Cancelliere della Repubblica, con pieni poteri e con intenti tutt'altro che pacifici.
    In ogni caso, quello del Duce è un ordine, sebbene espresso con cortesia, e il mio dovere di ministro del regno e di fascista è quello di obbedire agli ordini anche se non li approvo.
    Tra pochi giorni tutti i cittadini maschi in età da addestramento saranno richiamati alle armi e inseriti nei ranghi. Prevedo nel giro di qualche mese di portare a pieni ranghi l' esercito regio.

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    26 giugno 1933

    Questa mattina Pariani mi ha informato che le divisioni dell' esercito sono tutte al completo. Ora il Regno dispone di 692.870 uomini perfettamente addestrati e armati pronti per ogni evenienza.
    Il Duce, che si è congratulato per l' ottimo lavoro svolto sia da me che da Pariani, ha incaricato il Ministro degli Affari Esteri, il conte Ciano, di comunicare alle ambasciate di Francia e Gran Bretagna che l' Italia ha portato il suo esercito a pieni ranghi assicurando tuttavia che la cosa non ha scopi aggressivi nei confronti dei loro governi.
    Personalmente, considerando quanto inglesi e francesi temano il riarmo tedesco e sopratutto valutando le loro forze con le nostre, ritengo che a Parigi e Londra la notizia del nostro riarmo non susciterà grandi preoccupazioni. Sappiamo che la Francia può schierare già ora almeno 200.000 uomini più di noi, dunque avrà da passarne di acqua sotto ai ponti prima che l' esercito italiano possa incutere timore a Parigi.
    In ogni caso il Duce esige che a partire da quest' anno siano arruolate un minimo di 6 nuove divisioni all' anno. Pretende di poter disporre di un milione di uomini entro il 1940.
    Mi sono permesso di far notare al Duce che tenere quasi 700.000 uomini in armi in una nazione come la nostra, priva di grandi risorse prime e non particolarmente ricca di fabbriche, è un impegno gravoso, sopratutto considerando che le colonie sono difese da nemmeno un sesto degli effettivi. Si, perchè mentre in Italia sono acquartierati quasi 500.000 uomini, in Eritrea, Somalia, Cirenaica e Tripolitania ve ne sono poco più di 100.000 e quasi sempre in condizioni proibitive.
    Eppure il Duce è stato categorico. Una nazione come la nostra non può - a suo dire - permettersi il lusso di lasciare l' esercito a mezzo regime. Nemmeno fossimo la prima potenza mondiale, dico io.

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    30 agosto 1933

    La regia marina conta ora tra le sue fila tre nuove navi. Il Duce è andato personalmente a vararle nel porto di Genova la settimana scorsa.
    La Regia Nave da Guerra Bolzano diventerà l' ammiraglia della Squadra navale di stanza nell' Egeo mentre i due incrociatori leggeri, le gemelle RN Armando Diaz e RN Luigi Cadorna andranno a potenziare la difesa navale dell' Africa Orientale Italiana. Non sarà la Royal Navy, ma la nostra flotta da guerra credo potrà farsi onore quando sarà il momento. Naturalmente a patto che si scontri con flotte di assai minore tonnellaggio ed esperienza, è ovvio.

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    Per fortuna il Canale di Suez è aperto alle nostre navi, perchè altrimenti le divisioni di stanza in Eritrea e Somalia sarebbero isolate più di quanto non siano ora, esposte oltretutto a possibili attacchi degli etiopi. Forse dovremmo inviare laggiù un pò di rinforzi, chissà che prima o poi non servano ....

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  2. Djmitri

    Djmitri

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    Vediamo un po come va con Darkest Hour...:cool:

    Ti seguo :approved:
     
  3. alberto90

    alberto90

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    Eh ... vedremo XDD
     
  4. Carlos V

    Carlos V

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    Seguirò il tuo primo AAR su DH. Trasforma l'Italia in una grande potenza! :)
     
  5. alberto90

    alberto90

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    Eh .. sono sulla buona strada. Stasera vedrete.
     
  6. alberto90

    alberto90

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    1934 - 1935
    Uomini alle armi
    Roma, 10 aprile 1934

    Due giorni fa ho dato ordine di arruolare sei nuove divisioni, come chiesto dal Duce. Tre saranno di fanteria semplice mentre altre tre saranno di cavalleria. Può sembrare strano, arruolare cavalieri quando tutto il mondo ormai costruisce carri armati, ma in effetti non è strano affatto. I cavalieri sono rapidi, efficienti e sopratutto non richiedono petrolio per il mantenimento, ma solo di fieno. Non abbiamo forse grandi riserve di fieno in tutte le stalle del regno???
    In ogni caso questo è solo il primo passo. Il Duce è stato categorico in questo: l' Italia deve diventare una nazione degna del suo nome e solo l' esercito può garantire tale fama. Maggiore sarà il numero di uomini alle armi tanto più grande sarà la fama che l' Italia potrà raggiungere.

    Entro il mese di dicembre di quest' anno avremo più o meno 700.000 uomini sotto le armi ed entro il dicembre del prossimo anno dovremmo raggiungere gli 850.000.

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    Roma, 30 dicembre 1935

    Come avevo previsto l' arruolamento e l' addestramento procedono spediti. Il giorno di Natale siamo arrivati a 851.760 uomini sotto le armi e il programma è di arrivare a 930.000 entro il febbraio del 1937.
    Inoltre abbiamo saputo che l' Albania, che tramite trattati e " pressioni diplomatiche " controlliamo per quanto riguarda politica estera e forze armate, ha arruolato la sua prima divisione, 12.000 uomini in tutto.
    Non potrà esserci utile in caso di guerra, ma in ogni caso sono pur sempre uomini in più. Il Duce ha inviato Ciano a Tirana per offrire a re Zog del denaro per portare l' esercito albanese a 5 divisioni, più o meno 60.000 uomini. Ma onestamente credo che Zog rifiuterà. Il fatto di essere " protetto " da noi gli da abbastanza tranquillità senza dover pagare un esercito che probabilmente non farebbe comunque la differenza.

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  7. ronnybonny

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    Non ha molto senso controllare l'Albania, tanto nel '38 l'annetto senza problemi. A meno che tu non abbia intenzione di attaccare la Germania prima del '38 ;)
     
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  8. Carlos V

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    Regalare del denaro all'Albania è un investimento a fondo perduto. L'Albania userà quei soldi non per produrre nuove divisioni, ma per comprare sul mercato internazionale qualche risorsa strategica (carbone, probabilmente). Tanto nel 1939 potrai annetterla tramite evento e, se comunque scoppierà la guerra, sarà molto semplice conquistarla.
    Hai già giocato tre anni; per curiosità, su cosa stai indirizzando la ricerca tecnologica?
    Fanteria? Mezzi corazzati? Intendi prima o poi lavorare sulla bomba atomica?
     
  9. alberto90

    alberto90

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    Ma infatti non ho mai dato soldi all' Albania. L'ho solo romanzata la cosa ....
    Comunque sto investendo su tutto. Aviazione, fanteria, corazzati, marina ... Più avanti si.
     
  10. alberto90

    alberto90

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    1936
    La crisi spagnola e l' intervento italiano
    Roma, 18 luglio 1936

    La Spagna è in fiamme. Alle elezioni della primavera scorsa i socialisti hanno ottenuto la maggioranza e quindi il governo, ma la minoranza nazionalista, denunciando brogli elettorali, ha rifiutato di riconoscere la validità delle elezioni ed ora, dopo mesi di tensioni crescenti, ha deciso di rovesciare il governo con le armi.
    Ieri è scoppiata la guerra civile.
    Il Duce, che politicamente è più vicino ai nazionalisti pur sapendo che il governo spagnolo è legittimo, ha convocato per questa mattina una riunione privata per decidere cosa fare.
    Dopo un' accesa discussione abbiamo convenuto all' unanimità che per ora non faremo niente, se riceveremo dai nazionalisti richieste di sostegno il Duce è propenso ad accettarle mentre è deciso a rifiutare ogni richiesta dei socialisti.
    Il futuro si prospetta alquanto incerto ....

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    Roma, 20 luglio 1936

    Ciano ha ricevuto una richiesta formale di sostegno da parte del governo nazionalista insediato a Burgos. Il Duce ha incaricato il conte di comunicare al Ministro degli Esteri nazionalista Bonastre la disponibilità dell' Italia ad inviare rifornimenti, munizioni e volontari per sostenere la loro causa.
    Tra qualche giorno partirà il primo convoglio di aiuti.

    Roma, 21 luglio 1936

    Ieri mattina il governo di Burgos ha messo a disposizione del nostro governo l' intero esercito nazionalista e il suo controllo militare. Il Duce mi ha quindi ordinato di partire per Burgos oggi stesso e prendere il controllo delle truppe nazionaliste al fine di condurle alla vittoria e fare della Spagna una nazione amica dell' Italia.

    Burgos, 23 luglio 1936

    Il mo arrivo a Burgos è stato salutato con grandi festeggiamenti e ieri sera, grazie anche ai nostri volontari, i nazionalisti hanno ottenuto la prima vittoria militare sui repubblicani a Santander. Al prezzo di 44 uomini e una dozzina di cavalli sono riusciti a liberare la via della città.
    E questo pomeriggio un' altra vittoria brillante è stata ottenuta presso Bilbao. Le perdite al momento non sono altissime, ma gli attacchi aerei dei repubblicani sembrano intenzionati a dare del filo da torcere alle difese nazionaliste e ai civili.

    Burgos, 30 luglio 1936

    Oggi non è una buona giornata. Abbiamo preso Bilbao, ma in compenso arrivano notizie di una pesante sconfitta a Cordoba dove sembra che i repubblicani siano in procinto di occupare la città.

    Burgos, 2 agosto 1936

    Le cose non si mettono bene. Se nel nord i nazionalisti stanno ottenendo qualche vittoria, a sud i repubblicani hanno ormai accerchiato Cordoba e ieri hanno costretto la guarnigione di Lerida ad una fuoriuscita disperata. Ovviamente l' azione è finita con la vittoria repubblicana. E quello che è peggio è che stiamo per perdere anche Tarragona, che protegge Barcellona dal meridione. Sembra che l' offensiva repubblicana in Catalogna sia iniziata alla grande. Il Duce non è per niente contento del modo di combattere dei nazionalisti ed in effetti trovo che siano troppo svogliati e poco propensi ai sacrifici della vita da campo.

    upload_2015-6-25_21-51-7.png upload_2015-6-25_21-51-51.png upload_2015-6-25_21-52-34.png
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    Burgos, 4 agosto 1936

    L' altro ieri i nazionalisti hanno vinto a Segovia, la cui conquista potrebbe aprire la via per Madrid, ma purtroppo ieri i repubblicani hanno costretto alla ritirata colonne nazionaliste vicino a Plasencia, e se la città cade c'è il rischio che sia Caceres che Salamanca cadano nelle mani dei repubblicani. Il che ovviamente vanificherebbe l' eventuale presa di Madrid.

    Barcellona, 15 agosto 1936

    In questi dieci giorni sono accadute molte cose. E' caduta nelle mani nazionaliste anche Santander e colonne di volontari stanno marciando su Oviedo, ma purtroppo abbiamo perso sia Plasencia che Tarragona. Ora Barcellona è isolata e siccome anche Burgos corre dei rischi, il Duce mi ha ordinato di spostare il mio quartier generale a Palma di Maiorca, sotto la protezione di una squadra navale italiana.
    L' altro ieri anche Badajoz è stata abbandonata dai nazionalisti, dopo la sconfitta inferta loro da colonne repubblicane provenienti da Cordoba.
    Tuttavia ieri i nazionalisti hanno costretto la guarnigione di Pamplona a ritirarsi dalla città, che ora è pronta per essere presa. La sua conquista permetterebbe di riaprire la via tra Huesca, attualmente isolata, e Bilbao. Se riusciranno a prendere anche Lerida prima che i repubblicani attacchino Barcellona, potranno portare rifornimenti e rinforzi alla capitale della Catalogna.

    Palma di Maiorca, 21 agosto 1936

    Le cose si mettono sempre peggio. Per 4 giorni i repubblicani hanno bombardato dal cielo Barcellona causando molte perdite sia tra civili che tra i militari. Ormai l' attacco via terra è imminente e nessuno nutre più alcuna speranza di salvare la città. E ieri abbiamo perso anche Murcia, l' unica base rimasta ai nazionalisti nel sud della Spagna. Una volta caduta Barcellona le nostre navi da trasporto non avranno più un porto dove scaricare i rifornimenti. Attraversare lo Stretto di Gibilterra è rischioso, benchè i nazionalisti controllino la sponda meridionale del bracco di mare. E' stato dunque deciso che da questo momento in poi l' Italia non invierà più rifornimenti ne munizioni per via navale. Partirà un solo volo a settimana che paracaduterà un pò di aiuti su una pista vicino a La Coruna.

    Palma di Maiorca, 15 settembre 1936

    Le perdite si fanno importanti ma i vantaggi non si vedono. Anzi. Abbiamo perso Huesca mentre Segovia continua a resistere nonostante sia ormai priva di difensori.
    Tre giorni fa il temuto attacco a Barcellona si è concluso con il massacro della guarnigione e la caduta della città nelle mani dei repubblicani.
    La situazione si fa seria e il Duce sembra ormai propenso ad abbandonare al loro destino i nazionalisti, visto che a quanto pare non sembrano in grado di vincere. A giorni dovrei ricevere notizie da Roma in merito a ciò ...

    Palma di Maiorca, 15 ottobre 1936

    Tra due giorni partirò per tornare a Roma. Il Duce ha preso la sua decisione. Nel frattempo però, mentre a Roma si discuteva, qui in Spagna i nazionalisti sono riusciti a riconquistare Huesca e a prendere Oviedo e Lerida. Ma l' attacco per riprendere Barcellona è stato sconsigliato dal Duce in persona e quindi l' offensiva si è arrestata proprio mentre sembrava destinata al successo.
    In ogni caso, il 10 ottobre scorso i nazionalisti hanno tentanto l' attacco a Madri e ovviamente hanno perso con gravi perdite. E' stata la sconfitta di Madrid a convincere il Duce a lasciar perdere la Spagna e la sua guerra civile.

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    Roma, 30 ottobre 1936

    Sono tornato a Roma da meno di due settimane e in Spagna la situazione è precipitata. Pur avendo ottenuto una bella vittoria a Plasencia una settimana fa, i nazionalisti non sono stati in grado di entrare in città. E c'è di peggio: i repubblicani, con un' offensiva rapida e indolore hanno ripreso Soria, Pamplona, Bilbao e hanno catturato anche Burgos, senza trovare praticamente opposizione da parte dei nazionalisti. Ora Huesca e Lerida sono nuovamente isolate e i repubblicani sono ormai prossimi a conquistarle, visto che due giorni fa i nazionalisti si sono fatti battere proprio davanti a Lerida mentre altre colonne hanno fallito l' attacco a Saragozza.
    Ma orma la cosa non ci riguarda più. A partire dalla mezzanotte di oggi l' Italia ha abbandonato il controllo militare dell' esercito nazionalista e, conseguentemente, il governo nazionalista al proprio destino.

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  11. Daniel Morrison

    Daniel Morrison

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    Non mi dire che la Spagna resterà democratica :wall:
     
  12. ronnybonny

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    Sei riuscito a perdere la guerra civile spagnola? [emoji23] Ma sei alleato dei Nazionalisti?
     
  13. mattia I visconti

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  14. alberto90

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    Calma ragazzi ... la guerra l'ho persa apposta. Presto vedrete.
     
  15. ronnybonny

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    Saresti un bravo politico :D:D:D
     
  16. mattia I visconti

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    Guerrescommesse. Aveva puntato sulla Spagna Repubblicana, e quindi ha fatto perdere apposta la guerra nazionalista.
     
  17. alberto90

    alberto90

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    La vendetta del Duce
    Roma, 20 marzo 1937

    Alla fine dello scorso mese di febbraio il nostro esercito ha raggiunto le 931.860 unità. Ora possiamo dire di essere una discreta potenza militare. Il Duce spinge perchè si raggiunga al più presto il milione di uomini sotto le armi e io ho già dato l' ordine di arruolare altre 6 divisioni. Le tre di fanteria saranno pronte entro l' anno, quelle di cavalleria saranno disponibili all' inizio dell' anno venturo.
    Ho calcolato che in tal modo dovremmo poter disporre, tra un anno esatto, di un milione e qualche migliaio di uomini pronti a servire il re, la patria e il Duce.

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    Roma, 5 aprile 1937

    Le ultime settimane sono state molto intense. Il Duce, che non ha perdonato ai nazionalisti spagnoli il loro poco impegno nel corso della guerra, è deciso a punire il loro governo dando a quegli uomini una dimostrazione di forza di tale potenza da lasciare senza parole non solo gli spagnoli, ma l' intera Europa.
    Per questo mi ha ordinato di stilare un abbozzo di operazione militare che richieda il minor numero possibile di perdite ma il maggior numero possibile di uomini. Ho lavorato sodo in questi giorni e ormai il piano è quasi pronto, aspetto solo che il Gran Consiglio al completo lo esamini e lo approvi prima di metterne a conoscenza le gerarchie militari. Presto il Mondo intero comincerà a guardarci con occhi diversi e la Germania si renderà conto che noi non temiamo nulla e nessuno.

    Napoli, 25 aprile 1937

    Una settimana fa il mio piano militare è stato approvato all' unanimità dal Gran Consiglio e tra cinque giorni avrà inizio l' Operazione Vendetta. Grazie al contributo della Regia Marina avremo il controllo del Mediterraneo occidentale e la penisola non correrà rischi.
    Alcune squadre navali sono già in navigazione verso le Baleari e Gibilterra, i nostri sottomarini già schierati in formazione di combattimento a largo di Cadice e i trasporti navali, qui nel porto di Napoli, sono pronti per accogliere le prime divisioni italiane che avranno il compito di aprire la strada al resto dell' esercito.
    Sarà la prima vera grande operazione militare italiana dai tempi della Grande Guerra, ci auguriamo tutti che abbia un successo ancora maggiore.

    Napoli, 1 maggio 1937, ore 4 antelucane

    I trasporti navali sono salpati un' ora fa, direzione Barcellona. Nello stesso momento il nostro ambasciatore presso il governo repubblicano di Madrid ha consegnato al capo del governo spagnolo la dichiarazione formale di guerra.
    La strategia del Duce è chiara: punire i nazionalisti distruggendo i repubblicani, senza lasciare che i nazionalisti possano gloriarsi della vittoria.

    upload_2015-6-27_19-43-53.png
    Troppo impegnato a coordinare, ordinare, visitare divisioni al fronte e assistere a scontri armati, il Capo di Stato Maggiore Grazioli cessa di riportare sul suo diario gli avvenimenti della guerra con la Spagna.
    Ecco dunque un breve riassunto schematizzato del conflitto:

    7 maggio: A largo del porto di Barcellona una squadra navale italiana affonda dopo un breve combattimento 8 cacciatorpediniere repubblicane al presso di soli 20 marinai italiani.
    8 maggio: Alle 2 del mattino 5 divisioni italiane sbarcano senza trovare resistenza a Barcellona e issano il tricolore sulla collina della Montjuic prendendo possesso della capitale della Catalogna.
    21 maggio: A poche miglia nautiche a largo di Tarragona la flotta italiana affonda l' incrociatore leggero repubblicano Miguel de Cervantes e altri due cacciatorpedinieri. Le vittime spagnole sono oltre 700 mentre gli italiani non subiscono perdite.
    22 maggio: dopo aver catturato senza combattere Tarragona e Gerona e ricevuto dall' Italia altre tre divisioni di rinforzo, gli italiani avanzano verso Lerida, difesa da tre divisioni repubblicane fatte giungere dal fronte in Galizia. Dopo due giorni di combattimenti gli spagnoli sono costretti a ritirarsi verso occidente dopo aver perso 1500 uomini. Gli italiani lasciano sul campo poco più di 200 uomini.
    9 giugno: Continuano ad affluire rinforzi via mare. Ora gli italiani schierano in una Catalogna completamente occupata 17 divisioni al completo. Gli spagnoli faticano a gestire i due fronti ( orientale e occidentale ) e in molti punti del fronte gli italiani non trovano nessuno a sbarrare loro la strada.
    16 giugno: Con 23 divisioni complete schierate, gli italiani lanciano la grande offensiva per sfondare la linea della Catalogna. Tredici divisioni marciano su Huesca, difesa da 8 divisioni spagnole, 7 avanzano su Saragozza spazzando via le 4 divisioni spagnole schierate in difesa della città. Le ultime tre superano l' Ebro e marciano senza trovare ostacoli su Castellon de la Plana.
    7 luglio: Occupate senza troppa fatica Huesca, Saragozza e Castellon ( lasciando sul campo meno di 3.500 morti ) gli italiani ricevono altre 5 divisioni di rinforzo. Nella notte tra il 6 e il 7 un' altro cacciatorpediniere spagnolo viene affondato nel Mare di Catalogna, portandosi dietro quasi 800 uomini dell' equipaggio.
    Nelle prime ore del mattino le 8 divisioni di stanza a Castellon scatenano l' attacco su Valencia e Teruel. Solo Valencia è difesa da quattro divisioni, che sono spazzate via senza problemi.
    13 luglio: 5 trasporti spagnoli sono distrutti nel porto di Valencia subito dopo la presa della città da parte degli italiani.
    16 luglio: 20 divisioni italiane avanzano su Pamplona e Soria ( la prima difesa da 8 divisioni, la seconda da 2 ) facendosi strada senza grandi perdite tra le fila spagnole.
    27 luglio: Cadute Pamplona e Soria gli italiani procedono nell' offensiva puntando verso Bilbao, difesa da sole tre divisioni spagnole. La caduta della capitale dei Paesi Baschi è scontata.
    Contemporaneamente, a sud, altre sei divisioni italiane marciano congiuntamente su Guadalajara, difesa da tre divisioni spagnole.
    12 agosto: Gli italiani assaltano le difese ( scarse ) di Santander e le espugnano facendo oltre 2.200 morti tra gli spagnoli e perdendo meno di 900 uomini.
    Nei giorni successivi, raggiunto il fronte nazionalista in Galizia, gli italiani iniziano la marcia verso sud, occupano Burgos e puntano su Segovia, decisi ad isolare Madrid quanto prima.
    29 agosto: Dopo una terribile battaglia alle porte della città, costata oltre 7.000 morti agli spagnoli e quasi 6.500 agli italiani, Segovia è presa da questi ultimi.
    14 settembre: Tre divisioni italiane avanzano su Salamanca, priva di difese, per impedire ai nazionalisti di espandersi oltre la Galizia.
    18 settembre: Otto divisioni italiane sbaragliano 6 divisioni spagnole ad Albacete e si apprestano ad entrare in città, mentre altri reparti puntano su Murcia, occupata da bande di ribelli.
    23 settembre: L' offensiva italiana procede con la sconfitta inferta agli spagnoli presso Plasencia. La città è presto in mano ai fascisti italiani con perdite minime.
    1 ottobre: La marcia su Madrid da est giunge a Tarancon. Gli spagnoli a guardia della città sono sconfitti e costretti alla ritirata dopo aver perso 3.500 uomini. Gli italiani lasciano sul campo 1.230 soldati.
    6 ottobre: Finalmente 18 divisioni italiane attaccano da nord-est e nord-ovest le difese di Madrid, difesa da sole 7 divisioni spagnole.
    La battaglia è feroce e costa oltre 10.000 morti agli spagnoli mentre gli italiani perdono 3.500 uomini.
    11 ottobre: Alle dieci del mattino Madrid è in mano italiana. La sconfitta della Spagna repubblicana si approssima sempre di più.
    15 ottobre: I difensori di Toledo sono spazzati via dall' attacco tremendo di 18 divisioni italiane. 3.500 morti per gli spagnoli e 2.500 per gli italiani.
    25 ottobre: A mezzanotte scatta la grande offensiva d' autunno, prime vittime sono Caceres, Badajoz e Ciudad Real, difese complessivamente da 9 divisioni spagnole. Gli italiani, forti di 43 divisioni, fanno scempio dei difensori e in breve occupano le tre città.
    Nel mese di novembre il Duce ordina una breve tregua, per dare modo ai rifornimenti e ai rinforzi di raggiungere le prime linee, unico fatto d' armi la presa di Murcia il 12 novembre.
    1 dicembre: Nel mare di Alboran l' incrociatore spagnolo Canarias è affondato dalla squadra di sottomarini italiani appostati nello Stretto di Gibilterra. Gli spagnoli perdono oltre 1.100 uomini dell' equipaggio.
    Mentre gli italiani si preparano a sferrare l' offensiva finale, i nazionalisti spagnoli, rimasti per oltre un anno isolati a Tangeri e Nador, riescono a sbarcare alcune divisioni a Cadice e Malaga, occupando le due città.
    3 dicembre: Gli italiani scatenano l' attacco a Huelva e Cordoba. Gli spagnoli, che hanno lo stesso numero di divisioni, sono però demoralizzati e indeboliti e non riescono a bloccare l' assalto.
    Contemporaneamente anche Almeria è attaccata.
    14 dicembre: La seconda battaglia di Cordoba costa agli spagnoli 4.600 uomini e 3.500 italiani. La città cade comunque poco dopo sottraendo ai repubblicani l' ultima città in grado di essere capitale.
    17 dicembre: 5.700 spagnoli lasciano la vita nella difesa, inutile, di Granada. Gli italiani, perdendo poco più di 2.000 uomini, entrano in città prima di Natale.
    26 dicembre: Dopo una settimana di trattative il governo repubblicano spagnolo si arrende, accetta la sconfitta militare e l' annessione del proprio territorio al regno d' Italia. I nazionalisti ottengono la Galizia, Cadice, Malaga, gli arcipelaghi e le colonie.
    La guerra è finta.

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  18. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Con quel tanto potevi aspettare la vittoria dei repubblicani per prendere tutta la Spagna... e a che ti serve la cavalleria con l'artiglieria?
     
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  19. Daniel Morrison

    Daniel Morrison

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    Artiglieria ippotrainata :D
     
  20. Carlos V

    Carlos V

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    Dovresti togliere le brigate di artiglieria dalla cavalleria e rischierarle presso le divisioni di fanteria.
    Ricorda che una divisione marcia alla velocità della sua unità più lenta, perciò anche se disponi di cavalli, non potrai sfruttare la loro velocità, perché questi dovranno necessariamente adeguarsi al passo dei pezzi d'artiglieria, che è molto più lento.
    Io abbinerei la cavalleria (comunque da sostituire con dei carri armati il prima possibile) all'artiglieria semovente, ma credo che sia un po' presto per il livello tecnologico dell'epoca.
     
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