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Il mondo dei beati beoti

Discussione in 'Off Topic' iniziata da StarUGO, 17 Luglio 2014.

Status Discussione:
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  1. StarUGO

    StarUGO

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    Il maestro ( ? ) lo hai visto anche un paio di mesi fa,ma non ti sei preoccupato del peso forma.
    Questa volta si,ma perche' c'era anche la maestra ? :D
    Immagino che adesso tu stia smaltendo il GIGA burger che ti sei magnato sul tapis roulant :lol:
     
  2. Lirio

    Lirio

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    Veramente no.
    Mi stavo interrogando del comportamento bizzarro dell uomo medio al casello autostradale.
     
  3. StarUGO

    StarUGO

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    :ROFLMAO:
    Il comportamento dell'uomo medio al casello autostradale solitamente attira il mio dito medio.
     
  4. Lirio

    Lirio

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    Veramente, riflettevo sulle tue sagge considerazioni.
    Diciamo che l'uomo medio di solito ha il senso dell'ineluttabilita delle cose, del divenire, delle conseguenze.
    L'uomo evoluto probabilmente si chiede cosa succede se sposto un pedone agli scacchi, e calcola quattro mosse avanti.
    Non dico questo, no, io mi interrogo sulla sindrome da rimbambimento del casello autostradale.
    Voi direte, parli bene tu che ti pianti e non prendi il biglietto.
    Beh, avete ragione, ma può succedere.
    Per il resto, io stimo di metterci non più di venti secondi a pagare a un casello.
    Se non ho il telepass, sono conscio di dover tirar fuori le monete, o la via card luna qualsiasi carta di credito.
    Tempo di pagamento? Dai, se sono rincoglionito a fiamma, come diceva il mio amico toscano, o meglio fiorentino per non offendere cohimbra, venti secondi.
    Infili il biglietto, infili la carta, ritiri la carta, premi su acceleratore e ti schiodi dalle palle.
    Venti secondi.
    I più virtuosi, diciamo quindici.
    E poi, finisci nella coda dell'uomo medio, o peggio ancora, non oso pensarci, della donna media.
    Prendiamo il caso tipo.
    La donna media, per esempio, sa che se va dal verduriere dopo aver comprato le pesche deve tirar fuori il portafoglio.
    Non necessita la cosa di cartelli, ne si spiegazioni, e nemmeno di congruo preavviso.
    Dicevo, l'uomo, il genere umano conosce il senso dell'ineluttabilita delle cose.
    Non puoi uscire dal negozio del fruttivendolo senza pagare, quindi al momento di andare all'uscita hai in mano il portafoglio.
    Al casello no.
    Prima di tutto, lo vedi con tre anni di anticipo, l'uomo medio, che è' la versione meno grave della donna media.
    Ma prendiamo quest'ultima.
    La vedi rallentare ai due all'ora, prima della sbarra.
    Ci mette quattro minuti a percorrere gli ultimi sei metri, che manco l'atterraggio della sonda su Marte era così delicata.
    E tu, da dietro, ti chiedi per quale legge della sfiga, contro ogni statistica, su sei piste libere abbia scelto di finire in coda dietro a lei.
    Lo sai già cosa ti aspetta.
    Lo avvertì come il temporale, lo senti nelle ossa, diventi un sensitivo.
    E infatti si verifica.
    Lei parla tranquillamente con la sua amica, probabilmente dell'ultimo numero di donna moderna.
    Se e' da sola, non importa, parla da sola dell'ultimo numero di donna moderna.
    Poi, guarda con un certo stupore il messaggio che le chiede di pagare sei euro e quaranta centesimi.
    Ah, ma bisogna pagare?
    Leggi il suo stupore sul suo viso, la immagini stranita di fronte a cotanta meraviglia.
    No, bella mia, in Italia non è gratis, per uscire ci sono dei punti detti caselli in cui, come nel medio evo, si deve pagare dazio.
    In effetti, sono circa milledeucento anni che succede, e si suppone che lo sappiano tutti, perfino tu.
    Mentre hai questi pensieri, la signora in questione, con la flemma di un giardiniere di un palazzo reale inglese che toglie un filo d'erba troppo lungo di due millimetri nel giardino, cerca nella borsa.
    Notoriamente, le borse delle signore sono una pallida imitazione dei buchi neri, in cui tutta la materia dell'universo scompare.
    Ne ho visto una in cui era scomparsa una cazzuola di muratore, quattro piastrelle e una betoniera.
    Dopo un po', e sono già passati almeno due minuti e mezzo, trova con l'entusiasmo di un cercatore d'oro in un torrente del klondike che ha appena estratto una pepita d'oro, il suo portafoglio, o meglio il borsello delle monete.
    Il borsello delle monete di una signora, come tutti sappiamo, e' solo una versione in miniatura della borsetta.
    In esso può scomparire di tutto, l'unica differenza e' che non ci sta la betoniera.
    Quando trova le monete, dopo aver tolto dai chewingum masticati ai biglietti del teatro di sei anni prima, sono passati altri due minuti.
    Tu sei verde di rabbia, ma signorile non ti scomponi.
    A quel punto, inizia l'inserimento.
    Un neurochirurgo che opera nel lobo frontale sinistro sarebbe più attento nel muovere le mani, lei inserisce una moneta al mese, solo che le capita spesso il bisestile, e la moneta viene rispuntata fuori.
    Ah, perché i cinque centesimi non vanno bene? - si chiede con ingenuo stupore.
    La sullodata coglie infatti tale simpatica occasione per pensare di ripulire la versione in miniatura del buco nero di tutte le monetine di taglio inferiore ai venti centesimi.
    Voi capite che pagare sei euro e quaranta centesimi diventa un'impresa degna di nota.
    Esiste una versione cartacea della visione monetaria.
    Talvolta, la beata beota o il beato medio ritiene utile pagare in banconote.
    La signora, prendiamo sempre lei perché è' certamente la versione più deleteria, ritiene in tal caso utile sbarazzarsi delle banconote.
    Generalmente io non stiro le mie banconote, la sera, prima di mettere a nanna il portafoglio.
    Devo dire che nemmeno, del resto, le appallottolo, mi ci soffiò il naso, poi le appallottolo di nuovo e ci faccio piccole versioni di mappamondo tascabile.
    La signora si.
    Estrae questi agglomerati di mega caccole, li strofina un paio di volte sul volante, talvolta producendo inavvertitamente un suono che la fa sobbalzare, e poi tenta invano di piegarne le estremità per infilarle nello stretto pertugio che, a suo dire si intende, qualche pazzo ingegnere ha inventato per ospitare il prodotto della di lei creatività.
    La sua vena artistica si rivela presto troppo larga rispetto alla limitata fessura dell'ingegnere, sicché si inizia una dura lotta tra la banconota stirata sul volante senza appretto e la fessura.
    Di solito, la fessura vince di almeno tre tentativi a uno, e nel frattempo se ne vanno altri due minuti buoni.
    Naturalmente, la vittoria galvanizza la giocatrice, la quale ritiene di poter forzar la sorte, inserendo una seconda caccola più appallottolata della precedente, ma questa volta non premiata con pari bonaria tolleranza.
    Più o meno, dopo sei o sette minuti riesce a pagare, nel tempo cioè nel quale un agente di cambio alla borsa di Tokyo si è venduto mezza amazzonia.
    A quel punto, tu sospiri di sollievo, immaginando finita la tortura.
    No, perché inizia la fase di decompressione, come un subacqueo che sia andato troppo a fondo sa bene.
    Può restare un tempo indefinito in decompressione, immobile come il suddetto subacqueo a profondità di sicurezza, prima di innestare la prima.
    In tale frangente, potrà svolgere una serie di incombenze, quali stirare il resto, separare meticolosamente il resto monetario percepito, inserire le suddette componenti in separati scomparti del succitato Borsellino, e fare scomparire il suddetto nel buco nero di più ampia dimensione definito ironicamente con il diminutivo di borsetta, in modo da procurare con minor disturbo di energia una ulcera perforante al prossimo casello al malcapitato di turno in coda dietro di lei.
    Tempo cronometrato per pagare i sei euro e quaranta centesimi soli sei minuti e trenta, praticamente un rapporto di cambio scazzo secondi uno a uno.
    Ora, ma io mi chiedo.
    Non dico avere il telepass, che posso capire non è da tutti.
    Non dico la via card, che magari comprendo possa costituire una barriera all'ingresso di un certo riguardo.
    Non dico sapere che si può pagare con qualsivoglia tipologia di carta o bancomat, che del resto usi certamente dall'estetista sei volte al mese, con sicumera, senza che te lo spieghi nessuno e qui ci sono almeno otto cartelli che ti dicono che puoi farlo, volendo.
    Non dico tutto questo.
    Tuttavia, non credo sia necessario interpellare nostradamus per prevedere, entrando da un casello, che prima o poi si dovrà uscire pagando.
    Onde ragion per cui, non mi capacito di come dei bipedi umani in età di ragione, magari anche con apprezzabili risultati in altri campi della socialità, non si diano alcuna pena di considerare la remota ipotesi di diversi preparare a pagare, con un congruo anticipo.
    Del resto, e' cosa altresì risaputa che i caselli non appaiono all'improvviso come i banditi o i briganti sulla via del sale di un tempo.
    A contrario, sono di solito annunciati, se non con squilli di trombe e rullo di tamburi, comunque con altri sistemi di segnalazione invero non del tutto trascurabili.
    Peraltro, appare cosa sorprendente il fatto che la suddetta signora non si periti di estrarre il buco nero non dico sei ore prima, ma nemmeno durante i sei minuti durante i quali rimane in coda a parlare con la collega dell'ultimo numero di donna moderna, o a parlarne da sola, a seconda delle ipotesi di cui sopra.
    Nossignore, arriva a toccare praticamente la sbarra con il paramucche sul frontale della range rover, prima di scoprire, non senza un sano stupore, di dover mettere mano al portafoglio per uscire.
    Ma io dico, quella range rover, come la usate sul tuo pianeta in quelle strade dedicate ai mezzi su ruote?
    Sei certamente stata informata di una recente invenzione di nome autostrada, suppongo.
    E mentre ti poni tutte queste pacate a silenziose domande, la signora ingrana la marcia, e partendo alla velocità di due chilometri all'ora, riesce a darsi ancora un'ultima occhiata nello specchietto retrovisore, non per controllare che tu non abbia meditato di porre fine alla sua dolorosa esistenza, ma per verificare la messa in piega dei suoi capelli e la sbavatura del rossetto.
     
  5. Caronte

    Caronte

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    @Lirio : semplicemente hai fatto arrabbiare lo spirito-macchina dello smartphone. Come accade in Warhammer 40k. Il mio consiglio è di chiamare un Adeptus Mechanicus.
     
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  6. StarUGO

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    @Lirio , mi pare evidente che devo stare piu' attento quando parlo con te.....no,forse no,altrimenti poi non potrei leggere queste chicche.:lol:
     
  7. StarUGO

    StarUGO

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    Pensa se fosse arrivata al casello con lo smartphone in uso, @Lirio sarebbe ancora li....
     
  8. StarUGO

    StarUGO

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    Non e' un trattato di sociologia e non lo ha scritto chissa' quale eminente personalita',semplicemente e' l'editoriale di una "banale" rivista di moto,ma porca puttana,sottoscrivo ogni singola riga.

    DUERUOTE.jpg
     
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  9. GyJeX

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    ma ancora compri i giornali di carta ?? normale che sottoscrivi ogni singola righa... hai anche un evidenziatore giallo per caso ?
     
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  10. StarUGO

    StarUGO

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    E' una rivista di moto,guardo solo le figure di solito :D
     
  11. Lirio

    Lirio

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    Ah la vexata quaestio...

    Io lo sottoscrivo a metà, o meglio, parafrasando un grande detto calcistico, sono pienamente d'accordo a metà con il mister.
    Al di là della sottilissima vena nostalgica e morale dell'autore, due dimensioni pericolose, la prima perchè chi fa morale è pericoloso a prescindere dal contenuto, la seconda perchè la nostalgia è un sentimento dolcissimo e parimenti pericoloso, perchè ci fa vivere in una dimensione alla lunga infelice, preciso la metà su cui non concordo (ovviamente concordo sulle degenerazioni ed abuso del tablet ed altri orpelli informatici di cui abbiamo già riso insieme).

    Non sono d'accordo tuttavia sul fatto che siano due dimensioni antitetiche, come l'autore ci fa apparire.
    Sono invece due dimensioni complementari.
    Cerco di convincervi.
    Tornate indietro di trent'anni, se ne avete abbastanza per farlo.
    Arrivano nelle case degli esseri umani i computer. Per inciso, un presidente di una nota compagnia informatica, solo pochi anni prima, aveva detto: non riesco a immaginare una solo ragione per la quale un computer possa entrare nelle famiglie.
    I ragazzini di allora avevano giocato da bambini nei parchi, nel mondo bucolico che descrive l'autore, mangiando i biscotti del mulino bianco, che allora saranno stati non ricordo quali, forse i bucaneve?
    Grandissimi dibattiti degli psicologi,articoli non difformi da questo sulle riviste di moda, il politico di turno. La tesi: andremo in un mondo privo di umanità, i ragazzi diventeranno degli asociali, i nerd dei computer, dagli al computer, il videogioco farà diventare tutti i giovani assassini, meglio la droga della tastiera, la replica la RAM è mia e me la gestisco io, se non studi non ti dò più la paghetta, mamma prendimi il pc che ci scrivo la ricerca su napoleone e calcolo la spesa per la casa, questa casa non è un albergo, questi giovani non avranno più amici, le donne non parlano con i nerd, lui parla solo con il computer, diventeranno tutti ciccia e brufoli, diamogli una merendina, ma non vi ricordate?
    E poi?
    Boh, io parlo per me, perchè le statistiche sono stucchevoli. Gioco al pc da trent'anni, va beh, qualche xanna in gioventù come tutti me la sarei fatta anche senza il pc, riesco a ingrassare e dimagrire con e senza, riesco a fare moto con e senza, riesco a vedere amici in birreria e conoscere gente con e senza. Il computer è una lavatrice, e oggi i social sono uno strumento. Come tutte le mode, ci sono le degenerazioni, e ci sono gli usi intelligenti. E poi, scusate, diamo pure addosso ai social forum, ma come sarebbe un mondo senza NWI? L'errore del giornalista è che sono due mondi complementari, non antitetici: si può far una partita a steel panther, e poi andare a una sagra o in birreria con gli amici. Di più, con i social si possono conoscere persone che mai e poi mai avremmo incontrato. Starugo, io e te ci siamo conosciuti così. Poi, è chiaro che io conosco virtualmente centinaia di persone, ma decido liberamente di incontrare te e pochissimi altri, o per interesse professionale oppure, come nel tuo caso, perchè trovo una persona che mi interessa. Riesco a stare su un forum, e contemporaneamente andare un'ora dopo con gli amici in birreria. Riesco a scrivere un articolo per un blog (spazio virtuale) e la sera andare a una sagra (spazio reale). Le sagre, in queste settimane, almeno dalle mie parti, sono prese d'assalto da migliaia di persone, che mangiano i cibi del secolo scorso e non macrobiotici. Molti hanno trovato la trattoria o la birreria con trip advisor (noi due pure, starugo, devi ammetterlo, e non ci siamo trovati malaccio). La gente ride e scherza e beve birra e vino, socializza e ci sono gruppi di amici. Anche le birrerie pare siano piene di gente che mangia panini come allora. E io non so quali parchi giochi visiti l'articolista, ma quelli che frequento io sono pieni di bambini allegri e chiassosi, che corrono vicino al mio mastino e mi chiedono se morde e se lo possono accarezzare. Poi, oh, è vero, non parlano più piemontese e non giocano a biglie. E sai perchè, caro articolista? Perchè sono quasi tutti bambini e bambine di immigrati, perchè gli italiani i figli non ne fanno quasi più. Ah, sì, ma non sarà per la crisi, ci spiegherà puntiglioso l'articolista: sarà perchè sono i figli della generazione del pc, e i nerd, come noto, non procreano perchè sono asociali.
     
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  12. StarUGO

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    Caro @Lirio
    Il tuo ragionamento non fa una grinza e la tua logica e' inattaccabile,pero'....
    Pero' ha il solo difetto di essere applicabile ad un certo numero di persone,non dico minoranza,ma sicuramente nemmeno grande maggioranza.
    Il fatto e' che ,volenti o nolenti,le situazioni descritte nell'articolo sono comuni e frequenti e visto che non si puo' eliminare l'essere umano,io tenterei almeno di contenere tutte quelle cose che lo deviano verso non felici orizzonti.
    E' vero che ,sotto alcuni punti di vista,anche il PC e' assimilabile nel discorso in questione,ma questo ha una sua valenza e un suo peso specifico un po' piu' pesante rispetto agli orpelli di cui si discute.
    Il PC e' privato,mi tiene in casa ok,ma quando esco non viene con me,decido di immergermi nel mondo e lo dimentico.
    Altre cose no,mi vogliono seguire,e anche se io relego quelle che mi appartengono ad un forzato oblio,ci sono quelle degli altri a disturbarmi.
    Comunque,lo sai,il pistolotto che ho allegato non vale certo per tutti,ma ,purtroppo,per molti si.
     
  13. GyJeX

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    Anche la maggioranza può avere ragione, è raro, ma accade.
     
  14. GyJeX

    GyJeX

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  15. maie

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  16. GyJeX

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    Genio!
     
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  17. StarUGO

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    Due amici che non si sentivano da anni riescono a rintracciarsi e in una lunga chiaccherata al cellulare si raccontano tutto quello che e' gli e' successo nel frattempo.
    Dopo un paio d'ore decidono che devono ripetere l'esperienza e si salutano dandosi un nuovo appuntamento.
    Quindi si alzano dal tavolino del bar dove erano entrambi seduti,si stringono la mano e se ne vanno. :ROFLMAO::ROFLMAO:
     
  18. GyJeX

    GyJeX

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    [ROMPIBALLE] e che c'è di strano ?? erano seduti a tavolini diversi, di bar diversi, in città diverse e si sono stretti la mano per far riprendere il sangue a circolare dopo due ore che tenevano il cellulare vicino all'orecchio... Due ore col braccio alzato, anche cambiando mano, chissà il formicolio pazzesco... [/ROMPIBALLE]
     
  19. GyJeX

    GyJeX

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  20. GyJeX

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