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Il mondo dei beati beoti

Discussione in 'Off Topic' iniziata da StarUGO, 17 Luglio 2014.

Status Discussione:
Chiusa ad ulteriori risposte.
  1. Invernomuto

    Invernomuto -

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    Beh, il tasso di attività (popolazione attiva / popolazione in età lavorativa) in Italia è del 64% (fonte ISTAT, Q1 2014) :D ed è aumentato rispetto a 20 anni fa, soprattutto per una maggiore partecipazione al lavoro da parte delle donne.

    http://www.ilo.org/wcmsp5/groups/pu...---publ/documents/publication/wcms_233953.pdf

    Buona lettura!

    PS
    Meglio però il tasso di attività per capire chi lavora in rapporto a quanti potrebbero farlo.
     
    Ultima modifica: 4 Agosto 2014
  2. Invernomuto

    Invernomuto -

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    Approfittane ora che manca qualche SSM (*), fra ferie e abbandoni :D

    (*) Sei hai pensato a Surface to Surface Missile siamo sulla buona strada per la tua IUAM (Indottrinazione uso acronimi militari). Continua così e tra poco darai appuntamento ai tuoi amici/compagna con un "ci vediamo alle ore DICIASSETTE-ZERO-ZERO ZULU. In questo caso però intendevo: Super Sacred Monster.
     
  3. StarUGO

    StarUGO

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    Confesso che ho saltato a pie' pari tutta la voluminosa esposizione ,in inglese,per leggere solo la tabella degli "unemployement".
    Forse capisco male io,ma la stima per il 2013 dice che i non occupati a livello mondiale sono il 6% ? o_O
    E la situazione peggiore e' quella del Nordafrica con il 12,2%?? o_O
    Come mai cosi' basse?
     
  4. Invernomuto

    Invernomuto -

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    Perché questi fanno parte, dal punto di vista strettamente statistico, degli "occupati":
    Poi c'è il sommerso, che nell'est europa arriva al 20% del totale degli occupati, ma in altre regioni (centro america) tocca il 50%.

    Ciao.
     
  5. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    Sì ma non si può generalizzare in tal modo l'impatto delle tecnologie. Certo, si può dire che a livello tecnologico una selce ha il medesimo impatto tecnologico di un trattore (se non maggiore) ma con i mass media e i social network siamo su un diverso livello. Una selce ti permette di modificare la realtà, i mass media ne creano un'altra farsesca, filmica e teatrale. Non mi puoi venire a dire che la politica, l'economia o la cultura che i mass media mostrano non sia una presa in giro a tutte le menti pensanti. Con questo non voglio dire che una selce rispetto ai mass media molto minore, anzi semmai il contrario; sono i mass media che di fronte ad una selce fanno una ben misera figura.


    Non è questo il punto. Intanto quelli che fanno i coglioni su Facebook non è detto non lavorino. Il problema non è che uno faccia solo l'idiota su Facebook. E' già un problema che uno faccia ANCHE l'idiota su Facebook. Per cui anche se lavori non è detto che non ti fai influenzare dall'iperrealtà virtuale.
    Poi quelli che filosofeggiano non sono solo influenzati, ma influenzano quelli che non lo fanno. Nella fattispecie la classe dirigente italiana è composta di gente simile che passa le nottate in discoteca e i giorni su Facebook. E lo so, perché sono stato in una scuola piena di gente simile.
    Comunque c'è veramente più cibo di quanto possiamo consumarne. La società attuale non ha il problema del cibo e una percentuale miserevole della popolazione è necessaria per produrlo. In un tal tipo di società molta gente può passare il tempo ad cazzeggium (tiè cohimbra!) su Facebook, e quelli che comunque lavorano passano il tempo a sognare di diventare come questi. Non mi sembra un prospettiva molto allettante.


    E' ovvio che quel qualcosa punirà prima o poi il soggetto per la sua superbia. Il problema è come. Il nostro elevato tenore di vita è basata sulla riduzione del globo a fondo da cui estrarre risorse. Ma prima o poi, che sia ora o tra 1000 anni, queste finiscono. La situazione finale non può che essere catastrofica.



    Mi trovo essenzialmente d'accordo su quanto dici. Io volevo solo rimarcare la non necessaria causalità di tali eventi.


    Il problema secondo me è che quanti vogliono un cambiamento di questa società sono essenzialmente reazionari. E nell'esserlo non fanno altro che spostare il dibattito sulla questione sbagliata sognando il ritorno ad un passato impossibile. L'attuale società non va cambiata perché nel passato si stava meglio e anche se si stava meglio non è questo il punto. L'attuale società va cambiata perché sbagliata, e basta.
    Tuttavia la forza vincente di questo sistema è la sua incomprensibilità. L'eccesso di notizie e di informazioni contrastanti rende incomprensibile la realtà e ti immobilizza. E tutti contribuiscono, dai media asserviti al complottista che accusa i rettiliani e la lobby giudaico massonica per ogni cosa. E' un sistema subdolo, perché assorbe e sfrutta le singole alterità a suo proprio vantaggio. Per questo esistono ancora le religioni, le opinioni contrarie e le alterità.

    Mi sembra abbastanza esagerato dire che i valori cristiani abbiano avuto significato solo per la ristretta minoranza che se ne faceva portatrice. Nelle campagne dopo la Riforma Protestante e la Controriforma, ad esempio, il matrimonio in Chiesa o il partecipare alle funzioni e alle celebrazioni religiose avevano un valore grandissimo e non solamente per la ristretta cerchia degli ecclesiastici e dei laici più devoti. Tutta la tua vita intera in pratica si svolgeva all'interno di questo mondo religioso. Solo con gli anni 70', almeno per quanto riguarda l'Italia, questo tipo di microcosmo è stato messo in discussione e lentamente cancellato. Le visioni in materia sessuale e morale da parte di molti credenti, oggi, sono in totale contrasto con quelle della Chiesa. Una cosa simile era impensabile fino a sessant'anni fa. Chi non si sposava in Chiesa e non andava a messa veniva isolato e guardato con sospetto.

    Va bene, un cristiano poteva guardare con disincanto al trionfo di un imperatore. Ma questo non toglie che egli si rifacesse ad un altro sistema ritualistico e religioso, anche più restrittivo di quello romano. Oggi invece non c'è alcun tipo di sistema ritualistico serio a cui si può far riferimento, se non come simulacro, e nella propria vita privata si finirà bene o male sempre per contraddirlo,cosa che era molto più difficile ai tempi in cui il rituale conteneva quel suo alto significato.
    L'incantamento a cui faccio riferimento io è allo spettacolo o alla propaganda, non certo ad un rituale. Bene o male tutti i rituali a cui partecipiamo li vediamo come una sorta di spettacolo, non li prendiamo troppo seriamente. Ben che meno siamo disposti a morire per essi o a scandalizzarci eccessivamente se questi vengono violati. Un pazzo che spregiava le Chiese nel passato compiva un crimine spregevole e terrificante. Oggi invece è punito unicamente dal sistema penale.


    Ma di contro l'assenza di un ente ultraterreno in cui porre il senso, può portare a porre il senso unicamente nel soggetto. Questo può portare ad una sorta di edonismo senza scrupoli sullo stile di De Sade, e non può essere considerato un caso estremo. Questo non mi porta a dire che un ateo è per forza così. Ma neanche un credente è per forza spinto ad interpretare tutto solo secondo il suo dogma (e l'esistenza della filosofia cristiana medioevale prova che le problematiche non si esaurivano nella sola credenza nei dogmi della Chiesa).

    Effettivamente il termine globalizzazione è un po troppo recente, comunque il terrorismo è un tipo di opposizione che trova il suo apice soprattutto dall'industrializzazione ad oggi. I sicari zeloti si collocano ancora in un tipo di mentalità dialettica in cui c'è un potere da combattere, ma da parte di una società e non da un gruppo di individui. Io non penso che loro possano essere considerati terroristi.
    I terrorismo è comunque per di più una caratteristica dell'epoca recente. Le forze anti-globalizzanti, ridotte al silenzio e all'impotenza non possono fare altro che rispondere alla violenza con cui l'Occidente annienta e riduce a nulla la loro cultura con una violenza pari. E questi erano sia i terroristi delle Brigate Rosse sia sono ora i terroristi islamici, ma ne risulta un tipo di lotto che è costante ostaggio dei media e che è costretto a trovare un personaggio o un simbolo da distruggere per attirare l'attenzione.


    Le scienze però ritengono esatte quelle teorie che non sono state smentite. Ma ciò non vuol dire che la scienza non ritenga che queste teorie possano essere smentite in un futuro. Altrimenti sarebbe ancora scienza positivista. Questo non fa certo degli scienziati dei nichilisti completi che brancolano nel buio, questo no. La scienza viene ritenuta valida in forza della sua funzionalità soprattutto. Che poi alcuni cerchino di spiegare l'origine dell'Universo o le caratteristiche dei corpi è un conto. Ma la scienza ha il suo valore soprattutto per la capacità tecnica che permette all'uomo, che è indiscutibilmente enorme. Ma il problema non è la scienza, bensì il pericolo di un mondo unicamente scientifico e funzionale. Ed è quello che si sta affermando nella crisi dei valori religiosi e morali. Nella fattispecie i computer e la realtà virtuale, essendo programmati da codici matematici, creano un tipo di iperrealtà funzionale che assorbe sempre di più dentro di se il sociale e il vivere (come i social network). Non so la tua, ma la mia generazione è stata completamente assorbita da Facebook. Quindi è questo il problema. Oltre alle verità funzionali della scienza vanno stabilite delle verità che riempano il vuoto che questa scienza non discute. E non possono essere particolari e frammentarie come quelle della scienza (la cui controparte nella società è il multiculturalismo ) ma devono essere realtà valide per tutti ( non totalitarie come qualcuno invece sarebbe portato a pensare).

    Ma è mediata con lo stesso criterio della scienza, cioè la funzionalità. Il potere politico non è abbastanza forte per porre un limite alla tecnologia, e l'idea del libero mercato non fa che facilitare questa diffusione.

    Il problema non è poi tanto sulla presenza o meno di un dibattito etico sugli effetti della tecnologia o sulla bioetica o su quant'altro, bensì sulla capacità di questo dibattito di produrre effetti concreti. Non essendoci questi effetti, poiché il sistema assorbe dentro di se le alterità per svuotarle di senso e nullificarle, e non essendoci più un discorso dialettico che regga in tal modo, si ha un discorso a senso unico, che è quello della globalizzazione, dell'informatizzazione e della colonizzazione sfrenata del suolo terrestre per estrarvi le risorse.



    Appunto, se non ci concepiamo solo come coscienza qui ed ora il nostro significato raggiunge una vetta superiore a quella di una semplice scintilla in un buio totale.

    Beh per quanto riguarda la luce, sarebbe come dire che essa modifica gli oggetti perché ci permette di vederli. :DIn tal modo nessuna conoscenza diventa realmente certa.

    Mmmm non ho capito bene il discorso dei campi, spiegami meglio.
     
    Ultima modifica: 5 Agosto 2014
  6. Amadeus

    Amadeus

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    Qui si stanno sovrapponendo due questioni: la prima è sulla natura della tecnologia, la seconda è sulla immagine del mondo che la tecnologia permette di costruire.

    Sulla natura della tecnologia, quello che sostengo io, è che non c'è una cesura qualitativa tra la tecnologia di duemila anni fa e quella di oggi.

    Sulla natura dell'immagine del mondo che la tecnologia aiuta a propinare ti avevo già detto che non capisco come tu possa parlare (se non come metafora) di una immagine della realtà che diventa essa stessa unica realtà.

    Non solo perché non credo che si possa realmente confondere un modello con il fenomeno che tale modello rappresenta, ma perché, a meno di non pensare realmente che la cosiddetta realtà esterna sia unicamente funzione dell'io, del soggetto, dello spirito (ma, mi sembra che tu abbia espressamente detto di non avere una simile concezione del mondo), se hai una concezione del mondo che fa a pugni con il mondo stesso, prima o poi questi nodi verranno al pettine.

    Ad ogni modo, visto che, riprendi questi temi anche sotto, continuo direttamente lì.

    Guarda, sono totalmente d'accordo con questa tua rappresentazione della realtà.
    So what?
    Cioè, premesso che le cose stiano così, e non faccio difficoltà ad ammettere che stiano così, qual è il problema?
    Te lo chiedo non perché non penso che ci sia un problema ma perché ho l'impressione che il problema che individui tu non è il medesimo che vedo io. Pertanto ti chiedo: il problema di questa situazione è un problema etico di comportamento dei facebuccari? Un problema di moralità delle classi dominanti? Un problema di parassitarietà delle classi dominanti? Un problema della struttura della società che produce (e riproduce) sé stessa? O che altro?

    Lo so bene che c'è più cibo di quanto possiamo consumare. Ed è proprio per questo motivo che lamentavo l'assurdo che viviamo nella prima società in cui le crisi non sono dovute alla mancanza di beni ma all'impossibilità del consumo di quello che c'è.

    Detto questo, il problema di come campare c'è, perché non è la semplice disponibilità di beni a far sì che tutti ne possano usufruire ma, nella nostra società, tali beni sono anche merci, quindi ne hai disponibilità solo se li compri. Insomma, se uno ha abbastanza soldi e tempo libero per cazzeggiare su Facebook, che lo faccia. Io stesso sono impiegato nella stesura di questo post perché adesso ho tempo e voglia di cazzeggiare. Un mese fa era diverso e così sarà tra una decina di giorni.

    Insomma, il problema è: 'sta gente che sta a cazzeggiare tutto il giorno rappresenta un fenomeno transiente, un fenomeno in aumento incontrollabile, un fenomeno destinato ad estinguersi? La mia idea, molto terra terra, è che ogni dinamica che emerge in un sistema complesso, tende ad avere effetti autoregolatori. Se questa autoregolazione non funziona, il sistema collassa. Pertanto penso che, questo gruppo di cazzeggiatori totali comunque arriverà a sparire. L'unica incognita e se porterà anche noi al collasso insieme a loro, in tal caso (per me poco probabile), ce lo saremmo meritato anche noi.

    L'idea di un mondo composto al 90% da decerebrati che inviano insulsaggini in rete mi appare impossibile esattamente come l'idea di un carretto che si possa muovere (in piano) anche se tutti scelgono di salirci sopra e nessuno di tirare.

    In ultima analisi, ciò che condiziona la nostra capacità di avere energia utilizzabile è il Sole. Finché questo sarà in sequenza principale, siamo a cavallo. Per il resto, sta a noi non estinguerci nel frattempo!

    Detta così, suona come una accusa meramente moralistica.

    Beninteso, anch'io sono convinto che questa società sia "sbagliata", nel senso che (ora) sta mostrando i limiti di una forma sociale che, invece di risolvere i problemi legati alla nostra sopravvivenza, ed alla nostra sopravvivenza in condizioni generali non peggiori di quelle passate, li acuisce.

    Però, se vogliamo che la presente società cambi (essenzialmente perché vogliamo

    Ma, infatti, è da un pezzo che si è scoperto che il modo migliore di evitare i perniciosi effetti del dissenso non è reprimerlo ma incanalarlo.

    Non ho detto che i valori cristiani avessero (o abbiano) significato solo per una minoranza. Mi sembra abbastanza ovvio che l'ideologia predominante sia quella delle classi dominanti. Sempre stato così, altrimenti dovremmo pensare che l'operaio medio sia un comunista sfegatato, invece, tipicamente, è un difensore ad oltranza della proprietà privata anche se, spesso, non possiede praticamente nulla.

    Anzi, io penso che anche l'attuale società sia permeata dai valori cristiani. Essenzialmente in quanto sono ancora sponsorizzati dai poteri forti. Certo, la maggior parte della gente, in pratica, non segue alla lettera i dettami della sua religione e, spesso, neppure li conosce bene. Ma questo c'è sempre stato! Anche nel campo della morale sessuale non credo ci sia stata mai un epoca in cui tutti si limitassero al sesso solo nell'ambito del matrimonio (e, anche lì, solo nelle modalità consentite dalla Chiesa). Magari il dettaglio del come avvenissero le trasgressioni è diverso. Anche dare un'occhiata allo stato del diritto di famiglia di sessant'anni fa ci fa capire come la situazione fosse tutt'altro che ideale. Pensi che ci fossero meno adulteri perché l'infedeltà coniugale era punita penalmente? Peccato che, per l'uomo, non bastasse avere rapporti sessuali con un altra donna per essere passibile di punizione per infedeltà coniugale ma era necessario che avesse una tresca continuativa. D'altronde, se fosse stato punibile anche il rapporto sessuale occasionale al di fuori del matrimonio, lo stato avrebbe dovuto chiudere automaticamente i bordelli, sui quali invece lucrava.

    Quello che per alcuni è spettacolo o propaganda, per altri è rituale in senso "alto". Secondo me, le costanti sono la presenza di un aspetto emozionale e di un aspetto di appartenenza. Il romano non capisce il cristiano ed il cristiano non capisce il romano.
    E si potrebbero fare tanti altri esempi. Uno, che mi viene in mente (grazie alla vecchia firma di PanzerMeyer! :D) è questo:



    Rito o spettacolo? Profonda commozione o opportunismo? Certo, non vedo assolutamente possibile una cosa simile in uno stadio nostrano popolato dai vari Genny 'a carogna di turno, manco se morisse Superman. D'altro canto, nonostante le tifoserie, a cori riuniti, si mettano a cantare Druže Tito, mi ti se kunemo si potrebbe riflettere sul fatto che, probabilmente, molti di quelli che cantavano promettendo all'appena defunto maresciallo Tito di essere fedeli alla sua linea per sempre, si sono allegramente scannati tra di loro nella ventura guerra civile.
    Di converso: se uno insulta la sua ex moglie, bisogna pensare che non fosse sincero e commosso quando le ha chiesto di sposarlo? Tante domande... poche risposte!

    Per tagliar corto, chi appartiene ad una certa visione del mondo non può attribuire il medesimo carattere numinoso (per mutuare un termine da C. G. Jung) ad eventi che celebrano un'altra visione del mondo. Chi è di una certa religione, vede il proprio culto come rito e vede i culti altrui, nel migliore dei casi come spettacolo, nel peggiore come farse blasfeme. Che poi alcuni atteggiamenti di coinvolgimento estremo si vadano, in generale, perdendo non lo nego. Sicuramente l'epoca contemporanea tende al disincanto, ma ci tende solamente.

    Be', il caso di De Sade io lo vedo come un caso estremo. O, per meglio dire, il caso dei personaggi De Sade, giacché De Sade in persona ha avuto più una vita da sfigato che da ricco e perverso gaudente amorale, come i protagonisti dei suoi romanzi. Ci avrà pure provato, ma la nuova società francese laica e rivoluzionaria, non era meno intollerante verso certe stronzate dei suoi predecessori del vecchio regime. Come diceva un mio amico: non è che non sono ambizioso, è che non me lo posso permettere! :lol:

    Certo, questo non lo nego. Anzi, ho più ammirazione per un Tommaso d'Aquino, che si sforzava di conciliare il contenuto dei dogmi della sua fede con il contenuto della conoscenza laica dell'epooca. Il suo celeberrimo Compendio di Teologia contiene tutta una serie di riflessioni su questioni che, a noi, potrebbero sembrare assurde ma assurde non erano. Tipo, come ha fatto il Cristo risorto ad ascendere al Cielo se le sfere cristalline sono solide, oppure se un angelo può spostarsi da un posto ad un altro in un tempo nullo. Chi pensa che queste siano questioni risibili o irrilevanti, dovrebbe capire che l'Aquinate stava (semplicemente?) cercando di trovare una compatibilità tra le affermazioni della religione e quelle della scienza. Visto che il mondo che la scienza descrive è il medesimo in cui agisce dio, il semplice senso comune suggerisce che affermazioni apparentemente contraddittorie non possono essere entrambe vere. Il vero schizofrenico non è Tommaso d'Aquino che spiega come conciliare l'ascensione con le sfere cristalline, il vero schizofrenico è Pio XII che, meno di sette anni prima del lancio dello Sputnik, non nel medioevo, proclama il dogma dell'assunzione in cielo di Maria in anima e corpo (corpo glorioso sì, ma sempre corpo che occupa spazio). Ora, è chiaro che per i cristiani di altre epoche, essendo il Paradiso situato nel cielo fisico, l'assunzione di corpi in cielo, non creava problemi irrisolvibili. Ma visto che il Vaticano adesso, dopo aver proclamato per secoli che il Paradiso è un luogo, non potendolo fare più grazie a Galileo, se ne esce dicendo che il Paradiso è una condizione mentale, dovrebbe spiegarmi come fa a stare un corpo con un'estensione in un non-luogo. :confused:
    (Peraltro, dire che il Paradiso non è un luogo ma è uno stato d'animo, non è che renda più compatibile con la scienza o con la logica l'esistenza del Paradiso stesso, dato che uno stato d'animo, come Kant, insegna, presuppone un tempo, e se si pensa che, scientificamente, sia assurdo assegnare uno spazio al Paradiso, non si vede perché non dovrebbe essere parimenti assurdo assegnargli un tempo, dato che per la scienza spazio e tempo non sono inscindibili).

    I sicari facevano leva sull'estremismo religioso, puntavano ad azioni clandestine finalizzate all'omicidio, terrorizzavano e ammazzavano i loro correligionari sospetti di "collaborazionismo", erano disposti al suicidio di massa (ed all'uccisione di mogli e figli) pur di non cedere al nemico... ed erano considerati dai romani dei pazzi criminali psicopatici contro i quali l'unica reazione possibile era l'uso smodato della forza.
    Sono solo io che ci vedo delle pesanti (eufemismo) analogie con i cliché degli attuali confronti Terrorismo Islamico vs Occidente? :cool:

    Forse non sono stato molto chiaro nell'esporre quello che ritengo caratterizzi la scienza, sia come pratica sia come corpo di conoscenze. Proverò a fare un paragone con ciò che scienza non è, cioè la filosofia.

    Hegel diceva che la filosofia è come la nottola di Minerva, spicca il volo solo al crepuscolo. Cioè la filosofia, come descrizione concettuale di un dato stato di avanzamento del mondo, prende forma solo dopo che tale stadio è stato praticamente raggiunto. Ho sempre pensato che questa fosse una grande definizione che cogliesse veramente l'essenza e la peculiarità di ciò che è la filosofia.

    D'altro canto, a volte mi viene in mente che l'animale che meglio rappresenta la filosofia non sia la civetta bensì il maiale. In base al noto detto secondo il quale del porco non si butta via niente (o, se questo sembra troppo volgare, in base all'equivalente detto francese: dans le cochon, tout est bon :fumo1:).

    Insomma, il continuo rimettere sul tappeto questioni, concetti e modi di vedere che potevano sembrare morti e sepolti, sembra caratterizzare alcuni modi di fare filosofia e, forse, ne costituisce anche un punto di forza (a naso direi di no ma ammetto di non avere la competenza per giudicare la questione). Non c'è nulla che possa dirsi sicuramente ed una volta per tutte morto in filosofia.

    Be', questa cosa, nella scienza, non avviene. Non è possibile riproporre concetti che sono finiti nel cassonetto della scienza, come, ad esempio, le sfere cristalline, il flogisto, il calorico, l'etere luminifero etc. Il fatto che ci possano essere delle tesi sconfessate una volta e per tutte, riduce il margine di ciò che si può affermare nelle teorie future. Insomma, per riprendere quello che tentavo di dire con la citazione di Orazio, dei confini sicuri, alla fine, ci sono.

    Per quanto riguarda il lato applicativo della scienza, è vero che uno dei motivi per cui la scienza è comunemente ritenuta indispensabile anche da coloro che poco la amano e la capiscono è per le ricadute tecnologiche. Però, come ho avuto già modo di dire, non solo non concordo con un presunto carattere assolutizzante della tecnologia a cui niente si può e vuole opporre ma non sono neppure d'accordo con una visione che appiattisce la scienza sulla tecnologia. Soprattutto se questo appiattimento, che tende a confondere lo scienziato con il tecnico, tende a negare un reale carattere conoscitivo ed organico che la scienza ha. Il campo di indagine della scienza potrà anche non essere onnicomprensivo (anche se, in linea di principio, lo è) e tendente alla frammentazione (come, poi, se non vivessimo in un epoca di saperi frammentati, anche nelle discipline umanistiche) ma le verità della scienza rimangono valide per tutti comunque. Non è che uno sceglie se per sé vale o non vale una data legge fisica...



    Capisco (e condivido) l'idea di avere qualcosa e qualcuno che tenti comunque di dare un aspetto, se non totalitario, quantomeno unitario al sapere ma, va da sé, che questo compito può nascere solo dalla collaborazione paritaria tra diverse discipline non dall'atto d'imperio di una di esse che, magari senza neppure sforzarsi di capire le altre, si metta a fare un compitino di tassonomia o a riproporre l'ennesimo guazzabuglio metafisico.

    Secondo me stai mettendo nell'ordine di importanza inverso i diversi attori. I poteri forti di questa società sono rappresentati principalmente dai detentori del potere economico. Il potere politico è al servizio dei primi e può tranquillamente mettere dei paletti alla ricerca scientifica o all'applicazione di determinate tecnologie, se e dove lo vuole. Chiaramente questo volere è sempre subordinato alle necessità di chi ricerca il profitto, quindi il vero fattore non controllato non è la tecnologia ma quest'ultimo.

    E quali dovrebbero essere questi effetti concreti? Di paletti ce ne sono tantissimi, per i singoli. Forse mistai dicendo che ce ne sono troppo pochi per le grandi aziende? Ma, anche qui, torniamo al discorso che non è un problema di tecnologie inarrestabili o di lobby di ignegneri: è un problema della subordinazione di (quasi) tutto alla ricerca del profitto.

    Ma sempre nei limiti che ciò che abbiamo fatto può avere nelle coscienze individuali degli altri. Se il ricordo è una sorta di sopravvivenza alla morte, non dimentichiamoci che il ricordo può esistere solo se c'è una coscienza viva ed attiva che ricorda.

    Infatti la luce, interagendo con gli oggetti che vediamo, ne può modificare alcune caratteristiche. Il punto è che, a livello macroscopico, tali modifiche sono irrilevanti. Ma da questo a dire che non ci sono conoscenze certe ce ne passa... per fare un esempio: se uno ti chiede quanto sei alto, penso tu sia in grado di dare una risposta anche abbastanza accurata. Se uno ti obiettasse che, in realtà, la grandezza fisica che tu immagini corrispondere alla tua altezza dovrebbe subire continue variazioni nel corso della giornata, per via dello schiacciamento progressivo delle vertebre, per via della perdita di cellule epidermiche, per via del fatto che, se la misuro con un regolo o con un laser, comunque schiaccio la cute, diminuendo proprio la grandezza che intendo misurare, tu potresti rispondere: con un errore assoluto dell'ordine del centimetro la risposta è, comunque, accurata e sensata.

    La scienza non dà risposte con precisione assoluta, ma questo non significa che non dia risposte, e che non dia risposte valide.

    Voglio dire che se si pensa alle particelle come enti fondamentali è difficile sfuggire all'idea che tali particelle dovrebero o potrebbero sorgere dal nulla e nel nulla ritornare, in quanto le particelle possono annichilirsi. Ma se si ragiona in termini di campo, e questo conviene farlo per tutta una serie di motivi, non ultimo che il numero di particelle non è definito, quindi le particelle sembrano, ontologicamente, un oggetto un po' "debole" per metterle a fondamento dell'intero edificio, vediamo che, anche se può esserci uno spazio vuoto di particelle, non può esserci uno spazio vuoto di campo. Quindi il presunto nulla di cui si stava parlando, che nulla è?
     
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  7. StarUGO

    StarUGO

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    Riconduco temporaneamente questa discussione,che si e' addentrata nel mondo delle particelle,sul pianeta terra/Papalla.
    (Chi si ricorda il pianeta Papalla,tra parentesi?).
    Scena
    Ristorantino romantic/chic in una (segretissima) localita' della costa croata.
    Famiglie,coppie e gruppi di amici gustano la cucina moderato/creativa di questo bel localino,toni bassi,leggero brusio,nulla di fuori posto.
    Improvvisamente,un motivo western (la sigla di Bonanza :eek: )sale progressivamente di tono,mentre il possessore del telefonino cerca disperatamente di togliere il blocco della tastiera e di interrompere la suoneria,legata alla ricezione di sms.
    Facce stupite,anche divertite e persino risate,finche' la suoneria si tace.




    Cazzo,ero io ...................:D
    (Non mi telefona/scrive praticamente mai nessuno,sapendo che difficilmente trovano il cell acceso,ma tu guarda il caso, un mio collega in vacanza in Austria mi scrive, per darmi appuntamento sul confine austro/sloveno).

    Ciao ,mi chiamo Ugo, e sono un beato/beota............. :stress:
     
  8. Lirio

    Lirio

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    Sei il mio mito!
    Sei (quasi) come me!


    Scena.
    Casello autostradale, mesi fa.
    Poche macchine in coda.
    Arrivo alla barriera, non ho il telepass, tiro fuori la tessera dell'autostrada e la infilo.
    Cazzo, non funziona.
    Si forma una lieve coda dietro di me.
    Il casello è automatico.
    Infilo nuovamente la tessera.
    Non funziona.
    Si forma una coda consistente, la vedo con un certo fastidio nello specchietto.
    Giro la tessera e la infilo dall'altra parte.
    Non funziona.
    La coda diventa molto consistente.
    Maledetta, perchè non vai? Giro il verso, cambiare il senso di introduzione.
    Non funziona.
    La coda è chilometrica.
    Partono suonate di clacson.
    Eh, lo so ma che devo fare? Chiamerò l'assistenza.
    Giro nel frattempo la tessera per riprovare.
    La coda si perde all'orizzonte.
    Non funziona nemmeno in questo verso.
    Calma, mi dico, ragiona: una carta è bidimensionale, quante combinazioni possono esserci nei versi di introduzione?
    Effettuo un rapido calcolo, e , freddo come un serpente, incurante del finimondo alle mie spalle, ritengo razionalmente di aver esaurito le possibili combinazioni matematiche, e quindi mi appresto a levar bandiera bianca. Non funziona la macchina, deduco con prontezza scientifica, il modello teorico è infallibile.
    Con la coda dell'occhio vedo un signore scendere dalla macchina dietro la mia.
    Con la flemma di un pistolero all'ok corral si appropinqua alla macchinetta, e preme un pulsante rosso tondo.
    "Se lei non prende il biglietto" - mi fa con calma olimpionica - "temo che stiamo tutti qui fino a domani."
    (Beato Liriota).
     
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  9. GyJeX

    GyJeX

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    ti sei presentato come un dottore in atropologia ? che stava effettuando una ricerca sul campo sulla capacità di interazione tra gli uomini legato ad un momento di stress e orientato a calcolare il tempo necessario affinchè una persona di buon cuore si faccia avanti per soccorrere un uomo in difficoltà con una tecnologia arcana ?
     
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  10. Lirio

    Lirio

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    va bene, visto che siamo alla vigilia di ferragosto, e il forum langue un pò, giustamente, vi vorrei riportare a un ragionamento scientifico di alto profilo, di quelli per intenderci che fanno sentire @Amadeus un rozzo contadinotto dell'Iowa (così non s'offende nessun italiano, metti se dicevo un contadinotto senese o fiorentino, il buon @cohimbra si offendeva a morte :p,)

    orbene, vorrei portare prove inconfutabili al maestro @StarUGO che è l'oggetto che fa l'uomo beota, e non il viceversa.
    dico questo per portare un contributo scientifico, sostenendo la tesi del maestro, con rigore metodologico e prove, come vedrete, inconfutabili, precise, circostanziate e documentate.

    premessa, io sono dotato di uno smartphone, non lo sapevo ma è così, me lo hanno spiegato poco fa, si chiama blackberry.
    nero, sempre di umore nero, come un cappello da prete.
    io e lui ci odiamo, da molti anni.
    non è un antipatia, è proprio un odio viscerale.
    è stato odio al primo giorno, a vista, quando ci siamo conosciuti.
    non vi so dire esattamente il perchè, diciamo che proprio rifiutiamo di vederci di parlarci e di capirci.
    io non ho mai preso in mano un libretto di istruzioni, non credo nemmeno di averlo mai aperto, e lui non ha mai fatto nulla per comprendere le mie sensazioni e i miei umori.
    così, io gli dico poco di me, e lui sa ben poco di me.
    lo uso come penso dovrebbe essere un telefono, cioè chiamo e ricevo telefonate, e già questo, credetemi, è un impegno.

    per dire, se piove, con il touch screen, o come si chiama, rispondere non è possibile, perchè lui si rende appositamente scivoloso.
    alla mattina, ha sempre sonno, e gli ci vuole mezzora per darmi i nomi della rubrica.
    quando voglio spegnerlo, devo premerlo per un quarto d'ora, perchè lui non vuole andare a dormire.
    in compenso, si rifiuta di spiegarmi qualsiasi funzionalità insita nella sua natura sfogliabile, e delle sue duemila funzioni io ne conosco a malapena due o tre, forse, di cui due sono chiama e ricevi. ah, sì, la terza è manda una mail. no, dai, so anche leggerla.
    punto.
    e stiamo bene così, entrambi.
    con tutti i suoi parenti è sempre stato così, da dieci anni va avanti questa storia, anche coi suoi padri e nonni.
    ormai, l'odio si è trasformato in una faida familiare, una lotta dura e senza quartiere.

    or che sapete l'antefatto, passiamo al fatto recente.
    ieri sera, grigliata tra amici.
    io lo porto con me, vado a prendere un amico e gli dico, senti, tanto tu sei astemio, al ritorno guida tu, che io bevo qualcosa.
    nessun problema.
    ci facciamo la grigliatona in campagna, e io bevo il giusto, a base di birre con una generosa dose di rum finale.
    poichè però la mia idea di generosità non coincide con quella di quei signori dotati di paletta che talvolta frequentano le strade e che si accaniscono sui poveri cristi, attuo il piano di difesa. Un nostro conoscente si beccato, oltre a perdita di patente, i lavori socialmente utili per un dopo cena in pizzeria con famiglia - non era un drogato uscito da una discoteca che viaggiava in contromano fatto perso - aveva solo ordinato una bottiglia di vino bianco al tavolo e un bicchierino di grappa a fine pasto, ma quelli erano vigili urbani, che si sa si sentono degli sceriffi, ma non divaghiamo. Per prudenza, faccio guidare il mio amico.
    lui, per tutta la sera se ne sta in disparte, manco si fa sentire, rancoroso e taciturno.
    arrivo in città a casa del mio amico, lui scende e io faccio gli ultimi due chilometri per la mia via.
    suona il telefono, è il mio amico che mi dice che ha dimenticato la custodia degli occhiali.
    oh, sì eccola, te la riporto.
    speriamo che lui non si sia offeso, il bastardo.
    ritorno indietro, lascio gli occhiali al mio amico e torno a casa.

    salgo le scale, ho mangiato come un porco, e le due o tre fette di torta al cioccolato (buona eh?) le sento sui gradini.
    va beh, da domani ritorno sul tapis roulant e dieta maiala (dopodomani, magari)
    insomma, raggiungo il mio lettuccio, vi tralascio alcuni dettagli, e dopo dodici secondi netti sono crollato, manco ho la forza di accendere l'aria condizionata, vedo solo che sono l'una di notte.

    dormo placidamente, ad un tratto nel sogno, esplode una centrale nucleare.
    luci rosse, allarme, allarme.
    mi sveglio, tramortito, inebetito, con la testa un pallone.
    non comprendo.
    notte fonda, buio pesto.
    una sirena? un allarme antincendio?
    cresce di intensità.
    nel buio, trovo a fatica la luce della lampadina.
    come uno zombi, mi alzo, e cammino cercando un vago ricordo di coordinazione psico motoria, un braccio e la gamba opposta, no, si, così va bene.
    ma dov'è?
    guardo dalla finestra.
    nessun lampeggiante di auto in strada.
    che sia al piano di sotto?
    ma no, è in casa mia.
    giro per le stanze, il suono viene da lì.
    la sirena intermittente è nei miei pantaloni?
    apro la tasca posteriore dei jeans.
    lui è lì, e sorride bastardo, contento, quel sadico, di aver fissato la sveglia alle 02.55 del mattino, apposta per me, sfogando tutto il suo odio represso nei miei confronti. lo spengo con il touch screen, sfiorandolo con il dito come vuole la pubblicità, invece di trattarlo come meriterebbe, sparandolo in cielo con una mazza da baseball dal balcone, sognando un home run, l'ovazione del pubblico e il giro di campo.

    maledetto smarthpone, penso meditando la mia truce vendetta, scolandomi un litro di minerale, e mi ributto a dormire.
     
    Ultima modifica: 14 Agosto 2014
  11. StarUGO

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    Be',qui in effetti le prove sono CIRCOstanziate.
    Nel senso che effettivamente sono stanziate in un vero e proprio circo,quello di @Lirio :D
     
  12. Amadeus

    Amadeus

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    Lirio, i tuoi aneddoti sono spassosissimi! :ROFLMAO:
    Hanno quel non so che di incredibile che solo la realtà può avere... :confused:

    P.S. A proposito di distrazioni e narrazioni... io sto aspettando qualcosa da un po' di tempo! ;)
     
  13. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    Se ti riferisci alla mia risposta, la inizio ogni volta ma perdo ogni volta la voglia perché le tue ultime risposte sono un papiro!
     
  14. Darksky

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    A proposito del quoting, con le nuove versioni di xenforo ci sono novità interessanti tipo che si seleziona un testo ed appare un tool tip che permette di copiare come testo quotato nello spazio riservato alla scrittura del proprio post. Dovrei riuscire ad aggiornare il forum ad inizio settembre Approffittando della pausa nelle lande terroniche natie
     
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  15. Amadeus

    Amadeus

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    No, no. Non mi permetterei mai di sollecitare risposte, anche perché, io stesso, oggi ho tempo per cazzeggiare ma tra pochi giorni già sarà tanto se riesco a dare un'occhiata distratta al forum tramite telefonino! (Quindi, chi si aspetta mie risposte in questo o altro thread, sappia già che tra non molto sarà di nuovo uccel di bosco... :D)

    Mi riferivo ad una questione tra me e @Lirio, il quale mi aveva promesso un invio che poi (forse per motivi tecnici) non si è verificato. Sappia che, se ci ha ripensato, pretendo un adeguato indennizzo sotto forma di cotechini o altri salumi! :p
     
  16. StarUGO

    StarUGO

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    Da quanto so, @Lirio e' attualmente immerso in quello che,credo,tu stia aspettando.
    Io sono piu' fortunato,senza bisogno di aspettare i cotechini, :D ,male che vada gli scrocchero' a breve un intero pranzo :cool:
    Cosi' per curiosita',se si puo' dire,di dove sei, @Amadeus ?
     
  17. Amadeus

    Amadeus

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    Sono abruzzese. Di Chieti, per la precisione.
     
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  18. StarUGO

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    Ah,un corregionale di @huirttps . La banda degli arrosticini :D
     
  19. Lirio

    Lirio

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    Oh, cavolo, e io che pensavo che ci avessi ripensato tu e non osavo chiedere.
    Mi sa che ne ho combinata un'altra delle mie, tipo il pulsante rosso al casello.
    Ti scrivo, per brevità, appena posso.
    Solita mia figura da pirla.
    Alle volte mi chiedo: ma ci sono o ci faccio?
     
  20. Lirio

    Lirio

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    lo dico ora, è successo di nuovo.
    no, dico, per quelli che non credono che gli smartphone e gli oggetti tecnologici siano dotati di un'anima.
    il mio, lo ha rifatto.
    ovviamente non lo ha fatto per alcuni giorni, no, lui è subdolo.
    chiaramente ci stavo attento, e lo controllavo.
    ma poi, ti distrai un attimo, e lui ti punisce.
    ieri sera, per dire, decido di smaltire qualche eccesso di cibo festaiolo, anche perchè stasera vedrò il maestro e probabilmente mi abbufferò di schifezze che mi piacciono tanto.
    così, piazzo il tapis roulant davanti alla tele e mi vedo chinatown, un film veramente bello, controllando con accuratezza la durata.
    dovete sapere che scelgo in funzione del combinato disposto di due parametri: in funzione della mia prestanza fisica, altamente variabile, e della necessità di smaltire, che invece dipende di solito dalla quantità di gozzoviglie attuate nel più recente passato.
    in realtà queste due variabili dipendono grandemente da un terzo peso ponderale, che è il mio scazzo, ma ieri sera tutte e tre le variabili si allineano nella combinazione astrale favorevole a sostenere le due ore di camminata della durata del film in questione.
    Ovviamente, poichè non sono proprio un atletone, alla fine delle due suddette, sono un pò stanchillo, e dopo una doccia e una buona birra, un pò di sana lettura e altre amenità mi addormento secco attorno alla mezzanotte, particolarmente bisognoso di un riposo ristoratore.
    Ed è lì, quando sei più vulnerabile, quando ti fà più male, che il bastardo colpisce.
    Nel buio più profondo, la centrale nucleare esplode.
    Mi zombizzo alla cieca, evitando solo con il sesto senso la base del sullodato tapis che avevo dimenticato aperta, e raggiungo il devastante oggetto prima che svegli anche il vicinato (fortunatamente assente per le festività).
    Accendo la luce e mi chiedo come sia possibile che si sia alzato, di sua iniziativa, si sia settato nuovamente alle 02.55 della notte.
    Sono sicuro di averlo spento con il mio solito profondo odio, la sera prima.
    E sopratutto mi chiedo, ma come mai per diverse notti non hai suonato, bastardo, e poi, quella in cui sono più stanco, mi hai svegliato?
    Gli smartphone hanno un'anima, e il mio ce l'ha nera come il suo colore.
     
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