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Giulio Andreotti, un giudizio storico

Discussione in 'Off Topic' iniziata da Pandrea, 23 Agosto 2014.

  1. Pandrea

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    Voi che ne pensate di Andreotti? A più di un anno dalla morte, riusciamo a darne un giudizio storico?

    A me appare come una persona intelligentissima e priva di scrupoli. Antidemocratico, nel senso che riteneva che il popolo non doveva sapere tutto e decidere tutto, e al contempo pienamente convinto del valore della democrazia come sistema di governo. Ritengo fosse sinceramente patriottico, aveva un'idea chiara di come doveva essere l'Italia per il suo bene, vale a dire saldamente nel blocco occidentale e nella NATO, e priva di comunisti nei posti chiave, in quanto non si fidava fino in fondo di loro. Per questo scopo avrebbe usato qualsiasi mezzo, dai servizi segreti alla mafia, per mantenere l'Italia il più possibile democratica e atlantista, nell'ottica della guerra fredda dove ogni giorno bisognava essere pronti a contrastare un'invasione sovietica o viceversa.

    Tra i grandi personaggi storici lo paragono a Bismark, ce lo rivedo nell'estremo pragmatismo, spregiudicatezza e realismo politico.
     
  2. kaiser85

    kaiser85

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    Bismark? dai, non confondiamo la merda con la cioccolata...
     
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  3. supertramp

    supertramp

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    "suo" intendi di lui, giusto?
    Per quel che ne penso lo schifo abbastanza, un personaggio troppo invischiato in faccende poco chiare per essere credibile in un ruolo così importante.
    Poi però penso all'Achille Lauro, e mi chiedo chi oggi riuscirebbe ad opporsi con due testicoli cubuci così allo zio Sam...
     
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  4. GyJeX

    GyJeX

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    Giulio Andreotti: l'anello di congiunzione tra lo stato e la mafia :lol:
     
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  5. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    Bisogna dire comunque che la maggior parte dei processi in cui è stato invischiato si basavano su prove e testimonianze poco chiare, era un politico che andava sputtanato attraverso i mezzi stampa e annientato giudiziariamente per lasciare posto al governo della finanza che seguirà con Ciampi, Amato, Dini e Prodi. Con lui hanno annientato tutta la classe politica della DC (centinia di condanne con Tangentopoli) a parte quelli che si sono adeguati. Con ciò non voglio dire che l'Italia con la classe politica della DC era il paradiso o che Andreotti era un santo, però penso che sia necessario superare le visioni imposte dai mass media.
     
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  6. GyJeX

    GyJeX

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    guarda... le visioni imposte dai mass media si scontrano con la realtà dei fatti: Mettere sotto processo certi personaggi, in Italia, è possibile SOLO quando hanno esaurito, o limitato drasticamente, la loro capacità ricattatoria. Per quel che mi riguarda, teste come quella di Andreotti andrebbero nascoste nei pantaloni, altro che ostentarle fieramente su un collo...
     
  7. cohimbra

    cohimbra Guest

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    questa l'ho già sentita da qualche parte
     
  8. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    Ma guarda lo hanno fatto pure con Berlusconi, ciò non toglie che Berlusconi sia quello che sia. Una cosa simile la stanno facendo in Turchia per destituire Endorgan. Questo non vuol dire certo che questi sono dei buoni politici, anzi tutto il contrario. Ma non bisogna dimenticare che i loro oppositori non sono meglio di loro.
     
  9. Carlos V

    Carlos V

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    Forse è ancora troppo presto per dare un giudizio storico su Andreotti, ma certo oggi possiamo darne un giudizio imparziale, scevro da implicazioni politiche e ideologiche, perché ormai lui e le figure che gli ruotavano intorno non sono più al governo o sono scomparsi.
    Potremmo dare un giudizio storico su Andreotti solo quando si sarà fatta maggiore chiarezza sulla Guerra Fredda, in generale: Andreotti (e insieme a lui la DC) ha governato l'Italia in uno dei momenti più oscuri della sua storia, su cui non è mai stata fatta molta chiarezza. Certo, a distanza di anni qualcosa emerge ed un certa strategia politica appare meglio delineata (come avevi detto tu stesso prima, impedire al Comunismo di affermarsi in Italia, con ogni mezzo), ma non abbiamo tutti gli elementi per una corretta valutazione.
    Personalmente, ritengo che il machiavellico Andreotti sia stato coinvolto in vicende poco chiare e che abbia agito con lucida spregiudicatezza nel perseguire i suoi progetti, ma credo che durante le tensioni della Guerra Fredda non si potesse agire diversamente. Pensa se avessimo avuto tra il 1946 e il 1994 una classe politica vuota e incompetente come quella attuale che cosa ne sarebbe stato dell'Italia.
    Dopo la fine della Guerra Fredda, ad Andreotti non restava altro che diventare, al massimo, Presidente della Repubblica (carica, come sappiamo, di scarso peso reale) per chiudere una pluridecennale carriera politica: i tempi erano ormai cambiati e un certo modo di agire, nel mondo che stava divenendo globalizzato, non era più ideoneo. Ci aveva provato, nel 1992, ma al suo posto venne eletto Scalfaro. Poi, nello stesso anno, scoppiò Tangentopoli e nel 1994 cadde la Prima Repubblica, aprendo una fase nuova nella storia del nostro Paese.
     
  10. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Concordo con Carlo V.

    Sulla mafia: è estremamente riduttivo considerare Andreotti un mafioso o un politico sottomesso alla mafia come altri di cui non faccio nomi. Io credo che Andreotti abbia usato la mafia nell'ottica della lotta al comunismo, per controllare i voti della Sicilia affinché non finissero al PCI, permettendone in cambio l'esistenza. Questo è un colloquio tra Stefano Bontate, capo dei capi prima di Riina, e Andreotti:
    http://www.ilpost.it/2013/05/06/quattro-torbide-storie-su-andreotti/

    Caso strano, Bontate e tutti i suoi alleati moriranno l'anno dopo nella guerra di mafia scatenata da Totò Riina. Lo stesso Riina egli altri capi di Cosa Nostra finirono condannati e catturati quando ormai la guerra fredda era finita.

    Penso che dal suo punto di vista Andreotti abbia sempre agito per risparmiare all'Italia un male maggiore della 'democrazia controllata' della Prima Repubblica, fosse esso una dittatura comunista o la reazione NATO ad un'Italia comunista.
     
  11. cohimbra

    cohimbra Guest

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    NATO o URSS sempre burattini saremmo stati (e siamo tuttora, per chi non se ne fosse accorto).

    Dico solo che è una scusa buona per tutte le stagioni, anche Morsi potrebbe fare un discorso simile. Il punto è che la finanza comanda comunque, indipendentemente da chi sia il politico di turno. La politica è al servizio della finanza, col pagliaccio di arcore, il prodi, il fenomeno di firenze o chicchessia.
     
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  12. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    Oh certo, questo non lo metto in dubbio. Infatti il tizio di Arcore si è ben guardato da fare leggi contrarie al potere finanziario, preferendo fare la salvezza sua e delle sue aziende. Tuttavia secondo me per Andreotti il discorso vale. Hanno sostituito la classe politica dirigista della DC con un'altra finanziaria e Andreotti stava dalla parte sbagliata. Perché secondo te i processi non li hanno tirati fuori prima ma solo dopo la caduta dell'URSS? Perché la DC andava bene fino a quando ci stava l'URSS, dopo era scomoda e andava sostituita con una classe dirigente più inetta e asservita. Ripeto, con ciò non voglio dire che che Andreotti e la DC erano il meglio del meglio e che vorrei ritornarci ai tempi in cui c'erano loro, sto solo esponendo un dato di fatto.
     
  13. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Se l'alternativa sono questi tempi, dove puoi scegliere tra inetti, delinquenti e gentisti, aridatece la DC Andreotti compreso.
     
  14. GyJeX

    GyJeX

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    nostalgia canaglia
     
  15. Carlos V

    Carlos V

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    Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale (e ben prima che nascesse la NATO), il partito italiano che faceva più comodo agli Stati Uniti era la Democrazia Cristiana, per varie ragioni.
    Era un partito moderatamente conservatore, cattolico-solidarista e godeva del sostegno delle gerarchie ecclesiastiche, cosa non da poco in un Italia ancora pregna di moralismo religioso. E poi era spiccatamente anti-comunista (in virtù del suo orientamento cattolico), quindi un avversario ideale per il PCI, che era, ricordiamolo, uno dei partiti comunisti più forti in Europa (gli intellettuali comunisti italiani godevano di grande rispetto nell'URSS).
    E poi molti anti-comunisti di allora, piuttosto che disperdere il proprio voto assegnadolo a fomazioni minoritarie, preferivano darlo alla DC, che allora era diretto alla carismatica figura di Alcide de Gasperi.
    Gli altri partiti conservatori (che potevano quindi essere eletti in chiave anti-comunista) erano quelli di destra, ma essendo l'esperienza fascista ancora vivida nei ricordi degli Italiani, venivano guardati con diffidenza ed emarginati, senza contare che partiti come l'MSI conservavano effettivamente un qualche legame con il Fascismo.
    [​IMG]
    Questa la mappa elettorale delle elezioni politiche del 1948, le prime della storia repubblicana. I colori sulla cartina non sarebbero cambiati fino al 1992, le ultime elezioni, invece, della Prima Repubblica, se si esclude una moderata ascesa dei comunisti negli anni '80 (effetto Berlinguer) e la comparsa della Lega Nord nell'Italia settentrionale.
    [​IMG]
    Terminata la Guerra Fredda e, con essa, il pericolo rosso e con l'affermazioni della potenza unipolare degli Stati Uniti, la DC aveva esaurito il suo scopo. Inoltre l'appoggio della Chiesa (e i sermoni moralistici per influenzare l'elettorato) non era più così determinante come negli anni '40 e '50, dato che i costumi erano diventanti più laici e liberi.
    E Tangentopoli aveva messo in luce una capillare rete di corruzione, che fece perdere ad un'intera classe politica la sua residua credibilità (offuscata già dagli anni '70). I primi maxi-processi di mafia avevano evidenziato i legami tra i politici democristiani e i mafiosi, assestando un altro colpo all'immagine di un partito in caduta libera. Andreotti era al termine della sua carriera politica e non c'era nessuno di autorevole che potesse assumersi la guida del partito, sempre più diviso tra correnti, dispute personali e franchi tiratori.
    Nel 1994 era arrivato ormai il tempo dell'Unione Europea, della politica economica comune, della globalizzazione, della televisione come mezzo predominante per la campagna elettorale (chiamata spregiativamente da Craxi "videocrazia"), tutte cose lontane dal modus operandi democristiano.
     
    Ultima modifica: 24 Agosto 2014
  16. Invernomuto

    Invernomuto -

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    Al di là delle considerazioni su guerra fredda, USA, PCI ecc, resta a mio avviso sul personaggio un coinvolgimento con la mafia tutt'altro che chiaro, ricordiamoci che fu assolto un formula piena per tutto quello accaduto post anni 80 (nonostante il presunto bacio con Riina) e ritenuto colpevole ma non condannato per PRESCRIZIONE per i reati ante 1980.
    Un equilibrismo giudiziario senza precedenti: i giudici in sostanza l'hanno condannato (perché non si trattò di un'assoluzione), facendolo però restare a piede libero.
    Ovviamente la sua credibilità politica era completamente andata.

    Estratto dalla sentenza della Cassazione:
    Per me può essere stato un grande statista (?), resta il fatto che le sue relazioni con la mafia pesano sul personaggio come un macigno. Sul fatto che avesse usato i voti della mafia a fin di bene (?), siamo nel campo delle ipotesi.. Resta il fatto che, nel momento in cui ti metti a fare certi favori a certi personaggi, ne rimani completamente invischiato e perdi quell'autonomia che un politico dovrebbe avere (e ad ogni modo preferisco 1000 volte un politico allineato con Bush o il PCI che uno comandato dalla mafia).

    Qui sull'omicidio Mattarella (da wiki)

    Personalmente credo fosse *doveroso*, alla luce dei fatti giudiziari, voltare pagina...
     
  17. Carlos V

    Carlos V

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    Ci tengo a precisare, ma credo che sia stato già evidenziato, che il mio giudizio sulla condotta (politica ed etica) di Andreotti è neutrale. Semplicemente ritengo che durante la Guerra Fredda, con l'Italia sotto l'ombrello NATO, certe scelte erano obbligate (sempre in un'ottica anti-comunista, eravamo palesemente schierati da una parte) e che per realizzare una certa condotta di governo si resero in qualche modo indispensabili dei compromessi. Eticamente sbagliati, questo è certo.

    Ad Andreotti la mafia serviva per ottenere voti e consensi al sud e difatti i mafiosi hanno cominciato a togliere di mezzo gli esponenti della DC siciliana quando gli accordi sono venuti meno ed era iniziata l'epoca dei maxi-processi (grazie all'opera di singoli eroici magistrati e non di tutto lo Stato).
    Il patto tra DC e mafia è venuto meno quando la politica non fu più in grado di garantire l'immunità (o perlomeno una certa protezione) ai mafiosi. In ogni caso gli omicidi di esponenti come Salvo Lima nei primi anni '90 erano un messaggio a chi occupava i piani più alti, a Roma.

    Comunque, la classe politica si è resa protagonista di episodi vergognosi anche dopo la parabola di Andreotti, ricordiamo solo la trattativa Stato-mafia per porre fine alle stragi... Lo Stato che scende a compromessi con la malavita, non ci sono parole.
    Ed era il 1992-1993, Andreotti era stato già estromesso.
    Aldilà delle singole figure, era un intero sistema politico-isituzionale che non funzionava a dovere.
     
    Ultima modifica: 24 Agosto 2014
  18. Pandrea

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    Per l'appunto dubito che Andreotti fosse comandato dalla mafia. Penso fosse un rapporto tra pari, anzi con un leggero rapporto di forza verso Andreotti. Gelli ha affermato che «Giulio Andreotti sarebbe stato il vero “padrone” della Loggia P2? Per carità... io avevo la P2, Cossiga la Gladio e Andreotti l’Anello», anche chiamato 'Noto servizio', una branca dei servizi segreti.

    Rimane che appena i capimafia ebbero screzi con Andreotti, furono i capimafia a cadere in rovina. E che quando Totò Riina decise di vendicarsi della DC uccidendo Salvo Lima, fu catturato 9 mesi dopo.
     
  19. Invernomuto

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    Personalmente ho dei dubbi sull'indispensabilità di questi compromessi. E' sicuramente più facile governare il sud (ma pure diverse aree del nord, intendiamoci...) facendo accordi con la mafia piuttosto che combatterla. Ed ho forti dubbi, come pare trasparire dal messaggio di apertura della discussione, che certe collusioni fra mafia e politica siano state fatte innanzitutto per il bene superiore dello Stato (sicuramente non quello del Sud).
    E' stata una spartizione di potere, c'è stata la copertura (accertata da un processo e da 3 gradi di giudizio) di un omicidio di un membro delle istituzioni. Non è solo una questione di giudizio "etico", è una questione innanzitutto di giudizio istituzionale: questa persona ha ricoperto i più alti incarichi del Paese mentre aveva rapporti continuativi con persone che rappresentano la negazione stessa dello Stato, macchiandosi lui stesso di reati gravissimi.
    Cacchio, non è passato con il rosso o andato con una escort...
    Potrebbe non avere intascato un quattrino e aver fatto tutto per il bene dell'Italia (se credete a questa storiella apro una discussione su come fare i soldi con la borsa e in 3 mesi diventare milionari, VENGHINO SINHORI VENGHINO...), resta il fatto che, per quanto mi riguarda, la sua vicenda giudiziaria illumina con una luce negativa tutto quello che ha conseguito nella sua * lunghissima * carriera politica (cosa che mi porta ad essere un acceso sostenitore sul mettere dei limiti al numero di volte in cui un politico possa ricoprire alcune alte cariche dello stato).

    Su questo sono perfettamente d'accordo, per me una classe politica che si accorda con dei criminali non ha la minima legittimità per governare.
    Il fatto che lo facessero tutti comunque non diminuisce le responsabilità del singolo. Se rubi e ti beccano, non puoi difenderti dicendo che lo fanno tutti. Ripeto, penso ci fossero altre strade, non furono percorse perché:
    1) erano molto più rischiose e più lunghe;
    2) non ti avrebbero portato allo stesso potere / introiti...

    Ciao.
     
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  20. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Dovremmo avere in mano le carte che aveva Andreotti per giudicare un personaggio che comunque non è certo positivo da un punto di vista morale. Andreotti non amava il rischio e davanti ad un male minore e ad un incertezza tra un bene migliore e un male peggiore, preferiva non rischiare e sceglieva il male minore, "meglio tirare a campare che tirare le cuoia".

    Ricordiamoci però che situazione era l'Italia di allora, basti pensare alla vicenda di Giangiacomo Feltrinelli: uno dei più importanti editori italiani ha tentato di staccare la Sardegna dall'Italia per farne una repubblica comunista, appoggiandosi al bandito Graziano Mesina, e dovette essere fermato dai servizi segreti; ha fondato un gruppo paramilitare sovversivo, i GAP, con contatti con altri gruppi terroristici di sinistra; infine morì 'misteriosamente' dilaniato da una bomba.

    Insomma, l'alternativa non era un semplice legalità/illegalità, era un gioco molto più complesso che poteva sfociare in una situazione molto peggiore di quanto storicamente è stato (fosse una guerra civile scatenata dai comunisti o un colpo di stato della destra). Come detto Andreotti voleva un'Italia democratica, atlantista e con i comunisti ridotti a meno potere possibile e ha ricercato un equilibrio tra queste tre caratteristiche, anche scendendo a numerosi 'patti col diavolo'. L'Italia, insieme a tutta Europa, era in guerra e se dalla parte della DC/NATO vi erano criminali, dall'altra parte non vi erano santi e quindi furono applicate le logiche di guerra, con buona pace delle anime candide come Berlinguer e Moro.

    Questa scena di Sorrentino/Servillo è esplicativa:"noi non possiamo permettere la fine del mondo in nome di una cosa giusta". E purtroppo è quello che i politici di alto livello sono costretti a fare. Senza considerare che "fine del mondo" potrebbe essere molto più letterale di quanto sembri, nel periodo della guerra fredda.
     
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    Ultima modifica di un moderatore: 25 Agosto 2014

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