Non ho ben capito questa frase, i leader giapponesi avrebbero fatto sacrificare il proprio popolo per non farsi prendere? :humm: Ciau
i leader hanno sacrificato il proprio popolo per non rinunciare a quello che avevano conquistato. I giapponesi avevano perso a guerra già all'inizio del 45, ma hanno continuato a combattere inutilmente. Le menate sull'onore servirono egregiametne a tenere il popolo giapponese sottomesso, dubito che la leadership nipponica ci credesse. Finite le portaerei la guerra era perduta, i giapponesi non potevano far altro che morire di fame o uccisi. Il giappone era come un pugile che si rialza dopo il quinto KO, barcolla e cade nuovamente senza essere in grado di impensierire l'avversario.
D'accordo su tutto, tranne sul fatto che la leadership non ci credesse,o almeno,i ministri che "contavano" ci credevano visto quello che hanno fatto. L'Ammiraglio Ugaki si lancio in un attacco a guerra finita contravvenendo agli ordini dell'Imperatore che aveva appena emanato via radio la Resa, adesso non lo trovo, ma aveva lasciato un messaggio poco prima dell'attacco con cui si prendeva tutte le responsabilità della guerra molto toccante. Onishi pure fece seppuku (e il suicidio li ha un valore molto diverso da come è qui in Occidente) Insomma in Giappone non abbiamo il caso di personaggi di spicco che fuggono all'estero, tutti hanno mantenuto il proprio posto fino alla fine, altri addirittura hanno tentato di continuare la guerra (si credeva che così si avrebbe fatto il bene del Giappone, contravvenendo all'Imperatore, insomma la situazione era mooolto confusa). In Germania invece abbiamo avuto i furbacchioni che sono fuggiti in Sudamerica ed altri parti del mondo.. Ciau
Grazie del chiarimento. E' chiaro che le sorti della guerra ad inizio 45 sono segnate per tutti... La grande differenza tra giappone e Germania era i lfatto che il giappone e' ... un'isola. In sostanza Dall'inizio delle ostilita primaverili ad ovest la resistenza tedesca si riassume in pocio piu di un mese... Senza le atomiche, invadere il giappone sarebbe stata un'impresa dcisamente molto piu complicata (IWO JIMA docet)...... Ecco perche, non essendo a conoscenza di quanto tragicamente accade proprio in questi giorni 62 anni fa ad Hiroschima er nagasaki, il giappone poteva sperare di trattare una resa diversa...
La questione è che a marzo, dopo remagen e del "salto del fosso" di Patton, a parte Model e i suoi asserragliati nella Ruhr sul fronte Ovest non c'era niente altro di organizzato, tutto l'esercito tedesco era schierato a est contro i russi... Kesserling è chiarissimo, "a ovest non si combatte, a est si muore". L'esercito tedesco a Ovest si dissolve ma a est combatte più accanitamente che mai, il pericolo rosso era più forte del pericolo Himmler... Per quanto riguarda il Giappone, la resa era qualcosa di inconcepibile, persino dopo le rese di massa di Okinawa... La guerra sul suolo giapponese avrebbe decretato la morte di migliaia di americani e di milioni di giapponesi, il suicidio dei 100milioni, ma se il giappone avesse avuto a disposizione le atomiche in via di realizzazione e i piani segreti tedeschi per le super armi... Nella riunione straordinaria dei ministri del 10 agosto 1945, la parola resa viene pronunciata addirittura dall'imperatore, nonostante questo, il 14 sera si ha sorta di tentato golpe proprio nei centri del potere giapponesi... Questo dimostra quanto i militari credessero alla vittoria nonostante tutti gli sganassoni presi nell'ultimo anno dagli americani...
psicosi collettiva? non so su quali basi potessero credere di difendere un impero per buon parte marittimo senza una flotta.
Per via delle nuove armi, e della certezza del cieco sacrificio dei giapponesi, il reclutamento kamikaze non ha mai subito flessioni e gli aerei di bambù erano ormai pronti per entrare in catena di montaggio, una cosa allucinante volare con quei trabiccoli, ma l'importante era schiantarsi contro le navi americane nelle baia di Tokyo. E se è vero che i giapponesi possedevano la tecnologia per la costruzione delle atomiche ad implosione già dal 12 agosto 1945, è probabile che intendessero impiegarle anche sullo stesso suolo giapponese. Era tutta una questione di cifre, quanti morti avrebbero sopportato gli americani ? quante perdite materiali ? quante portaerei bisognava affondare prima che la richiesta di resa incondizionata venisse meno ?
Questa discussione è molto interessante, ma pecca come ovvio di qualche faciloneria. Il governo giapponese stava trattando già per la resa tramite i buoni uffici dell'ambasciata portoghese. I Giap erano disponibili alla resa già nel luglio del 45 in cambio di due condizioni, l'intangibilità del trono imperiale, e della nazione. Non dimenticate che i giap già sapevano che dopo potsdam e la resa della germania l'URSS avrebbe attaccato. Noi oggi diamo per scontato il concetto di guerra totale che animò le alte sfere alleate (e solo a parole, nonostante fosse hitler il primo a aparlare di guerra totale, quelle dell'asse). Fin dal'inizio obiettivo strategico del giappone non era la distruzione dell'avversario ma il raggiungimento di obiettivi. Lo stesso dicasi della germania. Ma obiettivo degli alleati (con ottica ovviamente ad un fututro logicamente inteso) era l'annientamento degli avversari, e perdonate, non certo visti in salsa ideologica (all'annuncio dell'attentato a hitler il governò di sua maestà si affrettò a dichiarare che i termini della resa non sarebbero stati diversi senza hitler). La determinazione alla lotta giapponese era dovuta all'ottimo spirito guerriero delle elites militari, ma quelle politiche erano perfettamente conscie della realtà e cercarono di perseguire il minor danno possibile. Ripeto checchesenedica, già nel 43 le sorti erano evidenti della guerra. Amburgo fu la prima città ad essere distrutta senza reazione, nel 43 con ca 2/3000 bombardieri, nel frattempo falliva l'operazione zitadelle (che aveva visto interrompere trattative segrete dirette tra molotov e ribbentrop per la pace separata, che mussolini auspicava fortissimamente[cfr. R. De Felice, Mussolini l'alleato, vol.II), crollo dell'italia, fallimento delle battaglie navali giapponesi. Allora ancora l'interogativo, perchè la resa incondizionata? La germania fini di essere distrutta interamente tra il 44 ed il 45, i grandi massacri di ebrei nello stesso periodo, l'armata rossa dilagò... Forse la coscienza era che di fronta ad una altra pace di compromesso si sarebbe assistito in realtà solo ad un armistizio come quello di fatto dopo versailles. Una cosa è certa la seconda guerra mondiale NON è semplicemente una guerra ideologica e purtoppo la questione degli ebrei NON è l'elemento principale. Eppure nell'immaginario collettivo sono le due cose che colpiscono di più...
Non è solo questione di morti americani, una volta concluso il conflitto in Europa nuove forze si erano rese disponibili per l'attacco al giappone. Non solo i sovietici, che ambivano a sbarcare in Giappone, ma anche le "potenze" europee avrebbero contribuito, permettedno agli usa di ridurre il loro impegno in vite umane. Nel 1950 in Corea gli americani riuscirono a mandare soldati da almeno una decina di paesi: così l'invasione del Giappone sarebbe stata una campagna delle Nazioni Unite, con truppe cinesi, filippine, coreane a fare da carne da cannone. Una campagna di due anni (forse meno) contro il Giappone sarebbe stata costosa, ma molto meno della guerra combattuta fino a quel momento. Con gli alleati operativi dalla Corea, da Sakalin e dalle Kurili, da Iwo Jima, in grado di sbarcare ovunque sul territorio nipponico, mentre i sovietici e i cinesi facevano piazza pulita sul continente e francesi, olandesi e inglesi liberavano le proprie colonie. La reazione giapponese quale sarebbe stata? kamikaze? i giapponesi avrebbero avuto difficoltà a far decollare aerei senza essere abbattuti, quanti kamikaze avrebbero raggiunto un obiettivo? Quanti piloti poteva addestrare il Giappone se non poteva praticamente far volare gli aerei?
Adesso dirò una cosa che farà incacchiare qualcuno, ma non mi importa...certe cose bisogna ben dirle. L'altra sera mi guarducchiavo un programma (rainews24) sul giappone e ad un certo punto mi cadono le cosidette per quello che sento: Il sindaco di Nagasaki era il personaggio politico più amato dalla popolazione della sua città e zone limitrofe. Dico "era" perchè un bel giorno, questo UOMO dice una cosa , che in un paese normale è la verità, mentre in Giappone è bestemmia. Dice in un discorso in pubblico: l'imperatore ha portato il paese vicino alla rovina quando ha avallato l'entrata in guerra e quando non ha cercato una resa scatenando la reazione atomica americana (è un sopravvissuto alla bomba e quindi parla con cognizione di causa). Dopodichè, è stato tutto un susseguirsi di minacce, scritte, telefoniche etc...fino ad arrivare all'attentato che gli è quasi costato la vita. Ma cosa gli contestano questi pseudo-idioti-conservatori? Egli ha osato dire che l'imperatore ha sbagliato!! Ma come...dopo 60 anni c'è ancora qualche, scusate il "termine", coglione che s'inpenna se uno dice che l'imperatore (ma dio santo..l'imperatore..)ha sbagliato. Il servizio, poi proseguiva con l'intervista a questo UOMO, che nonostante tutto, continua la sua battaglia di denuncia verso i vertici militari del periodo e contro i cosidetti Tabù della sconfitta. Parlando dell'Italia ha detto una cosa che mi ha fatto davvero immenso piacere. Nonostante io senta ancora oggi dire da + parti che la resa incondizionata dell'Italia sia stata una vergogna, che fu un onta etcc..etc.., il signore di Nagasaki ha detto una cosa insolita ma... se uno ci pensa, vera: La resa dell'Italia (non i tempi ne i modi intendiamoci) gli ha permesso di accettarla come tale, senza inutili illusioni di possibili alternative. Insomma...ci siamo presi una bella scoppolata e abbiamo imparato la lezione. Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo ricostruito un paese senza doverci preoccupare costantemente di cosa avremmo potuto ottenere, se ci fossimo battuti ancora a fianco dei Ted..etc..etc.. Ha continuato parlando anche della resistenza, sul suo valore morale e sul suo effetto benefico a livello di orgoglio e rinascita nazionale...ma su questo non voglio discutere...troppe teste, troppe idee, giuste ed ingiuste ma soprattutto conflittualità ancora troppo vive (nonostante 60 anni...waw!!). Il Giappone invece la sconfitta non l'ha mia digerita. L'imperatore (quel gaglioffo) non ha mai ammesso la sconfitta...semplicemente ha dichiarato che la guerra non necessariamente avrebbe portato alla vittoria. Nonostante sia un paese avanzatissimo sul piano tecnologico, sopravvivono tabù e usanze medievali. Basti pensare che sul lavoro, sono i peggiori stakanovisti del mondo. Hanno trasportato i loro ideali militarti nell'ambito produttivo...i Kamikaze del lavoro sono quelli che crepano per il troppo lavoro. Io li reputo dei Coglioni, con la C maiuscola ma è solo la mia opinione, che non comprende tutti...ma più che altro i loro modo di pensare. A me il fanatismo sta sugli zebedei (di qualunque colore o fede sia..) Così come non rispetto i "ragazzi della Hitler Jugend", considerandoli come ragazzini condizionati fin dalla più tenera età ad obbedire come cani a maiali in divisa da ufficiali...poveri bimbi...provo al massimo una gran pena per loro. Per ciò che riguarda quelli della Charlemagne o Vallonie..hanno capito solo troppo tardi di essere saliti sul carro sbagliato e come fa l'orso circondato dai cani, hanno venduto cara la pelle..non era coraggio ma solo disperazione. Ah...si (e questa è ancora + cattiva) la qustione della sterilizzazione dei tedeschi..mi fa strano che la proposta sia arrivata dagli USA. Fosse arrivata dai Russi, dopo 20 milioni di morti, un paese devastato e mille sofferenze l'avrei anche capita!! Fatta dai Ricani...mi stupisce un pò. Peace end love to everybody!
Il tuo discorso è molto interessante, pak, ma definire i giapponesi dei "coglioni" mi sembra un tantino eccessivo... Di sicuro durante la guerra hanno commesso molti errori e forse sacrifici inutili, eppure non mi sembra giusto denigrare un intero popolo... In fondo bisognerebbe calarsi nella loro mentalità, e capire cosa li ha spinti a portare avanti quella guerra disperata....
Hai ragione, Panzer, mi sono espresso malissimo. Il mio disprezzo non coglie il popolo Giapu al completo..ci mancherebbe. Però certi contesti mi fanno imbufalire. Anche noi italiani abbiamo avuto mentalità ristretta e codici morali "immorali", ma ci siamo evoluti (ebbene si...sono fierissimo di essere Italiano nonchè cittadino del mondo, come diceva Pertini). La loro colpa è quella di essere, bene o male, rimasti al medioevo con codici d'onore (che palle!!) che andrebbero bene a Don Chisciotte della Mancia! Ma non gli sono bastati i milioni di morti della 2° guerra mondiale??
Su questo siamo perfettamente d'accordo. (A prescindere di quale nazionalità fossero i morti Cinese.... russa...) La risposta a questa domanda si chiamò "Bomba atomica" Iwo Jima fu il primo sbarco americano nel pacifico dove le perdite subite erano maggiori di quelle giapponesi. Questa fu la piu lampante delle dimostraizoni di come il morale della truppe giapponesi sul suolo domestico fosse oltremodo fanatico e quali difficolta si prospettassero ad invadere il Giappone. Sono molto meno d'accordo sull'analisi dei Kamikaze: 1) e' vero che le richieste di partecipare a missioni suicide non si arrestò mai. Un solo esempio: oltre il 50% dei pochi sopravissuti alla missione suicida della corazzata Yamato si offri volontario per altre missioni suicide entro un mese dal ritorno in patria non sopportando il disonore di essere sopravissuti allla loro nave e ai loro compagni. Però già da oltre 6 mesi gran parte dei piloti di aereo che si lanciavano in missioni suicidi NON ERANO VOLONTARI. ripeto NON ERANO VOLONTARI. Il da te citato suicidio del membro dello stato maggiore, Ammiraglio ONISHI, per gran parte ideatore e sostenitore delle tecniche KAMIKAZE, fu sia per coerenza rispetto a quelle sue idee sia perchè la resa non gli permetteva piu di sopportare il peso morale dela morte di quei ragazzi, volontari e non. Inoltre, vista la scarsità di buoni piloti, i kamikaze del 45 erano cosi poco addestrati che spesso non sapevano neppure usare le mitragliatrici, utili per i duelli aerei. Sono riportati decine di casi in cui al semplice incrocio con caccia nemica l'unica tattica era quella di gettarlsi contro gli aerei americani, con ovvie scarissime possibilità di successo.. I veterani ormai volavano solo sul cielo domestico in interdizione ai bombardamenti strategici in quanto era troppo pericoloso non solo usarli come Kamikaze ma anche semplicemente farli avvicinare alla flottiglia americana vista la ormai totale superirorita aerea. Gia da oltre 20 mesi era famosa l'equazione per cui ogni missione aerea "convenzionale" (non kamikaze) giapponese contro flotte americane avrebbe avuto come probabile esito finale: - 0 danni inflitti allae navi americane - oltre il 50% degli aerei giapponesi abbattuti. Il senso di frustazione che questa consapevolezza infondeva ai piloti fu di grande stimolo al diffondersi delle prime adesioni spesso di massa alle squadriglie kamikaze. In queste condizioni, nel 1945 calò prrogressivamente l'efficacia delle missioni sucide che invece nel primo periodo, pur non riuscendo quasi mai ad infliggere danni rilevanti a navi importanti, ebbero un peso strategico e psicologico molto piu importante di quello che la storiografia piu comune gli assegna (si sa, la storia la scrivono i vincitori) 2) Gli aerei di bambu. Era tutta da verificare la loro reale capacità offensiva. Già era successo qualche mese prima, con l'introduzione delle "bombe plananti con pilota" sganciate dai cacciabombardieri. Queste vennero progettate ed avviate in produzione, se ne consegnaro anche un piccolo numero ai repati operativi. Si rilevarono assolutamente inutili e il loro utilizzo venne sospeso solo dopo pochi utilizzi. I bombardieri non riuscivano ad avvicinarsi abbastanza alle flotte americane in quanto troppo appesentatiti dal peso di questo marchingegno e per la già citata super efficenza dei sistemi di interdizione americana. Quelle poche bombe umane che furono sganciate, nel loro seppur veloce planare, la loro traiettoria di avvicinamento si rivelo' sufficentemente prevedibile per aerei e contraerei americani che erano in grado di colpirli prima dell'impatto. Alcuni giovani giapponesi morirono cosi (copmpresi gli equipaggi dei bombardieri), senza la benchè minima possibilità pratica di infliggere danni ai nemici. Scusate lo sfogo.... Ma tutti i santi giorni subisco l'indegna semplificazione di veder utilizzata ed abusata della parola "KAMIKAZE" da tutti i telegiornali e i giornali. A prescindere dalle ragioni morali che stanno alla base di chi decide consapevolmente di morire per un ideale non e' ripeto NON e' il alcun modo paragonabile chi si fa saltare in aria su uno scuolabus pieno di bambini e un pilota della Marina Imperiale Gipponese che tenta di colpire una nave da guerra nemica.
...Non capisco perchè l'imperatore del giappone Hiro Ito sia da considerarsi un gaglioffo; 1 il giappone non era una dittatura ma aveva conservato un sistema costituzionale introdotto a imitazione di quelli occidentali, tant'è cambio durante la guerra vari gabinetti in maniera costituzionale; 2 se la responsabilità della guerra era attribuita costituzionalmente all'imperatore va detto che fu condivisa da un establishment politico-militare -industriale che, come ben noto e documentato, in larga parte non voleva la guerra con gli USA, ma che vi fu piegata da due ben noti eventi derivati a loro volta da altre concause- A) l'embargo imposto dagli USA al giappone su materie prime e prodotti petroliferi per la guerra contro la Cina, (causata a sua volta dal blocco imposto dagli USA di emigrazione e di esportazione dei prodotti come il riso, dopo la crisi del '29); B) La sconfitta subita nel 39 in mongolia ad opera dei russi con a capo il futuro maresciallo Zukov(molto poco nota), che rese impraticabile l'espansione verso la siberia e creò le premesse per il patto di non aggressione traa URSS e giap durato fino all'agosto del 45,C) il fallimento delle trattative con gli USA ; 3 Se uno guarda la cartina del pacifico del 39, a parte il giappone non troverà alcuna nazione indipendente, ma solo colonie; la cina era una specie di armatura di sughero controllata in varia misura dagli stati coloniali (tra cui l'italia), quale la legittimità di quegli imperi se non la forza? E perchè il giappone in stato di necessità non avrebbe dovuta poterla usare, per costituire quello che poi chiamò progetto di "sfera di cooprosperità"? 4 Vi invito a ricordare il processo di Tokio del 1950, che doveva essere l'equivalente di quello di Norimberga , verso le gerarchie giap durante la guerra. Adilà del risultato scontato che vide la condanna a morte del primo ministro di pearl harbour gen. Tojo e di altri, ci fu il caso poco noto ahimè, di un giudice indiano (chè l'india venne chiamata dopo l'indipendenza del '48a far parte del collegio giudicante come nazione aggredita) che si ritirò dal processo e pubblico un libro bianco in cui sosteneva l'illegittimità del tribunale, promosso da potenze coloniali, contro uno stato che Legittimamente aveva dichiarato guerra e che aveva perseguito un tentativo di compromesso prima di essere costretto all'entrata in guerra per un casus belli riconosciuto valido dal diritto internazionale quale l'embargo di materie prime. 5 Si può discutere sulle posizioni del sindaco di Hiroshima, e se vogliamo anche della prima bomba atomica, ma perchè la seconda? Mentre i giapponesi stavano chiedendo i termini della resa e cercavano di negoziare quello che poi ottennero cioè la figura dell'imperatore? Bella orrida bella
Ma io non ho parlato di volontari Ho parlato di reclutamento... Consiglio di leggere questo manga: Ali d'argento http://parvatiquinta.altervista.org/fumetti/alidarg.html sempre che ne esistano ancora delle copie... L'autore spiega chiaramente tramite gli occhi del protagonista come funzionava il reclutamento dei piloti per le missioni speciali, era più che altro una questione di rispetto e di onore nei riguardi dei propri cari e dei compagni di volo che una risposta alla richiesta dei superiori e dell'imperatore, ritirarsi da una missione speciale equivaleva a gettare onta su di se, sulla propria famiglia, sui propri superiori, era logico, vista l'importanza di tali valori per un giapponese preferire la morte... Lo stesso Onishi ribadì in seguito alle critiche per le sue "missioni speciali" che l'abilità dei piloti era relativa, qualsiasi pilota in grado di far volare un aereo era in grado di portare la percentuale dei colpi a segno da un 4%, che era allora la media ottenuta dagli attacchi convenzionali, a un buon 30%... Il fatto che i piloti non fossero in grado d'ingaggiare duelli aerei era relativo, l'obbiettivo era puntare su una nave, il resto era "destino"... Gli aerei di bambu erano una follia, ma la carenatura di quel materiale permetteva di risparmiare un buon 40% di leghe da impiegare per la costruzione di altri velivoli, molto più fragili, ma più veloci...
Hirohito era quasi ostaggio della casta militare, ed è a lei che vannno attribuite le maggiori responsabilità. Comunque sia l'Imperatore non tentò mai di contrastarla, e alla fine pensò solo a salvarsi il qlo e il titolo a scapito di tutto il resto. Non fu il primo responsabile ma nemmeno innocente. Io lo vedo più colpevole di Vittorio Emanuele III.Non ha le responsabilità di Mussolini ma non solo non fece niente per fermarlo ma lo appoggiò quasi fino alla fine, salvo poi sacrificarlo sull'altare del prestigio e della salvezza prsonale. Hirohito fece di peggio, sostenendo attivamente la casta militare fino alla fine. Riguardo alla psicologia giapponese del sacrificio, la si può considerare come un alto valore morale (mi sacrifico per il bene del mio paese) o come un retaggio culturale risalente al medioevo e manipolato in maniera criminale dalla sopracitata casta militare. Io propendo decisamente per la seconda ipotesi in quanto i Kamikaze non avrebbero certo cambiato le sorti della guerra. Il sacrificio è comprensibile solo se si pensa che possa effettivamente essere utile. I Kamikaze non lo erano, e basta. Bomba atomica si o no? Certo, meglio una bomba atomica che un'invasione convenzionale che avrebbe causato milioni di morti (80% civili). Però si poteva sganciare in un area desolata, il potenziale terroristico sarebbe stato lo stesso (si, è un atto di terrorismo in quanto volto esclusivamente a colpire i civili per instaurare un clima di terrore, e in base a questo ottenere concessioni politiche,esattaemnte come i bombardamenti sulle città tipo Dresda). Lanciarne due, poi, è stato un atto criminale. Chiaramente però nessuno può contestare i possenti e giusti Stati Uniti, quindi nessun processo, nessuna indagine, niente di niente.
Cosa e' che pensi possa essere veramente uitile ? I tedeschi che morirono alle Ardenne e a Budapest (citandosolo i casi piu clamorosi) sono morti di serie "B", avrebbero dovuto frarsi fucilare per diserzione? E i morti italiani (a strati) delle 12 battaglie dell'isonzo ?? E' le spaventose morti di entrambi i fronti della guerra di mina della prima guerra mondiale?? (ho citato apposta casi di eserciti che le guerre le vinsero anche) I kamikaze non riuscirono ad essere un'arma strategica decisiva, in gradio di cambiare le sorti della guerra. ma inflessoro danni ingenti alla flottiglie minori (e questo che Onishi nego forse a se stesso e al resto del giappone) e furono un'arma psicologica devastante. Famoso il ponte di una nave da trasporto americana su cui venne verniciata la scritta.. "Questo e' un trasporto.. le navi da guerra sono da un'altra parte......."
Su questo ti do pienamente ragione. E' stato un "collaudo" a dir poco criminale!! Aggiungo, comunque, che nel "democraticissimo" giappone, ancora oggi, tu, in quanto bianco, anzi straniero, sei considerato un "gaigin" ovvero un barbaro e di conseguenza trattato. Non esiste altra nazione dove sussista ancora xenofobia simile a quella giapponese, diffusa, non solo nelle persone più anziane o ignoranti, ma in tutti gli strati sociali. Lasciando perdere la considerazione che hanno i sudditi del sol levante, verso i loro ex-sub umani coreani e cinesi (il sentimento è reciproco). Al di là delle provocazioni, e tornando in tema di resa della Germania (caso completamente diverso dal Giap), questa non si è verificata anche perchè la sua classe dirigente, lasciando perdere l'ormai vaneggiante Hitler, era perfettamente consapevole degli orrori perpetuati nei confronti dei paesi sottomessi. Secondo me hanno cercato in tutti i modi di ritardare la resa dei conti finale, sperando in qualche modo di cavarsela, magari fuggendo, nella confusione delle ultime fasi della guerra, in qualche paese "amico",vedi Argentina, come si diceva in un altro Topic. Quelli che non ce l'hanno fatta (i capoccia) hanno preferito suicidarsi, confermando la codardaggine di non saper affrontare nemmeno le proprie responsabilità e suffragando le proprie colpe (sapevano benissimo di essere in errore, altro che idealisti duri e puri).
Mi piace questa discussione, però non vi seguo, oltre che per i troppi messaggi p ) per alcune vostre considerazioni. Cioè voi state giudicando la cultura giapponese secondo i canoni occidentali! Lo capite che nn ha senso? Poi ho letto un post razzista per non dir di più (giapponesi coglioni?:humm: ma non risp nemmeno a quel messaggio..) e tutti addosso a Hirohito che di fatto non poteva fare più di tanto, mica aveva il valore di Mussolini in Italia (lo sai vero Pak?). Senza Imperatore nel Giappone del dopoguerra hai idea di che casini ci sarebbero stati in Giappone? Per quanto riguarda il sacrificio "inutile" si ritorna all'inquadratura secondo la nostra cultura occidentale, per il giapponese può anche non esserci possibilità di vittoria (comunque in molti ci credevano ancora..) ma combatte lo stesso, questo perchè per lui la vita non ha il valore che ha qui in occidente, per onore e difesa della patria all'epoca si era disposto a tutto (non mi viene in mente il termine più adatto), c'era un motto giapponese che spiegava molto bene il concetto: Il peso della vita in confronto all'assolvimento del proprio dovere ha il peso di una piuma Pak, per quanto riguarda l'ultimo messaggio sui Gaijin ormai è storia vecchia,ormai solo le vecchie generazione ti guardano male o altro, e te lo dico perchè essendo appassionato di Giappone conosco molti che ci sono andati e si sono trovati benissimo. Purtroppo bisogna dirlo in Giappone cinesi e coreani non sono ben visti (sai come è, uno ha migliaia di atomiche e ti odia, l'altro ha già fatto sorvolare dei missili sopra la tua nazione..), ma per quanto riguarda europei ed americani (un pò meno gli yankee) cambia storia. E non mi provare a dire che qui in Italia la situazione è diversa dal Giappone (con arabi,marocchini e tutti gli altri). Ciau
Cioè voi state giudicando la cultura giapponese secondo i canoni occidentali! Lo capite che nn ha senso? Poi ho letto un post razzista per non dir di più (giapponesi coglioni?:humm: ma non risp nemmeno a quel messaggio..) e tutti addosso a Hirohito che di fatto non poteva fare più di tanto, mica aveva il valore di Mussolini in Italia (lo sai vero Pak?). Senza Imperatore nel Giappone del dopoguerra hai idea di che casini ci sarebbero stati in Giappone? Per il "coglioni" ho già rettificato in precedenza.... Per quel che riguarda il giudicare la cultura Giapu con parametri occidentali...allora ...che non senta più dire che gli integralisti islamici sono da condannare! In fondo loro agiscono in base ai loro codici morali. Lo so che il paragone è forzato..ma se ci rifletti un attimo. Non esistono parametri occidentali od orientali quando si parla di democrazia e libertà individuale. Men che mai quando si parla di assoggettare un popolo con menate, quale l'onore e il senso del dovere, richiedendo sacrifici a donne e bambini. Per quanto riguarda il sacrificio "inutile" si ritorna all'inquadratura secondo la nostra cultura occidentale, per il giapponese può anche non esserci possibilità di vittoria (comunque in molti ci credevano ancora..) ma combatte lo stesso, questo perchè per lui la vita non ha il valore che ha qui in occidente, per onore e difesa della patria all'epoca si era disposto a tutto (non mi viene in mente il termine più adatto), c'era un motto giapponese che spiegava molto bene il concetto: Il peso della vita in confronto all'assolvimento del proprio dovere ha il peso di una piuma Stesso discorso di cui sopra, ma con l'aggiunta, che certi modi di pensare, dovrebbero evolversi nel tempo...noi mica siamo rimasti al "Deus Volt" di crociatiana memoria no?!! Pak, per quanto riguarda l'ultimo messaggio sui Gaijin ormai è storia vecchia,ormai solo le vecchie generazione ti guardano male o altro, e te lo dico perchè essendo appassionato di Giappone conosco molti che ci sono andati e si sono trovati benissimo. Purtroppo bisogna dirlo in Giappone cinesi e coreani non sono ben visti, ma per quanto riguarda europei ed americani (un pò meno gli yankee) cambia storia. E non mi provare a dire che qui in Italia la situazione è diversa dal Giappone. Ciau [/quote] Se dovesse capitarti di passare a Tokio, proprio in centro, in tutte le edicole, ci sono un bel pò di riviste (non sto parlando di "novella 2000 giapu) con titoli su questo tono: I barbari e il pericolo di contaminazione razziale; il male viene dall' occidente...e via di questo passo. Ora, so benissimo che non tutti la pensano così, resta il fatto che molti comunque simpatizzino con queste idee. Hai mai avuto a che fare con dirigenti d'azienda o tecnici Giapu? Non sto parlando di ragazzi (da che mondo è mondo i giovani interagiscono molto meglio dei + anziani). Ebbene ..quando hai a che fare con persone che ti trattano come un essere inferiore, che non è in grado di capire nemmeno l'ABC di questioni tecniche ma che si mettono a parlare tra di loro "in Giapu", in tua presenza, ridacchiando luciferamente...bè..ti viene voglia di prendere una Katana e tagliargli gli zebedei. Ma questa è una mia riflessione personale e non voglio assolutamente passare per razzista. In quanto a Leghe lombarde e menate varie, ai partiti nazionalisti Giap , gli fanno grandi pippe. Sbarabau!