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Dittatura dei magistrati?

Discussione in 'Off Topic' iniziata da Pandrea, 26 Ottobre 2014.

  1. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Queste le parole di Cossiga, che sarà stato pazzo, ma non era certo scemo.
    Per amor di verità anche questo sono sue citazioni...

    Comunque, che ne pensate della magistratura italiana? La ritenete più pura dello Spirito Santo, come certi giornalisti travagliati, o pensate segua scopi propri magari indicati da forze esterne all'Italia?

    Giusto per buttare lì una vicenda quantomeno sospetta:
    http://www.tempi.it/scandalo-finmec...manzo-di-un-suicidio-allitaliana#.VE0E0CKG_r1

     
  2. Eferthad

    Eferthad

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    Io, semplicemente, ritengo che la magistratura, in quanto detentrice di uno dei poteri -nello specifico, quello giudiziario- dello Stato, non debba poter intervenire in alcun modo circa vicende che riguardino chiunque detenga gli altri due poteri, legislativo ed esecutivo. Se succede, è un caso palese di conflitto tra poteri dello stato e, in quel caso, chiaramente una persona che detenga parte degli altri due poteri può, a ragione, vedere nella magistratura una forza eversiva.
     
  3. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Nella pratica cosa significa la tua posizione?
     
  4. Long Tom

    Long Tom

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    Meglio la dittatura del proletariato
     
  5. Eferthad

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    Non ritengo che la magistratura sia una forza eversiva, ma ritengo che in passato abbia compiuto delle forzature istituzionali -vedasi Tangentopoli- che hanno, com'è evidente, minato alla base la stabilità della nostra democrazia, che da allora non s'è più ripresa. Personalmente, sono per il "primato della politica" sulle altre forze visibili ed invisibili dello Stato.

    P.S. Cossiga è il padre di tutti i troll.
     
  6. bacca

    bacca

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    In Italia la magistratura è apertamente una forza politica, non nella sua interezza, anzi, ma con i poteri che ha bastano pochi magistrati ben inseriti per dirigere l'intera vita politica Italiana.
     
  7. Pandrea

    Pandrea Guest

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    E dirigerla secondo i voleri di chi?
     
  8. Eferthad

    Eferthad

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    Bella domanda, ultimamente ci sono stati scontri e bacchette anche col Presidente della Repubblica. Diciamo anche che, e qui a distanza di tempo mi ritrovo costretto a concordare (!) con Berlusconi, certa giustizia ad orologeria si sta dimostrando impressionante. Craxi, Berlusconi, ora Renzi, passando per gente che sul territorio (es. Romano, NCD) che ha avuto avvisi di garanzia il giorno dopo la candidatura... Che ci sia della magistratura politicizzata, di tutti i colori, è ormai cosa nota, tristemente nota.
     
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  9. bacca

    bacca

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    secondo i voleri di chi riesce a manipolarla.
    Non penso esista una vera e propria lobby , tipo le toghe rosse... , però certi gruppi, vedi milano, sono apertamente politicizzati ideologicamente e usano il loro ruolo per fini politici e di carriera personali prima di tutto.
    Violante , Di pietro .................................................................... non voglio fare una ricerca ma l'elenco è lungo.
    Cioè , intendo dire che non esiste una vera e propria regia occulta, ma interessi politici personali che si incrociano con interessi politici di qualche partito, così che si da una mano a quello o quest'altro, colpendo l'altro o l'altro ancora, ma perchè in fondo i magistrati che lo fanno, che si prestano ci credono nel loro ruolo di tutori della giustizia.
    Sono sempre convinto che non esista una regia , ma singoli episodi non organizzati, ma che agiscono insieme.
    Vedi la Bocassino , l'emblema di una vita da PM fatta per indagare Berlusconi. Mica lo fa perchè corrotta, ma perchè ci crede fortemente e lo vuole vedere dietro le sbarre, magari nella speranza di un posto in parlamento, sai un pò mi faccio il nome, un pò conosco ... ci arrivo...

    Il problema è che questi pochi, distruggono l'immagine della magistratura tutta.
    Magistratura che già di suo non gode di credibilità a causa della troppa libertà di inventare la legge(associazione esterna...), e per sentenze a volte scandalose.
     
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  10. bacca

    bacca

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    IL problema grosso, enorme, è che c'è chi crede che in parlamento non ci debbano essere persone condannate o addirittura indagate, cosa che DISTRUGGE la libertà democratica e apre il baratro della dittatura dei magistrati.
     
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  11. GyJeX

    GyJeX

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    La magistratura cederà il passo a Dredd, verrà il giorno, e non è lontano :ninja:
     
  12. Carlos V

    Carlos V

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    Se fossi un magistrato non vorrei mai lavorare a Milano: è un ambiente troppo implicato nella politica, troppo chiacchierato e denso di rivalità e invidie personali per poter fare qualcosa in serenità.
    Detto questo, non penso nemmeno anch'io che esista una lobby di potere, dato che i magistrati possono essere di qualsiasi estrazione politica; le toghe rosse sono un'invenzione mediatica per definire quel gruppo di magistrati che ha svolto indagini su Berlusconi e non è detto che siano tutti comunisti.

    Sul fatto che non ci debbano essere parlamentari condannati sono d'accordo, perché in quanto cittadino pretendo che chi sia al governo e mi rappresenti abbia una certa integrità civica e morale. Certo, magari entrerà nel malaffare una volta seduto al seggio del Parlamento, ma perlomeno può avere la faccia di presentarsi come una persona pulita (e si spera che lo rimanga!) piuttosto che come una persona che ha già compiuto atti illeciti.
    Sul fatto che non ci debbano essere indagati sono d'accordo, ma solo in parte, nel senso che dipende dal tipo di reato e se tutta l'indagine posa su basi solide (fatti, testimoni, ecc.); all'estero i politici si dimettono per quelle che da noi sarebbero considerate inezie e basta uno scandalo tutto sommato non molto "grave" per troncare la carriera di un parlamentare. Ma qui entriamo nel campo della coscienza civica e in Italia sono tutti saldamente ancorati al loro posto.
     
  13. ronnybonny

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    Se il cittadino non vuole pregiudicati non voterà il candidato pregiudicato o la lista con candidati pregiudicati. Ma in nessuna nazione democratica può esistere un vincolo alla libertà di candidatura.
     
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  14. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Un momento, distinguiamo tra pregiudicati, imputati ed indagati!

    Un pregiudicato è uno che è stato condannato per aver commesso un reato. Un indagato è semplicemente uno su cui svolgono indagini. Vi è poi l'imputato che è uno formalmente accusato di aver commesso un reato, il processo poi stabilirà se è vero.

    http://www.studio-avvocato-penale.it/differenza_indagato_imputato.html

    Le indagini inizialmente possono svolgersi su una vasta gamma di persone che poi risulteranno completamente estranee ai fatti oppure in seguito a denuncia indagare su una persona per poi non trovare nulla. Trovo assurdo pensare di sospendere la vita politica di qualcuno soltanto perché indagato, si spalancherebbero sul serio le porte alla dittatura dei magistrati o quantomeno alle denunce tattiche per togliere di mezzo un avversario politico. Non parliamo poi dei turbo-manettari alla Travaglio per i quali appena uno è indagato dovrebbe già iniziare a scontare l'ergastolo. Ma ormai Travaglio è palesemente fuori di testa, quando sostiene che esistono solo colpevoli scoperti e colpevoli non ancora scoperti è pronto per fare il giudice nei tribunali ISIS.

    E' già successo con Bonaccini in Emilia: candidato renziano alle primarie PD, un prode cittadino M5S pensa bene di denunciarlo per rimborsi illeciti pochi mesi prima delle primarie insieme agli altri candidati PD. Fallimento elettorale delle primarie, PD emiliano fortemente indebolito e gogna mediatica sul Grillo Quotidiano coi lettori ad invocare il linciaggio preventivo. Risultato: posizione completamente archiviata perché il fatto non sussiste.

    Un imputato invece, in quanto tale con forti indizi di colpevolezza sulla testa, dovrebbe dimettersi fino al termine del processo.
     
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  15. Eferthad

    Eferthad

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    Esattamente, era uno dei casi cui pensavo quando parlavo di giustizia ad orologeria.

    Comunque, circa la questione eleggibilità, sono d'accordo quando si dice che un indagato può candidarsi e che, in caso sia già stato eletto, non debba necessariamente dimettersi. Discorso diverso per l'imputato, come ben dice Pandrea, che dovrebbe dimettersi fino a fine processo per evitare lo scontro istituzionale. Discorso ancora diverso per il condannato: per essere candidato, il condannato deve aver scontato la pena: in Italia, essendo il nostro sistema carcerario pensato a scopo rieducativo e non punitivo, il condannato, una volta scontata la pena, dovrebbe essere socialmente rieducato e riabilitato.
     
  16. Caronte

    Caronte

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    Curioso come l'esempio negativo che è stato preso è proprio quello della cosidetta magistratura rossa e non, ad esempio, Berruti o Palma.
     
  17. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Vivendo in Emilia è il primo che mi è venuto in mente, proponine pure altri. Questo tralasciando che il M5S tutto può definirsi e si è definito tranne che rosso comunista. E tralasciando anche che qui la magistratura è stata usata come incolpevole randello nello scontro tra M5S e PD.
     
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  18. Invernomuto

    Invernomuto -

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    Per quanto mi riguarda trovo giustissimo che chi ha sentenze di colpevolezza (di rilevanza penale) passate in giudicato non possa ricoprire cariche pubbliche. Quando ti assumono per un lavoro ti chiedono i carichi penali pendenti, non vedo perché non debba valere per un dipendente pubblico...


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  19. Carlos V

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    Il voto è la nostra arma più potente, è vero, ma ritengo sconcertante che certi personaggi disonesti possano ache solo aspirare a ricoprire cariche pubbliche; poi, come ho specificato, dipende molto dal tipo di reato.
    Inoltre il nostro attuale sistema di voto, il Porcellum con le liste chiuse, non consente quella libertà di scelta di cui hai appena parlato, perché i candidati vengono imposti dal partito, per cui bisognerebbe (portando il discorso a limiti estremi) lasciar perdere l'intera lista, ma non so quanta scelta rimarrebbe. Cambiare la legge elettorale sarebbe un grande passo in avanti in questo senso.

    La mia visione è questa:

    Pregiudicato: nessun diritto di elettorato passivo, ma solo se hanno compiuto reati di una certa gravità. Questo impedisce di compiere denunce tattiche (magari su minuzie e faccende di poco conto) da parte della fazione opposta.

    Indagato: può candidarsi perché fino alla conclusione del processo esiste la presunzione di innocenza, ma se la condanna avviene durante il periodo in cui è in carica, il politico deve dimettersi (nessuna immunità parlamentare: la legge è uguale per tutti).

    Imputato: può candidarsi e può restare in Parlamento perché non è detto che venga toccato dalle indagini e potrebbe essere quindi innocente.

    Nessuna dittatura dei magistrati, come vedete, in quanto non si potrà denunciare e processare chiunque.
    Se un politico possiede, ad esempio, un ristorante che non emette scontrini il suo avversario non lo potrà denunciare per evasione fiscale per poterlo escludere dalla carica. I giochi politici sarebbero molto limitati e la magistratura non diventerebbe lo strumento di alcune persone per i loro scopi personali.
     
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  20. ronnybonny

    ronnybonny Moderator Membro dello Staff

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    Hai assolutamente ragione, il mio era un discorso ipotetico senza scendere nello specifico della realtà italiana. Le liste chiuse sono una gran porcata ma fanno comodo ai politici in quanto non devono scucire soldi per fare campagna elettorale. Quanti del M5S sarebbero in parlamento se il voto venisse dato al candidato e non alla lista?
    Qua sono sostanzialmente d'accordo con te ;-)
     
    Ultima modifica: 27 Ottobre 2014

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