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distanza d'ingaggio nell'età napoleonica

Discussione in 'Età Moderna' iniziata da qwetry, 27 Gennaio 2009.

  1. qwetry

    qwetry

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    semplici quesiti

    da che distanza si iniziava ad aprire il fuoco nel combattimento tra formazioni di fanteria in linea nell'età napoleonica?50m?100m?150m?

    si sparava da lunghe distanze(150metri?) con l'obiettivo più di fiaccare il morale che di uccidere?(mi riferisco alla fanteria di linea,non ai volteggiatori)

    c'era una certa distanza di tiro che se oltrepassata si mirava al centro della linea nemica per diminuire la dispersione del tiro?o si mirava sempre e comunque al centro della linea nemica?
     
  2. Antigono

    Antigono

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    Difensivamente, nel senso di contrasto ad un attacco corpo a corpo, era meglio resistere sino a 50 metri, se no si ingaggiava tra i 100 e i 200.

    Si sparava per indebolire la linea nemica inteso come potenza di fuoco, per rompere il morale si andava all'assalto corpo a corpo, che non provocava tante vittime ma faceva spesso crollare il nemico.

    Io so che si mirava sempre al centro, però...
     
  3. Panzer

    Panzer

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    Sì, la tattica era semplicemente quella... Per la distanza d'ingaggio direi anch'io attorno ai 150 metri (i moschetti di allora non tiravano molto oltre)...:humm:
     
  4. archita

    archita

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    secondo alcuni studi sembra che le vittime per fuoco diretto di fila non furono mai tante visto l'imprecisione e la delicatezza dei fucili dell'epoca, anzi spesso si mancava il bersaglio o si inceppavano i fucili stessi ( specie in caso di condizioni climatiche tipo pioggia o neve ), però succedeva anche che le pallottole potevano trapassare la vittima e ferire immediatamente l'altro che gli stava dietro ( le distanze fra un soldato e l'altro erano strette, non più di 3 metri almeno secondo la concezione prussiana che napoleone stravolse creando file di fanterie meno rigide e serrate sopratutto per aumentare l'andatura delle stesse in marcia e in corsa )

    in realtà gran parte dei morti in battaglia avvenivano per le cannonate davvero devastanti sulle masse umane ( le palle non esplodevano di solito, e tranciavano e decapitavano chiunque si trovasse lungo la sua scia di caduta e rotolamento ) e per gli urti alla baionetta :cautious:
     
  5. Antigono

    Antigono

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    Il generale Larrey, medico chirurgo, riscontrò dopo un corpo a corpo francesi vs austriaci, 119 ferite da pallottole e 5 da baionetta (Chandler "Le Campagne di Napoleone" pag. 439).
     
  6. lucared95

    lucared95

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    gli scontri e i combattimenti con le baionette erano pochissimi, la classica immagine di una reparto che avanza con la baionetta spianata è realistico fino ad un certo punto, infatti l'avanzata durava finchè una delle due unità crollava e si ritirava
     
  7. andy

    andy

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    150 metri E' troppo per i fucili dell'epoca se non per quelli , assai costosi, dei fucilieri inglesi, modello Barker che aveva una gittata di 280 metri ed era piuttosto preciso.
    Sennò i fucili francesi, modelè Charleville-Mezierès 1778 avevano una gittata di 120 metri al massimo ma raramente superavano i 95.
    I fucili inglesi erano i Brown Bess,per la fanteria di linea e per tutti i corpi tranne i fucilieri, che avevano una gittata di 91 metri ma era più rapido e semplice nel ricaricamento del suo corrispettivo francese.
     
  8. archita

    archita

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    secondo quanto dice Lucio dottami nel suo sito http://www.bellica.it/armi_individuali1.html

    "Al Fante si consigliava di mirare più in basso del dovuto, in quanto il forte rinculo del Fucile, dovuto alla sua potenza, faceva immancabilmente alzare la canna nel momento dello sparo.
    Ora è evidente che con tante operazioni da compiere la cadenza di tiro fosse estremamente bassa, infatti solo i più esperti veterani riuscivano a sparare 4/5 colpi al minuto, per tutti gli altri tale media scendeva a 2 colpi al minuto.
    Poteva inoltre capitare che con una media di una volta su sei il colpo non partisse e nel fragore e ardore della battaglia il Fante non se ne accorgesse, determinando così un doppio caricamento, oppure che i più inesperti, nella fretta, dopo aver infilato la palla dimenticassero di estrarre la bacchetta dalla canna con conseguenze drammatiche sia per l'arma che per il tiratore stesso.
    Alla stessa maniera un soldato maldestro, o poco incline ad assorbire il forte rinculo del fucile, poteva rovesciare la maggior parte della polvere da sparo a terra con conseguente diminuzione di potenza del colpo.
    Gli stessi Comandanti Francesi facevano trascurare spesso le esercitazioni di tiro alle loro truppe, in parte per risparmiare munizioni e in parte per evitare inutili perdite di vite umane (non era raro che le canne potessero scoppiare uccidendo lo stesso tiratore) il cui sacrificio era più utile sul campo di battaglia.
    Del resto la dottrina militare francese dava più importanza al fuoco dell'Artiglieria per aprire varchi nelle file nemiche; al Fante era richiesto di inoltrarsi in questi varchi con la baionetta inastata risolvendo così gli scontri corpo a corpo. "

    inoltre l'assalto alla baionetta doveva essere comunque l'attimo culminante e decisivo dello scontro, l'unità che meglio riusciva a rimanere serrata e ben comandante doveva annientare le file nemiche scompaginate da artiglieria e dai primi tiri di fuoco e talvolta la carica alla baionetta si usava per cercare di cambiare la sorte di una situazione molto difficile come è successo a Marengo :approved:
     
  9. Antigono

    Antigono

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    Archita, questo che citi è praticamente la scopiazzatura del Chandler che io ho citato nel messaggio precedente, per l'esattezza del capitolo 32.
    Capitolo in cui dice chiaramente che i morti e i feriti per la carica alla baionetta erano pochi rispetto ai morti per fuoco (anche perché, ad esempio, la qualità dell'acciaio delle baionette spesso era scarso, tanto che tendeva a piegarsi).
    Se permetti per ma fa molta più fede un esimio (e famoso) studioso si arte bellica napoleonica che un sito internet.
    Poi nessuno sostiene che la carica alla baionetta non fosse risolutiva, solo che provocava principalmente la fuga del nemico, non molte perdite.

    P.S. A Marengo a un certo punto scoppiò un carro delle munizioni austriaco creando un attimo di confusione, in quel momento Kellermann Jr caricò, con la cavalleria, il fianco sx austriaco. Si pensa che fu questa carica a decidere la battaglia.
     
  10. Antigono

    Antigono

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    Sempre nello stesso capitolo 32 del Chandler si cita una prova di tiro dei Prussiani a 230 metri (25% dei colpi a segno), 160 metri (40%) 80 metri (60%), però questo può essere un errore di traduzione.
     
  11. Maglor

    Maglor

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    per chi non lo conoscesse consiglio di dare un'occhiata...

    http://napoleonistyka.atspace.com/infantry_tactics_2.htm

    è molto ben fatto e copre tutti gli aspetti militari facendo riferimento ai lavori di svariati studiosi... se poi volete approfondire c'è sempre il mitico chandler già citato da antigono... :D
     
  12. archita

    archita

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    sicuro, la carica di Kellermann ebbe un ruolo decisivo ma prima di esse, la battaglia si svolse anche con furiosi assalti alla baionetta dalle rispettive parti come la carica della fanteria di Desaix :cautious:
     
  13. Mikhail Mengsk

    Mikhail Mengsk

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    Da quello che ho capito:

    - buona parte delle vittime in battaglia era dovuta al fuoco delle artiglierie

    - un'altra discreta parte dal fuoco di fucileria e dalle cariche di cavalleria (le cui perdite probabilmente non sono contate nell'insieme delle "ferite da baionetta" altrimenti non si spiega il 2%...)

    - poche erano causate dalle baionette, ma la carica alla baionetta spesso dava il colpo di grazia ad un nemico già provato dai primi tre fattori (artiglieria, fucileria e cavalleria), e quindi alla fine nonostante le poche perdite inflitte era comunque la "tattica decisiva"

    C'ho preso?
     
  14. qwetry

    qwetry

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    pensi a un errore di traduzione perchè non ti sembrano dati veritieri?
     
  15. Antigono

    Antigono

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    Quasi,
    non sarei sicuro ma artigleria e fucileria facevano più o meno gli stessi danni.
    Anche la cavalleria serviva a dare il colpo di grazia, prima "disturbava" la fanteria costringendola a mettersi in quadrato per poi essere presa di mira dal fuoco, poi c'era la carica una volta che il nemico fosse ammorbidito (solitamente o di fanteria, di fronte, o di cavalleria pesante, ai lati).
    La cavalleria leggera inseguiva le truppe in rotta.
    Al massimo la cavalleria, anche quella leggera, caricava direttamente schermagliatori o batterie.
    Poi chiaro che tutto era possibile di variazioni, ad Eylau la cavalleria ha caricato e sfondato di fronte tre linee di russi, per esempio.
     
  16. Antigono

    Antigono

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    No, perchè di fucili, antichi o moderni, non ci capisco un tubo, e gli unici dati che ho sono quelli. Siccome coi numeri spesso nelle traduzioni si perdono, non so valutare in rapporto ad altri dati se sono sbagliati o giusti.
     
  17. Antigono

    Antigono

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    Qwetry e MM, si vi interessano queste cose compratevi il Chandler "Le campagne di Napoleone". Deve essere fuori in economica Rizzoli. Due volumoni a poco prezzo (20,00 € ?): ottimo investimento :approved:!
     
  18. qwetry

    qwetry

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    ce l'ho:),però causa poco tempo libero finirò di leggerlo quando sarò in pensione:piango:(se la mia generazione andrà mai in pensione)
     
  19. generalkleber

    generalkleber

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    dati... a caso :)

    Avevo un amico, esperto del periodo, che aveva fatto dei calcoli in realzione ad una discussione analoga. Non rammento i calcoli ma rammento le conclusioni.
    Il fuoco si apriva tra 70 e 50 metri. A 100 mt un'arma francese che tirasse verso una caasa di due piani aveva il 50% di colpire la casa. Tirando verso una linea di fanti la percentuale a 50-70 mt calava al 30%. Di questi solo una parte era capace di inibire _subito_ l'avversario colpito (escludendo ferite non mortali al momento e buchi nei cappelli). I dati che forniva era che meno del 12% dei colpi arrivava a segno utile _in quel momento_ (escludendo pertanto le ferite che avevano conseguenze gravi per motivi di limiti della capacità di cura all'epoca). Questi dati si riferiscono alla prima scarica: fumo e limiti di caricamento abbassavano la percentuale ai tiri successivi. Questo significa che all'incirca su 100 fanti che sparavano in linea 8-10 colpi fermavano altrettanti avversari. Sembra poco ma in realtà è una cifra assai alta. Ho idea che in pratica, per l'emozione del momento, il numero dei colpi a segno fosse ancora minore etuttavia resta una percentuale assai alta egualmente. Se guardiamo le cose dal punto di vista di chi prende i colpi, si tratta di una percentuale spaventosa: un battaglione di 500 uomini fresco, che sbuca dalle linee senza aver subito precedente fucileria e cannoneggiamento, che attacca 200 uomini in linea perderebbe, per il solo fuoco dei fucili, qualcosa tra 16 e 20 uomini al primo tiro e tra 6 e 12 il secondo tiro. Se ci fermiamo solo a questi dati perderebbe tra 22 e 32 uomini. Questo significa una percentuale di perdite che va dal 4,4 al 6,4: è una cifra altissima: una battaglia era sanguinosa quando aveva il 10% delle perdite, un massacro se arrivava al 20%. La battaglia della Moscowa ebbe percentuali di perdite intorno al 15%. Percentuali del 4,4/6,4% in un solo minuto di combattimento, per il solo fuoco dei fucili, sono assai elevate.
     
  20. Antigono

    Antigono

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    Beh, ma questi dati (4,4/6,4% di perdite in un solo minuto di combattimento) dimostrano che non si apriva sempre il fuoco sotto i 70/80 metri. Capisco per contrastare un assalto alla baionetta, ma quando lo scontro a fuoco andava avanti 10/15 minuti simili percentuali avrebbero ridotto i contendenti del 50%. Mi sembra troppo, c'erano anche degli scontri più lontani.

    P.S. mi spiego, con queste perdite era illogico iniziare uno scambio di fucilerie, tanto valeva sparare e andare subito alla prova dell'assalto alla baionetta.
     

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