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DAK Gdr addestramento

Discussione in 'Off Topic' iniziata da auricaesar, 22 Giugno 2015.

  1. auricaesar

    auricaesar

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    Erwin Von Rammenstein, Erik Dahl e Marco Santi, campo addestramento Wehrmacht, Nei dintorni di Monaco
    Il solito gelo tedesco scalfiva i volti delle reclute tedesche. Circa 10 ragazzi erano stati montati su un autocarro VolksWagen e portati a Monaco, capitale della Baviera e santuario del Fuhrer, per l'addestramento.
    La neve era dappertutto, in quel freddo 11 Dicembre del 1940. Scesi dalla macchina, si accorsero di non essere soli: circa altri 5 trasporti avevano scaricato un corrispondente numero di persone, circa 50, che erano spaesate.
    Ad un certo punto suonarono le trombe, e tutti, pur non capendo cosa facevano, si disposero in due rozze colonne volte a formare un corridoio umano. Al centro passava un ufficiale, alto con capelli rasati scuri e folte sopracciglia.
    Si fermò al centro della fila, portò la sua mano destra al berretto e dichiarò:
    Sieg Heil!
    In risposta a quel grido, tutti i ragazzi lo imitarono.
    Proseguì poi a parlare, con una voce che incuteva rispetto e timore
    Io sono l'unterfeldwebel Gregor von Grackenstein, vostro unico padrone e signore dopo il nostro beneamato Fuhrer. Da oggi in poi, fino al campo di addestramento specializzato, le vostre frasi inizieranno e finiranno con una sola parola, "Herr". Ci siamo intesi?
    Herr, Ja, herr.
    Risposero sempre coralmente gli uomini.
    Ognuna di voi, carognette della prima ora, ha ricevuto un foglio prima di venire qui: lì c'è scritto lo zug di addestramento dove vi dovrete recare. Verrete assegnati ad uno dei miei unteroffizier, che si curerà di trasformarvi da escrementi secchi a veri soldati. Ricevuto?
    Herr, certamente, herr.
    Bene, potete andare.
    I foglietti erano chiari: Erwin von Rammenstein I zug d'addestramento, Erik Dahl IV zug d'addestramento, Marco Santi X zug d'addestramento.

    Hiroaki Hikonojo, pista di atterraggio e addestramento della Regia Aeronautica, Tripoli
    Il calore della Libia era terribile, anche d'inverno. Lo sapeva bene lui, veniva dalle montagne asiatiche e dal caldo umido della giungla, passando per il piccolo deserto spagnolo. Ma quello no, non vi era paragone sulla terra, il Sahara era gigantesco, sabbia, sabbia, oasi, sabbia. Pur trovandosi in una città, Tripoli, non riusciva a non notarlo. Il campo di addestramento era fuori paese, tra le dune, ci arrivò con una vecchia Fiat da trasporto. I piloti italiani, diffidenti, lo lasciarono davanti al cancello senza dire nulla. Da lì fu portato nell'ufficio dell'ufficiale di comando.
    Benvenuto in Libia, pilota, in questo campo conoscerà le nozioni di combattimento fondamentali in volo. Mi riferiscono che ha avuto già esperienze con un CR.42 in Spagna, il suo nome?

    Giuseppe Lega, campo di addestramento corazzato, nei dintorni di Napoli
    I ragazzi furono tutti radunati in uno spiazzo davanti ad un palchetto, sul quale stava sull'attenti il Ras cittadino, affiancato da un ufficiale.
    Saluto al duce!
    A noi!
    Giovani fascisti, camicie nere, quest'oggi vi è stata data la possibilità di servire la patria. Sono sei mesi ormai che l'Italia è entrata in guerra con le potenze plutocratiche, guerra che sta vincendo e vincerà!
    Sììììì! A noi A noi A noi! Eia Eia Alalà!
    Questa vittoria necessita di forze, giovani ed energiche, che vengono da voi e solo da voi! Al fine di concretizzare questo aiuto, verrete addestrati. Voi, fior fiore della giovinezza italiana, siete i benvenuti nella neo-formata divisione Ariete. Ad ognuno di voi è stato fornito il numero del reparto a cui siete stati assegnati. Lì riceverete indicazioni di camerata ed uniformi.
    Saluto al duce!
    A noi!

    Negli scomposti gridi patriottici e la banda che suonava giovinezza, Giuseppe trovò gli uomini del suo reparto, IX battaglione corazzato, e del suo plotone, pronti a dirigersi verso la camerata

    Giovanni Testa, uffici di reclutamento, Littoria (attuale Latina)
    La casa del fascio, come sempre, era una simpatica coreografia: due fasci scolpiti si ergevano a scorta del portone principale, lasciando intravedere molti uomini in camicia nera e fez discutere animatamente e salutare il duce. Ad un certo punto, sembrava quasi che essi alzassero il braccio destro per ogni motivo, pur futile che sia.
    Erano le lucubrazioni mentali di un cervello quasi fuso, al terribile caldo che caratterizza ogni cittadina Sud Italiana alle due del pomeriggio. Nonostante ciò, una enorme folla di ragazzi sui vent'anni affollava la piazzetta lì, davanti alla sede di partito, per soddisfare il loro primario desiderio: arruolarsi.
    Giovanni non ci poteva credere, dopo circa mezz'ora era arrivato alla fine, dove un gerarca stanco e perduto nei suoi pensieri chiese, inanimatamente: Nome e cognome?

    Sir Edward James
    Al Cairo c'era molto movimento: ai tipici mercati, di reliquie false e non, si aggiungevano gli alti comandi dell'esercito e le tende dei rifornimenti.
    Edward scese dall'aereo coprendosi la faccia per pararsi dal sole. Ad aspettare lui e i ragazzi della sua squadra vi era un sottufficiale che, senza parlare, li condusse ad un parco mezzi. Molte altre reclute erano lì, disposte in varie colonne, ammirando le bestie d'acciaio che avevano davanti.
    Improvvisamente il graduato si girò:
    Signori, Vi dò il benvenuto nella più famosa divisione britannica. Vi presento in questo momento l'11 ussari.
    Ora vi dividerete, secondo istruzioni che verranno impartite dai vostri nuovi comandanti di carro, in gruppi da cinque, sarete: un cannoniere, mitragliere, radiotelegrafista, comandante e pilota. Via, via, via!
     
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    Ultima modifica: 22 Giugno 2015
  2. Erik_il_Rosso

    Erik_il_Rosso

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    Erik guardava divertito le altre reclute, tutte impettite e intirizzite sotto la neve. Sembravano avere molto freddo. Lui invece se ne stava tranquillo, completamente a suo agio. Probabilmente ciò era dovuto alle sue origini nordiche: suo padre Olav diceva spesso che "nelle vene dei norvegesi scorre ghiaccio", soprattutto quando era ubriaco e affermava di "doversi scaldare un po", a mo' di scusa. Il viaggio sul Volkswagen non era stato esattamente dei migliori, come d'altronde la compagnia. Non ricordava il nome di nessuno dei suoi compagni, perché durante le presentazioni ancora rimuginava sulla piacevole notte passata in compagnia di Ewa, la sua ragazza. Sperava di riuscire di mettere da parte un gruzzoletto sufficiente a sposarla, per quando sarebbe ritornato. Sempre se fosse tornato. Questi erano stati i pensieri che gli frullavano in testa alla partenza. Tuttavia, dopo qualche ora di viaggio, aveva riposto l'attenzione sui compagni di viaggio. Aveva condiviso il retro dell'autocarro con altri quattro individui, due dei quali assolutamente ordinari e del tutto non interessanti, mentre i restanti due avevano attirato la sua attenzione. Uno, grassoccio e dai capelli ramati, aveva un portamento decisamente aristocratico, osservazione confermata dall'abbigliamento ricercato e dal nome altisonante, che ricordava a malapena, Erwin von qualcosa. Che ci faceva uno come lui tra loro, semplici popolani? Uno del suo ceto sociale avrebbe iniziato la carriera come ufficiale, non come soldato di truppa... ma questo pensiero lo aveva stufato presto, ed era passato ad osservare l'altro individuo, un ometto basso e con qualche chilo di troppo: portava un paio di occhialetti da intellettuale, e non sembrava tedesco. Italiano, forse, tirò ad indovinare Erik. Ad ogni modo, non aveva l'aspetto da soldato un soldato, giudicò. I suoi pensieri erano stati interrotti bruscamente dall'arrivo al centro di addestramento e le urla degli ufficiali che gli ordinavano di scendere. Ora, dopo le presentazioni del loro ufficiale e la distribuzione del foglietto con su scritto lo zug di appartenenza, Erik si concesse un momento di contemplazione del campo. In mezzo alle grosse strutture in lamiera e i veicoli in movimento, centinaia di reclute e ufficiali si muovevano infreddoliti, come tante formiche operose. Si aggiustò la sacca da viaggio, perlopiù vuota, sulla spalla, estraendone il berretto nero da carrista che gli aveva regalato lo zio prima di partire. Si smosse i capelli per rimuovere la neve che li aveva ricoperti, e infilò il berretto. Poi, a passo veloce, si diresse verso quella che i cartelli indicavano come la direzione per il quarto zug.
     
  3. Dixie

    Dixie

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    Il giovane Beppino, in mezzo a tutti quei Napoletani, si era trovato fortemente spaesato fin dal suo arrivo al Campo di Addestramento. Dopo il discorso dell'ufficiale e la concessione dell'uniforme e della camerata, il Giovine si avvia verso i suoi compari, probabilmente tutti del posto e nessuno della Romagna.

    "We 'lora? cum avem da fe e què cun sta roba strena? quand'è cum potes andè a fè un pò di vera quela?"

    Sguardi ebeti, tutti indirizzati verso di lui. Beppino sospirò.

    "dico...come va? quando si inizia? piacere Giuseppe, chiamatemi Beppino..."

    Dice verso i suoi compagni di addestramento, dopo tutto sarà molto probabile che saranno gli stessi che lo seguiranno ovunque sarà mandato per l'onore della Patria e per il volere del Duce.
    Una volta dentro la camerata il giovane Beppino sistema le sue poche cose che si è portato con se: un libro scolastico di inglese, camice di ricambio, braghe, pantaloni, scarpe di ricambio, il vestito della domenica per andare a messa, due fiaschette che attirano subito l'attenzione di tutti.

    "queste son per festeggiare, sposta e sguerd..."

    Non sono per oggi a quanto pare.

    "allora...che raccontate?"

    Inizia a informarsi sui suoi compagni di addestramento, giusto per fare un pò di cameratismo.
     
  4. ivaldi79

    ivaldi79

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    Arrivato nel tardo pomeriggio nella base aerea di Tripoli su una Fiat 626 che si era fermata ben due volte per problemi "tecnici",scaricato dall'autista sul cancello, Hiroaki con i vestiti tutt'altro che puliti e con un bagaglio a mano si diresse verso l'ufficio del commandante.

    Prima di entrare spense la sigaretta sulla porta sgretolandola bene e rovinando più che poteva la porta poi spalancò la porta e si diresse verso la scrivania dove era appostato l'ufficiale,si notò subito il suo atteggiament spavaldo e arrogante con la sua Wakizashi rubata a qualche cadavere durante la guerra sino-giapponese, fece un saluto con la testa poiil commandante incominciò a parlare:

    "Benvenuto in Libia, pilota, in questo campo conoscerà le nozioni di combattimento fondamentali in volo"

    il giapponese restò fermo e con lo stesso sguardo impassibile, quindi l'ufficiale continuò:

    "Mi riferiscono che ha avuto già esperienze con un CR.42 in Spagna, il suo nome?"

    con il suo accento giapponese pronuncio

    "mio nome è Hiroaki Hikonojo" fece una pausa poi Hiro continuò "Ho guidato un CR32 non CR42".
     
  5. Basileus

    Basileus

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    Edward osservò i mostri d'acciaio allineati. Il caldo, diverso da quello indiano a cui si era abituato da bambino, permeava ogni cosa creando un alone di aria torrida attorno ad essi. Con il braccio si asciugò le prime gocce di sudore che cominciavano ad imperlargli la fronte, quindi prese la sua sacca e si diresse verso il tank a cui era stato assegnato. Giunto lì appoggiò il suo bagaglio ai cingoli del mezzo osservando le altre tre figure che si avvicinando. Quando furono accanto al mezzo tese la mano e con un sorriso sul volto "Signori piacere di conoscervi, Edward Beauchamp".
     
    Ultima modifica: 25 Giugno 2015
  6. Daniel Morrison

    Daniel Morrison

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    "Mi chiamo Giovanni Testa, questo è il mio documento d'identità"

    Sempre più svogliatamente il gerarca iniziava ad annotare le generalità del ragazzo. Ma a Giovanni non importava, i suoi pensieri erano già rivolti verso terre lontane, ad avventure che aveva solo potuto leggere nei libri dei reduci della grande guerra.

    "....Mi ascoltate o no!?" Disse con voce stizzita il gerarca che tentava di richiamare l'attenzione del giovane sognatore.
    "Si eccellenza?!" ... "Camicie Nere o Regio Esercito?" ... "Regio Esercito!" Rispose Giovanni senza esitare! Apprezzava il regime, ma era nettamente più devoto al Re, alla patria, la sua non era una battaglia d'idee quanto più una voglia di ripercorrere le orme del padre e rendere onore alla sua amata Italia.
     
    Ultima modifica: 23 Giugno 2015
  7. auricaesar

    auricaesar

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    Dai ragazzi, sono due volte che ve lo dico: i PNG li gestisco io. A Daniel posso chiudere un occhio, perché quelle erano le domande dei reclutatori, ma Basil, ti prego di cancellare le parti dove parlano i PNG, grazie.
     
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  8. auricaesar

    auricaesar

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    Erik Dahl
    La camerata del suo zug era un grigio e lungo edificio ricoperto dalla neve. Il freddo gelava il sangue, e tutti si affrettarono ad entrare. Accanto alle proprie rande vi era appoggiata la tipica uniforme in feldgrau con la bustina del medesimo colore. Un baule, con armi e materiale vario, vi era ai piedi di ogni letto. In fretta tutti indossarono l'uniforme da campo e si allinearono. Dopo dieci minuti circa suonò una campanella (anche se sembrava più una pentola sbattuta ripetutamente), ed entrò dentro un ufficiale, alto, sulla quarantina, con passo cadenzato e frustino in mano.
    Heil hitler!
    Urlò d'improvviso, fermandosi in fondo alla fila
    Sieg Heil!
    Risposero in coro i camerati. Come un automa, esso si girò e, più lentamente di prima, prese a passeggiare in lungo.
    Presentiamoci: io sono lo stabsgefreiter Rudolf Herrlinger, rappresentante ,per potere conferitomi dal nostro grande fuhrer, della wehrmacht in questo ridicolo zug. Potete chiamarmi anche Canile, dato che devo addestrare voi luride cagnette della prim'ora a diventare dei fieri pastori tedeschi...
    Si volto un attimo a destra, osservò l'orologio e constatò, come tutti nella sala, che erano le otto di sera.
    Beh, forza, cosa aspettate? Indossate l'uniforme che non vi meritate nemmeno, caricatevi quanto più equipaggiamento possibile e prendete la vostra gavetta. Si cena. A chi fa cadere una sola piccolissima cosa, sia un foglio di carta o un fucile, farò rimpiangere di non avere un mp40 nel culo. Forza forza forza.
    Giuseppe Lega
    Scapì qua, il nordeis parl n'dialetto chi au Sud

    Oè, non litighiamo. Simm italliani e parlamm'italiano.
    Cosa che comunque vi obbligherò a fare...
    Una voce ruppe l'imbarazzante situazione, accompagnata da una più giovane.

    Aaattenti!
    Tutti sbatterono i tacchi a terra e si misero sull'attenti. Videro avanzare un giovane sottufficiale in uniforme sahariana
    In riga e fuori, inizia l'addestramento. Niente domande. Prendete posto al poligono.
    Hiroaki Hikonojo
    L'ufficiale lo squadrò per bene, prima quasi divertito, poi terribilmente serio.
    Fino a nuovo ordine, e qui li dò io, tu HAI pilotato un CR.42, va bene? Non solo permettiamo che voi musi gialli possiate arruolarvi nella nostra santa Aeronautica, ma poi dovete pure insubordinarvi? Ora lei, per una settimana, invece di pulire il motore degli aerei pulirà le latrine e dormirà a terra. Esegua.
    Giovanni Testa
    Il gerarca sorrise, le numerose pieghe di pelle sulla faccia grassa si ingrossarono
    Ohohoh! Mi faccia il piacere!
    Fermò la risata e continuò, sorridendo sul faccione bonario
    Onestamente, uno come lei lo vedo un po' sprecato sulle scatole di sardine, così le chiamano. Ha un fisico perfetto, il perfetto modello di italiano. Guardi...
    Fece agitando un bigliettino che estrasse da sotto il banco
    Io le dò un'occasione. Passi qui stasera, prenda l'autobus per Tarquinia e si rechi all'indirizzo qui indicato. Se non le piace può pure ritornare, ma non credo che lo farà. Il prossimo.
    Giovanni osservò il biglietto:
    Folgore paracadutisti
    Sede: Tarquinia
    Arruolamenti dalle 9 alle 12 dalle 15 alle 19.
    Erwin Von Rammenstein
    Erwin arrivò affaticato alla sede del suo zug, e non venne accolto molto bene. Un rabbioso ufficiale lo attendeva sulla porta Soldato Rammenstein! Tu da ora, oltre a essere denominato Herr lumaca, andrai alle torri di guardia e per questa notte sarai di corvée! Sappi che questo zug non tollererà altri ritardi!
    (Ho tenuto conto del ritardo nella risposta) detto questo gli lanciò l'uniforme in feldgrau e un fucile. Sbattendo furiosamente la porta.

     
    Ultima modifica: 25 Giugno 2015
  9. Erik_il_Rosso

    Erik_il_Rosso

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    "Forse questo lurido posto è conciato meglio di quanto non fosse il mio vecchio posto di lavoro..." disse tra sè Erik. Ignorando gli altri compagni di camerata, si scelse una randa il più lontano possibile dalla porta, posando poi la sacca e gli altri effetti personali nel baule di fronte al letto. Rimpianse di dover posare il berretto da carrista dello zio, in favore di una bustina molto meno familiare.
    All'entrata dell'ufficiale si mise rapidamente sull'attenti, insieme a tutti gli altri.

    All'ordine di "Canile", Erik si rese improvvisamente conto di avere fame: non mangiava da quella mattina. Si ritrovò a pensare alla sbobba che mangiava abitualmente a casa, e sperò che quello che gli avrebbero servito almeno non fosse peggiore.
    Indossò velocemente l'uniforme e stipò quanto più equipaggiamento potè nello zaino, poi si diresse, in fila con gli altri, verso quella che immaginava dovesse essere la direzione per la sala mensa, ripensando con un misto di disgusto e terrore riguardo all'allusione di Canile su un MP40 e il suo deretano...
     
  10. Dixie

    Dixie

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    Il giovane Romagnolo di vede apostrofare in dialetto anche dai suoi commilitoni e nell'onda del cameratismo si lascia sfuggire

    "sti terun..."

    ma poi giunge un Ufficiale con uno al seguito, richiamando l'attenzione per se.
    Beppino si mise subito sull'attenti, sbattendo i piedi per terra e i tacchi. L'ordine arriva chiaro e il giovine Romagnolo prese quanto gli serviva per l'uscita e si avviò di buona lena verso il poligono, non mancando di scambiare due parole con i suoi compagni.

    "we, perchè e tiro? nun dovrem far muovere delle Motorette?"

    Quello che il romagnolo intende con motorette sono gli autocarri militari e i rimorchiatori, dato che è alla sua prima esperienza in un Campo di Addestramento e non sa che anche li potrebbe usare un Carro Armato.
    Una volta arrivato al Campo di Tiro, il giovine si fa avanti, saluta l'eventuale addetto alle munizioni/armi e chi è resente con il saluto Militare e poi...

    "we, ci hanno ordinato di venir qua..."

    afferra l'ovvio un attimo, dopo tutto è la sua prima volta.
     
  11. Pandrea

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    Von Rammstein si diresse verso la torre di guardia, borbottando quando fu sicuro di non essere sentito "Rammenstein sarà quella bagascia di tua sorella"
     
  12. Basileus

    Basileus

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  13. Daniel Morrison

    Daniel Morrison

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    Giovanni era titubante, pensò:"Paracadutisti?! Ma io non sono mai stato su un aereo in vita mia! Magari è solo un modo per far intendere una preparazione speciale!"
    Alla fine si decise, l'indomani sarebbe andato a Tarquina e chi vivrà vedrà.
     
  14. ivaldi79

    ivaldi79

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    Hiroaki dopo essere stato rimproverato dall'ufficiale provava un senso di umiliazione e ira mentre lo fissava col suo unico occhio, nella sua mente stava gia pensando di sguainare la sua Wakizashi e tagliarli la giugulare,ma dopo sarebbe stato lapidato come minimo e non era questo che voleva, quindi si calmò e rispose all'ufficiale:

    "Egeguo,signore"

    Detto questo salutò e si diresse a fare il suo dovere, quando chiuse la porta dell'ufficio tirò uno bello sputo su essa e se ne andò.

    Ogni giorno che passava era sempre più umiliato e colmo di ira a tirare su la merda targata italia e il calore non aiutava, anzi peggiorava la situazione nelle latrine aumentando l'odore nauseante .
    Passati i sette giorni di punizione andò a fare rapporto all'ufficiale.
     
  15. auricaesar

    auricaesar

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    Erik Dahl
    La mensa era affollata, circa tre zug si suddividevano nelle varie tavolate. Tutti mangiavano in modo veloce e vorace. Piuttosto imbarazzato, il quarto zug notava che era l'unico con tutto l'equipaggiamento addosso, osservati ed additati da tutte le latre reclute.
    Beh, allora...
    Ruppe il santo silenzio del mangiare un ragazzo sulla ventina, mentre masticava un pezzo di costata di maiale
    Cosa ci raccontiamo? Voi chi siete?
    Impara a farti i fatti tuoi.
    Mormorò un più giovane, ma infinitamente più altezzoso, ragazzo, mentre sorseggiava un bicchiere di birra
    Tu piuttosto sta zitto!
    Poi il ventenne si voltò, le rosee guance ricoperte da lentiggini sorridevano ai soldati suoi compagni.
    Non badate a lui, parliamo di qualcosa!
    Entusiasta, osservava tutti, cercando risposte.
    Hiroaki Hikonojo
    Lo stesso ufficiale che si era tanto arrabbiato perlustrò le latrine per tutta la settimana, più di qualche volta umiliò ulteriormente Hiroaki mostrando in pubblico le poche inefficienze del suo lavoro, additandolo come "muso giallo-occhi stretti". Ma alla fine del periodo arrivò con immensa soddisfazione nella camerata di Hiroaki
    Pilota Hikonojo, la devo avvertire che il suo lavoro qui, nei cessi, è finito. Ha recuperato, pur in modo precario e quasi insufficnete, il peccato di hibrys che ha avuto. La aspetto tra cinque minuti al campo di aviazione qui fuori. Via! Via!Via!
    Giuseppe Lega
    L'addetto alle armi fornì una pistola ad ognuno nel plotone
    Aho, stemo a scherzà! Io co' queste ci ammazzo i piccioni, mica gli inglesi!
    E io ammazzerò te se non esegui gli ordini

    Il sottufficiale diede un serio schiaffo dietro la nuca al romano, guardando truce tutti gli altri
    Forza, ognuno di voi ha una posizione. Prendete posto eseguendo questo passo...
    Poggiò la sua gamba destra davanti, si mise lateralmente in modo da estendere il braccio con la pistola alla massima lunghezza, voltò la tesa verso il bersaglio e sparò. Centro pieno.
    E fate fuoco. Poi userete la copertura che avete davanti...
    Si mise dietro ad una cassa e si sporse prima verso destra, poi in alto facendo emergere solo la mano, e infine a sinistra.
    E fate fuoco. Fra poco vi addestrerò nell'avanzare. Può sembrare strano, ma è molto più difficile dello sparare, eseguite.
    Edward Beauchamp
    Il sottufficiale comandante di carro indossava la cuffietta tipica dei carristi ed un paio di occhialini da guida.

    Lei deve essere il radio telegrafista?
    Disse puntando il dito verso Edward
    Bene, come ho spiegato in sua assenza, ognuno di voi si recherà al proprio padiglione di addestramento. Lì starete per circa due settimane. Alla fine verrà l'addestramento sul campo, e poi la guerra. Saluti.
    Poi si girò e andò verso la tenda ufficiali.
    Giovanni Testa
    Una lunga pista rappresentava il fulcro della base di addestramento della brigata paracadutisti. All'interno marciavano compatti gruppi di cinquanta persone, ognuno con bandiera e ufficiale in testa. Accanto al cancello principale vi era l'insegna ufficio reclutamenti, che conduceva ad un altro edificio con gabbiotto e banchetto, in cui un ufficiale prendeva le richieste: cinque giovani erano in coda.
    Erwin Von Rammenstein
    A Monaco faceva freddo, sulla torre soprattutto. Il freddo era solo la minima parte della tristezza di quel luogo: il buio, illuminato da una sola lampadina, finiva davanti alle mense; il rumore e la luce di quei luoghi deprimeva Erwin, costretto a sentire anche due vecchi veterani che mormoravano ai piedi della torre.
    Ehi, ma chi c'è lì sopra?
    Una recluta, del I zug. E' arrivata in ritardo...
    Bachel sa essere terribile.
    Altro che, e non è indulgente per nessuna ragione. Ehi ma che?
    Due grossi fari infrangevano il buio, una macchina si avvicinava.
     
    Ultima modifica: 26 Giugno 2015
  16. Dixie

    Dixie

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    Il buon Beppino osserva la Pistola per la prima volta, avendo tirato sempre e solo con un fucile.

    "beh...la base le quela..."

    la base sarà la stessa dopo tutto: grilletto e mirino e bum!
    Osserva l'addestratore e copia le sue mosse mentre le esegue, giusto per provare. nota il centro fatto con il primo sparo, annuisce impressionato.
    Quando tocca a lui, dopo un attimo in cui prende un bel respiro, si lancia all'azione.

    come prima cosa emula la posa per il primo colpo e, una volta che si sente pronto, trattiene il respiro e spara il primo colpo.

    non sta a guardare il suo risultato e poi va subito al secondo step, forse con un pò troppa foga e di fatti sbatte il ginocchio contro la cassa

    "ahio, boia giuda..."

    ma non demorde, prende la mira e spara ancora.

    una volta finito, si avvicina a un compagno e....

    "ma, e le Motorette?"

    si chiede, dopo tutto lui aveva chiesto di far parte dei Carristi.
     
  17. ivaldi79

    ivaldi79

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    Hiroaki Hikonojo

    Era ancora seduto Hiroaki quando l'ufficiale dopo averli dato il comunicato se ne andò al campo di aviazione , era ancora colmo di rabbia per quelo soprannome "muso giallo-occhi stretti" visto che di occhi ne aveva solo uno, dopo averci pensato un pò guardò l'orologio e vide che era il momento di avviarsi, si alzò e si mise una canotta, infine accese una sigaretta e si avviò al campo.
     
  18. Basileus

    Basileus

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    Edward fece il saluto quando il sottufficiale si allontanò per poi rassarsi subito dopo. "Signori" disse accendendosi una sigaretta presa da un portasigarette in metallo "è stato un piacere fare la vostra conoscenza, ci rivedremo tra due settimane per ammazzare tedeschi" offrì ai compagni i piccoli bastoncini di tabacco quindi si diresse con i suoi effetti personali verso il padiglione telegrafisti
     
  19. Daniel Morrison

    Daniel Morrison

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    Giovanni si mise in fila, nonostante svariati pensieri gli passassero per la mente ormai aveva deciso, il suo destino doveva essere quello. Le persone davanti sembravano fatte con lo stampino, tutte uguali, alti, fisico possente e definito; Giovanni che aveva si un buon fisico ma non ai livelli delle persone che aveva davanti si sentiva un po' a disagio, ma sapeva di poter compensare questa mancanza col suo infinito spirito combattivo.
    Arrivato il suo turno fece il saluto al sergente addetto al reclutamento e diede le proprie generalità, successivamente si mise in riga insieme ai suoi nuovi camerati. Cosa riserverà il futuro?
     
  20. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Erwin prese il megafono e, tenendo saldamente il mitra con l'altra, abbaiò in direzione della macchina "State entrando in una zona riservata, identificatevi o saremo costretti ad aprire il fuoco".
     

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