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Cosa rischia un dipendente privato se diventa socio in una società?

Discussione in 'Off Topic' iniziata da mazzocco, 27 Aprile 2010.

  1. mazzocco

    mazzocco

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    Ciao a tutti, facio questa domanda prevalentemente rivolta a esperti di legge, ma chiunque sia in grado di aiutarmi mi farebbe un grosso favore:
    sto pensando con un amico di mettermi in propio con un franchising, lo abbiamo già contattato e stiamo definendo i dettagli ma io ho in essere un rapporto di lavoro diopendente e naturalmente, finchè ce l'ho, non ho intenzione di mollarlo qundi pensavo di figurare come soicio accomandante in una S.A.S., la domanda è appunto cosa posso "rischiare", considerando che la mia attività noin sarebbe in concorrenza diretta con il mio lavoro, ma io sono impiegato in uno studio commerciale quindi volendo potrei accedere ad informazioni riservate come elenchi clienti, anche se tra i nostri clienti nessuno opera nel settore dove andrei ad operare con la mia società.
    a norma di legge le due attività (socio accomandante e dipoendente privato) sono compatibili oppure potrei essere licenziato?
    Grazie a tutti.
     
  2. huirttps

    huirttps

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  3. mazzocco

    mazzocco

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    grazie, immaginavo che, visto che le due attività non sono in concorrenza diretta, fossero compatibili, ma volevo avere una conferma, fatto sta che sarei il socio accomandante in quanto quello con "meno responsabilità", in maniera da andare a interferire il meno possibile con le altre mie attività.
     
  4. l'emanuele

    l'emanuele Guest

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    puoi sempre prenderti un presta nome se vuoi fare entrambe le cose,cioè tenerti il lavoro dipendente,e mettere un\a presta nome nell'altro lavoro,(conosco uno che fà di lavoro il direttore di una banca,e in più ha una presta nome x avere un'azienda oltre che il primo lavoro,sennò non potrebbe farlo).
     
  5. huirttps

    huirttps

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    Figurati! In effetti questa tua idea è la cosa più sensata da fare:approved:

    Non credo che sia proprio legale :cautious:
     
  6. morfeo89

    morfeo89

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    confermo anche io che ho appena spazzolato un 27 all esame di diritto commerciale

    no è legale, la legge italiana non lo punisce
     
  7. Darksky

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    :arg:
     
  8. l'emanuele

    l'emanuele Guest

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    sennò il rischio è perdere anche il primo di lavoro...poichè non si potrebbe fare(in pratica in Italia se fai già un lavoro a tempo pieno come dipendente ,non puoi farne un'altro!!
     
  9. Panzer

    Panzer

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    Mi pare un pò rischiosa come cosa...:humm:
     
  10. Khamul

    Khamul

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    Allora, questione molto delicata.

    Non esiste una vera e propria ed esplicita incompatibilità tra lavoro dipendente e diciamo attività di impresa o lavoro autonomo (sia individuale sia societaria).
    Però il lavoro dipendente full-time richiede che tutte le "energie lavorative" (quindi impegno e testa) siano destinate e concentrate in detta attività lavorativa. Questo la si ricava dal concetto stesso di lavoro dipendente e dalla legislazione ad esso collegata.
    Il fatto di diventare socio di una società commerciale può far nascere la presunzione che tu ripartisca le tue "energie lavorative" tra il lavoro dipendente e questa società (il tutto indipendentemente dal fatto che poi veramente presti 8 ore di lavoro dal tuo datore).
    Ho sentito di casi (personalmente non ne ho mai visti) in cui un dipendente sia sato licenziato per giusta causa, per questa presunzione.
    Ammetto che il socio accomandante è una posizione un po' ibrida (come sicuramente ben sai si tratta di un socio di capitali in una società di persone), dovrei fare delle ricerche per capire se è (limitatamente a questo caso) più vicino a un socio di capitali puro (per esempio, un lavoratore dipendente può avere tutte le azioni della FIAT che vuole) oppure è assimilato a un socio gestore (tipo l'accomandatario o un socio lavoratore di SRL).

    Il mio consiglio è parlarne con tuo datore di lavoro. Se è d'accordo, ti fai firmare una bella dichiarazione con cui lui esprime il suo consenso a quest'operazione. In caso contrario......

    Ma tu, di fatto, vorresti prestare la tua attività lavorativa in questa SAS? O ci metteresti solo il capitale?
     
  11. Armilio

    Armilio

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    No, il rischio è andare in prigione, che è ancora peggio. Ma in fondo la legge è relativa. :arg:
     
  12. mazzocco

    mazzocco

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    siccome al momento ho in essere un contratto di sostituzione maternità volevo evitare di dare alla mia datrice di lavoro un motivo di dubitare della "mia fedeltà", avevo infatti pensato alla figura dell'accomandante in quanto le responsabilità nei confronti dell'azienda sono minori rispetto ad altre formule.

    direi che, dopo aver terminato le mie 8 ore in studio probabilmente mi recherei in azienda per fare il dovere o_O, sempre se la moglie non cambia la serratura in casa :D
     
  13. Khamul

    Khamul

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    Sostituzione maternità, per cui una volta finito il periodo di sostituzione dovresti essere a piedi, giusto? o ci sono possibilità di inserimento?

    Perchè se il tuo lavoro dipendente è a tempo sicuramente determinato, mi sentirei di suggerirti di portare avanti il discorso di accomandante senza dire nulla al tuo datore di lavoro.

    Se per sfiga ceca la cosa viene fuori, puoi sempre sostenere di essere un socio puramente di capitali e di non prestare la tua attività lavorativa (anche se non è proprio verissimo.... :p). Perchè difficilmente si potrà provare il contrario.

    Qui deve essere chiaro che non è questione di violazione di leggi, ma questione di "reazione" del tuo datore di lavoro al venire a conoscenza di questo fatto, se glielo si tiene nascosto. Potrebbe
    1) darti una pacca sulle spalle e dirti "sono contento per te, fino a quando non incide sul tuo lavoro qui!"
    2) incacchiarsi come una biscia, parlare con il suo consulente del lavoro per vedere se ti può licenziare e in base alla sua risposta decidere cosa fare. In ogni caso l'ambiente di lavoro diventerebbe alquanto spiacevole per te, che tu venga licenziato o meno (e che tu faccia una causa per la riassunzione o per ottenere un risarcimento danni o meno). Purtroppo qui siamo in un'area ampiamente "grigia" dove è difficile stabilire a priori l'esito.

    Come vedi si intrecciano tantissime sfumature e sfaccettature.
    Il mio consiglio finale è: per creare e gestire a livello amministrativo/fiscale una sas, comunque dovrai rivolgerti a un consulente. Sceglietelo, prospettategli tutte le problematiche (che vanno valutate caso per caso) e sentite il suo parere. Alla peggio ci rimetti qualche soldo per la parcella, ma almeno parti con il cuore in pace e tranquillo.
     
  14. mazzocco

    mazzocco

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    diciamo che le possibilità di inserimento ci potrebbero essere se non cala troppo il lavoro, la mia sfiga è che, essendo laureato in economia, lavoro in uno stuidio commerciale e il consulente del lavoro dello studio è direttamente la mia datrice di lavoro in quanto facciamo anche questo servizio. Lei in realtà ha due lavori, ma lei fa quello che vuole.
    avevo anche pensato di portare la contabilità qui da noi, così me la tengo direttamente io, ma ovviamente questo è subordinato all'accettazione da parte sua della situazione, solo che non mi sento neanche di chiedere come potrebbe reagire alle mie colleghe per evitare che si venga a sapere, visto che finchè il lavoro ce l'ho me lo voglio tenere stretto.

    la mia domanda è se comunque io continuo a presentarmi regolarmente in studio, fare il mio lavoro con la diligenza del buon padre di famiglia, senza, durante l'orario di lavoro, impegnarmi per l'azienda (che so, rispondere al cellulare aziendale o andare a cercar clienti) come può dimostrare il mio "scarso impegno"?
     
  15. Khamul

    Khamul

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    Ammetto che non ho molte competenze in materia di consulenza del lavoro, per cui prendi le mie considerazioni con le "pinze".
    Se il tuo datore di lavoro domani decide di licenziarti, lo fa. Punto e basta. Per qualsiasi motivo (anche se solo si sveglia con la luna storta).
    A questo punto la palla passa a te. Che fai? Ti rivolgi ai sindacati per impostare una causa per risarcimento danni o riassunzione? Il giudice deciderà se sussisteva o no il giustificato motivo o la giusta causa per il licenziamento (e qui entriamo nella famosa zona "grigia": se il tuo datore di lavoro non riesce a dimostrare il tuo "scarso impegno", l'ago della bilancia probabilmente penderà a tuo favore, se il giudice fa sua quella impostazione che ti avevo espresso nel mio primo post, e cioè che si "presume" che le tue energie lavorative siano dedicate alla tua attività di impresa e che quindi spilli soldi al tuo attuale datore ecc. ecc. l'ago della bilancia potrebbe tendere a tuo sfavore.....). In ogni caso se si arriva ad una causa tu hai comunque "perso", nel senso che o perdi la causa, o ottieni un risarcimento, o ottieni la riassunzione ma in un ambiente ormai ostile.

    Quindi o fai l'"indiano" e lo tieni nascosto (e se scoperto sostieni di essere solo socio di capitali), o gliene parli e ti fai firmare un'autorizzazione scritta (e magari la "alletti" dicendo che porti la contabilità li).
     

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