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[Cooperative] L'ascesa degli Stibolt

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da Giank56, 27 Giugno 2012.

  1. alberto90

    alberto90

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    Non ci sono parole ....
     
  2. Hendioke

    Hendioke

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    Scusatemi, sono davvero desolato. Purtroppo il mio tempo è scarso e anche quando vorrei semplicemente ritirarmi nella mia stanza e scrivere c'è sempre qualcosa che si mette di mezzo, senza contare che i miei impegni settimanali sono estremamente randomici e si creano all'improvviso e spontaneamente come le muffe >.<
    Alla fine quel che segue è tutto quello che son riuscito a scrivere stasera :( cercherò di fare di più ma abbiate fede che anche se qui ho sprecato molte parole per un periodo di tempo incredibilmente breve l'AAR, una volta arrivati all'arresto di Alf e al declassamento di Andreas, finirà in poche righe; il mio personaggio non ha fatto molto :p

    Cronache del regno di Ragnvald I Egilsson - la riforma dell'esercito

    Mentre la nave funeraria di Egil I Stibolt, un vero e proprio drakkar approntato apposta, scivolava ruggendo e crepitando sulle acque del Baltico che il Grande Re aveva tanto amato il giovane Ragnvald appariva pensieroso e triste.
    Per tutto il tempo che ci mise la nave a consumarsi e inabissarsi nelle scure acque del nord il giovane principe non fece che osservarla come se fosse impegnato in ultimo dialogo col padre, un dialogo di fondamentale importanza che si sarebbe interrotto appena avesse distolto lo sguardo.
    Il resto della corte osserva invece lui, il giovane futuro Imperatore, e rifletteva su quanto fossero cambiati i tempi.

    Le stesse riflessioni, una volta tornato a palazzo, agitarono la notte del principe. Egli era ben diverso dagli Stibolt che lo avevano preceduto. L'augurio che suo padre aveva espresso nel dargli il nome s'era rivelata una riuscita profezia: l'erede di Scandia era cresciuto intelligente, saggio e versato nelle arti dell'ortatoria e della politica, tanto che si diceva che, al pari e più del padre, sarebbe riuscito a persuadere chiunque di qualsiasi cosa, perfino il Papa ad acquistare una copia del corano!
    D'altra parte, però, Ragnvald era tutto tranne che un uomo d'acciaio del Nord. Impegnatosi nell'arte delle armi e della guerra, come in tutto, era riuscito ad ottenere buoni risultati nella campagna estone contro i mongoli ma la sua assenza d'una naturale e baltica inclinazione per le armi, fino ad allora soltanto accennata, s'era trasformata dopo anni di guerra in vera e propria repulsione per qualsiasi cosa avesse a che fare con le armi e lo spargimento di sangue.

    Riuscì a trovar sonno solo quando arrivò a considerare che anche l'Impero di Scandinavia era diverso, non era più quello che i suoi avi avevano conquistato con l'acciaio, allargato con la ferocia, unito col pugnale prima e consolidato con la gloria poi. Dopo decenni e decenni di assassini e guerre combattute verso l'esterno l'Impero era unito come non mai e anche i nobili più notoriamente indipendentisti, per tradizione o per qualche pretesa legata al proprio titolo, erano finalmente arrivati a sentire la Scandia come qualcosa di proprio, una patria di cui facevano parte e da preservare uniti.

    Qualche giorno dopo avvenne la cerimonia dell'incoronazione e Ragnvald trovò conforto nei suoi pensieri dal fatto che tutti i magnati dell'Impero e i nobili di minor rango si inchinarono deferenti a lui giurando fedeltà con entusiasmo, lo stesso entusiasmo che infiammò la popolazione di Ringsted mentre il nuovo, giovane, Imperatore cavalcava con la scorta della Banda Scozzese e i nobili al seguito per le vie principali della città.

    Finiti i festeggiamenti per la sua incoronazione, che durarono ben una settimana, il nuovo detentore della corona alata volle saggiare subito la fedeltà tanto esibita dei suoi e chiamò a corte i magnati tutti e i principali duchi dell'Impero

    “Vi ho convocati qui” disse loro dall'alto del suo trono “perché ritengo che mio padre, che ora ci osserva e veglia su di noi dalla grandezza e dalla gloria del cielo, abbia avuto fino all'ultimo ragione nel ritenere che l'unica vera minaccia per il nostro amato Impero è costituita dalle armate degli infedeli mongoli. Nessuna altra potenza a nord del Mediterraneo, anzi, del mondo può pensare di sfidare il trono alato e non uscirne disfatto” a queste parole i presenti proruppero in grida di assenso e acclamazione.
    L'Imperatore attese che tornasse il silenzio prima di continuare “L'Orda d'Oro è stata la principale preoccupazione di mio padre in tutta l'ultima parte della sua vita, fino a perdere il senno” il suo tono si fece raccolto e greve ispirando espressioni di mestizia nei presenti al ricordo dell'amato sovrano e dei suoi ultimi e difficili mesi “quindi sento che è mio compito fare sì che mai più la Scandinavia si ritrovi a dover affrontare una guerra così lunga e così dura senza mezzi adeguati. E' vero, abbiamo vinto, grazie al vostro aiuto e quello de nostro popolo abbiamo trionfato, ma il prezzo è stato grande.
    Per la guerra contro il khan sono state svuotate le campagne, gettate via migliaia di giovani vite che nessuno potrà, per lungo tempo ancora, sostituire nei campi e anche se oggi siamo ricchi e prosperi non lo siamo quanto avremmo potuto esserlo se non avessimo dovuto spendere le intere forze della nazione nella guerra a difesa del re dei germani”
    Fra i presenti serpeggiò un mormorio di assenso che scemò subito, erano tutti d'accordo ma anche impazienti di scoprire dove Ragnvald avrebbe portato il suo discorso
    “La prossima volta che accadrà di dovermi muovere in guerra, e potrebbe essere domani come fra 10 anni, a Dio piacendo, dovremo farci trovare pronti, avremo bisogno di poter opporre ai cani pagani il meglio delle nostre truppe senza dover attendere che vengano richiamate dai quattro angoli dell'Impero. Siete d'accordo con quanto dico?”
    Altri mormorii di assenso più qualcuno che esclamava chiaramente “Sì!” o “Sì vostra maestà”
    “E' per questo che vi ho convocati qui oggi, miei signori, per porre rimedio alla cosa. Oggi e subito. Ho fatto predisporre un documento sottoscrivendo il quale accetterete che ogni anno parte dei vostri guerrieri confluiranno in un esercito di nuova concezione: l'Armata di Scandinavia, la quale sarà un esercito permanente, di guerrieri professionisti che non dovranno più arare i campi ma tenersi pronti per la guerra al meglio delle loro capacità e che sarà ai diretti ordini miei e dei generali che sceglierò per esso”

    Rgnvald attese le loro reazioni che furono varie. Alcuni impallidirono, altri assentirono con la testa apprezzando l'idea, altri ancora esibirono facce perplesse, altri ancora cominciarono a parlare, per domandare o dissentire. Altri risposero a questi, altri ancora si aggiunsero per dire la loro e presto tutti presero a parlare, rivolti a lui o parlandosi addosso con gli altri e Ragnvald dovette fare vari tentativi, alzando le mani, chiamandoli per nome, battendo il fondo dello scettro sul bracciolo del trono, per riportarli alla calma.
    Seguirono delle lunghe trattative che si prolungarono fino a notte fonda per venire, su prposota dell'Imperatore, interrotte e riprese nei giorni successivi. Per tre giorni Ragnvald ebbe ospiti i maggiori signori della Scandinavia e fra un consiglio e l'altro li avvicinò tutti e, uno ad uno, convinse alla fine anche i più resti a perdere anche solo un grammo di potere sui propri uomini a sottoscrivere il documento che varare la più grande riforma militare che si fosse mai vista n Europa dai tempi dei romani.


    Il giorno dopo la firma i nobili scandinavi si congedarono dall'Imperatore rinnovando le loro promesse di fedeltà e la loro amicizia; solo due di loro parvero scontenti fino all'ultimo: Alf, il magnate di Svezia, e suo fratello Andreas
     
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  3. alberto90

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    Anche senza immagini è molto interessante.
     
  4. zethani

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    Davvero molto bello Hendioke. Poi in privato spiegami come si fanno ad arruolare le retinue ché sono una pippaccia. xD
    Mi piange il cuore a sapere che il fedele Alf ordirà una congiura contro di te. Ah, infingardo! Ah, marrano! Mai come in questo momento desidererei essere interrato per potermi rotolare nella tomba.
     
  5. alberto90

    alberto90

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    Ragazzi scusate se posto qui ma è una cosa che ho scoperto ora .... non mi fa più caricare le immagini da steam ... no viene più il comando .....
     
  6. TheDOC

    TheDOC

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    Congiura...arma da codardi, felloni che non osano affrontare apertamente la spada del loro nemico!
     
  7. Hendioke

    Hendioke

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    A dire il vero, la rivoluzione data nascita di un esercito imperiale alle dirette dipendenze del trono e stipendiato dalla corte era tale che non tutti riuscirono da subito a capirne la portata, ma quando, agli inizi dell'anno 1331, Ragnvald diede ordine di organizzare i campi fortificati e aprire i centri di reclutamento in Sjaelland alcuni nobili, soprattutto Duchi di ducati dal passato poco fedele, trovarono che l'insistenza con cui i reclutatori imperiali passavano per le loro terre fosse sospetta e tornarono a covare ambizioni indipendentiste.
    Ragnvald l'aveva messo in conto e, avendo organizzato nel più completo segreto una rete di spie molto avanzata, veniva informato d'ogni reviviscenza dei vecchi focolai di ribellione nobiliare ma, al contrario della sua amata nonna, decise per un approccio diverso.

    Furono molti i Duchi, e nobili in generale, che vennero invitati a corte dal giovane Imperatore, per venire investiti di questo o quel titolo, venire assegnati a questo a quell'incarico di altro prestigio e trascurabile importanza e venir ricoperti di doni. Dopo una settimana passata a palazzo in genere anche il più cinico e indomabile degli ottimati di Scandia finiva col trovare che l'Imperatore fosse la persona più amabile e sinceramente disinteressata del mondo e che il modo in cui si prendeva cura di tutto e di tutti, dall'ultimo degli sguatteri all'Imperatrice, fosse ammirevole e degno del vero Imperatore della Cristianità.
    Un altro aspetto che da subito caratterizzò il regno del giovane Imperatore fu quello di accorrere in soccorso d'ogni suo alleato che chiedesse il suo aiuto.

    Non ebbe il tempo di finire di disporre l'inizio del reclutamento che sua moglie, Duchessa di Tolosa, chiese l'aiuto delle truppe nordiche in una guerra contro le popolazioni franche e poco dopo la Repubblica Anseatica invocò l'intervento dell'Imperatore contro gli arabi del nord Africa.
    Ragnvald fu ben lieto di mandare il proprio esercito da un capo all'altro dell'Europa per intervenire in scaramucce di questo tipo e lo fece fino alla fine del suo regno.
    Vista l'esperienza del padre, che mai era sceso in guerra se non per gravi motivi, ben pochi capirono cosa potesse spingere l'Imperatore a essere così interventista, non certo la sete di battaglia (che le genti del nord avrebbero ben compreso) visto che Ragnvald si tenne sempre ben lontano dal fronte, preferendo inviare nobili di provato valore militare che reggessero lo stendardo della corona alta in sua vece.

    Quello che ai molti dei valorosi ma ristretti nobili del nord sfuggì è che, dopo che il padre Egil il Benedetto, Muro di Scudi, Spada della Cristianità e Veleno dell'orda (questi alcuni dei suoi soprannomi) aveva definitivamente confermato la Scandinavia come la potenza di primo piano dell'Europa assieme al Sacro Romano Impero, Ragnvald stava ora consolidando questa posizione. Mostrando al mondo il volto di una Scandinavia in grado di giungere ovunque e intervenire in ogni conflitto in modo risolutivo l'Imperatore forgiò, negli anni del suo breve regno, per la Scandinavia una reputazione di arbitro delle vicende europee che fino ad allora era spettato, in tale misura, solo all'Impero Romano d'Oriente e al Papa.

    Tutti i regnanti d'Europa, dal maggiore al minore, anche chi fino a quel momento non aveva mai avuto ragioni di contatto con la Scandinavia, presero a mandare ambasciate, o anche solo spedire missive e doni. Si trattava spesso di azioni simboliche ma erano i simboli, e Ragnvald lo sapeva bene, la fonte del vero potere e più persone si rivolgevano a lui per il suo aiuto militare o anche solo per chiedere consiglio appellandosi alla sua nota intelligenza più in Europa la percezione che il vero Impero non era a est, o al centro, ma che risiedeva al Nord prendeva piede, presso le corti e le famiglie erodendo, lentamente, l'autorità politica del Papa e dell'Impero più prossimo ai confini di Scandia: quello germanico. Come si vedrà in seguito questo ebbe le sue conseguenze, ma per adesso è meglio che con la nostra cronaca si torni a cosa accadde quando i notabili di Scandinavia vennero mandati oltre il mare a combattere al confine fra i latini d'Ibernia e i franchi.

    Mandati oltre mare il fior fior degli eserciti dei nobili di Scandia e rabboniti gli altri col suo carisma e le sue regalie Ragnvald sperò di potersi meglio dedicare ai suoi progetti di riforma e diede ordine di ampliare e ammodernare la capitale dell'Impero e la sua roccaforte.
    Non aveva, apparentemente, fatto i conti con Alf Stibolt e con suo fratello Andreas i quali, presto, presero a diffondere, presso la nobiltà scandinava, l'idea che uno Stibolt che non scendesse in guerra accanto alle sue truppe, che non reggeva la vista delle mutilazioni, che più che di duro e rigido ferro appariva fatto di malleabile piombo, non fosse degno del Trono e della Corona Alata, che Dio non avrebbe arriso per sempre a un Impero che si fosse lasciato guidare da un uomo così fiacco, che aveva sentito il bisogno di strappare il fior fiore degli uomini dei suoi vassalli per sentirsi al sicuro nella sua stessa capitale.

    Il veleno delle loro parole trovò terreno fertile in alcuni dei nobili più settentrionali che, abituati a regnare da secoli sulla dura tundra, pur apprezzando la persona dell'Imperatore, non avevano mai accettato fino in fondo d'essere come il resto degli scandinavi e, credendosi loro la parte più dura e nobile della ferrea razza norrena, erano sensibili a discorsi di questo tipo.

    (mi spiace per l'assenza, ancora di immagini, sto avendo dei problemi a caricarle ^^' ma prometto che alla fine ne metterò :) mi scuso anche di non finirlo adesso ma scriverlo è più lungo di quel che pensassi, comunque con questo pezzo mi sono liberato della parte "conduzione politica del nostro" e restano solo la parte sugli intrighi e il pirotecnico finale!)
     
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  8. Pandrea

    Pandrea Guest

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    E bravo ragnvald, fosse stato per la nonnina la nobiltà di Scandia sarebbe già dimezzata :asd:
     
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  9. zethani

    zethani

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    La Scandinavia è destinata a essere arbitra dell'Europa. Una saggia conduzione della politica estera. ;)
     
  10. Hendioke

    Hendioke

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    Presto venne a formarsi una fazione sotterranea di piccoli nobili, giacché disposti a passare dalle parole a fatti contro l'Imperatore v'erano solo i nobili di bassa caratura che tanto avrebbero guadagnato nel nuovo Impero, uniti al Re di Scozia, desideroso di conquistarsi una maggiore posizione nell'Impero cui era ormai soggetto, e ad Andreas per porre questo secondo sul trono.
    Venutelo a sapere Ragnvald convocò i propri fratelli di fronte alla corte e, nel giugno del 1331, assegnò ad ognuno di loro una carica a corte e all'amato fratello Andreas diede il ruolo di giullare. Di fronte a quest'offesa Andreas divenne paonazzo d'ira e probabilmente avrebbe tentato di mozzare il capo a suo fratello, se non fosse che, proprio nel mentre che sguainava la spada (che l'Imperatore aveva concesso ai fratelli di tenere), una delle guardie della banda scozzese lì presente gli tirò una torta di miele che teneva nascosta sotto al manto prendendolo dritto in faccia.
    Le risate fragorose che si levarono dagli astanti seppellirono le mire di Andreas Stibolt per sempre.
    Sisteato il fratello, in accordo alla propria indole, senza privarlo della libertà né combatterlo in campo, il giovane Ragnvald attese che Re Alf facesse la sua mossa, cosciente che, bellicoso com'era e rispettoso solo della forza, non avrebbe desistito dal suo intento.

    L'anno successivo, nel mese di aprile, il Maestro delle Spie di Scandia portò all'Imperatore la notizia che questo aspettava: Re Alf stava riunendo dei nobili in una cospirazione a suo danno e stava agendo con maggior prudenza, sì, di Andreas, ma non certo per improvvisa cessione del proprio animo alle sirene del sotterfugio e dell'astuzia, solo per esser sicuro di avere il massimo della forza quando avrebbe deciso di svelare il suo gioco.
    Ragnvald decise di anticipare il gioco del Re di Svezia si recò subito al palazzo reale di Svezia assieme a un manipolo di guardie e, di fronte ai vassalli di Alf, lo accusò pubblicamente di cospirare contro il Trono, esibì lettere e testimoni che i suoi vassalli la cui attendibilità i vassalli del Re non potevano disconoscere (trattavasi, per esattezza, del maresciallo di Alf e di lettere recanti il suo sigillo e la scrittura del suo cancelliere, in un caso la sua), e gli intimò recedere dalle sue mire
    “Non voglio farti del male, cugino, ma desisti dal tuo intento e riconoscimi Imperatore come riconoscesti mio padre”
    “E che cosa potresti farmi, tu che sei da tempo non sei più abile alla guerra e temi di usare la forza anche solo per scacciare un cane randagio?” rispose Alf, che con l'arroganza cercava di nascondere la paura d'esser stato scoperto
    “Posso far questo” e ordinò alle sue guardie di arrestarlo.
    Le guardie personali di Alf e alcuni dei suoi vassalli si fecero avanti, armi in pugno, ma assieme alle guardie personali dell'Imperatore, il fior fiore dell'arruolando esercito imperiale c'erano alcuni highlands della Banda Scozzese, fra i pochi guerrieri al mondo in grado di tenere testa, per stazza e ferocia, coi normanni.
    Mentre alcuni degli uomini di Ragnvald gli facevano scudo gli altri ebbero in fretta ragione degli svedesi e trassero prigioniero il Re.
    La notizia dell'arresto di Re Alf fece il giro dell'Impero come un lampo. Ragnvald le agevolò traendo in catene il Re di Svezia fino alla capitale in una sorta di spettacolo pubblico che alimentò le voci e gonfiò le vele alla notizia. Dopo poco concesse ad Alf di tornare a governare la Svezia dal suo Palazzo nel quale sarebbe rimasto per sempre sepolto vivo, circondato e sorvegliato da un piccolo contingente di guardia danesi e norvegesi.

    Nel dicembre dell'anno di grazia 1332 il conflitto contro i mori per conto della lega anseatica finì, il regno era in pace all'esterno e all'interno, eliminati i due principali pretendenti al trono, e una grande gioiosa notizia giunse a coronare quell'anno di successi: l'Imperatrice era incinta!
    Ragnvald diede subito ordine, per festeggiare la pace e il futuro erede, di approntare nella capitale il più grande torneo reale che si fosse mai visto. Il torneo cominciò l'aprile del 1333 finì, dopo due mesi di emozionanti sfide e, malasorte, un numero non indifferente di morti, poco prima della nascita dell'erede al Trono di Scandia, il piccolo principe Bjorn, che nacque nel mese di luglio.

    Reso sicuro e saldo il suo potere Ragnvald tornò ad occuparsi dell'ampliamento dei possedimenti reali, del reclutamento dell'esercito imperiale e di politica estera.
    Prese ad architettare una serie di omicidi ai danni delle famiglie reali del Galles, nella speranza di mettere a capo di questi regni i figli di suo fratello, per il Galles e di sua sorella, per l'Irlanda, ma purtroppo i sogni di un Nord dominato dagli Stibolt andarono ad infrangersi nell'inettitudine dei suoi assassini e nella prolificità delle famiglie regnanti delle isole britanniche.
    Dopo che l'omicidio di uno dei figli del Re del Galles venne ricondotto a lui Ragnvald lasciò perdere ogni azione tesa ad aumentare l'influenza della sua casata coi coltelli e si dedicò con rinnovato vigore alla sua politica di piccoli ma numerosi interventi, favori, consigli e nel suo tessere tante relazioni d'amicizia e un'immagine della Scandia come arbitro d'Europa.

    Lo scontro col Papa, la Crociata di Sicilia e un fosco futuro

    Eccezionale era, in questo contesto, la relazione che Ragnvald intrattenne col Papa che, fu caratterizzata, come fu per il padre, da ampi contrasti, originati dal fatto che il Pontefice mal sopportava l'idea di un Impero ertosi a baluardo della cristianità, e a guida del mondo, che guardava alla sua figura come a un vescovo dalla preminenza per lo più simbolica, e i cui imperatori preferivano farsi incoronare da vescovi locali invece che scendere fino a Roma.

    Il primo scontro fa i due avvenne nel 1334, quando il Papa Giulio II mandò un emissario nel Nord a lamentare la libertà con cui il giovane Imperatore, similmente ai suoi predecessori, si intrometteva nelle nomine ecclesiastiche dei territori sotto l'imperio della Corona Alata, e di come i vescovi del Nord si sentissero troppo liberi rispetto alle indicazioni dell'Erede di Pietro.
    Ragnvald ribadì il concetto che, per quel che lo riguardava, il Papa meritava il rispetto dovuto ad un primus inter pares, ma che certo non è il fatto d'avere un fratello maggiore a privare l'uomo dotato di un gregge e mezzi propri della libertà di decidere chi dovrà condurre le sue pecore al pascolo.
    Il messo riportò la risposta al Papa che, per anni, si tacque con l'Impero, covando il suo rancore.
    L'anno successivo, però, Giulio II dovette rimangiarsi il suo orgoglio allorché, di fronte alla constatazione che la Sicilia era ormai terra completamente assoggettata ai mori del sultanato Ghiyasaddinico, decise di indire una crociata e chiamare la cristianità alle armi.
    Molti regnanti cristiani aderirono entusiasti, ma non Ragnvald. I suoi vassalli si divisero, come accadde sotto il regno del padre, fra chi avrebbe voluto che gli esercti normanni marciassero contro gli infedeli e chi, invece, non vedeva perché andare a combattere per una terra di secondaria importanza e che i loro avi avevano abbandonato.
    Dopo tre decadi di regno di Egil, che sempre aveva governato in un'ottica baltica, e dopo che, prima ancora, Bothilde aveva fatto crudele selzione dei propri nobili in un'ottima baltica, operando come l'allevatore di cani che, avendone col pelo nero e col pelo marrone, tramite soppressioni e incroci lascia vivere cani col manto d'un solo colore, vi è in verità da dire che i secondi erano assai meno rispetto ai primi e presto prevalse l'idea di non intervenire.

    Verso la fine dell'anno giunse il messo di Giulio II. Che differenza, rispetto al messo dell'anno precedente! Se l'ultimo messo papale che i nobili di Scandia avevano visto giungere era stato un vescovo carico d'ori e di porpore, come a voler intimorire l'Imperatore col peso delle ricchezze e della regalità papale, questo messo venuto a chiedere uomini e navi per una crociata era un povero abate, scalzo e macilento, dalle vesti di sacco e una spada al fianco sorretta con una cinta di pelle rovinata.
    Questi tenne un discorso appassionato ai normanni presenti sull'importanza di combattere gli infedeli per la gloria di Nostro Signore, di come ogni vero guerriero cristiano dovesse aspirare a diventare un cavaliere e come essere un cavaliere volesse dire combattere per Cristo ovunque vi fosse una minaccia alla pace cristiana; minaccia che il Papa aveva prontamente individuato e denunciato nella conquista mora della Trinacria.
    Esortò quindi direttamente i notabili del Nord, e infine l'Imperatore, a prendere le armi, salire sulle loro navi e condurre le asce normanne al sud.

    L'Imperatore lo ascoltò con attenzione e in silenzio, e in silenzio rimasero anche i nobili, e solo quando il messo ebbe per certo finito il Grande Sovrano parlò:
    “Le tue parole, che intendiamo come fossero parole del nostro amato Pontefice” qualche risata si udì da in fondo alla sala ma Ragnvald non vi badò “ci toccano nel profondo, ma se il Papa conosce meglio di noi la volontà di Nostro Signore certo noi uomini del Nord, e spero non abbia a prendersela, conosciamo la guerra meglio di lui, e conosciamo la Sicilia.
    Molto tempo fa quella terra era nostra e a lungo l'abbiamo difesa dai mori, ma a che pro impedire ai rami d'un albero di irrompere nelle nostre finestre tagliandone i rami? I rami ricrescono, e così fanno gli eserciti e le mire degli infedeli. La Sicilia è un'isola troppo meridionale per pensare che non vi saranno più mori che cercheranno di conquistarla, e una corciata per liberarla non ha senso se non è il primo passo per colpire gli infedeli al cuore dei loro regni. No, non si muoveranno i normanni per questa guerra, risponderemo alla chiamata quando mirerà ad estirpare davvero la feccia infedele dalle coste del Mediterraneo”
    “Vuoi forse dire, Imperatore” e il messo soppesò l'ultima parola “che il Trono che si definisce il Trono d'Europa, non si muoverà per proteggere l'Europa stessa?”
    “Non vedo attacchi all'Europa nella conquista di un isola talmente a sud che i mori non possono che considerarla un giardino loro. Mi preoccuperò quando proveranno a risalire la penisola italica cosa che, grazie anche al nostro amato Papa, non sta accadendo. Se il Papa tiene tanto a quel giardino chimi altri a potare i rami dei suoi alberi”
    “Stai dunque dicendo, Imperatore” la parola sempre più sprezzante nella bocca del messo “che lascerai ad altri e più pii regnanti la gloria di questa riconquista?”
    “No” rispose secco l'Imperatore “sto dicendo che senza le asce e le lance del Nord la riconquista è impossibile” a quest'affermazione il messo divenne paonazzo d'ira mentre i presenti scoppiavano in fragorose risate, grida di assenso e motti in onore al Nord e alla Scandia
    “E sto anche dicendo che le mie asce e le mie lance non caleranno a sud e, quindi di mettervi il cuore in pace”
    “Attento, Re del Nord, attento” esclamò il messo “perché Signore Iddio punisce molto duramente la superbia dei potenti!” a queste parole molti fra soldati e nobili presero a rumoreggiare, insultare il piccolo abate e indirizzargli sputi. Alcuni provarono anche ad avvicinarsi ma, con un cenno, Ragnvald fece intendere alle sue guardie che lo voleva scortato fuori da lì, vivo e sano.

    Gli anni passarono, anni durante i quali Ragnvald continuò a governare pacificamente, continuando a infoltire l'esercito imperiale, che cominciò a mostrare il suo valore in piccole scaramucce all'interno e all'esterno della Scandinavia, contro ribelli e stranieri, a ristrutturare castelli e città, ad affinare le proprie doti di regnante e a vivere in gioia ed armonia con la moglie e i figli che questa continuava a donargli. L'unica cosa degna di nota che accadde, nell'Impero, fu che l'ambizioso Gudrod Dunkeld strappò, in una guerra civile, il titolo di Re di Scozia a Gudmund, esiliandolo in Islanda, ma poiché Gudmund aveva complottato, anni prima, con Andreas contro la sua persona e il suo Trono Ragnvald, che non era intervenuto nella guerra, non redarguì in alcun modo il nuovo Re e, anzi, si mostrò felice di vederlo quando questi venne nella capitale a giurargli fedeltà.

    Nel resto d'Europa, intanto, la situazione era meno felice. Le nazioni europee erano particolarmente litigiose e il trascinarsi della Crociata per la Sicilia contribuiva ad esacerbare gli animi. L'Imperatore dei Germani, la cui amicizia con la Scandinavia non era mai stata accettata da buona parte dei vassalli e dai regnanti che al Sacro Romano Impero riferivano, soffriva particolarmente lo stallo in quanto, di mese in mese e di anno in anno, diventò sempre più chiaro che il grande Imperatore era incapace di dare la svolta risolutiva alla guerra contro gli infedeli.
    Molti dei soldati, degli ufficiali e dei nobili impegnati in Sicilia arrivarono a sperare che Ragnvald cambiasse idea, che da un momento all'altro le lunghe navi del nord sarebbero arrivare riversando sulle spiagge della Trinacria i normanni con le loro lunghe asce, addirittura divenne comune, per un certo periodo, che gli ufficiali spronassero i soldati a combattere con rinnovato vigore spandendo notizie falsi sull'arrivo imminente della flotta scandinava.
    Ma Ragnvald, in verità, non aveva alcuna intenzione di partecipare alla guerra. Col tempo la convinzione che l'Impero Baltico sarebbe riuscito a condurre i crociati alla vittoria alimentò sempre più lo scontento verso l'Impero presente in campo e l'Imperatore del Sacro Romano Impero, che probabilmente aveva molte meno colpe di quelle che gli altri partecipanti alla Crociata trovavano comodo cucirgli addosso, vide la propria autorità erodersi pezzo pezzo, come una scogliera sottoposta a una tempesta troppo forte per troppo tempo, una tempesta che aumenta di intensità col tempo invece di calare.
    Alla fine, il logoramento dovuto alla lunga guerra e il precipitare dell'autorità dell'Imperatore portarono alla conseguenza terribile che alcuni dei suoi vassalli decisero di prendere le armi contro di lui e cambiare le cose.
    Nel giro di pochi giorni, nel febbraio del 1342 il Regno di Boemia si dichiarò indipendente mentre una lega di Duchi si sollevò per porre sul soglio Imperiale il Duca di Franconia.
    In pochi giorni l'Europa cadde nel caos, il Sacro Romano Impero, il cuore d'acciaio del continente, si frantumò in decine di pezzi in lotta fra loro e l'Imperatore non poté far altro che richiamare le poche truppe rimastegli fedeli dalla Sicilia e invocare l'aiuto di Ragnvald che accorse, temendo che, più a lungo sarebbe durato il caos, più probabilmente l'Orda d'Oro ne avrebbe approfittato.

    Ragnvald sperò di concludere in fretta la guerra ma, purtroppo, un anno dopo non era ancora finita e a finire fu la Crociata per la Sicilia, che si concluse con la tremenda disfatta degli eserciti cristiani, come aveva predetto lo stesso Imperatore, il quale nel settembre di quello stesso anno si ammalò di un male misterioso e terribile. Per un lungo anno la malattia lo fiaccò vieppiù, giorno dopo giorno, finché, il 10 settembre del 1344, con l'Europa ancora nel caos, Ragnvald il Riformatore spirò, dopo aver raccomandato al figlio decenne, Bjorn, di tenere salda la Scandinavia, di rafforzarla e di prepararsi, perché se la Scandinavia non fosse riuscita a porre fine ai tumulti d'Europa presto sarebbero arrivati tempi bui.

    Ragnvald morì senza che i medici imperiali fossero riusciti a capire che morbo aveva privato le genti del Nord del loro amato signore, ma da lì a non molto sarebbe giunto e avrebbe dilagato per tutto il continente un male a loro ben noto e terribile. La peste stava per arrivare.
     
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  11. Sir Matthew

    Sir Matthew

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    è sempre bello scoprire che il partito baltista ha avuto la meglio! lasciamo agli infedeli mosche e serpenti, noi teniamoci il ghiaccio e le navi.
     
  12. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Però stavolta l'ostinatezza nel difendere la dottrina baltica ha portato alla rovina il SRI... se l'Orda attaccasse adesso arriverebbe al Reno. La supremazia baltica non sia un isolazionismo baltico!
     
  13. Sir Matthew

    Sir Matthew

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    Regno di Björn I (1344 - 1360)

    Il giorno dedicato a San Nicola da Tolentino dell'anno del Signore 1344 il piccola Björn, primo del suo nome, figlio dell'Imperatore Ragnvald I, della gloriosa dinastia Stibolt, si accorgeva per la prima volta di quanto fosse pesante la Corona Alata, che pure suo padre portava con tanta facilità. Aveva visto appena 11 inverni e invece che giocare a rincorrere suoi coetanei nel fango si trovava a dover governare uno degli imperi più potenti della storia.

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    (L'Impero di Scandia nel 1344)

    Era sicuramente un bambino coraggioso, e non si sarebbe tirato indietro davanti a nessuna difficoltà. Al momento opportuno sapeva anche essere gentile, anche se di solito cadeva in preda ad attacchi d'ira, soprattutto se gli si toglieva davanti il cibo, sua grande debolezza. Le sue inclinazioni lo portavano ad avere un naturale talento verso la diplomazia e la guerra, mentre lo studio, l'economia e il sotterfugio non erano il suo forte (quest'ultima arte dovette però impararla bene durante il suo regno, e se ne servì anche con maestria). Questi infine i i titoli di cui poteva fregiarsi:
    • 7° Imperatore di Scandia;
    • 21° Re di Danimarca;
    • 8° Re di Lituania;
    • 29° Re di Norvegia;
    • 4° Re di Finlandia;
    • 8° Re di Gerusalemme;
    • 7° Re di Serbia;
    • 12° Duca di Skjälland;
    • 14° Duca di Jylland;
    • 17° Conte di Skane;
    • 21° Conte di Själland;
    • 13° Conte di Fyn;
    • 16° Conte di Slesvig;
    • 19° Conte di Jylland;
    • 15° Conte di Venezia.
    Ben pochi undicenni potevano dire di possedere questi titoli, o meglio, ben poche persone al mondo potevano farlo!
    [​IMG]
    (Björn I)
    Aiutava il piccolo imperatore nelle sue scelte Emund af Benghazi.
    Quasi subito Björn dovette far fronte ad una guerra civile per l'indipendenza. Gli indipendentisti credevano che per la sua giovane età Björn non sarebbe riuscito a far fronte alle loro richieste, ma si sbagliavano. Già dopo pochi mesi l'esito finale della guerra era segnato, anche se stanare ogni ribelle dalle sue roccaforti fece durare la guerra ben 4 anni (dal 1345 al 1349). Questa prova di forza contro i vassalli interni aiutò sicuramente la reputazione di Björn all'interno dell'impero: nessuno più osò ribellarsi all'imperatore, il fronte interno era ormai pacificato.
    Mentre combatteva contro i ribelli un messo giunse da Gerusalemme: gli infedeli avevano indetto una Jihad per riprendersi le Terre del Santo Sepolcro, da poco riconquistate dai cristiani. Björn guardò meglio il messo: era basso, forse un po' gobbo; aveva la pelle scura, parlava con uno strano accento; aveva gli occhi scuri, come un serpente, e aveva una spadina che sembrava più un ago che un'arma. Intorno a lui, fieri uomini del Nord: alti, biondi, con la pelle diafana, con occhi di ghiaccio. E soprattutto con le asce, molte grandi quanto il messo stesso. Era il 13 marzo 1349. Björn non credeva valesse la pena di preoccuparsi di terre lontane, al sud, dove gli uomini muoiono di sete e mangiati delle mosche. Appena un mese dopo il messo faceva ritorno a Gersulamme, dove dette la notizia che l'Imperatore di Scandia si era arreso e aveva abbandonato la Terra Santa: gli infedeli avevano trionfato senza nemmeno aver spiegato gli eserciti. Subito iniziarono i preparativi per il viaggio per gli scandinavi presenti in Terra Santa: si dice che cantarono, ballarono e bevvero, per festeggiare l'addio a quel posto maledetto. Alcuni raccontano di aver udito anche lodi ad Odino e Thor, ma nessun mise mai in dubbio la fede cattolica dell'Imperatore. Pochi mesi dopo, il 19 giugno, Björn divenne adulto e iniziò a governare la Scandia con pieni poteri.
    Il primo problema era di trovare una degna moglie che potesse dare figli al sovrano: durante una visita diplomatica, Björn si innamorò perdutamente della Regina d'Inghilterra, Adela I di Normandia (oppure si innamorò del titolo di Re d'Inghilterra...va comunque detto che la Regina era particolarmente bella). Solo un problema: la Regina aveva già un Re, Waleran figlio di Arnold, della famiglia de Vassy. Aveva anche due figli, David e Margaret. Subito Björn iniziò le mosse per eliminare il rivale, finché il 13 gennaio 1350 l'assassinio andò a buon termine. Due giorni dopo chiedeva in moglie Adela, che lo incontrò sull'altare il 23 gennaio, dopo appena 10 giorni dalla morte del marito. Ma l'ambizione di Björn non si fermò: ora voleva anche che le due dinastie si unissero, e che suo figlio fosse anche re d'Inghilterra. Senza farsi scrupoli morali, iniziò a complottare per uccidere i figli di primo letto di Adela: David morirà il 5 Maggio 1350, Margaret a Settembre dello stesso anno. Ora mancava solo l'ultimo tassello e il piano di Björn sarebbe stato un successo clamoroso (ricordiamo che poteva ancora morire Adela senza lasciargli eredi in tempo): un figlio. Questo arrivò il 15 Ottobre 1350, diventando quindi l'erede, oltre che dei titoli di Björn, anche di quelli di Adela. Fu chiamato Ragnvald, in onore del nonno.
    Risolti quindi i problemi interni e i problemi dinastici, Björn iniziò a interessarsi alla politica estera: il Sacro Romano Impero agonizzava tra le sue stesse ribellioni ormai da secoli; l'Impero Bizantino era solo un nome, schiacciato tra gli infedeli. In tutto questo, l'Orda D'Oro era più forte e compatta che mai e minacciava l'Europa interna. Bisogna trovare una soluzione a questo problema.
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    (L'Orda d'Oro nel 1349)
    Per fortuna la soluzione si presentò da sé: dopo appena due anni, nel 1351, una tremenda ed estesissima crisi dinastica portò al disfacimento dei possedimenti mongoli:
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    (L'Orda d'Oro nel 1351)
    Bjorn ne approfittò ed iniziò subito una serie di Guerre Sante contro i Mongoli per riprendere alla cristianità molte delle terre russe: Estonia, Romny, Novgorod, Memel caddero tutte sotto gli eserciti scandinavi. In appena 8 anni il confine scandinavo ad Est era molto più sicuro. Per far questo Björn aveva iniziato da subito a riformare l'esercito: il sogno del nonno e del padre di creare un esercito permanente con lui si avverò: se nel 1344 l'esercito regolare contava appena 11000 uomini, nel 1360, alla sua morte, l'esercito scandinavo era forte di ben 22500 uomini, era raddoppiato. Inoltre rese più restrittive le leggi all'interno del reame: aumentò l'autorità della corona nell'Impero di Scandia complessivamente, nonché nei regni di Danimarca e Norvegia. Aumentò anche la tassazione per tutti i vassalli e per le tenute ecclesiastiche.
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    (Le leggi di Scandia nel 1360)
    Alla sua morte, Björn lasciava un regno sicuramente più compatto e potente di quello che aveva ereditato. Probabilmente suo figlio Ragnvald avrebbe governato nella situazione migliore possibile, con tutto il Nord nelle sue mani.
    Björn morì il 10 Maggio 1360 di vaiolo, ad appena 27 anni. Chissà cosa avrebbe potuto fare se il suo regno fosse durato!
    [​IMG]
    (L'impero di Scandia alla fine del regno di Björn, nel 1359)
     
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  14. bacca

    bacca

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    Bella espansione in pochi anni, se non era per il vaiolo secondo me facevi il bis imperatore!
     
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  15. alberto90

    alberto90

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    Ebbravo Bjiorn ..... e pure fortunato.
     
  16. zethani

    zethani

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    Ottimo Hendioke, bell'AAR! Anche se non hai avuto espansioni territoriali rilevanti, hai saputo gestire al meglio la tua eredità e consolidare il reame. Difficile chiedere di meglio. Approvo il fatto che non hai partecipato alla crociata in Sicilia, mi dispiace che non hai avuto l'occasione di affrontare l'Orda in campo aperto. :coffee:

    Bene anche Sir Matthew, che ha espanso l'impero in maniera rilevante a est. Il tempo ci dirà se sapremo tenere queste terre e quale delle due anime dell'impero prevarrà: l'ideologia nazional-baltista, conservatrice e naturalmente proiettata verso le steppe russe, oppure quella vichinga-imperialista (i cui obiettivi principali sono le isole Britanniche, la Francia e le terre di là dell'Atlantico). xD

    Da parte mia, guardo con favore a una campagna polacca da parte di Rangvald II. ;)
     
  17. bacca

    bacca

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    a questo punto è un must prendere la corona imperiale della Russia!
     
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  18. Hendioke

    Hendioke

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    Figlio mio bello a papà ;_; bravo bravo, mi spiace per Gerusalemme, ma il mio spirito si consolerà col pensiero che abbiamo l'Inghilterra! :D
     
  19. zethani

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    Questo titolo di Difensore del Santo Sepolcro piace solo a me, o è una mia impressione? o_O
     
  20. TheDOC

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    Cos'è quella pessima macchia vicino ad Arcangelo? La vogliamo vedere dello stesso colore di tutto il resto...blu!

    Inoltre non dimentichiamo che con il titolo di Re d'Inghilterra, basta prendersi quello di Scozia/Galles/Irlanda e si può fare l'Impero Britannico!

    3 Imperi, un solo imperatore. Suona bene. Imperatore di Scandia, Britannico e di tutte le Russie.
    Ci saranno malus per avere più di 3 imperi? :p Dovremo creare un titolo nuovo, imperatore diventerà riduttivo.


    PS: I confini in Iberia fanno CACARE. Un po' di buon gusto scandinavo potrebbe sistemarli...
     

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