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Combattenti nella 'Guerra Civile Italiana' - 1943-45

Discussione in 'Età Contemporanea' iniziata da rob.bragg, 28 Aprile 2014.

  1. rob.bragg

    rob.bragg

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    Visto il marasma creato dalla discussione sul 25 aprile, e dato che ormai sono passati 70 anni e penso si possa incominciare a parlare di questi argomenti con un minimo di distacco storico, provo ad aprire questo thread, che immagino creerà parecchie 'fazioni'. Ma spero se ne possa discutere serenamente ...

    Quanti furono realmente i partigiani combattenti durante il periodo della 'Guerra Civile Italiana' (1943-45) [io, preferisco chiamarla così; spero nessuno si offenda! ] e, quanti i militi che combatterono invece per la RSI ?

    Sull'argomento 'numero di partigiani combattenti', G.Oliva ha scritto :

    « Quanti erano i militanti partigiani? Una stima generale pubblicata nel 1947, sulla base dei riconoscimenti effettuati dalla Commissione per il riconoscimento delle qualifiche partigiane, indicava un dato complessivo di 223.639 partigiani combattenti (di cui 35.000 donne) e di 122.518 collaboratori accreditati come patrioti. Si trattava tuttavia di una cifra approssimativa, sia perché comprensiva non solo dei riconoscimenti avvenuti ma anche delle domande ancora inevase, sia perché molti partigiani, ritornati nelle regioni di provenienza dopo la liberazione, non avevano presentato domanda. Il numero più accreditato dalla storiografia è quello di 250.000 combattenti, cifra che può essere accolta con l'avvertenza che si tratta di un dato assolutamente relativo, all'interno del quale andrebbero individuati i periodi e i modelli di effettiva militanza. »
    (Gianni Oliva, I vinti e i liberati: 8 settembre 1943-25 aprile 1945 : storia di due anni, Mondadori, 1994, p. 362)

    Quindi, secondo la storiografia, una cifra indicativa è quella di circa 250.000 combattenti.

    Ma secondo documenti dell'OSS (Servizi Segreti americani dell'epoca) desecretati,

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    Se ne deduce che fino all'estate 1944 i combattenti della Resistenza non superarono mai quota 80.000, ci fu poi un picco autunnale, fino a 160.000 (quando tutti pensavano che gli Alleati avrebbero sfondato la Goten-Stellung), per poi tornare a 60-70 mila (probabilmente - come segnalato dall'OSS, la cifra 'fisiologica') e solo tra marzo e maggio 1945 il numero complessivo si dilatò fino ad arrivare a 200.000.
    E non tutti erano attivi (<<although these were not all active guerrillas needing support>>)

    Dall'altra parte, la RSI, secondo fonti ufficiali dell'Ufficio Storico dello SME reclutò, complessivamente, circa 550.000 uomini (molti dei quali disertarono) :

    Secondo Diego Meldi, La Repubblica di Salò, Santarcangelo di Romagna, Casini Editore, 2008., pag. 39, «non avrebbero superato quota 558.000».

    Di questi circa 80.000 nell'esercito (ENR) (4 divisioni che combatterono gli Alleati, più varie formazioni autonome), alcune decine di migliaia nell'aviazione (ANR), nella marina (MNR), nella difesa contraerea (e come supporti alla Luftwaffe) e 150.000 (80k nel 1945) nella Guardia Nazionale Repubblicana (GNR) (90+ Legioni) più tutte le formazioni paramilitari (Bande Nere, X Mas, ecc.ecc.).

    Al netto delle diserzioni, nel periodo 1944-inizio 1945, complessivamente ENR+ANR+MNR+GDR+paramilitari probabilmente si attestarono intorno a 200-250.000 uomini, che combattevano per una causa ormai persa ...

    IMVHO, questi dati (60-200k partigiani combattenti vs 200-250k militi della RSI) giustificherebbero maggiormente una definizione di 'Guerra Civile Italiana' (italiani contro italiani, quasi in egual numero - tenuto conto che la gran parte delle forze della RSI combatterono i partigiani) ... e questo al di là di ogni ideologia ...

    ma ovviamente è una opinione molto personale ...
     
    Ultima modifica: 28 Aprile 2014
  2. feste

    feste

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    Condivido il tuo post,il fatto che si trattò di guerra civile è evidente ed indiscutibile.Sul fatto che se ne possa discutere serenamente perchè ormai sono passati 70 anni sono invece molto più diffidente,almeno da come vanno le cose nella vita di tutti i giorni.
    L'unica cosa che ritengo importante è contestualizzare,purtroppo ad oggi pochi lo fanno e in molti ,compreso il sottoscritto,cadono invece nella trappola di non farlo,ragionando tranquillamente su drammi che nessuno di noi ha vissuto in prima persona,e che ci sono stati tramandati unicamente dai libri o dai familiari.
    Si sente parlare di morti,ma non si vedono e soprattutto non se ne sente l'odore.
    Questo tipo di dolore ha segnato la mia famiglia,e solo in parte e a distanza di anni ho potuto capire,ma è diverso dal viverli in prima persona e rimanerne segnati per sempre,solo ora che ho capito il vero significato della morte,comprendo quel dolore.
    L'aspetto più crudele di una guerra civile è quello di segnare un popolo,forse 70 anni sono ancora pochi.C'è chi ad arte ha continuato a seminare il seme dell'odio, tornato comodo a chi invece doveva concretizzare i propri loschi affari.
    Ancora oggi è così,ogni partito di destra e sinistra che diventa pericoloso per minare la signora europa, viene definito xenofobo o nazista,comunista o stalinista,etichettato subito come male assoluto,solo il moderato e "falso" buonista va di moda e deve essere accettato.
    Penso che in guerra ci siano stati uomini di valore e uomini meschini anche vili carnefici,purtroppo è la triste risultante di qualsiasi guerra.Non credo e non ho mai creduto al bene assoluto,e chi lo professa per quanto mi riguarda può andare a predicare da altre parti,perchè non avrà certo il mio consenso.
     
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  3. rob.bragg

    rob.bragg

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    Assolutamente ... da entrambe le parti : per questo, IMVHO, bisognerebbe incominciare a de-ideologizzare la 'Guerra di Liberazione' e incominciare a raccontare storicamente quello che veramente fu ...

    La gioventù (e no solo) italiana dell'epoca si spaccò in tre / quattro fazioni (fascisti, antifascisti liberali-cattolici, comunisti, e ... la maggioranza silenziosa di quelli che non presero alcuna posizione) disposte ad uccidersi, per ideali, interessi, odi, anche personali ...
     
    Ultima modifica: 28 Aprile 2014
  4. StarUGO

    StarUGO

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    Direi che hai centrato in pieno il nocciolo della questione.
    Finche' ci sara' qualcuno per cui TUTTI i "fascisti" erano criminali aguzzini e TUTTI i "partigiani" giovani eroi della liberta',oppure qualcuno per cui TUTTI i "fascisti" coraggiosi difensori della patria e TUTTI i "partigiani" vili traditori,sara' dura riuscire ad avere un contraddittorio sereno.
     
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  5. rob.bragg

    rob.bragg

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    Ho fatto quattro conti, da prendere 'molto con le pinze'

    Fonte : ISTAT - STATISTICHE STORICHE

    Popolazione Italiana, 1944 : circa 44.000.000-44.500.000

    nelle regioni della RSI (Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia-R., Toscana) : 22.900.000 = 52% (NB : la Toscana, a settembre 1944 quasi interamente liberata, pesava circa il 13% dei 22,9 milioni della popolazione della RSI; al netto della Toscana la popolazione scendeva a 19.800 = 45%).

    nella Fascia di età 20-30 anni (tutta Italia) : 4.400.000 (al lordo delle perdite)

    Maschi, 'abili', nella stessa fascia di età (tutta Italia) : ca. 1.800.000
    (stima - tenuto conto di ca. 400.000 caduti, dispersi e invalidi - 1940-44; => 4.400/2 - 400)

    Maschi, 'abili', nella stessa fascia di età, nelle regioni del Nord : ca. 900.000

    FF.AA. RSI, complessive, media 1944 .... : ca. 250.000 (28%)
    Forze partigiane combattenti, media 1944 : ca. 100.000-150.000 (11-17%) (forse sovrastimata)
    altri (esentati, disertori, ecc.ecc.) ........ : ca. 550.000-650.000 (55-61%)

    ipotizzando che la gran parte delle forze sia partigiane sia della RSI fosse nella fascia di età 20-30 anni.

    considerando solo la 'gioventù' dell'epoca :

    a) Il 25-30% credeva, in qualche modo, ancora nel fascismo, nonostante la situazione disperata.
    b) Il 15% ca. partecipò attivamente alla lotta partigiana.
    c) Il 55-60% ca. pensò soprattutto a sopravvivere ... (all'interno di questo gruppo sicuramente vi erano molti sostenitori 'passivi' di entrambe le fazioni)

    considerando che gli 'attori attivi' appartenevano anche ad altre fasce di età, l'incidenza dei gruppi (a) e (b) probabilmente fu ancora più bassa, a vantaggio del gruppo (c). Tutto, ovviamente, senza contare la popolazione femminile.
     
    Ultima modifica: 29 Aprile 2014
  6. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Fonti per determinare la divisione politica dei partigiani?

    Roberto Battaglia in Storia della resistenza italiana, Einaudi, 1964 elenca i comandi di Divisione e di Brigata delle formazioni partigiane che operarono nelle montagne del Centro Nord dell'Italia nell'aprile del 1945 in funzione delle aree operative. Politicamente sono divisi in: 46 Garibaldi (PCI), 33 Giustizia e Libertà (PdA), 12 Matteotti (PSI), 4 Fiamme Verdi (DC), 15 autonome (ex militari e monarchici).

    Elenco completo: https://it.wikipedia.org/wiki/Briga...oni_partigiane_di_montagna_nell.27aprile_1945
     
  7. ronnybonny

    ronnybonny Moderator Membro dello Staff

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    A me fa molto pensare il fatto che dai 60k partigiani si sia passati negli ultimi mesi a 200k, 3 volte tanto!
    Voglia di dare una mano agli Alleati o tentativo (riuscito) di saltare sul carro del vincitore?
     
    Ultima modifica: 28 Aprile 2014
  8. rob.bragg

    rob.bragg

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    150-200 brigate da 250-500 (10/20x3x3x3) uomini l'una sono un totale di 37.500-100.000 uomini nelle principali unità combattenti, nell'aprile 1945 ... 150.000 uomini ipotizzando che TUTTE queste brigate avessero almeno 750 uomini !
     
    Ultima modifica: 28 Aprile 2014
  9. cohimbra

    cohimbra Guest

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    Al netto degli invasati cronici (come dice il consigliere di Obama: "presidente si rassegni, almeno il 2% della popolazione mondiale è composta da pazzi") la 'colpa' è anche nostra, che da giovani (chi più, chi meno, chi affatto, ma sempre più o meno in buona fede) ci siamo fatti strumentalizzare ognuno dalla propria parte politica...ma è anche normale sia così, poi uno cresce, magari approfondisce, ed i contorni si sfumano mandando a ramengo le tipiche distinzioni tutto bianco/tutto nero. Come è tipico di ogni situazione umana.
    Comunque bravo rob, ci voleva un thread simile. Almeno si evita di scrivere d'impulso (me compreso ovviamente), impulso che spesso parte dalla chiusura della vena frontale.
     
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  10. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Un po' tutti e due con l'aggiunta, pesante secondo me, di chi lo vedeva come un modo di salvare la pelle, obiettivo principale di gran parte della popolazione.

    Non ricordo bene nel libro di quale autore partigiano lessi di una coppia di contadini accusati di essere filofascisti perché in casa tenevano un trofeo di ballo vinto negli anni '30, quindi con ovvi simboli fascisti. Bastava quindi molto poco per essere accusati di fascismo, magari per giustificare vendette personali, per non parlare degli omicidi puramente politici di a-fascisti. Entrare nelle bande partigiane con i tedeschi ormai in ritirata poteva essere più sicuro di restare fermamente neutrale e sperare poi nella giustizia del vincitore.
     
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  11. feste

    feste

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    Condivido in pieno quello che dici,ma permetti una piccola parentesi,quelli della nostra generazione credo che ormai siano marchiati a fuoco,personalmente ho difficoltà enormi ancora oggi ad esprire determinati fatti storici,e il più delle volte devo evitare per non incorrere in scontri verbali,magari sarà possibile riuscire a confrontarci in modo civile qui sul forum,ma la realtà purtroppo è ben diversa.
    Non dimentichiamo che la guerra civile non è finita con la WWII, ma è continuata ,quindi non si parla di 70 anni ma di 30-35.
    una fetta di popolazione è indottrinata e condizionata a tal punto che non ricerca minimamente qualcosa di diverso; primo perchè non le interessa secondo perchè è più facile identificare il male a senso unico .
    chi potrà superare tutto questo?
    potrebbero essere le nuove generazioni;primo perchè la maggior parte non nutrono interesse alcuno verso la storia,secondo perchè il tempo e il nuovo sistema che si sta delineando porterà l'attenzione su altri problemi ben più gravi,terzo perchè le ideologia e la politica sono morte,e se mai si risvegliassero chissà quale altro sipario si potrebbe aprire.
    per il resto,determinati valori e tradizioni rimangono parte integrante della mia persona,della mia vita,e di conseguenza della mia famiglia,e non ho nessuno intenzione di mediarli con altri che non condivido,o che qualcuno vuole impormi.
    Credo che l'unica cosa che possa andare sopra ad ogni ideologia e ad ogni bandiera, è l'amicizia,si quella vera,e non certo quella basata unicamente su interessi.
    in un post qualche tempo fà avevo parlato di un libro molto bello ambientato durante la guerra civile spagnola,lo consiglio ancora una volta ed è "Fino alla tua bellezza" di Marconi Gabriele .
     
  12. Mappo

    Mappo

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    Ciao Rob, grazie per l'apertura della discussione: due domande al volo: Come mai conteggi le forze della X MAS nelle unità paramilitari? E' vero che stricto sensu la Decima non faceva parte a pieno titolo delle forze armate della RSI anche per la precisa volontà di Borghese di mantenerla indipendente ed "alleata" diretta dei tedeschi, ma da un punto di armamento e di efficienza la Decima era pari se non superiore alle migliori forze repubblicane. La seconda domanda: per avere una più precisa immagine del contributo della Resistenza nella liberazione dell'Italia esiste un dato su quali e quante perdite siano state inflitte dalle forze partigiane ai danni dei tedeschi e delle forze repubblicane fino al termine dei combattimenti, escludendo quindi le uccisioni post resa?
     
  13. rob.bragg

    rob.bragg

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    Solo per il motivo che hai già evidenziato : da un punto di vista formale, la X MAS non dipendeva da nessuno (o al massimo dalla Marina - MNR - cioè da se stessa)

    https://www.cia.gov/library/center-for-the-study-of-intelligence/kent-csi/vol41no5/pdf/v41i5a06p.pdf

    The OSS and Italian Partisans in World War II
    Peter Tompkins

    <<The contribution of Italian anti-Fascist partisans to the campaign in Italy in World War II has long been neglected. These patriots kept as many as seven German divisions out of the line. They also obtained the surrender of two full German divisions, which led directly to the collapse of the German forces in and around Genoa, Turin, and Milan.


    These actions pinned down the German armies and led to their complete destruction. Throughout northern Italy, partisan brigades in the mountains and clandestine action groups in the cities liberated every major city before the arrival of combat units of Fifteenth Army Group, a mixture of American, British, French, and Commonwealth divisions, to which was added a smattering of Royalist Italians.

    The partisans' success was largely attributable to the arms and supplies parachuted to them by the British Special Operations Executive (SOE) and the OSS and to the brilliance of the intelligence networks developed by members of the Resistance in constant touch with Fifteenth Army Group headquarters via secret radios.

    Intercepted German signals and the Ultra deciphering at Bletchley Park in England went far toward assuring final victory, but little credit has been given to the vast amount of detailed intelligence collected and rapidly transmitted by individual partisan spies in Italy. Strategically, Ultra may have saved the day, but tactically its information was far slower in getting to where it was needed in the field than agent signals.


    ...

    [Settembre 1944 - Linea Gotica]

    By dawn on 21 September, the US 350th and 351st Regiments were advancing up narrow mountain trails through intermittent rain and fog to attack Monte Battaglia, the last remaining obstacle. Ahead of them, behind the German lines, the 36th Garibaldi Brigade, armed by several OSS drops, had become a disciplined group of 1,200 men commanded by an artillery lieutenant codenamed Bob, renowned for his courage, astuteness, and the red shorts he always wore into battle. As a result of the partisans' daring and courage in the area immediately behind the Germans' main Apennines battleline, German units were unable to move freely without danger. Kesselring's intelligence officer reported that the partisans killed 5,000 Germans and wounded from 25,000 to 30,000 between June and August.

    [Novembre 1944 - Ravenna]

    At 3 a.m. on 4 December, 823 partisans of the 28th Garibaldi Brigade armed with one 47mm antitank gun, four mortars, and a dozen heavy machineguns set off along sandy footpaths to their jumping-off positions to attack 2,500 Germans holed up in concrete bunkers, protected by tanks and artillery. At 5:30 a.m., Bulow's [un ufficiale italiano - nei partigiani] men took the enemy by surprise. All across the area north of Ravenna, various partisan units went after different German strongholds, many of which surrendered after finding themselves surrounded.>>

    e poi il racconto prosegue con le vicende di Bologna, Genova, Torino, Milano ...


    NB : bisogna tener conto che lo stato generale delle forze tedesche in Italia, dopo lo sfondamento della Linea Gotica, alla fin di agosto 1944, era assolutamente disastroso (come in tutta Europa, del resto); comunque i partigiani, tra l'inverno 1944 e la primavera 1945, sicuramente contribuirono a dare il colpo di grazia alla Wehrmacht in Italia ...
     
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    Ultima modifica: 28 Aprile 2014
  14. TFT

    TFT

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    Sto spulciando ingiro ma non riesco a reperire il documento, appena lo trovo lo linko.

    Avevo comunque letto che inizialmente gli Alleati erano assolutamente contrari ad utilizzare formazioni partigiane come supporto, sia perchè non ritenute affidabili sia perchè molto contenute nel numero ma hanno poi cambiato idea
     
  15. andy

    andy

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    Thread interessantissimo (in special modo la parte sulle perdite inflitte ai tedeschi).
    In sostanza quel 60-65% è la famosa zona grigia di De Felice (che, a proposito, è affidabile a vostro parere?).
    Un'ultima cosa: hai per caso dati su unità RSI partecipanti agli scontri ad Anzio?
    Avevo letto che scarse unità (dell'ordine tra i 1,000 e 1,800 uomini<) appartenenti ai battaglioni Vendetta (poi Nettuno proprio per gli scontri là combattutisi), Nembo e Barbarigo (gli ultimi due della X MAS se non vado errato).
    Complessivamente, quanto la RSI ha contribuito a combattere gli Alleati?
    Oltre alla Monterosa nella Lunigiana, vi furono altre grosse unità RSI combattenti gli Alleati?
     
  16. rob.bragg

    rob.bragg

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    Io penso di si. De Felice è, IMHO, assolutamente il miglior storico italiano del fascismo (forse il miglior storico italiano in assoluto, per accuratezza e completezza delle fonti)
    [NB : ho corretto leggermente i calcoli fatti nel post sopra : il gruppo (c) = 55-60%]

    Nembo e Barbarigo, che io sappia.

    Monterosa ed un reggimento della San Marco in Lunigiana; parte della Decima in Friuli contro i Titini. La Decima arrivò a contare 30.000 uomini, sparsi in tutto il centro-nord Italia, da Nettuno (Barbarigo) all'Istria.
     
  17. feste

    feste

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    Ne approfitto per dare alcune informazioni riguardanti la X°mas nel dopo armistizio e guerra civile.

    Armistizio- Sappiamo cosa accade in coincidenza della fuga della casa reale e del governo da Roma,le forze armate rimangono senza disposizioni abbandonate a se stesse,il tutto in certe situazioni fu causa principale di massacri.
    La Decima in questo momento drammatico si divide in due,una parte rimane fedele al regime con statuto autonomo e si mette al servizio dei tedeschi e della RSI l'altra entro a far parte delle forze armate del regno del sud al servizio degli angloamericani.
    In questo post volgiamo lo sguardo alla prima.

    La decima in questo momento di sbandamento tradita dalle figure a cui aveva prestato giuramento si schiera alle dipendenze della Kriegsmarine.La caserma di La Spezia via San Bartolomeo

    (mia città) diventa riferimento per sbandati e volontari che vogliono continuare a combattere.

    L’affluenza dei volontari determinò la nascita della fanteria di marina( in realtà la fanteria di marina era già stata impiegata in passato,anche nella WWI sul piave ma anche prima),in primis il reparto NP e il battaglione Maestrale poi diventato Barbarigo al comando di Umberto Bardelli .Proprio questi reparti furono i primi a marciare su Salò per l’arresto del comandante Borghese.

    Il Maestrale che con la sua partenza con destinazione fronte di Anzio-Nettuno, prese il nome di Barbarigo e venne appunto impiegato per contrastare la testa di ponte angloamericana il 19 febbraio 1944 riunitosi alla caserma di La Spezia venne appunto trasferito ed impiegato su questo fronte fino al 4 giugno 44.

    Con la liberazione di Roma trasferito in Piemonte per la sua riorganizzazione,8 luglio 44 a Ozegna il comandante Bardelli ed altri 18 uomini vennero uccisi in un agguato mentre trattavano con i partigiani la liberazione di alcuni ostaggi.

    A fine 44 il Barbarigo operò nella provincia di Gorizia contro partigiani jugoslavi e il IX corpus di Tito fu coinvolto nei drammatici scontri della battagia di Tarnova.il battaglione tratta la sua resa con la consegna della armi a Padova a rappresentanti britannici il 30 aprile.

    La guerra civile- piccola premessa la decima nacque con il fine unico di combattere l’avanzata angloamericana e non per la guerra partigiana.

    Il 23-144 a La Spezia un attentato lungo la linea tramviaria uccide tre marò e due civili ,l’episodio determina un rastrellamento sulle montagne di la spezia senza che avvengano scontri armati.

    Il vero e proprio atto di rappresaglia eseguito direttamente dalla Decima risale a marzo 44 a seguito dell’esecuzione di tre marò fatti scendere dal treno Parma-La Spezia.

    Il rastrellamento si concluse con uno scontro armato con una quindicina di partigiani quattro dei quali furono uccisi e gli altri portati in caserma,dopo gli accertamenti uno venne rilasciato perché minorenne e gli altri fucilati.

    Per controbattere le azioni partigiane venne istituita la “compagnia O”120 uomini agli ordini del tenente Bertozzi, formazione questa che non fu mai ben vista,e poco tollerata,anche per i cattivi rapporti tra Bertozzi e Borghese .

    Fu lo stesso Borghese a scioglierla facendo confluire i componenti nel distaccamento Milano.

    Con l’uccisione di Bardelli si inasprirono le operazioni di controguerriglia e laDecima ne rimase sempre più coinvolta soprattutto dando la caccia alla brigata Matteotti e del suo comandante Urati coinvolto nella morte del Bardelli.

    I caduti accertati in operazioni belliche e di controguerriglia appartenenti alla decima furono in totale 6000 ai quali vanno aggiunti gli uomini uccisi in numero non precisato al termine delle ostilità in massacri sommari .Un triste episodio fu l’eccidio di Valdobbiadene.

    Battaglione Fulmine i primi ordini operativi lo schierarono in varie part dell’itali settentrionale contro le formazioni partigiane,provincie di Torino Cuneoda giugno a novembre.,n seguito trasferito intorno a Treviso e poi in Carnia da novembre adicembre poi a Gorizia per combattere contro il 9 corpus jugoslavo da dicembre 44 a gennaio 45 fu coinvolto nella drammatica battaglia di Tarnova,fu poi spostato intorno a Vicenza dove tratto la sua resa il 30 aprile al comando della 88° divisione americana.

    Battaglione Valanga-dope un breve periodo in Piemonte partecipo alle operazioni in Carnianel novembre dicembre 44 nel Goriziano invece per rompere l’accerchiamento di Tarnova.Opero poi a Bassano del Grappa nel marzo aprile 1945 si arrese il 30 aprile 45.

    Battaglione Lupo-viene impegnato inizialmente in operazioni contro le formazioni della Resistenza sui monti Apuani,successivamente ad Alba dove prende parte alla conquista della città.Viene riunito a Torino e inviato lungo il corso del Senio schierato contro l’avanzata alleata perdendo la metà degli effettivi.si arrende a Padova il 30 aprile.

    Ovviamente è solo una breve sintesi le formazioni impiegate in operazioni di controguerriglia e contro forze angloamericane non citate sono molte,comunque nei più non fu certo il valore a mancare come già dimostrato negli anni precedenti all’armistizio,dove la X°mas con i suoi mezzi affondò più naviglio nemico che l’intera flotta da guerra della Regia Marina,ma volendo in rete o meglio con libri informazioni sono facilmente reperibili,come ritengo importante conoscere in modo corretto il sacrificio che questa unità combattente con tributo di vite e di sangue offrì per il nostro paese.

    Per capire e comprendere si deve sempre ricordare il contesto e il periodo nel quale il tutto si svolse prima e dopo armistizio,con questo non affermo e non sono certo un sostenitore delle guerre o vedo il bene in quello che producono,ma ritengo che tutti abbiano il dovere di ricordare e rispettare quegli uomini che hanno dato la vita credendo fermamente negli ideali per i quali combattevano e non certo classificarli come morti che non possono essere paragonati a quelli loro contrapposti.
     
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  18. rob.bragg

    rob.bragg

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    Segnalo un interessantissimo libro, prodotto da una giovane ricercatrice italiana, Claudia Nasini, che ristabilisce un pò di equilibrio su alcuni "Miti della Resistenza" e, nelle conclusioni, 'spara ad alzo zero' (e finalmente ...) su vecchi autori assolutamente sovrastimati, Bocca in primis, e sui loro dogmi, trasposti in presunte opere fondamentali sulla 'Guerra di Liberazione'.

    [​IMG]

    Il libro - sulla base di centinaia di documenti segreti declassificati dalla CIA - tratta l'importanza determinante del supporto alleato alle operazioni partigiane, dall'autunno 1944 in poi e dei rapporti tra i gruppi partigiani e gli agenti dell' OSS, del SOE (Servizi Inglesi) e del SIM (Servizi Italiani - della 'Regno del Sud'), inviati, a centinaia, ad addestrare, guidare, ed anche finanziare, con decine di migliaia di dollari, le operazioni ...

    La ricerca riguarda in particolare la VI Zona Operativa Ligure (a cavallo tra Liguria, Toscana, Piemonte, Lombardia, Emilia), strategicamente fondamentale perchè posizionata nelle retrovie della 'Linea Gotica'. Solo in quell'area operarono più di 130 agenti, oltre a vari gruppi di forze speciali / commandos alleati e furono paracadutate, tra l'estate 1944 e l'aprile 1945, più di 1.000 tonnellate di armi, munizioni, rifornimenti, medicine, equipaggiamenti ...

    Documenti e dati che servono per inquadrare in modo più accurato alcuni 'inspiegabili' fenomeni, come quello dell' 'improvvisa' efficacia delle formazioni partigiane italiane a partire dall'inverno 1944/45 (da coniugare con il crollo verticale, materiale e morale, delle forze germaniche in Italia, dopo lo sfondamento della 'Linea Gotica').

    Documenti che minano, come detto, alcuni fondamentali miti della bibliografia storica italiana sulla Resistenza, e le opere - ideologiche invece che storiche - prodotte dai vari Bocca, Battaglia, Amendola, ecc.ecc. Libri ovviamente acclamati dalla vulgata e dai media (e quotati nelle scuole superiori e nelle Università), ma basati solo su ricordi / interpretazioni e soprattutto preconcetti ideologici personali, con pochissima documentazione e vera ricerca storica (diversamente, per es. dal De Felice !)

    Le conclusioni sono, da questo punto di vista, spettacolari ... :) peccato che Bocca sia morto nel 2011, mentre questo libro è uscito nel 2012 ... mi sarebbe piaciuto assistere allo scontro 'storiografico' ...

    Lascio la parola all' 'abstract' (purtroppo in inglese) tratto dal libro, dal quale ho stralciato ed evidenziato i passaggi fondamentali.

    - - -

    The OSS in the Italian Resistance: A Post Cold War Interpretation
    by Claudia Nasini

    http://www.eurostudium.uniroma1.it/rivista/monografie/Nasini OSS.pdf

    This article explores the missing part of the story of the Resistance in the VI Partisan Ligurian Zone in the Northwest of Italy. It describes the manifold cooperation between Italian and American agents in support of local Partisans.

    It also shows how several factors hindered traditional historiography, not only ideological bias – albeit very important – but also the protagonistsʹ preference for secrecy. Last but not least, the prolonged lack of documentation played an important part. The raison dʹÉtat of the Italian and US governments kept both OSS and SIM (Italian Military Intelligence) archives ʺclassifiedʺ until a few years ago. Evidently, there were some ʺtop secretʺ affairs to keep quiet, such as the OSS’s habit, for instance, of enrolling Italians as fully‐fledged U.S. military personnel.

    At the same time, the Italian government’s compliance with – or more exactly, submission to ‐ this American practice was not something to be proud of, from the Italian side.

    The article will show how, in practice, many SIM agents and Italian soldiers ended up operating inside the Resistance thanks to the missions ran by the OSS. These Italian nationals took orders straight from the Americans in the context of Allied strategies. The US services recruited these men in prison and detention camps and turned them into secret service agents under direct orders from Washington.

    They were subject to US laws of war. It is clear that their nature as agents for both SIM and OSS was unknown to their fellow Partisans. In practice, former Italian soldiers operated in the context of certain OSS missions; as well as, in the most embarrassing cases, former SIM agents deserted their own services, choosing to join the US forces.

    - - -

    By way of a preface, it is important to keep in mind the significance of the Resistance in Italy. In national representation, the Italian Partisan formations (aligned to the reborn Italian political parties), fighting against the Nazi‐fascists, restored dignity to Italy after the Fascist experience.

    Did the new‐born Italian Republic need redemption from its totalitarian past ? Italian historiography manufactured this experience of atonement: the so‐called ʺmyth of Italian Resistanceʺ.

    In the 1950s, 1960s, and 1970s both Marxist and Crociana (inspired by the inheritance of liberal historian Benedetto Croce) historiography absorbed this account of Italian Resistance. After all, both schools claimed for their own political faction the leadership of the Italian Partisans. The more valiant the Italian Resistance, the better for the Communists, Catholics, Liberals or whoever claimed the guidance of the movement. In this representation, there was no space for American and British support; let alone for the refunded Italian Army and its intelligence arm (SIM), both remnants of the Fascist regime.

    On the contrary, either Crociani and Marxist historians claimed that the Anglo‐Americans had somehow prevented a stronger development of the Italian Resistance. ...

    Consequently, Anglo‐American military aid ‐ belatedly delivered ‐ had been scarce, ineffective and targeted to specific supposedly conservative Partisan formations (that is, anti‐Communists aligned with Badoglio).

    The truth would appear somehow different from what, again Leopoldo Nuti, has derogatory labeled as the ʺvulgataʺ on Italian Resistance traditionally accredited by national historiography.

    As this article will illustrate, at least in the VI Partisan Ligurian Zone (an area covering parts of the Piedmont, Liguria, Lombardy and Emilia regions of Italy) the word ʺintelligenceʺ cannot be used as a synonym for ʺcontainmentʺ or ʺanti‐Communismʺ.

    New documentation on intelligence regarding the VI Zone reveals that historians should carefully reconsider relations between the local Partisans, the American OSS and Badoglio’s SIM. The still in progress opening of the archives of the OSS at the National Archives and Records Administration (N.A.R.A.), in Washington DC, has made available an impressive quantity of unpublished information on the activities of the American intelligence in Italy, through the years 1943‐45 ...

    Though still not investigated much, the clandestine network thus setup by the intelligence services reached an unimaginable dimension, both in terms of the extent and complexity of the network as well as of people involved. Although at the current state of research, it is impossible to establish the exact number of men who took part in establishing such a network in the entire Italy, yet, it is possible to estimate a number for the VI Zone.

    On the basis of OSS and SIM documents as well as of existing (although scarce) literature, it is accurate to say that around 130 agents operated in the local Resistance working for both Italian and Anglo‐American services.

    It is also important to keep in mind when considering this number that the VI Zone was only one area of the Allied subdivision of occupied Italy. There were several other ʺZonesʺ where there must have similarly been operating other agents.

    Regarding the specific focus of this article, that is, the ʺcombinedʺ Italian and US missions, it is important to stress that their efforts along with arms and munitions, provided the Partisans with radio operators and sabotage instructors who proved no less essential in order to conduct effective warfare against the Nazi‐fascists. Furthermore, these teams supplied clothes, food, medicine and financial support which also proved paramount for the guerrillas.

    It is also worth noting that this aid was provided without discriminations between the different political factions, Communists included....

    In other words, whilst until today the literature has concentrated on the importance of the relationships entertained in (and via) Switzerland between the Milan Partisan entourage, OSS and SOE base in Switzerland (Berne and Lugano) and the Mediterranean Allied Command (AFHQ), OSS archive material shows a different picture. It reveals how from 1943 OSS ʺItalian sectionʺ developed a vast network of relations with eminent Partisans leaders (even at top levels) within occupied Italy. These links proceeded in parallel with those established in Switzerland, but ‐ and more importantly ‐ the Italian S.I. connections proved more fruitful for the Partisans in terms of military aids than the Swiss OSS channels.

    It is also important to note here that OSS took advantage of Italian authorities’ offer to help in setting up such a network in Northern Italy.

    <<Towards the end of 1943, the clandestine movements of Milan contacted both Dulles and the Bern SOE. The arrival of OSS missions from the South and the possibility of direct connections with our base in liberated Italy reduced the importance of the Swiss offices in Lugano and Bern with regards to clandestine activity.>>

    ...

    The VI Operational Ligurian Zone was born in the summer of 1944 when the local Partisan commanders named this large portion of territory. It included the area between the eastern part of the Italian region of Liguria, the western part of the Emilia‐Romagna, and the southern parts of Lombardy and Piedmont.

    This area was of high strategic interest for the Allied Headquarters since the beginning of the Italian Campaign. Although the Germans considered the Ligurian and Piedmont Apennine mountains running a cross central Italy as part of their defense barrier ‐ later to be named “the Gothic line” ‐ the proximity of a large part of Liguria to the sea fostered the Allies’ plan of penetrating the region through amphibious landings. ...

    At the end of spring 1944, two missions with partly innovative characteristics, “Locust” and “Meridien” were sent into Zone VI. These missions were organized by the Secret Intelligence section of OSS and again made up of former Italian military personnel. The latter were mainly recruited among prisoners of war and troops gathered in the so‐called ʺriordinamentoʺ(detention and reorganizing) camps in the South of Italy. Recruiting also took place within SIM (there was also a small number of Partisans among them).

    However, the significant aspect of the new type of missions was that in this case the agents were directly hired by OSS with proper contracts. They were well paid and subject to American war rules. Another interesting fact was that the missions, in many cases were made up by several dozen agents.

    Infiltration began as usual in small nuclei. In this case, though, the single “cells”, as each reached its destination, instead of operating individually, would join a single underground organization, making it more extensive and penetrative. This would fulfil the Allies’ aim to empower their own information system and would ensure that the Partisan formations obtained the greatest possible number of radios and sabotage instructors. Finally – but of no lesser importance – the new missions were to prepare the ground for the first commandos entirely composed of Anglo‐American soldiers.

    The agents were in fact asked to sign documents which, as some copies kept in the US archives show, demanded exclusive allegiance to the US and the consequent observation of their war rules and to consider themselves to all effects US military personnel. In other words they were truly and properly enrolled in the US army and in OSS in particular. In exchange for this, according to a written agreement, the USA was committed to pay the enrolled Italians 150 US dollars a month besides providing board and lodging. It was also stipulated that in the case of death or permanent crippling of the “employee”, a sum of 5000 US dollars would be payable, convertible in Italian Liras.

    OSS documents allow to recreate the history of subsequent missions, in which American military personnel was prevalent, while the Italians were mainly confined to a support function. In short, the large American commando operations of ʺWild Billʺ Donovan.

    In sum, starting from summer 1944, and using instructions provided by previous team, namely “Locust” and “Meridien”, as well as their dropping zone, OSS began to deliver in the VI Zone three additional teams.

    The first nucleus, called “Walla‐Walla”, started operating on August 11th 1944; “Peedee” and “Roanoke” followed respectively in April and March 1945.Both missions would remain in the VI Zone until the end of the war.

    By April 1945, such missions granted to the VI Zone Ligurian Partisans about one thousand tonnes of supplies, including weapons, equipment, medicines and essential goods; not to mention, the financial backing, which for the single “Walla‐Walla” mission amounted to more than 15,000 dollars.

    The O.G.s contributed a great deal to the strengthening of the VI Zone.

    Not only during the final offensive of spring 1945, but also during the previous winter, when they supported the Partisans in contesting the German mopping up operations. On this subject, an example of the spirit of collaboration inspired by the “Walla‐Walla” mission is documented by two letters, found in OSS archives. In both these letters (together with the names of other political leaders of the VI Zone) there is the signature of the Garibaldi “Cichero” Division Communist leader Anton Ukmar (battle name “Miro”). …

    In both correspondences, on which we will return, the authoritative and feared leader Miro, also commander in chief of Zone VI, thanked US General Mark Clark for the invaluable support given to his Partisans by OSS personnel. Miro in one of his letter to Clark did not omit mentioning the powerful bazookas the American agents had been able to deliver to his men

    - - -

    In concluding this investigation of the VI Zone it is possible to assert that so fart he role of the underground intelligence support to the Italian Partisan movement has been underestimated by historians. Traditional readings on the intelligence dimension of the Italian Resistance have been heavily affected by the more general interpretation on the nature of the relations between Resistance and Allies

    The bulk of these readings have largely been based on an allegedly opposition between the Italian Resistance and the Anglo‐Americans (including the Italian Government of the South subjugated to the Allies by its official co‐belligerency condition).

    Such studies have generally maintained three claims: firstly, that the role played by such ʺcovertʺ operations was essentially negligible and thus irrelevant; secondly, that such operations, when they took place, aimed mainly to discriminate against the Communist Partisan formations in order to weaken their military power; thirdly, these ʺsecretʺ missions have been thought to exercise merely a ʺconservativeʺ effect on the Partisan movement to thwart the potential Communist preponderance in post‐war Italian politics.


    These inaccurate conclusions ‐ on the whole emblematic of the prejudice surrounding the army and the intelligence services, both Italian and Anglo‐American – are also maintained in Giorgio Bocca’s Storia dell’Italia partigiana; though he is one of the foremost experts on the Resistance in the Liguria area. … According to Bocca, the Allies and the “Kingdom of the South” both maintained a rather ambiguous ʺwait and seeʺ attitude towards the Partisan movement in Italy. According to Bocca, the aim of the Italian Army’s high command, which directed SIM, was to persuade the Allies to contain an indiscriminate growth of the Resistance movement. In yet more detail, Bocca’s claim aims not only to discredit Italian military high command, but the patriotic integrity of the individual SIM agents operating in the field. ... As Bocca observes: “When the Allies organized direct contacts with the Resistance, SIM officers parachuted into occupied territories mostly went back to their homes when not crossing outright over to the Fascist republic”

    The archive documentation recently made available instead underlines the importance of the Italian agents. According to OSS records, as amply documented at least for the VI Ligurian Zone, Italian SIM personnel played a key part in providing military support for the Resistance. In reference to the question of anti‐Communist discrimination, the reality portrayed by OSS archive material completely refutes the version hitherto accredited by Italian historiography.

    This not only concerns the work of Marxist authors ‐ such as Roberto Battaglia, Pietro Secchia, Filippo Frassati and Giorgio Amendola ‐ but also the judgment often expressed by a supposedly more unbiased author, the often quoted, Bocca.

    In all truth, the Communist and Action Party Partisan formations, that is, the leftist ones, were treated on a totally equal basis as the autonomous military ones (alias those aligned with Badoglio). Any priority in delivering the aids was established according to the efficiency and combativeness of the Partisan formations; on the opportunity to employ the latter in areas of interest for the Allied commands; on the proximity of the Partisans to the dropping points; and finally, but not less important, according to the availability of aircraft for the Italian Resistance front.

    Furthermore, even British lieutenant colonel Basil Davidson, commander of SOE/Glover mission, claimed that after the war some ʺmythsʺ had arisen regarding the Allied containment of Communist formations in Liguria.

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  19. huirttps

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    PESI e MISURE

    L'8 ottobre 1945, un Tribunale Militare americano, riunito nella Reggia di Caserta processò il generale tedesco Anton Dostler, reo di aver ordinato (senza alcun processo), il 26 marzo 1945, la fucilazione di 15 commandos americani, catturati nei pressi di Ameglia mentre tentavano il sabotaggio dei tunnel della liena ferroviaria tra La Spezia e Genova, nelle retrovie tedesche. Accusato di crimini di guerra, per aver ordinato la fucilazione di progionieri di guerra catturati con le proprie divise nazionali correttamente indossate, in violazione della Convenzione di Ginevra, l'ufficiale tedesco - che aveva obbedito ad ordini superiori - venne condannato a morte; sentenza eseguita il 1 dicembre 1945.

    Oggi, ad Ameglia, c'è un memoriale in onore dei soldati americani trucidati.

    Il 26 aprile 1945 un gruppo di militi della RSI, di presidio presso la località Cantoniera della Presolana, comandati dal Sottotenente Roberto Panzanelli, venuti a conoscenza della resa nazifascista attraverso alcune comunicazioni radiofoniche, decisero di deporre le armi e di consegnarsi al locale CLN. Qui, il loro ufficiale prese accordi con i rappresentanti del Comitato locale per ricevere tutte le garanzie quali prigionieri di guerra.

    Il 28 aprile arrivò a Rovetta (paese nel quale i militi si erano arresi) un gruppo di partigiani composto da appartenenti a varie brigate partigiane, che prelevarono i prigionieri e li scortarono presso il cimitero del paese. Il Panzanelli tentò di far valere lo scritto in suo possesso con le garanzie sottoscritte, ma il foglio con le firme gli fu strappato di mano e calpestato. Giunti presso il cimitero vennero organizzati due plotoni d'esecuzione e 43 prigionieri, di età compresa dai 15 ai 22 anni, vennero fucilati (senza alcun processo)

    La Procura della Repubblica di Bergamo aprì nel 1946 un procedimento penale che si concluse nel 1951 con una sentenza che stabilì di non dover procedere contro gli imputati, definendo la fucilazione non un crimine ma un'azione di guerra, poiché l'occupazione nel territorio bergamasco era 'ufficialmente' cessata il 1º maggio 1945.

    La Magistratura Italiana - nel 1951 - era al corrente dell'esistenza, dal 1929, della Convenzione di Ginevra ? Come può una fucilazione di prigionieri di guerra (arresisi indossando una divisa) essere considerata un'azione di guerra ? Nessuno ha più osato invocare la revisione di quel processo : VAE VICTIS !
     
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