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BRICS, un buco nel'acqua?

Discussione in 'Off Topic' iniziata da Rio, 9 Ottobre 2015.

  1. Rio

    Rio

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    Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica avrebbero dovuto essere la riposta economica ai "grandi": economie emergenti in rapida crescita dove l'investimento è d'obbligo.
    Peccato che ad oggi 4 su 5 stati siano in difficoltà economiche. Il Brasile ha aumentato i disoccupati e ha tagliato gli investimenti per le olimpiadi, la Cina sta soffrendo un calo della domanda e una crescita inferiore, sulla Russia non c'è molto altro da dire, mentre anche il Sudafrica sta soffrendo (http://www.ilsole24ore.com/art/noti...i-bloccano-economia-104644.shtml?uuid=AB3VA1y).
    Alla luce di questi dati, i BRICS possono ancora essere la risposta a nord america e europa?
     
  2. bacca

    bacca

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    La cosa ha stupito anche me, ma in parte questa crisi ha dimostrato che non sono alla pari dei grandi.
    Vero anche però che questi stati hanno grandi potenzialità, e che crisi o meno la loro otenza economica commerciale è comunque destinata a salire, non vedo per loro un ritorno indietro.
     
  3. Maxim Hakim

    Maxim Hakim

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    Condivido quanto affermato da bacca, le loro economie hanno comunque margini di miglioramento più vasti rispetto a molte di quelle europee di sicuro.
     
  4. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    Sì, l'alunno ha le potenzialità, ma non si applica
     
  5. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    Crisi o rallentamenti non sono di per se' indici di un fallimento dei BRICS dato che nell'attuale sistema economico le crisi sono strutturali al sistema stesso, in quanto permettono l'accettazione di cambiamenti straordinari e di cambiare ed evolvere la struttura del sistema. L'imposizione di misure estreme come la flessibilità del lavoro e il precariato rendono piuttosto utili le crisi per il sistema economico capitalista. Bisogna poi tener conto che la preminenza nel capitalismo attuale dell'economia finanziaria rende il sistema talmente esposto a fluttuazioni e oscillazioni che sarebbe più strano se le crisi non ci fossero piuttosto che il contrario.

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  6. TFT

    TFT

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    è abbastanza fisiologico che più l'economia diventa forte più il margine di crescita si abbassa.
    Un conto è salire da 100 a 200, con una crescita del 100%, un conto è salire da 50.000 a 51.000, la crescita è molto inferiore in assoluto ma...
     
  7. Carlos V

    Carlos V

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    Personalmente mi sono fatto l'idea che in futuro il mondo sarà multi-polare, senza il predominio di una singola nazione né la contrapposizione tra due blocchi o due visioni del mondo. Inoltre questi poli non saranno necessariamente contrapposti tra loro, ma potrebbero collaborare o competere tra di loro in modo pacifico (in campo tecnologico, spaziale, ingegneristico, ecc.); dopotutto i BRICS hanno consapevolezza di loro stessi come nazioni emergenti, tanto che organizzano dei summit riservati esclusivamente a loro.

    Detto questo, si tratta di nazioni dalle grandi potenzialità, ma anche dai grandi problemi. Se non risolvono prima di ogni cosa le scottanti tematiche sociali, economiche e politiche interne non potranno mai compiere un vero salto.
    Il Brasile ha delle potenzialità, senza dubbio, ma a livello sociale presenta problemi come la povertà diffusa (le favelas intorno alle metropoli) e la micro-criminalità, a livello ambientale lo sfruttamento indiscriminato della foresta amazzonica e i contrasti con gli indios che cercano di difendere il loro territorio, scelte politiche scellerate come la decisione di ospitare sia i Mondiali di Calcio del 2014 e le Olimpiadi del 2016 oltre le proprie possibilità economiche.

    L'India ha delle potenzialità, ma anche qui abbiamo dei problemi rilevanti come la povertà, soprattutto nelle zone agricole, in cui si vive seguendo i ritmi degli antichi contadini e in cui non c'è alcuna traccia di progresso; la persistenza del sistema delle caste, che crea discriminazioni nella vita di tutti i giorni, anche nelle piccolezze (un professore rifiutò un bicchiere d'acqua da uno dei suoi studenti, appartenente alla casta inferiore, ma accettò di buon grado quello offertogli dallo studente della casta superiore); i contrasti religiosi tra Hindù, Islamici e Buddhisti.

    La Cina è un capitolo a parte: se nel 2009-2010 veniva considerata la nazione che avrebbe sostituito gli Stati Uniti alla guida del mondo, seguendo una dialettica storica molto hegeliana, adesso le aspettative nei suoi confronti si sono ridimensionate. Anche la Cina inizia a subire gli effetti della crisi e la sua crescita si è rallentata (senza dimenticare il clamoroso tracollo delle borse asiatiche avvenuto di recente). A livello sociale abbiamo uno Stato autoritario e repressivo, in cui i diritti civili sono quasi inesistenti e non esiste alcuna garanzia sindacale, a livello ambientale è presente un alto livello di inquinamento, senza contare la cementificazione indiscriminata nelle zone rurali, in cui sorgono città ex novo ad imitazione di quelle europee (Nuova Parigi, Nuova Venezia e via dicendo).

    Insomma, hanno le possibilità per affermarsi sul palcoscenico mondiale, ma hanno anche molta strada da fare.
     
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  8. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    Sono d'accordo che in futuro potremmo assistere ad una multipolarizzazione del Mondo, ma non bisogna secondo me esagerare questa prospettiva. Si tratta infatti di una contrapposizione a mio modo di vedere debole, sarebbe più corretto paragonarla ad una concorrenza, in quanto si tratta comunque dello scontro tra stati socialmente ed economicamente omogenei tra di loro, e in cui l'interconnessione tra i mercati supera facilmente le rivalità più eccessive.

    Inoltre non ritengo che le disuguaglianze o la povertà siano un ostacolo per questi paesi, anzi, lo sfruttamento di manodopera a basso costo e scarsamente sindacalizzata è la molla dello sviluppo attuale, tanto che nei paesi occidentali questo modello sta da anni venendo importato occultandolo sotto le varie nomee di 'flessibilità', 'adeguamento ai mercati' e 'sviluppo delle reti'.

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  9. Willy il Peyote

    Willy il Peyote

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    ragazzi ma cosa vi aspettate a lanciare mattoni nell'acqua? mica galleggiano

    :whistle:
     
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  10. Rio

    Rio

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    Sono un vantaggio quando tu devi "partire", e puoi vendere all'estero n-milioni di magliette che un operaio cuce a 1 centesimo l'ora. Dopo che hai "invaso" il mercato straniero di prodotti, e via via l'hai saturato (anche perchè ad oggi esistono molte altre nazioni che hanno la possibilità di produrre a costi bassissimi), dovresti vendere al tuo (nel caso di india,cina e brasile) smisurato mercato interno.
    Ma visto che il 95% delle persone ha stipendi da fame, come fai a vendergli una maglietta a 25€ come la vendi in europa?
    Secondo me i BIC (brasile-india-cina) basano la loro economia sulle richieste esterne (capaci di portare un guadagno enorme) piuttosto che sul mercato interno (che, a parte i pochi ricchi, è molto poco sviluppato), e pagano questo limite una volta che il mercato "esterno" si satura, perchè a questo punto sono in un cul de sac, perchè se aumenti gli stipendi per aumentare il mercato interno hai bisgono di tempo per "arricchire" i poveracci occidentali (caso della cina), e intanto le tue aziende guadage un modello nano di meno.
    Io credo che un modello economico tipo "sud est asiatico" (produci a pochissimo e vendi all'estero) può durare al massimo un trentennio, poi si cappotterà su se stesso.
     
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  11. auricaesar

    auricaesar

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    È dal 2000 che Putin sta distruggendo lo schiavismo e la manodopera a basso costo in Russia. Eppure...
     
  12. Invernomuto

    Invernomuto -

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    Contestualizziamo la cosa: investimento d'obbligo quando? Ora non ha senso, per varie ragioni. Gli Stati con un'economia basata sulle materie prime oggi sono in crisi, per il semplice motivo che il costo delle materie prime è di nuovo ai minimi dal 2008.

    Sì, nel senso che se li guardi nel contesto degli ultimi anni è innegabile che stiano subendo un rallentamento/crisi a livello economico. Se li guardiamo in un ottica decennale, è altrettanto innegabile che ad esempio la Cina abbia fatto uscire dalla povertà, seppur in maniera disomogenea e non senza grandi squilibri, l'equivalente di 4-5 volte (o più) la popolazione italiana...
    L'India è ancora in forte crescita. Il Brasile paga una gestione molto poco accorta del boom delle commodities, ora terminato.
    Russia paga le sanzioni e anche lei è in crisi causa crisi delle commodities.
    Ma parlare di "fallimento" mi pare un po' esagerato...

    Ciao.
     
  13. Tasso

    Tasso

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    Cina e India non hanno una economia basata sulle materie prime,il relativamente basso costo delle materie prime (relativamente dal momento che è il doppio del 2005-2006 e non c'è stata una inflazione del 7% annuo nel frattempo) è un effetto, non una causa, del rallentamento della domanda a parità di offerta. la crisi, o meglio l' esplosione della bolla brics in corso non è altro che uno degli effetti secondari del QE usa: le imprese private dei paesi in via di sviluppo si sono riempite di debiti in dollari, quando il dollaro è risalito i debiti sono diventati improvvisamente insostenibili (e vale anche per la russia): una situazione simile c'è nei paesi dell' ex patto di varsavia con la fine degli interventi sul franco svizzero, dal momento che avevano i mutui in franchi. Con la perdita di fiducia nella solvibilità e nella crescita, i capitali esteri sono evaporati a velocita record peggiorando la questione.


    se li guardiamo in ottica decennale l' uscita dalla povertà si è interrotta nel 2008, con la crescita in termini reali del prezzo dei generi alimentari, che continua ad essere il 20% più alto della media pre 2008, con punte, "casualmente", del 150% nel periodo della primavera araba. nello stesso periodo in cina e india in particolare, il debito è arrivato a livelli occidentali. Fallimento: la Russia e l' arabia saudita possono sopravvivere per tre anni con il petrolio a 50 poi le casse sono vuote, la Russia nello specifico è già al pagamento degli stipendi in merce, come nel 1988 e nel periodo pre putin. la metà delle imprese cinesi non sono in grado di pagare gli interessi sul debito, la DB scrive di "end of the game" per il 2017. L' australia, che vive di esportazioni di materie prime in cina bene bene non sta, ma il dramma è dove meno te lo aspetti: USA: 1 stato su 25, una grande citta su 20, una contea su 15, un' impresa su 7 a i propri titoli a livello grecia o immediate vicinanze. nel settore petrolio-gas vengono venduti a 23 centesimi sul dollaro di nominale. tra le imprese troviamo Goldman, Bank of Amerika, HP computer, AMD processori. la mia preferita gestisce 12 miglia della route 73 in california, 12, è ha 2 miliardi di dollari di debiti. un americano su 7 vive di food stamp e uno su 3 non ha un lavoro e nemmeno lo cerca.
     
  14. Lord Attilio

    Lord Attilio

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    In effetti più che salari bassi avrei dovuto usare il termine "flessibilità", che è fortemente pretesa nell'attuale evoluzione del capitalismo. Comunque non serve che l'intera popolazione mondiale abbia i livelli della classe media occidentale perché le merci si vendano, sono sufficienti appunto queste classi medie che si trovano tranquillamente in India, Cina e Brasile, pur convivendo con forme estreme di povertà. Poi almeno nel caso che tu mi sembri riferire le merci sono talmente poco costose e poco durevoli che il rischio di saturazione non c'è proprio.

    Concordo, la facile visione a tinte dialettiche "loro sono male, noi bene" oppure "loro sono bene, noi male" può portare ad una grande soddisfazione morale, ma non permette certo di cogliere le diverse sfumature del processo in corso. Debito, economia e consumo stanno invadendo e pervadendo l'intera realtà, tanto che ormai non serve più giustificare il processo capitalistico, ma basta semplicemente indicare le "dure leggi della realtà" per spegnere ogni voce di dissenso. La pervasività del debito, sia privato che pubblico, permette all'attuale macchina capitalistica di dominare gli stati e le persone come mai prima d'ora e di facilitare una disoccupazione strutturale che permette di imporre condizioni di flessibilità alle mansioni lavorative. E questo processo si sta attuando a livello mondiale, non riguarda solamente qualche stato come la Grecia o l'Italia. Il modello cinese di pianificazione economica, riadattato per un'economia globalizzata, sta trovando in questo non pochi imitatori.
     
  15. Alessandro Argeade

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    Io so solo che tutti i 4 BRICS insieme non fanno il PIL degli USA.

    Hai voglia a parlare di secolo multipolare, il XXI sarà come il XX un secolo americano più o meno accentuato.
     
  16. Tasso

    Tasso

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    a parità di potere d' acquisto il PIL cinese supera quello usa dal 2014, e anche l' EU a 28, se consideriamo banca mondiale e fMI attendibili. i dominatori del secolo a tuo dire non vincono una guerra dal 1970 (grenada a parte se vogliamo definirla guerra), pur spendendo una follia in spese militati. un anno in Siria, 15 sortie 15 in media al giorno, gli è costato, ufficialmente, 3.8 miliardi di dollari (fonte Dod). la situazione economica interna è disastrosa, con la stessa Yellen (fed) che afferma le loro statistiche sulla disoccupazione NON sono credibili, dal momento che il numero di disoccupati cala, ma il numero di ore lavorate complessive rimane lo stesso, e per vivere senza indebitarsi dovrebbero lavorare in media oltre 100 ore settimanali (con leggere discrepanze a seconda degli stati). per finire con studi sicentifici abbastanza seri, delle loro università, che danno un 80% di probabilità di rivoluzione più o meno violenta entro 10 anni (e sono pure più pessimisti di me che un 15 anni glieli concedo), questo ad esempio http://press.princeton.edu/titles/7690.html
     
  17. Alessandro Argeade

    Alessandro Argeade

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    Sì, li conosco bene questi studi scientifici che danno previsioni da qui a 10 anni.

    Di solito più ci si avvicina alla data della profezia e meno vengono citati, chissà perché
     
  18. GyJeX

    GyJeX

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    Tra quindici anni sarò quasi vecchio per combattere una rivoluzione... Digli di muoversi. Che poi, la schiavitù dei futuri social farà da paciere... Altro che rivoluzione.
     

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