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Africa Settentrionale Round 3

Discussione in 'The Operational Art of War' iniziata da Luigi Varriale, 17 Novembre 2017.

  1. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    L’attacco non ha molta storia, considerando che i reparti nemici si trovavano completamente circondati. Quando gli Indiani si vedono arrivare addosso tre battaglioni di carri, ed i bersaglieri da destra, altro non fanno che ritirarsi sull’altro battaglione più a nord. La manovra non riesce per il semplice motivo che anche il battaglione a nord si stava ritirando verso sud, incalzato dai tedeschi. A questo punto il nemico, dopo breve resistenza si arrende in massa. Prendiamo più di mille prigionieri, inlusi un maggiore ed un tenente colonnello che comandavano i due reparti nemici. Bella vist questi indiani, con i loro turbantoni. Sembravano quasi contenti di arrendersi, a diffrenza dei loro ufficiali inglesi.


    Il punto è che le operazioni della giornata non finivano lì. Il generale Baldassarre, in ossequio alle direttive generali, ordinava un’avanzata diretta sulla località di Gabr Saleh. Veniva mandato avanti il Nizza cavalleria con le sue autoblinde ed i suoi carretti veloci. Quasi subito il Nizza trasmetteva per radio di aver avuto un contatto col terzo battaglione della brigata indiana; il 2° Rifle Lancers, che veniva sgominato in rapida sequenza dal reggimento, con alla testa il VII battaglione del Maggiore Smissone che caricava alla grande senza neppure fermarsi. Gli Indiani per un po’ resistevano, ma venivano portati a più miti consigli dall’intervento dell’ VIII e poi del IX battaglione al grido di “sfasciatec o cul” strillato per radio dal Postuma che doveva essere tenuto al guinzaglio stretto dallo stato maggiore del reggimento in obbedienza agli ordini di Baldassarre che non voleva che il Postuma si avvicinasse troppo alla prima linea se non era strettamente necessario. I pochi superstiti del battaglione nemico venicano ancora una volta raccattati col cucchiaino dal XII battaglione bersaglieri che seguiva i carri, sotto la guida del ten col Uzzi. Tutto sommato una giornata molto positiva per la divisione che annientava un’intero reggimento al costo molto modesto di un M-13, un L3 ed un centocinquanta tra morti e feriti.


    Compito della divisione adesso è di attestarsi su Gabr Saleh ed El Cuasc, in attesa che il nemico venga ripulito da Gambut. Dopo di che pare evidente che l’armata potrà cominciare a pensare all’avvicinamento alla vecchia linea di confine tra Libia ed Egitto.

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  2. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    16 luglio 1941


    Il reggimento è in allarme generale; la divisione ci ha dato un nuovo obiettivo; rastrellare le forze britaniche che si trovano tra Bir el Gubi e Mersa Lucah. L’intendimento dell’armata si divide in due distinti compiti per noi. In un primo tempo attaccare e distruggere i reparti isolati che il nemico ha posto tra queste due località, a me sembra in maniera un po’ irresponsabile. Si tratta di un raggruppamento di artiglieria antiaerea in mezzo al deserto a 40 chilometri ad est di Bir el Gubi, e di un battaglione di fanteria neozelandese, individuato dalla ricognizione strategica nei pressi della scarpata di Sidi Rezegh (vedi carta post precedente). L’intendimento del generale Baldassarre è quello di compiere queste operazioni nella massima sicurezza possibile, mediante un accerchiamento sistematico di queste unità nemiche isolate e con i fianchi scoperti. Questo intendimento lo trasmette al Postuma che comincia a formare un piano di operazioni reggimentale. Innanzi tutto si fa assegnare etrambi i battaglioni di carri veloci che agiranno da forza di blocco sul versante est del nemico, mentre il reggimento carri medi vero e proprio verrà impiegato come martello, direttrice sud ovest-nord est. Sul versante nord ovest delle unità nemiche parteciperà all’attacco il reggimento bersaglieri, quindi si può dire che il grosso della divisione partecipa a queste operazioni. Solamente i supporti diviisonali, ed in particolare l’artiglieria del 132°reggimento verrà tenuta alla mano data la scarsezza di munizioni di cui soffriamo.


    Compiute queste operazioni, il secondo l’obiettivo della divisione è l’accerchiamento di tutte le forze nemiche sul fronte di Gambut tramite il controllo della scarpata di Mersa Lucah. Si tratta di reparti ricostituiti della brigata polacca e della divisione australiana. Dal punto di vista strategico, per dare profondità a questa manovra è previsto l’appoggio sul fianco sinistro e sulle nostre terga della 90^ divisione leggera germanica e della 15^ panzer, che devono coprire l’Ariete durante la manovra di accerchiamento a largo raggio ed appoggiare, nel caso, a livello tattico i diversi combattimenti locali che la divisione si troverà ad affrontare.


    Il 16 in serata la divisione comincia a muovere dalle sue basi di partenza lungo la pista Bir el Gubi – Gabr Saleh. Carri veloci in testa, seguiti dal reggimento carri medi fiancheggiato a nord dai bersaglieri di Montemurro. Il primo obiettivo è costituito da un concentramento di quattro battaglioni di artiglieria antiaerea del XIII corpo britannico inspiegabilmente abbandonati a sè stessi nel bel mezzo del deserto. I nostri carri, lasciata la pista e procedendo verso nord est, si aprono a ventaglio per fissare il nemico e cadere contemporaneamente sulla sua destra. I bersaglieri prendono il nemico di petto dalla sinistra. La coordinazione tra i due reggimenti è buona. I carri veloci intanto girano molto al largo a sud per cadere sul retro del concentramento nemico e non incontrano anima viva durante il loro movimento. I britannici, colti totalmente di sorpresa, abbozzano una resistenza mettendo in linea i loro 37mm e i due libbre antiaerei, usandoli in funzione anticarro e riescono a sfasciare un M13 del VII battaglione. A questo punto i nostri carri medi si arrestano ed in linea di fronte cominciano a bersagliare le batterie nemiche, coprendo i bersaglieri che avanzano dalla parte opposta e che sono meno vulnerabili al fuoco anticarro, specialmente quando da posizione defilata, una volta appiedati, iniziano il tiro indiretto ed un fuoco sostenuto di mitragliatrice. Poi improvvisamente i piumettati di Montemurro partono all’assalto. Al prezzo di un centinaio di morti ed una trentina di feriti, irrompono nelle posizioni tenute dal nemico, che si arrende subito dopo. Il bottino è consistente: 600 prigionieri, 18 cannoni antiaerei e ben 136 camioncini, che andranno a rimpolpare l’eroica intendenza nostra.


    Senza soluzione di continuità, il Postuma si mette a strillare di riordinare i reparti che è ora di muovere alla volta del battaglione neozelandese che è interrato ad una quindicina di hilometri a nord est. I comandanti dei battaglioni di M13 frignano per il carburante e soprattutto del basso livello di munizioni, dato il generoso dispendio fattone nell’attacco agli anti aerei. Il Postuma non vuole sentire ragione ed ordina di attaccare la fanteria nemica a botta dritta, sempre con lo schema aggirante dei carri leggeri.


    I Neozelandesi si rivelano coriacei; al primo tentativo di aggiramento degli L3, aprono un fuoco infernale di mitraglia e mortai, che ci sfaccia due carretti. Pausa di arresto del reggimento. Il Postuma chiede all’ufficiale di collegamento tedesco di collegarsi, ed Il Magg Veinzel immantinente si attacca alla radio e si mette a sputare coordinate e direttive in ostrogoto stretto. Non molto dopo sui Neozelandesi cominciano a piovere pillole di tutti i calibri provenienti dall’artiglieria divisionale della 90^ leggera, che in fatto di artiglieria è tutt’altro che leggera, con calibri che vanno dal 150 al 170. Interviene pure un battaglione del 155° reggimento shultzen ed i Neozelandesi cominciano ad alzare i tacchi. Il problema per loro e che a sud ed a est intanto si sono stabiliti i carri nostri, mentre a ovest premono pure i bersaglieri, con il risultato che pure i temuti Maori sono costretti a crepare o ad arrendersi; alcuni scelgono la seconda soluzione, olti la prima.Cci portiamo quindi a casa altri 150 prigionieri. Il resto dei Neozelandesi sono tritati dall’artiglieria e dai carri medi del reggimento che sputano le ultime munizioni rimaste in un combattimento che tutto sommato dura buone quattro ore di fuoco fiamme e furia.


    La divisione ringrazia i Tedeschi e si ferma per riorganizzarsi. Il Postuma bestemmia come il suo solito perché i battaglioni carri, medi e leggeri indistintamente non sono in grado di avanzare oltre dopo questo secondo combattimento che ne ha brutalmente intaccato le dotazioni, senza contare la stanchezza degli equipaggi dopo una giornata di scontri. In più, i Britannici, che evidentemente hano sentito puzza di merda, cominciano ad inviare reparti blindati a livello compagnia a saggiare la consistenza della nostra puntata. Di fronte ai carri leggeri appare uno squadrone di Matilda del 7° reggimento carri, ed autobildo varie iniziano ad apparire sul fianco sud della divisione. In più gli Inglesi hanno la temerarietà di spingere un complesso misto mitraglieri-antiaerei fino nei pressi di Bir El Gubi e sono identificati dal battaglione esplorante della 15^ panzer che viaggia in coda alla formazione divisionale. Di tutto ciò viene informato il genereale Gambara.


    I prossimi obiettivi per l’Ariete sono la distruzione dei Matilda suddetti, e l’attacco al battaglione di cavalleria divisionale neozelandese, che bello bello si è andato a piazzare a scafo sotto di fronte alla fanteria della 90^ leggera che opera sul nostro fianco sinistro.


    Sul camioncino comando discutiamo io ed il Postuma sulle azioni del nemico e conveniamo sul fatto che stanno cercando di disturbare la nostra avanzata verso nord est, ed allo stesso tempo di rendersi conto di quale sia la consistenza dei reparti che sono stati destinati a tale avanzata.

    Rimanete in linea che continua dal deserto, obiettivo presa di Mersa Lucah, ed in un seondo tempo raggiungimento del confine libico – egiziano, dove gli inglesi sono, molti, e ben organizzati.
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  3. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    19 luglio 1941


    Gli epiteti del Postuma rivolti ai suoi comandanti di battaglione prevalgono su qualunque cautela. Il nostro, che non ha peli sulla lingua incita i suoi a superare i problemi di stanchezza delle truppe al grido di muvit’o cul o’scurnacchieeet o v fazz’fucilà tutte quant oppure incitamenti meno minacciosi ma non meno efficaci ai suoi ufficiali tipo cazz’è site, n’a mass’ e femminiell????, vedit de muver sti minch’e carrrrr. Incitati da cotando ardore il reggimento carri medi si deve muovere e si muoverà!! Si tratta di andare a sfasciare lo squadrone di Matilda che sbarra il passo alla divisione. L’operazione tutta, chiamata piccolo circuito, non interessa solamente la divisione. Si tratta pure di fare saltare il tappo rappresentato dal battaglione di cavalleria neozelandese, compito che viene affidato alla 90^ leggera crauta. Io rimango incollato alle radio del camion comando. Ce ne sono un certo numero essendo questo un comando di reggimento: c’è il collegamento con i battaglioni M 13 e quello con il gen Baldassarre, che vuole sempre essere informato sui progressi del reggimento. La scorsa settimana ci sono state date le frequenze ed una radio apposita per comunicare con i battaglioni di carri veloci, che rimangono per il momento aggregati al reggimento. Poi c’è il buon Veinzel, che abbiamo spostato su un altro Lancia per evitare che se vado arrosto io, si perda pure il contatto con il DAK. Insomma la struttura di comando è complessa e io mi ci devo ancora abituare. Per l’attacco ai Matilda, si è studiata un’operazione che prevede la carica del VII e del IX carri medi, che l’VIII proprio non ce la fa, un battaglione di bersaglieri da nord ovest ed il gen Baldassarre ha ordinato che partecipi a sud pure il vecchio Nizza, che rientra da una scorribanda contro i famosi reparti blindati a sud della divisione di cui parlavo al post precedente.


    L’attacco comincia a mezzogiorno del giorno 19; il Postuma è scappato con il plotone comando reggimentale per andarsi a posizionare sul fianco destro del nemico. Ha fottuto tutti quanti dicendo che andava a conferire con il col Klenau comandante dell’8° reggimento panzer, ed invece ha schierato i suoi mezzi come branca nord dell’attacco ai Matilda. Avrei dovuto capire che se dipartiva co l’intero plotone comando c’era qualcosa sotto ed avrei dovuto informare subito il gen Baldassarre, che gli ha epressamente vietato di combattere in prima linea.


    Comechessia, l’assalto partiva alle 12:10 e si capiva subito che non c’erano cazzi. In un primo tempo gli Inglesi accenavano ad una resistenza manovrata, ma erano presi rapidamente fra tre fuochi ed assaltati da una squadra di Stuka che irrompeva in picchiata sulla scena e faceva un carto numero di centri nonostante il polverone ed il casino generale. Dei carri inglesi, 10 venivano arrostiti, di cui quattro dal fuoco sul fianco a bruciapelo delgi M 13, e gli altri dagli aerei tedeschi, che però ne avevano uno abbattuto da un colpo di culo di una mitragliera pesante. Nessuna perdita tra i nostri carri. Quando arrivavo sul luogo dello scontro al seguito del XII bersaglieri, trvavo il Postuma, sporco come un accattone e mezzo affumicato, ma felice, bandana al vento, corpo nudo e mutande mimetiche color sabbia, o per meglio dire, coperte di sabbia.


    Mentre avvenivano questi fatti, i Tedeschi tramavano pure le loro operazioni, sotto il comando di corpo di Rommel. La 90^ si andava schierando per l’attacco alla cavalleria nemica, e Rommel aveva pure ordinato alla 15^ di distaccare l’8^ Panzer per appoggiare la branca sud di tale attacco. Gambara aveva dato al DAK il doppio compito di proteggere il fianco sinistro dell’Ariete e di accerchiare le forze nemiche a Gambut. Il gen Rommel aveva quindi destinato la 15^ alla protezione e la 90^ all’accerchiamento. Ed infatti nella notte del 18 passavano attraverso le nostre linee in kradshultzen abteilung il 361° infenterie regiment al completo e vari reparti di supporto della 15^ che andavano a schierarsi sul fianco destro dell’Ariete. Come detto, il panzer abteilung dell’8° partecipava all’attacco sulla cavalleria neozelandese.

    E l’attacco va bene, anche se i Tedeschi ci lasciano qualche penna. Il Postuma riesce a ficcarsi anche in questa azione dopo essersi messo daccordo con il col von Klenau pr un’azione di blocco delle forze italiane ad est del nemico. Ed infatti reparti italiani che partecipavano all’azione erano tre: il comando del reggimento carri medi, il XII/8 berssaglieri ed il Nizza cavalleria a nord, particolarmente attivo in questo turno. Guerra di manovra allo stato puro che vede i Neozelandesi subire pesanti perdite ed avere un altro reparto sfasciato. 40 autoblinde e 30 bren carrier sono distrutti o catturati, insieme a quasi 400 prigionieri. I Germanici perdono tre panzer, il che fa male perché di nuovi non ne arrivano fino al turno 67 ed una settantina di morti ammazzati. Ha fatto gran sfoggio in quest’azione l’artiglieria della 90^ che ha tritato un sacco di fanteria neozelandese macinato fine.
    Continua dalla Cirenaica Orientale
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  4. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    23 luglio 1941


    Siamo in movimento lungo la scarpata che adduce a Gambut. L’operazione piccolo circuito è in pieno svolgimento e noi rotoliamo circospetti per le sabbie sulle terga dei beduini inbucati sul fronte di Gambut. L’eccellenza Gambara ha formato un corpo provvisorio con noi e la 90^ leggera, divisioni delle quali si è oramai delineato il ruolo principale nell’operazione di aggiramento degli Inglesi. Il Corpo è stato posto alle dipendenze del generale Nehring, tedesco; cosa che Rommel ha posto come condizione sine qua non per la fuoriuscita di una sua divisione dal DAK. Gambara ha abbozzato per evitare uno scontro aperto con il subordinato. E’ vero che da quando la Savona ha conquistato Tobruk camicie in testa, il nostro prestigio presso l’alleato si è innalzato di molto, rimane il fatto che Rommel è restio a mettere truppe tedesche di una certa consistenz nelle mani di generali italiani con meno di quattro stelle.


    Comechessia adesso Baldassarre prende gli ordini da un crucco che ha portato il suo stato maggiore provvisorio presso il quartier generale di Knaabe e ne usa le installazioni per comandare il “corpo provvisorio italo tedesco”. Essendo provvisorio, questo corpo non ha truppe di supporto alle sue dirette dipendenze. Resta il fatto che le divisioni assegnate sono l’Ariete e la 90^.


    La mattina del 23, giungono gli ordini operativi che Baldassarre ci gira per mezzo del capt Herman Helber che termina la sua rotazione di ufficiale tedesco di collegamento presso la divisione per tornare al reggimento carri. Noi a nostra volta restituiamo il magg. Veinzel alla divisione. Il capitano tedesco se ne torna con il seguente dispaccio di Nehring tradotto per noi dal comando divisionale.


    Operazione di accerchiamento complesso nemico viene condotta su due anelli concentrici. Ordino pertanto:


    che il 155^ reggimento fanteria tedesco aggiri a breve raggio le forze britanniche oggetto dell’operazione.


    che il suddetto reggimento si predisponga per l’attacco direttrice est-ovest alle forze nemiche su mio ordine, e prepari un primo scaglione su due battaglioni ed un rincalzo di reggimentale, pronto ad alimentare lo sforzo.


    Assegno il 613° battaglione Flak alla protezione sud del fronte di investimento.


    Ordino che il cerchio esterno di sicurezza alle spalle del nemico sia formato dalla panzerdivision Ariete, che predisporrà un reparto esplorante per la presa di contatto a mare lungo la pista Gambut Marsa Gomes e proteggerà le spalle della 90^ contro qualunque possibile incursione nemica da Est.


    La suddetta divisione Ariete assicuri la copertura da mare allo schermo di sicurezza predisposto dal Deutsche Afrika Korps.


    Prego tutti i reparti subordinati ti tenermi al corrente degli sviluppi della loro situazione.


    Al Postuma lo stile dei crauti asciutto ed al punto piaceva molto. Ue Vannizzzzz, che dic, facimm trasferì ù centtrentaduesm curazzet a na division tedesc?! M Piac ess cummannet da quisti quà.

    Per il momento viaggiavamo nello stesso esagono del comando di Baldassarre, quindi di disertare ad una divisione tedesca non se ne parlava nemmeno; molto più importante, il fatto che durante il nostro movimento a nord, resistenza nemica non ne incontriamo, il che è buono per il morale. A notte inoltrata, il ten. col Mannerini ci informava di avere una pattuglia di bersaglieri con i piedi a mollo nel Mediterraneo, messaggio che ci faceva schiattare tutti di invidia, visto che noi ci trovavamo nel versante sud dell’anello esterno a crepare di freddo sulla scarpata di Gambut.


    Poi il colonnello crepava ancora di più di invidia nei confronti della 90^ dal momento che questa era stata destinata alle operazioni attive contro il fronte di Gambut, mentre l’Ariete doveva solo assicurare la copertura esterna, senza partecipare ad alcun combattimento. L’unica unità della divisione che si trovò coinvolta in azione era il buon vecchio Nizza, che da nord partecipò al rastrellamento di qualche sbandato australiano. La parte del leone la fecero come detto la 90^ ed il X corpo dell’ecellenza Gioda che da ovest premeva a sua volta sul nemico per la riduzione della sacca britanica. Operazioni minori erano condotte dalla Sabratha nei pressi di Bir el Gubi, contro eelementi meccanizzati nemici che si erano incautmente spinti troppo avanti mentre la 15^ panzer assicurava una solida copertura a sud, nel caso ai beduini venisse in mente di tentare un contro accerchiamento delle nostre forze impegnate nella piccolo circuito. Questo rimaneva peraltro il timore principale di Gambara, che non aveva esitato ad ordinare lo spostamento in avanti dell’intero DAK per prevenire tale eventualità. E di fatti nella mattinata del 23 il capt Veinzel ci comunicava che anche la 21^ panzer si era portata in avanti fino Gabr Saleh per guardare da vicino i movimenti del grosso della 2^ neozelandese attestata a sidi Omar, al confine; ma gli elementi avanzati della panzerdivision si limitavano per il momento a segnalare la presenza di uno squadrone di autoblindo inglesi che evidentemente facevano da schermo alle forze principali britanniche nel settore sud.


    Fiato sospeso per l’inizio del turno britannico n°36
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    Luigi Varriale

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    Le contromisure prese dagli Inglesi nei confronti dell’operazione piccolo circuito sono grazie a dio limitate, a parte un tentativo spettacolare di operaione speciale che vedremo alla fine: abbiamo dunque un tentativo di sortita da parte del comando del XIII corpo britannico intrappolato a sud di Gambut, con il concorso di uno squadrone del Royal Tank Regiment ed un tentativo di saggiare le posizioni nostre sul fronte della 15^ divisione panzer e della 21^.


    Riceviamo alcune delle comunicazioni radio relative al tentativo di forzamento del comando di corpo britannico, nelle quali il battaglioone antiaereo della 90^, preso di petto dai matilda inglesi annuncia di procedere col previsto ripiegamento sull’artiglieria del 361° tedesco. L'azione inglese là si arresta.


    Reparti della 9^ australiana vengono a sniffare le posizioni della 15^ panzer ma si limitano ad una serie di bombardamenti di artiglieria di cui rimane vittima il 33° Panzerjeager che ha un 37mm sfasciato ed una decina tra morti e feriti.


    Autoblinde della 70^ divisione inglese si appropinquano alle posizioni della 21^ panzer ma hanno l’intelligenza di tenersi a distanza non appena si accorgono che la posizione è presidiata dagli 88 della 30^ batteria flak.


    Venendo all’unica operazione seria he gli Inglesi conducono in questo turno, vi è il tentativo di ammazzare il generale Rommel tramite un attacco di un misto di camionette e autoblinde provenienti non si sa da dove. Meno male che il quartier genrale del DAK è un bello strumentino di combattimento composto da diverse armi, la cui pronta reazione fa fallire il tentativo. Il reparto inglese viene distrutto; nessun prigioniero. L’attacco avviene in un punto di deserto dove il QG di rmmel si trovava, tra Bir el Gubi e la scarpata di Sidi Razegh. Il commando inglese sbuca all’improvviso da sud est, ma come detto, la reazione delle truppe di autodifesa del comando è pronta e decisa. I beduini, vistisi al mal partito quasi da subito, cercano di scappare in direzioni multiple, ma le forze tedesche li inseguono fino a quando non ammazzano l’ultimo uomo e distruggono l’ultimo mezzo. Nessuno degli Inglesi alza le mani. Si fanno tutti uccidere sul posto. L’ultima camionetta viene carbonizzata da un proietto da 37 che la fa saltare in aria, lasciando zero superstiti tra l’equipaggio. I cadaveri vestivano sia normali uniformi da deserto inglesi sia indumenti civili o comunque fuori ordinanza. Nessun segno distintivo o di reparto sulle uniformi e nessun documento o piastrina di riconoscimento sui corpi.

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  6. Luigi Varriale

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    02 agosto 1941


    La situazione strategica


    Terminate le battaglie di assestamento sul fronte di Gambut, l’armata si predispone per la cosiddetta “battaglia del confine”. Per dare inizio a questa operazione è necessario stabilizzare la situazione sulla costa, fissare la 2^ divisione neozelandese al centro, la quale seconodo il SIM è pure appoggiata da una divisione corazzata, e predisporre il maglio corazzato per il movimento aggirante a partire da Fort Maddalena.


    Nelle acque di fronte a Bardia, la settimana scorsa sono stati ordinati due attacchi di Stuka contro la flotta inglese, ed in particolare contro la corazzata Barham. La corazzata è stata danneggiata, ma il prezzo pagato in aerei teeschi è stato enorme. Si parla di un intero gruppo annientato e della perdita di una quarantina di aerei. La contraerea delle navi scorta della corazzata è troppo fitta e anche i cannoni AA della Barham non scherzano per niente.Il Fliegerfuhrer Afrika Gen Fredrik Heigler ha deciso di sospendere questo tipo di attacchi fino a nuovo ordine.


    La situazione operazionale


    Il comando dell’armata ha deciso che il X corpo guarderà il settore costiero, cercando di assorbire qualunque contrattacco il nemico dovesse cercare di mettere in piedi. La divisione Pavia viene schierata a caposaldo imperniato sull’aeroporto di EL Menastir, e la Brescia alla sua destra contro elementei sparsi della 3^ brigata motorizzata indiana e della rediviva 9^ divisione australiana.


    Il fronte centrale è tenuto dal XX corpo, con la Savona in linea presso l’aeroporto di sidi Azeiz, occupato dal 16° reggimento di fanteria, affiancato a destra del 15° reggimento, che si contrappone al grosso della divisione neozelandese fronte a lui. La divsione Bologna, ancora ad effettivi assai ridotti e che lentamente si sta cercando di ripianare, è in seconda schiera dietro alla Savona.


    Più a sud, il XXI corpo che è rimasto solo con la Sabratha, avendo distaccato la Trento alla battaglia delle oasi. La divisione si va lentamente rischierando a Giarabub, compatibilmente con la velocità con cui possono affluire i reparti. La Trento ha preso in carico anche tutti i reparti oasi tedeschi, una serie di compagnie motorizzate indipendenti, con l’idea di conquistare l’oasi di Gialo. L'intendimento della presa di possesso di gialo è quello di avere a disposizione una rotta disponibile sia per una marcia sul Cairo da sud, o per un vasto movimento aggirante di tutto il dispositivo nemico, una volta che l’oasi dovesse cadere nelle mani dell’asse. Vi è stata un’animata discussione tra il gen Rommel e l’ecc. Gambara a questo proposito. Il primo era fermamente cotrario a distogliere la divisione semi-motorizzata Trento dal suo copo d’armata d'origine per l’mpiego contro le oasi. Il gen Gambara, chiedeva a Rommel quale divisione tedesca fosse disposto a concedergli al posto della Trento, al che il Tedesco si quietava.


    Il ruolo di primo piano nella prossima offensiva è destinato al DAK, di cui si stanno attualmente riunendo tutte le divisioni nei pressi del nodo stradale strategico di El Cuasc. LA 21^ panzer è già sul posto, mentre la 90^ leggera e la 15^ panzer sono in corso di afflusso; la 15^ specialmente è un po’ in ritardo perché si è soffermata in vittoriose schermaglie contro unità minori nemiche sul fronte di Sidi Azeiz. Una volta che queste forze sarnno a punto, il gen Rommel è incaricato di pianificare un’offensiva sull’asse Forte Maddalena-El Hamra-sidi el Barrani, con l’idea di annientare tutte le forze britanniche schierate al confine ed assestare il colpo decisivo allo sforzo bellico del nemico in Africa Settentrionale.


    La situazione tattica dell’Ariete


    La divisione si è trovata anch’essa in questi giorni impegnata nel rastrellamento di reparti nemici nelle vicinanze della costa e dell’aeroporto di El Menastir presidiato dalla Pavia. L’intenzione originaria del gen Gambara era quella di disimpegnarla dalla zona per trasferirla in riserva strategica dietro il tratto di fronte tenuto dalla Sabratha, che era rimasta senza la divisione Trento nell’ambito del XXI corpo d’armata. Avendo giudicato l’ecc Gambara che la Sabratha costituisse l’anello debole della catena dell’armata, isolata com’era nel bel mezzo del deserto di fronte non solo alla 2^ neozelandese, ma pure ad una imprecisata divisione corazzata inglese in seconda schiera, egli aveva stabilito di riunire l’Ariete prima sul di un punto di raccolta nei pressi di Gambut, e poi di spedirla senza meno a far da riserva dietro la Sabratha. Se non che, gli Inglesi, con uno dei loro colp di testa, attaccavano senza preavvviso la Pavia ad El Menastir con un’intera brigata carri, semi polverizzavano il 27° reggimento di fanteria e minacciavano di accerchiamento l’intera divisione. Fu così che all’Ariete perveniva il contrordine di sospendere il movimento di raccolta su Gambut, e di contrattaccare il nemico sul fianco sinistro per stroncarne ogni veleità offensiva. Al momento in cui il gen Baldassarre riceveva questo ordine, la situazione della divisione era la seguente:


    Il comando divisionale, rinforzato dal battaglione anticarro si trovava già in marcia alla volta Gabr Saleh, cinquanta chilometri dietro al fronte a metà strada per la destinazione definitiva dietro alla Sabrataha.


    Il 132° artiglieria già a Gambut insieme ai due battaglioni carri veloci.


    L’8° bersaglieri ed il 132° carri medi a metà strada tra Gambut e El Menastir, accompagnati dal Nizza Cavalleria.


    Il solo IX battaglione carri medi non aveva ancora iniziato il movimento retrogrado per raccogliersi Gambut a seguito di un ritardo per rifornirsi di carburante. Per altro sulla posizione del IX avevano ripiegato per trovare rifugio sia il II/27 fanteria che la 17^ compagnia cannoni divisionale della maltrattata divisione Pavia.


    Occorreva adesso per Baldassarre decidere cosa fare per obtemperare all’ordine di soccorrere la Pavia.


    Tanto per cominciare il generale oramai troppo lontano dal luogo dell’azione per guidare le operazioni, delegava il Postuma ad organizzare ed effettuare il contrattacco. Questi per prima cosa prendeva contatto con l’ecc Gioda, comandante del X corpo in una località a metà tra Menastir e Gambut per discutere la situazione ed elaborare le contromisure; i due stati maggiori si incontravano sulla scarpata di Mersa Lucah. Il gen Gioda arrivava con uno schizzo he riproduceva sommariamente la situazione: vi erano buone notizie e cattive notizie. Cominciando da quelle cattive, il comando reggimentale del 27° Pavia era stato distrutto, insieme a due dei suoi tre battaglioni. Il reggimento era stato attaccato da un intero battaglione di Matilda ed aveva ceduto di schianto. Un solo battaglione era sopravvissuto, trovando scampo sulla sua destra e guadagnando le posizioni della Brescia presso il trivio sizi Azaiz-Gambut. Altra cattiva notizia, quello che rimaneva della Pavia era semi accerchiato nei pressi dell’aerodromo di Menastir, con il II/28° materialmente sull’aeroporto, il II sulla costa ed il I in rincalzo reggimentale. Sulle terga di queste posizioni, il battaglione mitraglieri divisionale, l’artiglieria ed il comando, unitamente all’artiglieria del X corpo. Ultima linea difensiva prima dell’accerchiamento definitivo della divisione, la IX Legione camiciazze nere.

    Notizie buone: gli Inglesi, con la loro consueta faciloneria avevano portato l’attacco con una sola brigata corazzata; la 1^, che peraltro era l’unità carri più potente di tutta l’8^ armata. Ma esattamente come gli Inglesi storici, non si erano curati di sviluppare un’operazione ad armi combinate; avevano semplicemente mandato avanti i carri da soli. L’attaco di rottura era stato compiuto dal 44° Royal Tank Regiment, che a prezzo di 4 Matilda aveva operato un primo sfondamento. Nella breccia si era lanciato l’8° royal Tank Regiment, che aveva finito di polverizzare il 27° ed era penetrato in profondità. Il terzo reggimento della 1^ brig cor non era ancora intervenuto. Questo aveva lasciato un punto debole sul fianco sinistro della brogata che adesso gli Italiani si sarebbero accinti a sfruttare, come da mappa allegata.
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    Allego anche situazione strategica
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    e delle oasi
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    L'attacco dell'aliquota dell'Ariete, coadiuvata dalla Pavia ha pieno successo e il 44° Royal Tank è disperso. Riporto sotto le perdite:
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    I tre M 13 perduti sono dell'VIII battaglione

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    Situazione tattica dopo il contrattacco congiunto Pavia/Ariete
     
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    Ultima modifica: 26 Gennaio 2018
  7. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    8 agosto 1941


    La situazione strategica è immutata


    La situazione operazionale


    L’eccellenza Gambara caga fulmini e saette alla volta del povero comandante di corpo Zerinol Varriale E’ mai possibile per Dio, che ogni volta che i beduini prendono di petto una nostra divisione di fanteria non ci sia verso di resistere su una cazzo di posizione? Urla il Gambara che lo sentono fino in egitto.


    I Britanni hanno attaccato nel punto di saldatura tra la Savona e la Savona e la Sabratha e ci hanno aperto una voragine di quindici chilometri. Nello squarcio si sono infilati reparti misti di australiani ed Inglesi, che corrono a perdifiato nientemeno che verso Tobruk. Gira la notizia tra i reparti della Savona che elementi del 16° fanteria hanno catturato degli inglesi con le mostrine della 7^ divisione corazzata, appartenenti al gruppo di sostegno, che è una notizia da campana a morto per la divisione. Sul fronte del X corpo, la Pavia è stata ulteriomente presa a calci nelle gengive dalla brigata corazzata nemica e dalla Royal Navy, tanto che il II/28 è stato ridotto a 200 uomini in tutto. Ogni salva della Queen Elizabeth stroncava due plotoni è stato il commento del comandante del battaglione, e grandinava che dio la mandava. Ci sono battaglioni della Savona ridotti alla forza di una compagnia. Consolazione è che pure gli Inglesi hanno subito dure perdite nei loro attacchi. La Brescia, pure maltrattata dal contrattacco inglese a nord, ha sofferto parecchio. Il Genereale Rommel è pure lui piutottosto incazzato e comincia a dubitare di poter utilizzare tutte le sue divisioni per il suo attacco a sud. In un colloquio con Gambara, propone di ricostituire il corpo misto 90^/Ariete da usare come “pompieri” dietro le linee dei corpi di fanteria italiani per assicurarne un minimo di tenuta, ma il Gambara gli ingiunge di proseguire col programma. In realtà, gli ingiunge ben altro, ma non voglio dire troppe parolacce in un solo post.


    A sud il DAK è ancora in fase di riunione per la sua progettata offensiva aggirante. Le sue divisioni si stanno riunendo a tergo della Sabratha, che è stata pure lei attaccata da complessi misti 2^corazzta/2^ neozelandese, ma ha tenuto botta. Solamente la 90^ sta essendo disturbata da un’infiltrazione di un battaglione indiano, ma il suo comandante gen Max Summermann comunica che stroncherà la minaccia in breve tempo.


    La situazione tattica della divisione Ariete


    Il Genereale Baldassarre si è beccato una scheggia di granata in una gamba durante un bombardamento di cacciabombardieri Tomahawk a volo radente. Malridotto, è stato condotto nelle retrovie e verrà tosto reimpatriato. Il gen. Biagio Uselli Mannoia eredita il comando dell’Ariete, e con grandissima incazzatura del Postuma, il genereale Gambara gli ordina di assumere il ruolo di vicecomandante della divisione. Ancora una volta prendiamo armi, bagagli e la tinozza da bagno del capo e ci trasferiamo in un nuovo posto di comando. Il Postuma è veramente incazzato; si dà una calmata solamente quando primo: si avvede che anche il comando divisionale ha un plotone di M 13 per il combattimento ravvicinato e ne requisisce uno per se immantinente, inclusa la radio e tutto il resto; e secondo, con il passare dei giorni si accorge che il Mannoia è più un piumino da cipria che un ufficiale competente, e che in ultima analisi la divisione la comanderà lui. La conferma gli arriva dal Gambara stesso, che gli dice che non poteva nominarlo comandante della divisione in via ufficiale perche il Mannoia è generale e lui solo colonnello.


    Faccio anch’io la conoscenza con il nuovo comando che ha un bel po’ di differenze con quello dell’132°: abbiamo l’ospedale da campo, una nutrita intendenza fatta di paraculi e scritturali, ed un bel plotone di Reali Carabinieri per far rigare dritto il personale della divisione. Oltre al plotone carri, abbiamo anche una compagnia bersaglieri camionettata per l’autodifesa, ed una compagnia bersaglieri motociclisti per la ricognizione a medio raggio. Completa la dotazione bellica un plotone armi pesanti con 3 MMG di preda bellica austriaca ed un mortaio da 45mm. Si respira aria di retrovie a questo comando, ma sono sicuro che con l’avvento del Postuma l’atmosfera rilassata avrà rapidamente fine.


    Il comando divisionale è attualmente piantato in mezzo al nulla desertico, tra sidi Razegh e Gabr Saleh, accompagnato dal battaglione cannoni divisionali che funge da protezione anticarro. Il generale Baldassarre usava portarsi sempre dietro questo battaglione, a meno che non dovesse usarlo per qualche compito urgente in ambito divisionale. La mattina dell’7 arriva un fonogramma del comando d’armata che assegna alla divisione i suoi nuovi ordini. Fonogramma stringato nel consueto stile di Gambara


    Comincia inglesi sfondato settore savona irrompono breccia direzione tobruk stop divisione ariete ordino stroncare penetrazione tramite combattimenti manovrati previa ricognizione reparti nemici trafilati dietro nostre linee stop acusare ricevuta finisce.


    Si trattava per prima cosa di rimettere insieme i cocci della divisione, sparsa per mezza Cirenaica Orientale. Secondo le informazioni del comandante del XX corpo, non precisati reparti nemici si trovavano a 20 chilometri dalla cinta esterna orientale della piazzaforte, che forte non era per nulla in quanto non aveva nemmeno un reparto a presidiarla.


    Il Mannoia ed il Postuma chini sulle carte, concordavano che i primi reparti dell’Ariete che potevano intervenire per investigare la gravità della penetrazione nemica erano i battaglioni carri veloci dislocati al momento a Gambut. Si ordinava quindi tosto al ten col Bisio di manovrare il suo I battaglione su Gambut e di svoltare sulla pista cammelliera che dà sulla scarpata di Sidi Azeiz. Il subordinato eseguiva ed effettuava il movimento fino a prendere contatto con un reggimento di artiglieria campale inglese. Il II battaglione carri veloci del ten col Gallo veniva invce mandato più a ovest sulla Balbia, per poi anche lui anche lui virare di 180 gradi direzione est lungo la ferrovia in disuso Acroma-Azeiz. Questo battaglione arrestava la sua marcia quando prendeva contatto con un battaglione di mitraglieri australiano della oramai stramaledetta 9^ divisione, il che confermava le precedenti notizie che il nemico si trovava ad una ventina di chilometri dalle opere difensive di Tobruk. Il comado del XX corpo segnalava un battaglione inprecisato sulla scarpata di sidi Azeiz ed un battaglione indiano che lo minacciava da sud. Il Postuma disponeva che il comando del’Ariete si muovesse per andare ad indentificare il battaglione australiano, e quando abbandonata la pista, il convoglio prese contatto con il nemico, ci si accorse che era un altro battaglone della 9^ a pienissimo organico e pronto a menare le mani. Il postuma faceva schierare i cannoni da 47mm e si disponeva ad attendere gli eventi. Poscia ordinava all’8° bersaglieri di sfilare lungo la rotabile Gambut-Sidi Razegh per prendere alle spalle il reggimento di artiglieria nemica precedentemente individuato, in maniera da non doverlo attaccare dal versante della scarpata. Da ultimo ordinava all’VII carri medi ed al I veloci di appostarsi al di sotto della scarpata stessa e bersagliare la suddetta artiglieria, senza impegnarsi a fondo onde evitare perdite non necessarie. Con questo dispositivo, L’ariete di disponeva a fermare la penetrazione nemica che minaciava di accerchiare il X ed il XX corpo.Sul fronte della Pavia rimanevano il IX e l’VIII carri medi, a supporto appunto della Pavia, che si trovava ancora in ambasce per via del’offensiva della 1^ B.Cor inglese; anzi questi due battaglioni ricevevano l’esplicito ordine di contrattaccare il 44° RTR con direttrice nord ovest-sud est. Con questi battaglioni rimaneva anche il comando del 132° affidato al nuovo comandante magg. Dario Lucarelli.


    L’attacco sul reggimento di artiglieria nemico non presentava perticolari problemi. Esso veniva stretto tra l’8° bersaglieri ed i carri da nord e veniva distrutto. L’attacco sul 44° RTR d’altra parte, pur non costituendo un insuccesso costava 11 carri M 13 al vecchio IX del Postuma, di cui 9 completamente distrutti e due recuperabili e solamente 4 matilda all’avversario. Il 132° carri medi doveva giocoforza sospendere l’attacco, ma aveva per il momento rintuzzato le velleità offensive degli Inglesi fronte a nord.
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  8. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Già a partire dall’8 di luglio noi correvamo come pazzi per il deserto per ripulire tutte le infiltrazioni di forze nemiche nel varco di Sidi Azeiz. Questo, con grande scorno del Postma era il compito assegnato all’ariete nella battaglia del confine come è già stata battezzata dallo stato maggiore dell’armata. In rapida successione attaccammo e distruggemmo il 104° reggimento dell’artiglieria reale del XIII corpo britannico, il 2° battaglione mitraglieri della 9^ divisione australiana, il 23° battaglione della 9^ australiana, il 32° battaglione della 9^ divisione australiana, un imprecisato battaglione di fanteria indiana ed una compagnia supplementare ancora di fanteria australiana. In quei giorni posso dire che l’Ariete dette prova di come si combatte nel deserto, una lezione che essa stessa aveva appreso a caro prezzo durante tutti i precedenti mesi di battaglia. Tutti i reparti in grado di combattere fecero il loro dovere, in particolare si distinsero i battaglioni di carri leggeri, che se usati bene e non in compiti al di fuori della loro portata, potevano dare il loro onesto contributo.


    Il comando divisionale fu sempre in prima linea, in ogni singolo combattimento, avendo 23 tra morti e feriti in quattro giorni di combattimenti. In una settimana di tempo, il Postuma aveva trasformato il reparto comando in una solida unità che poteva dire la sua in combattimento ed in appoggio alle unità di prima linea, ed il comandante non chiedeva nulla ai suoi dipendenti che non fosse prima disposto a fare lui. Era il primo lui, in testa al plotone carri, a guidare il reparto in azione. Fancazzisti, paraculi ed amanti della vita comoda, si dettero tutti in breve tempo una bella regolata, che il Postuma non aveva il minimo problema ad organizzare il tribunale militare e a far fucilare chiunque dimostrasse codardia od inerzia davanti al nemico o comunque ostacolasse il servizio. Nessuno dubitava, dopo pochi giorni trascorsi col Postù, che egli sarebbe ben stato capace di fare una cosa del genere ogni volta lo avesse ritenuto necessario.


    Non tutti i reparti poterono però seguire queste operazioni, inquantoché alcuni erano senza minizioni, carburante oppure con il personale che si addormentava sulle sue stesse armi nei momenti più inaspettati; certe unità ereano infatti in combattimento initerrotto da 72 ore. Il V bersaglieri per esempio, era completamente esausto e non più in grado di rispondere agli ordini, il VII battaglione carri, praticamente senza carburante, ed il IX rimasto con 19 carri efficienti su 35.


    Ma la battaglia del confine procedeva bene per le forze dell’asse. All’estremo sud sul forte Maddalena, la 21^ panzer e la 15^ avevano in corso un ambizioso tentativo di accerchiamento della famigerata 22^ brigata delle guardie inglesi. Il generale Gambara aveva anche violato le house rules dello scenario, portando ad El cuasc una delle basi dell’intendenza dell’asse, dal momento che i britannici l’avevano violata anch’essi in precedenza. Si approfittava di questa camorria per piazzare un’altra base dell’intendenza anche nell’oasi di Giarabub, dove si andava raccogliendo la divisione Trento per l’attacco a Gialo. Obiettivo del corpo corazzato tedesco era raggiungere Buq Buq o Barrani ed accerchiare tutto il complesso dele forze britanniche schierate sul confine.


    Il compito assegnato all’Ariete, come abbiamo detto all'inizio, non andava a genio al Postuma, che si lagnava che la sua divisione era usata cumme n’u cazz’ è spazzin, ma l’ecc Gambara gli faceva pervenire la notizia che si stava procedendo a preparare le scartoffie per la sua promozione a generale di brigata, per merito sul campo, dal momento che l’Ariete era la divisione che aveva salvato i due corpi di fanteria italiana schierati in Cirenaica Orientale. Alla tenera età di 31 anni, questo farà del comandante, il più giovane genereale del Regio Esercito, e probabilmente ache di qualunque altro esercito occidentale, dal momento che il Tenente Colonnello Gavin sta ancora studiando la creazione di un corpo di paracadutisti americani, ma generale ancora non è.

    Continua dal torrido deserto africano la battaglia del confine per vedere se si riesce ad assestate un colpo veramente decisivo ai piumini inglesi.
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  9. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Il 13 agosto, il generale Cunningham, preoccupato per il possibile accerchiamento delle sue forze al forte Maddalena, predisponeva un contrattacco basato sulla fresca 7^ divisione corazzata. L’attacco interessava sia la 90^ divisione leggera che la 15^ corazzata ed arrivò come una totale sorpresa per il generale Rommel. E’ vero che l’intelligence aveva individuato dei reparti della 7^ nella zona di sidi Omar, ma la notizia non era stata tenuta nel debito conto dal comando del DAK. Adesso Rommel pagava le conseguenze del suo errore.


    Due reggimenti corazzati, appoggiati dalla fanteria del gruppo di sostegno, e da elementi della 2^ neozelandese, si abbattevano sul 155° e 361° reggimento della 90^ tedesca come un tornado. L'urto era così violento che Il 155° shultzen aveva 2 battaglioni su tre distrutti e si profilava anche un’infiltrazione di carri inglesi nelle retrovie divisionali. Il 361° era invece totalmente annientato, con l’eccezione della sua artiglieria organica reggimentale, che si ritrovava però accerchiata dai carri inglesi insieme alla maggior parte dell’artiglieria divisionale. In pratica la 90° cessava di esistere come unità di prima linea, e poteva tuttalpiù mettere a disposizone di altre unità i suoi servizi divisionali.


    La 7^ divisione corazzata si impegnava altresì in un attacco per spezzare il tentativo di accerchiamento della 22^ brigata delle guardie, anche se qui esercitava uno sforzo minore. L’attacco da parte del 2° royal Tank Regiment si concentrava sul tratto di fronte tenuto dal battaglione di genieri tedeschi che formavano la propaggine nord del cerchio, e ne conseguiva la completa distruzione.I’attacco avveniva con l’appoggio del 24° battaglione della 2^ divisione neozelandese, ed il messaggio di Cunningham ai comandanti dell'asse era forte e chiaro: le forze corazzate le so usare anch’io; perciò state in campana.


    Proprio Gambara si precipitò al comando del DAK, situato subito dietro alla 21^ panzer per conferire con il generale tedesco. Lo trovò in uno stato di compleeta agitazione per la sorte toccata alla 90^ leggera. Rommel andava farneticando che i reparti anticarro della 90^ non erano ancora giunti sul territorio africano e che lui si era trovato nella necessità ci schierarla lo stesso. Gambara incalzò chiedendo perché rommel avesse piazzato la 90^ in prima linea a così breve distanza dalla posizione presunta di una divisione corazzata inglese. Quello rispose che non credeva che il nemico fosse capace di lanciare un attacco così ben coordinato e su larga scala. Gambara rispose che era evidente che poteva. Rommel uscì e rientrò nella tenda comando farneticando: mai più!! Mai più!!


    Rommel propose di trasformare i resti della 90^ in servizi di corpo d’armata per il DAK e di cedere i genieri alla 15^ che aveva avuto il suo battaglione pionieri annientato. Gambara acconsentì, ma chiese al generale tedesco come intendeva proseguire le operazioni del DAK, stanti gli ordini di aggiramento a sud del dispositivo britannico. Rommel affermò che gli Inglesi con il loro contrattacco si erano giocati la mobilità della loro ultima riserva strategica; la 7^ corazzata. Mi assegni provvisoriamente l’Ariete ed io le dò l’annientamento delle forze britaniche a Forte Maddalena e lo sfruttamento del successo su Barrani.


    Si rende conto che visto lo stato delle sue divisioni corazzate, l’Ariete rappresenta la nostra ultima divisione corazzata a ranghi completi? Chiese Gambara. Mi rendo conto, rispose Rommel, ma se battiamo la 2^ corazzata in campo aperto e completiamo l’annientamento della 22^ brigata, abbiamo vinto la battaglia.


    L’ecc Gambara rimase scettico e ricordò al generale tedesco che l’Ariete era stanca ed abbisognevole di munizioni e carburante; non avrebbe potuto muoversi con immediatezza.


    Comincerò con quello che ho, rispose il Tedesco.


    Gambara si lasciò convincere e cominciò a dettare il fonogramma per il Postuma che gli ordinava di passare alle dipendenze del corpo tedesco.


    Ah! singor generale, Gambara si interruppe mentre camminava verso l’uscita della tenda e si voltò ancora verso Rommel.


    Il Tedesco alzò la testa dalla carta geografica che aveva ripreso ad esaminare.


    Non lasci più la sua fanteria isolata in prossimità di carri nemici per dio!


    Jawohll mein general !! Wird erledigt.

    Gambara e Rommel si scambiarono il saluto militare, e l’Italiano si incamminò seguito dal suo stuolo di assistenti e passacarte.
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    Ultima modifica: 30 Gennaio 2018
  10. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    A partire dalla mattina del 14, lo stato maggiore della divisione cominciò a diramare gli ordini operativi per le unità dipendenti.


    Il nostro posto comando tattico su tende era stato sostituito per volontà del Postuma e dopo adeguata opera di convincimento presso il gen Mannoia, comandante almeno nominale della divisione, che occorreva avere un posto che potesse anche operare su ruote dato lo stile di comando del Barese terribile che ben conosciamo.


    La situazione era tutto meno che allegra. Nel buco dove una volta c’era la 90^ leggera germanica, c’erano adesso quattro reggimenti corazzati beduini, che minacciavano di spingersi su Gabr Saleh e magari anche su Bir el Gubi. Il fonogramma dell’ecc Gambara all’Ariete era ancora operativo e che il comandante Postuma riassumeva così: contenere l’avanzata della 7^ corazzata e reparti annessi, e proteggere la 90^ leggera da ulteriori mazzzzzt.


    Gli unici reparti che potevano intervenire prontamente per contenere la breccia nemica, erano l’VIII ed il IX battaglione carri medi che il Postuma inviava immediatamente a tappare la il pertugio ad ovest di sidi Omar. Il VII del ten col Smissone non ce la faceva; era senza munizioni e con pochissimo carburante, non avrebbe potuto nemmeno affrontare la marcia di trasferimento dalla zona di Gambut. Il Col Postuma schierava i due battaglioni carri medi affiancati di fronte al 7° ussari inglese, e rinforzava il IX a cui erano rimasti solamente 19 M 13, con il battaglione anticarro divisionale del magg. Urso. Il comando del 132° carri veniva posto in riserva tattica dietro ai suoi suoi battaglioni, e per dimostrare che il Postuma non scherzava, veniva posto in riserva tattica pure il comando divisionale, che come dice sempre il comandante, un plotone di M 13 lo può comunque schierare. Il resto della divisione se ne rimaneva sulla scarpata di Sidi Azeiz per cercare di racimolare qualche altro rimpiazzo, ma soprattutto di ripristinare i livelli di munizioni viveri e carburante per poter riprendere l’attività operativa.


    La 90^ riuscì a far trafilare le sue artiglierie ed il comando del Kampfgruppe Knabe fuori dal quasi accerchiamento che la 7^ corazzata le aveva imposto, ed a creare una striminzita ed improvvisata linea di difesa, basata sull’unico battaglione di fanteria riamanente: il I del 155° reggiemento Shultzen.


    Più a sud era allora compito del gen Rommel farsi perdonare le leggerezze tattiche commesse durante il turno precedente, che avevano portato ai rovesci descritti. La 15^ e la 21^ panzer venivano adoperate con enorme sagacia da parte della rediviva volper del deserto per affibbiare ai britannici un colpo di quelli che fanno male.


    L’azione del DAK si apriva con un pauroso sbarramento di tutta l’artiglieria di corpo d’armata contro il comando della 22^ brigata guardie e sul reggimento antiaereo del XIII corpo che lo proteggeva. Queste forze venivano prese poi d’assalto dalla 21^ panzer che le sbaragliava. Il seondo tempo dell’operazione preveva l’attacco al 1° reggimento della 22^ brigata guardie, sempre da parte della 21^ in fase di sfruttamento del successo. Anche questo reparto nemico venne quasi completamente annientato e si ritirò in disordine verso nord. Questa ritirata, comportò l’accerchiamento dei due rimanenti reggimenti della 22^, le guardie scozzesi e le Colstream, che a questo punto vennero schiacciati tra la 15^ panzer e la 21^ e furono totalmente distrutti al prezzo di una cinquantina di granatieri tedeschi uccisi ed due panzer sfasciati. Gli Inglesi persero quasi 900 uomini tra morti e prigionieri, tra cui il generale Wilkinson, comandante della brigata delle guardie. Nel settore di forte Maddalena sopravviveva un battaglione motorizzato di questa brigata, come abbiamo detto il 1° Buffs fortemente provato, il reggimento anticarro della 7^ corazzata, ed un battaglione spaiato della divisione neozelandese. Nella tarda serata del 14 arrivò al comando tattico di Rommel il telegramma di congratulazioni del generale Gambara.


    Rimanete il linea per la reazione di Alan Cunningham, che sarà di sicuro di molto incazzato.
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  11. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    16 agosto 1941


    Si combatte una battaglia disperata a sud. I Britannici hanno fatto apparire una nuova divisione sudafricana, la 1^ che ha attaccato pesantemente il DAK, provocando danni e disorganizzazione. La manovra di accerchiamento prevista ai danni dello schieramento globale nemico è adesso decisamente in forse.


    Contro i Tedeschi, il nemico ha in azione elementi di quattro divisioni diverse. Il generale Rommel è in cura dallo psicologo di corpo d’armata, perché il nemico essendo superiore di numero vanifica la sua abilità manovriera. La coperta è sempre troppo corta, e qualche reparto tedesco, ogni turno, gli Inglesi riescono sempre a sfasciarlo.


    I Britanni attaccano pure a nord, sul fronte di corpi italiani. Un misto di 70^ di fanteria inglese e 2^ corazzata ha aperto una breccia sul fronte della Pavia nei pressi di Menastir. La enetrazione è stata contenuta a stento, ma la divisione è disorganizzata. Si segnalano pure attacchi della 9^ australiana sulla Brescia. Anche questa divisione è molto provata e sull’orlo del collasso.


    Al centro, un singolo reggimento corazzato della 7^ divisione armato di Stuart ed altra roba leggera ha fatto vedere al reggimento carri medi dell’Ariete i proverbiali sorci verdi. Il IX battaglione glorioso, ha avuto una compagnia amputata e si è ritirato con la coda tra le gambe a Gabr Saleh. Acora più grave, il battaglione anticarro divisionale è stato annientato. Prima che il VIII potesse reagire, il nemico si è infiltrato nelle retrovie della Sabratha. Globalmente il reggimento ha fatto una pessima figura ed il Postuma che ha visto passare i carri nemici così veloci che non ha potuto nemmeno intervenire è incazzato come una bestia.


    In aria gli Inglesi hanno perso 30 aerei contro gli 8 nostri, ma mi pare che la superioritò numerica di cui i beduin cominciano a godere, potrebbe forzare un’esito storico del 1941 con ritirata delle forze dell’asse per riorganizzarsi su una linea più arretrata.


    C’è stata una rapida consultazione Rommel Gambara ad El Cuasc, dove il Tedesco è parso molto pessimista sulla capacità delle divisioni tedesche di reggere un assalto portato da un’ennesima divisione nemica (la 1^ sudafricana). Gli Inglesi, riferisce Rommel, trasferiscono con estrema abilità le loro forze dal fronte centrale a quello di forte Maddalena, e riescono sempre a provocare qualche consistente danno alle sue divisioni. Andando avanti di questo passo, il DAK verrà distrutto, è l’opinione di Rommel.


    Gambara dice che la partita ce la giochiamo a Forte Maddalena. Rommel cominci a distruggere i reparti della 7^ corazzata ed il battaglione superstite della 22^ brigata guardie, e poi si vedrà. Gambara aggiunge che potrebbe richiamare la Trento da Giarabub, per attaccare dul fianco i novelli Sudafricani. La battaglia va vinta adesso; non è possibile gettare la spugna e rinunciare a tutto quanto fatto finora. Questo l’intendimento strategico di Gambara.


    Segreto solo per i lettori. Rommel si consuterà con L’OKW per avere conferma di poter seguire queste direttive o doverle abbandonare e tentare di salvare il salvabile del suo corpo d’armata.




    Tempi duri per l’asse in Africa
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    Ultima modifica: 2 Febbraio 2018
  12. Luigi Varriale

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    Terremoto al comando dell'armata
    Il Gambara viene reimpatriato ufficialmente per motivi di salute.
    Prende il comando l'ecc. Zerinol Varriale
    al comando del XX corpo passa il Generale Alfredo Guzzoni
     
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  13. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    20 agosto 1941

    La battaglia del confine è in pieno svolgimento. Oramai i comandanti dell’asse si sono tagliati tutti i ponti alle spalle e sono votati all’offensiva o alla morte. Il duce ha avallato questa prospettiva richiamando in patria l’ecc Gambara, per spedirlo sul fronte albanese e messo al comando dell’armata un pazzo scatenato del calibro di Zerinol Varriale. Questi convoca Rommel immantinente e gli comunica che si vince a sud e si mettono insieme le forze per continuare e completare la manovra di accerchiamento su Buq Buq o su Barrani, o si perde la battaglia costì; a Forte Maddalena. Come pegno della sua convinzione, Zerinol prende la Trento e l’Ariete e le mette sotto il comando diretto del gen Rommel. Gambara aveva ordinato di attaccare con le sole divisioni tedesche e se ricordate Rommel era titubante. Adesso non lo è più.


    Il generale crauto, avute ai suoi ordini le due divisioni motocorazzate italiane, formula il seguente piano: l’Ariete si concentra immediatamente a sud del forte, con l’idea di assicurare al DAK mobilità tattica per il movimento di aggiramento. Lo stesso, fa la Trento, che comincia con lpmpegnare e distruggere alcuni rimasugli della 22^ guardie a sud di Maddalena. Prossimo obiettivo della Trento, lo scaglione avanzato della 1^ sudafricana.


    Le divisioni propriamente tedesche devono invece spazzare il fronte con direttrice sud ovest – nord est da tutte le forze nemiche nel forte ed a nord del forte.


    Rommel fa presente a Varriale che uno dei grossi problemi dell’armata e che gli Inglesi operano per linee interne riposizionando a piacimento i loro reparti sui vari fronti, e la ricognizione tattica non riesce ad individuare quanti e quali reparti il nemico ha dietro alle sue prime linee. Di conseguenza, forze isolate dell’armata italo-tedesca alle volte vengono attaccate di sorpresa e gravemente colpite da reparti nemici freschi che sembrano sbucare dal nulla. Il generale Varriale, propone di aumentare il numero di missioni aeree sulle principali vie di comunicazione del teatro di guerra. E Rommel concorda. A tal proposito viene contattato il gen armata aerea guarnerini perché istruisca di conseguenza i suoi volatili.


    Nella serata del 20, sia le divisioni panzer, che quello che rimane della 90^, che la trento danno inizio al loro sforzo offensivo, che si rivela sodfisfacente. Vengono distrutti nell’ordine; il 1° battaglione della 22^, il 18° battaglione della divisione neozelandese, ed infine l’artiglieria organica ed il reparto antiaereo della 22^, che dovrebbe aver cessato di esistere coe reparto combattente. Prossimi obiettivi, gli scaglioni avanzanti della 1^ sudafricana e la ripresa del movimento di accerchiamento obiettivo strategico.

    Ora attendiamo la risposta del nemico.
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  14. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Ancora una volta gli attacchi inglesi si concentrano a nord, nel settore di Bardia contro i corpi statici italiani ed a sud contro il DAK. Non pare il nemico si sia ancora avveduto della presenza delle due divisioni italiane aggiunte al corpo tedesco, infatti la divisione sudafricana preme verso ovest senza curarsi del suo fianco sinistro.


    Nel settore di Bir El Scheferzen, con un imponente attacco di carri, la 7^ corazzata annienta l’ultimo battaglione di fanteria della 90^ leggera, che adesso è davvero molto leggera. E’ rimasto il battaglione esplorante e qualche servizio divisionale sparso. Abbondante in compenso l’srtiglieria. Secondo le pattuglie, i beduini hanno pagato un prezzo; i reggimenti carri della 7^ sono alla frutta. Si tratta di circondarli e distruggerli. Ad ovest di Bir El Scheferzen appare il comando della 7^ corazzata, segno evidente che la divisione è anche lei alla canna del gas.


    Dalla parte del passivo, la 15^ panzer ha perso il battaglione motociclisti ed è stata ancor di più diminuita la sua efficienza combattiva.


    Zerinol chiama per radio Rommel ordinandogli di usare le divisioni mortocorazzate italiane ADESSO, immediatamente nel prossimo turno, per accerchiare e distruggere la 1^ sudafricana e poi per riprendere l’avanzata verso la Balbia. Varriale strilla per radio che l’interdizione aerea dell’asse è stata efficacissima e che gli Inglesi hanno adesso più difficoltà a muovere le loro forze in seconda linea.


    Gli attacchi a nord ci sono ma preoccupano di meno. La 9^ australiana e rimasugli della 70^ di fanteria inglese hanno inciso qualcosa sui battaglioni del X corpo, ma nulla che non si possa rattoppare.

    Rimanete in linea per la battaglia del confine.
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  15. Luigi Varriale

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    23 agosto 1941

    L'operazione principale è ancora a sud per distrugere un pezzo alla volta la 7^ corazzata, di cui la 15^ e la 21^ distruggono un'altro reggimento carri, nonché l'annientamento di quanto in posto della divisione sudafricana ad opera della Trento.
    all'ultimo momento, Rommel decide di trattenere alla mano l'Ariete, allo scopo di essere assolutamente sicuro sulla direttrice verso quale lanciarla. Io ed il Magg. Veinzel, siamo incollati alla radio di collegamento col DAK, in attesa spasmodica per gli ordini operativi. Il Postuma è sul suo carro comando pronto a muovere. Il posto di comando divisionale è montato.
    La battaglia del confine e la sua componente sud, quella più decisiva, sono in un momento di equilibrio estremamente instabile, ragion per cui Rommel non ha ancora lanciato l'Ariete.
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  16. Luigi Varriale

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    L'operazione contro i sudafricani ha avuto successo, le loro perdite devastanti. Il servizio informazioni stima di avere eliminato almeno metà dalla divisione. adesso occorre attendere la reazione del nemico e pregare di avergli inferto colpi talmente gravi in maniera che non possa rappresentare una minaccia troppo forte. Anche le nostre divisioni sono alla frutta. Tutti sentono che siamo di fronte ad una battaglia decisiva.
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  17. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    27 agosto 1941




    Il DAK sta ancora tentando di eliminare tutte le forze britanniche a forte Maddalena. Alle divisioni corazzate tedesche, esauste, vengono in soccorso la Trento e l’Ariete, nel momento decisivo. La prima completa l’accerchiamento di reparti misti del XIII corpo d’armata e della divisione sudafricana e li annientano. Più coriacea si rivela la resistenza del 1° reggimento carri della 7^ divisione corazzata, che pure accerchiato, continua a combattere .


    All’Ariete viene assegnato il compito di penetrare alle spalle di tutto lo schiermento nemico, cosa che la divisione si appresta a fare con i carri veloci in testa: occupa Sofafi, e punte avanzate del Nizza Cavalleria si spingono sino a tagliare la Balbia, dove gli elementi esploranti più avanzati trovano la località di Buq Buq deserta.


    Gli Inglesi reagiscono con prontezza: innanzitutto somministrano una cura di pillole di grossissimo calibro navale al Nizza che ha osato spingersi fino alla costa. Poi attacano la 90^ e le devastano il battaglione esplorante, che scompare dall’ordine di battaglia. Per ultimo, lanciano le due brigate superstiti della 1^ sudafricana e un battaglione della 22^ guardie, che non credevo esistesse ancora contro l’Ariete e contro il fianco destro della Trento, cercando di ritardare ad ogni costo il movimento aggirante del corpo tedesco d’Africa.


    Imperativo categorico è quello di organizzare quest’ultimo in maniera da battere i resti delle truppe inglesi a sud, e poi l’operazione finale di annientamento di tute le forze britanniche alla frontiera.


    Compito specifico dell’Ariete è salvare il Nizza, battere i Sudafricani davanti a lei manovrando meglio di loro ed infine prendere alle spalle il resto del dispositivo nemico di confine, in collaborazione col resto del DAK.
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  18. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    mi sono appena accorto di qualcosa che davvero non mi piace: mentre molte delle mie unità che vengono distrutte non si ricostituiscono per tornare in turni successivi, quasi tutte le unità nemiche ritornano. La 1^ brigata corazzata inglese l'ho distrutta due volte e continua a riformarsi ogni volta. Lo stesso per la brigata polacca, per non parlare della 7^ corazzata, di cui ho distrutto uno per uno tutti i reggimenti carri, per vederli ricomparire qualche turno dopo.

    Mi pare di poter dire due cose:
    1 le unità sono permanente eliminate se al momento della loro distruzione non vi erano rimpiazzi nel force pool per farle "ricostituire", cosa che a me è capitata spesso, specialmente all'inizio. Anche se i rimpiazzi sono previsti, mi pare che se in quel momento sono a zero perchè sono state rimpolpate altre unità che hanno subito perdite, l'unità distrutta risulti permanentemente eliminata.
    Naturalmente se i rimpiazzi non sono previsti e l'unità distrutta contiene quel tipo specifico di equipaggiamanto di cui i rimpiazzi non ci sono (per esempio perchè comnciano ad arrivare in turni successivi), bene, quell'unità è per certo permanentemente eliminata.

    2 credevo che le unità accerchiate e distrutte mentre accerchiate, fossero permanentemente eliminate; invece ho letto da qualche parte sul forum matrix che bisogna aspettare un turno a distruggerle una volta che si sono accerchiate. Io molte volte ho attaccato nello stesso turno in cui chiudevo la sacca, quindi tempo sprecato.

    p.s. non sono nemmeno certo che le unità permanentemente eliminate siano davvero permanentemente eliminate. Mi è parso, ma non posso esserne sicuro, che alcune unità mie che erano state permanentemente eliminate, dopo un certo numero di turni abbiano cambiato status da "eliminated" a "turn quello che è" cioé in stato di ricostituzione; ma non potrei giurarci.

    La sovrapposizione di questi elementi ha creato una situazione che non è molto realistica. Mentre le forze dell'asse, specialmente le forze corazzate tedesche, e la divisione Trento sono permanente eliminate (i due reggimenti carri delle panzerdivisionen hanno ognuno un battaglione eliminato), le forze nemiche sono intatte e ritornano sempre sul campo di battaglia. La 90^ leggera non esiste più come unità combattente.

    Se si guardano le perdite assolute inflitte le penalità perdite inflitte da me sono a 43, contro 17 inflitte a me dal nemico.
    Eppure il mio esercito è stremato, mentre quello britannico è fresco come una rosa, perché ogni volta ricostituito ex novo (con eccezioni; qualcosa ho eliminato anch'io).

    Ora se le divisioni tedesche corazzate non ricostituiscono i loro reparti, nemmeno quando saranno disponibili i rimpiazzi di carri tedeschi, la situazione diventerà molto dura (anzi è già molto dura) per me, e potrebbe esserci una netta caduta del realismo di questa campagna.

    di tanto sentivo di dovervi informare, visto il tempo già investito in questa simulazone.
    Questo tipo di cazzate tecniche sono una delle ragioni per cui preferisco i wargame manuali a quelli per computer.
     
  19. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    ok, sono andato avanti con i turni senza muovere nulla per vedere cosa succede alle unità eliminate. Pare che quando c'é un sufficiente livello di rimpiazzi, anche le unità indicate come "definitivamente eliminate" si ricostituiscano, tranne che quelle distrutte tramite accerchiamento.
    Ciò mi rincuora. significa che quando arrivano rifornimenti e rimpiazzi copiosi (a questo punto non prima del 42) le mie divisioni corazzate recupereranno forza e reparti.
    Per il momento però occorre stare attentissimi a:
    1 non perdere unità per accerchiamento
    2 cercare di limitare ulteriori perdite in uomini e materiale
     
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    Ultima modifica: 9 Febbraio 2018
  20. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    10 settembre 1941


    X corpo


    si manifesta un attacco misto inglese-australiano-polacco tendente a separare la Pavia dalla Brescia per isolare la prima. Una compagnia del del 2/15 australiano sfonda ed arriva sino alla linea dell’artiglieria della divisione Brescia. Il 2/17 australiano ha sfondato a sud e sta per assalire il comando del XX corpo, me è stremato ed isolato. Sono per fortuna in arrivo due battaglioni di complementi della Pavia per arrestare queste irruzioni.


    XX corpo


    Proseguono confusi combattimenti tra le Divisioni Savona e Bologna e la fanteria del XXX corpo britannico. Quello che era iniziato come un attacco di sondaggio delle due divisioni italiane, si tramutava in un accenno di tracollo per 2^ divisione neozelandese. L’obiettivo del XX corpo era Sidi Omar. La divisione neozelandese ha fatto affluire riserve consistenti ed ha contrattacato, annientando il 39° fanteria Bologna e minacciando di accerchiamento il resto della divisione. Si combatte vicino al comando divisionale del generale Marghinotti che si è posto a caposaldo col battaglione guastatori e l’artiglieria divisionale. Combattimenti molto cazzuti qui.


    DAK


    Il corpo tedesco d’Africa è tutt’ora fermo tra El Scheferzen e Forte Maddalena, dove sostiene i contrattacchi di complessi misti della 7^ corazzata, della 2^ neozelandese (elementi) di un battaglione di autoblinde indiane e persino di un plotone di fanteria di marina greco. L’8° panzer, appoggiato da un gruppo tattico della Trento, ha respinto decisi attacchi sfasciando parecchi carri inglesi della 7^. In questa zona le truppe delle due parti sono assai frammischiate, e i comandi sono direttamente coinvolti negli scontri. Il comando di Rommel insieme a quell della 90^ leggera ha dovuto intervenire direttamente a tenere aperto un corridoio per i rifornimenti della 15^ corazzata, movimeto che ha a sua volta accerchiato il comando della 7^ corazzata inglese. Combattimenti molto confusi.


    Gruppo Fabrizi, divisione Trento


    Prosegue l’azione di protezione del fianco destro esposto del DAK. Il gruppo tattico è però a sua volta tagliato fuori dai rifornimenti per il momento. Il 61° reggimento fanteria ha intrappolato un battaglione sudafricano e ha bloccato l’avanzata verso oves di un secondo, coadiuvato in ciò dalla magnifica difesa della fanteria della 21^ panzer.


    RECAM


    Il genereale varriale non ha ancora trovato una soluzione ad un proficuo impiego di questo nuovo gruppo da combattimento reggimentale che rimane a disposizione ad El Cuasc. Si tratta di un complesso tattico leggero da ricognizione. Zerinol è restio in farlo macinare in pesanti combattimenti, compito per il quale non sarebbe adatto. Del resto adesso ricognizioni da fare non ce ne sono.


    Divisione Ariete


    Elemento più avanzato di tutta l’armata d’Africa continua la sua azione di intercettazione di qualunque forza nemica porveniente da est. Al momento la divisione è impegnata nell’annientamento di una brigata sudafricana. Il comando dell’8° bersaglieri è stato investito da ovest da un battaglione della divisione nezelandese che tenta di salvare i sudafricani dall’accerchiamento. Il col Montemurro ha ripiegato sul 132° ariglieria in buon ordine, lasciando il compito di assorbire altri eventuali attacchi al reggimento carri medi.
    Forze aeree


    E’ stato organizzato un attacco contro un complesso navale nemico individuato al largo di bardia. Gravemente danneggiati un caccia ed un incrociatore contraereo classe Dido, ma al prezzo troppo elevato di dieci stuka e una trentina di bombardieri italiani.
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