1. Questo sito utilizza i cookies. Continuando a navigare tra queste pagine acconsenti implicitamente all'uso dei cookies. Scopri di più.

Africa Settentrionale Round 3

Discussione in 'The Operational Art of War' iniziata da Luigi Varriale, 17 Novembre 2017.

  1. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

    Registrato:
    8 Febbraio 2013
    Messaggi:
    1.665
    Località:
    Piemonte (Italia)/Indiana (USA)
    Ratings:
    +1.451
    14 Maggio 1941, fine giornata


    Dalle notizie che riusciamo a mettere insieme qua al comando dell’8° bersaglieri, deduciamo che la situazione di Tobruk diventa sempre più precaria per gli Inglesi. La poderosa offensiva delle due panzerdivisionen appaiate sul fronte sud ha ottenuto uno sfondamento volto ad accerchiare tutte le forze britanniche operanti ad est del forte Pilastrino. Queste forze sono adesso nominalmente isolate da Tobruk, salvo gli Inglesi non riescano a liberarle con un contrattacco. A sud ovest e ad ovest è cominciata una poderosa offensiva delle divisioni Pavia, Brescia e Savona, rispettivamente facenti parte del X e del XX corpo d’armata. A settentrione, cominciato come un semplice colpo di mano per assicurarsi migliori posizioni, si è sviluppato un poderoso attacco anche da parte della Pavia, che coadiuvata da un battaglione di carri tedeschi assegnatole dalla 5^ leggera è avanzato di quasi 25 chilometri, sbaragliando un paio di battaglioni australiani.


    Sul fronte della Brescia, a sud ovest del fronte di investimento, si sono particolarmente distinti il III battaglione motociclisti ed il II battaglione carri veloci, entrambi appartenenti all’Ariete, ma ceduti in appoggio ala Brescia per dare vigore all’attacco portato ai danni del 23° e del 28° reggimento australiano. Il nemico è stato circondato. La spalla sinistra del fronte di accerchiamento è tenuta dai predetti battaglioni dell’Ariete e da un battaglione della Brescia. La spalla destra è costituita da reparti del 15° e 16° reggimento della divisione Savona. Nelle vicinanze di Bir el Gubi, reparti della Bologna, in riserva d’armata hanno sorpreso ed annientato uno squadrone di carri pesanti nemici – chiamati Matilda – dovo averli attaccati da tre lati ed aver piazzato sulle terga del nemico la compagnia cannoni divisionale. Della giornata di combattimenti della divisione Brescia riporto il resoconto scritto a caldo del suo comandante, il generale Bortolo Zambon che è circolato brevemente in copia presso il comando dell’8°.




    Nel pomeriggio del 12 mi perveniva dal comando dell’Eccellenza Genereale Gioda l’ordine di condurre una puntata offensiva con la mia divisione ai danni del comando della 23^ brigata australiana rimansto momentaneamente isolato dai suoi reparti dipendenti e quindi vulnerabile. Il comando di corpo, si spiegava nel concetto di operazioni intende profittare di questo malposizionamento per dare inizio ad azioni offensive nel settore di Acroma, per appoggiare lo sforzo offensivo a sud del corpo Tedesco d’Africa. Mi mettevo quindi in contatto con il comandante del 20° reggimento a cui affidavo la responsabilità dell’azione offensiva. Al comando di corpo d’armata chiedevo tutto il concorso aereo disponibile per facilitare la penetrazione delle mie forze. A stretto giro di fonogramma, il gen Gioda mi informava che avrebbe interessato senz’altro il Fligerfurher Afrika per l’intervento di un’aliquota di apparecchi da bombardamento, giacché non riusciva a mettersi in contatto con il comando italiano della Regia Aeronautica in Africa. Apprendevo immediatamente in seguito a questi eventi che il comando superiore, che aveva in realtà deciso per l’operazione, mi metteva a disposizione due battaglioni della divisione Ariete – il III motocilisti ed il II carri celeri. Questo cambiava il mio disegno operativo e decidevo di lanciare senza meno questi due reparti all’attacco, solamente con l’appoggio laterale del II/20 Brescia. L’attacco partiva al calare della sera, con in testa i motociclisti, i carri pronti a sfruttare il successo e le armi pesanti della fanteria Brescia a fornire una solida base di fuoco.


    Subito dopo l’inizio del movimento, perveniva sul cielo della battaglia un drappello di aerei tedeshi bimotori di piccola taglia che prendeva ad attaccare il nemico a bassa quota con bombette che colpivano con estrema precisione. Nello stesso tempo apriva il fuoco su mio ordine anche 2/2AR artiglieria del X corpo che mi era stato assegnato come supporto appunto di corpo d’armata. Seppur sotto un modesto tiro di artiglieria nemica, la progressione dei motocorazzati ai miei ordini si pronunciava subito spiccata ed il reparto nemico si sfasciava e si dava alla fuga verso nord. L’attacco proseguiva, sempre guidato dai motociclisti, ora sulla linea di resistenza principale del nemico, costituita dal 23° e dal 28° reggimento di fanteria australiani, ed a questo punto, nonostante lo spiegamento in appogio alle mie forze del reggimento di artiglieria della Savona, l’attacco veniva arrestato; prima quello dei Carri veloci e poi quello della fanteria della Brescia del 20° reggimento si andavano lentamente impantanando in una serie di sontri minori e sfilacciati. Andavano perduti una settantina di uomini, un carro veloce e quattro motocicli. Nononstante questo temporaneo scacco e grazie al concorso prestato dalla divisione Savona dalla sinistra, si perveniva comunque in serata alla saldatura tra la mia avanguardia costituita dal III/20 Brescia rapidamente fatto da me affluire come rinforzo e fatto passare in avanguardia, ed un battaglione della Savona proveniente da est, tramite manovra da sud a nord convergente con il mio attacco. Dalle risultanze di questi movimenti, i due reggimenti australiani venivano a trovarsi chiusi in una piccola sacca di 5 chilometri di diametro.
    44.gif
     
    • Like Like x 3
  2. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

    Registrato:
    8 Febbraio 2013
    Messaggi:
    1.665
    Località:
    Piemonte (Italia)/Indiana (USA)
    Ratings:
    +1.451
    17 Maggio 1941 ore della notte


    Frustrazione davanti a Tobruk


    Stiamo preparandoci al primo turno di guardia al comando dell’8°, quando l’intero orizzonte su tutto l’arco della cinta di investimento si illumina a giorno. Con totale sorpresa nostra, quando gli inglesi parevano spacciati, danno invece inizio ad una devastante controffensiva. I rapporti sono frammentari e confusi; soprattutto confusi, visto che tutti sono stati colti di sorpresa. Paassano i minuti, poi le ore. L’intensità dei boati non diminuisce per tutto questo tempo. Si combatte, evidentemente. Poi iniziamo ad intercettare i primi rapporti, alcuni in tedesco e non ci capiamo una mazza. Tra i rapporti delle unità italiane, spiccano le richieste d’aiuto disperate del Col Marano, comandante del 27° reggimento Pavia: strilla che autoblinde inglesi sono nel perimetro del suo quartier generale; poi il silenzio. A sud ci sono anche rapporti assai concitati sulle maglie dei Tedeschi, ma possiamo solo immaginare, non avendo un ufficiale di collegamento a livello reggimentale. Nulla di buono si propone all’orizzonte


    Ora di pranzo


    Invece che pranzare, il Col Montemurro, il Magg Cattaneo ed io ce ne stiamo seduti nel camioncino comando a mettere insieme i cocci della nottata. Adesso i rapporti tramite comando Ariete cominciano ad arrivare dettagliati. I bastardi Inglesi, li odio come la morte, hanno contrattacato nei settori della Pavia e della 5^ leggera con l'intento iniziale di migliorare le loro posizioni, intorno alle quali la cravatta cominciava a stringersi. Il dramma è he oltre a migliorare le loro, hanno anche di molto peggiorato le nostre, dal momento che l’attaco a occidente ha spazzato via il 27° reggimento della Pavia incluso il comando dove il Col Marano è stato ammazzato mentre sparava con una mitragliatrice sui mezzi nemici. Il 27° ha ceduto di schianto pare ad una forza nemica non superiore, sia pur blindata. Pare anche che i carri di Olbrich abbiano cercato di metterci una pezza, ma gli anticarro inglesi, sagacemente piazzati ai lati del corridoio di avanzata delle blindo, li hanno fatti venire a più miti consigli. Fatto sta che un reggimento di cavalleria australiane ha sfondato il fronte, ha devastato la base aerea di Gazala e si è andata ad incastrare nell’impeto sul promontorio ovest dell’aeroporto, sul mare. Secondo un rapporto che è circolato immediatametne dopo l’accaduto il generale Rommel sarebbe andato in escandescenze, anche se non ha potuto come il suo solito sfanculare pubblicamente gli Italiani, inquantoché pure un suo battaglione corazzato è stato respinto metre tentava un improvvisato contrattacco. Per di più, a sud gli Inglesi hanno dato una tale mazzata alla 5^ leggera, che d’ora in poi, la si protrà usare al più come brigata, o andrà ricostituita completamente in Germania: il II/5° Panzer annientato, stessa fine per l’eroico 3° esplorante del Col von Bulov, caduto alla testa dei suoi, e per finire, uno dei due battaglioni del reggimento shultzen 104 è pure stato distrutto. Gli Inglesi hanno rotto tutti gli accerchiamenti, liberato le loro forze e trasformato una divisione corazzata tedesca in un ferrovecchio. Decisamente non bene, dice il Gen Baldassarre.


    Pomeriggio inoltrato


    Il comando del Corpo Tedesco d’Africa ed il comando superiore, riavutisi dalle convulsioni coronariche, diramano i primi ordini per tacconare stà catastrofe di prima grandezza. Arrivano anche ordini operativi per il reggimento, al che Montemurro drizza le orecchie come un pastore tedesco. Compito dell’8° è andare a mettere una pezza alla disfatta della Pavia a nord, mentre compito del 132° carri è andare ad intercettare e distruggere le maledette autoblinde australiane. A tappare la voraggine lasciata dalla 5^ tedesca ci deve andare la Savona; questi gli ordini di maassima. Ora ci concentriamo sul compito reggimentale. Montemurro tira fuori una mappa tattica del settore occidentale di Tobruk e ci segnamo sopra le posizioni degli Inglesi, così come riferite dalla ricognizione.


    Al reggimento sono affidate le posizioni che furono del 27°, una decina di chilometri ad ovest di Tobruk, sul mare. Così vicini eppure ancora lontani. Quando ci mettiamo in moto, ben dopo che il 132° ha comunicato di aver intercettato e per il momento blocccato le blindo nemiche a Gazala, le decisioni sulle posizioni da assumere sono già definite; le rivediamo insieme io e Cattaneo all’interno del nostro mezzo saltellante e traballante sui dossi e sui buchi della pista Knightsbridge – Gazala. Noi ci porteremo sulla costa; sulla carta topografica è segnalato uno wadi porfondo abbastanza per una buona posizione difensiva. Saremo insieme al battaglione bersaglieri motociclisti, e faremo parte del sistema difensivo di battaglione. Il terreno roccioso circostante non permette un proficuo shieramento del reparto comando a tergo del battaglione. A sud della posizione, sulla scarpata i Acroma, la responsabilità sarà del XII, che ha la posizione più delicata a cavaliere della Balbia e, a giudicare dalle posizioni nemiche rilevate dalla ricognizione della Pavia, sarebbe soggetto all’attacco da parte di due raggruppamenti nemici. In riserva, innanzi tutto il Nizza Cavalleria, che conferisce solidità al dispositivo ed il battaglione cannoni, pronto ad intervenire in qualunque punto in cui dovesse pronunciarsi una minaccia corazzata nemica. Con questi piani il Col Montemurro ritiene di aver ben interpretato gli ordini assegnati e quindi proseguiamo il viaggio verso nord, sotto il sole cadente in un bellissimo scenario di tramonto cirenaico; non una nuvola in cielo, temperatura ancora molto calda, da cuocere le uova sui cofani.


    Sera


    Siamo adesso ad un chilometro dal settore assegnato, già sulla costa, fortissimo e bellissimo è l’odore del mare che sentiamo più che vedere nel buio della sera inoltrata. Solo i risucchi bianchi delle onde sono visibili sulle spiagge coperte di filo spinato ed in ampi tratti minate. Mi fermo per un attimo a soppesare che cosa la guerra sia in grado di fare a qualunque buona cosa esista al mondo. E’ un mostro che trasforma tutto in merda, per la volontà di un pugno di bastardi che da lassù in alto tutto dirige. Il Maggiore Cattaneo mi distrae da questi pensieri rasenti il tradimento e mi indica le prime colonne di sbandati che si dirigono verso ovest, a piedi, molti senza armi, lungo la spiaggia, e lungo le dune che la dominano. Fermiamo il camion presso alcuni di questi, che perdono ogni interesse in noi una volta che si rendono conto che proseguiamo verso est. Andatevi a fare ammazzare esclamano; alle porte della cinta c’è l’ira di Dio, declamano. Mondo boia e governo ladro, si lamentano. Apprendiamo che sono uomini del I/27° Pavia che i loro ufficiali superiori stanno ancora cercando di riorganizzare dopo la batosta subita.


    La mattina del 18, andiamo ad occupare le vecchie trincee del 27°. Non un bello spettacolo: cadaveri ancora insepolti, una puzza da rimanere soffocati, fumo nero ancora nell’aria delle robe che l’artiglieria inglese ha fatto saltare, crateri ovunque, postazioni e buche mezze collassate da riscavare, ed uno stato di desolazione generale che certo non aiuta lo spirito. Il problema principale è che il battaglione motociclisti è a metà dell’organico e non ci sono abbastanza uomini per presidiare i 5 chilometri di fronte assegnati. D’altra parte le posizioni difensive sono buone; c’è la posizione naturale dello wadi e c’è da risistemare parte delle trincee. Il battaglione si mette subito al lavoro, così come pure il comando di reggimento per stabilire le comunicazioni anche con il XII battaglione bersaglieri schierato in posizione sopraelevata sulla scarpata. Il comando divisionale è subito dietro a noi, anch’esso in posizione sopraelevata in maniera da poter avere un buon campo visivo sul campo di battaglia. Stabiliamo i contatti con il 132° artiglieria e con un gruppo da 105 del X corpo che sono destinati a fornirci l’appoggio di fuoco.


    Verso l’ora di pranzo siamo alla bell’e meglio sistemati nelle nuove posizioni, ma non è ora di pranzo per le pattuglie che devono uscire in ricognizione per cercare di saperne qualcosa di più sul nemico che ci sta di fronte. Sia il XII che il III fanno quindi uscire nuclei esploranti. Dopo qualche ora cominciano ad arrivare i primi rapporti: fronte ai motociclisti è accertata la presenza di un gruppo di cannoni antiaerei e poca fanteria australiana. La posizione più precaria ce l’ha il XII battaglione che si trova insaccato tra un complesso misto di fanteria – probabilmente polacca – e cannoni anticarro direttamente ad est, ed è pure dominato, come si accorge a sue spese, quando iniziano i tiri di disturbo nemici, da un gruppo di artiglieria nemica che gli spara pillole di medio clibro e di mortaio, non appena qualcuno mette il naso fuori da una trincea. Da un abboccamento tra il Ten Col Uzzi del XII e un battaglione di camicie nere appostato alla sua destra, si viene a sapere che le truppe nemiche che dominano la posizione dei bersaglieri, sono la base di un saliente misto australiano/polacco piantato nelle linee del troncone sud della Pavia che è ancora sulle sue posizioni originarie. In particolare si tratta del 1° reggimento di cavalleria polacca, di un reparto comando di brigata australiano, ed alla punta del saliente, di un battalgione del 15° reggimento di fanteria australiana.


    Fattici un’idea della situzaione al comando del reggimento, la sottoponiamo all’attenzione del signor colonnello, che si mette a cogitare sulla carta. Immediatamente davanti alle nostre posizioni, la via per Tobruk è sbarrata oltre che dai reparti sopra citati, ben imboscati dentro opere difensive e fortini, anche da estesi campi minati; però il signor colonnello considera che le forze che ci sbarrano il passo non sono molto consistenti e medita azioni offensive. Il maggiore Cattaneo ricorda che gli ordini della divisione sono di contenere ulteriori penetrazioni da parte del nemico lungo la via Balbia. Il Colonello replica che, in caso fosse possibile, non disdegnerebbe di agire di iniziativa, senz’altro informando prima il comando; dichiara che è sua abitudine ed intenzione sfruttare qualunque occasione favorevole.




    Turni di stabilizzazione del fronte a seguire. Sono incazzato nero per la controffensiva degli Inglesi; credevo già di avere Tobruk in tasca.
    kk.gif
     
  3. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

    Registrato:
    8 Febbraio 2013
    Messaggi:
    1.665
    Località:
    Piemonte (Italia)/Indiana (USA)
    Ratings:
    +1.451
    21 maggio 1941


    Una serie di notizie esplosive arrivano al comando dell’8°, convogliate dai comandi superiori.

    Sua Eccellenza Gariboldi è stato richiamato in patria per consultazioni e sostituito pro tempore dal Generale Gastone Gambara. Molti sono convinti che si tratti di una sostituzione definitiva. Correva voce che i dissidi con Rommel, acuiti dagli ultimi insuccessi nell’espugnazione della piazza di Tobruk, siano stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il Gen Gambara è stato promosso a generale d’armata, un evento eccezionale, considerato il fatto che il Gen Baldassare ci informa che c’erano parecchie persone davanti a lui per anzianità di servizio. Il Gen Baldassarre asserisce che per una volta si è dato peso al merito e non ai diritti di casta. Nel campo dei tedeschi, il Gen Streich è stato brutalmente silurato, anche questi per insanabili dissidi con Rommel cominciati con l’inizio della controffensiva dell’asse nel marzo e culminati con la demolizione della 5^ leggera ad opera degli Austaliani fronte a Tobruk. Lo sostituisce il Gen Hans Von Ziegler und Vettern. Sempre il generale Baldassarre, che conosce questo ufficiale, dice che si tratta di un bastardo ascetico che non mangia, non dorme, non si capisce come faccia a campare ed è sposato alla Vehrmacht, a cui ha dedicato l’esistenza.


    Il Colonnello Montemurro è richiamato per una riunione divisionale al comando dell’Ariete. Mi ordina di andare on lui per verbalizzare la parte riguardante il reggimento. Abbiamo due ore per prepararci. Mi sbraccio a mettere insieme la documentazione relativa allo stato del reggimento: organici, dotazioni, livelli di munizionamento e vettovagliamento, e tutte le altre scartoffie necessarie ad una riunione alla divisione. Il comando del Gen Baldassarre si trova sulla scarpata ad un paio di chilometri da noi a sud ovest in linea d'aria, ma dobbiamo fare tutto il giro attorno ad Acroma per raggiungere la nostra destinazione; una quarantina di chilometri, ragion per cui arriviamo nel primo pomeriggio, dopo aver traballaro sulle piste sassose sulla costa per qualche buona oretta, con grandi bestemmie dell’autista e dei motociclisti di scorta che si scorticano le chiappe sulle selle delle loro Guzzi.


    Nelle vicinanze della destinazione ci accorgiamo subito che c’è qualcosa di strano. Caccia nostri e tedeschi incrociano avanti e indietro, All’imbocco della Balbia troviamo una compagnia panzer tedeschi ed un’altra di mitraglieri italiani appostati in nidi ai due lati della strada. Al posto di blocco, controllano i nostri documenti e gli ordini di convocazione che il Gen Baldassarre ci ha mandato per iscritto via fonogramma. Constatato che abbiamo tutto in regola, il capitano di guardia ci fa passare attraverso il comando della divisione Pavia, che è piazzato qualche chilometro più a est, e passato questo ci imbattiamo in un grosso reparto tedesco dell'intendenza; enormi colonne di camion germanici affondati sui semiassi e quindi presumibilmente carichi di munizioni, equipaggiamenti, carburante ed ogni altro materiale necessario a grosse manovre militari. Io ed il colonnello Montemurro ci guardiamo in facca; è’ evidente che qui si sta preparando qualcosa. L’ultimo posto di blocco, presidiato da un plotone di Carabinieri del comando della Pavia, ci indica di svoltare a sinistra, ed imbocchiamo quindi una stretta pista incassata in un fiume in secca che alla fine ci porta al quartier generale della Divisione Ariete, incassato in una conca formata da una depressione protetta dagli argini dello wadi e da schieramenti di cannoni anticarro e di artiglieria.


    Si vede subito che il campo è tutto in fermento, e capiamo perché quando in una piazzola vediamo parcheggiata la cicogna del Generale Rommel. Mi guardo in giro senza capire dove diavolo possa essere atterrata, eppure è lì. Dopo una sporta di altri controlli di sicureza, veniamo introdotti nell’attendamento divisionale del generale Baldassarre. C’è tutto lo stato maggiore della divisione; il Col Spadaro, il Generale Uselli Mannoia, il Tenente Laghi, ufficiale di collegamento con il DAK e c’è anche il vecchio maggiore Klaus che rivedo con piacere. Il Generale Baldassarre accoglie il Col Montemurro molto calorosamante e dopo i necessari convenevoli, invita noi ed il Tenente colonnello Ariosto del 132° artiglieria a seguirlo nell’attendamento privato attiguo. Entrando non possiamo evitare di rimanere a bocca aperta quando troviamo all’interno non solo il Generale Rommel, che già mi aspettavo, ma anche il Generale Gambara in persona che accoglie Montemurro con una calorosa stretta di mano. Lo stesso fa il Generale Rommel, vecchi amico del colonnello, relazione che fa data da quando Rommel lo prese prigioniero durante la grande guerra.


    In questo sancta santorum delle forze dell’asse in Africa vendono introdotti, oltre a noi, che rappresentiamo l’8° reggimento bersaglieri, il già citato comandante dell’artiglieria divisionale, l’Eccellenza Gioda, comandante del X corpo, il generale Baldassarre, che ospita la riunione, il Ten Col Mannerini del Nizza Cavalleria, ed il Colonnello Olbrich, comandante di quello che rimane dei carri della 5^ leggera. Sono presenti anche molti ufficiali di stato maggiore dei comandi interessati ed i relativi ufficiali di collegamento.


    L’Eccellenza Gambara fa accomodare tutti i presenti ed apre la riunione affermando che salta tutti i convenevoli e viene al punto: la situzione di Tobruk deve essere sbloccata. Australiani e Polacchi hanno fatto il bello ed il cattivo tempo, appunto per troppo tempo e adesso è ora di finirla. Afferma il Gambara che è stato mandato in Africa esplicitamente per assolvere a questo compito che coinvolge direttamente il X corpo italiano ed il Corpo Tedesco d’Africa. Lo scopo di questa riunione è quello di definire le modalità ed i tempi dell’azione, azione che deve essere questa volta totalitaria e definitiva.


    Prende la parola il Genereale Rommel che chiede quali sono i reparti che gli Italiani possono mettere a disposizione immediatamente per l’operazione. Risponde il Gen Mauro Frandelli, capo di stato maggiore dell'armata, che afferma che sono immediatamente disponibili la Divisione Ariete, i resti della Pavia ad ovest sul lato di Acroma, e la Sabratha appoggiata dalla Trento ad est sul lato di Gambut.


    Interviene il Generale Baldassarre per mettere in evidenza che la divisione Pavia non si può considerare in grado di intraprendere operazioni offensive, primo perché è impegnata a sorvegliare il saliente australiano fronte ad Acroma e secondo perché uno dei suoi reggimenti di fanteria non esiste più; afferma il generale che queste informazini gli provengono dal collega Franceschini, comandante della Pavia.


    Il Generale Gambara afferma che l’azione di sfondamento deve essere intrapresa da unità italiane; è inutile e dannoso dichiara il generale, utilizzare divisioni tedesche per rompersi le corna contro la cinta difensiva. Esse sono strumento di combattimento prezioso i cui elementi possono essere al più utilizzati per lo sfruttamento del sucesso. Il Generale Rommel è molto compiaciuto e propone di decidere da quale parte del fronte si vuole tentare il prossimo sfondamento. Il Genererale Gambara fa notare che i punti non possono essere che due: a ovest sul fronte dell’Ariete ed a est su quello della Sabratha, dove il concentramento della difesa nemica appare meno fitto. Il Generale Rommel fa notare che ad est si potrebbe impiegare l’intera 15^ corazzata per sfruttare il successo, mentre ad ovest la disponibilità sarebbe limitata ad un battaglione carri della 5^. Il Generale Gambara propone di attaccare contemporaneamente da entrambe le direzioni, con gli appoggi tedeschi disponibili, ed ordina ai suoi ufficili di predisporre un ordine di operazione per il XXI corpo, con intento opereativo di attacco a percussione sulle posizioni nemiche fino all’annientamento delle forze che lo presidiano, ed irruzione finale della 15^ corazzata fino alla piazza.

    Ad ovest, l’attacco di rottura verrebbe affidato all’8° reggimento Bersaglieri, e lo sfruttamento del successo al battaglione corazzato della 5^ in concorso con il VII battaglione corazzato dell’Ariete. Gambara annuncia pure che il V battaglione bersaglieri che era destinato alla lotta per le oasi è stato reindirizzato sul fronte di tobruk ed arriverà nei prossimi giorni e sarà riaggregato all’8° reggimento. Il Comando Superiore si assume anche la responsabilità di coordinare l’azione della Regia Aeronautica e della Luftwaffe, che si decide verrà concentrato nell’attacco ad ovest.


    Il Generale Baldassarre è scettico sulle possibilità dell’Ariete nell’attacco su Acroma, in quanto la divisione ha ancora il reggimento carri a Gazala, così come andhe i battaglioni carri veloci. Il Generale Gambara ringrazia del rimarco.


    Gli ordini vengono comunque emanati; l’Eccellenza Gambara dirama quelli all’Ariete direttamente ed a mano, essendo la divisione direttamente dipendente dal Comando Superiore. Ci congediamo dal comando divisionale con gli ordini per l’8° bersaglieri e già nel viaggio di ritorno, il Colonnello Montemurro si mette a pensare su come metterli in pratica. Torniamo con l'impressione che l'azione di comando dell'Eccellenza Gambara possa rappresentare un fattore determinante per il successo delle future operazioni.




    Continua con il nuovo tentativo dell’asse.
     
    • Like Like x 4
  4. Daniel Morrison

    Daniel Morrison

    Registrato:
    15 Settembre 2008
    Messaggi:
    1.407
    Ratings:
    +169
    AAR stupendo!! Complimenti.
     
  5. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

    Registrato:
    8 Febbraio 2013
    Messaggi:
    1.665
    Località:
    Piemonte (Italia)/Indiana (USA)
    Ratings:
    +1.451
    24 maggio 1941


    Una nota di disperazione comincia ad impadronirsi dei comandi dell’asse nella giornata di oggi. A ovest parte l’attacco dell’8° reggimento; lo osserviamo dal posto comando. Non si può nemmeno parlare di progressione. Il battaglione motociclisti parte lancia in resta e viene distrutto sul posto, non appena l’artiglieria australiana, coadiuvata dal fuoco devastante delle opere fortificate apre il fuoco d’arresto sui bersaglieri che avanzano. Da Gazala accorrono due battaglioni di M13, il VII ed il XI, che però si impantanano quasi subito sui campi minati e devono desistere, sotto il fuoco a copertura dei campi minati stessi da parte dei cannoni anticarro inglesi. Ad aggiungere danno a beffa, sulla scarpata, due battaglioni di fanteria australiana, appoggiati da un battaglione di mitraglieri e da una tonnellata di artiglieria, che rimane l’arma più letale che i Britannici hanno a Tobruk, contrattaccano il XII battaglione bersaglieri che per non essere soverchiato, è costretto a ritirarsi sull’artiglieria e sul comando divisionale dell’Ariete. Sul fronte di Acroma, non si è quindi progrediti di un passo, anzi, si è ceduto terreno. Solamente un caparbio contrattacco dei carri dell'Ariete, una volta aggiuntosi alla congrega il Postuma con il suo nono, hanno portato a qualche ulteriore progresso sulla costa Le perdite dell'Ariete, considerata la distruzione del battaglione motociclisti, sono da considerearsi come gravi. I carri di Olbrich, che tentano di intervenire in appoggio, sono pure arrestati dai campi minati inglesi e presi dal fuoco incrociato dei fortini, imbottiti di armi antiarro e disposti a scacchiera. Questa è una maledettissima battaglia che sta divorando tutte le nostre divisioni.


    Da est provengono notizie ancor più negative: ci perviene il seguente terrificante fonogramma dal Generale Navarini comandante il XXI corpo d’armata, indirizzato al comando superiore e per conoscenza quindi anche all’Ariete. Il testo, nello stile sobrio tipico del Navarini, uno dei nostri migliori ufficiali superiori, non ammette repliche o prediche:


    Divisione Sabratha attaccato come previsto in due scaglioni reggimentali stop primo scaglione ottantaseiesimo reggimento avanzato cinque chilometri a prezzo sua semidistruzione e ritiro su posizioni di riordino stop come previsto immediatamente rilevato scopo non cedere nulla di quanto guadagnato da secondo scaglione reggimentale ottantacinquesimo stop ottantacinquesimo avanzato ancora 5 chilometri, ma annientato fino at ultimo uomo da feroce contrattacco nemico che riguadagna parte terreno perduto stop ottantacinquesimo reggimento non esiste più stop fuoco d’arresto nemico et artiglieria concentrata su colonne avanzanti rende impossibile ogni progresso nonostante abnegazione truppe stop terreno che incanala offensiva lungo tratte obbligate non dico non aiuta nostre operazioni stop generale von prittwitz pronto riprendere attacco con fanteria quindicesima germanica stop si chiede conferma ordini di attacco o sua sospensione onde evitare distruzione anche divisione tedesca finisce


    Il Generale Baldassarre è quasi alla fine delle sue energie nervose, e lo stesso si può dire del Col Montemurro, che ha appena perso un intero battaglione di motociclisti. Alla radio il Mag Klaus mi comunica che il DAK ha dato senz’altro l’ordine di attacco alla 15^ Panzer.


    Sul nostro fronte vanno all’assalto tutti i carri disponibili dll’ariete e della 5^ leggera. A costo di sacrifici orrendi, riescono ad avanzare attraverso la prima cortina di campi minati e sono adesso a 10 chilometri dal centro di Tobruk, dove esauriscono carburante, munizioni e spirito offensivo. Adesso si aspetta la reazione del nemico. Non abbiamo idea di come vada l’attaco dell a 15^ ad est. Ci mancano i collegamenti. Se perdiamo questa battaglia, dice Montemurro, non mi meraviglierei se Rommel cominciasse a pensare ad un abbandono dell’assedio ed a una ritirata su posizioni difensive. L’assassinio delle nostre forze potrebbe portare, asserisce il colonnello alla impossibilità di difendere la cirenaica per mancanza di forze.


    In serata perviene una succinta relazione scritta da parte del vicecomandante del nostro vecchio nono carri Capitano Vulcic. A noi, questa relazione la passa il comando del 132° carri. Il documento è un utile promemoria guida sulle operazioni di assedio ed investimento alla piazza:


    La situazione tattica davanti alla fortezza di Tobruk è di difficilissima soluzione. Gli Australiani ed i Polacchi che difendono la piazzaforte, si può dire che oramai sono entrati nell’alveo della leggenda; occorre riconoscerlo. I problemi che dobbiamo affrontare, sono i seguenti: primo, rifornimenti abbondanti dal mare ai difensori di ogni genere di munizionamento ed in particolare quello vitale teso ad alimentare le molteplici unità di artiglieria impiegate nella difesa. Secondo, impiego magistrale da parte di questa artiglieria da parte del nemico, unitamente ad un’abilità eccezionale nel mascheramento sia delle truppe che delle bocche da fuoco. Capita spessissimo che le nostre forze incappino in concentramenti di fuoco inaspettati e non segnalati nemmeno dalla ricognizione più recente. Terzo, la decisione ferrea del nemico di contrattaccare sempre e comunque ogni nostro più piccolo progresso, allo scopo di creare demoralizzazione ed insicurezza tra i nostri reparti; il messaggio è che qulunque nostra unità he si avventuri in territorio nemico è sempre suscettibile di essere tagliata fuori dalla sua base di operazioni a mezzo contrattacchi laterali.

    Conclusioni: la nostra fanteria non può sopravviviere in questo tipo di battaglia in ordine chiuso, con vie d’attacco obbligate e dato il concentramento di artiglieria nemica fuori dal comune. Le bocche da fuoco nemiche sono continuamente movimentate; è pertanto difficile individuarle e quindi dirigervi contro il nostro fuoco di ritorsione. Per esempio il nostro battaglione carri ha subito quasi il 100% di perdite in fanteria esplorante o tra qualunque altro reparto che non monti un carro armato. Gli stessi carri, meno vulnerabili al fuoco dell’artiglieria, anche se concentrata, hanno trovato estrema difficoltà nell’avanzare nel dedalo di campi minati e sotto il fuoco incrociato di nidi di armi anticarro o di artiglierie usate ad alzo zero. I carri armati tedeschi del Colonnello Olbrich hanno rilevato le stesse nostre difficoltà. Per dare un’idea concreta delle perdite in truppe di appoggio, il 9° battaglione carri ha avuto il plotone esploratori motorizzato annientato fino all’ultimo uomo in missioni di individuazione delle sorgenti di fuoco nemiche, il plotone motociclisti rimasto con una delle cinque moto, il plotone mitraglieri con uno dei tre equipaggi per le mitragliatrici medie, e dei 9 camion in dotazione al battaglione per i trasporti del personale non corazzato, ne è rimasto solamente uno. Ci troviamo adesso vicini come non mai all’obiettivo, ma siamo rimasti quasi senza forze per avanzare. Sempre e comunque sotto il fuoco incessante del nemico.

    Nonostante tutto questo, e viste le esperienze fatte fino ad ora, le mie raccomandazioni per un prosieguo delle operazioni di investimento sono le seguenti: evitare l’utilizzo di reparti di fanteria nell’attacco. Esso deve essere condotto esclusivamente con reparti corazzati o blindati fortemente appoggiati da artiglieria ed aviazione. Utilizzo della fanteria motorizzata o non solamente per la copertura delle posizioni raggiunte e dei loro fianchi. Si sconsiglia anche l'impiego interforze fanteria/carri a scopo proteggere carri da AT nemici, a meno che non sia in difesa, perché ripeto, la fanteria non può muoversi allo scoperto in questo ambiente senza essere annientata. Firmato Capitano Vulcic

    Ragazzi, comincio ad essere disperato attorno a Tobruk, quasi quanto lo si fu storiamente. Se non ce la faccio devo abbandonare l'assedio, prima che gli Inglesi contrattacchino dall'Egitto e taglino fuori tutte le mie forze.

    gg.gif
     
    • Like Like x 3
  6. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

    Registrato:
    8 Febbraio 2013
    Messaggi:
    1.665
    Località:
    Piemonte (Italia)/Indiana (USA)
    Ratings:
    +1.451
    Daniel; grazie tantissimo per le tue parole di incoraggiamento. La frustrazione davanti a Tobruk però è tanta. Le opere fortificate ed i fortini saranno efficienti fino mi pare al turno 91, quando prendere tobruk senza di essi dovrebbe essere molto più facile, come in effetti lo fu nella seconda offensiva italo-tedesca.

    Invito tutti gli altri a continuare a commentare, criticare o suggerire. Fornisce il carburante per andare avanti con l'AAR

    Saluti da Acroma e dal Ten Col Postuma
     
  7. Daniel Morrison

    Daniel Morrison

    Registrato:
    15 Settembre 2008
    Messaggi:
    1.407
    Ratings:
    +169
    Già qualche idea per il post-Tobruk?
     
  8. huirttps

    huirttps

    Registrato:
    1 Novembre 2009
    Messaggi:
    2.304
    Località:
    shamalaya
    Ratings:
    +674
    Ribadisco i complimenti,AAR davvero coinvolgente!

    La situazione é difficile, ma secondo me gestibile. Sempre che gli inglesi non contrattacchino violentemente.

    Proverei a bombardare violentemente i due rgt di artiglieria inglese con gli Stukas per poi attaccarli direttamente cercando di isolare i battaglioni fanteria britannica in prima linea.

    Noto anche che hai un btg anticarro meccanizzato a est mentre il rgt blindo inglesi é ad ovest, e che i tuoi battaglioni carri dirigono dritti verso le fortificazioni piuttosto che prendersela contro obiettivi piú "soft" tipo fanteria o blindo.
     
  9. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

    Registrato:
    8 Febbraio 2013
    Messaggi:
    1.665
    Località:
    Piemonte (Italia)/Indiana (USA)
    Ratings:
    +1.451
    Grazie anche a te per i commenti o prode huirttps, il mio obiettivo è quello di portarvi in Africa e farvi vivere le emozioni che i miei soldati digitali vivono, attraverso i loro occhi.

    Quei due che vedi sono solo due. In realtà i britanni hanno 10 reggimenti di artiglieria e 4 fortificazioni (che simulano anche i campi minati); tutti ben riforniti turno dopo turno di munizioni fagioli eccetera. Ne avevano di più, ma qualcosa i feroci combattimenti hanno distrutto pure a loro.

    Tassativo ordine di Gambara: imperativo categorico fascista, prendere la fonte di rifornimento a Tobruk. Poi Australiani e Polacchi, senza rifornimenti cadranno come pere. Giungono notizie da est che la Von Prittwitz è riuscito a chiudere parte dei difensori in una sacca. Se riesce ad eliminarla avremo truppe libere per un attacco vigoroso da est.

    Continuate a seguire gli eroi italo-tedeschi
     
  10. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

    Registrato:
    8 Febbraio 2013
    Messaggi:
    1.665
    Località:
    Piemonte (Italia)/Indiana (USA)
    Ratings:
    +1.451
    Se si vince, senza dubbio andare alla battaglia manovrata contro l'8^ armata al confine libico/egiziano
    Se si perde, sganciamento e riposizionamento possibilmente su Gazala per battaglia di contenimento dell'offensiva crusader. Se la vedo proprio brutta, ripiegamento su El Agheila.
     
    • Like Like x 1
  11. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

    Registrato:
    8 Febbraio 2013
    Messaggi:
    1.665
    Località:
    Piemonte (Italia)/Indiana (USA)
    Ratings:
    +1.451
    Novità scoppiettanti dal fronte Africano. E' stata annunciata da supercomando la messa a riposo del generale di C.A. Carlo Spatocco, comandante del XX corpo d'Armata, per raggiunti limiti di età. Lo sostituisce al comando del XX corpo d'Armata Sua Eccellenza Illustrissima, Illuminata ed onnipotente Generale di C.A. Luigi "Zerinol" Varriale, che i veterani della prima offensiva di Graziani e successiva ignomignosa ritirata ricorderanno bene dalle avventure con DAK della OCS.

    Ci congediamo dunque dal diario del capitano Vannizzaro, che ritroveremo magari durante le operazioni, per lasciare la parola alle colorite descrizioni di Sua Eccellenza. Si avvisa la spettabile clientela che il linguaggio di Zerinol è di quelli forbiti e senza mezze misure, essendo lui un gnerale deciso e che a fare la guerra si diverte assai fintantoché a crepare sono gli altri.

    Annuncio anche il ritorno dell'ex sergente, oggi tenente, Galeazzo Mussolesi, comandante di una sezione di Fiat G50 basati nel rovente aeroporto di El Mechili

    Rimanete collegati con radio scarpa per le novità dall'Africa Settentrionale
     
    • Like Like x 2
  12. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

    Registrato:
    8 Febbraio 2013
    Messaggi:
    1.665
    Località:
    Piemonte (Italia)/Indiana (USA)
    Ratings:
    +1.451
    28-31 Maggio 1941




    Arriva sul teatro di guerra il Generale di C.A. Varriale, con gran fanfara. Sostituisce il Gen Spatocco che è stato pensionato. Il Gen Varriale prende il comando del XX corpo d’armata insabbiato tra El Adem ed Acroma, con il chiaro intento di dare impulso alle operazioni. Per prima cosa, arrivato al suo nuovo fiammante torpedone alloggio comando, si fa ragguagliare sulla situazione dal suo capo di stato maggiore Gen Mario Tavullo di Colleferro, un paraculato di supercomando che dice di essere uno degli ultimi e pohisssimi discendenti puri degli antichi romani e pretende pure che gli si creda. Il Gen Tavullo dà al nostro il seguente quadro:


    Il Corpo d’armata ha la Savona in linea sul ciglione di El Adem, fronte a nord. La divisione copre un fronte di 20 chilometri e non ha riserve di nessun genere; il 16° reggimento ha subito perdite pesanti. La divisione ha di fronte a se due battaglioni di fanteria polacchi su posizioni difensive. A tergo dei Polacchi, la ricognizione ha identificato il 7° reggimento di artiglieria inglese, appartenente al XIII corpo del Generale Bereford-Peirse, comandante in capo di tutte le forze che difendono Tobruk.


    L’altra divisione del XX corpo, la Bologna, è in riserva a Knightsbridge, e non ha ancora partecipato a combattimenti importanti. Tavullo informa Zerinol che l’armata ha fino adesso mantenuto un vincolo d’impiego su questa grande unità, come misura cautelativa generale. I supporti di corpo d’armata si riducono ad un reggimento (di nome, ma di fatto un battaglione su 4 batterie) di cannoni da 105mm. A guardia della spalla sinistra del saliente di Acroma c’è la divisione Brescia del X corpo d’armata del Gen Gioda, mentre a destra, a guardia della scarpatona di Gambut, c’è la divisione Trento del XXI.


    Per quanto riguarda i crauti? Chiede Varriale


    Ci sono buone notizie, si chima sulla carta il generale Tavullo: la nostra 7^ legione di camicie nere qui; e indica un punto 4 chilometri a destra del 3° battaglione polacco, ha preso contatto con un battaglione di mitraglieri della 15^ tedesca, che comunica che la suddetta germanica divisione ha accerchiato in una vasta sacca tutti i difensori ad est del Forte Pilastrino; sembererebbe che siano in trappola oltre al comando di Bereford-Peirse, anche quello della 3^ brigata indiana, della 18^ australiana, sei reggimenti di artiglieria nemica, più battaglioni vari di fanteria, mitraglieri ed armi anticarro ed antiaeree. Queste forze al momento non possono ricevere rifornimenti, se il cerchio della 15^ tiene.


    Bene, sogghigna Varriale, se questi sei reggimenti di artiglieria li distruggiamo, i fru fru inglesi sono fottuti una volta per tutte. Noi cosa possiamo fare per aiutare la causa?


    A contatto col nemico c’abbiamo solo le camicie, che possono eventualmente collaborare con la Trento e con i mitraglieri tedeschi alla riduzione da sud della sacca nemica.


    Cristo ! dobbiamo sperare che i mangia wurstel tengano la cinta dell’accerchiamento, si massaggia il mento il Varriale. Se spacciamo questi inglesi qua, Tobruk è nostra. Che altre truppe abbiamo nell’esagono delle camicie? Il generale Tavullo mette mano alla carta: comando legione, compagnia cannoni e mitraglieri divisionali, replica asciutto il Tavullo.


    Bene! Varriale sbatte una sberla sul tavolo e fa saltare un po’ di pedine; mi vada a cercare uno scribacchino, devo dettare un fonogramma per Navarini.


    Ti informo che ho assunto comando XX in data di oggi stop mia ricognizione identificato consistenti truppe nemiche tra me te e tedeschi che gravitano sulla costa stop mi sembra ovvio che ordine operativo armata permanga immutato distruggere resistenza nemico tobruk stop a tale uopo propongo attacco tuo direttrice nord et ovest per ridurre sacca nemica et annientare sua artiglieria stop io concorro con legione camicie savona et reparti supporto divisionale stop metti ali at culo divisione trento in maniera da chiudere una volta per tutte la partita firmato varriale finisce


    Il Generale Navarini, dopo aver sorvolato sulla forma usata dal collega per chiamare in causa truppe non sue, rispondeva accenando ai problemi organici della Trento, che aveva due reggimento in linea, il 61° fanteria ed il 7° bersaglieri, mentre un battaglione del 62° era in ricostituzione a Tripoli ed un altro in riordino nelle retrovie. Tuttavia, dopo aver appreso che carri tedeschi della 15^ si erano avvicinati a 10 chilometri da lui, facendo alzare i tacchi al comando della brigata indiana e riducendo la sacca di un esagono, dava il suo benestare all’azione coordinata, che aveva pure appunto il concorso dei Tedeschi da nord.


    Altro urgente problema, e questi erano cazzi di Gambara, era che gli Inglesi cominciavano a mettere il naso al di là del confine libico-egiziano, con reparti esploranti veloci per saggiare la consistenza del dispositivo dell’asse a sud est di Tobruk. Poteva essere l’avvisaglia di una manovra controffensiva. Sul ciglione della scarpata di Gambut si ereano presentati reparti della 3^ brigata motorizzata indiana, ricostituita ala bell’e meglio dopo le legnate prese a tobruk precedentemente e reparti blindati leggeri della 2^ divisione corazzata. Il Gambara doveva aver a che fare quindi probabilmente con il grosso di tale divisione forse identificato a Sidi Suleiman, presso il confine. Urgeva quindi primo, stroncare sul nascere queste puntate del nemico sulle terga della cinta d’assedio e secondo, predisporre qualcosa per guardare le posizioni di confine o magari prenderne possesso tramite l’occupazione di Bardia e Sidi Aveiz. Ocorreva anche occupare il nodo stradale strategico di Gabr El Saleh, in maniera da cautelarsi contro un’avanzata inglese alle spalle del dispositivo dell’asse.


    A tale scopo si metteva in contatto radio con Rommel per capire cosa poteva dargli. Questi rispondeva a stretto giro di onde radio che aveva i primi elementi dela 90^ leggera tedesca a Bir El Gubi, ed un battaglione mitraglieri della 15^ non direttamente inpegnato nelle operazioni, sulla costa ad ovest di Mersa Gobes. Se Gambara smollava la Bologna dalla riserva d’armata, si poteva provare a costituire un corpo d’armata provvisorio ed a imbastire un attacco per togliere tutte le idee strane dalla testa di Alan Cunningham, che aveva appena assunto il comando della neo costituita 8^ armata britannica.


    Nel pomeriggio dell’ultimo giorno di maggio partiva l’attaacco italo-tedesco alla sacca; una delle più grandi, se non la più grande delle battaglie combattute nel deserto fino ad allora. La Savona attaccava con le camicie urlanti e strombazzanti canti fascisti. La Trento per la destra, pure menava le mani a suon di trombetta bersagliera ed insulti agli australiani mbriachi. Da nord, reparti misti di corazzati e fanteria della 15^ e mitraglieri della 21^, appoggiati praticamente da tutta l’aviazione dell’asse attaccavano pure decisi ed incazzati. Interveniva pure la Western Desert Air force, con due gruppi australiani di Hurricanes ed un gruppo inglese di Tomahawk. L'aviazione italo-tedesca aveva la peggio in perdite, ma i bombardieri passavano e davano una bella ripassata alle truppe nemiche chiuse in oramai solo due esagoni. Il Tenente Mussolesi, al primo decollo dopo le terribili ferite subite l'anno prima, abbatteva un Tomahawk, sua prima vittoria in carriera. Due dei G50 del suo gruppo venivano però abbattuti in fiamme a loro volta.


    Il risultato dell’attacco, per una volta era eccellente: il comando del XIII corpo d’armata era investito a preso prigioniero, incluso il Gen Beresford Peirse, 3 reggimenti di artiglieria distrutti; lo stesso per i comandi della brigata indiana e di quella australiana. Distrutto anche un battaglione di fanteria australiana.


    Zerinol salta di gioia da un angolo all’altro del suo camper comando, dicendo a chiunque lo voglia ascoltare che ci era voluto il suo arrivo per sbloccare la situzione a tobruk.


    Come degno colrollario a queste operazioni, repari di fanteria della 90^ leggera ed un reggimento della Bologna, eliminano rispettivamente una compagnia carri non meglio identificata ed uno squadrone esplorante inglese sul ciglione di sidi Rezegh


    Forza ragazzi che forse qualcosa a tobruk si muove.
    2017-12-01 11_32_40-Greenshot.gif
     
    • Like Like x 2
  13. Prostetnico

    Prostetnico

    Registrato:
    22 Giugno 2009
    Messaggi:
    1.706
    Ratings:
    +549
    NWI ha il suo Clancy, se lo leggi senza saperlo, non puoi pensare che sia un AAR... specialmente un AAR di TOAW.
    Veramente complimenti!

    Suggerimenti da dare no ne ho, dato che all'epoca ho solo annusato TOAW3 e non mi ha entusiasmato: magari mi fai cambiare idea.
     
  14. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

    Registrato:
    8 Febbraio 2013
    Messaggi:
    1.665
    Località:
    Piemonte (Italia)/Indiana (USA)
    Ratings:
    +1.451
    Prostenico, che piacere rivederti sulle frequenze di radio scarpa. Un ringraziamento profondo per l'elogio.
    Le armi d'Italia sono di nuovo in azione, con generali energici e cazzuti. La vecchia guardia dei tromboni piemontesi va radiata e l'esercito fascista purificato con sangue ardente ed ardimentoso.

    Mio imperativo categorico fascista, farvi vivere le esperienze della soldataglia italiana. Questa è la terza puntata della loro saga nordafricana nella seconda guerra mondiale.

    A me TOAW è sempre piaciuto, sin da quando mi comprai TOAW 1 nel '98. quando di operazionali per computer c'era l'assoluto nulla. E' un giochino semplice, veloce e soprattutto super flessibile. Con la versione attuale penso che finalmente si possa simulare di tutto; dall'epoca dei moschetti a quella dei droni. Certamente rimane un gioco operazionale; qualunque tentativo di fargli fare altre cose, va al di là delle sue possibilità, non soddisfa, e poi i giocatori si lamentano.

    E' come usare una Land Rover a Imola e lamentarsi del tempo sul giro.
     
  15. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

    Registrato:
    8 Febbraio 2013
    Messaggi:
    1.665
    Località:
    Piemonte (Italia)/Indiana (USA)
    Ratings:
    +1.451
    4 giugno 1941


    Il Generale di divisione Mario Tavullo di Monteferro corre a perdifiato verso la duna dietro cui l’Eccellenza Varriale sta pisciando, strillando che gli Inglesi nella sacca si sono arresi e che ad est del pilastrino tutto tace; si tratta di comunicazione ufficiale del Console Miglio della 7^ legione di camicie nere della Savona. L’eccellenza gli chiede, che cazzo ne sa Miglio; ha forse partecipato ai combattimenti? Il Tavullo risponde di no, ma che il console ha avuto la soffiata dalla Trento il cui 7° bersaglieri non solo ha partecipato, ma è pure il reparto che ha raccattatto gli Inglesi stracciati superstiti.


    Varriale decide che dal momento che sono già svegli, tanto vale che lui e Tavullo si mettano a fare la pianificazione per la giornata. Il generale sale sul suo torpedone alloggio e dal tetto dà un bel giro d’orizzonte son il suo potentissimo binocolo da trincea. E’ ancora notte e la visibilità è buona a parte per una certa foschia qualche chilometro a nord che limita la visuale in quella direzione; per il resto, tipica notte stellata desertica. Si vede a nord est qualche bengala lanciato da chi sa quale reparto, ed al comando del XX corpo regna ancora un certo silenzio. Qualche botto di mortaio punteggia le azioni di pattuglie qua e là lungo il fronte di investimento.


    Verso le sei giunge un fonogramma di Gambara con nuove direttive per il XX


    Comincia inglesi mettonno testa fuori posizione confine et cominciano puote essere preparativi per controffensiva sblocco Tobruk stop tuo corpo armata deve assicurare distruzione nemico che si avventura ovest confine e vigilanza stop coordina azione con XXI corpo che habet elementi sabratha in zona di operazioni stop io vedo cosa posso fare per ottenere concorso novantesima leggera tedesca stop ti tengo informato stop accusa ricevuta finisce


    Occorreva dunque mettersi subito al lavoro per dare esecuzione agli ordini del capo che voleva demoliti i Britannici che minacciavano il settore orientale del fronte di investimento. Innanzi tutto Zerinol ed il suo capo si stato maggiore si mettevano a lavorare sulle informazioni conosciute, aiutate da una bella tazz’e latt e panino’o prosutt o’mattutin.


    Le forze nemiche che la ricognizione avevano segnalato fino a quel momento non erano ancora molto rilevanti, ma certo cominciavano a diventare fastidiose, anche perché le forze dell’asse non avevano in zona un vero e proprio schieramento omogeneo, ma solamente raggruppamenti buttati qua e là in ragione delle esigenze di investimento della piazza di Tobruk.


    All’estremo nord, a Gambut era segnalato un battaglione di fanteria motorizzato indiano, il II Royal Infantry Lancers, appoggiato da un battaglione di cavalleria della 70^ divisione inglese. Queste forze premevano o tentavano di premere sulle difese della Sabratha, che era rimasta solo con un reggimento efficiente, di cui peraltro un battaglione, appena ricostituito aveva ancora le reclute sbarbate all’Arco dei Fileni a far fotografie al suggestivo nuovo teatro africano. Queste forze erano appoggiate dai mitraglieri della 15^ germanica, che avevano come unico ma importante problema, quello di aver finito le munizioni e dovevano per il momento quindi combattere con pietre e bastoni; non proprio confacente allo stile germanico. Più a sud, sul ciglione di sidi Razegh, gli Indiani del battaglione del Principe Alberto, appoggiati da un imprecisato reggimento di artiglieria e da uno squadrone di cavallegeri della 2^ corazzata, erano venuti a portare la posta al quartier generale di Nuvoloni nei pressi di El Duda: posta a base di piombo ed esplosivo HE. Quivi gli Indiani erano stati indotti a più miti consigli dal fuoco ad alzo zero del gruppo artiglieria antiaerea della Trento, che ne aveva sbandati un certo numero impiegando le binate da 20mm. Ancora più a sud, nei pressi del bivio tra Gabr Saleh e sidi Razegh, uno squadrone di carri britannico del VII Royal Tank Regiment aveva attaccato un battaglione di artiglieria tesesco che attendeva la sua colonna di rifornimento munizioni, con conseguenti messaggi veramente incazzosi di Rommel al quartier Genereale del XXI corpo. Per finire, nelle vicinanze di Bir EL Gubi, dove stazionava la 90^ leggera tedesca, erano stati avvistati un battaglione di genieri australiano, ed un misto “zinne culo”, come amava dire il nostro Zerinol, di artiglieria antiaerea ed anticarro, che anche qui minacciavano il comando divisionale.


    Oltre a quaste incombenze, il Gen Varriale doveva pure preoccuparsi del suo fronte di investimento a Tobruk, per la precisione la porzione sud dello stesso, tenuta dalla sua divisione Savona; della Bologna aveva un reggimento a knightsbridge, sul tergo appunto della Savona in riserva di corpo, ed un’altro impegnato nella caccia all’indiano a Sidi Rezegh.


    Fronte alla piazza, il nemico aveva clamorosamente abbandonato il pilastrino, e questo al Varriale pareva un’autentica cazzata, perché stava in una posizione strategicissima per i rifornimenti di tutte le truppe britanniche rimaste a sud di esso, che per la verità però non erano molte, e quindi forse tutto sommato, la mossa poteva pure essere compresibile. In più i bevitori di té si erano ritirati pure in corrispondenza del settore di congiunzione tra la Savona e la Brescia, e questo faceva massaggiare ancor di più il mento al nostro, che era combattuto tra avanzare alla sinistra del 15° reggimento oppure no. L’alternativa era che avanzasse quello che rimaneva del 20° della Brescia.


    Mentre meditava su queste possibilità, giungeva un nuovo fonogramma da parte di Gambara, che non contento di avergli ordinato di attaccare ad est, mo’ gli ordinava di attaccare pure a nord, in un tipico impeto di italianissimo irrealismo.


    Comincia Tedeschi attaccano domani su fronte est Tobruk stop Trento puote partecipare solo con reggimento bersaglieri essendo reggimenti fanteria per il momento non più di valore bellico stop Avanza a sud e sbaraglia forze nemiche contrapposte oramai non più molto fitte stop Do analoghe disposizioni a Gioda stop Coordinate avanzata e non vi fate precedere da carri Rommel su tobruk stop Ariete insabbiata in settore occidentale habet dico habet già dato tutto finisce


    Quel cazzaro di Gambara già credeva di avere partita vinta pensava tra se il nostro eroe, ma qui di vinto non c’è ancora nulla. Si predisponeva comunque a stilare l’ordine di operazioni per le sue divisioni. Ma per oggi c’era ancora tempo prima di mandare gli uomini a farsi ammazzare: il Fligerfuhrer Afrika ed il Genrale Bentivogli, comandante in capo dell’aviazione italiana dovevano prima dare esecuzione all’operazione “desert storm dei poveri” sull’esagono del centro di Tobruk; operazione mirante all’annientamento di tutta l’artiglieria pesante nemica stazionante su detto esagono tramite le forze aeree.

    2017-12-03 14_55_24-Greenshot.gif
     
    • Like Like x 1
    Ultima modifica: 3 Dicembre 2017
  16. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

    Registrato:
    8 Febbraio 2013
    Messaggi:
    1.665
    Località:
    Piemonte (Italia)/Indiana (USA)
    Ratings:
    +1.451
    Passiamo per un attimo la parola al tenente Galeazzo Mussolesi che ci racconta la sua esperienza nell’operazione Tempesta nel Deserto nei primi giorni del 1941

    1 giugno 1941


    Siamo in allarme generale da tre giorni qua all’aerodromo di Mechili. Oltre alle crociere offensive, il nostro gruppo è stato destinato ad una grande operazione in corso di studio. Si dice che parteciperà tutta l’aviazione dell’Asse in Africa. Obiettivo sconosciuto, ma possiamo immaginare.


    2 giugno 1941


    Caldo soffocante, in corso la distribuzione ed il montaggio dei filtri sabbia nuovi per i nostri G 50. Il mio “44” è uno dei primi ad essere equipaggiato. Manutenzione generale di tutta la linea. Il momento si avvicina.


    3 giugno 1941


    Stato di allarme rafforzato, annullate tutte le crociere offensive e le cacce libere. I comandanti di squadriglia sono convocati alla riunione di gruppo. Il Tenente Colonnello è tornato ieri dal comando di stormo per passare gli ordini a noi. Ancora più manutenzion; in pentola c'è davvero qualcosa di grosso.


    Nel pomeriggio, il Capitano Bondi, torna alla squadriglia per ragguagliarci sui dettagli: l’operazione, come tutti si aspettavano, è un attacco generalizzato su Tobruk. Obiettivi prioritari le batterie di artiglieria pesante presenti colà che hanno massacrato i nostri fanti fino adesso. Il Capitano Bondi ci dice che queste difese hanno menomato divisioni e divisioni dell’asse e vanno eliminate. L’8^ squadriglia agirà nell’ambito del Gruppo A G 50 per scortare un gruppo di Messerschmitt 110 germanici incaricati dell’attacco alle batterie situate sul molo ovest della zona portuale. I bersagli, ci dice Bondi sono leggeri e non corazzati, ragion per cui i Tedeschi hanno deciso di impegnare i Me 110 in una missione di assalto a terra. Naturalmente la nostra è solo una piccola parte nel grande quadro dell’operazione, che prevede la partecipazione di tutte le forze da bombardamento italo-tedesche dipendenti dal comando africano.


    Il nostro piano di volo prevede il decollo da Mechili alle otto in punto; mezz’ora di volo fin sulla verticale di Gazala, dove ci disporremo in attesa dei Messerschmmit. Da lì ne prenderemo sotto scorta un gruppo, per la loro missione offensiva. Da Gazala, procederemo sul mare e poi in direzione est per Tobruk in maniera da arrivare appunto dal lato del mare ed aumentare se possibile l’effetto sorpresa. Il nostro orario d’arrivo dovrebbe inquadrarsi nella terza ondata d’attacco composta oltre che dai nostri Messerschmitt, anche da un gruppo di SM 79 e dalla “squadraccia degli SM 81 del Maggiore Ubaldini. Opposizione prevista; i nostri vecchi amici galeot....volevo dire Australiani: i gruppi A, B, C con i loro Hurricanes. Questa sarà ovviamente un’operazione in grande; combattimento non possibile ma sicuro, e grande quantità di nemici in cielo pronti a farci la pelle. Peraltro sono di molto incazzati, perché assediati nella fortezza di Tobruk, ci sono i loro connazionali.


    4 giugno 1941 ore 7.40


    In moto e riscaldamento motori. L’8^ viene per seconda nel gruppo A nell’ordine di decollo. Vento al traverso ma non forte, sole accecante, turbinio di polverone devastante. Siamo tutti pronti in un generale girare di eliche. Assordato dal rombo del mio motore, come al solito non sento quello degli altri. Accelero per il decollo seguendo l’esempio dell’ultimo apparecchio della sezione gialla davanti a me. Io comando la sezione rossa, che fa quello che faccio io. Non abbiamo radio a bordo.


    In aria, le correnti sono torride. Veramente caldo oggi; volo in pantaloncini canottiera e paracadute.


    4000 metri sulla verticale di Gazala. Piccoli moscerini neri lasciano l’aerodromo all’esplosione di alcuni razzi blu da segnalazione. Sono i Me 110, ancora senza mimetizzazione desertica, colorati di un verdiccio scuro, che da lontano pare nero. Si mettono in formazione compatti e decisi, e prendono quota velocemente appesi ai loro potenti propulsori. Passano attraverso la nostra orizontale ed assumono rotta nord nord est, per dirigersi verso il mediterraneo che peraltro già vediamo dalla nostra posizione; è a soli dieci chilometri.


    Facciamo quota, ci disponiamo 1500 metri sopra a nostri pargoli. Il Fiat nero del Capitano Bovi ci guida sulla rotta corretta; non faccio altro che adeguarmi e seguire. Davanti e dietro di noi, sfalsate di quota, le altre squadriglie del gruppo A.


    8.45 arriviamo sul cielo di Tobruk, dove già infuria la battaglia. Contraerea una cinquina chilometri a sud; niente di traumatico, ma stare in campana dobbiamo. Il fuoco non interessa la nostra azione, spara evidentemente sui gruppi d’attacco provenienti dall’interno. Noi abbiamo culo a provenire dal mare e a noi non ci prendono di mira. I Messerschmitt già in leggera picchiata, iniziano a battere le ali, grevi di bombe; i loro capi squadriglia stanno tentando di individuare i bersagli, mentre discendono sull’obiettivo; per loro è previsto un attacco a bassa quota. Noi scendiamo proporzionalmente, guidati dal Bondi, che non sembra voglia perdere troppa altitudine. Ci teniamo ben dietro e sui lati posteriori della formazione tedesca.


    Poi il casino accade inaspettato: credevamo di arrivare dal mare e di sorprendere gli Australiani, ed invece sono loro a sorprendere noi. Arrivano alle nostre spalle, ancora più dal mare di noi e con il sole alle spalle. Dalla mia posizione non li vedo nemmeno; quattro di loro piombano in picchiata alla nostra destra, rinunciando a tutta la loro quota per fregarci di brutto in velocità. La mia sezione scarta violentemente a destra, quella del capitano a sinistra. Io mi rovescio e faccio un mezzo tonneau per levarmi di mezzo, ma questo mi costa tempo e soprattutto ancora qualcosa della mia già scarna velocità. Quando mi raddrizzo, vedo uno dei Messerschmitt andare giù in fiamme; nessun paracadute. Cristo; i Tedeschi diventeranno intrattabili!


    Dopo la ripassata i quattro Hurries vanno su in candela come dei forsennati. Spero di incontrarli sulla loro verticale, e spalanco la manetta. Mi quardo alla destra; la mia sezione è dispersa, ma il fido Uggiali, mi segue come un’ombra, incollato alla mia ala destra, arretrato. Mi fisso sull’Hurry di destra, sicuro che Mauro mi copre il culo, lo becco adesso che arriva sul mio piano, mi dico convinto. L’Australiano continua ad andare su come un proiettile, ma perde velocità. Mi infilo nella sua scia; adesso lo vedo bene: macchie larghe ocra e marrone, bellissima livrea desertica, e scintille fuori dai suoi scarichi. Mi metto anch’io in cabrata; lo allineo nel collimatore.

    Trenataaaauno, trentaaaadue, trentaaaatré: raffica. Merda! i traccianti deflettono nella virata a sinistra e lo manco di buoni quindici metri. Deve aver visto i traccianti, e deve essersi preso una bella cagarella; si rovescia sul dorso e picchia di nuovo verso il basso: addio patria, sono in ritardo sulla manovra, e soprattutto non ho la velocità per seguirlo. Anche se arriviamo raso terra, là il suo vantaggio di velocità si farà ancora più marcato. Contro gli Hurries o li becchi subito o ti attacchi al tram. Rinuncio e faccio velocità prima di buttarmi in virata di 180 gradi. Mi riporto verso la mischia sopra di me, dove infuria la battaglia, ma quando ci arrivo appeso all'elica, è tutto finito, vedo bombardieri nostri e tedeschi in leggera picchiata verso casa. Dei miei, più nessuno; solo Mauro sempre incollato al mio deretano. Capita spesso di trovarti in cielo da solo dopo un’azione, specialmente non avendo la radio. Faccio un rapido punto; sono tra Tobruk e Gazala; bussola ad ovest, via verso casa anch’io. Un occhiata al carburante; in sicurezza. Quando arriviamo all’altezza di Bomba, Mauro batte le ali e mi indica le ore cinque. Torco il collo e vedo quattro monomotori a tutta birra guadagnare su di noi. Li riconosco subito dalle sagome inconfondibili; Messerschmitt 109. Si avvicinano circospetti; noi battiamo le ali per farci riconoscere; non sia mai finiamo impallinati dai nostri stessi camerati. Il Me 109 di testa è bellissimo. Mimetica sabbia con muso totalmente bianco fino all'abitacolo, il che vanifica in parte la mimetizzazione, un gigantesco numero 14 giallo sulla fiancata e 10 tacche di vittorie sulla deriva. La fama del 14 giallo del Gruppo A Me 109 in Africa è già leggenda: il Tenente Joachim Marseille.


    Arrivo a Mechili sudato come un zampogna sarda, e mi butto nella sala riunioni. Il conto è più salato di quanto avessi visto durante la battaglia, ed il Ten col Grubini è incazzato come un toro alla corrida. Il Gruppo ha perso un G 50, quello del Sergente Meloni, ed altri tre sono così sfasciati che se ne potrà recuperare uno solo. Dei 110 che dovevamo proteggere, uno ce l’hanno abbattuto e tre li hanno più o meno danneggiati, ma hanno portato la pelle a casa, seppur ci sono due mitraglieri di coda gravemente feriti. Gli Australiani hanno in totale abbattuto 5 dei nostri; 2 G 50, 2 biplani CR 42 ed il nostro Me 110. Il Capitano Bondi ha schiattato un Hurricane; l’invidia mi mangia il fegato, in più la squadriglia ne ha dannegiati altri tre, che avrebbero potuto essere altrettanti abbattimenti se fossimo armati meglio. In totale, il nostro gruppo ha abbattuto 2 dei quattro hurricane distrutti nella battaglia e ne ha danneggiati sei su un totale di 8. Gli altri sono stati beccati dai fiat 42 del Colonnello Barati. Dei risultati dell’attacco a terra non sappiamo molto, ma c’é un rapporto del gruppo D dei 79 che dice che almeno una cinquantina di cannoni di tobruk sono stati annientati. I rapporti della ricognizione ex ante ne davano 250 operativi; ne male ne bene.




    Rimanete collegati; le truppe dell’asse si preparano all’ennesimo assalto su Tobruk.
    2017-12-05 22_32_55-The Operational Art of War.gif
    2017-12-05 22_33_36-The Operational Art of War.gif


     
    • Like Like x 1
  17. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

    Registrato:
    8 Febbraio 2013
    Messaggi:
    1.665
    Località:
    Piemonte (Italia)/Indiana (USA)
    Ratings:
    +1.451
    11 giugno 1941


    Varriale cammina a piedi fino al quartier genereale del Colonnello Von Knaabe, comandante interinale della 90^ leggera fino all’arrivo del resto dei suoi reparti, per renderesi conto di persona della situazione generale di fronte a Tobruk. Per volere di Gambara il suo XX corpo é stato destinato più alle operazioni di attacco ad oriente contro le truppe britanniche che tentano di insidiare il fronte di investimento di Tobruk, che a quelle di investimento propriamente dette. Quando Varriale giunge al comando tattico di Knaabe, lo trova che zompa da una parte all’altra della sua tenda. I panzer dell’8° reggimento avevano conquistato un altro esagono intorno alle fortificazioni interne della piazza, cacciandone un reggimento di artiglieria australiano. Nel fare questo avevano accerchiato la brigata polacca, o comunque almeno la sua fanteria, l’intendenza britannica del XXX corpo, ed un reggimento di artiglieria. I reggimenti della Savona guardavano la parte sud della sacca, ragion per cui Knaabe dopo aver accolto il nostro con un rigidissimo saluto militare, gli faceva le sue più vive conratulazioni. Non vi era dubbio, che essendo le forze corazzate tedesche impegnate fronte a nord, nei prossimi giorni, l’annientamento della sacca sarebbe spettato proprio alla Savona. Ad est le operazioni erano state confuse, ma il senso generale era che gli Inglesi fossero in ritirata e molto disorganizzati. Questa era per altro l’area dove operava il reggimento 155 shultzrn della 90^ per diretto ordine di Rommel. Per ultimo era stato fatto ancora un enorme sforzo aereo contro le batterie pesanti di Tobruk, con risultati contrastati nella valutazione, ma sembrava che un altro centinaio di cannoni fossero stati distrutti, ed altri undici aerei nemici abbattuti, contro la perdita di otto dell’asse. Queste informazioni knaabe le aveva avute dallo stato maggiore del Fliegerfuhrer Afrika.


    Imperativo categorico rimaneva la presa di Tobruk ed il contenimento di ogni contrattacco inglese.


    Si aggiungeva poi un’altra preoccupazione: le forze speciali inglesi delle oasi avevano mezzo massacrato le compagnie motorizzate tedesche di vigilanza dislocate a Giarabub con una serie di raid velocissimi ed inaspettati partenti dall’oasi di Siwa. Gli Inglesi impiegavano camionette piccole, estremamente armate e molto veloci, e con queste manovravano meglio dei camion usati dai tedeschi, che avevano la peggio in ogni singolo scontro. Quando pareva che gli Inglesi dovessero attaccare direttamente Giarabub, dopo aver rifilato una serie di calci nelle gengive ai tedeschi nel campo aperto a sud est dell’oasi, questi si ritiravano verso Siwa alla stessa velocità con la quale erano comparso, nell’incredudiltà generale degli ufficiali gemrmanici, che si vedevano già spacciati. c'è anche una notizia segreta che non vi potrei dare, ma vi do lostesso, che le forze per operazioni speciali britanniche abbiano teso un'imboscata al comando di Dedekin che viaggiava verso le oasi per predere il comando delle forze colà dislocate, e lo abbia catturato. si tratta dei primi alti ufficiali tedeschi presi prigionieri dagli Inglesi, e quindi la notizia tenetevela per voi.


    Nella zona delle oasi quindi, il comando dell’Afrika Corps sta mandando ulteriori tre compagnie motorizzate di fanteria, ma un battaglione o meglio un reggimento organico sarebbe ideale per risolvere definitivamente il problema.


    Tutti attendono lo sviluppo delle ulteriori operazioni su Tobruk, dove oramai è guerra di trincea e di posizione come nel ’17.
    2017-12-06 19_15_50-Greenshot.gif
    2017-12-06 19_16_27-Greenshot.gif












     
    • Like Like x 1
  18. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

    Registrato:
    8 Febbraio 2013
    Messaggi:
    1.665
    Località:
    Piemonte (Italia)/Indiana (USA)
    Ratings:
    +1.451
    11 giugno 1941 continua


    Dal diario del capitano Vannizzaro


    Ritrasferito allo stato maggiore del nono, su richiesta diretta del Postuma che vuole un miglioramento allo stato delle sue comunicazioni. Il comando divisionale dà il suo benestare. Siamo direttamenete in prima linea, insieme ai due battaglioni carri veloci ed al I/5° panzer tedesco, che è tutto quello che rimane dei carri della 5^ leggera. Qualche nuvola a nord, ma tempo sempre monotonamente sereno, col solito solleone già alle 7 di mattina. Questa cazzo di Africa comincio ad ordiarla con tutte le mie forze. Non so più da quanto tempo siamo inchiodati qua di fronte a questo schifo puzzolente di città e non facciamo né un passo avanti né uno indietro; l’odore del fumo provocato dai bombardamenti è insopportabile ed onnipresente; proviene dal mare, e ci insudicia più di quanto non facciamo già schifo. La puzza del carburante bruciato, e dei morti è ancora più insopportabile, e non si fa in tempo a seppellirli che ce ne sono sempre di nuovi. Abbiamo assistito negli ultimi giorni a devastanti battaglie aeree con molti velivoli venuti giù in fiamme da una parte e dall’altra. Per tenerci su il morale, il Ten Col Postuma dice che i carri tedeschi della 15^ sono a otto chilometri a sud della nostra posizione dall’altra parte della scarpata e che se gli riesce un altro attacco, li vedremo con i nostri occhi distruggere i maledetti fortini australiani che ci dominano da sopra la scarpata. Gli aerei sono andati a martellare Tobruk direttamene da dove l’artiglieria pesante inglese ha fatto carne di porco con le nostre fanterie e pure con quelle tedesche. Il Postuma dice di avere una notizia secondo la quale il 104° reggimento schultzen tedesco è ridotto a 70 uomini; peggio di qualunque dei nostri reggimenti di fanteria. Così non si può andare avanti; o la prendiamo questa maledetta Tobruk, o ci ritiriamo per combattere di nuovo in campo aperto, dove si può manovrare e dove le perdite sono minori.


    Al comando superiore, l’arrivo dell’Ecc. Gambara pare aver giovato a tutto l’ambiente e sembra pure che vada molto più daccordo con Rommel di quanto non riuscisse Gariboldi. Queste sono le impressioni che filtrano giù ai comandi minori. L’ordine per noi è di prepararci all’attacco, l’ennesimo, contro le posizioni fortificate tenute da reparti della 9^ divisione australiana. Si tratta è vero di forze raccogliticce, rimanenti dalle pure enormi perdite che il nemico ha subito su questo fronte, ma secondo la ricognizione del 5° Panzer, pur sempre di reparti agguerriti e soprattutto interrati in fortificazione e protetti da estesi campi minati.


    I nostri ordini sono chiari: a pranzo, in concomitanza con il battaglione panzer tedesco, ed i carri veloci, attaccheremo l’aeroporto a sud del centro città. Se prendiamo quello, dovremmo avercela fatta e sprattutto tagliamo tutti i rifornimenti al resto dei difensori della piazza; il punto è lo prendiamo? Secondo il piano, avremo l’appoggio immediato dell’artiglieria divisionale, di almeno un battaglione da 105 del X corpo, e forse pure dell’artiglieria della Pavia.


    Il battaglione è ridotto a 25 M 13, che il Tenente Colonnello divide in tre compagnie da 8 più il suo carro comando. Il bastardo non sta nella pelle per la prospettiva dell’attacco; dice che questa volta agli Inglesi gli le suoniamo. Gi ricordo che non sono Inglesi, ma Polacchi ed Australiani, ma lui mi rimbrotta dicendo che strulien o pulacc semp inglis so’. Aveva proprio rgione Napoleone. L’energia di un comandante conta molto di più della sua intelligenza.


    Nelle primissime ore del pomeriggio inizia la preparazione dell’artiglieria. Parlano il 132° dell’Ariete, tutta l’artiglieria tedesca disponibile, e quella del X corpo. Il fuoco è terrificante. Il battaglione ha solo più due camion, uno radio ed uno munizioni, peraltro con poche munizioni. Io sono sul primo, il comandante non ha più il lusso di un camion per lo stato maggiore e se ne sta sul suo M13 in attesa dell’ordine di avanzata. Apro il tendone del mio veicolo ed osservo il fuoco dell’artiglieria nostra. Il fuoco arriva da ovest e da est contemporaneamente, il rumore è terrificante anche se mi copro le orecchie, non credo che qualcuno possa resistere essendo preso a bersaglio di un simile martellamento. Centinaia di proiettili cadono nei pressi dell’aeroporto fortificato di Tobruk, trasformando il terreno di fronte a noi in una bolgia lunare e dantesca di esplosioni, fuoco e fiamme. La musica dura per una buona mezz’ora, poi, d’improvviso, cessa. Non è ancora caduta l’ultima salva, che il Postuma già bestemmia in Ottomano alla volta dei carri leggeri di fronte a noi perché si diano una mossa. Poi tutta la nostra roba corazzata si mette in moto, comando di reggimento in testa, con il mitico Ten Col Maretti, seguito da noi, con l’unica motoretta che ci rimane a guidare la linea di carri, ed il carro del Postuma di fronte a tutti. Ai nostri lati i battaglioni carri veloci, ben allineati e compatti. Chiude l’attacco il rincalzo di reggimento, costituito dal battaglione dei Panzer. Avanziamo e nessuno spara; stavolta ce la facciamo, il nemico è stato spianato dall’artiglieria. Facciamo ancora seicento metri, l’entusiasmo sale, la speranza pure. D’un botto, e come se obbedisse ad un ordine solo, il fuoco d’arresto nemico si accende su una linea di almeno trecento metri. I colpi d’artiglieria nemica, silente fino a qual momento, cominciano a cadere tra i nostri carri. In più arriva il fuoco anticarro dai fortini maledetti ed onnipresenti che evidentemente l’artiglieria nostra non è riuscita a far tacere. Sulla frequenza del battaglione sento il Postuma strillare di serrare velocità e fila, ed infatti i nostri M13 reagiscono. Alternano movimento a fuoco, non appena individuano una sorgente di fuoco nemica con certezza. Sulla frequenza di reggimento, il Mannerini dà ordine ai carri veloci di tentare l’aggiramento delle opere nemiche. Ma è proprio qui che comincia a consumarsi l'ennesimo rovescio; il I carri veloci del Ten Col Bisio, mentre tentano l’avvolgimento per la sinistra, vengono colti sul fianco da una valanga di fuoco di ogni tipo e calibro. Gli L3 non digeriscono bene questo trattamento e vengono falcidiati. Bisio lascia sul campo 25 carri su 45 ed il suo battaglione si sbanda. Il nono deve fermarsi per rispondere al fuoco micidiale, nonostante gli ordini di Postuma che inciata all’avanzata, sempre in curdo così stretto che non so chi lo capisce. Vengono colpiti pure due Panzer tedeschi, mentre i crucchi cercavano di trafilare tra le nosttre posizioni per portarsi al combattimento. Queste perdite sono sufficienti a far perdere l’impeto al 5° Panzer che tituba, alla faccia dello spirito militare prussiano dei miei coglioni. Ancora in perfetto controllo della battaglia, nonostante la confusione, il rumore assordante e il polverone generale, il Ten col Mannerini ordina al I carri veloci di ripiegare, cosa che peraltro stava già facendo di iniziativa, ed pure ordina a noi di coprire la ritirata dei carretti e di ripiegare a nostra volta sulle posizioni di partenza; infine si fa assegnare il rincalzo corazzato divisionale, costituito dall’VIII e dal VII battaglione carri medi per proseguire nello sforzo. Di nuovo la nostra artiglieria canta a tutto spiano, anche se con minor vigore di prima. Osservo i colpi in arrivo, essendo adesso il battaglione in ripiegamento fronte ad ovest. Al di sopra del rumore dei cannoni, gli strilli del Postuma, di cui vedo la bandana spuntare fuori dalla torretta, che non si vuole ritirare, ma che è costretto a farlo da ordini superiori. Dell’esito della seconda parte dell’attacco vengo a sapere a sera: pure i battaglioni VII ed VIII si sono impantanati tra i campi di mine ed il fuoco nemico ed hanno dovuo desistere. La 15^ che attaccava da sud, ha pure subito perdite importanti ed ha sospeso le operazioni. Il nemico è ancora padrone dell’aeroporto, e con quello della possibilità di rifornire i difensori della piazza a sud. La ricogizione del 33° battaglione esplorante da sud, che ha peraltro pagato a caro prezzo la notizia, è che oramai il nemico è al lumicino: una compagnia di fanteria motorizzata della fu 2^ corazzata ed un battaglione sfasciato di artiglieria antiaerea/anticarro australiana. Ma c’è sempre l’artiglieria che spara da Tobruk e gli stramaledetti campi minati e le opere fortificate che rendono la nostra avanzata impossibile.


    Nessuno riesce a chiudere occhio la notte del 12 nonostante la spossatezza di tutti i reparti. Primo la frustrazione e lo scoramento per l’ennesimo insuccesso pesano orribilmente sul morale, e secondo si teme un contrattacco del nemico sulle nostre posizioni avanzate oggettivamente allo stremo delle energie.





    Un saluto dai nostri eroi tra le sabbie di Tobruk
    f.gif

     
    • Like Like x 2
    Ultima modifica: 8 Dicembre 2017
  19. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

    Registrato:
    8 Febbraio 2013
    Messaggi:
    1.665
    Località:
    Piemonte (Italia)/Indiana (USA)
    Ratings:
    +1.451
    nota di servizio.
    Ho spinto l'attacco a Tobruk molto di più di quanto fece il Rommel storico. Ho sempre pensato che quello storico non avesse avuto le palle per spingere a fondo e si fosse fatto influenzare da Halder e Kesserling nel darsi una calmata. Mi sa che mi sbagliavo; l'attacco a Tobruk nel 41 è davvero impossibile. D'altra parte sono così vicino !!!

    Il risultato di quanto sopra è che le panzerdivisionen sono state quasi totalmente distrutte; hanno tutte e due perso oltre la metà dei loro carri, e la fanteria decimata. Alcuni dei loro reparti più importanti sono segnalati come "eliminated", con il ché mi pare che in questa partita non ritorneranno più in mappa. Non so quali conseguenze questo avrà sulla campagna, ma non prevedo buone.

    Adesso le divisioni tedesche verranno ritirate dal fronte di investimento e sostituite da reparti italiani; così Gambara finalmente avrà la direzione dell'assedio. Dovreste vederlo come è contento. Cammina a larghi passi nel suo QG a Gazala, paragonandosi a Cesare ad Alesia.

    Boh!? Non ci resta che vedere come va a finire. Ho deciso di non mollare su Tobruk, se quando gli Inglesi contrattaccano per Crusader e mi respingono fino a Dakar, fanculo...almeno abbiamo combattuto da leoni.
     
    Ultima modifica: 8 Dicembre 2017
  20. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

    Registrato:
    8 Febbraio 2013
    Messaggi:
    1.665
    Località:
    Piemonte (Italia)/Indiana (USA)
    Ratings:
    +1.451
    14 giugno 1941


    Mentre noi dissanguiamo le nostre migliori forze contro un pugno di difensori, la ricognizione strategica riporta che gli Inglesi stanno costituendo un grosso nucleo di almeno 4 divisioni nella zona di confine per sferrare un contrattacco. Il Colonnello Maretti dice che se non abbiamo forze corazzate per manovrare contro il nemico, se e quando questi dovesse contrattaccare, ci respingeranno fino in Val d’Aosta. Stando ai dati raccolti qua e là del Postuma, delle due panzerdivisionen, al momento se ne può fare a mala pena una e pure incompleta. La situazione è davvero critica.


    Verso l’ora di pranzo comincia a circolare la notizia che le divisioni tedesche verranno ritirate dal fronte di Tobruk e poste in riserva in una posizione difensiva a sud della piazza. Rommel però non ha nessuna intenzione di sospendere l’investimento della città. Le forze tedesche verranno semplicemente sostituite da quelle italiane che continueranno le operazioni offensive. Il Postuma, a mio avviso per una volta in maniera molto opportuna, commenta che ei facl a fa i ricchiuuun c’u cul d l’aatt, ma d’altra parte chiunque abbia un minimo chiara la situzaione e le caratteristiche di questo teatro di guerra, non può non rendersi conto del fatto che le forze corazzate tedesche sono fondamentali per la sopravvivenza. Anzi c’è da chiedersi se non siano già state spremute oltre misura.


    Considerato che parte di questa “sostituzione offensiva” potrebbe ricadere proprio sulle spalle della divisione, ci affrettiamo a fare i conti di quello che abbiamo a disposizione per combattere. La situazione del battaglione non è malaccio; ci sono arrivate due nuove motorette, con relativi motociclisti per il plotone bersaglieri ma di rimpiazzi per il plotone esplorante nulla, né camioncini, né soldati. I carri sono sempre 25, ché durante l’ultimo attacco non ce ne hanno sfasciato nessuno. E’ arrivato un bel carico di viveri e munizioni, per tre giornate di fuoco, ed il Postuma è contentissimo; dice che simm prunt a menà i mmann nnata voota.


    Mentre il Postuma si gingilla con i suoi sogni di gloria, il nemico da inizio ad un devastante contrattacco sul versante sud della cinta d’assedio. Dalle nostre linee sentiamo i boati dell’artiglieria inglese. Per la verità la preparazine ha corta durata e tosto i rumori dei botti pesanti vengono gradualmente sostituiti da quelli della cannonistica leggera a tiro diretto. Dell’attacco veniamo a sapere poco, ma quel poco mette davvero paura. Verso le 15 il comando Ariete spedisce ai reggimenti il seguente fonogramma.


    nemico sferrato attaco settore pilastrino stop non est chiaro quali reparti nemici lo abbiano condotto ma quindicesima panzer ripiega in disordine dopo aver avuto battaglione carri annientato e rimanente fanteria decimata fino at ultimo uomo stop non si deve ritenere quindicesima ancora in grado sostenere combattimenti rilevanti fino at suo completo riordinamento stop Prime stime parlano di trentasei carri germanici distrutti aut danneggiati ma visto ripiegamento anche danneggiati catturati da nemico stop quindicesima ripiega tutta at Bir Hacheim su comando corpo tedesco per riordinamento et 5^ leggera ne segue sorte stop comando superiore est in procinto di predisporre piano per sostituzione forze germaniche su fronte investimento finisce


    Fatti rinvenire i vari comandanti italiani con i sali, a seguito di tali esilaranti notizie, l’Ariete si predispone ai pesanti compiti che presumibilmente l’attendono. Questo dipenderà dalle decisioni di Gambara, che ha adesso la responsabilità delle operazioni attorno a Tobruk.


    In serata ci arrivano gli ordini scritti di Maretti a mezzo motoretta:


    La divisione attacca di nuovo l’aeroporto. Intendimento del comando divisionale è la presa di quest’ultimo sempre con l’idea di:


    1 piegare a nord e conquistare l’abitato di Tobruk


    2 isolare tutte le forze nemiche operanti a sud dell’aeroporto stesso.


    Allo scopo di uniformarmi all’intento del comandante la divisione, ordino: che il VII, VIII, e XI battaglione carri medi assaltino la posizione nemica. Che il II battaglione carri veloci, assegnato dalla divisione, concorra all’attacco individuando eventuali punti deboli dove fare leva per la penetrazione. E’ previsto l’intervento massiccio dell’aviazione ed il concorso da sud del 15° Reggimento di fanteria Savona. Da questa azione dipendono le nostre possibilità di permanenza sul fronte avanzato della cirenaica; invito tutti gli ufficiali a tenerlo ben presente nel pianificare la loro azione di comando. Viva il Duce, viva l’Italia, viva tutti noi.


    L’attacco è previsto per le ore 22:00. Il Postuma gira plotone per plotone per controllare che sia tutto a posto.


    Alle 21:15 aprono il fuoco tutti i nostri cannoni; quelli divisionali, quelli del X corpo, del XX e pure quelli tedeschi dal versante est della scarpata. L’artiglieria del DAK pare che si l’unico elemento crucco rimasto in linea a combattere contro la piazza. Oramai sono abituato allo spettacolo dantesco, si intende girone inferno, provocato dalla concentrazione dell’artiglieria, specialmente di notte, dove il macello appare ancor più spaventoso. La baraonda dura venti terrificanti minuti, poi guidata dai bagliori che illuminano tutto a giorno arriva l’aviazione nostra, in massa a giudicare dal rumore. Aerei in alto, aeerei in basso che ululano mentre attaccano con bombe, il cui botto si sincronizza con l’urlo delle picchiate. Molti aerei cadono a terra, ammazzati non so da chi; impossibile distinguere cosa succede in cielo, ma è una grossa battaglia.


    Verso le 22:40 ricevo la comunicazione dal reggimento che l’attaco è rinviato di mezz’ora. Comunico via radio al Ten Col Postuma, che mi risponde che ha già ricevuto. Il reggimento ci ha messi all’avanguardia; guideremo l’assalto. Arriva l’ultima ondata di aerei nostri. Riconosco qualche croce tedesca tra quelli che picchiano più bassi; devono essere gli Stuka. Finiti i botti, la nostra artiglieria ricomincia un fuoco di accompagnamento che si sposta avanti gradualmente, e con lui il polverone. Quello è il nostro segnale per iniziare l’attacco. Postuma si sistema la bandana. Lo vedo, non più di quaranta metri di fronte a me; saluta militarmente il Capitano Vulcic e poi volge il braccio ad est. Mi arriva la sua voce all’auricolare; Ammmmm annanzzz uagliùùùù, iamach a romp o' cul a sti scurnacchiat e’mmerdd. Tutto il battaglione si mette in moto; i carri ordinati per compagnie a cuneo, col Postuma al vertice avanzato. Alla destra il II carri veloci, dietro il VII e l’VIII. Prendiamo velocità, io prego che questa volta, artiglieria ed aviazione siano riuscite a tacitare l’avversario. Il copione si ripete, come in passato; avanziamo nell’apparente silenzio, rotto solo dalla cingolagia dei nostri mezzi. A ottocento metri dai fortini, ancor prima che noi si arrivi sui campi minati il nemico apre il fuoco; sostenuto, preciso; letale. Il plotone genieri sminatori che ci precede si butta a terra incapace di avanzare. Il fuoco proviene solo di fronte ma è devastante. Due, tre, cinque M13 sono colpiti, tre prendono fuoco, il tempo rallenta fino quasi a fermarsi. Traccianti multicolori di tutti i calibri volano per aria; non sento nessun rumore, solo polvere e fumo. Quando mi ritorna l'udito Sono assordato dalla somma dei boati del fuoco nostro, dei proiettili che sibilano intorno, specialmente i perforanti, che quando trovano qualcosa emettono un clangore di ferraglia misto allo stappamento di una bottiglia di spumante gigantesca. E’ un vero miracolo se il mio camioncino non viene colpito da nessuno. Non ho capito se gli Inglesi sparano a caso o mirando, ma comunque gli effetti sono letali per il battaglione. A mezzo chilometro dalle vampe del fuoco nemico, che non accenna a diminuire o diradarsi, il battaglione si arresta per rispondere in qualche modo a quella tormenta di fuoco. Ma come ci fermiamo, altri due M13 vanno in pezzi. ad uno gli vola la torretta per aria, l’altro esplode come un cocomero, quando incassa qualcosa di veramente grosso sul muso, pur imbottito di sacchetti di sabbia. Il Postuma non so dov’è; l’ho perso di vista. Ma quello che so benissimo è riconoscere i segni di un altro tentativo andato a vuoto. Lentamente, ma insesorabilmente, senza che sia pervenuto nessun ordine in fonia, vedo i carri superstiti indietreggiare. Alcuni sparano, coprendo il movimento degli altri; poi ripiegano pure loro verso le posizioni di partenza. Dico all’autista di toglierci di lì, che il battaglione ripiega; non devo diglielo due volte.


    E ancora notte fonda quando ci riuniamo presso le nostre posizioni di partenza. Chiedo del Tenente Colonnello. Un carrista che si sta medicando una ferita al braccio, mi dice che è corso al comando reggimentale. Conto i carri intorno a me. Non ne vedo più di quindici, più o meno ammaccati. Il battaglione ha ricevuto una severa lezione, e c’è da considerarsi miracolati se siamo riusciti a ripiegare in buon ordine senza sbandarci. Se il nemico avesse fatto un contrattacco...


    Sto ancora cercando di riprendermi dalla batosta, quando il Tenente colonnello arriva al camion radio, a piedi: è furioso, isterico, coperto di polvere e di nafta, che gli attacca addosso tutta la sabbia della Cirenaica. Ha salvato due uomini di un equipaggio appena appena prima che esplodesse il loro carro. Gli altri due so muurt, mi spiega guardandomi con i suoi occhi cerhiati di rosso, che pare un vampiro. Poi, incredibile eppur accade, Il Postuma si gira di scatto e scappa dietro al camion. Mi allontano, ma non posso evitare di sentire i singhiozzi sommessi di un uomo che non avrei mai creduto capace di piangere.

     
    • Like Like x 1
    Ultima modifica: 8 Dicembre 2017

Condividi questa Pagina