A grande richiesta (ok non l'ha chiesto nessuno ma serviva per darmi un tono), comunque, a grande richiesta ecco l'aar della partita che ste-peterpan ed io abbiamo avviato qualche tempo fa. Lo scenario è il 15 patchato alla 1.80, dato che il mio avversario ed io siamo signori non abbiamo ritenuto necessaria nessuna house rule (gli avvocati si stanno fregando le manine) C'è una cosa che ci distingue dal gruppo: Stefano ed io siamo pigri, tremendamente pigri, quindi, non ci sembrava cosa fare un'aar giornaliero, ma neanche settimanale o mensile, ma comunque sia ci vogliamo bullare con voi delle nostre prodezze nei mari del sud, quindi a scadenza assolutamente casuali vi beccherete delle cronache degli scontri più interessanti, in pratica un bigino della guerra nel pacifico . Il primo racconto è la cronaca degli eventi riportati dai libri di storia come: "Gli scontri di natale" :contratto: C’è perfino qualcuno che si dichiara soddisfatto sprofondato nella sua poltrona al SOPAC. Tre giorni di allarme, la paura di un nuovo 7 dicembre e diverse vite spezzate e qualcuno che si dichiara soddisfatto. Questi tre giorni vengono registrati nei rapporti ufficiali come gli Scontri di Natale, secondo molti sarebbe più giusto definirli la passeggiata giapponese. Prima Palmyra, poi Jonsthon e infine anche il tentativo di arrivare fino a Pearl, fortuna che le fortezze volanti gli hanno messo un po’ di sale sulla coda! Ma andiamo con ordine altrimenti come faccio ad ordinare questi appunti per il rapporto riservato al segretario della Marina? La situazione strategica nel pacifico appare chiara anche ad un cieco, i giapponesi stanno cercando in tutti i modi di tagliarci fuori dagli australiani, nei primi giorni di guerra si sono rafforzarti nelle Gilbert prendendo Canton Island per poi scendere nelle Samoa ed occupare Pago-Pago ed al momento i collegamenti con gli australiani sono quantomeno complessi. Naturalmente non bisogna dimenticarsi delle legnate che ci hanno dato a Pearl il giorno dell’infamia fortuna che le portaerei erano fuori altrimenti sarebbe stata un’ecatombe. Tutti impegnati a fare grandi piani di riscossa: sbarchi anfibi, lanci di paracadutisti, flotte immense. Il quartier generale impegnato nei propri voli pindarici e la gestione dell’emergenza lasciata solo a pochi ufficiali. Così succede che la rete di avvistamento aereo fa cilecca, un bel buco giusto per farci passare le portaerei giapponesi, a Palmyra pensavano fosse un forza d’invasione per l’isola e quindi in tutta fretta a scaricare il convoglio SOP-2, i dati precisi non li posso scrivere neanche qui però il convoglio ha incassato in maniera pesante, fortuna che le truppe di rinforzo destinate all’isola erano già state sbarcate. Tutto questo succedeva il 24 di dicembre, che bella vigilia! Il 25 a Palmyra si aspettavano l’invasione della flotta che seguiva la forza aeronavale, che i Catalina si erano degnati di avvistare solo nel pomeriggio e invece, niente sbarco. I gialli si erano sposti verso nord-nord-ovest e stavano colpendo Jonsthon Island e anche lì hanno fatto danni pesanti, il convoglio SOJ-2 era già in fase di rientro verso Pearl e di navi se ne sono salvate poche, ma chi ha subito veramente sono state le cacciatorpediniere in pattuglia anti-som basate sull’isola. Sicuramente dopo l’attacco del 25 dicembre le cacciatorpediniere valgono oro in Pacifico. Se non altro abbiamo provato a rispondere al colpo, i dauntless hanno intercettato la flotta ausiliare giapponese ma non una bomba ha colpito le petroliere o la scorta, l’unica nota positiva è stata comprendere che i giapponesi non avevano forze da sbarco nell’area. Il 26 di dicembre è il giorno che ha gonfiato l’orgoglio dell’aeronautica, devo ammettere che non avrei pensato i giapponesi tanto temerari da spostarsi ancora verso nord-ovest, tentare di colpire nuovamente le Hawaii dopo 2 giorni di preallarme generale, anche i vecchi P-26 erano stati rabberciati, pronti per combattere. Forse i giappo volevano solo colpire qualche nave danneggiatia dagli scontri dei giorni precedenti, senza colpire direttamente Pearl Harbor, infatti, i loro aerei non sono stati neanche lanciati, siamo stati noi a raggiungerli. 24 P-40 hanno scortato oltre 30 b-17 direttamente sulle coordinate dei catalina, peccato che la CAP giapponese era pronta ed in caccia, gli osservatori hanno riferito di oltre 60 zero, il che fa pensare ad almeno 4 portaerei di squadra impegnate dai giapponesi in quest’operazione. Alcuni giornali hanno scritto dello scontro definendolo il tiro al tacchino all’orientale, di caccia ne sono rientrati pochi e quei pochi con dei buchi che lasciavano poco spazio all’immaginazione. I bombardieri si sono confermati come l’arma di questa nuova guerra, in 25 hanno passato lo schermo protettivo degli zero, anzi ben quattro cacciatori sono stati abbattuti dagli equipaggi dei b-17, che da 10.000 piedi hanno sganciato il loro carico di bombe. La Suikaku e la Akagi sono riuscite ad evitare le bombe ma la Zuikaku ha incassato dritto sul ponte di volo un colpo da 500 libbre, non un colpo critico ma tanto è bastato per convincere i giapponesi di girare le prora verso casa. Gli alti comandi sono entusiasti, non pensavano di poter colpire le portaerei giapponesi prima della metà del ’42, ma nessuno gli ha ancora ricordato che per ottenere questi risultati abbiamo perso durante Scontri di Natale oltre una decina di navi ed una ventina di aerei… interessante? al prossimo racconto! :balla:
Bel intervento. Si potrebbe sapere anche come va la situazione negli altri settori interessati? Giusto per sommi capi. Ciao
