CAPITOLO I: La rinascita PARTE PRIMA: Consolidando lo Stato 1404 - 1409 Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam! Eminentissimum ac reverendissimum dominum, dominum Cosimum, Sanctae Romanae Ecclesiae cardinalem Migliorati, qui nomen se imposuit INNOCENTIUM SEPTIMUM Cosimo Migliorati, arcivescovo di Ravenna e Bologna, nato a Sulmona nel 1367, era un uomo deciso e dagli obbiettivi ambiziosi. Il primo di questo era salire sul trono petrino e ridare allo Stato della Chiesa il prestigio che da tempo era stato perduto. Dopo anni di servizio fedele la Chiesa si ccorse di lui e il 17 ottobre dell' anno del Signore 1404 Cosimo Migliorati divenne il 204° romano pontefice. LA LEGA SANTA 1405 - 1408 Appena eletto, Innocenzo VII si diede da fare per unire sotto la tiara papale il maggior numero di stati italiani possibile e con il loro aiuto unire la penisola e consacrarla a San Pietro. Fu così che il 10 gennaio 1405 a Roma fu firmato l' accordo tra i rappresentanti di Toscana, Papato, Ferrara, Modena, Venezia e Genova. Era la Santa Lega. LA GUERRA SARDO-PONTIFICIA 20 maggio 1405 - 5 ottobre 1406 Non appena resa nota l' alleanza il Papa inizia a lavorare per dare al Patrimonium Petri una compattezza territoriale e una forza militare nuova. Il primo obbiettivo viene individuato in febbraio. Il piccolo regno di Sardegna, privo di alleati e di protezioni, facile da raggiungere e comodo da gestire, distante nemmeno due giorni di navigazione. Il Papa prende accordi con i suoi nuovi alleati e nel frattempo porta l' esercito a 4.000 fanti. Arruola 2.000 mercenari e li imbarca sulla flotta, composta da 4 galere e 2 trasporti. Poi, il 20 maggio dichiara guerra alla Sardegna mentre i suoi mercenari già stanno sbarcando sulle spiagge dell' isola. In nemmeno una settimana il piccolo esercito sardo fu sbaragliato, Cagliari venne posta sotto assedio mentre poco a poco sbarcarono i rinforzi genovesi e veneziani. L' assedio si protrasse per 13 mesi mentre Cagliari resisteva tenacemente ad ogni assalto. Finalmente il 30 settembre del 1406 la città si arrese e 5 giorni dopo fu firmata la pace. Il Papa entrò il possesso dell' isola. LA BREVE PAX ROMANA 1406 - 1408 Mentre il Papa era impegnato contro i Sardi il re di Napoli aveva dichiarato guerra al ducato di Urbino, indipendente ma formalmente vassallo della Chiesa. La guerra tra Napoli e Urbino perdurò per oltre un anno e si concluse solo nell' estate del 1407 con l' annesione del ducato al regno di Napoli. Il Papa si rese conto che l' unico modo per ottenere quella fondamentale terra che separava il Lazio dalla Romagna era dichiarare guerra a Napoli, il quale però si era alleato con la Toscana e il ducato di Ferrara. Dichiarare guerra a Napoli avrebbe comportato una frattura nella Lega Santa e una guerra civile in Italia. Comunque decise di rafforzare ulteriormente l' esercito e di prepararsi alla guerra. Conquistare Urbino avrebbe dato alla Chiesa uno stato compatto e più forte. LA GUERRA PONTIFICIO-NAPOLETANA 20 marzo 1408 - 12 febbraio 1409 Ai primi di gennaio del 1408 il pontefice chiamò a Roma i rappresentati degli stati alleati ( ad esclusione di Ferrara e Toscana che avrebbero sicuramente seguito Napoli ), e assieme a loro preparò la strategia di guerra. Venezia e Genova avrebbero tenuto impegnato i ferraresi e i toscanani, indeboliti dalla rivolta dei pisani. Mantova e le truppe pontificie invece avrebbero invaso il regno di Napoli e tenuto impegnato il suo esercito mentre contingenti alleati avrebbero effettutato sbarchi a sorpresa in Puglia e Calabria. Una volta concodato il piano il pontefice dichiarò guerra a Napoli. Nel giro di un mese le truppe pontificie stavano già assediando Urbino e L' Aquila mentre le truppe mantovane, scendendo verso le Puglie, sconfissero i napoletani presso Foggia in luglio. La Toscana, minacciata dai genovesi e già indebolita dai ribelli pisani, chiese la pace e il 17 luglio uscì dal conflitto. Ferrara si oppose strenuamente ai veneziani, che non riuscirono a conquistare nessuna grande città mentre le truppe pontificie riuscirono a prendere Urbino, Ancona, L'Aquila e altre città importanti entro il 1408. L' esercito napoletano fu costretto a rifugiarsi in Calabria dopo essere stato respinto dai veneziani sopraggiunti in Puglia. Napoli stessa fu occupata dalle truppe papali. Il 12 febbraio il Papa vincitore e il re sconfitto si incontrarono a Napoli e nel palazzo reale firmarono la pace. Innocenzo VII entrò in possesso di Urbino e degli Abruzzi. Ora lo Stato della Chiesa aveva la compattezza necessaria per potersi rafforzare ulteriormente. OFF TOPIC: le immagini saranno postate ala fine di ogni capitolo.
Devo dire che l'ho letto con piacere, ottimo inizio... Non aspettare troppo con screen, dati e immagini varie l'occhio ha bisogno di varietà p.s. otttima la scelta del carattere (poco faticoso da leggere) e la suddivisione in paragrafi brevi che facilitano la comprensione dello sviluppo dele vicende. Non ti assicuro una presenza costante (la vita è fatta di tante cose...) ma tornerò a controllare
Moolto bello! Ti seguo! Non so perchè ma avrei scommesso su un AAR papale Quoto sardus nell'analisi dell'ottimo stile
Non si vede suggerimenti: l'espansione naturale è verso il sud, considerato l'indebolimento di Napoli e il rischio di un'infiltrazione aragonese. Però bisognerebbe conoscere le relazioni diplomatiche per valutare la situazione
CAPITOLO : La rinascita PARTE SECONDA: Le fondamenta dell' Italia 1409 - 1414 GLI ANNI DELA PAX INNOCENTIANA 1409 - 1412 I mesi trascorsi dopo la pace con Napoli furono piuttosto turbolenti per le milizie pontificie, impegnate a sedare una serie di rivolte scoppiate in Romagna e negli Abruzzi. Fortunatamente la situazione si risolve entro il 1409 e a partire dal gennaio del 1410 Innocenzo VII si dedicò a restaurare gli edifici danneggiati durante la guerra, restrutturare l' esercito e la flotta, portanto a 10.000 le truppe regolari e la flotta a 5 galere e 3 trasporti. Fu incentivata la cultura con l' emanazione della bolla " Deus tibi Gloria " il 13 agosto 1411 con la quale il Papa si proclamò protettore delle arti. Nel frattempo la Curia, prima controllata da cardinali inglesi, passò il testimone ai cardinali pontifici e questo contribuì ad aumentare il prestigio di Santa Romana Chiesa in Europa. Naturalmente Innocenzo VII non aveva la minima intenzione di fermare l' espansione militare e per tutto il 1411 si dedicò, assieme al suo consigliere militare, alla costruzione di un valido casus belli da usare contro Napoli. Finalmente, all' inizio di gennaio del 1412 il pontefice trovò l' occasione giusta per dichiarare nuovamente guerra all' infido regno napoletano, il cui esercito nel frattempo aveva raggiunto le 6.000 unità. Una volta accordatosi con gli alleati il Papa diede inizio ai preparativi bellici. L' età della pax innocentiana volgeva al termine. LA II GUERRA PONTIFICIO-NAPOLETANA 1 giugno 1412 - 13 marzo 1414 Il I giugno le milizie pontificie varcarono i confini dal Lazio e dagli Abruzzi e invasero nuovamente il Regno di Napoli. A nord, truppe mercenarie attaccarono simultaneamente la Toscana e Ferrara assieme alle truppe veneziane, genovesi e montovane. Proprio mentre le truppe mercenarie del Papa stavano per entrare in possesso di Mantova, già occupata dai ribelli pisani esuli dalla Toscana, questi ottennero l' indipendenza. L' obbiettivo del Papa sfumò. Tuttavia le truppe pontificie a sud, dopo aver battuto i napoletani presso Capua e costrettili in ritirata verso le Calabrie, mossero contro le Puglie. Il 4 febbraio del 1413 Ferrara, già quasi in mano ai veneziani, chiese la pace bianca al Papa che, per evitare la caduta della città in mani alleate ma scomode, acconsenti. Un mese dopo Ferrara fu conquistata dai pisani e annessa a Modena. Pochi giorni dopo cadde Pisa e la Toscana ottenne la pace con il Papato cedendo la città e dichiarandosi vassalla del Papa. Era il 20 febbraio 1413. Taranto cadde solo il 20 dicembre e Reggio Calabria fu conquistata dalle truppe pontificie, veneziane e genovesi il 13 febbraio 1414. Un mese dopo Napoli firmò la pace cedendo Puglia e Calabria al Papa. San Pietro ora governava su gran parte del meridione e dell' Italia centrale. Il prestigio del Papa schizzò alle stelle. http://steamcommunity.com/sharedfiles/filedetails/?id=132523107 http://steamcommunity.com/sharedfiles/filedetails/?id=132523184 http://steamcommunity.com/sharedfiles/filedetails/?id=132523467 http://steamcommunity.com/sharedfiles/filedetails/?id=132523390 http://steamcommunity.com/sharedfiles/filedetails/?id=132523450
grandi successi militari, ma l'inflazione è molto alta e soprattutto scenderà mooolto lentamente. Io direi di farla finita con Napoli prima possibile ma anche di nominare Monti ministro dell'economia
Diciamo che il vero problema ora è il BB ..... è oltre 11 .... cala molto lentamente e il rischio rivolte è altissimo. Se calcoli che a causa dei napoletani ho praticamente l' esercito regolare in pezzi ( meno di 2.000 uomini su 10.000 ) .... sarà dura bloccare subito le rivolte. Comunque spero entro un paio d' anni di riprendermi, annettere Napoli, prendere Ferrara dai Pisani e poi puntare all' Africa mentre aspetto che la Boemia molli l' impero.
stai calmo almeno una decina d'anni... porta a zero il BB e dopo fai le 2 annessioni... e cerca di fare qualcosa per quella cavolo di inflazione, se non la controlli non riuscirai più ad abbassarla neanche con il Tax Assessor
1) consiglieri, consiglieri, consiglieri 2) Spending review 3) riduci al massimo il mantenimento (se possibile considerate le rivolte)
se non riesci piu a gestire l'inflazione prendi l'dea national bank poi appena ce l'hai ha 0 aspetto un evento che ti da + 1 o + 2 di stability e la cambi
Ivaldi-sono-in-crisi. L'inflazione-è-salita-al-10.3-nonostante-abbia-eliminato-6-galere-3000-mercenari-e-adottato-la-National-Bank.E'-assunto-3-consiglieri.........
Mercenari? Ma levali tutti, che succhiano via molte più risorse delle leve. Crea un esercito privo di mercenari, metti vari consiglieri per l'inflazione, prendi l'idea "national bank" e mantieni la flotta al minimo sindacale (abbastanza, dunque, da consentirti di raggiungere la sardegna con un numero sufficiente di plotoni per eventuali ribellioni).