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AAR RTW: Divide et Impera

Discussione in 'Total War' iniziata da TFT, 1 Agosto 2011.

  1. TFT

    TFT

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    Eccomi di ritorno, dopo 4 anni, al mio amato rome total war. Gioco con l'ultima versione del mod Total realism con la fazione Repubblica Romana.


    Antefatto:

    L'Italia è in subbuglio. Siamo nell'anno 280 AC e Roma ha recentemente sottomesso i valenti Sanniti, diventato lo stato più potente dell'Italia centrale. I suoi eserciti sono efficenti, ben organizzati e disciplinati, la sua fanteria pesante è l'invidia del mondo.
    La lunga strada per la gloria però è irta di ostacoli: a nord gli etruschi sopravvivono a stento mentre i galli Senoni allungano le mani fino al fiume Arno. Cartagine domina incontrastata i mari, presto o tardi i suoi eserciti busseranno violentemente alle nostre porte. Gli illiri hanno una flotta abbastanza forte da mettere in crisi i possedimenti romani più esposti. A sud, le città greche, unite in una lega che va da Capua fino a Sparta, hanno chiesto ed ottenuto l'aiuto di Pirro, re d'Epiro, che è sbarcato in puglia con un fortissimo esercito. I romani non dispongono di molti uomini; l'attuale governatore, tale Quintilius è un ottimo amministratore che si occupa volentieri della città di Roma, mentre il suo diretto erede mostra qualità pressapoco identiche. Roma non ha veri generali da contrapporre al nemico e non ha un esercito tale da portersi impegnare sui fronti incandescenti che si stanno per innescare...

    Che fare?


    PS: come si fa uno screen?
     
  2. Pinky

    Pinky

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    Installa Fraps o similiae, esta l'unico modo
     
  3. Ciresola

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    TFT se giochi con steam (col collegamento nella libreria) in game macchi f12 e hai uno screen HD della grandezza del tuo schermo ;)
     
  4. TFT

    TFT

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    780-770 Le prime guerre romane

    Il senato romano decide di tentare in ogni modo una soluzione pacifica alla situazione con Pirro, le cui forze, come detto, sono estremamente superiori a quelle dell'Urbe. Stranamente il re degli epiroti accetta la pace e Roma si ritrova con il fianco sud libero. Contemporanemante ambasciatori sono inviati a nord per sigillare un patto di amicizia con i galli senoni, che da buoni risultati. L'occhio romano viene poi puntato sull'etruria, storico nemico mai del tutto sconfitto. Nonostante l'incompetenza generale i vari comandanti romani riescono a battere ripetutamente gli etruschi. Nel 778 a Arminium il lucumone Porsenna viene sconfitto da Ottavio, comandante delle legioni romane. Nonostante il sovrano etrusco inizialmente riesca ad aggirare la formazione dei romani e ad insaccarne i veliti alla fine la superiorità della fanteria pesante si rivela decisiva. Roma ora estende il suo dominio fino al fiume Arno e questo scuote la sicurezza dello stato cartaginese, che decide di intervenire con la forza. Una grossa armata, al comando di Amilcare, sbarca a Capua e la assedia. In soccorso della città vengono chiamati i veterani d'etruria con un nuovo comandante. Flavio Cassidonio, il sedicenne marito della nipote del gran dittatore Quintilio. Nonostante l'età egli si rivela un comandante valente. L'esercito cartaginese viene spezzato in due tronconi da una carica laterale di cavalleria; Amilcare è spinto contro le punte dei lanceri italici e soccombe mentre il resto dell'armata viene spinto direttamente in mare, con perdite elevatissime. Nel 775, assicurati i confini italiani, Flavio si muove a sud contro Paestum, città alleata di Cartagine. Nel frattempo un nuovo generale Severo Marcellino, sbarca in corsica e assedia Aleria. La città non riesce a resistere alle armi romane che accerchiano i lanceri libici e mandano in rotta l'esercito avversario. Finita questa impresa Severo sbarca in Sardegna e assedia Cagliari. Intanto Flavio espugna Paestum, i cui difensori tentano una sortita in extremis del tutto fallimentare. Con una carica laterale cercano di forzare l'ala destra romana presidiata dai fortissimi Triarii. Costoro riescono a reggere quanto basta perchè i princeps colgano il nemico sul lato, mentre la cavalleria romana fa strage di tiratori nelle retrovie. Cartagine è ferita ma non battuta, mentre in Puglia lo spettro del cinquantenne Pirro torna a farsi vedere. Una grande armata greca sbarca infatti a Taranto.
     

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    aspè....se il mod incomincia nel 280, come è possibile che tu parli dl 700?
     
  6. TFT

    TFT

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    Errore di scrittura data. Era il 270.


    270-266 Roma contro tutti


    La Sardegna resiste ancora poco alle armate romane che rapidamente occupano Cagliari. Una vittoria navale presso Lipari fa colare a picco la flotta cartaginese. I romani non sono mai stati così vicini ad annientare il loro nemico; mancava solamente la Sicilia, dopodichè la cittadella di Cartagine sarebbe rimasta isolata ed esposta. La flotta romana, nel 269 imbarca Flavio Amulio Cornocanus (se ben ricordo), l'eroe che già aveva difeso Roma dallo sbarco di Amilcare. L'esercito romano, veterano e ben equipaggiato, assedia Messina senza incontrare resistenza. Con la lontananza delle armate romane però ecco che il terrore si materializza: Pirro decide di approfittarne e di lanciare una serie di assalti con due forti eserciti. Cornocanus viene immediatamente richiamado e mandato a salvare Capua, mentre Marcellino è spedito a Roma per prendere un nuovo esercito con cui salvare la città di Arminium. Come se non bastasse i nemici di Roma alzano la testa tutti nel medesimo istante: i Senoni dichiarano guerra e bloccano qualche porto, gli Illiri fanno lo stesso e sbarcano un'armata ad Arminium in aiuto dei greci. Ma le armi romane sono invincibili. Cornocanus sconfigge Pirro e libera Capua, quindi si congiunge con il governatore Lucio Emilio e sconfigge l'esercito di Nicanoro di Pilo. Marcellino manda in rotta le armate illirico-greche e si lancia feroce verso Taranto, incrociando i resti dell'esercito pirrico. Qui, inferiore di numero, affronta in battaglia il condottiero greco e lo uccide con una carica di cavalleria alle spalle. Il nobile gesto del romano richiede il prezzo più alto, la sua stessa vita; infatti un lancere epirota approfitta della mischia per colpire alla testa il povero Marcellino, che perde la vita. Cornocanus rimane l'unico generale degno a cavalcare i campi di battaglia. L'arrivo della sua armata pone la parola fine alla presenza greca a Taranto, espugnata grazie ad una spia. Il nobile generale scende poi a sud, sbaraglia i greci una nuova volta e si prepara ad assediare Reggio, ultima fortezza greca in Italia, ben fornita ed equipaggiata. Cornocanus deve tornare a Roma per prendere nuovi volontari, quindi potrà affrontare i nemici a Reggio.
     

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  7. Ciresola

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    Avanti così ti seguo, Roma sarà grande !
     
  8. Pinky

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    Ma poi sarà distrutta dagli Indigeni delle Isole Tobriand con le loro cerbottane.
     
  9. Pandrea

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    Epico!
     
  10. Mac Brian

    Mac Brian

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    Vai così, ti seguiamo!
     
  11. TFT

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    266-254 Illiri, cartaginesi e senoni

    Sessione di gioco ricca di avvenimenti sia positivi che negativi. L'armata di Coruncanus torna fino a Roma, si rifocilla e infine si getta su Reggio, difesa dal grosso dell'esercito greco. Nonostante le possenti mura i romani riescono ad occupare rapidamente la città grazie ad una spia che ne apre le porte. Dopo questo success i greci sono sbattuti definitivamente fuori dall'Italia. Coruncanus viene richiamato a nord, per combattere illiri e senoni che flagellano le città romane lungo l'arno. Durante la sua marcia il nostro condottiero torna a Roma dove viene acclamato dalla folla e festeggia il trionfo. Il senato e il dittatore Quintilius decidono di investirlo del titolo di erede al comando di Roma, scardinando il povero Flaviano, figlio di Quintilius che rimane comunque governatore di Pestum. Intanto, nonostante gli impegni della flotta romana, un enorme esercito cartaginese riesce a sbarcare in sardegna e pone d'assedio Cagliari. Circa 1/3 delle forze cartaginesi, al comando dell'erede Mitone attaccano la città. Questa è difesa dal valente capitano Luca, che tuttavia dispone di un paio di battaglioni di mercenari, un gruppo di spadaccini e una unità scelta di triari. La battaglia è impari e Luca cerca solamente una morte gloriosa in battaglia. Fa disporre i suoi uomini ad arco oltre le postazioni difensive e spera di fare parecchi danni ai nemici in entrata. Dopo aver sfondato le mura i cartaginesi colpiscono con forza il tappo romano ma non riescono a sfondare. I triari, cuore della difesa, combattono tenacemente e tutto si trasforma in un groviglio di sangue e cadaveri. All'improvviso, con un colpo di lancia ben tirato, un soldato romano uccide Mitone, causando il panico fra i mercenari libici. L'effetto del terrore dilaga rapidamente e l'intero esercito cartaginese si da alla fuga, lasciando Cagliari miracolosamente intatta.
    Nel frattempo Cornuncanus affronta le truppe del re senone Brinnorix, uccidendolo sul campo di battaglia. Dopo l'ennesima vittoria il nostro eroe è soprannominato Flavio Emilio il vittorioso e si ritrova a 35 anni ad essere l'uomo più importante di Roma, infatti, dopo la morte a 67 anni di Quintilius diventa il nuovo dittatore dei romani. Nel 255 sposa ottavia lusina, sorella del generale romano Augusto Lusio. Intanto nomina come suo erede temporaneo il padre, Emilio Cornuncanus, governatore romano quasi sesantenne della provincia di Taranto. Cornuncanus sconfigge gli illiri presso Bononia e poi assedia la città, occupandola e sterminando i galli li presenti. Nel frattempo il generale Augusto Lusio affronta su una pianura innevata le truppe del gallo senone Lucco, infliggendogli una sconfitta schiacciante grazie ad una carica laterale dei triari e ad un ottimo uso dei frombolieri galli mercenari. Lusio occupa poi Genova, mentre Cornuncanus, una volta rinforzate le truppe assedia la capitale dei senoni....Mediolanum. Ma dove c'è una vittoria c'è sempre una sconfitta, infatti i cartaginesi tornano alla ribalta e assediano Reggio che cade rapidamente. Cornuncanus rimane a Mediolanum mentre Lusio viene inviato rapidamente a sud, sperando di intercettare i cartaginesi prima che risalgano tutta la calabria. Il presidio di Genova viene affidato ad un nuovo e fresco esercito di reclute, comandate da un nuovo generale ventiteenne, appena entrato nelle file dell'esercito.
     

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  12. TFT

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    254-250 Terror gallico

    Quattro anni soltanto, ma quattro anni ricchi di eventi e vicissitudini. Come stavamo dicendo il prode Lusio stava scendendo l'Italia alla testa di un'armata veterana per riconquistare Reggio. La città era difesa da una guarnigione misera e cadde rapidamente. Riconquistato il suolo patrio il cinquantenne Lusio eseguì un audace ordine del Senato: sbarcare in Sicilia e portare la guerra in terreno cartaginese. L'esercito romano assediò quindi Messina, che prese con pochissime perdite. L'isola, oltre al nuovo dominio romano, era totalmente in mano ai valenti cartaginesi che resero la vita di Lusio molto difficile. Sarebbe servito Coruncanus per espugnare Agrigento ma il valente dittatore era impegnato a nord. L'unica altra città ancora in mano a una forza non cartaginese era la fiera Siracusa, retta da un governatore greco con un forte esercito.
    Nel frattempo Coruncanus stava per sferrare il colpo finale a Mediolanum ma fu sorpreso dall'arrivo di Belenus, re dei galli, accorso in aiuto dei Senoni ormai morenti. Coruncanus non volle affrontarlo in un assedio e preferì fuggire a sud, verso le sicure mura di Bononia. Proprio quando la città era in vista il coraggioso dittatore ebbe l'audacia di fare dietro front e di colpire il proprio inseguitore. L'esercito di Belenus fu decimato dagli schermagliatori romani e quando giunse a contatto dovette fronteggiare le logore ma veterane legioni di Coruncanus, temprate da decenni di guerre. Un attacco laterale dello statto Coruncanus spezzò ogni possibilità di vittoria; i galli si diedero alla fuga e tornarono rapidamente a Mediolanum. Coruncanus avrebbe potuto inseguirli ma non lo fece, pensando fosse più saggio tornare a Roma a far rifocillare i suoi uomini dopo anni in territorio nemico. Il fronte nord fu quindi liberato del suo principale difensore e i galli non tardarono a farsi sentire. Le truppe del generale Decimo Livio, in prevalenza mercenari galli, furono inviate contro Patavium e, dopo un lungo assedio, dovettero combattere contro i difensori e contro Belenus, di nuovo sul piede di guerra con un esercito fresco. Le truppe di Decimo erano poco numerose ma seppero dare il meglio. Ancora una volta i frombolieri furono fondamentali mentre la fanteria pesante gallica fu annientata grazie a un'abile manovra di accerchiamento da parte dei lanceri romani. Belenus si salvò ancora e scappò a Milano, lasciando la città in mani romane. Nel frattempo Coruncanus stava tornando verso nord con un'armata come si deve; i suoi veterani si erano riposati e ora erano pronti alla battaglia. Lungo un ponte che dava sul poò avvenne il trionfo. L'esercito di Belenus rischiò una battaglia frontal e fu un massacro. Il ponte si trasformò in una trappola mortale: i tiratori romani decimavano facilmente gli attaccanti mentre i triari puntarono le loro lance e infilzarono gli aggressori. La sconfitta per Belenus fu totale. Coruncanus, quarantenne, assediò una Mediolanum praticamente vuota e la prese con facilità. I senoni potevano dirsi distrutti, i cartaginesi erano sulla difensiva, i greci agonizzavano contro i macedoni, i galli appiantavano le proprie linee di difesa nella città di Marsiglia, ben fortificata e fornita di provviste....ma sarebbe bastato a far desistere il senato e il popolo romano?


    PS vi metterò uno screen del dittatore romano
     

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  13. Pinky

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    ovvero il balconista :asd:?
     
  14. Ciresola

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    Avvincente dinamica nello scontro per Mediolanium :)
     
  15. TFT

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    250-239 Roma ha finalmente il suo impero

    Le truppe del generale Decimus Valens rimangono a presidiare Mediolanum mentre gli eserciti del dittatore Coruncanus tornano a Roma per rifocillarsi. I Galli, sapendo che la grande armata romana si trovava a sud pensarono bene di attaccare i territori romani valicando le alpi da nord; li comandava il loro nuovo re Caratac, figlio di Belenus. L'esercito nemico approntò un ariete che fu bruciato nelle prime fasi della battaglia e quindi dovette desistere. Decimus Valens, al comando di un forte contingente di galli fedeli a Roma lo rincorse per vari passi montani ma non riuscì ad impedirgli di fuggire al sicuro in Gallia. Nel frattempo Coruncanus tornava a nord con un esercito fresco. Il suo primo colpo fu diretto contro Marsiglia che condusse una valida resistenza per ben 4 anni ma alla fine su presa e i suoi abitanti venduti come schiavi. Valens intanto sconfiggeva nuovamente Caratac nei pressi di Gergovia, ponendo sotto assedio la cittadina gallica. Intanto in sicilia le truppe di Lusius si raccolsero per un attacco a Siracusa. La città greca aveva mura possenti ma un contingente non sufficiente, sicchè cadde nelle mani dei romani. Intanto il figlio di Lusius, Kato Lusisu, di tempra perfino superiore a quella del padre, reclutò un esercito e si mosse contro Liybeum. Intanto il patriarca Coruncanus moriva di morte naturale nella sua villa ad Arretium. Il titolo di prossimo dittatore di Roma fu passato dal senato al vecchio Lusius che tuttavia morì l'anno seguente; così il titolo di erede venne assegnato a Kato Lusius, in modo da non creare una linea dinastica nel dominio dei Coruncanus. Il grande dittatore romano aveva raggiunto fama e gloria come mai nessuno prima d'ora: a 46 anni era forse l'uomo più temuto al mondo. Il grande generale, coperto a nord dall'opera dell'abile Valens si diresse contro Narbona, dove il figlio di Caratac, Bonarius, aveva radunato un possente esercito. I galli tentarono un contro assedio che gli costò assai caro. I tiratori romani li decimarono e le esperte legioni romane ebbero vita facile nel corpo a corpo. Debellati i galli Valens fu insignito del titolo di Governatore di Narbona mentre Coruncanus veniva richiamato nella capitale dal Senato. Kato entrò facilmente a Lylibeum ma li fu colto da una violentissima epidemia di peste che colpì tutta la Sicilia e ne decimò le guarnigioni. Il Senato comprese che un appestato non potesse essere il vero erede al comando di Roma e nominò al suo posto il Coruncanus il Giovane, diciottenne fratello del dittatore che da un paio di anni governava Roma. Tuttavia Coruncanus sapeva che quella decisione era provvisoria visto che mirava a nominare come proprio erede il figlioletto tredicenne. Decimus difese efficacemente i nuovi confini gallici mentre Coruncanus venne incaricato di portare a termine una pericolosissima missione. Per eliminare definitivamente i raid cartaginesi occorreva colpire il nemico al cuore...prendendo direttamete Cartagine. La flotta romana fu sbarcata in poma magna presso le mura di Cartagine. La città cadde in un solo anno di assedio mentre il Giovane Coruncanus prendeva alcune città africane a sud, assicurandosi degli ottimi confini. La vittoria fu completa quando il dittatore assediò e occupò Utica, nuova capitale cartaginese; uccidendo il sovrano Asdrubale. Nel frattempo Kato occupava tranquillamente Agrigento, sottraendo tutta la sicilia alla forza cartaginese. Roma era in fase aggressiva mentre i suoi nemici si contorcevano, disperandosi.

    Nel frattempo due ambasciatori annunciarono la dipartita delle seguenti civiltà: Parti e Numidi....il mondo diventava più piccolo.
     

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    239-220? Nuovi nemici e nuovi eroi

    Coruncanus non tardò a far sentire ancora la sua spada. Le forze cartaginesi, ben numerose, si erano asserragliate a Ippona, comandate dal nuovo sovrano Ippido (?). Le esperte legioni di Coruncanus assediarono quella città per tre anni,dopodichè la presero grazie ad una buona manovra con delle torri d'assedio. L'esercito di rinforzo cartaginese, guidato dal capitano Magone fu debellato non appena mise piede in territorio romano. Coruncanus, come al solito dopo una vittoria, necessitava di rifocillare le sue truppe, quindi richiamò la flotta e si imbarcò per Roma. La gestione di ippona fu affidata a suo fratello minore mentre Cartagine ebbe come governatore Valerio Coruncanus, il figlio sedicenne del dittatore romano. Costui non era simile al padre, infatti era un uomo molle e dal carattere arrendevole ma il suo genitore aveva grande fede nella sua persona e pensava che un po' di campagne militari in africa lo avrebbero rafforzato nel corpo e nello spirito. L'anno successivo, con l'appoggio del senato, Valerio venne nominato erede di Roma. Intanto il fronte gallico necessitava di una svolta. Le truppe mercenarie di Juliano Pescennio, l'abile generale italico sposo della figlia di Coruncanus, continuavano a respingere orde ed orde di barbari...non poteva andare avanti così. Il Senato, all'unanimità, decise di dare il via libera per un attacco in profondità: Juliano contro la capitale gallica Alesia e Decimus Valens contro la roccaforte di Burdigalda. Intanto Kato Lusius, l'appestato, completava l'occupazione di Malta. Valens sbaragliò facilmente le truppe galliche nemiche e pose sotto assedio Burdigalda. Juliano, invece, dovette far fronte ad un esercito molto numeroso, comandato dal nuovo re dei galli, tale Cestannyn. Costui si lanciò all'attacco dei romani ma commise il brutale errore di permettere che i suoi nemici si arroccassero su di una collina, mandando al macello i suoi uomini, nonostante abilissime manovre di cavalleria e la presenza di molti fanti pesanti. La morte di Cestannyn non fu un trauma definitivo per i galli, infatti questi elessero un nuovo re nella figura di Belendor, un grande capo guerriero. Le manovre aggressive di Belendor rallentarono non poco l'avanzata romana che di fatto fu fermata per parecchio in alcuni passi fluviali strategici. Intanto, in africa, i due Coruncanus si lanciavano nel deserto senza fine, inseguendo le truppe cartaginesi. Valerio ebbe il suo primo successo bellico conquistando Leptis Magna e poi sconfiggendo le truppe cartaginesi vicino a Biskra, con l'aiuto di un contingente di mercenari berberi. Intanto in Italia le truppe del dittatore erano rifocillate ma una terribile notizia impedì al nobile generale di ripartire per l'africa. Temendo la nuova superpotenza romana i macedoni e gli iberi si erano coalizzati con i galli ed avevano dichiarato guerra. Un immenso esercito iberico assediò Burdigalda, appena presa dalle armate romane. Un esercito di supporto fu inviato in soccorso ma era troppo tardi, la battaglia era già cominciata. Coruncanus fu inviato con decisione unanime ad assediare Aquileia, roccaforte macedone ma il nobile dittatore non vide mai le rosse terre istriane. Morì a Bononia, all'età di 61 anni. Il Senato decretò che il grande esercito sarebbe stato guidato da Emilio Lusius, moglie di una figlia di Coruncanus, giovane ed abile generale. Tuttavia, le truppe di Coruncanus elessero come loro comandante Decimo Tullius, uno dei luogotenenti di Coruncanus. Il Senato, defraudato, accettò il fatto compiuto e per la prima volta dovette stringere i denti e cedere a favore dell'esercito. Valerio Coruncanus divenne il nuovo dittatore romano e il suo erede divenne lo zio, Coruncanus il giovane. Tuttavia anche Tullius rivendicava tale titolo e per avere maggiore autorevolezza sposò ottavia, terza figlia di Coruncanus. L'esercito di Tullius prese facilmente Aquileia, quindi fu la volta di Spalatum. Tutta la Dalmazia era in mani romane. Intanto, a nord, Pescennus era riuscito a sconfiggere più volte il suo rivale che si era asserragliato ad Alesia. La città fu messa sotto assedio e per via della sua guarnigione troppo numerosa si pensò bene di prenderla per fame. Intanto Burdigalda era sotto assedio. Le truppe iberiche sfondarono le deboli mura di legno in due punti. Decimus inviò tutti i suoi uomini a fare da tappo e si lanciò agli stessi in coraggiose cariche alle spalle dei nemici, uscendo da una porta secondaria. Alla fine la vittoria fu certa ma le truppe di Valens si ritrovarono più che decimate. Intanto un nuovo, immenso esercito iberico stava tornando. L'esercito romano di supporto arrivò appena in tempo ma nemmeno combinando le forze pareva abbastanza per resistere...
     

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  17. Mac Brian

    Mac Brian

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    228-223 La guerra in Iberia

    L'esercito romano a Burdigalda dovette far fronte ad una nuova ondata di iberici infuriati. Valens comprese come non fosse possibile attuare una resistenza ed abbandonò la città al nemico, congiungendosi con le forze di supporto arrivate da Tolosa. Intanto a nord cadeva finalmente Alesia, la capitale gallica. La reazione dei barbari fu rapida e terribile: diversi eserciti tentarono di riconquistarla pur senza successo ma inflissero pesanti perdite alla già decimata guarnigione locale. L'esercito di Valens si risolse a dare battaglia agli iberici in una piana prima dei pirenei. Qui i romani subirono una sconfitta netta e i pochi superstiti dovettero ritirarsi nella roccaforte di Gergovia. l'esercito romano, composto in prevalenza da mercenari, sembrava inadatto ad affrontare questa nuova minaccia. Intanto in africa i due Coruncanus si liberavano delle sacche di resistenza cartaginesi che avevano attaccato Biskra. Il Senato ordinò che Valerius partisse immediatamente per mare alla volta dell'iberia, per aiutare Valens, mentre Coruncanus il giovane sarebbe partito alla volta del deserto africano, dove alcuni cartaginesi avevano organizzato un nuovo quartier generale. L'esperienza africana non aveva affatto migliorato Valerius e Roma si trovava con un dittatore mediocre in un momento essai delicato. Fu in quel momento che il valente Tullius, al comando di un vero esercito romano, tese un'imboscata alle truppe macedoni di re Crisolo, sfruttando la copertura di una fitta foresta. La vittoria fu completa e lo stesso re macedone cadde in battaglia. Tullius continuò la sua avanzata lungo il corso della Sava e sconfisse una nuova armata macedone, quindi volò frettolosamente ad Aquileia e sventò un piccolo ma agguerrito assedio. Di fronte a tante vittorie Tullius espresse un solo commento "se Roma non riconosce chi è degno di essere dittatore, forse i miei uomini lo faranno", così marciò su Arminium con il pretesto di rifocillare le truppe e intanto mise una forte pressione al Senato che effettivamente prese in considerazione l'idea di avere un dittatore forte, abile e militare. Nel frattempo gli iberi continuavano la loro marcia. Un immenso esercito assediò Tolosa e la prese a caro prezzo, dopo 2 anni di assedio. Frattanto Coruncanius sbarcava nelle baleari e le occupava, quindi mise piede nell'ignota iberia alla testa di un numerosissimo esercito di mercenari africani. Tarragona cadde in 7 mesi di assedio e divenne il suo nuovo quartier generale; quindi l'armata si spostò a nord con l'intento di rioccupare rapidamente Tolosa, senza incontrare resistenza....
     

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