Fortitudo Et Robur Taurinesis (forza e robustezza torinese) "Una grande casata governa sulle terre del Nord-Ovest della penisola italica da ormai otto secoli: i Savoia. Dopo secoli di guerra, dopo le Crociate, le invasioni Tedesche e dopo Napoleone i Savoia si trovano a governare sulle terre Piemontesi, sulle antiche terre Sabaude di Chamberry e Anney, sulle province costiere di Nizza e della vecchia Repubblica di Genova e sulla Sardegna. Questo piccolo regno della penisola italiana è schiacciato da due Grandi Potenze Europee: Francia e Austria. Da tempo ormai la politica Sabauda preme l'opinione europea per le sue rivendicazioni sulla penisola italica, ma nessuno è interessato a prendere una posizione adeguata alla politica del Regno, dato che la sua potenza militare ed economica è di secondo piano sul piano mondiale. Nessuno vuole mettersi contro la potente Austria per dare una mano a un piccolo Regno. Questo è ovviamente inammissibile. Una Grande Nazione, una Potenza, dovrebbe aiutare i più deboli nelle loro naturali rivendicazioni, inoltre a Francia e Prussia farebbe comodo un piccolo indebolimento dell'Austria per i loro piani di supremazia in Europa. ma questo i "grandi" regnanti non lo comprendono, nessuno di loro è stato per molto tempo sottoposto a un regime esterno. Solo la Prussia può comprendere, ma quei Tedeschi non hanno interesse nel Sud dell'Europa fintanto che non avranno unificato tutte le genti di Germania. Per ora il Regno è solo, o almeno cosi credono... Io, come migliaia di altri come me, aumentiamo le fila del Regno di Piemonte e Sardegna e ci prepariamo a rivendicare quello che ormai è sulla mente di tutta la penisola da Secoli: una Italia UNITA." Antonio Brambilla, esule milanese, Cronista Reale in Torino 1 Gennaio 1836
Forse non molto originale, ma interessante, staremo a vedere cosa faranno i Savoia . Giochi con AHD e qualche mod?
"La situazione nel Regno Sabaudo non è delle migliori, le tasse non sono alte e gli introiti del regno sono pochi o nulli, per ora non c'è una grande richiesta dall'estero ma presto avremo bisogno di tutto quello che ci manca: cannoni, fucili, riserve di cibo e pezzi pregiati." "aumentando le Tasse e riducendo quello che stiviamo nei magazzini nazionali, il Re e i suoi consiglieri riescono a trovare i soldi e gli introiti per iniziare a ragionare da grande potenza. Il Re decide anche di ricercare le carte e le motivazioni necessarie per iniziare un impresa coloniale degna di una grande potenza Europea e mondiale, i suoi obiettivi sono tra le vicine nazioni primitive dell'Africa del Nord. Avendo appreso che i Turchi stanno invadendo quello che rimane della Libia, vengono smobilitati tutti i reparti dei Granatieri di Genova e Alessandria assieme a tutti le reclute e le riserve tra i contadini e i braccianti della nazione: viene invasa la Tunisia. Lascio in mano a un uomo molto più esperto di me queste faccende militari." A.B. "Al contrario del Cronista io, Eugenio Tora, sono Torinese da oltre dieci generazioni e la mia famiglia ha sempre fatto parte dell'esercito di Casa Savoia. Ora con oltre ventimila uomini tra Soldati veterani e reclute, parto con la Flotta Regia alla volta di Tunisi, nella lontana Tunisia, per combattere uomini indegni di essere liberi. Infedeli cocciuti, quelle tribù del Deserto non avranno scampo e possibilità contro un esercito regolare e disciplinato. Nemmeno è necessario portare via tutti i viveri che alcuni miei colleghi consigliano, del resto non staremo via molto e la vittoria sarà schiacciante e rapida. Appena approdiamo a Tunisi ci scontriamo contro l'unica milizia di quel regno di barbari e primitivi. Il risultato è una vittoria schiacciante, le uniche perdite si annoverano tra una brigata che, presa dalla foga della vittoria, ha inseguito i beduini fin troppo a fondo nel deserto e si è trovata bloccata qualche giorno senza viveri, perdendo uomini per gli stenti. Il nemico maggiore in questo luogo è il caldo e il deserto, non di certo le tribù locali. Molte Tribù si sono alleate a noi, del resto non avevano nemmeno voglia di seguire quella tribù che li stava governando, non c'è storia in questa invasione, nemmeno gloria per noi poveri generali quando anche l'ultima città del Deserto cade e tutta Europa comprende che il Regno Sabaudo non è del tutto indifeso e non può essere trattato come un qualsiasi Regno dell'est Europa qualsiasi o una Colonia lontana. La rapida invasione ci mette in luce e con essa arrivano le sue ombre: l'invidia. Molte regioni italiane ci vedono come dei possibili invasori e si alleano con l'unica Potenza che ci vede come un problema: l'Austria. La sua rete di alleanze per impedire la nostra avanzata in Italia è salda e ci impedisce ogni possibile richiesta sul Nord Italia. Questo però non ci ferma, per essere pronti a tutto dobbiamo avere un potere di reclutamento maggiore dell'attuale e molte più terre da dove poter reclutare soldati, produrre cibo e beni militari. Sotto consiglio dei maggiori militari il Re decide di invadere anche l'Algeria prima che la Francia, nostra amica ed alleata, decida che quei beduini possano essere di suo interesse. L'invasione è identica a quella della Tunisia, ma questa volta la Tribù al Governo di quella nazione primitiva è molto più potente di quella tunisina, siamo costretti a mobilitare i Granatieri e i Carabinieri oltre ovviamente a tutte le reclute. L'invasione parte su due fronti attuando un attacco a tenaglia: il grosso dell'esercito assale la Capitale dei beduini e i suoi 15000 coscritti, mentre le reclute iniziano l'invasione dal lato opposto, verso lo stretto di gibilterra, per impedire una fuga lunga dei beduini e impedire che prendano nuove reclute dalla popolazione di quella zona. La guerra si protrae forse troppo, gravando sull'economia del Regno, ma anche qui usciamo con una vittoria schiacciante, ponendo una grossa base coloniale nel nord-africa e ponendoci come cuscinetto tra Francia e Turchi, cosi che i Francesi debbano averci sempre in ottimi rapporti per non perdere anche un fronte in africa. Queste guerre ci portano l'invidia dei popoli italici, l'invidia dell'Austria e l'amicizia di Francia, Prussia e Svezia. Ancora non siamo pronti per una guerra contro l'Austria, ora alleata ai Turchi, ma presto convinceremo sia Francesi che Tedeschi a aiutarci ad invadere quelle terre che sono di diritto del popolo italiano."