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AAR EU3 Byzantine mod v1.0

Discussione in 'Mod, guide e materiale aggiuntivo' iniziata da max85, 17 Aprile 2007.

  1. max85

    max85

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    30 maggio 1453

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    Comincia così quest'avventura di storia alternativa. 30 Maggio 1453 appunto, una data di cambiamento, che fino ad alcuni decenni fa era considerata dagli storici la fine del Medioevo. Costantinopoli cade, Costantino XI muore, l'Impero Bizantino ha termine e gli ultimi eredi dell'Impero Romano cessano di esistere.
    Questa volta non è così, il 29 Maggio non c'è nessun assedio alla città, nessuna battaglia e nessuna sconfitta da parte degli Ottomani.

    Si comincia comunque in una situazione disperata. L'Impero è ridotto ad un'unica regione, completamente circondato dagli Ottomani, economia quasi a zero (circa 20 denari l'anno di introito), pochi soldi e l'esercito che è composto unicamente dalla guarnigione della città (5.000 fanti e 2000 cavalieri)
    Visto che per il momento non ho niente da rischiare se non la sconfitta completa comincio con lo spendere i pochi soldi disponibili per rafforzare l'esercito e prepararmi alla difesa della regione a tutti i costi. Il tempo stringe ed opto per l'arruolamento di sola fanteria, più veloce ed economica.
    Per quanto riguarda la politica arruolo i tre migliori consiglieri disponibili sul mercato facendoa nche un discreto colpaccio (un riformatore militare 6, uno scienziato 5 ed un esperto in tecnologia di governo 2) attuo l'unico cambiamento utile in politica interna (tutti i cursori sono sposti completamente a sinistra tranne quello sull'innovazione che è quasi al centro) propendendo più per una politica di conservazione.
    In economia c'è poco da fare, sopravvivo cercando di avere un bilancio in leggerissimo guadagno per far eumentare il minimo indispensabile l'inflazione e ripartisco equamento il resto negli investimenti.

    Passano i giorni e passano i mesi, continuo ad arruolare truppe in attesa di un attacco che non arriva. Non solo, non si segnalano neanche truppe nemiche ai confini.
    Vengo quindi a sapere che gli Ottomani sono impegnati in una sanguinosa guerra contro Ungheria, Transilvania e Serbia e che dopo aver annesso quest'ultima si trovano in serie difficoltà.
    Si cambia allora la politica e si comincia a sperare. Arruolo un'unità di cavalleria e intensifico i contatti diplomatici in vista di un'offensiva contro gli odiati Turchi.
    Purtroppo la diplomazia non porta i suoi frutti, nessun è disposto a rischiare uomini in aiuto ad una nazione quasi condannata, ma accorgendomi che gli Ungheresi hanno sfondato a nord e che nel mentre i Bulgari sono insorti decido che non è più tempo di aspettare e, con i debiti scongiuri, dichiaro guerra all'Impero Ottomano.

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    Divido l'esercito, in quel momento composto da 9.000 unità in quattro e lo faccio marciare sulla capitale nemica con alla testa lo stesso Imperatore, su Brusa, sulla Bitinia e anche sulla Silistra mentre la marina tiene occupata la flotta nemica il tempo necessario per attraversare lo stretto.

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    Riporto subito della sonore vittorie praticamente ovunque ed in poco tempo, grazie anche all'involontario aiuto degli Ungheresi e dei ribelli conquisto le quattro provincie vicine mentre i miei eserciti marciano indisturbati sul suolo nemico, e ce n'è anche per gli alleati nemici di Karaman!
    Dopo che gli Ungheresi hanno ricevuto la loro fetta decido di trattare la pace conquistando due province essenziali alla nostra vita (sopratutto economica) Bitinia e Salonicco, molto ricche e con una buona quantità di mano d'opera.

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    Ma per il momento non è tempo di fermarsi, quindi rinfrancato da questa prova a cui l'esercito è stato sottoposto decido di continuare la campagna di aggressione attaccando Morea e il suo protettorato di Atene (già sotto attacco di Naxos).
    La campagna è rapida e vittoriosa e dopo aver sconfitto le scarse forze di Morea e conquistato la regione attendo fiduciooi che Naxos liberi Atene per poterla assoggettare al mio potere.

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    Così accade e dopo una veloce assalto alla fortezza già provata dalla precedente guerra anche questa regione è annessa all'Impero, che forse non è proprio ancora degno di tale nome.

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    Dopo queste piccole grandi conquiste congedo una parte dell'esercito per ridurre le spese, diminuisco le entrate del bilancio per cercare di frenare prima e di ridurre poi l'inflazione e destino il resto alla ricerca.
    Nel frattempo la tecnologia del governo è aumentato ed avendo la possibilità di aggiungere un'idea nazionale scelgo di dare un po' più di vigore alla ricerca adottando l'idea della rivoluzione scientifica.

    Per il momento le cose sono sistemate ma già nuove nuvole scure di tempesta si addensano all'orizzonte minacciando la rinascita di questa gloriosa nazione.
     
  2. max85

    max85

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    La guerra dei cent'anni?

    Passa più di un anno in cui i cambiamenti veri e proprio sono pressochè nulli. Mi arriva il vago rapporto di guerre lontane sia per successione che senza un preciso casus belli, si dice che in Spagna le cose non vadano molto bene, che in Germania sia scoppiato il caos mentre a est l'Impero Timurinide e i Mamelucchi si stanno espandendo a velocità incrediile. Sinceramente per ora non me ne importa molto, i problemi sono ben più vicini. Ottomani e alleati infatti hanno cominciato a riorganizzarsi e aspettano solo il momento giusto per attaccare.
    Nel frattempo la diplomazia, che sembrava quasi inutile, da i suoi frutti. Bosnia, Trebisonda e Moscovia mi invitano a stipulare ottimi matrimoni reali mentre la Boemia addirittura mi offre alleanza, che subito accetto.
    Ma le mie previsioni si avverano agli inizi del 1458 quando Candar, che si è alleata con gli Ottomani, ci dichiara guerra.

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    Ovviamente subito gli odiati Turchi ne approfittano e a loro volta, rompendo la tregua ci attaccano assieme a Dulkakir.
    Così mentre da Salonicco le armate marciano su Adrianopoli e la Bulgaria senza incontrare grossi ostacoli dall'altra parte dei Dardanelli si combatte aspramente e l'esercito è costretto ad affrontare la coalizione dei tre stati.
    Dopo una prima parte assai incerta riusciamo a sfondare, grazie al provvidente aiuto dei Boemi giunti attraverso l'Ungheria e rapidamente conquisto i tre stati turchi nella parte europea mentre ci vuole più tempo per assoggettare Candar e gli Ottomani.
    Intanto gli odiosi abitanti di Naxos, traditori dell'Impero, da me avvertiti, dichiarano guerra ai Cavalieri pensando di farla franca, ma la reazione è immediata e un contingente è inviato per invadere l'isola.

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    Evidentemente però il nostro comportamento non va a genio a qualcun'altro così l'Ungheria, che probabilmente proteggeva Naxos o forse semplicemente odia la rinascita Bizantina, muove guerra contro di me.
    La situazione sembrerebbe disperata, nonostante l'ottimo andamento della guerra sontro i Turchi, non c'è possibilità di atraversare lo stretto, bloccato dall'invincibile flotta Ottomana. Ma grazie alle risorse accumulate in due anni di rigida parsimonia e ai denari ricevuti nei trattati di pace, riesco ad arruolare una buon esercito che riesce a difendersi e poi anche ad attaccare gli sleali Ungheresi.

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    Finalmente l'invasione delle province turche è completa e la pace è quanto mai dura e severa con loro. Candar è costretta a diventare vassallo dell'Impero e agli Ottomani strappo Brusa, l'Anatolia, la Silistria e la Bulgaria oltre che la rinuncia di rivendicare i territori persi in precedenza e ad un buon numero di denari. Forse adesso ci penseranno due volte prima di attaccarmi!
    Anche la conquista di Naxos si completa e posso finalmente annettere la regione con grande soddisfazione.

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    Sposto così l'esercito sul continente europeo e grazie all'aiuto dei Boemi, sempre molto provvidenziali, e degli Austriaci che hanno nel frattempo mosso guerra e conquistato parte del nord del'Ungheria riesco in ciò in cui all'inizio non avevo neanche sperato, la conquista della Macedonia e dell'Epiro!

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    Per il momento si conclude un periodo i cruenta guerra ma credo che la mia nazione non susciti le simpatie degli altri stati. Molto meglio prepararsi a tempi bui, forse stà per verificarsi una situazione simile alla guerra dei cent'anni...
     
  3. max85

    max85

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    La fine di un impero e la morte di un eroe

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    1465. Cinque anni sono passati. Cinque lunghi anni dopo la grande guerra che ha portato l'impero alla riconquista di molte terre perse ormai da secoli.
    La nazione vive un momento felicissimo, l'economia è in piena espansione e molti ducati affluiscono nelle casse, soldi che permettono la riorganizzazione dell'esercito e l'incentivazione della ricerca. L'inflazione che in precedenza era salita arrivando al 2% comincia lentamente a diminuire. Anche la diplomazia, nonostante lo stato non sia ben visto all'estero considerata la sua aggressività e le differenze di religione, permette qualche piccolo passo avanti e a Creta, liberatasi recentemente dal giogo veneziano, si festeggiano le nozze di una nobile donzella di Costantinopoli che mi permettono successivamente di stipulare enche un'utile alleanza. Grazie alla buona dose di prestigio si riescono a mettere a segno anche buoni affari sui mercati dove però la concorrenza e spietata e dove almeno in parte i nemici dell'impero riescono ad avere il sopravvento. Purtroppo il dominio nel mercato di Costantinopoli e al momento impossibile ed è anche impensabile riuscire a mantenere una buona dose di mercanti per fare buoni affari. Lascio perdere queste frivolezze e mi concentro su ciò da cui dipende la salvezza del paese: l'esercito.
    Riorganizzo le truppe in quattro differenti armate, Morea, Atene, Bisanzio e la Guardia Imperiale, al capo di quest'ultima metto lo stesso imperatore, anziano ma ancora desideroso di combattere. Ogni armata è composta da 3000 fanti bizantini e 1000 cavalieri catafratti. Questa proporzione dovrebbe garantire una buona riuscita in battaglia e al contempo limita i costi di mantenimento, perchè è vero che siamo un grande stato, ma non ci possiamo ancora permettere di mantenere a tempo perso stuole di soldati.
    I tempi sono maturi e una volta scaduto il trattato di pace l'impero Ottomano si rifà sotto assieme agli alleati di Karaman per riconquistare ciò che ha perduto, giunge infatti a corte un messo che consegna direttamente nelle mani dell'imperatore una dichiarazione di guerra.
    Ma si vede subito che è un conflitto perso in partenza. Adrianopoli è sguarnita e viene presa d'assalto e conquistata dopo neanche un mese dall'inizio delle ostilità, la stessa sorte tocca a Smirne e Adalia e dopo una bruciante sconfitta della coalizione turca anche Karaman, Konya, Angora e Sivas sono messe sotto assedio.
    Ne approfitta il regno di Dulkadir che, vedendo il mio impegno contro gli Ottomani crede di cogliermi di sorpresa dichiarandomi guerra.

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    Ma più che cogliere di sorpresa me, il sovrano coglie di sorprende il suo stesso paese, palesemente impreparato alla conquista di una nazione 6 volte più grande e che conta ormai 13 province. Anche Creta, dimostrandoci grande lealtà ci fornisce appoggio schierandosi con noi. La prima battaglia va a loro favore e Karaman, già conquistata e annessa in precedenza è messa sotto assedio dai nemici. Ma è una vittoria di Pirro e con l'arrivo della Guardia Imperiale con a capo il sovrano in persona le armate sono costrette a battere velocemente e disordinatamente in ritirata.
    Così mentre da un lato le province ottomane sono messe a ferro e fuoco dall'altro parte il contrattacco alla volta della capitale nemica, Adana.
    Il resto è quella che si può definire una passeggiata. Bsta lasciar passare un po' di tempo e dopo pochi mesi le città turche capitalano e ciò mi da modo di inviare un ambasciatore ad Adrianopoli che costringe il nemico ad una resa incondizionata: Smirne, Adalia e Konya passano sotto il mio controllo e oltre ad una buona somma di denaro ottengo la rinuncia a rivendicare i territori da me conquistati nella precedente guerra. L'impero Ottomano e definitivamente finito, non c'è più pericolo e anzi, adesso sono loro a doversi preoccupare di noi che non ci fermeremo finchè non avremo ripreso tutto ciò che ci spetta.

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    L'ultimo atto è la firma di una pace bianca con Dulkadir che ci permette di non mandare a morire inutilmente altri nostri valorosi soldati.
    Gioia e tripudio attraversano l'impero, un'altra vittoria eclatante!
    Le truppe sfilano sotto Santa Sofia e davanti al Palazzo Reale, un bagno enorme di folla, tutti gli abitanti di Costantinopoli si riversano nelle strade. L'imperatore raggiante sfila a cavallo davanti alla sua Guardia che tante vittorie ha riportato in battaglia. Ad un certo punto però il suo sorriso si tramuta in una smorfia, si accascia e cade da cavallo. Subito i suoi dodici scudieri lo soccorrono e lo trasportano nelle sue camere, nel vicino palazzo reale. Il silenzio cala sulla folla, I migliori medici della città giungono in tutta fretta per curare l'imperatore, ma è tutto inutile.
    Costantino XI Paleologo Dragases, l'eroe della resurrezione Bizantina, l'imperatore degli imperatori, muore a 62 anni il 7 Aprile 1467. Il suo nome si va a collocare insieme a quello degli altri grandi.
    Tutta l'impero piange questo gravissimo lutto che arriva proprio nel momento più inaspettato.
    Si celebra una messa solenne in Santa Sofia in onore del grand'uomo e tutta la città assiste, assiepata anche fuori dalla basilica, unendosi al dolore della famiglia e degli amici. Ordino un mese di lutto nazionale ed è il minimo che si possa tributare ad un uomo di tale valore. Subito parte anche il progetto per la costruzione di un mausoleo di fronte alla basilica che renda merito all'imperatore e faccia attraversare nei secoli il suo ricordo.

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    Superato questo triste momento sale sul trono il figlio di Costantino XI, ormai detto Magno, Costantino XII, nella speranza che regni in modo giusto e retto, affronti le prove che ancora ci attendono e si batta con valore contro i tanti nemici che ancora minacciano la nostra grande nazione, come avrebbe fatto suo padre.
     
  4. Gresbeck

    Gresbeck

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    Ehi JMass, non stai leggendo questo AAR? Non ti stanno venendo le lacrime agli occhi :piango:
     
  5. max85

    max85

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    Beh, lo prendo come un complimento. :)

    Comunque commenti e critiche sono ben accetti... Anche come dimostrazione che qualcuno stà leggendo... :D
     
  6. JMass

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    Ovvio che lo leggo, la parola "Byzantine" mi ha attratto irresistibilmente!
    :shy:
     
  7. JMass

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    Continua così, voglio vedere i catafratti ad Antiochia e a Roma!
    :approved:
     
  8. Alias

    Alias

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    Complimenti per l'AAR, sia per come hai condotto la rinascita bizantina sia per come l'hai scritto :approved:

    Guai a te se tocchi gli austriaci :D
     
  9. max85

    max85

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    Era solo un uomo

    L'eredita di Costantino Magno è grandissima. Sembra addirittura impossibile che un regno così piccolo e praticamente già condannato alla distruzione in meno di 20 anni sia tornato a splendere e a rivaleggiare (e anche ad essere odiato) con le potenze di tutto il mondo.
    Eravamo una singola provincia, adesso siamo un impero che ne conta 16! Avevamo un pugno di uomini e adesso i nostri eserciti sono temuti in tutto il mondo. La nostra economia è pari a quella delle ricche nazioni europee e asiatiche.
    Costantino XII è ancora un ragazzo, cresciuto nell'ombra del padre, si sente sotto pressione a causa delle aspettative che tutti hanno in lui.
    Sono passati ormai quasi due anni quando l'imperatore stesso decide, senza consultazione alcuna, al contrario di come il padre aveva sempre fatto (che si trattasse di attaccare la più potente nazione del globo o semplicemente di costruire una chiesa) di dichiarare guerra ancora una volta gli Ottomani.
    Una mossa forse un po' azzardata ma ormai la decisione è presa, cerchiamo di fare bella figura e di chiudere alla svelta questa partita.
    Abbiamo ancora terre "irredente" da strappargli e viste le differenze socio-culturali la cosa non crea problemi di ordine pubblico.
    Gli Ottomani, al contrario di noi non se la passano affatto bene: tasse elevate, debiti, esercito allo sbando e un re abbastanza incapace hanno reso il paese ingovernabile, gli rimane giusto la flotta molto potente ma con la quale non possono certo difendersi. La loro unica mossa azzeccata è stata quella di allearsi con la Crimea, nazione in grande ascesa a nord del Ponte Euxino e che confina anche con noi, vista la loro recente annessione della Moldavia, di Albania e di Zeta. Assieme ad essa nel novero degli alleati c'è anche Dulkadir, ma quello è un problema che abbiamo già affrontato.
    Decido di muovere rapidamente con una piccola armata su Adrianopoli per conquistarla velocemente e fiaccare il morale dei nemici, una tattica già utilizzata e che ha sempre dato buoni frutti. Con un altra sbaraglio le difese in Angora e dopo aver lasciato un presidio mi dirigo anche su Sivas. Un altra armata compie lo stessa manovra in Adana e successivamente assalta Mus.
    Per quanto riguarda la Crimea la strategia è molto semplice: Albania e Zeta sono in preda a forti tumulti, quindi da quella parte non c'è niente da temere e visto che l'attacco può giungere solo dalla Moldavia verso la Silistria lascio l'intera Armata di Bisanzio a presidio della zona.

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    Come previsto e sperato le operazioni sono un completo sucesso. Non c'è molto da dire su una guerra scontata e quasi vinta in partenza. Dulkadir capitola e un messo assai provato ci offre Mus, accettiamo ben volentieri. Poi tocca agli Ottomani, Abdul-Ben Jabed, ambasciatore reale e mia vecchia conoscenza è ormai abituato al rituale e quando lo incontro ad Adrianopoli ha già le carte pronte da firmare, Angora e Sivas sono nostre oltre al ritiro delle pretese di conquista dei territori che avevamo ottenuto nella guerra precedente. Con la Crimea il discorso è un po' diverso, c'è un iniziale tira e molla sui confini per cui si teme che i nemici sfondino e abbiano la strada spianata verso la capitale, fortunatamente con la fine delle altre ostilità reindirizzo le truppe in quella zona, resisto e infine dilago in Bessarabia, mentre una contingente marcia verso la capitale nemica. A frenarli arriva una mia missiva in cui spiego che la guerra e finita e che le nostre richieste per il ritorno allo status quo sono state accettate.

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    Le nuove conquiste dell'impero rappresentano però a mio parare un grande rischio,il confine adesso è arrivato a lambire tre nuove nazioni: i Mamelucchi discendenti dei califfi, i turcomanni di Ak-Koyunlu e gli infami di Trebisonda. I primi per potenza militare e i secondi vista l'alleanza con Kara-Koyunlu rappresentano una grave minaccia per l'impero. Con gli ultimi invece ho un conto aperto, non solo questi traditori ci hanno negato aiuto quando lottavamo per la sopravvivenza, non solo hanno avuto il coraggio di dichiarare guerra e conquistare i fratelli ciprioti, no, hanno anche stretto un'alleanza con gli infedeli di Crimea per sconfiggere in modo congiunto i fratelli della Georgia, con cui avevamo ottime relazioni e che forse ci avrebbero aiutato nella lotta contro gli Ottomani. Un giorno questi traditori pagheranno caro ci che hanno fatto.
    Intanto grazie all'eredità di Costantino e all'impegno dei nostri scienziati siamo riusciti a migliorare le nostre tecnologie produttive in modo sostanziale e finalmente disponiamo di conoscenze adeguate per la costruzione di laboratori produttivi, un ottimo passo avanti per la nostra economia e per le nostre ricerche che sicuramente verranno incentivati da questi ritrovati. Il primo, ovviamente viene costruito e inaugurato a Costantinopoli, un impacciato imperatore pone la prima pietra e presenzia alla cerimonia. D'ora in poi tutti i guadagni sono quindi destinati a tali costruzioni e dopo 3 anni l'opera può dirsi completa e la nostra economia ne esce assai rafforzata.
    Proprio mente l'ultimo laboratorio stà per essere completato dall'isola di Creta ci giunge una richiesta angustiante, il messo chiede a me e all'imperatore in persona di unirci a loro nella guerra contro gli Albanesi che recentemente hanno dichiarato l'indipendenza dalla Crimea. Personalmente sono assai titubante a riguardo, sono pur sempre nostri fratelli e preferirei rovinare un'alleanza piuttosto che distruggere uno dei pochi stati ortodossi. L'imperatore non parla e non vuole decidere, anzi si ritira nelle sue stanze lasciando me e il messo cretese da soli a fissarci negli occhi e dicendomi di rimettere la decisione al senato. Il senato. Sono anni che non ci metto piede, per fortuna, visto che a cose normali non ha praticamente nessun potere se non quello di confermare le decisioni dell'imperatore e quindi anche le mie. Purtroppo i senatori non sono del mio stesso avviso per quanto riguarda la decisione, mi si dice che l'Albania ha tradito l'ideale dell'impero non aiutandoci nei momenti di difficoltà e che adesso deve pagare per ciò che ha fatto, che invece Creta ci è sempre stata fedele e merita la nostra collaborazione come ricompensa e che Costantino, il padre della nazione, avrebbe agito nello stesso modo. Porci innati, vecchi inutili avanzi dei tempi antichi capaci solo di guardare al proprio profitto rigirando gli ideali di un popolo a loro vantaggio e di boriarsi della loro mediocrità. Il senato non ha potere quando l'imperatore decide, ma quando questo si rimette alla loro volonta ha potere completo. Inoltre quando una nuova provincia viene conquistata ai senatori spetta di diritto parte del territorio. E il modo che abbiamo nell'impero per tenere buoni i nobili.
    Il giorno successivo una missiva ufficile arriva all'ambasciata Albanese, è una dichiarazione di guerra congiunta Cretese e Bizantina. Per coordinare in modo migliore le operazioni mi sposto in Macedonia lasciando il mio fedele amico Ducan a vigilare sull'imperatore, la cui salute, sopratutto mentale, mi sembra quanto mai precaria e cagionevole.

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    Vista la potenza della nazione prendo il comando delle operazioni e delle trattative, l'intera armata di Bisanzio marcia sulla capitale albanese incontrando solo un pugno di uomini reclutati in fretta e furia che comprensibilmente viene sbaragliato. Assai malvolentieri do l'ordine di iniziare l'assedio quando una notizia terribile e sconvolgente mi arriva attraverso una celerissima staffetta: l'imperatore è morto.
    Lascio ai generali la guerra e corro con la massima velocità a Costantinopoli e li capisco tutto. Suicidio. In una bellissima e commovente lettera spiega come non sopportasse più la vita e come senza un briciolo di pazzia e anzi, nel pieno delle sue capacità, abbia preso la prima e unica decisione della sua vita che non fosse legata al padre. Dispiaciuto per la situazione in cui lascia l'impero ma felice finalmente di essersi liberato di questo grande peso. Aveva 33 anni.
    Sono sconvolto, ma purtroppo non ho neanche il tempo di piangere l'uomo che tanto aveva sofferto della pesante eredità del padre, la nazione è rimasta senza una guida, Costantino non era sposato, non aveva figli neanche illegittimi, ne fratelli e neanche nipoti.
     
  10. max85

    max85

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    Beh, nessuno è curioso di sapere come continua? :(
     
  11. max85

    max85

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    Ducas

    Passano i giorni e la situazione sembra non volersi sbloccare, ho dato ordine di non diffondere la notizia della morte dell'imperatore perchè si rischia veramente che la nazione precipiti nel caos. Le giornate passano in consultazioni frenetica di documenti su alberi genealogici e dinastie varie ma niente, non si riesce a trovare un erede, neanche alla lontana e il tempo stringe. Quanto passerà prima che il popolo cominci a chiedersi perché l’imperatore non appare più in pubblico? Poi bisognerà pur tributare degli onori al defunto monarca.
    Dopo quasi una settimana la situazione è diventata insostenibile, il popolo vocifera e non si può più andare avanti. Decido assai malvolentieri di andare a parlare in senato er esporre come stanno i fatti nella realtà, ma proprio mentre sto per entrare nell’aula del consiglio vengo fermato da un mio segretario che mi comunica che finalmente le ricerche hanno dato esito positivo, c’è un erede al trono: Pallaios Ludemanus Ducas, pronipote assai alla lontana di Alessio V, per gli amici il traditore. Diciamo che come eredità non è proprio la migliore.
    Si mandano alcuni messi dove si ritiene che quest’uomo risieda e per due giorni si passano al vaglio le carte e le varie scartoffie, meglio essere certi della parentela, anche se non proprio onorevole.
    Svolti questi doverosi accertamenti faccio finalmente conoscenza della persona che molto probabilmente sarà chiamata guidare la nazione nei prossimi anni.
    Peggio di quanto la mia fervida immaginazione avesse potuto immaginare: un orribile e rozzo contadino, grasso, unto e fetente più di una mandria di buoi. Probabilmente nella sua vita non ha mai visto ne un libro ne un pezzo di sapone e quando apre bocca ho conferma dei miei sospetti, meglio non ripete le parole con cui mi si presenta. E la famiglia è pure peggio, sua moglie è un arpia, sudicia e indegna persino di qualsiasi insulto, il figlio non è da meno, degno erede di quella sciagurata famiglia, ma almeno c’è tempo di correggere qualcosa in lui, anche se ha ormai raggiunto e sorpassato la maggiore età. Forse un giorno gli spetterà pure il comando.

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    Purtroppo vista la situazione sono costretto a fare buon viso a cattivo gioco e così sul finire dell’anno del Signore 1473, mentre da una parte si piange la morte dell’imperatore Costantino XII consumato da un’ignota malattia (meglio non fare partecipe il volgo su quale sia stata la sua vera fine) dall’altra si incorona Alessio VI Ducas, imperatore di Bisanzio e rozzo contadino della provincia di Bursa.
    Un problema è risolto e un altro è creato, come si comporterà adesso questo stolto sul trono? Non siamo poi neanche in un momento di massima tranquillità. La nostra espansione non è vista bene ne ad est ne ad ovest e neanche a nord se è per questo, come si può sperare di realizzare rapporti diplomatici con questo villico come imperatore? Rischiamo di ritrovarci di nuovo fra qualche hanno a combattere ungheresi e turcomanni sotto le mura di Costantinopoli.
    Ma non è il momento di pensare a questo, mi ritrovo infatti sommerso da lettere, tutte uguali ma con differenti date. L’Albania! Me ne ero completamente dimenticato. Il paese è capitolato e si attendono istruzioni per iniziare i negoziati e ovviamente, visto che niente si decide senza l’approvazione del senato e quindi dell’imperatore e quindi mia è opportuno prendere un provvedimento veloce e cercare di convincere questi. Come si comporterà l’imperatore.
    Lo trovo a tavola, ad ingozzarsi di ogni ben di dio, come se in tutta la vita non avesse mai visto del cibo. Neanche il tempo di esporre la questione che mi scaccia raccomandandomi o meglio minacciandomi se non obbedirò, di riservare agli Albanesi il trattamento che meritano. So cosa questo vuol dire: annessione.
    Stupida capra, se annetto i nostri stessi fratelli tutto il mondo mi si rivolterà contro. Saremo considerato come feccia e traditori ovunque. Ma tant’è, la decisione è presa e così anche il governatore di Tirana, un po’ stupito per giunta, si deve sottomettere.
    Ovviamente questo ennesimo gesto di sfida verso il mondo intero ha le sue conseguenze e si scatena di nuovo un doppio putiferio: la coalizione di Ungheria, Polonia, la piccola e lontana Mazovia e per Transilvania prima e Ak-Koyunlu, che si porta dietro anche Dulkadir e Kara-Koyunlu poi, mi dichiarano guerra.
    Ottimo! Adesso devo gestire un conflitto su due fronti opposti contro 7 nazioni mica da ridere. Come volevasi dimostrare il caprone a palazzo mi concede pieni poteri, ovvero se ne lava le mani, e mi lascia disposizioni per fare il possibile per difendere il paese e magari guadagnare anche qualcosa, senza badare a spese, come se navigassimo nell’oro.
    Una cosa sono riuscito a concludere in questi pochi mesi, una forte alleanza coi nostri vassalli di Candar. Gli ho riempito ben bene i forzieri per portarli dalla mia parte e loro hanno saggiamente investito i denari in una cosa che adesso mi è utile: truppe.
    Dalla parte europea allora mi preparo ad una semplice difesa vista l’inferiorità numerica mentre dall’altra attacco direttamente le due nazioni che confinano con me. Adana sguarnita è presa da un manipolo di coraggiosi e mentre comincio l’invasione di Erserum e delle altre province che compongono il regno di Ak-Koyunlu ho una piacevolissima sorpresa: solo una zona è provvista di fortificazioni, per altro comunque scarse mentre nelle altre le città sono prive di mura. La conquista è quindi una marcia trionfale. La mia coalizione schiaccia le mal addestrate e demotivate truppe nemiche e la conquista è fatta. In sei mesi si aprono e chiudono le ostilità e il guadagno è assicurato: Erserum diviene mia e Dulkadir viene annesso, il tutto condito da fior fior di denari. Kara-Koyunlu non fa in tempo a muovere le truppe che già i suoi alleati si ritirano e non potendo far niente di più che continuare le ostilità a distanza, visto la mancanza di confini a comune fra i nostri due paesi, si rifiuta semplicemente di accettare il ritorno allo status quo se non dopo una serie abbastanza lunga di missioni diplomatiche infruttuose.
    Mentre in medio oriente, le cose vanno bene e spedite nei Balcani la situazione è diversa. Dopo un iniziale stallo in cui le truppe si sono spiate dai confini senza fare la prima mossa ho deciso di muovere sulla Serbia, se non altro per una questione di praticità, ho infatti ridotto le regioni da difendere ad una sola, visto che la Valacchia impedisce l’accesso alle truppe della coalizione ungherese, e dopo l’assedio controllo tranquillamente la provincia. Sarei anche pronto ad un ritorno alla pace senza pretese ma, il governo polacco che da una parte rifiuta le mie gentili offerte e il grassone a palazzo dall’altra che mi richiede ogni giorno di ricavare qualcosa anche da questa guerra mi impediscono di ricominciare a dormire sonni tranquilli.
    Decido allora il tutto per tutto, richiamo tutte le truppe dal confine turco e dopo averle schierate le lancio sulle due province ancora sotto il controllo della Transilvania e nelle più vicine ungheresi. Gli attacchi della coalizione sono furibondi e senza sosta ma dopo un’iniziale serie di vittorie nemiche date dal favorevole numero che non mi impedisce di sudare freddo, il morale e la superiore preparazione hanno la meglio e si riesce a sfondare e a dilagare nelle pianure del Banato e tra le valli dei Carpazi.
    La mia richiesta è una e semplice: la Serbia, una sola regione per porre termine al massacro, accontentare un po’ tutti e togliermi d’impiccio in questa guerra distruttiva. Ma niente. Nessuno vuole cedere. C’è bisogno di arrivare fino a Cracovia e porre coi soldati la questione direttamente in mano al re di Polonia, mentre i Catafratti e la guardia Variaga mettono a ferro e fuoco la città distruggendo i ponti sulla Vistola e assaltando il castello di Wawel.
    La Serbia passa di mano e come sempre ci sono grandi festeggiamenti nella capitale e un po’ in tutto l’impero.
    Il grassone, che non si è mosso un giorno dal palazzo reale, viene acclamato e caricato su un cavallo, portato in trionfo per tutta la città.Per tutta la notte ci sono bagordi e gozzoviglie a cui, come sempre da un po’ di tempo, non partecipo.
    La mattina vengo svegliato da una notizia quanto mai inattesa, Alessio VI il Conquistatore, come ama farsi chiamare dai ruffiani di palazzo è morto. Indigestione o infarto, non si sa bene cosa sia. Credo comunque che sia la degna fine di tale inglorioso imperatore che ha macchiato l’onore del regno, e non solo di sugo.
    Grandi tributi vengono concessi al suo funerale, ma niente in confronto a ciò che era stato riconosciuto al grande Costantino e in parte anche al figlio.
    Adesso è chiamato alla prova Michele, il figlio di Pallaios, che come da tradizione prende il nome di Alessio VII.

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    Spero che questo giovane, istruito alla bene e meglio in questi pochi anni, non abbia intenzione di ricalcare le orme del padre.
     
  12. Alias

    Alias

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    Ma quando eri rimasto senza eredi i tuoi matrimoni reali non ti hanno dato problemi?

    Tu scrivi che noi si legge...:approved:
     
  13. silenziario

    silenziario

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    bell'AAR! :D Anche io sono un patito di Bisanzio, non per nulla ho questo nick! Ricostruisci l'impero di Giustiniano!
     
  14. Ryoga84

    Ryoga84

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    Dietro di te!!!
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    154 letture, direi semmai il contrario... :D






    continua così :approved:
     
  15. max85

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    Sono attualmente in preparazione i capitoli successivi della histrorie bizantina. Vi anticipo i titoli:

    Capitolo 6: αστραπή

    Capitolo7: guerra e pace
     
  16. Giano

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    aspettiamo con ansia:approved:
     
  17. max85

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    Αστραπή

    Anno 1476, dopo soli tre anni di governo Alessio VI è morto e sta al figlio adesso prendere le redini della nazione. E diciamo pure che il padre o meglio la mia gestione, gli ha lasciato un eredità niente male.

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    23 ricche province, inflazione scesa praticamente a zero e abbondantemente sottocontrollo, conti in ordine e un discreto numero di denari sempre pronti all’uso, un esercito piccolo ma efficiente e assai motivato, una flotta anch’essa piccola ma che svolge con onore le sue mansioni, un vassallo e due alleati, una situazione diplomatica tutto sommato tranquilla, così come i confini, molto prestigio, la ricerca ben finanziata che comincia a dare i suoi frutti e degli ottimi scienziati e amministratori. Unica pecca al momento è la mancanza di clero missionario che si offra (ovviamente sotto compenso) per convertire le numerose popolazioni miscredenti che in questi anni sono state assoggettate.
    Per un anno regnano assoluti la pace e la tranquillità, nessuna guerra, nessuna rivolta, nessuna minaccia. Un paradiso. Poi sul finire dell’anno del signore 1477 vengo convocato a palazzo. L’imperatore stesso mi accoglie e senza troppi fronzoli, in modo spartano (ottima parola per descrivere Alessio VII direi) mi spiega quali sono gli ordini.
    Il trattato di pace con gli Ottomani è scaduto, è venuto il momento di porre termine a quel regno che per anni ci ha vessati di tasse, rubato i nostri territori, massacrato il nostro popolo e quasi annesso. Io sono assai titubante, un annessione forzata dell’ultima provincia dell’impero Ottomano provocherebbe reazioni durissime a livello diplomatico, ma poi una domanda mi convince definitivamente, Alessio mi chiede “Che cosa sarebbe successo se 25 anni fa Costantinopoli fosse caduta?” La risposta è semplice quanto agghiacciante: un massacro. I Turchi non sono certo come i latini, non vanno per il sottile, bruciano e sgozzano. Se non agiamo, se non li eliminiamo, magari fra 100, 50 o magari anche 20 anni potremmo avere di nuovo questa spada di Damocle puntata sulla testa. Al diavolo la diplomazia, sono convinto, vada per la guerra!
    La dichiarazione arriva velocissima dall’ambasciata turca fino ad Adrianopoli, ma non basta. La guardia imperiale già è entrata nella regione e i Turchi non fanno in tempo neanche ad organizzare una mobilitazione generale che già arrivano i primi colpi di cannone sulla mura della capitale. Comincia un assedio lento e senza fretta, nessuno ci corre dietro e sappiamo già quale sarà il finale.
    Per il resto la strategia è sempre la stessa, trita e ritrita, difesa stazionaria sui confini con la Crimea (che è ancora alleata degli Ottomani e quindi scende in campo) per fiaccare gli attaccanti e qualche sconfinamento tanto per far capire le nostre intenzioni.
    3 mesi d’assedio e Adrianopoli è nostra. Il sultano è scappato a Kaffa con la flotta, loro lo chiamano esilio volontario, io fuga precipitosa. A firmare la pace c’è solo uno spaventato capo Giannizzero. Poveracci, 30 anni fa quasi ci dominavano e ora siamo noi a sconfiggerli definitivamente.


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    Il grande impero ottomano è crollato, i protetti di Allah non ci minacciano più, anzi ormai li dominiamo. Compiuta anche questa impresa non resta che festeggiare. Questa volta le manifestazioni sono grandissime. Non si era mai vista così tanta gente a Costantinopoli neanche ai tempi di Giustiniano. Si fanno parate e si erigono archi di trionfo in ogni angolo dell’impero, per una settimana ci sono banchetti, si organizzano giochi e grandi manifestazioni.
    La sera del ritorno delle truppe c’è una grande sfilata nelle vie principali della città. In cima c’è la Guardia Imperiale a capo della quale ci sono lo stesso imperatore, il domestikos Urban e tutti gli strategos e i generali che in questi anni hanno condotto gli eserciti alla vittoria.
    Mentre la testa dei reggimenti sfila sotto il mausoleo di Costantino Magno un lungo sibilo e un boato enorme riempiono l’aria, tutti si girano verso la porta di San Romano da dove è arrivato l’orribile suono, immaginando già quello che effettivamente si scopre agli occhi di tutti: un’enorme palla di fuoco avvolge una delle torri di guardia. Costantinopoli è cannoneggiata!
    Mi precipito a palazzo. Chi può aver osato un gesto simile, direttamente sulla capitale e senza nemmeno un’adeguata dichiarazione di guerra poi!
    Arrivano i primi rapporti. Una flotta straniera, battente una bandiera sconosciuta blocca il porto principale e tutto lo stretto, impedendo di fatto la sortita delle nostre navi e il passaggio dal Propontide e quindi dall’Egeo al Pontus Euxino. Frattanto riesco a reperire, nei vari incartamenti che affollano la mia scrivania, tre lettere a cui in principio non avevo dato importanza ma che adesso riescono a spiegarmi molte cose. La prima è una missiva dei miei informatori che mi notificano che la provincia di Zeta si è ribellata al dominio crimese a ha proclamato l’indipendenza sotto la bandiera dell’antico regno del Montenegro, una volta nostro protettorato. Nella seconda mi si dice che tale regno ha stipulato un’alleanza con quello di Bosnia. La terza infine è un comunicato inviato direttamente dal governo del Montenegro in cui con molto gentilezza e un gran numero di fronzoli letterari mi si informa che la coalizione bosniaco-montenegrina mi ha dichiarato guerra e che le loro truppe stanno già marciando dirette sulle mie province e la loro flotta presto bombarderà la mia capitale.
    Che stupido che sono stato! Con la guerra in corso con gli Ottomani e i successivi festeggiamenti ho trascurato completamente la corrispondenza e adesso mi ritrovo con un esercito che assedia i confini e una flotta praticamente in casa.
    Non c’è tempo da perdere, faccio muovere un armata e la guardia imperiale direttamente sui confini per rallentare l’offensiva nemica e se mi riesce passare al contrattacco. Per quanto riguarda il blocco della capitale al momento sono bloccato, i Montenegrini si sono sviluppati silenziosamente ed in modo efficace, tentare una sortita significherebbe il massacro. Che cannoneggino pure, resisteremo! Annotazione assai importante comunque è quella riguardo allo sviluppo della flotta, un impero deve poter dominare anche sui mari, quindi cercherò di far costruire più navi e di dare più impulso alla ricerca.
    Purtroppo la popolazione non vede di buon occhio queste ostilità continue e gli stategos mi comunicano che è sempre più difficile richiedere le tasse e che anche quest’anno le entrate diminuiranno. Inoltre la scoperta di nuove rotte commerciali, verso l’Asia ha fatto perdere di importanza il Ponte Euxino e gli stretti da noi controllati, così anche i mercati ne hanno risentito.
    Intanto la marcia a tappe forzate verso il confine procede velocemente e sorpresa delle sorprese vengo a sapere che le forze nemiche non sono così ingenti come pensavo. Ragusa ha si una discreta forza marittima, ma uno stato così piccolo non può certo permettersi anche un buon esercito, solo 1000 soldati sono al loro servizio; anche la Bosnia, che probabilmente è stata anche un po’ trascinata in questa guerra, ha poco da offrire, due divisioni di fanteria e una di cavalleria. Insomma la situazione non è affatto disperata, anzi c’è la possibilità di fare dei discreti guadagni.
    E così accade infatti. Le mie truppe, fresche e desiderose di vendetta sbaragliano quelle della coalizione impegnate nel tentativo di occupare l’Albania. A questo punto divido l’esercio in tre parti e faccio marciare ognuna di esse su una provincia diversa della coalizione. La manovra riesce e le provincie di Zeta, Bosnia e Hum cadono una dietro l’altra.
    In meno di un anno la guerra è bella che vinta, meno di 200 i valorosi caduti in azione. La condizioni di pace che impongo sono volutamente durissime. Non ci si può combattere fra fratelli e se gli altri non lo capiscono è bene che capitolino e che l’impero abbia ragione di tutti. L’annessione delle province di Zeta e Bosnia sono il minimo per chiarire questo concetto.
    Un’altra lotta ha termine ma ormai con gli ultimi trattati di pace che abbiamo stipulato la nostra reputazione nei confronti degli altri paesi è veramente deteriorata. Non credo che si faranno molti problemi nel dichiararci ancora guerra.
     
  18. silenziario

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    Forza Costantinopoli!! :approved:
     
  19. max85

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    Causa motivi di forza maggiore non sono riuscito a completare il capitolo succissivo. E fino al 2 maggio non sarò disponibile per farlo. Poi mi rimetterò all'opera...

    Attendete fiduciosi...:D
     
  20. Giano

    Giano

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    ma porc:mad: la stavamo aspettando con ansia e tu ci tiri buca così:mad: :p

    Attenderemo con ancora più trepidazione

    Ciao Giano
     

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