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AAR Bologna - La Signoria dei Bentivoglio

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da mattia I visconti, 11 Aprile 2015.

  1. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    il mondo nel 1470

    Giovanni II Bentivoglio
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    Bologna nel 1470 era governata da un senato delle maggiori famiglie bolognesi, di cui il Primo Cittadino era Giovanni II, che in realtà governò la città come se ne fosse il Signore.

    Il 15 marzo ci fu una congiura da parte di alcune famiglie borghesi aiutate dai Malvezzi e dai Marescotti, che volevano una apertura al governo dei ceti mercantili e artigiani. Fu brutalmente repressa in città, dove Giovanni mandò l'esercito. Il 3 aprile la rivolta era finita. Le famiglie Malvezzi e Marescotti furono esiliate per cinque anni dalla città e private di diritti politici a vita.

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    Il nord Italia nel 1470

    Dopo questo violento evento furono anni tranquilli. Giovanni, da amante delle arti chiamò in città vari artisti come lo scultore Niccolò dell'Arca, o il maestro ferrarese Francesco del Cossa. Si fece ritrarre con la moglie Ginevra Sforza da Ercole de' Roberti nel Dittico Bentivoglio. Chiamò ad insegnare matematica all'Università cittadina il frate Luca Pacioli.

    Il 28 dicembre del 1474 Papa Paolo II aggredisce la Ferrara di Borso I d'Este. A fianco del Pontefice arriva la Repubblica di Lucca, mentre a sostegno degli Estensi viene Lorenzo il Magnifico, alleato della Signoria di Bologna.

    Giovanni II vide minacciare i propri interessi in Emilia da quest'attacco del Papa (da sempre nemico dei bolognesi, poichè lo Stato della Chiesa rivendicava Bologna e la Romagna). Decise quindi di aiutare i fiorentini, dichiarando guerra al Papa il 1 gennaio dell'anno nuovo.

    Il 2 gennaio 1475 un ambasciatore milanese arriva in città dicendo che Galeazzo Maria Sforza parteciperà alla guerra col Papa, mentre il doge Cristoforo Moro ha detto che non prenderà parte alla guerra perchè ha già dei problemi in Dalmazia e nelle terre a Oriente.

    Il 15 febbraio il piccolo ma agguerrito esercito bolognese è davanti alle mura di Roma, pronto a iniziare l'assedio. Non viene disturbato fino al 28 maggio quando un esercito papalino comandato dal Papa in persona, ben più forte numericamente, affronta l'esercito di Giovanni II vicino alle mura dell'Urbe.
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    Il 26 giugno arriva la notizia che è stato incoronato imperatore del Sacro Romano Impero il Re di Austria Massimiliano I.

    Dopo molti giorni, il 20 luglio l'esercito della Chiesa si arrende e torna in Umbria sconfitto.
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    Il 28 agosto torna a Roma, decimato da una battaglia ad Assisi dai fiorentini. La vittoria è ovvia e solo dopo due giorni l'esercito è completamente distrutto.

    Il 6 novembre arriva da un messaggero un trattato in cui il Papa propone una pace bianca. Vione rifiutato per ovvi motivi dal Senato.

    Il 3 dicembre Lucca si arrende dopo l'occupazione ferrarese. Diventa così un vassallo dei fiorentini.

    Dopo nove mesi e ventiquattro giorni il 9 dicembre la Città Santa è nelle mani di Giovanni II Bentivoglio. La breccia fu aperta vicino a Porta Nomentana, e dopo l'euforia dell'esercito, il signore ordinò all'esercito di marciare ordinati fino davanti alla Basilica di San Giovanni in Laterano. Non ci furono nessun tipo di saccheggi da parte dei duemila soldati, e la popolazione civile non fu toccata da nessun bolognese.

    L'esercitò ripartì il giorno dopo per Perugia, ad aiutare i fiorentini, e arrivarono lì il 20 di quel mese. Lorenzo il Magnifico diede l'ordine di assaltare le mura, grazie all'arrivo dei bolognesi.

    Il 1 gennaio dell'anno nuovo le truppe, finito l'assalto, ripartono per Bologna dove arriveranno per il 22.

    Tra il 30 e il 31 gennaio 1476 a Siena, il Signore Giovanni II Bentivoglio e Papa Paolo II, in presenza del Doge di Siena e del Re di Napoli Ferrante I di Trastamara, firmarono la pace omonima. Essa affermava che il Papa rinunciava a rivendicare la Romagna, Avignone e l'ex-enclave di Benevento (recentemente conquistata dal regno di Napoli). Inoltre doveva stracciare tutti i trattati con San Marino.
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    Seguirono altri giorni tranquilli per Giovanni II, che decise di migliorare la città. Innanzitutto fu riformato il sistema postale, il quale fu affidato a una compagnia di corrieri a cavallo, sotto le dipendenze della Signoria. Inoltre furono costruite stazioni di posta per i cavalli in tutte le quattro podesterie della Signoria. La legge sulla posta pubblica fu promulgata il 2 settembre.

    Nel febbraio del 1477 fu incentivata la produzione, con la costruzione di nuove officine, di cui una tipografica. Il 16 aprile fu scoperto dalle guardie comunali uno scandalo di corruzione. fu duramente repressa da Giovanni II, ma il paese ne risentì duramente.
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    Verso la fine dell'anno fu incentivato il commercio. L'11 marzo del 1478 venne accolta dal Doge di Venezia la richiesta bolognese di entrare nella Lega Commerciale Veneziana.
     
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  2. alberto90

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    E' il primo AAR con la nuova mappa. Bellissimo, anche se un pò troppo rapido nel suo svolgersi. Dovresti allungare un pò le descrizioni delle battaglie, degli assedi ... usa meno punti possibili, cerca di fare frasi più lunghe. Altrimenti sembra un riassunto di un tema.
    Però è interessante la scelta di Bologna .... sei piccolo, ma hai vicino potenziali alleati forti e anche nemici importanti. Ti seguo.
     
  3. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    Grazie per i consigli. Adesso arriva anche l'espansione territoriale...
     
  4. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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  5. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    Italia Universalis 0.2 :D
    Me la sono fatta io
     
  6. Lord Attilio

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    Buono! Ti seguo.
     
  7. ronnybonny

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    Beh ognuno usa lo stile di AAR che preferisce [emoji6] a me non dispiacciono gli AAR schematici
     
  8. Dark_Angel_Of_Sin

    Dark_Angel_Of_Sin

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    ben fatto!
    interessante quella provincia blu nell'alto adriarico :D
     
  9. andry2806

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    @mattia I visconti Socc'mell che AAR! Mi raccomando, non gubbiare sugli allori e insegna agli yankees che il ragù va sulle tagliatelle e non sugli spaghetti!;)
     
  10. Diacons

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    Ti prego devi assolutamente caricarla :love:, me ne sono innamorato a prima vista!
    I requisiti quali sono?
    Httt a che versione?
    Grazie in anticipo :D
     
  11. alberto90

    alberto90

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    Si, devi caricarla assolutamente. E renderla giocabile anche senza EU Base ....
     
  12. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    La seconda guerra pontificio-bolognese
    Firenze, dopo la guerra contro Paolo II aveva acquisito l'Umbria a scapito dello Stato Pontificio. Scoppiarono quasi subito dei tafferugli dalla popolazione umbra, legata al Papa e ci fu una grossa rivolta partita soprattuto dai ceti più bassi. L'esercito fiorentino era però numericamente inferiore rispetto alle bande contadine che stavano razziando la regione. Non potendo fare niente, Lorenzo de'Medici decise di lasciarli stare e aspettare che si stancassero.

    Invece i patrioti, dopo aver conquistato il capoluogo Perugia, si diressero verso la Toscana e l'esercito di Lorenzo. I soldati medicei furono sconfitti e l'esercito distrutto. Le bande di liberazione umbre dopo aver compiuto razzie in Val d'Arno si diressero verso Firenze e la assediarono. Dopo qualche mese i fiorentini si arresero e le truppe umbre si incamminarono verso Pisa.

    Paolo II, vedendo che quei patrioti stavano combattendo per tornare sotto il governo pontificio, decise di "accontentarli" e il 1° aprile annesse oltre che l'Umbria, anche i territori storici fiorentini quali Firenze e Pisa. Ciò suscitò un grande scalpore in Italia, preoccupati dalla nuova potenza nel Centro Italia. Pochi però fecero veramente qualcosa e la maggior parte dei Principi e dei Signori se ne tornarono ai fatti loro.

    Giovanni II, grande nemico del Papato, non gli andava giù di avere a sud un nemico così invadente come Paolo II, a discapito poi dell'alleato Lorenzo il Magnifico.

    Il 1 maggio del 1478 radunò il Senato Bolognese, facendo una grande orazione sui "cugini fiorentini", e sul fatto che Paolo II, troppo impegnato negli affari temporali, non si concentrasse sugli affari ecclesiastici che gli spettavano.

    Dopo aver avuto l'appoggio del senato cittadino Giovanni II inviò degli agenti a Firenze e a Pisa per sollevare il popolo a ribellarsi. Nel primo caso non si ebbe nulla da fare, se non un aumento del malcontento generale, ma a Pisa il 9 maggio scoppiò una violenta rivolta popolare, supportata da tutti i ceti ma soprattutto quelli popolari.

    Giovanni II era soddisfatto, ma pensava che tutto ciò non bastava. Bisognava colpire il Papato direttamente, come era successo tre anni prima. Bisognava far capire al Papa che non doveva impicciarsi in affari molto più grandi di lui e che soprattutto non lo riguardavano minimamente.

    Quindi il 10 maggio chiese a Giulio Cesare da Varano, signore di Camerino e alleato del Papa, di far sposare un suo figlio con Francesca Bentivoglio. Giulio Cesare accettò. Ciò servì a molto poco, poichè la Signoria di Camerino stracciò l'alleanza col Papa poco più tardi.

    Pisa venne occupata dai 12.000 ribelli verso fine settembre, e dopo essere entrati nella città si diressero verso la Repubblica di Siena. I soldati pontifici, non avendo i rivoltosi nei dintorni assediarono Pisa e il 17 gennaio del 1479 venne espugnata, rendendo vano tutto l'assedio compiuto dai nazionalisti pisani.

    Il 2 giugno la città di Siena venne presa dai patrioti, e quindi annessa allo Stato Pontificio. Qualche giorno dopo arrivarono i rivoltosi di Pisa, che presero d'assedio la città un'altra volta.

    Paolo II decise di aggredire i ribelli e inviò l'esercito pontificio di stanza a Firenze. Il 1° dicembre i soldati del Papa dovettero ritirarsi ad Arezzo a causa della sconfitta subita.

    Il 4 febbraio del 1480 Siena cadde nelle mani dei ribelli. I soldati papalini non demordono e attaccarono i rivoltosi.
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    A marzo venne varata la nuova riforma agraria, che permetteva raccolti migliori e una migliore produzione interna, che sarà utile per evitare carestie e costose importazioni di alimenti dagli altri stati, mentre a novembre venne varata la riforma della burocrazia interna, con la formazione di un catasto statale, e la riforma del sistema fiscale. Inoltre anche i nobili e il clero vennero sollecitati a pagare le tasse.

    Il 31 luglio i ribelli pisani vennero definitivamente sconfitti presso Siena dai 10.000 soldati pontifici, che iniziarono ad assediare la città.

    Sembrava che tutto procedeva tranquillo, quando l'11 febbraio del 1481 un'avvertimento giunse da Palazzo Venezia, residenza del Sommo Pontefice. L'avvertimento spedito da Paolo II diceva chiaramente che nel caso che la Signoria felsinea avesse aggredito un altro stato, l'esercito pontificio avrebbe varcato i confini e conquistato Bologna. Giovanni II non sembrò preoccupato più di tanto, pensando all'appoggio degli alleati milanesi, mentre il Senato Cittadino era preoccupato ed era in subbuglio.

    In aprile furono incrementati i commerci e furono stanziati dei fondi per i mercati. Furono inviati dei mercanti a Lubecca, mentre fu aperto un emporio commerciale veneziano alla torre di Molinella, passaggio obbligato tra Bologna e Ferrara.

    Il 13 aprile un ambasciatore di Paolo II venne al Palazzo del Podestà, sede del Senato, a portare una dichiarazione di guerra da parte dello Stato Pontificio. Giovanni II, alla notizia, si arrabbiò e si riempì di furore. La stessa sciagurata notizia fu inviata ai reggenti di Giovanni Galeazzo II Sforza, il figlio di Galeazzo Maria Sforza duca di Milano e all'Imperatore del Sacro Romano Impero Massimiliano I. Il La reggente Bona di Savoia, madre di Giovanni Galeazzo II, disse che avrebbe aiutato l'alleato bolognese, mentre il re d'Austria, che in qualità di Imperatore avrebbe dovuto aiutare la piccola Signoria, ma rifiutò.

    Ovviamente le truppe pontificie erano già stanziate sul confine a Firenzuola, pronte a varcare il confine. Dopo una inutile resistenza dei contadini a Scaricalasino, le truppe papali si diressero verso la città, dove vicino a Pianoro affrontarono i 2.000 uomini di Giovanni II. Il 14 maggio l'esercito bolognese si ritirò verso Pistoia e poi verso Pisa.

    Le truppe di Giovanni II arrivarono a Pisa verso la fine del mese. L'esercito non si fermò però nella città e si diresse verso Roma, come aveva già fatto sette anni prima.

    L'11 giugno un piccolo reggimento di volontari si rivoltò contro l'esercito pontificio dieci volte più numeroso. Venne brutalmente sconfitto, ma i bolognesi non si arrenderono e difenderono la loro città anche meglio di prima. L'esercito bolognese intanto era arrivato alle porte di Roma e la stava assediando.

    Ai primi di settembre Roma ormai si era quasi arresa a Giovanni II e alle sue minute ma forti truppe. Milano per aiutare i bolognesi alla presa della città stava effettuando un sostegno navale bloccando il porto di Civitavecchia con 4 galee.

    Il 31 dicembre, come sette anni e ventidue giorni prima, Roma cadde nelle mani bolognesi per la seconda volta. Giovanni II entrò in città trionfante, fin davanti a Palazzo Venezia, che fu l'unico edificio saccheggiato della città e venne derubato di tutti i beni presenti all'interno. Le truppe poi marciarono verso Perugia, altro caposaldo paolino.

    Il 3 febbraio del 1482 arrivò a Bologna, al cospetto di Annibale, il figlio di Giovanni II, una pace bianca dal Papa, che nel frattempo stava assediando la stessa Bologna. Venne rifiutata dal Senato che era conscio dei fatti e di quello che i 2.000 uomini di Giovanni II stavano facendo nei territori pontifici. Arriveranno poi altre proposte di pace, prontamente rifiutate.
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    Il 23 aprile, in seguito della scomparsa del Re di Austria Massimiliano I d'Asburgo, venne nominato Imperatore dei Romani Giovanni Galeazzo II Sforza, duca sotto reggenza di Milano. Felicitazioni giunsero da Bologna, fido alleato, assieme ad una proposta di matrimonio reale tra le due casate degli Sforza e dei Bentivoglio, siglato il 31 maggio tra il fratello di Giovanni Galeazzo II Gian Galeazzo Maria Sforza e la figlia di Giovanni II Eleonora Bentivoglio.
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    In seguito alla nomina di imperatore, l'appena tredicenne Giovanni Galeazzo II, preso dall'euforia, inviò delle truppe nel pisano, che era già stato possedimento milanese sotto i Visconti ad inizio secolo. Il 19 maggio 6.000 soldati milanesi arrivarono a Pisa e la cinsero d'assedio.

    L'8 agosto le truppe pontificie di Paolo II conquistarono Bologna. I giorni seguenti furono tremendi per la popolazione: le truppe, senza alcuna regola si diedero ai saccheggi e agli stupri. Riorganizzato l'esercito, il Pontefice marciò verso Pisa. Intanto Giovanni II con appena 1.000 dei suoi uomini decise di dirigersi verso Bologna per liberarla.

    Il 5 settembre le truppe milanesi vennero sconfitte dai 10.000 uomini pontifici a Cascina, fuori Pisa. Demoralizzati dalla sconfitta fecero dietro-front e rinunciarono alla guerra su terra.

    Il 22 settembre i mille bolognesi rimasti a Perugia entrarono nella città, ma non festeggiarono perché preoccupati della situazione a Bologna. Nel frattempo 4.000 soldati pontifici dei 10.000 rimasti a Pisa attaccarono le truppe di Giovanni II che stavano liberando la loro città. Solo il due ottobre le truppe papali annientarono le milizie di Giovanni II, il quale lui stesso scampò per un pelo alla morte. I rinforzi milanesi da Parma infatti giunsero in ritardo, ritrovandosi soli con le truppe pontificie, e vennero sconfitti.

    Quindi Giovanni II e il Senato nei primi d'ottobre si riunirono segretamente nel Palazzo del Podestà e progettarono una pace col Papa, il meno possibile indecorosa.

    Il 12 ottobre a Rimini venne siglata, alla presenza di Rodolfo Malatesta signore della città, la Pace tra Giovanni II e Paolo II, il quale deve soltanto riconoscere la cocente sconfitta subita.

    Dopo la guerra ci fu una riforma delle unità di misura utilizzate a Bologna. Il Senato quindi annunciò al popolo bolognese ai primi di settembre che entreranno in vigore nuove unità di misura per adeguarsi anche agli altri stati italiani, quindi la Pertica è l'unità di misura per la lunghezza, la Damigiana per il volume dei liquidi, la Libbra per il peso e così via.
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    Il 25 giugno 1484 venne celebrato a Taranto il matrimonio tra Camilla Bentivoglio (figlia di Giovanni II Signore di Bologna) e Gianantonio del Balzo (figlio di Ferrante I Re di Taranto).

    Il 28 giugno arrivò un comunicato da Milano. Il Duca voleva che il fido alleato Giovanni II partecipasse alla guerra contro Teodoro, un piccolo principato sulle sponde del Mar Nero, posto accanto alle colonie milanesi di Caffa e Vosporo. A sostegno del principato ci fu solo la Moscovia la gigante dell'Europa dell'est, in qualità di difensore della Religione Ortodossa a cui apparteneva Teodoro. Pur non avendo nessuna flotta per raggiungere il Mar Nero i bolognesi accettarono, anche se non poterono aiutare gli alleati, che comunque se la cavarono da soli.
     
  13. Diacons

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    Continua così vogliamo l'impero dei tortellini!
     
  14. andry2806

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    Milano ha annesso Genova con tutte le sue colonie?
    P.S: peccato per la guerra col Papa, era una bella occasione per espandersi...
     
  15. alberto90

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    Storicamente, Andry, Milano ha posseduto Genova per qualche tempo ....
     
  16. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    E nel gioco è rappresentata come un unione personale, e poi Milano ha annesso del tutto Genova&Colonie.
     
  17. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    Gli Ultimi Anni di Regno di Giovanni II
    Papa Paolo II il 18 dicembre attaccò Ferrara, ma questa volta era prontamente sostenuta da Milano nella qualità di imperatore, Modena e Napoli. Bologna non vi partecipò per le deroghe della Pace di Rimini, la quale prevedeva che tra lo Stato Pontificio e la Signoria di Bologna ci fosse una tregua di cinque anni.

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    Per Bologna, al contrario dell'Italia centrale, fu un periodo tranquillo. Tutti i ceti erano soddisfatti; Dal Signore fino all'ultimo contadino non c'era ombra di scontentezza. Nello Stato della Chiesa invece la guerra perseverava, ed era devastante per gli eserciti, ma anche per i civili: Pisa era in mano ai modenesi, Firenze era sotto assedio ferrarese, mentre Siena era sotto il controllo di Giovanni Galeazzo II, come anche Perugia. La Capitale era sotto attacco dei napoletani, con cui le truppe pontificie fecero degli scontri anche in territorio casertano.

    Ma, il 12 giugno del 1485 arrivò una brutta notizia per i milanesi: l'Austria aveva deciso di reclamare il proprio dominio nell'Italia settentrionale, soprattutto nella Lombardia sforzesca. Inoltre era alleata del Regno di Francia e del meno potente Arcivescovato di Treviri. Per fortuna gli ultimi due declinarono, ma l'Austria anche da sola era un temibile avversario.

    Giovanni Galeazzo II era sì Imperatore e quindi godeva tra i tanti diritti quello di poter mantenere un esercito di molto più grande, ma era impegnato nel Mar Nero e nella guerra contro Paolo II, e le casse dello stato scarseggiavano di ducati.

    Inoltre il 19 giugno arrivò un'altra dichiarazione di guerra, stavolta da parte della confederazione dei cantoni elvetici, assieme al vassallo del Wuttemberg.

    I Bolognesi, euforici di mostrare il proprio valore militare, spedirono il proprio esercito in Veneto, per poi entrare in Trentino o in Tirolo Orientale. Il 14 luglio i 3.000 soldati di Giovanni II erano a Verona. Purtoppo anche gli austriaci erano nelle vicinanze, e il Signore per non soccombere doveva scappare verso Trento. Ciò però non bastò e il 22 luglio i bolognesi dovettero combattere nei pressi del Lago di Molveno contro altrettanti austriaci, ma in più arrivarono altri 5.000 soldati.

    Infatti, il 2 agosto, dopo una dura sconfitta, le truppe di Giovanni II si dovettero ritirare in Valtellina, appena occupata dagli austriaci. Ciò non bastò, perchè di fatto erano circondati: a nord la Svizzera, verso sud invece Verona, dove stavano transitando dei reggimenti austriaci, a sud-ovest c'era la lombardia, sotto occupazione; e a nord-ovest Trento e il Sud Tirolo.

    Il 20 agosto vicino a Sondrio le truppe bolognesi vennero attaccate da 5.000 uomini comandati da Ferdinando I Wenzel d'Asburgo. Inutile dire che l'esercito felsineo venne annientato.

    L'11 settembre l'Imperatore Giovanni Galeazzo II Sforza dovette firmare a Vienna una pace disonorevole, con la quale lasciò Sondrio e la Valtellina all'Austria e inoltre dovette rendere autonoma la Corsica. Nonostante questa sconfitta cocente, i principi elettori sostenettero ancora il Duca di Milano.

    In oriente la guerra andò meglio, il 18 settembre Teodoro e il suo principato venne annesso al ducato.

    Il 4 gennaio 1486 Giovanni II marciò su Parma a scacciare i tedeschi, sotto il comando di Christian Eberhard Klein von Pfalz-Neumark. Purtoppo Parma cedette prima, e il 25 gennaio arrivarono i milanesi, che li fronteggiarono a Collecchio. Dopo 26 giorni i milanesi si dovettero arrendere e ritirarsi in Liguria, dove li attendevano alcuni rinforzi, tra cui anche un contingente bolognese.
    In marzo i soldati tedeschi entrarono in Liguria dal Passo di Centrocroci, ritrovandosi davanti il possente esercito milanese (più di 10.000 uomini) e un piccolo corpo d'armata bolognese. Il 10 l'esercito del Wuttemberg ne uscì sconfitto. Tuttavia ciò non servì perché i Cantoni Svizzeri il 9 aprile firmarono la pace con Milano, prendendosi il Ticino e ricreando la Repubblica di Genova, per privare Milano di uno sbocco al mare diretto.

    Bologna fu risparmiata dal pagarne le conseguenze, anche se fu minacciata varie volte dalle truppe tedesche.
    Giovanni II inviò un ambasciatore a Genova per dichiarare che Bologna avrebbe protetto la neo-repubblica, ma fu accolto in malo modo, e il nuovo Doge instaurò un embargo commerciale ai danni di Bologna.

    Il 21 aprile del 1487, all'età di soli 44 anni, si spense nel suo palazzo, circondato dalla moglie Ginevra Sforza e dai figli, il Signore di Bologna Giovanni II Bentivoglio. Nei suoi 24 anni di governo non riuscì mai ad ampliare i suoi domini, ma pose le basi per una signoria forte e potente.

    Per alcuni Giovanni II Bentivoglio fu solo un signorotto locale che ha avuto fortuna, e pensavano che Bologna prima o poi cadrà nelle mani pontificie. Per altri è stato un eroe, che in vita è stato capace di sconfiggere il Papa, e di conquistare una città come Roma ben due volte.

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    il mondo alla morte di Giovanni II

    Lo succederà il figlio Annibale II Bentivoglio.
     
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  18. mattia I visconti

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    Annibale II Bentivoglio
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    Annibale II Bentivoglio era il degno successore del padre. Intento a seguire una politica espansionistica, era un grande condottiero, persino Capitano di Ventura al soldo degli altri stati, ma abile pure nel gestire il piccolo stato. Inoltre aveva buoni rapporti diplomatici all'estero con gli altri stati ma soprattutto con la Ferrara di Borso I d'Este che frequentò spesso nel decennio scorso, tanto che sposò Lucrezia d'Este, nipote di Borso e figlia di Ercole d'Este.

    Nel primo anno di regno, verso giugno i mercanti genovesi riaprirono i mercati ai commercianti bolognesi e poterono quindi riprendere a commerciare nella città ligure.

    Intanto stava perseverando la guerra nel centro Italia. Il piccolo ducato di Camerino firmò la pace con Papa Paolo II che fu obbligato a cedere Siena e il territorio circostante ai Varano.

    Nel caldo autunno del 1487 Annibale fece costruire e ampliare molte strade. Innanzituttò varò un piano urbanistico per Bologna, la quale stava crescendo di popolazione e spesso senza regole; fece finire la strada per la Toscana e Firenze, che risaliva tutta la riva destra del Savena; Inoltre ricostruì il castello di Scaricalasino, in rovina dal '300, e ne costruì uno nuovo a Baragazza, sulle rovine di quello vecchio sul monte Coroncina sempre al confine con la Toscana ora pontificia.
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    In dicembre i neo-laureati appena usciti dall'Università di Bologna vennero assunti presso gli organi statali come uomini di legge e magistrati per la signoria.

    Il 15 dicembre anche la Repubblica di Ancona firma, per mano del suo Gonfaloniere Francesco Maria Altieri, firma la pace con lo Stato Pontificio. Papa Paolo II è costretto a rendere il Pisano come una repubblica indipendente, e cedere l'Umbria e i territori Fiorentini alla Repubblica. Il popolo fiorentino però non è d'accordo e nel giugno dell'anno dopo 9.000 ribelli comandati dal mercante Sergio Gori scacciano le truppe anconitane dalla città e iniziano l'assedio.

    A Bologna d'altro canto si respirava aria di guerra nel Palazzo Bentivoglio, dove Annibale II stava progettando una guerra contro la repubblica di Pisa, per avere uno sbocco sul Tirreno. Il 28 giugno un ambasciatore felsineo entra a Pisa dicendo al Gonfaloniere Costantino Pisano che le truppe bolognesi a presto invaderanno la città. L'alleato milanese aiutò volentieri Bologna in questa conquista per il mare.
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    Annibale II prese personalmente il comando dell'armata bolognese, composta dai 3.000 volontari bolognesi, più che sufficenti a sconfiggere i poco più che mille uomini delle milizie pisane. Passando per Pistoia gli uomini di Annibale II entrarono nei territori pisani, raggiungendo l'esercito di Costantino nella piana prospiciente la città il 22 luglio.

    Tre giorni dopo arrivarono i grossi rinforzi di Giovanni Galeazzo II. Le truppe pisane furono quindi sconfitte del tutto e Annibale II diede l'inizio dell'assedio, che nel volgere di quattro mesi era ormai sfinita e il gonfaloniere pensò bene di aprire le porte della città il mese successivo.
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    Se la città fu conquistata all'inizio del nuovo anno, i documenti che decretarono l'annessione della neo-repubblica a Bologna furono firmati a Modena il 10 e l'11 gennaio del 1489. Costantino Pisano rimase in città come vicario del Signore Annibale II Bentivoglio.
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    All'inizio del nuovo anno Annibale II incrementò i commerci e inviò mercanti bolognesi e pisani verso le grandi città del nord Europa come Anversa e Lubecca.

    Il 25 gennaio i rivoltosi fiorentini entrarono nella loro città e Sergio Gori guidò i suoi uomini verso Siena. Il Governo Fiorentino in esilio a Lucca era sotto il controllo di Lorenzo il Magnifico fino al 1487, anno in cui morì a causa della gotta ereditaria dei Medici. Quindi il Consiglio Maggiore elesse come capo del governo in esilio Luigi Bentivoglio, cugino pratese del Signore Annibale II. I rapporti tra Bologna e gli esiliati fiorentini erano infatti così intensi tanto che la Repubblica di Firenze era ancora annoverata tra gli alleati bolognesi.

    Dopo la conquista di Firenze da parte dei nazionalisti fiorentini il governo in esilio potè rientrare in città e infatti il 2 febbraio venne proclamata la Serenissima Monarchia Fiorentina, con a capo Luigi I Bentivoglio.

    Luigi I era un sovrano poco tranquillo, un poco nevrotico e ossessionato da colpi di stato. Non si fidava di nessuno, ed aveva una concezione militaristica ed espansionistica per Firenze. L'autoproclamarsi Re di una ex-repubblica portò il malcontento tra i fiorentini. Già dall'inizio reclamò Perugia e ne prese il possesso, e subito dopo dichiarò guerra alla signoria urbinate e a quella di Camerino, due piccoli ducati delle Marche.
     
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  19. mattia I visconti

    mattia I visconti

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  20. mattia I visconti

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    La conquista di Siena e la guerra contro Camerino
    Ovviamente i fidi alleati bolognesi scesero in campo, portando il 12 febbraio le proprie truppe nel senese, territorio gestito da Giulio Cesare da Varano. I rinforzi fiorentini erano bloccati da una rivolta delle popolazioni umbre.
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    All'arrivo nel contado di Siena le truppe di Annibale II e quelle dei Varano si scontrarono nei pressi di Colle Val d'Elsa. Le truppe bolognesi si ritarono il 24 febbraio a Firenze, da cui poi ripartirono per Siena il 6 marzo, assieme ai 9.000 di Luigi I. Le truppe fiorentine rimasero poco a Siena, perché dovettero sconfiggere le truppe di Federico IV, nipote di Federico III di Montefeltro, sotto la reggenza della madre Elisabetta Gonzaga. Naturalmente gli alleati bolognesi seguirono i fiorentini.

    Dopo 15 giorni le truppe di Montefeltro furono sconfitte e se Luigi I proseguì verso Urbino, cingendola d'assedio, il cugino si diresse a Siena, dove il 5 marzo diede l'assedio alle mura senesi insieme a un contingente proveniente da Lucca. 5 giorni dopo un reggimento dei camerinesi uscì dalla città per provare a scacciare gli invasori, ma con vani risultati.

    Dopo quache mese d'assedio il 12 agosto fu aperta una breccia nelle mura e fu dato l'assalto alla città. Dopo due giorni arrivò anche alle truppe bolognesi la notizia che la Signoria di Urbino aveva firmato l'armistizio coi fiorentini, dovendo però perdere la sovranità ed entrare nella monarchia di Luigi I.
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    Il 21 agosto i senesi si arresero ad Annibale II, che entrò in città trionfante, occupandola. Ci fu una fase di stallo, perchè i reggimenti bolognesi non potevano raggiungere Camerino, e viceversa. per la fine di agosto e tutto settembre ci fu un via vai di messaggeri tra la Siena occupata da Bologna e Camerino. Le paci proposte da una parte venivano prontamente rifutate dall'altra, perché se Annibale II voleva uno stato-cuscinetto tra il Papa (ancora potenzialmente pericoloso per i bolognesi) e la Signoria, mentre Camerino voleva evitare di avere un nemico in più nell'Italia centrale.

    Tra il 2 e il 3 ottobre finalmente si raggiunse un compromesso a Camerino, dove Giulio Cesare da Varano invitò Annibale Bentivoglio a firmare una pace con cui Camerino cedeva Siena e il suo contado ai bolognesi e pagò una sanzione di 300 ducati per il rimborso delle spese di guerra.
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    Fu così riformato l'assetto territoriale della Signoria: Era divisa in tre vicariati, quello di Bologna governato dal Signore in persona, e quelli di Pisa e Siena, scelti su nomina del Signore. I Vicariati erano poi divisi in Contadi, gestiti da un Capitano di Montagna o di Pianura. Ogni Contado era sede di sottoprefettura, conestabile e di un castello, con una piccola milizia a difesa del territorio ed inoltre erano divisi in più circondari.

    A novembre venne applicata la riforma agraria anche nei territori di Pisa e nei suoi contadi.

    Nei primi mesi del 1490 vengono varate le riforme militari: L'esercito si suddivise in tre armate, una per vicariato. Ognuna era formata da un reggimento di truppe di Bologna, uno di milizie del luogo, e uno di cavalleria. A Pisa gli ingegneri militari erano riusciti a sviluppare armi da fuoco a canna corta, che sparavano palle di ferro. Il pezzo d'artiglieria ottenuto, tra i primi d'Europa, era denominato "obice", simili a quelli che avevano i borgognoni. Fu quindi costituito un reggimento d'artiglieria a Pisa.

    Il 21 marzo arrivò dal Principe di Ragusa Cesare Bona una proposta di matrimonio tra sua figlia Augusta Bona e il figlioletto di Annibale II Cornelio.

    Durante l'anno il signore diede sviluppo all'architettura, chiamando a corte artisti del calibro del Bramante o i fratelli Giuliano e Antonio da Sangallo, che costruirono palazzi privati come quello della famiglia Ghisilardi o nuove architetture militari nei dintorni di Siena come la Rocca di Pitigliano, costruita come una fortificazione alla moderna a difesa dei territori di Bologna contro il Papato. Intanto si continuò nella costruzione della Basilica di San Petronio. Ciò portò anche a un rischio di rivolte, perchè Annibale per proseguire i lavori dovette imporre nuove tasse, soprattutto agli ecclesiastici e al popolo. Inoltre furono ammodernate le strade del Vicariato di Pisa, e costruite delle nuove per favore i contatti tra il pisano e la Capitale.
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    Oltre agli investimenti nelle arti, non vennero certo a mancare gli investimenti militari e della guerra, di cui Annibale II sembrava sempre preoccupato di mancare innovazioni tecnologiche e di essere dunque soppiantato dagli altri stati. Gli investimenti sull'amministrazione e sul governo invece erano sempre crescenti, poichè i burocrati che uscivano dalle unversità di Pisa e Siena, ma soprattutto dallo Studium della capitale, erano ben formati e costituivano una classe dirigente attenta e innovativa.
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    il mondo nel 1490
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    la Signoria di Bologna nel 1490
     
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