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Colonialismo: scelta difendibile?

Discussione in 'Off Topic' iniziata da picocco, 12 Maggio 2008.

  1. picocco

    picocco

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    Apro questa discussione prendendo spunto da alcune affermazioni presenti in "fascismo/squadrismo".

    Ho sempre ritenuto il colonialismo profondamente immorale, sia nelle motivazioni ideologiche," la missione dell'occidente sviluppato e civilizzatore", che nelle conseguenze pratiche, l'occupazione "manu militari" del territorio e il successivo sfruttamento economico; per non parlare degli strascichi che ancora oggi si trascinano soprattutto nel continente africano.
    Sono convinto che nessuna nazione avesse "Diritto" ad un impero coloniale e se la storia ovviamente ha avuto gli sviluppi che conosciamo è perchè i rapporti di forza e gli interessi politico-economici delle nazioni europee spingevano in quel senso.
    D'altronde non ignoro che molte cose positive sono state fatte nelle colonie, ma il prezzo pagato dai "colonizzati" è sempre stato altissimo e comunque quasi mai richiesto.
    In fondo anche i Cinesi in Tibet hanno portato la "modernità" ma.......

    Sarei curioso di sapere il vostro parere perchè è sempre istruttivo vedere il mondo con gli occhi di qualcun'altro .
     
  2. qwetry

    qwetry

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    andare a sfruttare paesi vicini "non civilizzati" è ingiusto quanto è ingiusto che un ragazzo "bullo" obblighi altri ragazzi più deboli a dargli i loro soldi della merenda...

    in alcuni casi i colonizzati hanno avuto dei vantaggi ma che sono sempre stati inferiori a ciò che hanno perso
     
  3. Caronte

    Caronte

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    se prendiamo a modello il colonialismo inglese esso fu vantaggioso fino a un certo periodo, poi le spese per mantenerlo si fecero elevate e le ricadute politiche sempre più pesanti; alla fine l'inghilterra riuscì però a rimanere in ottimi rapporti con molte ex-colonie che spesso furono anche pronte ad aiutare in campo bellico (perfino un pacifista come ghandi sostennte l'intervento armato a soccorso degli inglesi).
    Non credo che i colonizzatori avessero un diritto o un destino manifesto che li giustificava, semplicemente era una cosa utile ai fini politici ed economici: escluse quelle motivazioni non aveva nemmeno senso imbarcarsi in certe avventure.
     
  4. Mimmmo

    Mimmmo Banned

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    Il pensiero corrente spinge gli europei al senso di colpa, aver colonizzato il globo è stato un crimine abberrante da associare alle crociate, all'olocausto, e a tutta un'altra serie di menate "perbeniste" e "benpensanti". Abbiamo strappato la libertà all'africa, l'attuale situazione africana è dovuta al colonialismo? O ad una frettolosa decolonizzazione?

    Nella mia visione ideologica dichiaratamente distorta il colonialismo non si può definire come cattivo a priori come fa oggi il rastone suonando i bonghi a parco sempione o la giovane marmotta che la domenica mattina va a messa. Il colonialismo non è ne male ne bene, è un processo storico complesso che ha avuto delle conseguenze, alcune buone, alcune cattive con molte differenze rispetto ai luoghi dove è stato intrapreso.

    L'enciclopedia dei poracci definisce il colonialismo come l'estensione della sovranità di una nazione su territori e popoli all'esterno dei suoi confini. Prendendo come esempio il caso del nostro paese la conquista del sud Italia da parte della dinastia dei Savoia non aveva forse alcuni tratti tipici del colonialismo? Certamente, eppure il risorgimento è studiato nelle scuole come un fatto positivo mentre la conquista della Libia come un fatto negativo. Eppure bisogna essere in grado di criticare altrettanto pesantemente la lotta al brigantaggio nel sud italia come la lotta al brigantaggio nella Libia. Ciò detto poi si può comunque convenire nel fatto che un'Italia moderna unitaria non sia troppo male come sul fatto che la Libia sotto gli italiani non sia stata una catastrofe di cui strapparsi i capelli. Piangiamo gli eventi spiacevoli ma poi tiriamo le somme generali in tutta tranquillità.

    Tornando alla situazione africana attuale io trovo ipocrita l'atteggiamento occidentale. Si dice "o poverini" perchè son stati dominati per secoli, ci si rallegra per la loro indipendenza, ci si lancia a proclamare aiuti e a far collette ma poi si ciurla nel manico ogni volta che si deve far qualcosa. A mio parere non li stiamo trattando da uomini ma da mendicanti degni solo di commiserazione, nel mio modo di pensare era più umano il colonialismo, era addirittura (che eresia) più fraterno! L'Africa senza aiuto non va da nessuna parte, bisogna sorreggerla ed indirizzarla. Non si può toglier le stampelle a uno zoppo, negargli l'appoggio sulla spalla e poi incitarlo a camminare. A cosa a portato la decolonizzazione veloce? A tutto ciò che c'è adesso.
     
  5. ange2222

    ange2222

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    allora vuoi la rissa n.2???

    va bene che è un fazioso comunista,
    ma le cifre di Del Boca sulle vittime dell'occupazione della Cirenaica sono mostruose.

    PS: il colonialismo non era fraterno, quando andava bene era paternalismo, quando andava meno bene era schiavismo.
     
  6. AntonioLopezDeSanta Ana

    AntonioLopezDeSanta Ana

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    Concordo con Mimmmo,decolonizzazione troppo veloce.
    Guardate adesso l'Africa come è ridotta,non è una loro colpa,ma non sanno autogestirsi,mandiamo aiuti e vanno regolarmente nelle tasche di qualche uomo politico.
    In Africa ogni 3 x 2 c'è un dittatore nuovo.
    Credete veramente che ad un cittadino dell'entroterra ugandese importi veramente se il suo paese è indipendente o è sotto dominio inglese?
    Il Colonialismo non fu certo un atto di benevolenza è vero,ma non fu nemmeno un atto di ferocia come viene descritto,per gli abitanti nativi delle colonie cambiava poco da quando cacciavano nella giungla a quando lavoravano per gli europei,apparte determinati casi di vere e proprie guerre contro i popoli d'africa,se non mi sbaglio le più efferate fuorno quella tedesca e quella inglese nell'africa subsahariana,ma per il resto voi dovete dirmi che male c'era nel colonialismo,considerando che la qualità di vita dei nativi migliorò notevolmente(ripeto i casi di sterminio o di espropriazione della terra sono da vergognarsi ma non è quello che intendo io)
    Tutto questo al prezzo di qualcosa che i nativi neppure sapevano di avere,i minerali.
     
  7. Mimmmo

    Mimmmo Banned

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    In Libia sono state fatte molto porcate(sia prima che durante il ventennio), questo dev'essere riconosciuto, non lo nego e me ne dispiaccio io per primo. E ti arrivo anche a dire che prima del governatorato di Balbo l'amministrazione locale non lavorasse poi tanto bene. E' per questo che non faccio della colonizzazione italiana in Libia il mio stendardo, ti dico chiaramente che la considero un'occasione sprecata e un terreno vittima di alcune tremende atrocità italiche. Così come non faccio un mio stendanrdo del colonialismo belga in congo ad esempio. Ma il caso dell'Eritrea lo vedo gia diverso e oggettivamente mi sento di considerarlo molto più positivo.

    Comunque tanto per dire, anche la repressione del brigantaggio è stata bella dura e si è arrivati anche a ideare un piccolo campo di sterminio ante litteram nel nord, di quello dobbiamo andare fieri? No, è un tassello che si inserisce nella storia d'Italia, nel futuro spero che non capiti nulla di simili ne alla libia ne al sud italia ne a nessun'altro stato del terzo mondo. (cinismo no grazie)
     
  8. picocco

    picocco

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    L'olocausto non è una "menata perbenista e benpensante", spero di aver capito capito male io, altrimenti è inutile discutere.

    L'esempio dello zoppo a cui si tolgono le stampelle è calzante, però le gambe gliele avevamo spezzate noi, confondi le cause con gli effetti.

    Il Tibet è colonizzazione buona o cattiva? Quando regnava il Dalai Lama di fatto esisteva ancora la schiavitù, dovremmo quindi ringraziare i Cinesi ?

    Il senso di colpa europeo che tu tanto deprechi non mi sembra affatto il pensiero dominante, le decisioni delle cancellerie governative e dei consigli d'amministrazione delle multinazionali non ne risentono affatto.
     
  9. Mikhail Mengsk

    Mikhail Mengsk

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    Bah, il colonialismo avrà anche portato un po' di sviluppo (molto a macchia di leopardo, la grande maggioranza delle popolazioni locali non ne ha mai beneficiato) ma ha spogliato intere aree geografiche di risorse, ha annientato interi popoli e ha spazzato via il modo di vivere degli altri.

    Se l'Africa è un caos sanguinoso è anche perché gli europei ci hanno messo le mani. E oltretutto gli abbiamo tolto qualsiasi possibilità di trovare una loro via verso il progresso. Gli abbiamo imposto il nostro, contaminando la loro cultura, che ora unisce l'individualismo e l'avidità consumistica alle loro assurde faide tribali. Una marea di gente che SA che c'è un modo di vivere dignitosamente e che SA che non può permetterselo. QUesto ovviamente genera odio, che viene incanalato e ridiretto dai vari dittatori, creando altre stragi.

    Già che c'eravamo gli abbiamo dato anche le armi necessarie per sterminarsi a ritmi allucinanti.

    Tutto questo mentre le multinazionali e i governi continuano a sostenere i vari dittatori, vendendogli gli strumenti coi quali torturano i loro sudditi e riempiendoli di soldi, in cambio dello sfruttamento delle loro risorse. LA Nigeria è un ottimo esempio.

    La decolonizzazione ha portato popoli diversi a convivere negli stessi stati, rinfocolando lotte per il potere e rivalità tribali. L'esempio del Rwanda col genocidio dei tutsi ad opera degli hutu è lampante.


    Il colonialismo è stato forse inevitabile (c'è del colonialismo nella storia di qualsiasi stato) e sicuramente un ottimo affare per i colonizzatori. Ma le atrocità e le conseguenze negative annullano qualsiasi vantaggio abbiano ricevuto gli stati colonizzati.

    L'India è un caso a parte, ma in effetti il sistema di caste e la supremazia Hindu hanno contribuito a cementare il paese. E anche lì mica tanto: quante guerre equanti eccidi tra musulmani e hindu? Ora hanno pure le bombe atomiche...
     
  10. picocco

    picocco

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    Scusate il doppio intervento ma altrimenti mi confondo :shy:

    Dire che cambia poco tra l'essere liberi e l'essere schiavi è un po grossa.
    E' vero che gli aiuti se l'intascano i politici, ma tanto poi ce li ridanno comprando le nostre armi...

    Perchè l'Europa continua una politica protezionistica in campo agricolo, affossando le esportazioni africane e poi con il FMI pretende politiche liberiste per concedere i prestiti agli stessi governi?
    Perchè si mandano come aiuti alimentari "umanitari" le eccedenze agricole occidentali (facendosele comunque pagare) invece di comprare in loco, distruggendo così quel poco di economia interna?

    Decolonizzazione veloce? ma la decolonizzazione in tantissimi stati non c'è mai stata!
    Si, è stata "concessa" l'autonomia politica, ma l'economia è rimasta in mano occidentale ed è impressionante vedere come dietro ad ogni "conflitto interno" ci siano precisi interessi contrapposti di governi e multinazionali occidentali o orientali, altro che senso di colpa, non è un caso che le nazioni più ricche di risorse siano anche quelle più tribolate.
     
  11. Mcgerm

    Mcgerm

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    non esiste e mai è esistita una giustificazione morale al colonialismo, al massimo una base teorica che come tutte le teorie non scientifiche non può dirsi nè giusta nè sbagliata, qualcuno l'ha usata a proprio uso e consumo.
    il colonialismo ha segnato una profonda differenza tra individui, alcuni (pochi e bianchi) avevano molti più diritti degli altri (molti e tendenzialmente neri) sancendo una discriminazione profonda che perdura ancor oggi.
    il colonialismo non ha portato vantaggi a certi paesi africani, ma solo ad alcune elitès dei suddetti paesi, ma la vita di un masai di oggi non è incredibilmente diversa da quella del suo trisavolo del 1800
    in più tali elitès non sono state preparate a prendere il potere, ne hanno potuto imparare dalla "madrepatria" quello che di buono queste avevano da offrirgli, in primis il concetto di democrazia e di rappresentanza
    io sono abbastanza d'accordo che la decolonizzazione si stata veloce e in larga parte irresponsabile, per una parte importante anche a causa delle istanze degli ex-colonizzati che pensavano sbagliando, di poter essere in grado di fare tutto da soli.
    complessivamente giudico quindi, il colonialismo come un processo storico che ha prodotto più danni che benefici, benefici che sono comunque concentrati nelle mani di pochissimi che li usano a proprio uso e consumo (nei casi più illuminati ad auso della propria etnia), ma come ogni processo storico si è sviluppato nell'esatta maniera in cui si doveva sviluppare e quindi noi possiamo anche analizzarlo ma la domanda da porsi sempre è: meglio o peggio rispetto a cosa? domanda a cui non avendo la palla di vetro nessuno potrà mai dare una risposta concreta, quindi accettiamolo come un processo in divenire i cui effetti si riverberanno ancora per secoli a venire
     
  12. Solctis

    Solctis

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    Dipende dalla propria etica; conosco persone che non avrebbero difficoltà a definire come positiva l'esperienza coloniale europea (e non) sul mondo, come conosco alcuni che di certo avrebbero uan visione dle tutto antitetica.
    In via definitiva non penso sia giusto però, come peraltro sottolineato da Mimmmo, continuare a vivere con quelle forma mentis post-bellica che ci ha portato a condannare tutto ciò che è stato fatto durante un dato periodo solo perchè all'epoca sulle poltrone c'erano i 'cattivi'.
    Detto questo io innanzitutto provvederei a fare una seria distinzione fra i diversi tipi di colonizzazione partendo dalla definizione proposta da Mimmmo.
    Consideriamo ad esempio le colonie storiche (senza infognarci nel solito conflitto interno italico), ossia quelle inglesi, quelle francesi e quelel spagnole.
    Le prime erano colonie sia di popolamento (Oceania per esempio) che di sfruttamento (India) che di Sviluppo industriale ed aspettativa economica individuale (Nord America); le seconde erano colonie sia di popolamento (Quebec) che di sfruttamento (Caraibi ed Africa centro-occidentale); le terze erano colonie di sfruttamento (tutto l'Impero Spagnolo ed in particolare l'America Insulare, Centrale e Meridionale) e sviluppo industriale (vedi sopra) con la particolarità che il contatto con gli indigeni schiavizzati ha portato ad un miscuglio (come nelle colonie francesi) ed una progressiva popolazione.
    Detto questo dovremmo a nostra volta distinguere le varie ondate di colonizzazione, ossia a mio modesto parere:
    Colonialismo spagnolo: (1493, colonizzazione di Hispaniola - 1808, 13 stati indipendendenti nel sudamerica spagnolo), interessò tutta l'area mesoamericana, vaste zone del Nordamerica sud-occidentale, la Florida, il Sudamerica (ad eccezione del Brasile) e le Filippine.
    Colonialismo portoghese: (1505, occupazione del Mozambico - 1815 nascita del Regno indipendente del Brasile), interessò il Brasile, le coste africane con stabile presenza nel Golfo di Guinea, in Angola e nella costa orientale, l'India occidentale, Timor, Macao e le isole dell'Oceano Atlantico.
    Primo colonialismo francese: (1608, inizio colonizzazione della Nuova Francia - 1815, Congresso di Vienna e cessione di gran parte delle colonie alle altre potenze europee), interessò il Quebec, la regione dei Grandi Laghi, le pianure del Mississipi e la Lousiana, in Nordamerica, Saint-Dominique nei Caraibi, la Guiana francese in Sudamerica, alcune isolette caraibiche e l'India occidentale (quest'ultima perduta insieme al Canada per mano degli inglesi nel 1757 come risoluzione della Guerra dei Sette Anni).
    Colonialismo olandese: (1619, fondazione Batavia o Giacarta - 1949 indipendenza indonesiana), interessò l'attuale Indonesia (ad eccezione di Timor) ed alcune isole delle Piccole Antille. Fu olandese inoltre un insediamento nell'isola di Manhattan chiamato Nieuw Amsterdam (Nuova Amsterdam), che sarebbe poi stato ceduto agli inglesi diventando la futura New York.
    Primo colonialismo inglese: (1607, fondazione del primo insediamento permanente in America a Jamestown in Virginia - 1783, Trattato di Parigi, riconosciuta l'indipendenza degli Stati Uniti d'America), interessò il Nordamerica orientale, la Nuova Scozia, la Terranova, la Terra di Rupert, le Bahamas, la Giamaica, il Belize e gran parte delle isole delle Piccole Antille.
    Colonialismo russo: (1581, Ermak comincia la colonizzazione dei territori oltre i Monti Urali - 1915, Prima Guerra Mondiale e Rivoluzione d'Ottobre), interessò la Siberia, l'Alaska, l'Asia centrale ed il Caucaso (si escludono le annessioni in Europa)
    Secondo colonialismo inglese: (1753, inizio infiltrazione inglese in india - ), interessò il Sud Africa, il Canada, l'india, Ceylon, la Malesia, l'Australia, la Nuova Zelanda, la Guiana occidentale e le isole atlantiche.
    Secondo colonialismo francese: (1830, inizio della conquista dell'Algeria - 1859, annessione di Saigon), interessò l'Algeria, il Vietnam, la Guiana orientale, il Senegal, il Gabon, le Isole di Tahiti e la Reunion.
    Terzo colonialismo inglese: (1870, nuova spinta colonizzatrice europea - 1956 inizio decolonizzazione possedimenti africani), interessò il Bechuanaland (Botswana), la Rhodesia (Zambia), l'Uganda, il Kenya, il Somaliland l'Egitto, il Sudan, la Nigeria, la Costa d'oro, la Sierra Leone, il Gambia, lo Yemen, il Kuwait, la Birmania, Papua Nuova Guinea, il Brunei, e molti archipelaghi polinesiani; si mantennero i precedenti possedimenti e si stabilirono insediamenti commerciali con la forza in Cina (risale a questo secolo l'acquisizione di Hong Kong dopo la Guerra dell'Oppio).
    Terzo colonialismo francese: (1860, inizio espansione nell'Africa Occidentale dal Senegal - 1962, indipendenza dell'Algeria), interessò il Marocco, tutta l'Africa occidentale sahariana, la Mauritania, la Costa d'Avorio, il Congo, il Madagascar, il Laos, la Campogia e la Nuova Caledonia. Come l'Inghilterra, anche la Francia impose la propria autorità commerciale ed economica in molti porti e fiumi cinesi.
    Colonialismo tedesco: (1870, fondazione dell'Impero Tedesco e inizio dell'espansione nell'Africa Centrale e Meridionale seguendo la politica economica ed imperialistica di Vismarck - 1918, sconfitta nella Prima Guerra Mondiale e perdita delle colonie), interessò il Camerun, la Namibia, il Togo e la Tanzania, contemporaneamente venivano stabilite delle teste di ponte in alcune isole dell'Oceano Pacifico, di cui le più estese erano le intere zone settentrionali della papua Nuova Guinea e le Isole Bismarck, e sulla costa nord della Cina.
    Primo Colonialismo italiano: (1869, acquisto della Baia di Assab, in Eritrea, da parte della società Rubattino - 1905, istituzione della colonia di Somalia); interessò il Corno d'Africa e, più precisamente, l'Eritrea, che divenne colonia nel 1890, e la Somalia, che divenne dapprima protettorato nel 1899 e poi colonia nel 1905.
    Secondo Colonialismo italiano: (1911, inizio Guerra Italo - Turca - 1912 fine guerra Italo-Turca); interessò i possedimenti turchi della Tripolitania e della Cirenaica, oltre alle isole del Dodecaneso.
    Terzo Colonialismo italiano: (1935, Guerra di Abissinia - 1943, Seconda Guerra Mondiale); interessò principalmente l'Abissinia (odierna Etiopia), conquistata nel 1935-36, l'Albania, annessa nel 1939 e finì con le sconfitte della seconda guerra mondiale.
    Detto questo mi concentrerei nella risposta alla domanda che, dovrete scusarmi, dal mio punto di vista è un'altra domanda.
    Il problema è stata la colonizzazione? Possibile, ma direia nche non solo; vorrei porre l'attenzione sulla decolonizzazione, che è stato il momento che a m modesto giudizio ha apportato i maggiori danni in quanto i vari signori della guerra locali hanno potuto impadronirsi di tutto quanto lasciato dagli europei.
    Sicuramente eticamente la colonizzazione dal mio punto di vista è sbagliata in quanto è imperialismo e quindi volontà di dominio, cosa assolutamente a me estranea; dall'altra parte però vorrei far notare che al di la della violenza dell'occupazione vi è da analizzare anche tutto un altro mondo fatto di progresso sociale ed economico di alcune delle aree colonizzate (Oceania e Stati Uniti d'America in particolare) a dispetto di un altro tipo di colonizzazione, anche più subdola ma molto più svantaggiosa per la popolazione locale (in particolare mi riferisco alla nuova forma di colonizzazione del terzo millenio, ossia la colonizzazione economica e culturale).
    Scusate la lunghezza.
     
  13. Driant

    Driant

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    e' sempre utile ricordare che discussioni come questa sono sempre tenute d'occhio;)
    Per buttare la mia invece vi dico che personalmente non ritengo il decolonialismo un evento che si sia svolto con troppa fretta. Spesso la verita' e' che dietro una facciata distesa, le grandi nazioni colonialiste hanno sempre puntato a non mollare l'osso lasciando il massimo caos possibile per poi ripresentarsi come salvatrice delle colonie (e quindi riprendere grande influenza sulla nazione "liberata".Gli africani sanno gestirsi benissimo come qualsiasi popolo della terra, il problema e' che sono molti gli interessi che marciano contro questo fatto.
    Un esempio lampante e' l'ex Congo Belga (esempio tra l'altro di colonizazzione selvaggia e perfettamente inutile alla popolazione locale)
    o agli atteggiamenti Francesi che ancora oggi (2008) perdurano in molte ex colonie di noi mangiarane...
     
  14. ange2222

    ange2222

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    trovo interessante la disamina di Solctis,
    anche se vorrei aggiungere un punto da essa trascurato (mi sembra):
    Colonialismo portoghese, seconda fase, dall'espulsione dal Brasile agli anni '70, quando iniziò la decolonizzazione.

    Durante questo periodo il Portogallo mantenne un impero coloniale molto importante per una base metropolitana ristretta come quella lusitana.

    Con la seconda guerra mondiale iniziò lentamente il disfacimento co la perdita di Timor e poi delle colonie in India,
    nel '75 cadde Salazar (anche a causa della politica coloniale) e il governo si avviò verso la decolonizzazione con l'indipendenza travagliatissima di Mozambico, Angola, Capo Verde, Guinea Bissau.
    La restituzione di Macao alla Cina chiuse l'era coloniale portoghese.
     
  15. Mcgerm

    Mcgerm

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    @solcitis: molto interessante le varie fasi storiche che proponi e molto acuta la suddivisione in "categorie" delle diverse colonizzazioni, però secondo me bisogna sottolineare due aspetti:
    1. tutte le colonie sono basate sullo sfruttamento delle risorse
    2. le colonie di popolamento sono state tutte utilizzate per localizzarvi strati di popolazione indesiderata (criminali o fedi religiose discriminate) o insostenibili (irlandesi, polacchi e italiani poveri e affamati), quindi è sostanzialmente un'altra forma di sfruttamento.

    Sono poi d'accordo che in alcuni casi la colinizzazione ha portato alla nascita di Paesi sviluppati, però bisogna sempre ricordarsi di tutti quei paesi che ancora oggi non sono sviluppati ed anzi chiamiamo terzo e quarto mondo.
    Ribadisco la colonizzazione ha provocato più danni che benefici, ma è stato un processo storico e come tale irreversibile, a noi cercare di non ripetere un neocolonialismo economico, militare o politico che sia, ma invece proporre un nuovo modello di relazioni tra stati


    Driant permettimi di contestare questa tua affermazione. Come più volte mostrato dalla cronaca e dalla storia degli ultimi 50 anni l'Africa è un continente in cui la maturazione dei diritti fondamentali delle persone e delle democrazie è ancora molto lontana da essere raggiunta. Certamente ci sono persone ed elitès che hanno a cuore lo sviluppo dei propri paesi e la democrazia, ma la popolazione è sfortunatamente ancora una grande massa di manovra legata a reti etniche o tribali.
    Per queste persone, che sono la grande maggioranza delle popolazioni africane è molto difficile parlare di autodeterminazione, diritti fondamentali, forme di goeverno democratiche e rappresentative. Non a caso i pochi paesi democratici stentano a tenere dritto il timone sotto le pressioni etniche o religiose di gruppi minoritari ma che hanno la forza di usare la popolazione come massa di manovra.
    Quindi a costo di passare da razzista (cosa che ti assicuro è lungi da me) penso che siano poche la parti dell'Africa in grado di autogovernarsi in maniera democratica, ma non per questo invoco una nuova forma di colonialismo, preferirei molto di più un accompagnamento da parte dell'ONU verso la reale capacità di autogoverno, sarà paternalismo, ma preferisco così piuttosto di vedere scontri assurdi in cui bambini diventano soldati...
     
  16. ange2222

    ange2222

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    uno dei danni del colonialismo è stata l'esportazione del modello "nazione" in tutto il mondo.

    la "nazione" è un concetto europeo, figlio della cultura europea, non automaticamente esportabile in altre culture.
     
  17. Maxim Hakim

    Maxim Hakim

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    Vorrei solo fare una precisazione: affermare che tutte le colonie erano necessarie allo scopo di sfruttamento economico significa ignorare la realtà, ovvero che gran parte dell'Africa è OGGETTIVAMENTE POVERA DI RISORSE.
    E questo non è colpa dell'uomo bianco, nero, celeste o viola che sia.
    Praticamente le uniche colonie che riuscivano per risorse agricole (spezie e metalli preziosi almeno in un primo tempo, poi arachidi, cacao e altri prodotti simili in un secondo tempo) ad autosostenersi senza continui interventi economici dalla madrepatria erano pochissime.
    Si può citare il Senegal, la Costa d'avorio, la parte mediterranea dell'Algeria e una strisciata di Congo per la Francia, la parte meridionale dell'Africa per gli inglesi.
    Il resto aveva solo interessi strategici (basi d'appoggio per la marina, cosa che poi con l'aumentata capacità delle navi diminuì di importanza) oppure per meri motivi di prestigio.
    Materie quali il petrolio o l'uranio non avevano alcun interesse negli anni della colonizzazione africana, quindi questo significa che l'intera africa sahariana e la gran parte dei territori dell'Africa centromeridionale erano solo foreste o scatole di sabbia improduttive e anche costose in termini di esplorazione (una spedizione esplorativa costa) e mantenimento (eserciti di occupazione, infrastrutture che bene o male dovevano essere costruite perchè il Congresso di Berlino sanciva che l'occupazione per essere appieno riconosciuta dalle altre potenze non poteva prescindere dalla costruzione di infrastrutture tipiche della "civiltà", ecc.).
     
  18. ange2222

    ange2222

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    un esempio tipico è la Somalia,
    per l'italia fu sempre una perdita economica e la cosa si accentuò parecchio sotto il governo De Vecchi, infatti volle espandere il dominio sulle popolazioni dell'interno (fino ad allora sostanzialemnte alleate e non suddite dell'italia).
    La grande azienda del duca d'aosta funzionò mediamente bene, mentre le piantagioni di banane poterono sopravviere a spese dei consumatori italiani sottoposti al monopolio.
     
  19. Maxim Hakim

    Maxim Hakim

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    Un libro interessante che mi sento di suggerire è "Politica ed economia del colonialismo 1870-1945" di Fieldhouse, ed. Bibloteca Universale Laterza. Ottimamente documentato e molto ben fatto, con analisi molto approfondite riguardanti la reale condizione economica dei territori coloniali (con perdite economiche annesse da parte degli europei).
    A quanto pare in Inghilterra ogni volta che c'era da approvare il bilancio per la attività del ministero delle colonie era una mezza tragedia...
    In definitiva, un pessimo affare, tranne, come ho già avuto modo di dire, per alcune zone.
     
  20. ange2222

    ange2222

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    quotissimo,

    naturalmente per gli inglesi l'India era un bel boccone,
    ma la gestione di un'infinità di isole, isolette, foreste, deserti, tristi plaghe assolate non era certo una gran vantaggio economico!
    c'è però da dire che c'era il vantaggio militare di poter assoldare truppe coloniali da mandare a farsi massacrare alla bisogna.
    Non penso si versassero calde lacrime a Londra quando morivano Sepoys o King's African Rifles
     

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