Premessa: ho impostato il guadagno dei core dopo un anno. Lo so che così è troppo facile, ma non avevo voglia di aspettare 50 anni per creare l'Italia. UNA STORIA ITALIANA Anno Domini 1399: la Repubblica Toscana è un piccolo Stato mercantile del centro Italia, che confina a nord con il Ducato di Ferrara, ad est con il Ducato di Urbino, a sud e ad est con gli Stati Papali e a ovest con i territori milanesi in Toscana. Il Doge è Maso degli Albizzi, in carica dal 1382. Da diciassette anni governa uno Stato debole, sempre sull'orlo della bancarotta e a rischio di annessione da parte delle potenze vicine, con unico alleato il Ducato di Ferrara. Il Doge è stufo: mettendo a rischio la precaria stabilità finanziaria della Repubblica, recluta un secondo reggimento di fanteria e dichiara guerra al Ducato di Milano per riconquistare il territorio senese, appartenente di diritto a Firenze. Gli alleati Ferraresi lo seguono in guerra e tengono impegnato l'esercito Milanese mentre i Fiorentini occupano Pisa e Siena. Milano, già logorato da una guerra contro la Savoia, non può far altro che cedere le due province, che entrano a far parte della Repubblica. Dopo la conquista, il Doge, ormai anziano, decide di ritirarsi a vita privata, e viene eletto Biagio Pieroni. Per governare meglio i territori, il nuovo Doge emana una riforma volta a centralizzare il potere e diminuire le autonomie locali. Scoppia però una rivolta guidata da un certo Danilo Boncompagni Senni, che si proclama il vero Doge della repubblica. L'esercito toscano, appena smobilitato, non può far fronte alla rivolta e nel 1405 il Boncompagni diventa il nuovo Doge. La popolazione non si può lamentare: l'usurpatore è un accurato amministratore e un genio militare, anche se un diplomatico poco accorto (9,9,3). Poco dopo l'inizio del mandato, Boncompagni deve fronteggiare una guerra contro gli Stati della Chiesa, che vogliono annettere la Toscana. La situazione sembra disperata, e anche Ferrara si rifiuta di aiutarci contro il Papa. Fortunatamente scoppiano delle rivolte nel Lazio, che, tenendo occupato l'esercito papalino, permettono all'esercito toscano, guidato dal Doge in persona, di occupare Marche e Romagna. Il Papa, fuggito a Napoli Perugia a causa della rivolta, accetta di cedere le due regioni, per non dover combattere su due fronti. La Repubblica Toscana adesso è lo Stato più potente del centro Italia.
LA REPUBBLICA ITALIANA Con le recenti conquiste nel centro Italia, la Repubblica Toscana ha accumulato una quantità di infamia non indifferente, che ha portato al peggioramento delle relazioni con il Regno di Napoli. Nel 1409 arriva la dichiarazione di guerra del sovrano napoletano, che senza perdere tempo mobilita la sua armata e inizia ad assediare Ancona. L'armata toscana, una volta pronta, si muove contro l'esercito nemico e al comando del Doge Boncompagni ottiene una magnifica vittoria nella battaglia di Jesi, sconfiggendo il nemico nonostante l'inferiorità numerica. I Napoletani si ritirano in Abruzzo per far riposare i soldati e per reintegrare l'esercito, mentre l'armata della Repubblica cinge d'assedio Roma e la conquista dopo 4 mesi. I soldati napoletani intanto stanno ritentando di assediare Ancona. Il Doge, invece di attaccare i nemici, li lascia a farsi massacrare sotto le mura della città marchigiana e assedia Napoli, lasciata sguarnita. La capitale del regno cade dopo due mesi di assedio e re Ferrante I è costretto a cederci Roma. La Repubblica adesso possiede Roma, la capitale del mondo! Il Doge è così euforico per la recente conquista, che decide che Roma non può rimanere una cittadina di provincia. La capitale viene spostata nella Città Eterna, e viene creato un nuovo Stato, la Repubblica Italiana. Boncompagni, ora Doge d'Italia, si ritiene erede legittimo dell'antico Regno d'Italia, e accampa pretese su tutti i territori dell'Italia del nord. Si decide di attaccare Ferrara, senza badare al fatto che per anni è stata alleata della Toscana. La dichiarazione di guerra viene ad agosto 1415, e i territori ferraresi sono subito occupati ed annessi. A difesa del piccolo Ducato però, dichiarano guerra all'Italia Milano, Venezia, Aquileia e i Duchi di Savoia. Le truppe Milanesi sono più numerose di quelle Italiane, ma ancora una volta il genio militare del Boncompagni le porta a prevalere. Nel 1417 Milano cade e tutto lo stato viene annesso dalla Repubblica. Rimangono solo i Savoia, Aquileia e Venezia a combattere, ma dopo l'annessione del Piemonte il patriarcato chiede e ottiene una pace bianca. Venezia, ormai sola, cerca di resistere alle armate Italiane, ma inutilmente. La provincia di Treviso viene conquistata e ottenuta durante le trattative di pace. Il Doge aveva accarezzato l'idea di conquistare la città di Venezia,ma la flotta Veneziana era invincibile e quella Italiana quasi inesistente, e si deve accontentare. Ormai all'Unità mancano solo Venezia, Genova e il sud Italia.
