Secondo voi qual'è il "modello" di aeronautica che funzionò meglio? espongo le seguenti tre varianti risalenti alla WW2: 1) Modello Goering-Balbo: tutto quello che vola è dell'aeronutica 2) Modello anglo-franco-sovietico: aeronutica autonoma + aviazione navale facente parte della Marina 3) Modello "Oceano Pacifico" (USA-Giappone): aviazione della marina + aviazione dell'esercito (+ aviazione dei marines), quindi niente forza aerea autonoma.
dipende..... se sei gli stati uniti e produci 250.000 aerei puoi pure permetterti l'aviazione della guardia costiera, quella della forestale e quella dei pompieri. Se sei l'Italia e produci 246.000 aerei in meno degli avversari, sarebbe meglio concentrare le forze......... Poi dipende da che produci e da come lo usi...... Il modello migliore in teoria è che ognuno si fà la sua aviazione, così si costruiscono aerei ad hoc, per quel ruolo, con prestazioni adatte.
I modelli proposti sono quelli delle "7 grandi potenze" di allora, trascurando le enormi differenze di capacità produttiva. Mi sembra che poche (o nessuna) potenze navali minori adottassero il sistema della forza aerea unica, che restò (imho) prerogativa dell'asse roma-berlino. Nel dopoguerra il sistema 3 scomparve: il giappone fu demilitarizzato e gli USA crearono l'USAF. Ad oggi il sistema n. 2 dovrebbe aver soppiantato tutti gli altri.
Trascurando la capacità produttiva....mi sembra un tantinello, fuorviante lasciare questo punto.....comunque sulla russia, come ribadito parecchie volte, non ne sò praticamente niente. Non credo tuttavia che avesse un'aviazione navale molto sviluppata, o sbaglio? Boh, qualcuno mi illumini. Francia idem. Sulle altre.......... GB, USA e Giappone.....guardacaso sono le prime 3 nazioni al mondo per tonnellaggio........forse forse la flotta ha un'importanza maggiore se non paritaria con l'esercito? In GB sicuramente la marina è la 1° arma, in giappone idem, negli USA forse no, ma duranente le selezioni...di solito gli scarti finivano all'esercito.....quindi.....diciamo che nei paesi dove la marina aveva un'importanza capitale, è nata un'aviazione di marina, nelle potenze continentali Francia, Germania e Italia....invece essendo prioritario defendere i confini terrestri, la marina e le forze aeree navali sono risultate di importanza secondaria. In Italia poi il discorso è ancora più complesso, in quanto l'arma "azzurra" divenne, un mezzo di propaganda per il fascismo, quindi DOVEVA mantenere un certo potere etc..etc...
infatti germania e italia adottarono un sistema unico, secondo il quale (anche per motivi politici) non ci doveva essere spazio per due forze aeree, l'urss aveva una forza aerea autonoma per la marina, era dotata di idrovolanti, ma anche di aerosiluranti e bombardieri basati a terra (Il-4) per USA e Giappone il discorso è molto diverso, i due corpi aerei (non forze aeree autonome) erano anche numericamente alla pari, anzi credo che l'aviazione della IJN fosse superiore a quella dell'esercito, almeno come qualità dei velivoli.
per come la vedo io a determinare questi tre diversi modelli concorsero una miriade di fattori molto diversi da paese a paese... Germania - HG su incarico del baffetto mise in piedi un supercolosso che a suo dire doveva controllare tutto ciò che avrebbe potuto anche solo lontanamente volare, cosa più che giustificabile in un paese che era quasi del tutto privo di interessi navali... ai tempi del kaiser se non erro c'era un'aviazione navale, soprattutto con funzioni di pattuglia e avvistamento, tali funzioni vennero mantenute, con l'aggiunta della cooperazione con gli u-boote, tuttavia era ben poca cosa rispetto all'appoggio a terra ed ai bombardamenti a tappeto... Italia - come già fatto notare l'aviazione era l'arma del regime, quindi la più politicizzata... non stupisce che l'aviazione della marina venisse soppressa nel '23, con i risultati che conosciamo... la mancanza di un'aviazione navale in un paese con forti interessi marittimi non poteva avere che le conseguenze evidenziate dalla storia... URSS - anche qui l'aviazione navale aveva una valenza politica (anche se non forte come in italia), ai tempi della rivoluzione infatti si schierò in blocco con i bolscevichi, è molto interessante notare come i russi supplirono alla mancanza di una flotta di superficie di una qualche entità mettendo in piedi una notevole forza aeronavale basata unicamente a terra... si parla di oltre mille aerei nel momento di massimo sforzo... UK - gli inglesi dopo aver creato la RAF tornarono sui propri passi e nel '37 tornarono a dare vita all'aviazione navale, l'FAA, che operò poi una forte transizione dall'idrovolante all'aereo imbarcato, tutto normale per la più grande potenza navale dell'epoca no? non bisogna poi dimenticare che nel '42 crearono anche l'AAC, ovvero un terzo organismo che raggruppasse le forze aviotrasportate... Francia - l'aviazione francese divenne autonoma solo nel '33, tuttavia l'aviazione navale conservò la sua indipendenza... anche grazie agli interessi navali francesi... US - l'aviazione della marina mantenne la sua tradizionale autonomia, orientandosi sempre più verso l'impiego delle portaerei, vale inoltre il discorso fatto da spqr sull'enorme capacità produttiva americana... non a caso solo gli yankee poterono permettersi addirittura l'USMCA, ovvero l'aviazione dei marines... e non si tratta di bruscolini se nel '40 il congresso autorizzava un piano che prevedeva di dotare la marina di 10.000 aerei, di cui oltre 1.000 solo ai marines... Giappone - anche qui grande tradizione per l'aviazione di marina che seppe mantenersi autonoma ed indipendente fino a superare la corrispettiva forza aerea dell'esercito... caso unico anche questo... l'impressione che ne ho ricavato è che sulla scorta dell'esperienza della WWI in europa la tendenza fosse quella di creare forze aeree autonome dall'esercito, probabilmente anche sulla scorte delle teorie sul dominio dell'aria... tendenze mitigate nel caso delle potenze navali dalla necessità di attuare una forte cooperazione aeronavale... viceversa US e giappone puntarono moltissimo sull'aviazione navale, anche a discapito di quella "ordinaria"... probabilmente influirono molto in questo caso fattori geostrategici, dovendo fronteggiare in entrambi i casi principalmente pericoli "marittimi"...
credo che il Giappone sosse un caso a parte: le due forze armate erano troppo importanti politicamente per permettere la creazione di una forza aerea autonoma; oggi tutti i paesi hanno seguito la via anglo-francese e così ci ritroviamo piccole forze aeree, l'Italia in questo caso eccelle, abbiamo l'aviazione dell'Esercito, quella della GdF, quella della Marina, (i carabinieri dovrebbero avere solo elicotteri). Quasi quasi rimpiango Balbo, anche se il suo sistema creò enromi carenze nelle battaglie aeronavali. PS: la RAF aveva il coastal command, come mai non era parte della RNAF? PS2: sapete che il primo corpo britannico ad utilizzare autoblindo fu la RNAF!!!!!
L'esercito giappo nell'ottobre 1944 stufo di doversi disputare le risorse che arrivavano in patria grazie alla marina pensò bene di dedicarne una parte per la creazione di una propria flottiglia mercantile, più tardi, nel dicembre del '44 si cominciò a caldeggiare persino la costruzione di una piccola portaerei (un mercantile riadattato) il 15 agosto i lavori erano quasi terminati, mancavano praticamente solo artiglierie antiaeree, il mercantile aveva il nome di kumano maru.
se posso permettermi, che le varie forze armate abbiano una minima capacità aerea non è sbagliato, altrimenti anche per avere cose semplici devo muovere due o più comandi. E' una tradizione non solo italiana, ma ormai abbastanza affermata. L'aviazione dell'esercito ad esempio, mica controlla i C-130 (ma non sarebbe completamente sbagliato se lo potesse fare) ma soprattuto elicotteri e aerei di collegamento; così come il servizio aereo della GDF o della polizia o dei carabinieri utilizzano velivoli leggeri e collegamento senza dover dipendere per le minime cose dall'aeronautica, mi sembra logico ed efficiente. Ve li vedete gli harrier imbarcati che devono chiedere autorizzazione al comando dell'avizione per poter decollare? Forse l'atlantic di pattugliamento costiero potrebbe essere al di fuori dei compiti della marina, ma probabilmente anche qui la scelta è di rendere quanto più possibile efficiente la coordinazione tra ricognizione e forze d'intervento il discorso se volete è simile per i marines, i quali hanno velivoli legati al loro ruolo operativo, così non hanno i trasporti o la ricognizione strategica o i bombardieri strategici ma solo velivoli tattici immediatamente legati all'impiego che gli usa fanno del corpo dei marines, ciò rende più snella la catena di comando e più rapida la risposta. Se volete è ciò che sempre più succede con le missioni internazionali in cui il comandante del contingente decide l'utilizzo delle varie armi secondo le esigenze di teatro.
Il punto 1 dovrebbe portare ad una più semplice gestione e maggiore uniformità nella produzione e nella logistica : quindi meno modelli, maggiore intercambialitià delle parti di ricambio, munizionamento comune. Di contro allunga la catena di comando, si dilatano i tempi di intervento, è più difficle coordinare le attività comuni. Il punto 2 ed il punto 3 non sono molto dissimili: in fondo se la marina ha una sua aviazione, l'altra è, se pur autonoma, maggiormente dedicata al supporto terrestre. Si ha una maggiore specializzazione di modelli adibiti a compiti particolari, una maggiore autonomia decisionale delle armi, specie nel punto 3, con una migliore coordinazione delle attività a livello tattico. Per contro può diventare più complicata la gestione della produzione e della logistica con potenziale duplicazione delle strutture, delle catene di approvigionamento, della allocazione delle risorse. Se non sbaglio l'aviazione dell'esercito e quella della marina giapponesi avevano differenti codificatori per l'identificazione dei veicoli (friend or foe) con la conseguenza che talvolta i gruppi si alzavano in volo per intercettare gli aerei dell'altra arma...