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Africa Settentrionale Round 3

Discussione in 'The Operational Art of War' iniziata da Luigi Varriale, 17 Novembre 2017.

  1. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Diario di guerra della divisione Ariete 17 settembre 1941, ufficiale alle comunicazioni.


    Proseguono le operazioni di rastrellamento a sud nell’ambito della battaglia del confine. Il tempo si è messo “al bruttino”, con qualche precipitazione sparsa tipica del settembre in Africa Settentrionale. Noi pioggia non ne vediamo, ma il col Ariosto ci dà comunicazione che nel suo settore il tempo è bruttino anzichenò.


    La divisione è stata destinata ad operazioni di contenimento dei rinforzi nemici provenienti da est lungo l’asse Matruh-Sofafi. compito assegnatoci dal generale Rommel, a cui la divisione è tutt'ora assegnata, è di distruggere tutto quello che ci capita a tiro. Abbiamo due problemi: il primo è la scarsezza di rifornimenti, acqua e munizioni. Siamo molto ad est del fronte e ben dietro le linee nemiche. I camioncini dell’eroica intendenza arrivano tanto raramente quanto fortunosamente dalla base logistica di El Cuasc, e comunque sono sempre a rischio di essere sorpresi da qualche colonna volante nemica. Il secondo problema che abbiamo è che pattuglie del V bersaglieri, che si sono avventurate a sud della nostra posizione, hanno avvistato colonne nemiche in avanzata lungo la pista Matruh – El Khamsa; fanteria motorizzata e cannoni, secondo il rapporto dei piumati del V battaglione. Il Postuma ha commentato questi avvenimenti definendoli n’a gruss’a ruttur e’cugggiuuuun, dal momento che non abbiamo forze sufficienti per presidiare anche quella pista e che comunque se non facciamo qualcosa, i reparti della 21^ panzer ed il gruppo Fabrizi rischiano di vedersi attaccato il fianco destro scoperto. Oltretutto quella strada la usavamo noi per rifornire la divisione e adesso invece è in mano al nemico, ragion per cui, come detto sopra, il volume di roba che riceviamo è di molto calato. Il buon maggiore Veinzel ci informa che il DAK sta ancora combattendo per riuscire ad accerchiare le forze nemiche appostate lungo il confine tra Libia ed Egitto, obiettivo Buq Buq, allo scopo di interrompere la Balbia e mettere a nostra volta i Britanninci in crisi di rifornimento. Questa guerra nel deserto si rivela sempre più pazza: niente fronte, niente punti fissi di riferimento, niente linea da difendere; solo sabbia vento e bussola, nel tentativo di non perdere l’orientamento, specialmente quando come adesso, la divisione si trova isolata al di là del campo nemico.


    Nei giorni scorsi abbiamo combatturo contro elementi della 7^ divisione corazzata inglese e contro un battaglione di fanteria sudafricano che si trasferiva al fronte. Un reggimento carri della 7^ ha tentato di rompere l’accerchiamento che avavamo imposto alla fanteria, ma il IX battaglione carri nostro, appoggiato dall’artiglieria, lo ha tenuto a distanza, così che il resto della divisione ha potuto concentrarsi sulla fanteri nemica. Abbiamo preso quasi 300 prigionieri che abbiamo disarmato ed avviato ad ovest sotto il controllo di una compagnia del XII bersaglieri. Adesso abbiamo in pugno il reggimento di cavalleria della 7^ corazzata, che abbiamo accerchiato ed il Postù sta trattando la resa con il loro comandante. Siamo ancora in attesa degli eventi.


    Direi che il nostro problema strategico è che fino a quando continuiamo a stare qui, possiamo magari sfasciare un po’ di roba che i Britannici mandano da questa parte, ma non abbiamo una grossa influenza sulla battaglia. Occorrerebbe riuscire ad interrompere la Balbia e la pista a sud per essere davvero utili alla causa. Vedremo.
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  2. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    27 settembre 1941


    Gli ultimi dieci giorni sono stati veramente terribili per la divisione. Abbiamo sostenuto pesanti combattimenti nella zona di Sofafi contro reparti misti della 7^ divisione corazzata inglese, che siamo riusciti a debellare grazie all’abile guida tattica del Postù che ha fatto un maschio lavoro guidando personalmente i reparti d’assalto in quasi tutti gli scontri. Le perdite della divisione sono state sensibili. Una compagnia del IX battaglione carri medi è stata completamente distrutta nei combattimento contro i carri inglesi, ed abbiamo consumato una quantità inusitata di munizioni. Questo è attualmente il problema più assillante per noi: ci troviamo circa una settantina di chilometri oltre le linee avanzate del corpo tedesco d’Africa e qui non arriva quasi più nulla. Non abbiamo acqua, non abbiamo benzina, ed anche le munizioni ed i viveri sono quasi a zero. Senza benzina non possiamo manovrare i nostri reparti e siamo tutti ridotti molto male. Fame e sete si fanno sentire ed dal Postuma all'ultimo bersagliere, tutti bestemmiano nei loro vari dialetti. Persino la tinozza da bagno del comandante se ne rimane vuota e malinconica, caricata su uno dei camion del comando divisionale. Finalmente il 7 sembrava che fossimo ad una svolta. Il reggimento bersaglieri in collaborazione con i carri veloci era riuscito ad individuare e circondare il comando divisionale della 7^ corazzata. I battaglioni carri medi avevano due giorni prima annientato l’ultimo reparto corazzato nemico che si frapponeva tra noi ed il rientro nelle nostre linee. finita questa operazione, tutti dicevano, ce ne torniamo alle basi a dissetarci e mangiare.


    Poi arrivava il contrordine del corpo tedesco d’Africa che ci intimava di organizzare la divisione per un ultimo sforzo in direzione di Buq Buq. Il fonogramma era fedelmente tradotto dal buon Venzel e consegnato nelle mani del Postuma in persona, di cui non vi dico le improperie alla volta di Rommel e di tutta la Germania. Meno male che Veinzel capisce l'italiano ma non il foggio-barese.

    Il fonogramma recitava:

    Puntata ricognitiva e di trattenimento forze nemiche in afflusso da est viene per ordine generale Rommel sostituita da ricognizione in forze direzione costa, obiettivo Buq Buq. Divisione Ariete si avvarrà suporto 21^ panzer in afflusso da settore forte Maddalena dove ha completato con successo rastrellamento resti forze nemiche. Si ordina attendere passaggio divisione panzer e di accodarsi a quest’ultima per completamento movimento aggirante XIII corpo inglese, che combatte contro nostri corpi di fanteria ad ovest. Acusare ricevuta firmato Rommel.


    Il Postuma voleva sapere ce cazz ten ind’a cheeepa stu rommééllll. Nun l’ha capit che nun tenimm na gocc’é benziiiiiin. L’ufficiale di collegamento lo rincuorava annunciandogli che i rifornimenti erano in arrivo con i reparti di testa della 21^. Noi dovevamo preoccuparci solamente di terminare la distruzione della Kampfstaffel della 7^ divisione corazzata e raggruppare i reparti per la puntata a nord.


    Il Postuma si organizzava quindi sotto la teorica direzione del genrale Uselli Mannoia per assolvere il compito affidato alla divisione, ed assegnava tuttle le posizioni per il completamento dell’accerchiamento del reparto nemico. A nord est si trovava ad agire il I carri veloci. Il Nizza, appoggiato del comando di Montemurro avrebbe agito da sud est, un complesso tattico misto carristi bersaglieri da sud, ed il comando divisionale stesso, appoggiato dal VII carri medi e dal comando reggimentale del magg Lucarelli da ovest. Obiettivo, sparare le ultime cartucce, pregando che fosse abbastanza per avere ragione del nemico.


    Mentre avevano luogo questi preparativi, il comando del IX carri medi, in riserva in quanto messo davvero male, segnalava che proveniva dalla pista di El Hamra un complesso motorizzato tedesco. Si trattava infatti dell’avanguardia della 21^ panzer che doveva transitare ad oriente della divisione per guidare la puntata sulla costa. Il colonnello Montemurro, all’estremità est del settore divisionale confermava di aver preso contatto con il comando del genrale Dedekin, che precedeva il comando del 104° reggimento shultzen, l’8° battaglione mitraglieri ed il 3° battaglione esplorante. Il Kampfgruppe Dedekin confermava che il resto della 21^ panzer seguiva per scaglioni,e che il 61° reggimento fanteria della divisione Trento, assegnato alla divisione tedesca, chiudeva la fila.


    Non erano però passate due ore dal passaggio dell’avanguardia germanica, e proprio mentre la divisione stava preparandosi all’ultimo atto dello spazzolamento della 7^ corazzata inglese, che cominciarono ad arrivare messaggi preoccupati da parte del II battaglione carri veloci che stazionava di sentinella sul versante nord del settore divisionale. Il Ten Col Gallo strillava per radio di vedere un enorme numero di truppe nemiche avanzare da nord in formazione da combattimento; principalmente fanteria motorizzata, ma in quantità industriali. Quasi nello stesso momento, il Kampfgruppe Dedekin comunicava di essere preso sotto il fuoco di fanteria neozelandese lungo la strada Sofafi-Buq-Buq e che mandava avanti una compagnia da ricognizione per investigare.

    Si manifestava evidente il fatto che i bastardi beduini non avevano nessuna intenzione di farci chiudere chiudere il sacchetto a Buq Buq. Anzi le truppe nemiche proprio da lì provenivano.


    La quantità industriale di fanteria motorizzata nemica, segnalata da Gallo si rivelò essere la quasi totalità della 2^ divisione sudafricana, neoassunta sul teatro africano e che non vedeva l'ora di menare le mani. Essa si abbatté come un tornado sulla divisione. Il I battaglione carri veloci subì in pieno l’impatto del 1° Durban rifles, e dopo aver perso quattordici carri L3, ad opera di fionde e e cerbottane nemiche, era costretto a ritirarsi in direzione nord est, visto che la fiumana di fanteria nemica non si arrestava certo con quel primo battaglione di boeri. La seconda batosta la subiva il V bersaglieri che non aveva il tempo materiale né la possibilità di ripiegare e veniva annientato là dove si trovava. Pochi sbandati si rifluivano sul Nizza Cavalleria. Un impatto terrificante testimonierà un giovane tenente di complemento sopravvissuto alla mazzata.


    Alla fine della ballata, il II carri veloci si trovava isolato e separato dal resto della divisione, così come pure il Kampfgruppe Dedekin che era transitato a nord. Tra i due tronconi, un muro di truppe sudafricane, che minacciava l’annientamento di entrambi i monconi di forze dell’asse o per lo meno di quello più debole.


    Dal momento che le sventure non vengono mai da sole, Proveniva pure, e poco dopo dalla zona di El Hamra da cui la 21^ panzer si era messa in movimento, un messaggio semidisperato del gruppo Fabrizi della Trento: una brigata dell 1^ sudafricana, coadiuvata da due battaglioni della 22^ guerdie, si era incuneata tra la coda della 21^ panzar ed il 61° reggimento della Trento. Questo, unito all'azione della 2^ sudafricana, separava la 21^ panzer in tre spezzoni senza collegamenti tra di loro, con l'Ariete rimasta appesa al gancio in mezzo al casino. Si ravvisavano pure infiltrazioni sudafricane addiritttura nell’area di Forte Maddalena, dove la Luftwaffe aveva da poco costruito un aeroporto di fortuna per un gruppo di Me-109.

    La 21^ panzer e l’Ariete, che avevano ricevuto l’ordine di accerchiare, erano a forte rischio di essere accerchiate per prime e separatamente eliminate. Robe possibili solo nel teatro africano.


    Diciamo tutti una preghierina per le divisioni dll'asse.
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  3. Luigi Varriale

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    Volevo ringraziarvi tutti per il tempo che dedicate alla lettura delle gesta della mia divisione Ariete digitale, formata da diciassette piccole pedine grigie.

    Fin da tredicenne, arrivato a pagina 815 del terzo volume dell'Ufficio Storico dell'esercito dedicato alle operazioni in Africa Settentrionale, scoppiavo in lacrime ogni volta, e non so quante volte ho letto l'opera tutta del Montanari. Mi ci voleva un'oretta per riprendermi.
    Oggi da vecchietto, piango ancora a pagina 815 ma meno di quando ero ragazzino. La pagina 815 contiene l'ultimo messaggio radio della divisione Ariete il 4 novembre 1941 alle ore circa 15:30

    "Carri nemici fatto irruzione a sud dell'Ariete; con ciò Ariete accerchiata. Trovasi circa cinque chilometri nord-ovest Bir el Abed. Carri Ariete combattono".

    Mi inchino di fronte a questi ragazzi ed ai loro ufficiali, non necessariamente in quanto italiani, ma in quanto combattenti - e che combattenti - mandati a crepare da un'élite di bastardi che non più bastardi delle élite degli altri paesi, hanno in più la colpa indelebile di essere stati degli incompetenti, pieni solo della loro boria e del loro arrivismo, pur incapaci.

    firmato luigi varriale
     
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  4. Daniel Morrison

    Daniel Morrison

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    Belle parole e gran bell'aar, complimenti.
     
  5. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Daniel Morrison grazie per i tuoi commenti. Qesto AAR è proprio in onore della gloriosa divisione corazzata Ariete e deve quindi essere all'altezza.
     
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  6. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    1 ottobre 1941 Divisione Ariete presso il nodo stradale di Sofafi

    Il contrattacco della 2^ divisione sudafricana ci ha imposto una battuta d’arresto. Con un camioncino dell’intendenza divisionale ed un plotone di motociclisti di scorta, mi reco al posto di comando tattico del Gen Dedeking per un aggiornamento sulla situazione. Il Generale con il suo semicingolo comando è riuscito a districarsi dal tentativo di accerchiamento del 1° Durban Light Rifles e si è portato a sud del nodo stradale di Sofafi, di strategica importanza perché è l’unico punto di accesso per la pista di Buq Buq, a meno di non voler aggirare l’intera scarpata di El Emba, con consumi i carburante che al momento proprio non possiamo permetterci.

    Arrivato al posto comando del generale in compagnia del fido Veinzel, ufficiale di collegamento divisionale, ci troviamo una confusione indescrivibile, con reparti frammischiati del 104° reggimento shultzen e perfino reparti nostri del XII bersaglieri. A Montemurro è stato aggregato il Nizza Cavalleria perché il suo 8° bersaglieri è ridotto ad un singolo battaglione e non è più in grado oramai di condurre operazioni offensive in profondità; decisione del Postuma che non mi vede del tutto daccordo.

    Il generale Dedeking ci accoglie cordialmente e ci informa di essere riuscito a districare il suo kampfgruppe dalle grinfie della 2^ sudafricana che l’aveva isolato dal resto della 21^ panzer, ed asserisce di avere pronti al combattimento il 3° battaglione esplorante con dieci autoblindo ed un panzer I, l’8° battaglione mitraglieri e la kampfstaffel del 104° reggimento shultzen, i cui due bataglioni sono però impegnaati a sud contro la puntata della 1^ sudafricana. Comunica altresì il generale che può mettere a disposizione la kampstaffel del suddetto 104° per l’attacco al comando della 7^ divisione corazzata, tuttora intrappolato sul margine della scarpata di sofafi, ma nessun altro reparto. Si duole anche del fatto che il I battaglione carri veloci nostro sia rimasto isolato dietro le linee nemiche, in quanto quando il suo kampfgruppe si è ritirato, il battaglione italiano, disorgnizzato, non è riuscito a seguire il movimento. Questa affermazione del Dedeking risulta veritiera ma incompleta, dal momento che è stata una decisione coscente del ten col Bisio di non abbandonare una delle sue compagnie al suo destino che stava recuperando i suoi feriti sul terreno dopo un violento impatto con il 1st Impala Light Horse. Ha preferito il colonnello rimanere indietro con l'intero battaglione. Anche questa decisione non mi vede del tutto daccordo.

    Obiettivo strategico della divisione sarebbe Buq Buq, con l’idea di tagliare tutti i rifornimenti agli Inglesi sulla via Balbia, ma a questo punto è chiaro anche al comando superiore che un ulteriore sforzo offensivo generalizzato della divisione è impossibile, sia a causa dello sbarramento organizzato dalla 2^ sudafricana, che anzi minaccia di cominciare lei operazioni offensive, sia a causa della nostra perdurante disastrosa situazione dei rifornimenti.

    Nel primo pomeriggio il previsto attacco al comando divisionale inglese ha luogo con la partecipazione principale dell’ VIII battaglione carri medi appoggiato da una compagnia del IX. Come aveva detto il genereale Dedeking, partecipa pure la Kasta del 104°. Gli Inglesi combattono con coraggio e la divisione ha una novantina di morti ed un M13 distrutto; ma quando intervengono i cannoni del 132° artiglieria, tutto finisce piuttosto in fretta e prendiamo un sacco di prigionieri, incluso il comandante della divisione gen William Gott, fresco di nomina. Finita questa operazione, la divisione si schiera lungo la scarpata con il seguente dispositivo ovest ad est: Il II battaglione carri veloci guarda il fianco destro divisionale e le proveneinze della pista per il passo di Alfaya. Alla sua destra l’ VIII battaglione carri medi del ten col Festa, con aggregata una delle due compagnie superstiti del IX, che ha ancora qualche proiettile da sparare. Alla destra di queste forze il reggimento bersaglieri Montemurro, di cui si dice che verrà presto promosso a generale di brigata per meriti di guerra ed assegnato al comando della divisione, avendo chiesto il gen Uselli Mannoia il reimpatrio per motivi di salute.

    In riserva divisionale il VII battaglione carri medi del maggiore Smissone e la 3^ compagnia del IX praticamente inutilizzabile perché rimasta con pochissime munizioni per i carri.

    Fulcro strategico delle prossime operazioni, dovrebbe essere secondo il gen Dedeking, lo sblocco di Sofafi, che però è occupata da un’intera brigata di fanteria nemica. Il generale propone, e mi prega di metterne a conoscenza il gen Mannoia, di utilizzare il battaglione carri veloci rimasto dietro le linee nemiche come perno di manovra per un attacco al punto forte nemico. Non ha dubbi il generale, che assestando un colpo forte a Sofafi e battendo la brigata nemica colà dislocata, sarebbe possibile far crollare lo schieramento dell’intera divisione sudafricana.

    Con ampi gesti sulla carta ed avvalendosi della traduzione del buon Veinzel, il generale suggerisce che il XII bersaglieri si porti alle spale del nemico via pista per el Hemba e che fatta questa mossa, il complesso nemico venga attaccato da quattro lati dal Nizza, dal XII e da tutti i reparti tedeschi in zona, segnatamente il 3° esplorante, il comando reggimentale del °104 shultzen e l’8° mitraglieri. Faccio presente al generale che benzina e munizioni sono al 20% per i reparti messi meglio e che ad esempio il XII bersaglieri è al 5%. Quello allarga le braccia e mi dice che l’alternativa è subire l’iniziativa nemica.

    Prima di congedarmi dal generale Dedeking, lo informo che ragguaglierò puntualmente il generale Mannoia. Mi faccio consegnare tutte le carte tedesche con i piani, raccatto il mio plotone bersaglieri motociclisti e mi avvio al comando della divisione, dove giungo tardi la sera.

    Rimanete in linea su radio diario Ariete per gli sviluppi della battaglia del confine.
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  7. huirttps

    huirttps

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    Come vedi l'uso del II btg carri L , aiutato con un attacco limitato del I btg carri L e VIII btg carri M, contro il btg fanteria inglese indebolito (5-9) in modo da chiudere una sacca in concomitanza del movimento proposto da Dedeking?

    Sempre che sia possibile attaccare tramite la scarpata.

    ps. Il 132 art é in riserva tattica?
     
  8. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Ho comunicato il tuo post al Postuma (interessante il gioco di parole). Quello mi ha risposto: "chu minch'a ei nu post?
    Gli ho detto di non preoccuparsi e di dirmi cosa ne pensa del piano.
    "M piac stu ritipìììss" ha detto, ma ce sta a scarpeeeeet .
    Generale, non è ritipiss. E' huirttps.
    Ma nun m scassà lu cazz !!

    Il piano sarebbe ottimo, ma la scarpata non ne consente l'esecuzione. L'8° carri M ed il II leggeri cadrebbero giù e si sfracellerebbero.

    Il 132° è in mobile deployment per riprendere un po' di munizionamento, ma verrà presto rimesso in azione
     
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  9. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    4 ottobre 1941 Scarpata di Sofafi, Egitto


    Tra ieri ed oggi la divisione si è giocata tutte le sue carte per sfondare al passo di Sofafi. Il comando del DAK aveva ordinato a noi, unica divisione ritenuta ancora in grado di poter attaccare verso Buq Buq, di trovare il modo di assaltare la posizione della brigata sudafricana trincerata al passo di Sofafi, distruggerla ed accarchiare le rimanenti posizioni della divisione nemica lungo la scarpata. Ci aveva promesso il DAK tutto il supporto aereo disponibile, ed a questo scopo aveva fatto richiesta ai generali Guarnerini ed Haigler, rispettivamente comandanti dell’aviazione italiana e germanica.


    La mattina del 3, un nugolo di nostri aerei di tutti i tipi passano sopra al comando divisionale; duecento piccoli ed un centinaio grandi. Per radio il ten Col Uzzi del XII bersaglieri ci tiene informati dell’andamento della battaglia, dato che sul campo appare l’aviazione inglese con circa una ventina di cacciatori. Uzzi ci riferisce che è battaglia grande e che i nostri bombardano e che molti aerei da una parte e dell’altra cadono in fiamme, mentre altri semplicemente si allontanano trainando fumo e sputando fiamme, perché sono danneggiati. Il bombardamento fa certamente molta inpressione ma non si può giudicare dei risultati.


    Il generale Dedeking ordina quindi ad un plotone delle sue autoblindo di andare a verificare in che ambasce si dibatte il nemico. Il 3° esplorante germanico è ridotto a nove autoblindo sdkfz 231-8 ed un singolo panzer I per la ricognizione, ragion per cui il ten col Kessler comunica a Dedeking che manderà una motocicletta con tre uomini. Seguiamo tutta la conversazione tramite il fido magg Veinzel. Tutto lo stato maggiore divisionale è riunito nei pressi della tenda del camion “tedesco” del maggiore. Il Generale Postuma vorrebbe avanzare il comando tattico della divisione al bivio alla sinistra del passo ma il Generale Mannoia rifiuta il permesso dato che la fanteria per la protezione del quartier generale è ridotta ad un plotone e non si possono correre rischi.


    Dopo breve conciliabolo alla radio, il maggiore veinzel ci informa che la ricognizione del 3° esplorante riferisce lo sfasciamento di molte delle posizioni della fanteria sudafricana, ma non si può pronunciare in maniera attendibile sulle perdite subite dal nemico. In particolare in un tratto, quello tenuto dal 1° reggimento fanteria leggera di Durban, i danni appaiono molto rilevanti, meno danneggiate le posizioni degli altri due battaglioni. A questo punto il generale Mannoia richiede l’apprezzamanto della situazione al Postuma.


    Il generale si sporge sulla carta tattica, insieme al colonnello Spadaro ed al generale comandante. Il generale Postuma afferma che il movimento di aggiramento da parte del XII bersaglieri suggerito dal Dedeking non è effettuabile per via della scarsezza di carburante e per via del fatto che è necessario aggirare l’intera scarpata di Bir Emba per sboccare alle spalle dei Sudafricani. Questa ipotesi va quindi esclusa.


    Il genrale Mannoia rivolge al Postù uno sguardo interrogativo.


    Alternativamente, prosegue il Postuma, se u kampfgrupppp du Dedekììììng c’apre la strada ad est du pass, e c lev dan'anz u battaglione di cannuuuuun nemic, possiamo permettere ai mitragliiiiir tedeschhhhh di collaborà con nuio all’attacco. In particolare suggerisc d cuncentrà tutti i carri meeeed o’ bivio e da sud d sviluppà l’attacc cu’ dddudcesm d Montemurr e u cummann del reggimento tedesc de shultzééééééénnnnn. Poi Se Dedeking va a combattere c'u semicingulat’o soio èi pure megl.


    Dopo questo titanico sforzo del Postù di “sfoggiare” il suo italiano (nel senso letterale del termine)gli ufficiali nella tenda si guardano perplessi. Si tratta di attaccare una brigata a pieno organico con quattro striminziti battaglioncini provati da mille battaglie e con scarsissimi carburante e munizioni.


    Il Postuma asseriva che occorre dare una spazzolata devastante e prolungata con il 132° artiglieria e poi dare corso all’attacco. Per lui l'attacco sarebbe riuscito, specialmente se il genereale Mannoia gli prestava il plotone carri del comando divisionale per lasciargli guidare le operazioni da davanti. Il genreale Mannoia rispondeva che il capo di stato maggiore della divisione non poteva rischiare di essere ammazzato in prima linea e vietava al Postuma di allontanarsi dal comando.


    Il maggiore Veinzel comunicava gli intendimenti della divisione, tralasciando il suggerimento del Postuma di montare sul suo semicingolato ed andare a combattere, al generale Dedeking che in linea di massima le approvava ed impartiva le relative istruzioni ai suoi subordinati. Per l’ora di pranzo del 4 tutto era pronto.


    L’attacco si apriva col previsto fuoco di preparazione del 132°. Gli artiglieri sparavano tutte e dico tutte le munizioni a disposizione sulla brigata nemica, e due ore dopo non erano neppure più in grado di alzare le braccia per sollevare un sassolino. Il 132° non sparerà più nemmeno una bacca fino a quando non arrivano i rifornimenti. La motocicletta di Kessler ed i suoi tre granatieri, acquattati tra rocce e sassi riferivano che gli effetti del fuoco italiano erano devastanti su lavori difensivi e sul personale della brigata nemica. Il Veinzel si complimentava con noi per la solita brutale efficienza dell’artiglieria italiana. Poi partiva l’attacco delle forze italo germaniche: lancia in resta, si buttava nel passo l’intero reggimento carri medi del tenente colonnello Lucarelli, con il VII in testa, seguito dal comando reggimentale, seguito dall’VIII e dall’unica compagnia efficiente del IX. Chi poteva sparare sparava, e chi no, senza munizioni, avanzava solo sparacchiando con le mitragliatrici. Dalla cresta sinistra del passo, su cui si erano inerpicati i mitraglieri di Dedeking, abbandonati i camion, si riversava un fuoco d’accompagnamento micidiale contro la fanteria nemica, che già frastornata e massacrata dall’artiglieria dell’Ariete, dopo breve resistenza si arrendeva in massa alle truppe dell’asse. Il XII bersaglieri non faceva nemmeno in tempo ad entrare in azione, ma collaborava al rastrellamento di numerosi prigionieri, insieme con il comando reggimentale del 104° Shultzen. Dopo qualche ora, il maggiore Veinzel comunicava che in nostre mani vi erano quasi mille prigionieri. Pochi gli scampati, e molte perdite tra le fila nemiche. Le nostre perdite si aggiravano intorno all’ottantina di morti, una motoretta sfasciata ed tre camioncini incendiati dai mortai sudafricani. Il numero limitato di prigionieri nemici, faceva capire in che stato fossero i sudafricani al termine del martellamento aereo ed a quello del 132° artiglieria.


    Gli sfottò alle madri bianche dei Sudafricani durò però poco. In primo luogo, un comando di brigata neozelandese si precipitava a tappare il buco provocato dalla manovra dell’asse, ma questo non era il problema principale. Nel tardo pomeriggio, giungeva comunicazione dal comando del generale Rommel di interrompere l’attacco, che era a quel punto già terminato, e di prepararsi per un eventuale ripiegamento su El Hamra, dove il grosso della 21^ panzer stava sostenendo un vigoroso attacco da parte dell’altra maledetta divisione sudafricana. Il generale Rommel comunicava pure che i beduini picchiavano forte anche sulla 15^, per rintuzzare la puntata sua e del RECAM con lo scopo di aggirare a breve raggio il XXX corpo d’armata britannico. Le mazzate provenivano dalla 4^ divisione indiana che aveva malmenato di brutto il 115° reggimento shultzen, riducendone il II battaglione ad una schifezza. Il reggimento di fanteria si era ritirato dietro uno schermo protettivo abbozzato dal 33° battaglione esplorante e la situazione era tutt’ora in bilico.


    Sentite queste notizie, il Postuma bestemmiava in turcomanno, dato che secondo lui non era possibile che dopo tutti gli sforzi fatti e le perdite subite sulla scarpata, adesso bisognasse semplicemente ritirarsi e lasciare tutto in mano al nemico, che peraltro aveva preso un sacco di mazzate dall’Ariete. Facevo quindi notare al generale, dopo essermi consultato col colonnello Spadaro, che le munizioni erano esaurite, che di carburante ce n’era appena per il movimento retrogrado e che le colonne di rifornimenti venivano in gran parte catturate dalla 1^ sudafricana che scorazzava libera a sud ovest della nostra posizione. Non mi pareva che il generale Postuma fosse convinto.


    La giornata si concludeva dunque con un’apparente vittoria di Pirro dell’Ariete, senza dimenticare il contributo decisivo dei camerati di Dedeking che erano loro per primi ansiosi di ripiegare per andare a salvare il culo della loro divisione.




    Rimanete in linea per gli sviluppi della maledetta battaglia del confine che sembra riservare a noi due mazzate per ogni mazzata che infliggiamo al nemico.
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    Ultima modifica: 25 Febbraio 2018
  10. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    8 ottobre 1941 passo di Sofafi


    Ieri e oggi foschia spinta su tutta la zona della scarpata. Abbiamo passato parte della notte in riunione del comando divisionale. Ordine del giorno, come tenere il passo, visto che dal DAK gli ordini di ripiegamento non sono ancora arrivati. L’umidità ed il freddo della notte desertica si fanno sentire, specialmente adesso che stiamo entrando nel pieno dell’autunno.


    Il Generale Mannoia si arrovella e si chiede come mai la divisione non sia ancora stata autorizzata a ripiegare su El Hamra. Si vede lontano un miglio che Mannoia vorrebbe ripiegare fino a Roma, dove probabilmente finirà reimpatriato tra breve. La successione al comando della divisione vede in lizza il col Montemurro, oramai in odore di promozione a generale di brigata ed il generale Postuma. Quet’ultimo appoggia fortemente la candidatura dell’amico Montemurro, dato che gli piacerebbe tanto tornare al comando del reggimento carri. Naturalmente il Postuma vaneggia, visto che un generale di brigata non può comandare un reggimento; per bene che vada al nostro nobile cavaliere normanno, si ritroverebbe confermato come capo di stato maggiore della divisione, ma con Montemurro al comando, il Postù avrebbe probabilmente redini più sciolte nella sua libertà di movimento presso i reparti.


    Per il momento si discute su come sistemare la divisione stanti gli ordini del corpo d’armata che rimangono quelli precedenti di opporsi duramente al nemico lungo al scarpata ed al passo di Sofafi, che attualmente è nelle nostro mani, dopo la brillante operazione dello scorso turno. Se possibile, gli ordini prevedono di avanzare su Buq Buq con il vechio obiettivo di tagliare fuori tutte le forze britanniche operanti al confine.


    Sia il genrerale Mannoia che lo stato maggiore tutto concordano sul fatto che carburante e munizioni per proseguire lo sforzo offensivo verso la costa, non ce ne sono. Dal momento che le direttive del corpo d’armata sono elastiche, si decide che la divisione si sistemerà a difesa al passo e lungo la scarpata, in attesa o di rinforzi, o di rifornimenti o dell’ordine di ripiegare. Tale intendimento tattico è imposto anche dalle direttive impartite al gruppo da combattimento Dedeking, che invece l’ordine di ripiegare lo ha ricevuto; anzi per essere precisi, si tratta di un ordine di “rischieramento” a sud ovest della nostra posizione con l’intento di aiutare il grosso della 21^ impegnata contro un misto di neozelandesi e sudafricani che si sono messi in testa di conquistare El Hamra e di inguaiarci definitivamente per quanto riguarda il flusso dei rifornimenti. Se ciò avvenisse, non ci sarebbe più dubbio, asserisce il Mannoia, che la ritirata nostra diventerebbe inevitabile.


    Prima di andarsene Dedeking si presenta al comando divisionale, assai dispiaciuto di dover abbandonare i camerati italiani, e ci informa che ci lascerà il 3° battaglione esplorante germanico che passa immediatamente alle dipendenze della divisione. Ci prega il Dedeking altresì di non informare nessuno di questa sua decisione, dal momento che se Rommel venisse a sapere che egli non ha eseguito letteralmente i suoi ordini, lo farebbe deportare un un campo di lavoro coatto in Polonia. Assicuriamo la massima discrezione al prode generale prussiano e ci teniamo volentieri il battaglione esplorante, che per malridotto che sia è sempre una gran bella unità da combattimento.


    Congedato il Dedeking, rimane da stabilire quale dovrà essere l’assetto tattico della divisione, e qui il Postuma sale in cattedra, anzi sul piccolo podio con le carte.


    Cumm che aà ddivision eie chiantet nto u desert senz’a nisciun’appoggg, il Postuma propone di guardare la sinistra con il Nizza Cavalleria, schierato lungo la pista Fort Capuzzo – Sofafi, da cui gli Inglesi potrebbero sempre mandarci brutte sorprese. Alla destra, si schiererebbe, anzi è già schierato il battaglione del ten ol Kessler, lasciatoci dal Dedeking a guardia delle provenienze da Marsa Matruh. Il Postuma propone di schierare il II carri veloci del ten col Gallo in riserva tattica dietro al Nizza. Tra l’altro credo di essermi dimenticato di dire che nei combattimenti dei giorni scorsi, il I battaglione carri veloci, quello che rimasto dietro le linee nemiche, è stato definitivamente sopraffatto dalla fanteria sudafricana ed il suo comandante è ufficialmente disperso.


    Al materiale sbarramento del passo di Sofafi, il Postuma assegna il reggimento di Montemurro, che di reggimento non si può più parlare in termini operativi, dato che è rimasto solo il XII bersaglieri. Questo reparto, appoggiato da dodici M13 della 1^ compagnia/XI battaglione carri medi, presidia il passaggio nella scarpata. In riserva tattica di settore, sempre presso il passo, vengono assegnati il VII e l’VIII carri medi, oltre al comando reggimentale del ten col Lucarelli. I battaglioni carri, son nominalmente a pieno organico di mezzi, ma è come se non lo fossero in quanto che molti dei corazzati non hanno munizioni e non possono essere dispiegati in battaglia. In riserva locale, si schiera il comando divisionale ed in particolare il plotone corazzato del reparto comando, agli ordini diretti di Postuma che è deciso, in caso di necessità, a montare su un M13 ed a far sentire la sua presenza dove ritenuto necessario. Completa lo schieramento della divisione, spostato a sud, il 132° artiglieria, che in questo inizio di 57° turno ha ricevuto un po’ di munizioni (molto poche) ed un po' di viveri, giusto per non doversi dare al cannibalismo.


    A livello di novità strategiche, radio scarpa riporta che aliquote della Trento e della 15^ stanno combattendo duramente nei pressi di Sidi Omar, con l’intento di mettere in crisi il XXX corpo nemico. Altra notizia critica è che è giunta da Tripoli, e dopo lungo viaggio lungo la Balbia, la divisione motorizzata Trieste del generale Alessandro Piazzoni. La divisione si trova attualmente a Gabr el Saleh, costituisce riserva d’armata, ed il comando d'armata sta ancora decidendo come impiegarla. Voci accreditate sostengono che la divisione verrà usata per un attacco con direttrice sidi Azeiz – Bardia, allo scopo almeno di distruggere il XIII corpo britannico, che guarda il settore nord dello schieramento nemico; ma tutto è ancora campato per aria.
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  11. huirttps

    huirttps

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    Grande @Luigi Varriale !! Personalmente terrei Ariete e Dedeking fermi un paio di turni e per l'offensiva

    1. usando la Trieste chiudere rapidamente la sacca tra Sidi Omar e Scheferzen.

    Una volta liquidata la sacca

    2. fanteria e artiglieria trainata a fare da protezione a Bardia
    3. truppe mobili insieme a Ariete convergono su Buq Buq
     
  12. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    come vedrai dal post seguente il generalissimo eccellenza eminenza e santità Zerinol Varriale ha anticipato i tuoi suggerimenti e li ha già messi in pratica con la differenza che la 15^ Panzer si è incaricata delle truppe inglesi a sidi Omar ed ha pure dovuto subire un contrattacoabbastanza devastante.

    L'Ariete è ferma come hai detto tu, con grande incazzatura del Postù. Il Dedeking è stato spedito a sud ad aiutare i commilitoni della 21^, ma il 3° esplorante del ten col Kessler è rimasto con l'Ariete.
    La trieste verrà impiegata su un asse corto d'attacco che ne consentirà una più agevole alimentazione logistica.
     
    Ultima modifica: 27 Febbraio 2018
  13. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    11 ottobre 1941

    Tutt’ora fermi lungo la scarpata di Sofafi. La riognizione di Kessler segnala un battaglione meccanizzato nemico nei pressi di Bir Emba, accompagnato da una ventina di carri armati non identificati. Tempo buono, nuvole sparse, caldo infernale, mosche che non danno tregua neanhe a pagarle.riceviamo un rivolo di rifornimenti che ci permette di sopravvivere.

    La battaglia pare essersi spostata ad est della nostra posizione, nell’area di confine di sidi Omar e Sidi Suleiman.

    Non ne sappiamo molto per dire la verità, ma pare che gli Inglesi abbiano risposto ad un tentativo di infiltrazione della 15^ panzer con un massiccio contrattacco nel quale sembra che abbiano impiegato tutte le loro riserve, vale a dire principalmente la 1^ brigata carri e quello che gli rimaneva della 4^ divisione indiana. L’affondo britannico ha avuto un certo successo, e dopo eroica resistenza, il 33 battaglione esplorante della 15^ è stato distrutto. I carri nemici non hanno fatto molta strada, ma le perdite della 15^ sono molto pesanti. Rommel pare sia incazzatissimo, a quanto ci racconta il maggiore Veinzel, che ha intercettato certe comunicazioni radio, dove il generale ha strizzato come uno straccio da pavimenti il comandante della 15^ Heinrich Von Prittwitz, dandogli del cazzaro ed accusandolo di non essere capace di provvedere alla sicurezza dei suoi reparti. Sempre secondo le informazioni di Veinzel, del 33° esplorante sono sopravvissute sette autoblindo sfasciate che occorre riparare. Terribili le perdite umane.

    Notizie buone; secondo il SIM sembrerebbe che gli Inglesi hanno gettato tutto, ma proprio tutto in questa battaglia.

    Altra voce di radio scarpa e che la Trieste sarebbe in procinto di entrare in azione con direttrice d’attacco Sidi Azeiz Bardia. Il generale Mannoia che ha avuto un abboccamento con l’eccellenza Varriale via radio e via fonogramma, riferisce che questa direttrice è stata scelta per ragioi logistiche. Sarebbe più facile rifornire la divisione su quell’asse che farla convergere a sud in diretto appoggio al DAK. Inoltre il punto prescelto per l’impiego della divisione dovrebbe separare il XXX corpo inglese dal XIII e forse risolvere, almeno lo si spera, la battaglia del confine, oramai da lungo tempo in corso.

    Il generale Mannoia ci mostra il fonogramma che ha rievuto dal comando superiore:

    comincia necessito che corpo armata germanico mantenga posizioni attuali zona el hamra, et vostra divisione mantenga possesso sofafi per evitare afflusso eventuali rinforzi inglesi da sud stop nemico habet impegnato tutte sue riserve in contrattacco al centro che ha mezzo sfasciato quindicesima tedesca ma noi stiamo preparando controffensiva sidi azeiz con divisione trieste stop inglesi non habent nulla con cui fermare questo attacco stop siate fiduciosi e mantenete posizioni finisce

    Pare che Zerinol sia ottimista nonostante le legnate prese a sud dal DAK e noi siamo ottimisti insieme a lui.
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    Ultima modifica: 27 Febbraio 2018
  14. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    11 ottobre 1941 fine giornata


    Radio scarpa esplode in esclamazioni di giubilo e gaudio. Completamente di sorpresa per noi ma pure per il nemico e con netto anticipo sulle previsioni, la divisione Trieste ha scatenato il suo attacco fronte a sidi Azeiz con obiettivo Bardia, precisamente alle ore 1900 dell’11 ottobre. L’azione avviene ad un centinaio di chilometri dalle posizioni occupate dalla divisione Ariete sulla scarpata di Sofafi e possiamo seguirla solo sommariamente attraverso gli apparati radio del comando. Dopo una ventina di minuti dall’inizio dell’attacco, il 9° reggimento bersaglieri riferisce di avere annientato lo schermo protettivo di neozelandesi di fronte a sé, e che prosegue l’avanzata facendo scavalcare il battaglione in riserva per lo sfruttamento del successo; musica per le nostre orecchie. Alle 2040 il reggimento riferisce che il suo battaglione motocicliesti ha la strada sbarrata da una compagnia di cecoslovacchi, che occupa il bivio Capuzzo Bardia; la annienta con la collaborazione per la sinistra del battaglione mitraglieri della Bologna che fornisce micidiale fuoco di spianamento. Alle ore 2210 il reggimento comunica di essere giunto al mare cinque chilometri a sud di Bardia. Il giubilo sulle onde di radio scarpa aumenta ancora di più. Un occhiata alla carta dove riportiamo a mano le posizioni dei reparti che hanno dato comunicazione della loro: il XIII corpo britannico è circondato! Il postuma inizia a saltare per tutta la tenda comando urlando Maroooooooonnnnn!!! Maroooooonnnn!!! Alle 2230 intercettiamo una comunicazione radio dal comando della Sabratha, che informa che una pattuglia del suo 85° reggimento ha catturato un prigioniero inglese nei pressi di Sidi Suleiman che afferma apaprtenere al comando dell’8^ armata. Alle ore 2315 la Trieste comunica che i suoi reggimenti di fanteria motorizzata stanno prendendo posizione lungo il fianco nord del cuneo offensivo, appoggiandosi ad una scarpata rocciosa dieci chilometri a sud di Menastir, e si stanno organizzando a difesa per l’inevitabile disperato contrattacco che il nemico scaglierà per liberare il suo corpo d’armata intrappolato nella conca a nord di Bardia.




    Cuori d’acciaio all’erta le armi italiane hanno piazzato un altro colpo.
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  15. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    15 ottobre 1941


    Giornata cominciata sotto ottimi auspici; cielo nuvoloso e temperatura accettabile; siamo alla metà di ottobre, il miglior periodo dell’anno in Africa Settentrionale. Le notizie brutte mi colgono mentre sono di ritorno da un giro di ispezione presso il 132° artiglieria dove constato che i rifornimenti di munizioni per il regimmento anche ieri non sono arrivati. A metà della strada per il ritorno al comando tattico, mi intercetta un bersagliere motociclista, che mi carica e mi porta di filato alla tenda del quartier generale, interrompendo la mia oretta di orsa mattutina. Là ci trovo il Postuma ed il genrale Mannoia plumbei. Il comandante mi passa un fonogramma appena arrivato dal comando superiore destinato al DAK e per conoscenza a noi:


    comincia preparare divisione per ripiegamento generale nodo stradale Gabr Saleh stop contrattacco britannico zona Bardia ridotta Capuzzo habet cancellato da ordine battaglia sia divisione bologna che divisione sabratha stop trieste attaccata da nord et da sud habet avuto reggimento bersaglieri completamente annientato sud di bardia stop un reggimento fanteria motorizzata trieste accerchiato dieci chilometri nord ovest bardia stop situazione est critica settore nord stop comando superiore ritiene situazione non più tenibile su fronte costa dove navi britanniche imperversano e causano ditruzione reggimenti italiani uno dopo altro stop intendimento armata est ripiegare su posizioni non attaccabili da corazzate nemiche stop intero dak si prepari a ripiegamento su bir el gubi et saleh stop accusare ricevuta finisce


    Il fonogramma giunge del tutto inatteso dopo giorni di euforia per il nostro riuscito attacco nella zona costiera che minacciava di distruggere un intero corpo d’armata britannico. E' mai possibile per Dio che no possa avere due giorni consecutivi di gioia? Il Postuma commenta che il comando superiore si è fatto prendere dallo scoramento ed ha perso il controllo dei nervi, ma conviene sul fatto che l’ordine di ripiegamento per il DAK è sensato, dal momento che i rifornimenti continuano a non arrivare e che se gli Inglesi sfasciano la nostra fanteria a nord, per noi mantenere queste posizioni non solo non ha più senso ma potrebbe essere addirittura controproducente. Ci mettiamo quindi, io ed il Postuma a studiare un piano di ripiegamento. Qualora l’ordine esecutivo arrivasse davvero, non dovrebbe essere troppo difficile dal momento che la scarpata di Sofafi proteggerebbe il movimento retrogrado. Si tratta solamente di favorire il ripiegamento ordinato delle truppe a contatto col nemico, un comando di brigata neozelandese, dal passo vero e proprio. Dopo un oretta di lavoro, ce ne usciamo con il piano definitivo: il 132° artiglieria ripiega per primo sulla El Hamra Bil Sheferzen, seguito dal Nizza e dal II carri veloci. Il 132° carri ripiega per secondo coperto dal battaglione Bersaglieri che coperta la ritirata degli altri reparti, dovrebbe eclissarsi per ultimo, conducendo nel caso un combattimento ritardatore qualora il nemico si avveda troppo in fretta della manovra. Naturalmente l’intero piano dovrebe essere eseguito di notte. il 3° battaglione esplorante germanico ripiega per conto suo.


    E’ con cuore pesante che vi passo queste notizie, ma la controffensiva dello stramaledetto Cunnigham è stata davvero inaspettata e devastante.
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    forse è davvero il caso di ritirarsi in una posizione più solida ??
     
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  16. Daniel Morrison

    Daniel Morrison

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    Non ritirarsi sarebbe molto rischioso. Io ti consiglio vivamente di trovare una buona posizione arretrata dove poter difendere meglio senza troppi patemi.
     
  17. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    17 ottobre 1941


    Qui non si ritira nessuno per Dio!


    E’ la risposta del generale Rommel all’assembramento dei tromboni italiani, Zerinol in testa, nel corso della conferenza d’emergenza convocata in un punto imprecisato del deserto a nord ovest di Sidi Omar, presenti tutti i comandanti di corpo d’armata, ed il comandante superiore.


    Ma anche Daniel Morrison ha detto che non ritirarsi sarebbe molto pericoloso, affermava l’eccellenza Navarini, che dopo le ultime battaglie aveva il corpo d’armata ridotto ad una brigata si e no.


    Inutile ritirarsi; ci ritiriamo dove? Reiterava Rommel con supremo cipiglio. Per avere un certo respiro nei riformimenti, dovremmo ripiegare sul meridiano di Tobruk; ed io tutto questo lusso agli Inglesi non glie lo concedo! Sono anche loro alla frutta, il loro XIII corpo è ancora mezzo accerchiato, e noi lo distruggeremo.


    Ma il loro contrattacco con la 1^ carri ha distrutto due divisioni!! Minacciano lo sfondamento generele ed il controaccerchiamentodel X e del XX corpo!! Frignava Varriale.


    Lo impediremo! Usando i reparti freschi in afflusso, in primo luogo quelli della 90^ divisione tedesca; Rommel pose particolare enfasi sulla parola “tedesca”.


    Ed il piano quale sarebbe chiedeva il generale Gioda, comandante del X corpo.


    Per il suo corpo d’armata generale, ho in mente qualcosa di speciale, rispose il Tedesco; ed aprì la carta della situazione.
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  18. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Ragazzi, devo abbreviare la narrativa dei turni. siamo al turno 60 e ce ne sono ancora 129. Nessuna meraviglia che campaing for North Africa, il wargame da cui questo scenario è derivato, sia considerato il più complesso boardgame mai realizzato. Si è stimato che l'intero gioco originale necessitasse di 2000 ore di gioco per essere completato. Ed infatti nessuno, neanche l'autore in sede di play testing l'ha mai completato.
     
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  19. Prostetnico

    Prostetnico

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    Bhe, ma noi mica abbiamo fretta ;)
     
  20. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    meno male !
     

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