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[Grandi generali sconosciuti] Droctulfo

Discussione in 'Medioevo' iniziata da TFT, 25 Luglio 2014.

  1. TFT

    TFT

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    • Mancanza di fonti storiche oggettivamente verificabili
    Ottava puntata. Torniamo nel medioevo, in particolare durante l'invasione longobarda dell'Italia da parte di Alboino. Questo personaggio è particolarmente interessante sia per la sua abilità militare che per la sua vita, ma soprattutto perchè ci sono giunte moltissime fonti nonostante abbia vissuto in uno dei periodi più neri della storia d'Italia, di cui ancora oggi sappiamo molto poco.

    Droctulf nasce attorno alla metà del 500. Di origini sveve, era stato in gioventù prigioniero di Re Alboino ma poi accolto nella sua corte e, per la sua grande capacità ed intelligenza, nominato anche duca di non non specificato possedimento da poco conquistato. Nel 572 fugge insieme a Elmechi a Ravenna, dopo l'assassinio di Alboino. Alcuni ipotizzano lo fece per fedeltà, altri perchè desiderava vendicarsi della prigionia contro i Longobardi, fatto sta che dallo stesso anno chiese di essere arruolato nell'esercito romano e così fu. A capo di un contingente di mercenari conquistò Brescello, che per noi è la città di Peppone e Don Camillo ma al tempo era una fortezza strategica, l'ultimo bastione da prendere prima di poter colpire direttamente Ravenna (la capitale romana) e Classe (sede della flotta). Abbracciò il cristianesimo e ottenne la cittadinanza romana. Successivamente venne messo al comando di una piccola flotta con la quale lanciò un attacco anfibio a Classe, al tempo sotto il comando del Duca di Spoleto. Venne poi nominato Duca di Brescello e li resistette per 10 anni agli assalti dei longobardi.
    Alla fine, quando diversi duchi lo avevano accerchiato ed era rimasto senza viveri, riuscì con una sortita notturna a spezzare l'assedio e fuggire con il tesoro, i vessilli imperiali e molti uomini. Pare che per questa azione i longobardi decisero di radere al suolo Brescello come rappresaglia, nonostante l'importanza strategica.
    Giunto a Ravenna vi rimase, probabilmente a capo della guarnigione cittadina, fu nominato generale e prestò servizio in vari angoli dell'Impero. Probabilmente prese moglie ed ebbe figli, questo è testimoniato dal fatto che utilizzasse il suo periodo di licenza fra una spedizione e l'altra per tornare a Ravenna che "considerava la sua casa".
    Nel 568 fu mandato in Tracia come secondo del generale Giovanni Mystakion. Costui era ritenuto dai contemporanei un grande incapace ed era al comando solamente per essere imparentato con l'Imperatore. Dopo essere stato sconfitto per ben 4 volte di fila in Persia era stato spostato nel teatro tracico, strategicamente meno importante.
    Grazie a Droctulfo le truppe imperiali fecero retrocedere il nemico, dopodichè ebbero una vittoria schiacciante ad Adrianopoli. I cronisti riferiscono che Droctulfo inganno gli Sciti (gli Avari), simulando una ritirata e incitando la loro cavalleria alla carica, quindi ricompattando le file all'improvviso e facendoli schiantare contro le lance dei fanti. Spezzarono l'assedio della città e li ricacciarono a nord, nell'attuale Bulgaria. In questa occasione gli fu concesso un trionfo solenne, forse a Costantinopoli. Partecipò anche a molte altre spedizioni: Persia, Egitto, Spagna e molte volte in Italia, dove uscì sempre vittorioso.
    L'ultima missione fu nell'esarcato d'Africa contro alcune tribù ribelli dell'Altava, l'attuale Algeria. Dopo aver pacificato la zona Droctulfo morì, probabilmente a Cartagine nel 598 in età certamente avanzata.
    Poco prima di morire inviò una lettera a Giovanni II, arcivescovo di Ravenna, chiedendogli che le sue ossa fossero spedite a Ravenna e li sepolte.
    I romani furono talmente grati a Droctulfo che lo seppellirono nella stessa chiesa dove era il Santo Vitale con una tomba e un epitaffio, andati perduti.

    Su di lui si è detto che "il suo volto era terribile nell'aspetto, ma il suo cuore buono" e che " amò le insegne del popolo romano tanto da sterminare la sua gente".
     
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